Comune di MONTE URANO (Provincia di Fermo) PIANO COMUNALE DI EMERGENZA DI PROTEZIONE CIVILE RELAZIONE



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Comune di MONTE URANO () PIANO COMUNALE DI EMERGENZA DI PROTEZIONE CIVILE RELAZIONE Allegati: - Planimetria Generale scala 1:5.000 - Carta del Rischio Idrogeologico scala 1:5.000 - Carta del rischio Incendi Boschivi e di Interfaccia scala 1:5.000 - Planimetria Reti ed Impianti Tecnologici scala 1:5.000 - Planimetria Pianificazione di emergenza scala 1:5.000 - Documentazione fotografica Aree di Protezione Civile Revisione aprile 2014

PIANO COMUNALE EMERGENZA PROTEZIONE CIVILE PER SALVAGUARDIA INCOLUMITA POPOLAZIONE DI MONTE URANO PREMESSA E QUADRO NORMATIVO DI RIFERIMENTO Allo scopo di consentire un agevole lettura del piano, in sede di premessa, si evidenziano le principali normative vigenti che regolano le azioni di Protezione Civile: - Legge 24/02/1992 n. 225 Istituzione della protezione civile ; - D.Lgs. 31/03/1998 n. 112 Capo VIII protezione civile ; - D.P.R. 8/02/2001 n. 194 Regolamento recante nuova disciplina della partecipazione delle organizzazioni di volontariato alle attività di protezione civile ; - D.L. 12/10/2000 n. 279, convertito con modificazione dalla legge 11/12/2000 n. 365, recante interventi urgenti per le aree a rischio idrogeologico molto elevato ed in materia di protezione civile, nonché a favore delle zone della regione Calabria danneggiate dalle calamità idrogeologiche di settembre ed ottobre 2000 ; - D.L. 7/09/2001 n. 343, convertito con modificazione dalla legge 9/11/2001 n. 401, recante disposizioni urgenti per assicurare il coordinamento operativo delle strutture preposte alle attività di protezione civile ; - L.R. 11/12/2001 n. 32 Sistema regionale di protezione civile ; - Delibera di Giunta Regionale n. 873 del 17/06/2003 concernente Piano stralcio di bacino per l Assetto Idrogeologico dei bacini di rilievo regionale (PAI) approvazione delle misure di salvaguardia art. 12 L.R. 13/99 ; - Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri 20/03/2003 n. 3274 (G.U. n. 105 dell 8/05/2003) primi elementi in materia di criteri generali per la classificazione sismica del territorio nazionale di normative tecniche per le costruzioni in zona sismica. Il piano per fronteggiare l'emergenza sul territorio comunale, è stato redatto in ossequio alla Legge n. 225/1992, oltre che in base alle altre norme legislative nazionali e regionali sopra citate, e secondo: a) i criteri di massima per la pianificazione comunale di emergenza così come consigliato dal Dipartimento di Protezione Civile nel periodico informativo n. 5/6 del 1997; b) lo schema tipo redatto dal Dipartimento Regionale di Protezione Civile per il rischio idrogeologico; c) i criteri di massima per la pianificazione comunale di emergenza rischio sismico emanati dal Dipartimento Nazionale per la Protezione Civile; d) utilizzando, come traccia di lavoro, il piano di emergenza provinciale ed altri piani già redatti da alcuni comuni del comprensorio. Nel presente piano sono stabilite le linee generali dell'organizzazione del sistema locale di protezione civile ed individuate le procedure di intervento da attuarsi in caso di emergenza, al fine di tutelare l integrità della vita, i beni, gli insediamenti e l ambiente. Il piano comunale di emergenza disciplina la gestione di una struttura operativa agile e permanente, volta ad un razionale e tempestivo impiego di tutte le risorse umane e materiali disponibili, al verificarsi di un evento calamitoso sul territorio per garantire al ritorno delle normali condizioni di vita. L'importanza di avere una struttura di protezione civile ben organizzata, efficace, efficiente e quindi pronta, in qualsiasi momento ad intervenire secondo le esigenze, è, infatti, elemento da ritenersi essenziale perché la popolazione sinistrata, nelle primissime ore dell'emergenza è sola ad affrontare tutte le necessità del caso, non potendo contenere sull'ausilio immediato di altre forze esterne in attività di sussidiarietà. Il presente modello di pianificazione di emergenza, quale applicazione di quello Nazionale denominato Metodo Augustus : - definisce le attivazioni degli interventi di protezione civile; - individua le strutture operative (Uffici comunali - Società eroganti pubblici servizi ecc.) che devono essere attivate; - fissa le procedure organizzative da attuarsi nel caso dell evacuazione delle zone in relazione ai tipi di rischio previsti. Resta parte integrante del presente piano il Sistema informativo Mercurio quale banca dati di consultazione opportunamente aggiornato. Piano comunale di emergenza di protezione civile - Pagina 1

Per far sì che un Piano comunale di Emergenza di Protezione Civile risulti sempre efficace ed efficiente e quindi sempre pronto al suo utilizzo non deve essere considerato un risultato definitivo, ma occorre che lo stesso sia aggiornato con periodicità breve. Ciò non solo con riferimento all elenco di uomini e mezzi, ma soprattutto in relazione alle nuove eventuali conoscenze sulle condizioni di rischio che comportino diverse valutazioni degli scenari, od ancora quando si disponga di nuovi o ulteriori sistemi di monitoraggio ed allerta alla popolazione. Tale incombenza è da intendersi affidata al Responsabile del Centro Operativo Comunale che si avvarrà delle proposte e dell'operato dei nove Responsabili delle funzioni di supporto. Gli eventuali piani particolareggiati nel caso predisposti dai Responsabili delle Funzioni di Supporto, riferiti alle attivazioni di propria competenza, sono parti integranti del presente piano di emergenza. STRUTTURA COMUNALE PER LA PROTEZIONE CIVILE Art. 1 - Il Sindaco Con il presente piano, in particolare, si ricordano le principali competenze e responsabilità del Sindaco. Quale Autorità comunale di protezione civile il Sindaco è Soggetto esponenziale degli interessi della collettività che rappresenta; di conseguenza ha il compito prioritario della salvaguardia della popolazione e la tutela del proprio territorio. Al Sindaco, o suo delegato (in caso di assenza o impedimento al Responsabile del C.O.C.), spettano quei provvedimenti che costituiscono il presupposto operativo per gli eventuali interventi da parte delle forze di protezione civile presenti in ambito comunale e in ambito sovracomunale ed ha la piena responsabilità dei servizi di soccorso ed assistenza alla popolazione colpita. Egli assumerà l incarico di tutti gli aspetti decisionali dettati dall evento avverso. Per l'espletamento del suo operato, il Sindaco o suo delegato, si avvarrà del Comitato Organizzativo Comunale (C.O.C.). Laddove l emergenza investa un territorio più vasto di quello comunale, o sia necessario l impiego di risorse esterne, il coordinamento sarà attuato dal Centro Coordinamento Soccorsi (C.C.S.) attraverso il Centro Operativo Misto C.O.M. (struttura per il supporto dei Sindaci). Il Sindaco, Autorità responsabile in emergenza comunale di Protezione Civile, assume la direzione al momento dell emergenza adottando tutti i provvedimenti necessari ad assicurare i primi soccorsi durante la fase di emergenza in ambito comunale. Gli obiettivi prioritari del Sindaco possono essere così sinteticamente elencati: 1. coordinamento operativo; 2. salvaguardia della popolazione; 3. rapporti con uffici propri ed istituzioni superiori al fine di continuare l'attività amministrativa, assicurando i collegamenti con il Prefetto, il Presidente della Giunta Regionale ed il Presidente dell Amministrazione Provinciale; 4. informazioni alla popolazione; 5. ripristino viabilità e trasporto; 6. funzionalità telecomunicazioni; 7. funzionalità servizi essenziali (reti erogatrici); 8. aggiornamento del piano. 1. Coordinamento Operativo Il Sindaco assume la direzione unitaria dei servizi di emergenza da attivare e, coordinandoli, adotta tutti i provvedimenti necessari ad assicurare i primi soccorsi durante la fase di emergenza. 2. Salvaguardia della popolazione Le misure di salvaguardia alla popolazione per l'evento prevedibile sono finalizzate all'allontanamento preventivo della popolazione dalle zone a rischio. Particolare riguardo sarà dato alle persone con ridotta autonomia (anziani, disabili e bambini). L'evacuazione è l'unico strumento che, oggi, è in grado di garantire l'incolumità delle persone presenti nelle aree a rischio individuate. 3. Rapporti tra le istituzioni Uno dei compiti prioritari del Sindaco è di mantenere la continuità amministrativa del proprio Comune (ufficio anagrafe, ufficio tecnico, etc.) provvedendo, con immediatezza, ad assicurare i collegamenti con la Regione, la Prefettura e la Provincia. L Amministrazione, nell ambito delle rispettive competenze previste dalla Legge, dovrà supportare il Sindaco nell attività di emergenza. 4. Informazione alla popolazione È fondamentale che il cittadino residente nelle zone a rischio, conosca preventivamente: - le caratteristiche essenziali di base del rischio che esiste sul proprio territorio; Piano comunale di emergenza di protezione civile - Pagina 2

- le disposizioni del Piano di emergenza; - come comportarsi correttamente, prima, durante e dopo l'evento; - con quale mezzo ed in quale modo saranno diffuse le informazioni e l'allarme. 5. Ripristino della viabilità e dei trasporti Durante il periodo dell'emergenza è prevista la regolamentazione dei flussi di traffico lungo le vie di fuga e dell'accesso dei mezzi di soccorso nelle zone a rischio, attraverso la predisposizione di "cancelli", che impediscono l'accesso a persone non autorizzate. 6. Funzionalità delle telecomunicazioni La riattivazione delle telecomunicazioni sarà immediatamente garantita per gestire il flusso delle informazioni del C.O.C., degli uffici pubblici e fra i centri operativi dislocati nelle zone a rischio, attraverso l'impiego massiccio di ogni mezzo o sistema di telecomunicazioni. 7. Funzionalità dei servizi essenziali La messa in sicurezza delle reti erogatrici dei servizi essenziali sarà assicurata dagli Enti competenti (enel, gas, acquedotto, ecc.) mediante l'utilizzo di proprio personale. Tale personale provvederà alla verifica ed al ripristino della funzionalità delle reti e delle linee e/o utenze in modo coordinato. 8. Struttura dinamica del Piano Un eventuale mutamento dell'assetto urbanistico del territorio, la crescita delle Organizzazioni del volontariato di Protezione Civile, il rinnovamento tecnologico delle strutture operative, nuove disposizioni amministrative e la variazione della situazione demografica delle aree a rischio, comportano un continuo aggiornamento del Piano di Emergenza. Un ruolo fondamentale rivestono le esercitazioni periodiche di protezione civile al fine di verificare la conoscenza del Piano di Emergenza da parte delle strutture operative e della popolazione, nonché la reale efficacia dello stesso. Art. 2 - Risorse Ogni incaricato responsabile di una funzione di supporto, dovrà farsi carico di tenere un elenco aggiornato delle risorse sia proprie che esterne, siano esse pubbliche che private, comunque ritenute necessarie al loro utilizzo al momento dell'accadimento avverso. Per risorse assegnate sono da intendersi sia persone che materiali, mezzi ed attrezzature. Devono, inoltre, essere indicate con la massima precisione, i tempi per il loro utilizzo nell'area interessata. Art. 3 - Ufficio stampa A supporto del C.O.C. è istituito un Ufficio Stampa. Durante l'emergenza, l'addetto stampa del Comune sarà da considerarsi responsabile ufficiale dell'informazione. Sarà suo compito tenere i rapporti con i media sulla scorta delle informazioni ottenute dal Sindaco o dal Responsabile del C.O.C.. E' fatto divieto a chiunque diramare notizie di qualsiasi genere connesse all'evento calamitoso fatta eccezione per il Sindaco, per il Responsabile del servizio Lavori Pubblici e del Funzionario Responsabile del C.O.C.. Art. 4 - Ufficio emergenze Nel caso di attivazione del C.O.C., se ritenuto opportuno, il Responsabile è delegato ad istituire un apposito ufficio Emergenza avvalendosi del personale comunale dipendente, appartenente a qualsiasi servizio e con qualsiasi qualifica professionale, purché ritenuto dallo stesso valido allo svolgimento dei compiti necessari imposti dalla situazione di crisi. Per esigenze particolari e saltuarie, ritenute tali dal Responsabile del C.O.C., lo stesso, è legittimato ad utilizzare personale appartenente a qualsiasi servizio, previo accordo con il Responsabile del Servizio medesimo. Art. 5 - Volontariato Per l organizzazione e l utilizzo del volontariato si fa rinvio all apposito regolamento da redigere in conformità degli indirizzi emanati dalla Regione Marche. (cfr. Delibera Giunta Regionale n. 825/2002). Art. 6 - Eventi avversi attesi Per le sue caratteristiche strutturali, produttive e socio culturali il Comune di Monte Urano presenta sul suo territorio alcune fonti di rischio. Si ritiene che il presente piano abbia preso in considerazione sia gli elementi previsionali che di prevenzione, che siano stati ipotizzabili in modo esauriente i probabili scenari degli eventi a secondo della calamità oltre che illustrate le procedure operative e le risorse disponibili, mediante predisposizione di varie planimetrie in scala ed allegati vari da ritenersi indispensabili al piano stesso. Gli eventi avversi attesi e quindi previsti o comunque ipotizzabili sul territorio comunale, presi in considerazione nel presente piano di emergenza territoriale, sono i seguenti: Piano comunale di emergenza di protezione civile - Pagina 3

RISCHI PREVEDIBILI 1. rischio idrogeologico esondazione; 2. rischio idrogeologico frane; 3. rischio idrogeologico avverse condizioni atmosferiche smottamenti; 4. rischio neve; RISCHI NON PREVEDIBILI 5. rischio sismico; 6. rischio industriale (pozzi di metano); 7. rischio trasporti rischio esalazioni; 8. rischio incendi boschivi e di interfaccia. Il sistema normativo di riferimento e le prassi operative ormai consolidate determinano una cronologia di azione che sono così riassunte: a) alle emergenze classificabili tra gli eventi di Protezione civile deve far fronte in primo luogo il Comune con i propri mezzi e strutture; b) nel caso in cui la natura e la dimensione dell evento calamitoso lo esigano, il Sindaco, o suo delegato (in caso di assenza o impedimento al Responsabile del C.O.C.), richiede l intervento del Prefetto, del Presidente della Provincia e della Regione Marche. Istituzioni che cooperano per attivare in sede locale o provinciale le risorse necessarie per il superamento dell emergenza; c) qualora l evento calamitoso assuma dimensioni o caratteristiche così rilevanti e tali da dover essere affrontati con mezzi e poteri straordinari, il Prefetto e la Regione richiederanno l intervento dello Stato attraverso la struttura Nazionale del Dipartimento di Protezione Civile. In ogni caso, al verificarsi di una situazione d emergenza, la struttura addetta alla gestione di tali situazioni deve darne comunicazione immediata al Servizio Regionale di Protezione Civile (Sala operativa), nonché alla Prefettura ed alla Provincia ed informare i rispettivi Responsabili per tutta la durata stessa. Art. 7 - Centro Operativo Comunale Il Sindaco per l espletamento delle proprie funzioni si avvale di un Centro Operativo Comunale (C.O.C.) al fine di dirigere e per il coordinamento dei servizi di soccorso e di assistenza alla popolazione interessata. Tutti gli uffici comunali sono tenuti a fornire al C.O.C. i dati e la collaborazione richiesti con precedenza sugli altri adempimenti. Il C.O.C. ha la propria sede nella sala operativa permanente situata al piano terra dell immobile sito in Piazza della Libertà n. 40, adibito ad Ufficio Polizia Municipale. All occorrenza il C.O.C. opererà anche nei locali al piano terra del Palazzo Municipale sito in Piazza della Libertà n. 1, oppure in caso di necessità presso i locali dell'edificio sede della Scuola Materna Statale sito in via Sardegna. In caso di necessità il parcheggio di Piazza della Libertà e quello di via Monti Sibillini saranno riservati alla sosta dei veicoli e quanto altro occorra in stato di emergenza. Il C.O.C. dovrà essere attrezzato con tutti gli strumenti utili per prevedere il sopraggiungere degli eventi calamitosi e per gestire l emergenza e le attività di soccorso. La quantità e le caratteristiche precise di tali strumenti andranno calibrate in base alle necessità e alle disponibilità dell Ente. Il Centro dovrà comunque disporre di: - linee telefoniche ISDN e linee telefoniche da centralino ed almeno di una linea diretta; - fax e fotocopiatrice; - apparati radio ricetrasmittenti; - spazio per i collegamenti radio; - gruppo elettrogeno; - sistema di PC e stampanti, collegati tra loro in rete e dotati di: o collegamento in rete con gli uffici comunali; o posta elettronica; o collegamento internet; o o collegamento telematico con siti specifici (es. servizi meteo); PC portatile. La sede del C.O.C., altresì, dovrà essere dotata delle seguenti carte topografiche e toponomastiche del territorio comunale: - cartografia del comune - P.R.G. - P.A.I. (piano assetto ideologico), scala 1:5000; - cartografia della rete fognaria comunale; - cartografia della rete di distribuzione gas; - cartografia linee acquedotto del territorio comunale; - cartografia linee elettriche del servizio di illuminazione pubblica; - cartografia aree a rischio incidente industriale (pozzi di metano); Piano comunale di emergenza di protezione civile - Pagina 4

- cartografia aree di attesa, di ammassamento e di accoglienza; - planimetria della palestra comunale; - elenchi popolazione residente per fasce di età, per via e numero di famiglie; - elenco telefonico dei numeri delle utenze utili in caso di emergenza. Il C.O.C. dovrà assicurare: tutti gli adempimenti necessari per la puntuale applicazione del Piano Comunale di Emergenza e per l'esatta applicazione delle direttive del Sindaco quale Autorità comunale di protezione civile; tutti gli adempimenti connessi con l'applicazione delle norme emanate dal "Ministero dell'interno" e dal "Ministero per il coordinamento della Protezione Civile", dagli altri ministeri comunque competenti, dal Prefetto e dagli altri Organi Regionali e Provinciali di Protezione Civile, nonché le proposte per l'adozione degli atti inerenti; l'aggiornamento tempestivo di tutti gli atti costituenti il piano comunale di emergenza, a seguito delle indicazioni dei responsabili delle Funzioni di supporto; almeno una volta l anno, la revisione ed il controllo dei materiali e delle attrezzature costituenti la dotazione e direzione e coordinamento delle organizzazioni di volontariato. I Responsabili delle funzioni di supporto e i rappresentanti delle organizzazioni di volontariato, saranno convocati in assemblea, dal Sindaco o suo delegato: - in via ordinaria, almeno due volte all'anno, mediante lettera di convocazione normale; - in via straordinaria ed urgente senza formalità alcuna, al verificarsi di eventi calamitosi interessanti direttamente il territorio comunale, secondo quanto specificato nelle successive tipologie di rischio; - a ragion veduta da parte del Sindaco o del Responsabile del C.O.C.. I Responsabili si intendono convocati in seduta permanente fino al termine dell emergenza. Le riunioni saranno tenute nella sede del Centro Operativo Comunale. Art. 8 - Attività del Centro Operativo Comunale (C.O.C.) Periodo ordinario: E caratterizzato da attività di monitoraggio, di routine e di predisposizione organizzativa per l attuazione degli interventi in fase di emergenza, da parte di ogni responsabile delle funzioni di supporto. Nel caso in cui le risultanze del monitoraggio dovessero indicare l'approssimarsi di una situazione critica sarà attivato un sistema di preavviso relativo al periodo di emergenza. Periodo di emergenza: Il periodo di emergenza va articolato secondo tre livelli di allerta: - attenzione: avviso di condizioni meteo avverse o superamento di una soglia x predeterminata; - preallarme: superamento di una soglia "y" predeterminata e/o dall aggravarsi della situazione nei punti critici monitorati a vista dalle squadre di tecnici; - allarme: superamento di una soglia "z" predeterminata e/o dall aggravarsi della situazione nei punti critici monitorati a vista dalle squadre di tecnici. A ciascuno di questi livelli corrisponde una specifica fase operativa che rappresenta la risposta graduale del sistema di protezione civile coordinato. Fase di attenzione Al ricevimento dell avviso di condizioni meteo avverse da parte della Regione SOUP del Servizio di Protezione civile e/o della Prefettura al superamento della soglia che indica il livello di attenzione e/o in base a segnalazioni attendibili provenienti da Enti legittimati (ad esempio: Consorzio di Bonifica), il Sindaco, o suo delegato (in caso di assenza o impedimento il Responsabile del C.O.C.), previa verifica e valutazione, attiva la fase di attenzione e: - rende operante il C.O.C. convocando i Responsabili delle funzioni di supporto interessate e verifica la reperibilità del restante personale; - mantiene i contatti con la Regione SALA OPERATIVA e l aggiorna sull evolversi della situazione; - analizza i dati relativi al monitoraggio meteorologico (dati ASSAM mediante visitazione dell apposito sito); - analizza i dati relativi al monitoraggio idropluviometrico; - prende contatto con il Consorzio Bonifica, Ente gestore della diga di San Ruffino per la verifica del rilascio della quantità di acqua programmata. Nella ipotesi che la segnalazione pervenga direttamente al Responsabile del C.O.C., questi né da immediata comunicazione al Sindaco o suo delegato. Durante questa fase la popolazione non è attivamente coinvolta nelle operazioni di emergenza. La fase di attenzione ha termine: - al peggioramento della situazione nei punti critici monitorati a vista dalle squadre di tecnici e/o al superamento della soglia che individua il livello di preallarme con il passaggio alla FASE DI PREALLARME; - al ricostituirsi di una condizione di normalità di tutti gli indicatori di evento con il ritorno al PERIODO ORDINARIO. Fase di preallarme Alla comunicazione del superamento della soglia che individua il livello di preallarme e/o al peggioramento della situazione nei punti critici monitorati a vista dalle squadre di tecnici, il Sindaco o suo delegato (in caso di assenza o impedimento il Responsabile del C.O.C.), previa verifica e valutazione attiva la fase di preallarme e: Piano comunale di emergenza di protezione civile - Pagina 5

- informa la Regione SALA OPERATIVA e l aggiorna sull evolversi della situazione. - informa la popolazione attraverso i sistemi di allertamento previsti dal Piano; - verifica l'effettivo dispiegamento sul territorio sul territorio delle strutture operative previste per le operazioni di evacuazione. Nella ipotesi che la fase di preallarme venga disposta direttamente dal Responsabile del C.O.C., questi né da immediata comunicazione al Sindaco o suo delegato. La fase di preallarme ha termine: - al peggioramento della situazione nei punti critici monitorati a vista dalle squadre di tecnici e/o al superamento della soglia che individua il livello di allarme con il passaggio alla FASE DI ALLARME; - al ricostituirsi di una condizione di attenzione di tutti gli indicatori di evento con il ritorno alla FASE DI ATTENZIONE. Fase di allarme Alla comunicazione del superamento della soglia che individua il livello di allarme e/o al peggioramento della situazione nei punti critici monitorati a vista dalle squadre di tecnici, il Sindaco, o suo delegato (in caso di assenza o impedimento il Responsabile del C.O.C.), previa verifica e valutazione, attiva la fase di allarme e: - informa la Regione SALA OPERATIVA e l aggiorna sull evolversi della situazione; - nell ipotesi di costituzione della SALA OPERATIVA, informa la Provincia e l aggiorna sull evolversi della situazione; - informa la popolazione attraverso i sistemi di allertamento previsti dal Piano; - da esecuzione all ordinanza di sgombero per l allontanamento preventivo della popolazione dalle zone a rischio. La fase di allarme ha termine: - al ritorno ad una condizione di normalità degli indicatori di evento senza che l evento atteso si sia verificato; - quando a seguito del verificarsi dell evento atteso, oltre al ritorno ad una condizione di normalità degli indicatori di evento, si riscontri il ripristino delle normali condizioni di vita, a seguito di opportune verifiche di agibilità delle strutture e delle condizioni di sicurezza generali del territorio. Nell ipotesi che la fase di allarme venga disposta direttamente dal Responsabile del C.O.C., questi né da immediata comunicazione al Sindaco o suo delegato. Per i rischi non prevedibili e sempre previsto il passaggio diretto alla fase di allarme. La conclusione della fase di ALLARME, con il ritorno alla fase di ATTENZIONE e/o al PERIODO ORDINARIO, è dichiarata e comunicata per iscritto dal Sindaco, o suo delegato (in caso di assenza o impedimento il Responsabile del C.O.C.). Art. 9 - Modello di intervento Il modello d intervento consiste nell assegnazione di ruoli specifici che di seguito sono indicati. Le funzioni, come sotto descritte, sono affidate in prima istanza ai Responsabili dei servizi incaricati delle corrispondenti posizioni nell ambito dell organizzazione amministrativa dell Ente; in caso di Funzione prettamente specifica o di competenza extra comunale, la funzione sarà ricoperta da persona proposta dall Ente di competenza. Al fine di far sì che le nove funzioni di supporto individuate siano comunque operative, è stato previsto che ogni "responsabile di funzione" abbia un proprio sostituto. Con il provvedimento di nomina del Sindaco, che costituisce esplicita assegnazione alla funzione (in via ordinaria ed in caso di emergenza) sono individuati i nominativi dei Responsabili delle Funzioni e gli eventuali sostituti. Ogni diversa assegnazione potrà essere fatta con provvedimento motivato del Sindaco. Art. 10 - Funzioni di supporto Nel Centro Operativo Comunale sono attivate nove funzioni comunali di supporto. Le funzioni di supporto, singolarmente o raggruppate, sono affidate ad un responsabile, il quale provvede all aggiornamento del Piano di emergenza e alla redazione, insieme ai responsabili delle altre funzioni di piani particolareggiati specifici per ogni tipo di evento calamitoso atteso. Ad ogni responsabile delle funzioni dovrà essere affiancato un collaboratore che dovrà assumere le funzioni di responsabilità nel caso che il primo sia indisponibile (catena di comando). 1) Funzione Tecnica e di Pianificazione. Il referente è il responsabile dell'ufficio Tecnico Comunale Servizio Lavori Pubblici. Nelle situazioni di non emergenza: - mantiene i rapporti e coordina le varie componenti scientifiche e tecniche al fine di raccogliere i dati territoriali; - elabora la cartografia per la definizione e l aggiornamento degli scenari; - analizza i dati acquisiti dalle reti di monitoraggio ed individua le aree di emergenza; - provvede ad organizzare le squadre di tecnici che in emergenza effettueranno il monitoraggio a vista. In emergenza: - consiglia il Sindaco ed il Coordinatore relativamente alle priorità; - gestisce anche la ripresa, nel più breve tempo possibile, delle attività produttive locali; Piano comunale di emergenza di protezione civile - Pagina 6

- coordina gli interventi dalla Sala Operativa relativamente al proprio settore. - gestisce il censimento dei danni dei beni culturali provvedendo, ove possibile, al loro ricovero in zone sicure preventivamente individuate; - mantiene i contatti operativi con il Servizio tecnico del Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco. 2) A) Funzione Sanità, Assistenza Sociale e Veterinaria. Il referente è nominato dal Direttore della A.S.L. o dal Sindaco. Nelle situazioni di non emergenza: - con la fattiva collaborazione dell Assistente Sociale del Comune, mantiene i rapporti con le componenti sanitarie locali. In emergenza: - coordina le squadre miste nei posti medici avanzati (P.M.A.) previsti per assicurare l assistenza sanitaria; - coordina le squadre di volontari, con la fattiva collaborazione dell Assistente Sociale del Comune, presso le abitazioni di persone non autosufficienti e/o bisognose di assistenza; - organizza un adeguata assistenza durante l allontanamento preventivo della popolazione; - coordina gli interventi dalla Sala Operativa relativamente al proprio settore. - invia in ogni area di attesa un medico il quale può rilasciare, nella prima fase, prescrizioni mediche a tutta la popolazione. B) Funzione Veterinaria. Il referente è nominato dal Direttore della A.S.L. o dal Sindaco. Nelle situazioni di non emergenza: - mantiene i rapporti con le componenti sanitarie locali. In emergenza: - coordina gli interventi dalla Sala Operativa relativamente al proprio settore; - coordina la messa in sicurezza del patrimonio zootecnico, mediante l allontanamento preventivo. 3) Funzione Volontariato. Il referente è il Responsabile del gruppo comunale di volontariato. Nelle situazioni di non emergenza: - redige un quadro sinottico delle risorse, in termini di mezzi, uomini e professionalità specifiche presenti sul territorio al fine di coordinare le attività dei volontari in sintonia con le altre strutture operative e con il volontariato presente sul territorio provinciale, regionale e nazionale; - organizza l addestramento dei gruppi di volontari secondo le loro specialità; - provvede ed organizza esercitazioni congiunte con le altre forze preposte all'emergenza al fine di verificare le capacità organizzative ed operative delle organizzazioni ed associazioni varie. In emergenza: - coordina gli interventi dalla Sala Operativa relativamente al proprio settore. - coordina le squadre di volontari inviati lungo le vie di fuga e nelle aree di attesa per l assistenza alla popolazione durante l evacuazione; - coordina presso i centri di accoglienza il personale inviato per assicurare l assistenza alla popolazione, la preparazione e la distribuzione di pasti. 4) Funzione materiali e mezzi. Il referente è il responsabile dell Ufficio Economato del comune. Nelle situazioni di non emergenza: - censisce i materiali ed i mezzi disponibili appartenenti all Amministrazione Comunale e messi a disposizione del C.O.C. Ufficio di Protezione Civile. L inventario suddetto dovrà essere sempre disponibile nel Centro Operativo Comunale; - provvede alla consegna a ciascun Responsabile delle funzioni di supporto del C.O.C. del materiale inerente; - propone alla Giunta Comunale l'eventuale acquisto del materiale, dei mezzi e delle attrezzature ritenute indispensabili per la gestione dei primi interventi di emergenza, su specifica richiesta dei componenti del C.O.C.; - provvede all aggiornamento del sistema Mercurio (a richiesta della Prefettura Ufficio Territoriale di Governo). In emergenza: - coordina gli interventi dalla Sala Operativa relativamente al proprio settore; - provvede all invio delle risorse (materiali e mezzi) nell'area interessata. Nel caso in cui la richiesta di materiali e/o mezzi non possa essere fronteggiata a livello locale, su disposizione del Sindaco o del Coordinatore del C.O.C:, rivolgerà la richiesta alla Sala Operativa Regionale competente; - provvede alla preparazione delle aree strutture di ricovero per la popolazione; - coordina la sistemazione presso i centri di accoglienza dei materiali forniti dalla Regione, dalla Prefettura e dalla Provincia necessari all assistenza alla popolazione; - mobilita le imprese preventivamente individuate per assicurare il pronto intervento. 5) A - Funzione Servizi essenziali. Il referente è il responsabile dell Ufficio Tecnico Comunale Lavori Pubblici. Nelle situazioni di non emergenza: - mantiene i contatti con le Società erogatrici dei servizi (telefono luce acqua gas ecc.); - verifica, congiuntamente all Assistente Sociale, l esistenza di piani di evacuazione delle scuole. In emergenza: Piano comunale di emergenza di protezione civile - Pagina 7

- coordina gli interventi dalla Sala Operativa relativamente al proprio settore; - aggiorna costantemente la situazione circa l'efficienza delle reti di distribuzione al fine di garantire la continuità nell erogazione e la sicurezza delle reti di servizio; - indica con immediatezza le linee danneggiate; - assicura la funzionalità e la messa in sicurezza delle reti dei Servizi comunali, in particolare nei centri di accoglienza; - coordina l intervento dei mezzi dell Ente. B - Funzione Attività Scolastica. Il referente è il Responsabile dei servizi Sociali e Culturali. Nelle situazioni di non emergenza: - verifica, congiuntamente al Responsabile del servizio Lavori Pubblici, l esistenza di piani di evacuazione delle scuole; - promuove e collabora a tutte le iniziative atte a stimolare nei cittadini, la formazione di una moderna coscienza di protezione civile, anche mediante l invio di materiale divulgativo, nonché assicurando l aggiornamento del sito comunale; - d intesa con le Autorità e gli organismi scolastici, promuove corsi integrativi nelle scuole di ogni ordine e grado, volti a fornire ai giovani le notizie, le esperienze, le tecniche ecc., necessarie a tutelare l integrità della vita, i beni, gli insediamenti e l'ambiente da danni provenienti da calamità naturali o dagli errori e incuria degli uomini. In emergenza: - coordina gli interventi dalla Sala Operativa relativamente al proprio settore; - garantisce che il personale scolastico provveda al controllo dell avvenuta evacuazione degli edifici; - comunica alle famiglie degli studenti l evolversi delle situazioni e delle decisioni adottate dall amministrazione in merito all emergenza; - qualora questi edifici servissero come aree di attesa per il ricovero della popolazione; con il personale a sua disposizione coadiuva il volontariato nell allestimento all uso preventivato; - si attiva per l immediata riapertura delle scuole. 6) Funzione Censimento danni, persone, cose. Il referente è il Responsabile del servizio Affari Urbanistici. Nelle situazioni di non emergenza: - provvede all aggiornamento delle cartografie in relazione agli eventi verificatisi ed alla trasformazione del territorio; - aggiorna gli elenchi del patrimonio abitativo, alla ricettività delle strutture turistiche (alberghi, ecc) oltre che ricerca ed utilizzo di aree pubbliche e private da utilizzare come "zona d'attesa e/o ospitanti. In emergenza: - coordina gli interventi dalla Sala Operativa relativamente al proprio settore; - raccoglie le istanze dei cittadini riguardanti le abitazioni; - organizza e predispone le squadre che, al verificarsi dell evento, effettueranno il censimento dei danni e a persone e cose (ciò ha particolare importanza al fine di fotografare la situazione determinatasi a seguito dell'evento calamitoso e per stabilire gli interventi d'emergenza). Per il censimento si avvarrà di funzionari dell'ufficio Tecnico del Comune o del Genio Civile regionale e di esperti del settore sanitario, industriale e commerciale. Può disporre l'impiego di squadre miste di tecnici dei vari Enti per le verifiche di stabilità che dovranno essere effettuate in tempi necessariamente ristretti; - provvede alla redazione delle ordinanze di sgombero a firma del Sindaco, in presenza di inagibilità totali o parziali ed agli eventuali interventi urgenti e provvisori. 7) Funzione Strutture operative locali e viabilità. Il Referente e il Comandante della Polizia Municipale. Nelle situazioni di non emergenza: - aggiorna il piano di viabilità, in relazione alle mutate condizioni urbanistiche, individuando cancelli e vie di fuga. In emergenza: - coordina gli interventi dalla Sala Operativa relativamente al proprio settore; - predispone quanto è necessario per il deflusso della popolazione da evacuare ed il suo trasferimento nei centri di accoglienza; - accerta che tutti gli abitanti abbiano lasciato le zone interessate dall evacuazione; - mantiene i contatti con le varie componenti preposte alla viabilità, alla circolazione, al presidio dei cancelli di accesso alle zone interessate, alla sorveglianza degli edifici evacuati. - provvede alla regolamentazione della circolazione con divieto del traffico nelle aree a rischio, indirizzando e regolando gli afflussi dei soccorsi. - attua le procedure per la comunicazione alla popolazione dell allarme, coincidente con l inizio dell evacuazione, o cessato allarme; - assicura il presidio delle aree di attesa e dei centri di accoglienza mediante pattuglie della Polizia Municipale, con la collaborazione del volontariato e delle altre Forze dell Ordine (previa richiesta da parte del Sindaco al Prefetto). 8) Funzione Telecomunicazioni. Il Referente è il Responsabile del gruppo radioamatori comunale di volontariato. Nelle situazioni di non emergenza: Piano comunale di emergenza di protezione civile - Pagina 8

- Verifica periodicamente la funzionalità degli apparati radio fissi e mobili. In emergenza: - coordina gli interventi dalla Sala Operativa relativamente al proprio settore; - predisporre una rete di telecomunicazione non vulnerabile, di concerto con i responsabili delle società erogatrici dei servizi di telecomunicazione; - assicura una comunicazione continua e costante da e per il C.O.C., dai cancelli predisposti e da ciascuna area di attesa e/o centro di accoglienza. 9) Funzione Assistenza alla popolazione. Il referente è il Responsabile dell ufficio Anagrafe. Nelle situazioni di non emergenza: - aggiorna gli elenchi dei gruppi familiari ricadenti nelle zone a rischio individuate. In emergenza: - coordina gli interventi dalla Sala Operativa relativamente al proprio settore; - attiva il personale incaricato per il censimento della popolazione nelle aree di attesa e nei centri di accoglienza attraverso una specifica modulistica; - fornisce un quadro delle disponibilità di alloggiamento e dialoga con le Autorità preposte alla emanazione degli atti necessari per la messa a disposizione degli immobili o delle aree. Art. 11 - Responsabile della Protezione Civile e Coordinatore del C.O.C. Il Coordinatore è il punto di riferimento della struttura. Nella situazione di non emergenza: - su proposta dei componenti del C.O.C. predispone le modiche ed aggiorna il Piano Comunale di Emergenza di Protezione Civile. Nella situazione di emergenza: - posto a conoscenza di un evento calamitoso o d emergenza, previsto o in atto, informa immediatamente il Sindaco o suo delegato. - allerta tutti i Responsabili delle funzioni di supporto; - in caso di assenza o impedimento del Sindaco o suo delegato, attiverà il C.O.C. mediante convocazione dei Responsabili delle funzioni di supporto nella specifica situazione, in relazione all evento calamitoso, e presiederà lo stesso. - attiva i contatti con la Regione SALA OPERATIVA,con il Centro operativo Misto COM, e con gli altri Enti Istituzionali preposti; - assicura che le altre funzioni operative (costituenti l organizzazione del C.O.C. ed operanti sotto il suo coordinamento) mantengano aggiornati i dati e le procedure da utilizzare ed attivare in caso di emergenza. - in caso di assenza del Sindaco o suo delegato, si mantiene in continuo contatto con lo stesso per valutare di concerto l evolversi dell emergenza e le procedure da adottare; - secondo il modello d intervento o linee guida, in base agli scenari di rischio ed alla caratteristica dell evento, provvede almeno alle seguenti procedure operative: l attivazione dei monitoraggi di evento con l eventuale istituzione di uno stato di presidio H 24; il controllo del territorio, la delimitazione delle aree a rischio, gli eventuali sgomberi cautelativi, e quanto altro necessiti per assicurare la pubblica e privata incolumità e l organizzazione dei soccorsi; l impiego organizzato della Polizia Municipale, assistita dal Volontariato; l allertamento e l informazione alla popolazione. Per il rischio sismico, comunque avvertito dalla popolazione, i responsabili delle funzioni di supporto si recheranno presso il C.O.C. spontaneamente senza avviso alcuno. TERRITORIO E POPOLAZIONE Piano comunale di emergenza di protezione civile - Pagina 9

Art. 12 - Dati generali del territorio COMUNE DI MONTE URANO Il territorio è individuato dall I.G.M. nel foglio serie M 891 - foglio Sant Elpidio a Mare n. 125 IV SE edizione 1 - scala 1:25.000 Altitudine min.: 40 s.l.m. Altitudine max: 254 s.l.m. Latitudine: 43 12 20 Longitudine: 13 40 20 Il Comune di Monte Urano ricade nella e si estende per circa 16,72 Kmq. Il territorio comunale confina a nord con Sant Elpidio a Mare, a est con il fiume Tenna (Fermo), a sud con Fermo e ad ovest con Torre San Patrizio e il fiume Ete Morto (Montegranaro). Art. 13 - Dati generali della popolazione I dati della popolazione di seguito riportati sono riferiti alla data del 31/12/2013. Dati relativi all intero del territorio comunale: - residenti: 8.342 - nuclei familiari: 3.022 - ultra sessantacinquenni 1.869 - disabili 90 - disabili sul totale dei residenti 1,1% Piano comunale di emergenza di protezione civile - Pagina 10

In apposito documento è sintetizzato l elenco delle persone non autosufficienti nei cui confronti la struttura operativa comunale assicurerà, in caso di emergenza, le adeguate e prioritarie forme d assistenza. Dati relativi alla parte di territorio all interno delle mura castellane: - residenti 107 - nuclei familiari: 39 - ultra sessantacinquenni 17 - disabili 2 - disabili sul totale dei residenti 1,9% Dati relativi alla parte di territorio all interno della circonvallazione: - residenti 289 - nuclei familiari: 116 - ultra sessantacinquenni 59 - disabili 11 - disabili sul totale dei residenti 3,8% Dati relativi alla parte di territorio denominata Località Triangolo : - residenti 180 - nuclei familiari: 68 - ultra sessantacinquenni 31 - disabili 1 - disabili sul totale dei residenti 0,6% Art. 14 - Tipo di territorio Il territorio comunale è caratterizzato prevalentemente da una morfologia essenzialmente collinare, formata da terreni pleistocenici argillosi, marnosi, talora con ghiaie e sabbie. Le fiancate delle dorsali collinari che declinano verso il fiume Ete Morto, sono più ripide dovendo superare un dislivello maggiore in un minore spazio geografico, e con pendio più dolce e ben soleggiato, quelle del versante del fiume Tenna. I fondi vallivi risultano di limitata estensione quello del fiume Ete Morto e più esteso quello del fiume Tenna. La ripartizione altimetrica del territorio è la seguente: - da quota 0 a 200 = circa 16.675 ha; - superiore a quota 200 = circa 45 ha. Art. 15 - Viabilità principale La viabilità principale si sviluppa sulle seguenti arterie: 1. Strada Provinciale n. 239 Fermana-Faleriense, dal km. 11.900 al km. 12.800 Ponti: uno sul fiume Tenna; Carreggiata ml 6.00 sede stradale ml 7.50; 2. Strada Provinciale n. 219 Ete Morto, dal km. 6.000 al km 9.100 Ponti: uno sul torrente Ete Morto viadotti: uno sulla strada comunale San Pietro; Carreggiata ml 7.00 sede stradale ml 11.00; 3. Strada Provinciale n. 30 Fermana, dal km 2.700 al km 6.700 Ponti: due sul fosso dello Sdrago e sul torrente Ete Morto; 4. Strada Provinciale n. 28 Faleriense, dal km. 7.900 all incrocio con la SP n. 239 Fermana-Faleriense ; Carreggiata ml 6.00 sede stradale ml 6.50; 5. Strada Provinciale n. 62 Monturanese, dall incrocio con la SP n. 30 Fermana al confine con il territorio del Comune di S.Elpidio a Mare Carreggiata ml 6.20 sede stradale ml 8.10; 6. Strada Provinciale n. 132 Case Rosse, dall incrocio con la SP n. 30 Fermana all incrocio con la strada comunale via Matteotti; 7. Strada comunale via Stadio; 8. Strada comunale via Fonte Murata; 9. Strada comunale via San Giovanni; 10. Strada comunale via San Lorenzo. Le suddette strade sono interessate da diversi sovrappassi su fossi convenientemente tubati. Art. 16 - Area atterraggio elicotteri Zona industriale CAM - area incrocio viale del Commercio con viale dell'artigianato Altitudine: 91 s.l.m. Latitudine: 43 11 31.73 nord Longitudine: 13 40 51.72 est o in alternativa Zona S.Lorenzo - area piazza tra via Dorica e via Picena Piano comunale di emergenza di protezione civile - Pagina 11

Altitudine: 156 s.l.m. Latitudine: 43 12 8.16 nord Longitudine: 13 40 46.58 est Art. 17 - Corsi d'acqua Nel territorio comunale è presente una rete idrografica complessa dove sono riconoscibili tre sistemi: - Il sistema costituito dal fiume principale Tenna - Il sistema costituito dal fiume Ete Morto - Canalizzazioni artificiali e fossi di guardia. Fiume Tenna: perenne con magre estive e piene autunnali - primaverili. Nasce dalle pendici del monte Priora e sbocca in mare poco a sud di Porto Sant Elpidio. La sua asta principale misura 62 km con pendenza media dello 0.189%. Il territorio comunale ne è interessato per una lunghezza di 3 km circa, da quota 65 a quota 40. La portata media annua è di 2,89 mc/sec, la portata massima, verificatisi il 28/06/1940, è stata di 92,5 mc/sec, mentre la portata di magra ordinaria è stata misurare in 0,8 mc/sec. Tale fiume trova il suo riferimento al n. 21 del bacino idrografico del PAI. Fiume Ete Morto: perenne con magre estive e piene autunnali - primaverili. Nasce presso Sant Angelo in Pontano e sbocca nel fiume Chienti. Il territorio comunale ne è interessato per una lunghezza di 1 km circa, da quota 45 a quota a 37. Tale fiume trova il suo riferimento al n. 19 del bacino idrografico del PAI. Canali e fossi: per tutta la lunghezza del fiume Tenna, sul lato sinistro, a margine della pianura, è esistente un canale di irrigazione del Consorzio Bonifica della valle del Tenna. I corsi d'acqua secondari (fossi), spesso a carattere temporaneo, sono relativamente numerosi. Tra i principali: - Fosso San Giovanni; - Fosso San Lorenzo; - Fosso Sant Isidoro; - Fosso dello Sdrago. Art. 18 - Reti di monitoraggio Sul territorio sono esistenti: - Asta pluviometrica sul fiume Tenna (ponte San Giacomo); - Punto di raccolta dati meteorologici - presso Azienda Agricola coordinate latitudine 43 14.50 longitudine 13 14.05 quota 50 s.l.m. utilizzabili dall A.S.S.A.M. mediante collegamento telematico giornaliero. - Rete di monitoraggio della Sala Operativa Regionale. RISCHI Art. 19 Rischio idrogeologico - prevedibile Il rischio idrogeologico, rappresentato da eventi (esondazioni, frane, avverse condizioni atmosferiche) che producono danni misurabili a persone e cose, è da considerarsi evento prevedibile e monitorabile. L attività di monitoraggio, espletata principalmente da personale comunale, va esplicata mediante la previsione e l osservazione delle condizioni meteorologiche con particolare riferimento alle precipitazioni atmosferiche ed attraverso l osservazione dell asta idrometrica. In particolare si svolgeranno le seguenti attività: - lettura attenta dell avviso meteo inviato dalla Regione e/o dalla Prefettura Ufficio Territoriale del Governo; - lettura attenta delle segnalazioni meteo notiziario Agro-Meteorologico diramato dall A.S.S.A.M.; - l approntamento immediato e la gestione sistematica e puntuale delle opportune attività di monitoraggio a vista. Con l adozione della Delibera di Giunta Regionale n. 873 del 17/06/2003 concernente Piano stralcio di bacino per l Assetto Idrogeologico dei bacini di rilievo regionale (PAI) approvazione delle misure di salvaguardia la Regione Marche ha pubblicato i dati relativi al territorio di questo Comune. Per una precisa lettura degli stessi bisogna necessariamente fare riferimento ai vari tipi di pericolosità e rischi previsti, tenendo conto dei parametri di seguito indicati. Art. 20 Quadro della pericolosità prevista dal PAI Bacini idrografici: Legenda per la lettura dei dati PAI 1 a colonna è riportato il codice del dissesto, secondo la seguente struttura: F-xx-yyyy dove F: tipologia del dissesto (frana) - E (esondazione), xx n. identificativo del bacino idrografico: n. 19 fiume Chienti - n. 21 fiume Tenna, yyyy: numero identificativo del dissesto all interno del bacino. Piano comunale di emergenza di protezione civile - Pagina 12

2 a colonna è riportato il grado di pericolosità attribuito al dissesto, secondo i seguenti livelli di pericolosità crescente: P1: pericolosità moderata P2: pericolosità media P3: pericolosità elevata P4: pericolosità molto elevata 3 a colonna è riportato il grado di rischio attribuito, secondo i seguenti livelli di rischio crescente: R1: rischio moderato R2: rischio medio R3: rischio elevato P4: rischio molto elevato Definizioni (DPR 29/09/98 ex L. 267/98) gradi di rischio Le diverse situazioni sono aggregati in quattro classi di rischio a gravosità crescente [.] alle quali sono attribuite le seguenti definizioni: Moderato R1: Medio R2: Elevato R3 per il quale i danni sociali, economici e al patrimonio ambientale sono marginali; per il quale sono possibili danni minori agli edifici, alle infrastrutture e al patrimonio ambientale che non pregiudicano l incolumità del personale, l agibilità degli edifici e la funzionalità delle attività economiche; per il quale sono possibili problemi per l incolumità delle persone, danni funzionali agli edifici e alle infrastrutture con conseguente inagibilità degli stessi, la interruzione di funzionalità delle attività socio-economiche e danni rilevanti al patrimonio ambientale; Molto elevato R4: per il quale sono possibili la perdita di vite umani e lesioni gravi alle persone, danni gravi agli edifici, alle infrastrutture ed al patrimonio ambientale, la distruzione di attività socio economiche. Art. 21 Rischio n. 1 - esondazione Nel rischio esondazione il passaggio tra le varie fasi di attenzione - preallarme ed allarme è determinato dai seguenti indicatori: avviso di condizioni meteorologiche, come sopra diramato; segnalazione della Sala Operativa Regionale del Dipartimento di Protezione Civile; dal monitoraggio diretto del personale dell Amministrazione Comunale: - del fiume Tenna mediante rilevamento dell asta pluviometrica (ponte San Giacomo); - pressi del parco fluviale, a vista; - fiume Ete Morto a vista. Fiume Ete Morto (riferimento cartografia PAI) Monte Urano E-19-0021 R1 TAV RI 53b pdf Precedenti storici (ultimo trentennio) Esondato il 1 dicembre 1982. In considerazione che tale fiume risulta esondabile, è bene ed indispensabile intervenire periodicamente all ispezione ed alla rimozione di materiali che possono ostacolare il normale deflusso dell acqua, riducendo la sezione dell alveo. Sulla base del rischio indicato nel PAI, oltre all attività di monitoraggio, in considerazione che non vi sono abitazioni nei pressi dell alveo, non si prevede alcuna area di accoglienza. Nella perimetrazione dell area esondabile, altresì, non ricadono né strade né servizi essenziali. Fiume Tenna (riferimento cartografia PAI) Monte Urano E-21-0012 R2 TAV RI 60d pdf Monte Urano E-21-0013 R1 TAV RI 60d pdf Monte Urano E-21-0014 R2 TAV RI 60d pdf Monte Urano E-21-0015 R2 TAV RI 59a pdf Monte Urano E-21-0015 R2 TAV RI 60d pdf Monte Urano E-21-0016 R2 TAV RI 59a pdf Monte Urano E-21-0016 R2 TAV RI 60d pdf Precedenti storici (ultimo trentennio) Esondato il 15 ottobre 1970 (stazione Monte Urano); 31 dicembre 1972 01 dicembre 1982 10/11 dicembre 1990 04 dicembre 2002 (parco fluviale) Piano comunale di emergenza di protezione civile - Pagina 13

Rilievi asta idrometrica con anno di riferimento Controllo del 01/12/98 - ore 09.00 + 0.40 - ore 11.00 + 0.50 - ore 22.00 + 0.00 Controllo del 01/12/98 - ore 07.30 + 0.00 Controllo del 10/04/99 - ore 08.00 + 0.15 - ore 12.00 + 0.20 Controllo del 09/07/99 - ore 22.30 + 1.80 - ore 23.30 + 1.20 Controllo del 04/12/02 - ore 13.00 + 0.00 * - ore 15.00 + 2.20 ** - ore 16.30 + 1.60 - ore 19.30 + 0.00 - ore 21.30 + 0.00 * (segnalazione di allerta pervenuta dalla sala operativa regionale) ** (dati rilevati congiuntamente con la Polizia Municipale di Fermo). Tra le ore 15.00 e le ore 17.00 è stata rilevata un esondazione a circa km 3.00 a valle dal punto di rilevamento, nella zona dell ingresso principale del parco fluviale. Il rischio di esondazione, pertanto, è atteso principalmente nella valle del Tenna, ove, presumibilmente, per la scarsa edificazione della zona, dovrebbe interessare poche case sparse. Rimane preoccupante la situazione relativa la zona produttiva/commerciale presso il ponte San Giacomo. Lo stesso piano provinciale evidenzia che nella zona adiacente a monte (Comune di Fermo località Campiglione) risulta tuttora a rischio idraulico elevato una limitata parte dell area produttiva, compresa nel perimetro completamente rivisto e notevolmente ridotto in sede di Tavolo Tecnico PAI. In base ai suddetti rilievi si ritiene che il passaggio tra le varie fasi avvenga come di seguito indicato: - quota + 2.00 da attenzione a preallarme; - quota + 2.40 da preallarme ad allarme. Sulla base della planimetria PAI, di seguito vengono prese in considerazione le sole aree con rischio elevato R2. Nelle situazioni di preallarme - allarme si ritiene che possano essere interessate diverse strade di viabilità minore: comunali, vicinali ed interpoderali tutti poste tra la SP n. 28 Faleriense e l alveo del fiume, nonché quelle della lottizzazione Raccamadoro. In tal caso verranno istituiti posti di blocco denominati cancelli, allo scopo di regolamentare la circolazione in entrata e in uscita dalle zone a rischio. Particolare attenzione verrà posta allo stesso ponte San Giacomo, nell ipotesi che per motivi di sicurezza debba essere chiuso al traffico veicolare. In tal caso il cancello verrà posto all intersezione tra la SP n. 28 e la stessa SP n. 239, di concerto con il Comando Polizia Municipale di Fermo, per il lato di rispettiva competenza. Popolazione massima interessata dall evacuazione: Le persone che risiedono nei n. 5 edifici identificati nella cartografia del rischio idrogeologico, e che attualmente sono le seguenti: persone nuclei familiari ultra 65enni disabili 19 6 4 - Nella zona di via Trasimeno sono presenti circa 15 attività commerciali. Nell ipotesi che l evacuazione avvenga in orario di apertura delle attività produttive o commerciali site ai piani terra dei fabbricati di via Trasimeno, si dovrà tenere conto del personale addetto e degli eventuali clienti. Aree di attesa e centri di accoglienza L area di attesa e centro di accoglienza dove confluirà la popolazione residente dalle aree a rischio in caso di allarme, da utilizzare per un tempo relativamente breve, è la seguente: detentore/ disponibilità denominazione ubicazione telefono referente posti letto Palestra Comunale Via Olimpiadi Comune di Monte Urano 0734 840119 circa 150 Piano comunale di emergenza di protezione civile - Pagina 14

Tale struttura è sufficiente ad ospitare i residenti della zona a rischio. Percorso dalle abitazioni interessate al centro di accoglienza: S.P. n. 28 Faleriense c.da Fonte Murata via Stadio via Olimpiadi. Diga di San Ruffino Nello stesso fiume Tenna è esistente anche il rischio legato alla tracimazione o al crollo della diga di San Ruffino. Nello specifico si fa riferimento alle procedure previste nell apposito piano redatto dalla Prefettura Ufficio Territoriale del Governo di Ascoli Piceno e dal Concessionario e Gestore Consorzio di Bonifica della Valle del Tenna (rif. prot. 497/20/2/Gab del 7/09/2000). Le stesse risultano compatibili con l esondazione del Fiume. Art. 22 Rischio n. 2 - frane Le frane e tutti i processi di erosione dei versanti sono un fenomeno naturale che produce gli indispensabili apporti sedimentologici per la formazione delle pianure alluvionali. Tali movimenti franosi sono fortemente legati alla situazione meteorologica dei versanti più vulnerabili e possono essere tenuti sotto controllo con gli strumenti di monitoraggio. Nel rischio frane il passaggio tra le varie fasi di attenzione - preallarme ed allarme è determinato dai seguenti indicatori: - avviso di condizioni meteorologiche, come sopra diramato; - dalla segnalazione della Sala Operativa Regionale del Dipartimento di Protezione Civile; - dalle segnalazioni dei singoli cittadini; - dal monitoraggio diretto delle zone interessate da parte del personale dell Amministrazione Comunale. Non è comunque possibile stabilire parametri di riferimento precisi per il passaggio tra le varie fasi di allerta preallarme - allarme. A ragion veduta, in relazione ai movimenti franosi segnalati, il C.O.C. determinerà i diversi stadi di intervento. Sulla base della planimetria PAI, di seguito viene presa in considerazione la sola area con pericolosità elevata P3 e rischio elevato R3 ricadente nel bacino idrografico n. 19. Precedenti storici Nell area interessata è presente un rilevante fenomeno franoso che consiste in un complesso movimento rototraslazionale che coinvolge la strada comunale del Tiboglio e alcuni edifici residenziali ed industriali. Il movimento di cui si ha notizia da vecchia data, si estende da quota 230 a quota 90 m s.l.m.. Trattasi di un movimento lento, anche se in corrispondenza di eccezionali eventi meteorici si sono verificate accelerazioni nella entità dei dissenti. La stessa, nella parte a monte, è stata più volte oggetto di intervento: - nell anno 1983 da parte del Genio Civile di Ascoli Piceno, limitatamente alla porzione superiore dell area; - nell anno 1990, la Regione Marche ha programmato e realizzato un intervento di bonifica (Fondi F.I.O. 1986) per il consolidamento del versante (cfr. relazione indagine sistemazione strada del Tiboglio). Nelle situazioni di preallarme - allarme si ritiene che possa essere interessata la strada principale via del Tiboglio. In tal caso verranno istituiti posti di blocco denominati cancelli, allo scopo di regolamentare la circolazione in entrata e in uscita dalla zona a rischio. I cancelli verranno istituiti alle intersezioni con via Pirenei e la SP n. 132 Case Rosse. Nella zona sono coinvolti i seguenti impianti di servizio: telefonici, elettrici ed acquedotto. Popolazione residente interessata dall evacuazione: persone nuclei familiari ultra 65enni disabili 15 4 Aree di attesa e di accoglienza L area di attesa e centro di accoglienza dove confluirà la popolazione residente dalle aree a rischio in caso di allarme, da utilizzare per un tempo relativamente breve, è la seguente: detentore/ disponibilità denominazione ubicazione telefono referente posti letto Palestra Comunale Via Olimpiadi Comune di Monte Urano 0734 840119 circa 150 La struttura è sufficiente ad ospitare i residenti della zona a rischio. Percorsi dalle abitazioni interessate al centro di accoglienza: a) S.P. n. 132 Case Rosse via Santa Maria Apparente via Matteotti Piazza della Libertà via Patrioti via Borgo Nuovo via Papa Giovanni via Incancellata via Stadio via Olimpiadi. b) via Sila via Adriatico via Marchesi via Papa Giovanni via Incancellata via Stadio via Olimpiadi. Piano comunale di emergenza di protezione civile - Pagina 15

Art. 23 Rischio n. 3 - avverse condizioni meteo (smottamenti allagamenti) In conseguenza a precipitazioni atmosferiche eccezionali il territorio comunale può essere interessato da: - smottamenti e dilavamenti nella parte collinare; - allagamenti da acqua e fango nella parte pianeggiante. Tali fenomeni, seppure temporanei, sono legati anche allo straripamento dei fossi e dei canali di guardia. Gli interventi straordinari richiesti servono essenzialmente al ripristino delle normali condizioni della viabilità sulle strade interessate, nonché agli allagamenti di scantinati o piani terra di abitazioni. Nel rischio smottamenti ed allagamenti il passaggio tra le varie fasi di attenzione - preallarme ed allarme, seppure relativo perché legato ad eventi quasi improvvisi e di difficile localizzazione sul territorio comunale, è determinato dai seguenti indicatori: - avviso di condizioni meteorologiche, come sopra diramato; - dalla segnalazione della Sala Operativa Regionale del Dipartimento di Protezione Civile; - dalle segnalazioni dei singoli cittadini; - dal monitoraggio diretto del personale dell Amministrazione Comunale delle zone interessate. Non è comunque possibile stabilire parametri di riferimento precisi per tali passaggi. A ragion veduta, in relazione ai movimenti franosi segnalati, il C.O.C. determinerà i diversi stadi di intervento. Precedenti storici Quasi ogni anno, specialmente nel periodo estate/autunno, si sono verificati smottamenti ed allagamenti in varie zone del territorio. Gli ultimi in ordine di tempo sono stati: - 4-5 settembre 2002 c.da Fonte Murata e c.da Tenna, per le problematiche relative al vallato ed al relativo canale di guardia (di proprietà del Consorzio Bonifica della Valle del Tenna); - 9-10 settembre 2003 c.da Sant Isidoro e c.da Fonte Murata, per le problematiche relative al fosso Sant Isidoro, al Vallato e al dilavamento di vari terreni. Gli eventuali cancelli verranno istituiti a ragion veduta, in relazione agli eventi rilevati. Al momento non può essere previsto il contingente di cittadinanza interessato dall eventuale evacuazione. Aree di attesa e di accoglienza L area di attesa e centro di accoglienza dove confluirà la popolazione residente dalle aree a rischio in caso di allarme, da utilizzare per un tempo relativamente breve, è la seguente: detentore/ disponibilità denominazione ubicazione telefono referente posti letto Palestra Comunale Via Olimpiadi Comune di Monte Urano 0734 840119 circa 150 Art. 24 Rischio n. 4 - neve Per rischio neve si intende tutta quella serie di disagi e difficoltà causati da precipitazioni nevose abbondanti. Considerata la quota sul livello del mare del territorio, si ritiene eccezionale che l evento possa durare per più giorni. Sulla scorta degli avvenimenti già accaduti, per garantire la transitabilità delle strade, oltre agli interventi previsti dal piano provinciale di protezione civile, tale situazione può essere fronteggiata con mezzi propri dell Amministrazione Comunale. I mezzi di proprietà comunale, utilizzati in emergenza, devono essere sempre attrezzati con adeguati pneumatici antineve, o catene, al fine di prestare immediato soccorso nei casi di estrema urgenza. Dovrà essere assicurato alla locale Stazione Carabinieri un concorso adeguato di uomini e mezzi per lo sgombero della neve dall area di atterraggio e la sua attivazione. Nel rischio neve il passaggio tra le varie fasi di attenzione - preallarme ed allarme è determinato dai seguenti indicatori: - avviso di condizioni meteorologiche, come sopra diramato; - dalla segnalazione della Sala Operativa Regionale del Dipartimento di Protezione Civile; - dalle segnalazioni dei singoli cittadini; - dal monitoraggio diretto del personale dell Amministrazione Comunale delle zone interessate. Non è comunque possibile stabilire parametri di riferimento precisi per il passaggio tra le varie fasi di allerta preallarme - allarme. Deve essere predisposto un piano neve, facente parte integrante del presente piano, contenente l indicazione dei dipendenti comunali interessati e le modalità di intervento. Al momento non può essere previsto il contingente di cittadinanza interessato dall eventuale evacuazione. Aree di attesa e di accoglienza L area di attesa e centro di accoglienza dove confluirà la popolazione residente dalle aree a rischio in caso di allarme, da utilizzare per un tempo relativamente breve, è la seguente: Piano comunale di emergenza di protezione civile - Pagina 16

detentore/ disponibilità denominazione ubicazione telefono referente posti letto Palestra Comunale Via Olimpiadi Comune di Monte Urano 0734 840119 circa 150 Art. 25 Rischio n. 5 - sismico Il terremoto è un rapido movimento del suolo che si origina dalla rottura di strati rocciosi elastici nell interno della crosta. La sua energia si propaga con onde elastiche e gli effetti dipendono da una sola o da una serie di scosse nella superficie terrestre, di durata da pochissimi secondi ad oltre un minuto. Possono così aversi moti del terreno da insensibili a molto violenti e, collegati ad essi, vari danni a persone e cose. In Italia dal 1000 ad oggi si sono avuti 30000 terremoti, dei quali circa 200 disastrosi, che hanno causato più di 120000 vittime solo in questo secolo. Per valutare e confrontare le intensità dei terremoti, da lungo tempo sono state proposte delle scale sismiche. La scala Mercalli Cancani Sieberg (MCS) misura in modo empirico l intensità di un terremoto basandosi sugli effetti che le scosse sismiche producono in superficie su persone, su materiali e sul terreno, quindi sul grado di distruzione che provocano. Il grado d intensità di un terremoto non diventa, in tal modo, una caratteristica del sisma, ma una valutazione del modo col quale il sisma si è manifestato. La scala MCS, che si basa su delle percezioni umane individuali, può dar luogo a giudizi soggettivi, diversi secondo come, dove e perché è usata; essa viene utilizzata in quanto è in grado di fornire immediatamente un idea, seppure imprecisa, delle conseguenze visibili di un sisma. La scala Richter è basata sulla determinazione della magnitudo, cioè sulla misura dell energia sismica liberata da un terremoto nel suo ipocentro. La magnitudo è una valutazione obiettiva possibile soltanto per quei terremoti di cui si dispongono i sismogrammi, in quanto dipende dall ampiezza delle oscillazioni registrate in un sismogramma, non è in relazione con la posizione o con la distanza delle stazione sismica. Intensità e magnitudo sono quindi due modi concettualmente diversi di valutare un terremo, ma è evidente che, a parità di condizioni, se aumenta la magnitudo aumentano anche gli effetti, cioè l intensità del terremoto Scala Scala Descrizione degli effetti MCS Richter I scosse registrate dagli strumenti e non percepite dall uomo II 2 scosse leggerissime, avvertite solo (ma non sempre) nei piani superiori delle case e segnalate dall oscillazione dei lampadari III 2,5-3 scosse leggere che possono essere avvertite da un maggior numero di persone, anche in mezzo ai rumori del traffico, e di cui si può calcolare la durata (purché vengano avvertite come dovute ad un terremoto e non per esempio al passaggio di un treno) IV 3,5 scosse medie che possono essere avvertite anche all aria aperta e che nell interno delle case si manifestano sotto forma di tintinnii dei bicchieri negli armadi e di oscillazioni prolungate dei lampadari V 4-4,5 scosse forti che fanno svegliare le persone addormentate, producono rumorosi scricchiolii nei pavimenti e fanno cadere oggetti pesanti appoggiati sui mobili e pezzi di calcinacci dai muri VI 5 scosse molto forti che producono lievi lesioni negli edifici meno solidi e sono spesso accompagnate da lievi rumori dal sottosuolo VII 5,5-6 scosse fortissime che fanno crollare i camini con caduta di pietre e tegole; parziale slittamento della copertura dei tetti, singole distruzioni in case mal costruite o vecchie; producono lievi lesioni anche negli edifici più solidi e fanno oscillare i campanili, a tal punto che le campane suonano da sole. L acqua di stagni e canali si agita e intorpidisce di fango; alterazioni di livelli nei pozzi. VIII 6-6,5 scosse rovinose che producono gravi distruzioni a circa il 25% degli edifici, caduta dei camini delle fabbriche, dei campanili e delle statue dai piedistalli; nei paesi di montagna grossi massi cadono dalle pendici verso il fondovalle. I corsi d acqua portano sabbia e fango. Si possono avere vittime. IX 7 scosse disastrose che producono la distruzione totale di numerosi edifici e possono rendere inabitabili molti altri. Le vittime cominciano ad essere numerose. X 7,5-8 scosse distruttive che producono la distruzione totale degli edifici in muratura, la rottura delle tubature dell acqua e del gas, il crollo o la rottura dei ponti, l apertura di fratture nel suolo e la messa in movimento di frane nei terreni non consolidati e infine possono proiettare al di sopra degli argini l acqua dei laghi. Piano comunale di emergenza di protezione civile - Pagina 17

XI 8-8,5 scosse catastrofiche che producono la rottura delle dighe e l incurvatura delle rotaie, non lasciano in piedi nessuna costruzione e provocano l apertura delle voragini nel suolo. XII 9 scosse ultracatastrofiche che provocano la distruzione totale delle opere dell uomo, il franamento delle montagne, la scomparsa dei laghi e dei corsi d acqua e lo spostamento di massi rocciosi di grandi dimensioni. Precedenti storici Nella classificazione sismica del territorio nazionale emanata con Ordinanza n. 3274 pubblicata nella G.U. 105 in data 8/05/2003 la superficie territoriale di MONTE URANO è classificata in classe 2 a. La massima intensità macrosismica risentita nel territorio comunale dall anno 1943 è stata del VIII grado della scala Mercalli Cancani Sieberg (M.C.S.) I documenti al riguardo prodotti dal Dipartimento della Protezione Civile, grazie alla collaborazione dell Istituto Nazionale di Geofisica mostrano, comunque, che nei comuni della Regione Marche colpiti dai più recenti eventi il livello degli effetti non ha mai superato il valore massimo sperimentano nel corso dell ultimo millennio. Il rischio sismico interessa l intero territorio comunale. Le zone a maggior rischio sono quelle individuate con la lettera A, perché nelle stesse prevale la presenza di fabbricati strutturalmente più vulnerabili. ZONA A MURATURA<1915 ZONA B MURATURA 1916 1942 ZONA C MURATURA 1943 1962 ZONA D MURATURA 1963 1975 ZONA E MURATURA >1975 ZONA F CEMENTO ARMATO I dati di seguito indicati sono quelli inseriti nel Piano provinciale di emergenza. Gli elementi necessari alla DETERMINAZIONE DEL NUMERO DI PERSONE DI CUI PROVVEDERE L ASSISTENZA in occasione di eventi sismici nella intensità indicata per il Comune di Monte Urano sono riportati nelle seguenti tabelle: Livello del danno Descrizione 0 Nessun danno 1 Danno lieve: sottili fessure e caduta di piccole parti dell intonaco; 2 Danno medio: piccole fessure e caduta di piccole parti dell intonaco; 3 Danno forte: formazione di ampie fessure nei muri, caduta dei camini; 4 Distruzione: distacchi fra le pareti; possibile collasso di porzioni di edifici; parti separate si sconnettono; collasso delle pareti interne; 5 Danno totale: collasso totale dell edificio. GNDT A% B% C% MURATURA<1915 50 45 5 MURATURA 1916 1942 20 60 20 MURATURA 1943 1962 10 45 45 MURATURA 1963 1975 2 20 78 MURATURA >1975 1 15 84 CEMENTO ARMATO 0 0 100 Distribuzione delle percentuali di abitazioni ed edifici nelle classi di vulnerabilità, distinte per fasce di età (A= alta vulnerabilità B = media vulnerabilità C = scarsa vulnerabilità C2 = cemento armato) secondo la classificazione del Gruppo Nazionale Difesa Terremoto del C.N.R. CLASSE A Intensità livello del danno 0 1 2 3 4 5 VII 0.064 0.234 0.344 0.252 0.092 0.014 VIII 0.002 0.020 0.108 0.287 0.381 0.202 CLASSE B Intensità livello del danno 0 1 2 3 4 5 VII 0.188 0.373 0.296 0.117 0.023 0.002 VIII 0.031 0.155 0.312 0.313 0.157 0.032 CLASSE C Intensità livello del danno 0 1 2 3 4 5 VII 0.401 0.402 0.161 0.032 0.003 0.000 Piano comunale di emergenza di protezione civile - Pagina 18

VIII 0.131 0.329 0.330 0.165 0.041 0.004 C1 C2 B A Abitazioni 605,6 1181,1 452,1 297.6 Edifici 356.0 485.8 289.6 233.2 Superficie 68029.3 140906.8 49442.9 31962.3 Popolazione 1986.8 3793.0 1309.1 644.9 La tabella che segue contiene i dati relativi al numero di abitazioni e di edifici delle diverse classi di vulnerabilità suddivise in fusione della tipologia e dell epoca di costruzione (la classe C riguarda sia gli edifici in muratura di recente costruzione che gli edifici in cemento armato, con piano terra aperto o chiuso) nonché la relativa superficie e la popolazione ospitata negli edifici appartenenti a ciascuna classe di vulnerabilità come sopra determinata. Si ritiene necessaria ai fini di individuazione del numero di persone da assistere l inclusione, nei valori di riferimento dei livelli di danno superiori a 3. Di seguito, a titolo indicativo, si riporta un prospetto riferito alla popolazione residente in edifici delle diverse classi di vulnerabilità esistenti, alla popolazione coinvolta nel danneggiamento di edifici ed alla superficie minima delle aree di accoglienza: - Popolazione residente in edifici di classe A 645 - Popolazione residente in edifici di classe B 1309 - Popolazione residente in edifici di classe C 5780 - Intensità scosse sismiche prevista (scala MCS) 8^ - Popolazione residente in edifici di classe A potenzialmente interessati da livelli di danno 3-4-5 561 - Popolazione residente in edifici di classe B potenzialmente interessati da livelli di danno 3-4-5 657 - Popolazione residente in edifici di classe C potenzialmente interessati da livelli di danno 3-4-5 1214 - Totale popolazione da assistere 2432 - Superficie minima aree di accoglienza (mq) 21888 In occasione di scosse sismiche della massime intensità previste nel Comune di Monte Urano, non superiori comunque all VIII grado della scala MCS, non risultano ipotizzabili effetti di particolare rilievo sulla rete delle infrastrutture di trasporto sia principale che secondaria, se non in relazione alla eventuale presenza di: ponti, viadotti, sottopassi, muri di sostegno ecc. Effetti indotti di entità non trascurabile potrebbero tuttavia verificarsi nel caso di interessamento delle principali vie di comunicazione sia urbana che extraurbana da detriti provenienti dalla caduta di parti di edifici particolarmente vulnerabili esistenti in prossimità delle relative sedi viarie o da frane di crollo la cui riattivazione deve ritenersi comunque possibile in relazione ad eventi del tipo considerato. In tal caso, a ragion veduta, in relazione agli eventi rilevati, verranno istituiti posti di blocco denominati cancelli, allo scopo di regolamentare la circolazione in entrata e in uscita dalle zone a rischio. - Popolazione massima interessata dall evacuazione: Totale popolazione da assistere 2432 Nell ipotesi che l evacuazione avvenga in orario scolastico si dovrà tenere conto della contemporanea presenza degli alunni I piani di evacuazione previsti dagli organismi scolastici fanno parte integrante del presente piano. Aree di attesa della popolazione: Il territorio comunale viene diviso in 16 settori comprensivi di area di attesa, come perimetrate nell apposita cartografia, che di seguito si evidenziano specificando il percorso per raggiungere il centro di accoglienza. Per le zone residue non ricomprese si fa riferimento al punto n 11 parcheggio dello Stadio: Piano comunale di emergenza di protezione civile - Pagina 19

1. Centro storico Giardini percorso: via Patrioti via Borgo Nuovo via Papa Giovanni via Incancellata via Stadio via Olimpiadi. 2. Zona via Santa Maria Apparente Parcheggio via Sibillini percorso: via S.Maria Apparente - via Matteotti - piazza della Libertà - via Patrioti via Borgo Nuovo via Papa Giovanni via Incancellata via Stadio via Olimpiadi. 3. Zona via Dante, Rimembranza, Colombo Parcheggio via Colombo percorso: via Dante via Borgo Nuovo via Papa Giovanni via Incancellata via Stadio via Olimpiadi. 4. Zona via Marco Polo, Monti Sila, Sant Andrea Campetto via Carpazi Piano comunale di emergenza di protezione civile - Pagina 20

percorso: via Sila via Adriatico via Marchesi via Incancellata via Stadio via Olimpiadi. 5. Zona via Elpidiense Area verde via Pirenei percorso: via Colle 6. Zona via Mercantini, Lott.ne Scolaro Area verde via Elpidiense percorso: via Elpidiense via Colle. 7. Zona Papa Giovanni, via Borgo Nuovo Area verde via Alfieri percorso: via Alfieri via Incancellata via Stadio via Olimpiadi. Piano comunale di emergenza di protezione civile - Pagina 21

8. Zona via Incancellata, Milano, Roma Piazza C. A. Dalla Chiesa percorso: piazza C.A. Dalla Chiesa via Incancellata via Stadio via Olimpiadi. 9. Zona via Friuli, Cagliari, Rubicone Area verde via Friuli percorso: Rubicone via Po - via Stadio via Olimpiadi. 10. Zona via Sardegna, Marche, Incancellata Campetto 167 percorso: via Incancellata via Friuli via Cagliari via Stadio via Olimpiadi. Piano comunale di emergenza di protezione civile - Pagina 22

11. Zona via Torino, Stadio Parcheggio dello Stadio percorso: via Olimpiadi. 12. Zona San Lorenzo, Sant Isidoro Piastra via Picena percorso: via Picena via San Lorenzo via Genova via Incancellata via Stadio via Olimpiadi. 13. Zona via Italia, Gran Bretagna Campetto via Gran Bretagna percorso: via Gran Bretagna - via Incancellata via Friuli via Cagliari via Stadio via Olimpiadi. Piano comunale di emergenza di protezione civile - Pagina 23

14. Zona via Spagna, via Polonia Piastra via Ungheria percorso: via Ungheria via Francia via Italia via Incancellata via Friuli via Cagliari via Stadio via Olimpiadi. 15. Zona industriale Area verde percorso: via dell Artigianato via del Lavoro via Sant Isidoro - via Stadio via Olimpiadi. 16. Zona triangolo Area verde via Bolsena percorso: S.P. n. 28 Faleriense via Fonte Murata via Stadio via Olimpiadi. Piano comunale di emergenza di protezione civile - Pagina 24

Aree e centri di accoglienza e di ammassamento Sono previsti i seguenti centri di accoglienza per la popolazione e di ammassamento dei mezzi, da utilizzarsi per un tempo relativamente breve, presso: Denominazione: Area antistante la palestra Comunale Ubicazione: via Olimpiadi Detentore: Comune di Monte Urano Posti letto: Tendopoli Superficie area: mq. 5.600 Denominazione: Campo Sportivo Comunale Ubicazione: via Stadio Detentore: Comune di Monte Urano Posti letto: Tendopoli Superficie area: mq. 13.000 Denominazione: Campo Sportivo Sant Andrea Ubicazione: via Colle Detentore: Comune di Monte Urano Posti letto: Tendopoli Superficie area: mq. 4.200 Denominazione: Campo calcio Z.I. CAM Ubicazione: viale I Maggio Detentore: Comune di Monte Urano Posti letto: Tendopoli Superficie area: mq. 2.000 Totale Mq. 24.800 Denominazione - Aree varie (come individuata nel PRG); Ubicazione, superficie e numero moduli abitativi località superficie moduli - campetto via Gran Bretagna mq. 4.800 20 - campetto zona 167 mq 4.000 20 - area lungo via Pirenei mq. 1.000 15 - area verde via Urbino mq. 4.200 25 - area verde PN2-PEEP mq. 3.600 20 - strade PN24A mq. 1.200 30 - viale I Maggio mq. 2.600 66 - via dell'industria mq. 825 22 - via del Commercio mq. 1.000 26 - via Mattei mq. 675 18 - via 8 Marzo mq. 750 20 - via S.Crispino mq. 750 20 - lotto antistante campetto Z.I. mq. 7.500 48 Detentore - Comune di Monte Urano Posti letto - Moduli abitativi totali = 350 superficie totale Mq. 32.900 La relativa documentazione fotografica è allegata al Piano. La strutture sono sufficienti ad ospitare la popolazione da assistere. Denominazione - Palestra Comunale; Ubicazione - Via Olimpiadi; Detentore - Comune di Monte Urano; Telefono - 0734 840119 Posti letto - n 150 Superficie area - Mq. 1.000 Posti medici avanzanti (P.M.A.) Allo scopo di assicurare l assistenza sanitaria alla popolazione sono stati previsti Posti Medici Avanzati, da attivarsi in collaborazione con le Organizzazioni di volontariato. P.M.A. 1 - Località Viale Vittorio Veneto (giardini pubblici); P.M.A. 1 - Località Piazza Carlo Alberto dalla Chiesa. Piano comunale di emergenza di protezione civile - Pagina 25

Art. 26 Rischio n. 6 - industriale e da impianti (pozzi di metano) Il rischio di incidente rilevante è costituito dall'esposizione a danni o infortuni dovuti ad un'emissione, un incendio o un'esplosione di rilievo connessi ad uno sviluppo incontrollato di un'attività industriale che dia luogo ad un pericolo grave per l'uomo e per l'ambiente e che comporti l'uso di una o più sostanze pericolose. Per il comune di Monte Urano tali rischi sono stati individuati nei pozzi di gas metano siti: - In contrada San Giovanni; - in contrada Ete Morto. Per le situazioni di emergenza, in considerazione che nelle aree interessate non sono presenti abitazioni si fa riferimento ai piani predisposti dalle aziende interessate e consegnati alla competente Polizia mineraria. Aree di attesa e di accoglienza L area di attesa e centro di accoglienza dove confluirà la popolazione residente dalle aree a rischio in caso di allarme, da utilizzare per un tempo relativamente breve, è la seguente: denominazione Palestra Comunale ubicazione Via Olimpiadi detentore/ referente Comune di Monte Urano telefono disponibilità posti letto 0734 840119 n 150 Art. 27 Rischio n. 7 trasporti - esalazioni Il rischio connesso alle attività di trasporto e da esalazioni per nubi tossiche (conseguenti ad incendi di laboratori industriali) si presenta allorché possano insorgere pericoli per l'incolumità delle popolazioni, anche se non direttamente coinvolte, e danni all'integrità dell'ambiente. Al verificarsi di tali eventi il C.O.C. attiverà: - il Comando dei Vigili del Fuoco, per la bonifica dell area; - l ARPAM per le esigenze connesse alle ipotesi di inquinamento delle falde idriche e/o dell aria e per l esecuzione dei sevizi necessari tendenti ad assicurare il monitoraggio dell area interessata dai fenomeni di inquinamento. In conseguenza agli incidenti stradali verranno predisposti appositi cancelli per delimitare la relativa zona. Aree di attesa e di accoglienza L area di attesa e centro di accoglienza dove confluirà la popolazione residente dalle aree a rischio in caso di allarme, da utilizzare per un tempo relativamente breve, è la seguente: denominazione Palestra Comunale ubicazione Via Olimpiadi detentore/ referente Comune di Monte Urano telefono disponibilità posti letto 0734 840119 n 150 Art. 28 Rischio n. 8 incendi boschivi e di interfaccia A PARTE GENERALE A 1 Dati generali Per quanto riguarda i dati di base si rinvia a quanto riportato negli artt. 12 e seguenti. La cartografia di base utilizzata per l'elaborazione della carta del modello di intervento è la seguente: - Carta Tecnica Regionale scala 1:10.000 - Carta regionale uso dei suoli - Carta forestale regionale. A 2 Scenari di rischio A 2.1 - Eventi recenti Nell ultimo decennio non si sono verificati incendi boschivi di particolare rilevanza, mentre ci sono stati episodi di incendi che hanno riguardato edifici (l ultimo di rilievo è accaduto a marzo 2010). A 2.2 - Tipologia del rischio incendio di interfaccia Il rischio nella fascia di interfaccia viene equiparato alla pericolosità della fascia perimetrale in quanto la natura del rischio, l esiguità della profondità della fascia (50 mt.), l estrema frammentazione dei nuclei abitati della regione e le loro caratteristiche geo-morfologiche, rendono poco significativo un calcolo di tipo analitico del rischio. A 2.3 Aree e popolazione a rischio Piano comunale di emergenza di protezione civile - Pagina 26

Nella tabella seguente sono individuate le aree a rischio incendio diretto a seconda dei vari livelli di pericolosità, mentre per le aree a rischio incendio di interfaccia si rinvia all'allegata carta relativa al rischio in oggetto nella quale l'abitato è stato suddiviso in 4 livelli di rischio. In tale elaborato sono anche indicati i punti dove è possibile attingere acqua. C od ic e ar ea Denominazione area Estensio ne fascia interfacc ia in Km (lunghez za) Fascia perimetrale Pe ric ol osi tà alt a n abit anti n dis abil i n popo lazio ne non resid ente n edific i strate gici e sensi bili Rischi o (*) 1 AREA GIARDINI PUBBLICI 0,130 X 44 1 1 RM 2 AREA PIANTUMATA TRA VIA CARPAZI E VIA ADRIATICO Pe ric olo sit à me dia Pe ric olo sit à ba ssa 0,140 X 21 RB 3 AREA VIA RUBICONE 0,120 X 21 1 RB (*) Rischio (equiparato alla pericolosità): RA (alto) RM (medio) RB (basso) A 3 Indicatori di evento e monitoraggio Il rischio incendio boschivo di interfaccia è da considerarsi evento parzialmente prevedibile e monitorabile. L attività di monitoraggio, che consiste nell analisi dei precursori, va esplicata mediante la previsione e l osservazione delle condizioni meteoclimatiche. E importante sottolineare che, in particolare nelle aree ad elevato e molto elevato rischio sarebbe opportuno istituire, un sistema di monitoraggio gestito dagli enti preposti a tale attività, al fine di attivare le fasi operative di cui al modello di intervento. L attività di monitoraggio deve essere integrata da squadre di tecnici e Volontari Comunali che, in situazioni di allerta, provvedano al controllo a vista dei punti critici del territorio per l osservazione dei fenomeni precursori. Sarà quindi necessario da parte del C.O.C., tramite il responsabile della Funzione di supporto tecnica e di pianificazione, garantire il costante collegamento con tutti quegli enti preposti al monitoraggio dell'evento considerato nel Piano di emergenza. In particolare si svolgeranno le seguenti attività: - la lettura attenta dell avviso meteo inviato dalla Regione e/o dalla Prefettura; - l analisi delle previsioni a carattere modellistica provenienti dal Centro Funzionale della Protezione Civile della Regione Marche. - l approntamento immediato e la gestione sistematica e puntuale delle opportune attività di monitoraggio a vista; - il monitoraggio sistematico e progressivo di tutti gli interventi diretti alla rimozione dei pericoli immediati e alla messa in sicurezza del territorio, per un aggiornamento continuo dello scenario di rischio e quindi del Piano; - l analisi e l archiviazione ragionata e l affissione in sede C.O.C. di tutti i dati meteorologici affluenti dagli enti gestori delle reti di monitoraggio ai fini della costituzione di serie storiche di riferimento per l aggiornamento delle soglie di pericolosità. Sarà fondamentale collegare tali attività sia al periodo ordinario che al periodo di emergenza. A 3.1 Descrizione periodo ordinario Il periodo ordinario è caratterizzato dallo svolgimento di attività di monitoraggio, di routine e di predisposizione organizzativa per l attuazione degli interventi in fase di emergenza, da parte di ogni responsabile delle funzioni di supporto. Nel caso in cui le risultanze del monitoraggio dovessero indicare l'approssimarsi di una situazione critica sarà attivato un sistema di preavviso relativo al periodo di emergenza. A 3.2 Descrizione periodo di emergenza Il periodo di emergenza è articolato secondo i seguenti quattro livelli di allerta: - Fase Preparatoria: si attua all inizio della campagna AIB o, al di fuori di essa, in seguito alla comunicazione nel bollettino della previsione di una pericolosità media. - Fase di Attenzione: livello di allerta determinato dal ricevimento del Bollettino con la previsione di una pericolosità alta o Piano comunale di emergenza di protezione civile - Pagina 27

al verificarsi di un incendio boschivo sul territorio comunale. - Fase di Preallarme: livello di allerta determinato dall incendio boschivo in atto che, secondo le valutazioni del D.O.S. (Direttore Operazioni di Spegnimento), potrebbe interessare la fascia di perimetrale. - Fase di Allarme: livello di allarme determinato dall incendio boschivo in atto interno alla fascia perimetrale a medio ed alto rischio. A ciascuno di questi livelli corrisponde una specifica fase operativa che rappresenta la risposta graduale del sistema di protezione civile coordinato. Per ogni fase operativa il C.O.C. dovrà predisporre in tempo reale le attivazioni per il coordinamento dei soccorsi. A 4 Aree di emergenza Le aree di attesa sono i luoghi di primo ritrovo per la popolazione residente nelle aree a rischio in caso di allarme. Qui la popolazione riceve informazioni sull evento, i primi generi di conforto, in attesa di essere sistemata presso i centri di accoglienza. Sono individuate le seguenti aree di attesa: - parcheggi pubblici di via Monti Sibillini; - campo sportivo comunale. Il centro di accoglienza nel quale confluirà la popolazione dai centri di accoglienza, da utilizzare per un tempo relativamente breve, è il seguente denominazione Palestra Comunale ubicazione Via Olimpiadi detentore/ referente Comune di Monte Urano telefono disponibilità posti letto 0734 840119 n 150 B LINEAMENTI DELLA PIANIFICAZIONE B 1 Coordinamento operativo Il Sindaco in base all'art. 15 della legge n. 225/1992, assume la direzione unitaria dei servizi di emergenza da attivare e, coordinandoli, adotta tutti i provvedimenti necessari ad assicurare i primi soccorsi durante la fase di emergenza. B 2 - Salvaguardia della popolazione Le misure di salvaguardia alla popolazione per l'evento prevedibile sono finalizzate all'allontanamento preventivo della popolazione dalle zone a rischio. Particolare riguardo sarà dato alle persone con ridotta autonomia (anziani, disabili e bambini). L'allontanamento è l'unico strumento che, oggi, è in grado di garantire l'incolumità delle persone presenti nelle aree a rischio individuate. B 3 - Rapporti tra le istituzioni Uno dei compiti prioritari del Sindaco è quello di mantenere la continuità amministrativa del proprio Comune (ufficio anagrafe, ufficio tecnico, etc.) provvedendo, con immediatezza, ad assicurare i collegamenti con la Regione, la Prefettura, la Provincia ed i contatti con il Punto di Coordinamento Avanzato e il DOS (direttore operazioni Spegnimento) Ogni Amministrazione, nell ambito delle rispettive competenze previste dalla Legge, dovrà supportare il Sindaco nell attività di emergenza. Qualora la sede municipale risultasse a rischio, occorrerà prevedere, già in fase di pianificazione, una sede alternativa per garantire la continuità amministrativa in emergenza. B 4 - Informazione alla popolazione È fondamentale che il cittadino residente nelle zone a rischio, conosca preventivamente: - le caratteristiche essenziali di base del rischio che esiste sul proprio territorio; - le disposizioni del Piano di emergenza; - come comportarsi correttamente, prima, durante e dopo l'evento; - con quale mezzo ed in quale modo saranno diffuse le informazioni e l'allarme. - B 5 - Ripristino della viabilità e dei trasporti Durante il periodo dell'emergenza è prevista la regolamentazione dei flussi di traffico lungo le vie di fuga e dell'accesso dei mezzi di soccorso nelle zone a rischio, attraverso la predisposizione di "cancelli", che impediscono l'accesso a persone non autorizzate. Il Piano di Emergenza prevede, per il settore viabilità e trasporti, una specifica funzione di supporto che si occupa del Piano comunale di emergenza di protezione civile - Pagina 28

coordinamento delle Strutture Operative locali (Vigili Urbani, Vigili del Fuoco, Forze dell Ordine ed enti gestori della viabilità) e degli interventi necessari per rendere efficiente la rete di trasporto. B 6 - Funzionalità delle telecomunicazioni La riattivazione delle telecomunicazioni sarà immediatamente garantita per gestire il flusso delle informazioni del C.O.C., degli uffici pubblici e fra i centri operativi dislocati nelle zone a rischio, attraverso l'impiego massiccio di ogni mezzo o sistema TLC. Sarà garantito il funzionamento delle reti telefoniche e radio delle varie strutture operative di protezione civile per consentire i collegamenti fra i vari centri operativi e al tempo stesso per diramare comunicati. Il Piano di Emergenza prevede, per il settore Telecomunicazioni, la specifica funzione di supporto che garantisce il coordinamento di tutte le risorse (enti gestori di telefonia ed associazioni di volontariato dei radioamatori) e gli interventi necessari per rendere efficiente le telecomunicazioni e la trasmissione di testi, immagini e dati numerici. B 7 - Funzionalità dei servizi essenziali La messa in sicurezza delle reti erogatrici dei servizi essenziali (energia elettrica, gas, acquedotto, ecc.) dovrà essere assicurata dai soggetti competenti mediante l'utilizzo di proprio personale. Tale personale provvederà alla verifica ed al ripristino della funzionalità delle reti e delle linee e/o utenze in modo coordinato. Il Piano di Emergenza prevede, per tale settore, una specifica funzione di supporto al fine di garantire le massime condizioni di sicurezza. B.8 - Struttura dinamica del Piano Eventuali mutamenti dell'assetto urbanistico del territorio, la crescita delle Organizzazioni del volontariato di Protezione Civile, il rinnovamento tecnologico delle strutture operative, nuove disposizioni amministrative e la variazione della situazione demografica delle aree a rischio, comportano un continuo aggiornamento del Piano di Emergenza. Un ruolo fondamentale rivestono le esercitazioni periodiche di protezione civile al fine di verificare sia la conoscenza del Piano di Emergenza da parte delle strutture operative e della popolazione, sia la reale efficacia dello stesso. C MODELLO DI INTERVENTO Il modello di intervento consiste nell'assegnazione delle responsabilità e dei compiti nei vari livelli di comando e controllo per la gestione delle emergenze. Tale modello riporta il complesso delle procedure per la realizzazione del costante scambio di informazioni tra il sistema centrale e periferico di protezione civile, in modo da consentire l'utilizzazione razionale delle risorse, con il coordinamento di tutti i Centri Operativi dislocati sul territorio in relazione al tipo di evento (art. 2, legge 225/1992). Il Centro Operativo, le aree di emergenza, la viabilità ed i cancelli sono indicati nel modello di intervento della pianificazione e nella cartografia tematica specifica allegata (carta del modello di intervento; par. C.3.3.1). C 1 Centro Operativo Comunale Si rinvia all art. 7 del presente Piano. C 2 Sistema di Comando e Controllo Si rinvia all art. 10 del presente Piano. C 3 Attivazioni in emergenza Le fasi operative sono le seguenti: - fase preparatoria - fase di attenzione - fase di preallarme - fase di allarme L attivazione delle fasi operative descritte non sono necessariamente sequenziali, qualora l evento si manifestasse improvvisamente. Per procedura operativa si intendono tutte quelle attività che il Sindaco, in qualità di autorità di protezione civile, deve porre in essere per il raggiungimento degli obiettivi previsti nel piano: tali attività possono essere ricondotte nello specifico ambito delle funzioni di supporto del centro operativo comunale o altre forme di coordinamento ritenute più efficaci tenuto conto delle risorse disponibili. Di seguito si riporta in tabella l attività della struttura operativa comunale al verificarsi degli eventi riferita alle fasi sopra descritte. In caso di attivazione della fase di allarme per evento improvviso il Centro Operativo di Coordinamento deve essere attivato immediatamente per il coordinamento degli operatori di protezione civile che vengono inviati sul territorio. Piano comunale di emergenza di protezione civile - Pagina 29

C 3.1 FASE PREPARATORIA All inizio della campagna antincendio boschivo o, al di fuori di essa, in seguito alla comunicazione nel bollettino della previsione di una pericolosità media, il Sindaco: - mette in atto, per quanto possibile, azioni di prevenzione quali pulitura scarpate, decespugliatura aree abbandonate; - verifica la funzionalità del sistema di protezione civile locale, accertandosi dell operatività delle strutture, dello stato delle attrezzature e dei mezzi in dotazione. Verifica che i sistemi di sicurezza previsti nel piano siano efficienti; - garantisce l acquisizione delle informazioni attraverso la verifica dei collegamenti telefonici, fax, e-mail con la Regione (S.O.U.P.), con la Prefettura UTG, la Provincia (S.O.I.), per la ricezione dei bollettini/avvisi di allertamento, se ritenuto necessario con i Sindaci dei comuni limitrofi, e di altre comunicazioni provenienti dalle strutture operative presenti sul territorio; - individua i referenti del presidio territoriale che dovranno raccogliere ogni utile informazione ai fini della valutazione della situazione; - verifica la funzionalità degli idranti per l approvvigionamento idrico di emergenza e, qualora inesistenti, ne promuove la realizzazione nel territorio comunale. C 3.2 1 a FASE DI ATTENZIONE Livello di allerta determinato dal ricevimento del Bollettino con la previsione di una pericolosità alta o al verificarsi di un incendio boschivo sul territorio comunale. C 3.2.1 Obiettivo - Coordinamento operativo locale - Attività del Sindaco - Attivazione delle strutture comunali Attiva il responsabile della funzione tecnica di valutazione e pianificazione e/o quelle che ritiene necessarie. Allerta i referenti per lo svolgimento delle attività previste nelle fasi di preallarme e allarme verificandone la reperibilità e li informa sull avvenuta attivazione della struttura comunale. Attiva e, se del caso, dispone l invio di squadre per le attività di sopralluogo e valutazione. Stabilisce i contatti con la Regione (SOUP), la Provincia, la Prefettura-UTG, e se necessario, con i Comuni limitrofi, i soggetti ed Enti interessati, informandoli inoltre dell avvenuta attivazione della struttura comunale. C 3.3 2 a FASE DI PREALLARME Livello di allerta determinato dall incendio boschivo in atto che, secondo le valutazioni del D.O.S. (Direttore Operazioni di Spegnimento), potrebbe interessare la fascia di perimetrale. C 3.3.1 Obiettivo Attivazione sistema - Attività del Sindaco - Attivazione del sistema di comando e controllo Attiva il C.O.C. con la convocazione dei referenti delle funzioni di supporto ritenute necessarie. Si accerta della presenza sul luogo dell evento delle strutture preposte al soccorso, verifica e favorisce, individuandolo in accordo con il D.O.S., l attivazione del punto di coordinamento avanzato, con cui mantiene costanti contatti. Il C.O.C. mantiene i contatti con la Regione (SOUP), la Provincia, la Prefettura-UTG; se ritenuto opportuno, con i Comuni limitrofi, informandoli dell avvenuta attivazione del C.O.C. e dell evolversi della situazione. Riceve gli allertamenti trasmessi dalla Regione e/o Prefettura-UTG. C 3.3.2 Obiettivo Attivazione controllo territoriale - Attività del C.O.C. - Attivazione presidio territoriale Attiva il presidio territoriale per il monitoraggio a vista nei punti critici, per la ricognizione delle aree interessate esposte a rischio nella direzione di avanzamento del fronte. Verifica l agibilità e la fruibilità delle vie di fuga e la funzionalità delle aree di emergenza, ed effettua una valutazione dei possibili rischi. Organizza e coordina le attività delle squadre del presidio territoriale. - Attività del Sindaco Valutazione scenari di rischio Raccorda l attività delle diverse componenti tecniche per seguire l evoluzione dell evento, aggiorna gli scenari con particolare riferimento agli elementi a rischio in base alle informazioni ricevute. Mantiene contatti costanti con il presidio territoriale. Valuta eventuali problematiche per l allontanamento temporaneo della popolazione. C 3.3.3 Obiettivo Assistenza sanitaria e sociale - Attività del Sindaco Censimento strutture Contatta le strutture sanitarie individuate in fase di pianificazione. Provvede al censimento in tempo reale della popolazione presente nelle strutture sanitarie a rischio. Verifica la disponibilità delle strutture per l accoglienza dei pazienti da trasferire in caso di allarme. - Attività del Sindaco Allerta e verifica presidi Piano comunale di emergenza di protezione civile - Pagina 30

Allerta le organizzazioni di volontariato individuate in fase di pianificazione per il trasporto e l assistenza alla popolazione ed alle fasce deboli. Allerta e verifica la effettiva disponibilità delle risorse delle strutture sanitarie da inviare alle aree di ricovero della popolazione. C 3.3.4 Obiettivo Assistenza alla popolazione - Attività del Sindaco Predisposizione misure di salvaguardia Aggiorna in tempo reale il censimento della popolazione presente nelle aree a rischio, soggetti vulnerabili. Raccorda le attività con i volontari e le strutture operative per l eventuale attuazione del piano di allontanamento temporaneo della popolazione. Si assicura della disponibilità dei centri e aree di accoglienza e ricettive per l assistenza alla popolazione. - Attività del Sindaco Informazione alla popolazione Predispone il sistema di allarme per gli avvisi alla popolazione. Allerta le squadre individuate per la diramazione dei messaggi e le misure adottate. - Attività del Sindaco Disponibilità di materiale e mezzi Predispone i materiali e mezzi necessari e compresi quelli destinati alle aree di accoglienza. Stabilisce i collegamenti con le imprese preventivamente individuate per il pronto intervento. Predispone i mezzi comunali necessari alle operazioni di evacuazione/allontanamento. Mantiene i collegamenti con la Regione (S.O.U.P.), Provincia, Prefettura-UTG anche per l eventuale invio, se necessario, di ulteriori materiali e mezzi per l assistenza alla popolazione, compreso il volontariato. C 3.3.5 Obiettivo Elementi a rischio e funzionalità dei Servizi essenziali - Attività del Sindaco Censimento e contatti con le strutture a rischio Individua sulla base del censimento effettuato in fase di pianificazione gli elementi a rischio che possono essere coinvolti. Invia, coinvolgendo i responsabili sul territorio, i tecnici e operatori per la funzionalità e sicurezza delle reti e dei servizi comunali. Mantiene i contatti con i rappresentanti degli enti e delle società dei servizi primari. C 3.3.6 Obiettivo Impiego delle strutture operative - Attività del Sindaco Allertamento e predisposizione di uomini e mezzi Verifica la percorribilità delle infrastrutture viarie. Assicura il controllo permanente del traffico da e per la zona interessata, polizia locale, volontari. Predispone ed effettua il posizionamento degli uomini e mezzi per l eventuale trasporto della popolazione nelle aree di accoglienza. Predispone la vigilanza degli edifici che possono essere evacuati. Predispone ed effettua il posizionamento degli uomini e mezzi ai cancelli per il deflusso del traffico e lungo le vie di fuga della popolazione. C 3.3.7 Obiettivo Comunicazioni - Attività del Sindaco Attiva il contatto con i referenti locali degli enti gestori dei servizi di telecomunicazioni e radioamatori. Verifica il funzionamento del sistema di comunicazioni. C 3.4 3 a FASE DI ALLARME Livello di allarme determinato dall incendio boschivo in atto interno alla fascia perimetrale a medio ed alto rischio. C 3.4.1 Obiettivo Attivazione C.O.C. - Attività del C.O.C. Attivazione del C.O.C., nel caso non si sia passati per la fase di PREALLARME. Garantisce la presenza di un rappresentante presso la P.C.A. C 3.4.2 Obiettivo Attivazione sistema emergenza e assistenza alla popolazione - Attività del C.O.C. Attiva il sistema di emergenza e coordina le attività di allontanamento della popolazione dalle zone abitate individuate in accordo al D.O.S. Provvede al censimento della popolazione evacuata/allontanata. Organizza la prima assistenza e le informazioni nelle aree di attesa. Organizza il trasporto della popolazione verso le aree di accoglienza, garantendolo alle fasce più deboli. Piano comunale di emergenza di protezione civile - Pagina 31

Garantisce l assistenza alla popolazione nelle aree di attesa e di accoglienza. Favorisce il ricongiungimento delle famiglie Fornisce le informazioni sull evoluzione dell evento e le risposte attuate. Provvede alla diffusione delle norme di comportamento nella situazione in atto, tenendo in considerazione l eventuale presenza di persone di lingua straniera. C 3.4.3 Obiettivo Coordinamento Operativo locale - Attività del C.O.C. Mantiene i contatti, e riceve gli aggiornamenti, con la Regione (SOUP), la Provincia, la Prefettura-UTG, i Comuni limitrofi, le strutture locali di CC, VVFF, GdF, CFS, CP, informandoli dell avvenuta attivazione della fase di allarme. Mantiene il contatto con i responsabili delle operazioni di spegnimento e con il punto di coordinamento avanzato. C 3.4.4 Obiettivo Monitoraggio e sorveglianza - Attività del C.O.C. Mantiene i contatti con le squadre sul posto. Organizza sopralluoghi per la valutazione del rischio residuo e per il censimento dei danni. C 3.4.5 Obiettivo Assistenza sanitaria e sociale - Attività del C.O.C. Raccorda le attività delle diverse componenti sanitarie locali. Coordina le squadre di volontari sanitari presso le abitazioni delle persone non autosufficienti. Coordina l assistenza sanitaria presso le aree di attesa e di accoglienza. Favorisce la messa in sicurezza del patrimonio zootecnico. C 3.4.6 Obiettivo Impiego risorse (mezzi e uomini) - Attività del C.O.C. Invia i materiali e mezzi necessari all assistenza alla popolazione. Mobilita le ditte per assicurare il pronto intervento, anche secondo le indicazioni del D.O.S. Coordina la sistemazione presso le aree di accoglienza dei materiali eventualmente forniti dalla Regione, dalla Provincia, dagli altri Comuni, ecc. Dispone il personale necessario, i volontari, per il supporto alle attività della polizia locale e alle altre strutture operative per assicurare l assistenza alla popolazione presso le aree di accoglienza. Coordina, in accordo con la Sovrintendenza, il recupero e la messa in sicurezza di beni storico culturali. C 3.4.7 Obiettivo Impiego delle Strutture operative - Attività del C.O.C. Posiziona, se non fatto nella fase di PREALLARME, uomini e mezzi presso i cancelli per il controllo del deflusso del traffico. Accerta l avvenuta completa evacuazione della aree a rischio. RIENTRO DELL EMERGENZA PASSAGGIO A FASI SUCCESSIVE E/O PRECEDENTI Il Sindaco, in accordo con il D.O.S., accerta l esistenza delle condizioni per il passaggio da una fase alla precedente, o per la conclusione dell emergenza. C 4 Piano di evacuazione - ZONE, AREE DI ATTESA, CENTRI DI ACCOGLIENZA E PERCORSI Oggetto dell'evacuazione è la popolazione residente nelle aree R3 e R4 individuate e perimetrate dalle Autorità di Bacino competenti (vedi Tab. A.2.3.). Il numero delle persone da evacuare risulta dal censimento effettuato e aggiornato dalle strutture del C.O.C. del Comune interessato. Ai fini di una evacuazione controllata ed ordinata le aree a rischio R3 e R4 possono essere suddivise in zone, sulla base della viabilità, delle infrastrutture, del numero di residenti e della localizzazione e capienza delle aree di attesa. area a rischio codice area RM 1 vie/piazze via Matteotti (civico 41), via Borgo Nuovo (civici dal 122 al 152) e via Montegrappa (civici 43 e 45) Piano comunale di emergenza di protezione civile - Pagina 32

RB 2 via Carpazi (civici dal 6 all 8) e via Adriatico (civico 1) RB 3 via Rubicone (civici dal 55 al 69) A ciascuna zona è associata un'area di attesa e uno o più centri di accoglienza (a seconda della capienza delle strutture) per il ricovero temporaneo della popolazione; vanno inoltre indicati i percorsi dalle aree di attesa ai centri di accoglienza. codice area n abitanti n nuclei familiari n disabili area di attesa 1 44 17 1 PARCHEGGI MONTI SIBILLINI 2 21 9 PARCHEGGI MONTI SIBILLINI 3 21 11 CAMPO SPORTIVO COMUNALE area di attesa vie/piazze n abit. PARCHEGGI MONTI SIBILLINI CAMPO SPORTIVO COMUNALE via Matteotti (civico 41), via Borgo Nuovo (civici dal 122 al 152) e via Montegrappa (civici 43 e 45) via Carpazi (civici dal 6 all 8) e via Adriatico (civico 1) n nuclei familiari n disabil i 44 17 1 21 9 via Rubicone (civici dal 55 al 69) 21 11 centro di accoglienza PALESTRA COMUNALE tot. abit. 86 da area di attesa al centro di accoglienza percorso PARCHEGGI MONTI via Monti Sibillini, via Adriatico, via Marchesi, via PALESTRA COMUNALE SIBILLINI Incancellata, via Stadio, via Olimpiadi CAMPO SPORTIVO COMUNALE PALESTRA COMUNALE via Olimpiadi Le zone, le aree di attesa, i centri di accoglienza e i percorsi sono indicati nella carta del modello di intervento allegata. - PRESIDI FORZE DELL ORDINE E DEL VOLONTARIATO Le Aree di attesa ed i centri di accoglienza saranno presidiati da pattuglie della Polizia Municipale (in caso di necessità il Sindaco potrà richiedere l'intervento di altre Forze dell'ordine al Prefetto) al fine di assicurare il corretto svolgimento delle operazioni di evacuazione. Inoltre, le stesse forze dell ordine affiancate dalle Organizzazione di Volontariato, fatte affluire nelle aree a rischio, presso le aree di attesa e presso i centri di accoglienza, provvederanno a controllare, ognuno nell ambito delle proprie competenze, l effettivo allontanamento dalle zone a rischio della popolazione interessata all evacuazione. - CANCELLI Le forze dell ordine istituiranno, nelle sotto elencate località posti di blocco denominati cancelli, allo scopo di regolamentare la circolazione in entrata e in uscita dalle zone a rischio. Per l individuazione dei cancelli vedere tavola 2 con il simbolo di "Divieto di accesso". - POSTI MEDICI AVANZATI (P.M.A.) Allo scopo di assicurare l assistenza sanitaria alla popolazione sono stati previsti in coordinamento con l A.S.L. Posti Medici Avanzati in collaborazione con le Organizzazioni di volontariato. - PRESIDI RADIOAMATORI Allo scopo di assicurare una comunicazione continua e costante da e per il COC, sono stati previsti presidi dei radioamatori volontari presso ogni area di attesa e centro di accoglienza. Piano comunale di emergenza di protezione civile - Pagina 33

Il referente, di concerto con i responsabili delle società erogatrici dei servizi di telecomunicazione coordina le attività per garantire la funzionalità delle comunicazioni. - CARTOGRAFIA DI PIANO - CARTA DELLA FASCIA PERIMETRALE E FASCIA DI INTERFACCIA CON LIVELLI DI PERICOLOSITA Individua la fascia perimetrale di 200 mt. Con i relativi livelli di pericolosità, inoltre viene rappresentata la fascia di interfaccia di 50 mt all interno delle aree antropizzate, rappresentazione delle zone in cui è stata suddivisa l'area a rischio. - CARTA DEI PUNTI SENSIBILI, EDIFICI STRATEGICI, RETI, VIABILITA, APPROVVIGIONAMENTO IDRICO, AREE DI EMERGENZA Vengono indicati i punti sensibili (locali). Il piano di emergenza contiene cartografia tematica specifica che è redatta inserendo nella carta delle aree a rischio R3 ed R4 i seguenti elementi fondamentali: ubicazione del C.O.C. ubicazione delle aree di emergenza (aree di attesa e centri di accoglienza ) indicazione delle vie di fuga (percorsi più idonei per raggiungere le aree di attesa; indicazione dei percorsi dalle aree di attesa ai centri di accoglienza indicazione dei cancelli Indicazione dei presidi delle forze dell'ordine e del volontariato punti di approvvigionamento idrico depositi gas. AVVISI E NORME DI COMPORTAMENTO PER LA POPOLAZIONE FASE Preallarme Cessato preallarme Allarme Cessato allarme AVVISI PER LA POPOLAZIONE La fase di preallarme sarà comunicata dalle Autorità di Protezione Civile secondo le seguenti modalità: dalla radio e dalle televisioni locali; con messaggi diffusi da altoparlanti; con un suono intermittente di sirena. Il cessato preallarme sarà comunicato dalle Autorità di Protezione Civile secondo le seguenti modalità: dalla radio e dalle televisioni locali; con messaggi diffusi da altoparlanti. La fase di allarme sarà comunicata dalle Autorità di Protezione Civile secondo le seguenti modalità: dalla radio e dalle televisioni locali; con messaggi diffusi da altoparlanti; con un suono di sirena prolungato. Il cessato allarme sarà comunicato dalle Autorità di Protezione Civile NORME DI COMPORTAMENTO PER LA POPOLAZIONE prestare attenzione alle indicazioni fornite dalla radio, dalla televisione o dalle Autorità di protezione civile, anche tramite automezzi ben identificabili (Polizia, Carabinieri, Vigili Urbani, Croce Rossa, Volontariato); assicurarsi che tutti gli abitanti dello stabile siano al corrente della situazione; preparare una borsa con indumenti ed effetti personali da portare con sé. continuare a prestare attenzione alle indicazioni fornite dai mass - media e dalle Autorità di protezione civile. staccare l'interruttore centrale dell'energia elettrica e chiudere la valvola del gas; evitare la confusione, mantenere la calma, rassicurare i più agitati, aiutare le persone inabili e gli anziani; raggiungere a piedi le aree di attesa previste dal Piano; evitare l'uso dell'automobile; usare il telefono solo per casi di effettiva necessità per evitare sovraccarichi delle linee; raggiunta l'area di attesa, prestare la massima attenzione alle indicazioni fornite dalle Autorità di protezione civile; prima di fare ritorno a casa accertarsi che sia dichiarato ufficialmente il cessato allarme seguire le indicazioni delle Autorità per le modalità del rientro organizzato nelle proprie abitazioni; Piano comunale di emergenza di protezione civile - Pagina 34

secondo le seguenti modalità: dalla radio e dalle televisioni locali; con messaggi diffusi da altoparlanti, dalla radio e dalle televisioni locali; al rientro in casa non utilizzare i servizi essenziali, previa opportuna verifica. È utile avere sempre in casa, riuniti in un punto noto a tutti i componenti della famiglia, oggetti di fondamentale importanza da portare via in caso di emergenza quali: - copia chiavi di casa - vestiario pesante di ricambio - medicinali - scarpe pesanti - valori (contanti, preziosi) - radiolina con batteria di riserva - impermeabili leggeri o cerate - coltello multiuso - fotocopia documenti di identità - torcia elettrica con pile di riserva. Il Piano di emergenza così elaborato rappresenta un modello operativo da attivare a fronte di uno scenario di rischio incendi boschivi/interfaccia e prevede l evacuazione della popolazione a rischio. Il Piano dovrà recepire le informazioni e gli aggiornamenti provenienti dalla comunità scientifica inerenti gli eventi attesi sul territorio e la documentazione cartografica necessaria alla definizione degli scenari. L organizzazione di base per rendere efficace la risposta del sistema di protezione civile passa attraverso l attuazione delle funzioni di supporto, attivabili modularmente secondo le necessità. Il responsabile di ogni funzione di supporto dovrà redigere il relativo piano particolareggiato nonché mantenere aggiornati i dati e le procedure inerenti la propria funzione. Gli elementi che mantengono vivo e valido un piano sono: - Aggiornamento periodico - Attuazione di esercitazioni - Informazione alla popolazione Durante il periodo ordinario il Sindaco o suo delegato assicurerà alla popolazione le informazioni necessarie per convivere con il rischio potenziale di ulteriori eventi calamitosi nonché quelle relative al Piano di Emergenza. In fase di emergenza la popolazione sarà mantenuta costantemente informata sulle attività disposte dal Centro Operativo Comunale, sull'evento previsto nonché sulle norme comportamentali da adottare per agevolare le operazioni di soccorso. COMPORTAMENTO DELLA POPOLAZIONE Art. 29 Evacuazione della popolazione - rischio prevedibile La fase di preallarme sarà comunicata dall Autorità di Protezione Civile con le seguenti modalità: - avvisi: dalla radio e dalle televisioni locali; - con messaggi diffusi da altoparlanti; - con comunicazione diretta o telefonica agli interessati Comportamento da tenere da parte della popolazione: - prestare attenzione alle indicazioni fornite dalla radio, dalla T.V. o dalle Autorità di protezione civile, anche tramite automezzi ben identificabili (polizia, Carabinieri, Polizia Municipale, Pubbliche Assistenze, Volontariato); - assicurarsi che tutti gli abitanti dello stabile siano informati della situazione. - preparare una borsa con indumenti ed effetti personali da portare con sé. E utile avere sempre in casa, riuniti in un punto noto a tutti gli elementi della famiglia, oggetti di fondamentale importanza da portare via in caso d emergenza: - copia chiavi di casa; - medicinali; - valori (contanti, preziosi); - impermeabili leggeri o cerate; - fotocopia documenti d identità; - torcia con pile di riserva. Il cessato preallarme sarà comunicato dalle Autorità di Protezione civile secondo le seguenti modalità: - avvisi: dalla radio e dalle televisioni locali; - con messaggi diffusi da altoparlanti;. Nel caso si passi alla situazione d allarme e sia disposta l evacuazione della popolazione quale misura cautelativa, in relazione alla natura dell'evento calamitoso e della gravità dello stato d emergenza mediante: - forze dell'ordine e Polizia Municipale; - volontari quanto trattasi di poche famiglie o vi siano le condizioni per poterlo eseguire con comunicazione diretta agli interessati; Piano comunale di emergenza di protezione civile - Pagina 35

- con altoparlanti - con comunicati radio e televisivi locali quando si tratta di interi quartieri e non vi siano le condizioni di tempo per eseguire avvisi individuali. In tale occasione bisogna: - staccare l interruttore centrale dell energia elettrica e chiudere la valvola del gas; - evitare la confusione, mantenere la calma, rassicurare i più agitati, aiutare le persone inabili e gli anziani; - raggiungere a piedi le aree di attesa previste dal Piano; - evitare l'uso dell'automobile; - usare il telefono solo per casi di effettiva necessità per evitare sovraccarichi delle linee; - raggiunta l'area di attesa, prestare la massima attenzione alle indicazioni fornite dagli operatori di protezione civile. La popolazione che non dispone di propri mezzi o che si trova in situazioni particolari è fatta evacuare con automezzi forniti da questa Amministrazione (scuolabus). Lo sgombero degli infermi è curato dalle Aziende A.S.L. competenti per territorio, che si avvalgono delle autoambulanze delle varie Associazioni operanti sul territorio. Il punto di attesa degli autobus e delle ambulanze sarà indicato dal C.O.C. in funzione della zona da evacuare. La popolazione che non ha possibilità o non riesce a trovare sistemazione in proprio è avviata presso i ricoveri provvisori d'emergenza presso le unità Assistenziali d'emergenza dove a cura dell'amministrazione Comunale competente riceverà accoglienza, vestiario e vettovagliamento. Al termine dell emergenza - prima di fare ritorno a casa accertarsi che sia dichiarato ufficialmente il cessato stato d emergenza; - al rientro in casa - non utilizzare i servizi essenziali, previa opportuna verifica. Art. 30 Evacuazione della popolazione - Rischio non prevedibile (sismico) Durante il terremoto E' indispensabile mantenere una grande calma, ricordando che il panico può uccidere ed è sempre contagioso. Se siamo: - dentro casa è bene rimanerci e cercare riparo in corrispondenza di strutture sicure, da conoscere prima a memoria, evitando di uscire per le scale o con l ascensore; - all'aperto, è bene restarci e fare attenzione a ciò che nei dintorni può crollare o diventare pericoloso; - in automobile è bene fermarsi a sostare in luoghi sicuri. Dopo il terremoto - chiudere gli interruttori generali del gas e dell energia elettrica per evitare possibili incendi; - raggiungere gli spazi aperti, lontano da edifici e linee elettriche; - limitare l uso degli apparati di comunicazione; - raggiungere le aree di attesa precedentemente individuate; - seguire le indicazioni del personale addetto alle operazioni di soccorso per recarsi successivamente nei luoghi di accoglienza. Art. 31 Rischi diversi FUGA DI GAS - telefonare dall esterno dei locali all Azienda del Gas - telefonare dall esterno dei locali ai Vigili del Fuoco - spegnere le fiamme libere e le sigarette - interrompere immediatamente l erogazione di gas dal contatore esterno - aprire immediatamente tutte le finestre - non effettuare operazioni elettriche - non usare ascensori ma unicamente le scale - verificare che all interno del locale non siano rimaste bloccate persone - presidiare l ingresso impedendo l accesso a chiunque non sia addetto alle operazioni di emergenza INCENDIO - avvertire telefonicamente i vigili del fuoco - intervenire sul focolaio di incendio con: - estintori - getti d acqua - sabbia - non usare mai l acqua sulle apparecchiature elettriche - chiudere il rubinetto del gas dal contatore esterno - evacuare l ambiente seguendo le vie di fuga segnalate Piano comunale di emergenza di protezione civile - Pagina 36

- non usare gli ascensori, ma unicamente le scale - verificare che all interno del locale non siano rimaste bloccate persone - presidiare l ingresso impedendo l accesso a chiunque non sia addetto alle operazioni di emergenza. Art. 32 Validità del Piano Con l entrata in vigore del presente piano, che detta precise disposizioni regolamentari in materia di protezione civile a livello comunale, viene abrogato il regolamento adottato con deliberazione C.C. n. 14 del 4/03/1995. INDICE - PREMESSA E QUADRO NORMATIVO DI RIFERIMENTO - STRUTTURA COMUNALE PER LA PROTEZIONE CIVILE Art. 1 - il Sindaco Art. 2 - risorse Art. 3 - ufficio stampa Art. 4 - ufficio emergenze Art. 5 - volontariato Art. 6 - eventi avversi attesi Art. 7 - centro operativo comunale (c.o.c.) Art. 8 - attività del centro operativo comunale (c.o.c.) Art. 9 - modello di intervento Art. 10 - funzioni di supporto Art. 11 - responsabile della protezione civile e coordinatore del c.o.c. - TERRITORIO E POPOLAZIONE Art. 12 - dati generali del territorio Art. 13 dati generali della popolazione Art. 14 - tipo territorio Art. 15 - viabilità principale Art. 16 - area atterraggio elicotteri Art. 17 - corsi d acqua Art. 18 - reti di monitoraggio - RISCHI Art. 19 - rischio idrogeologico prevedibile Art. 20 - quadro pericolosità prevista dal PAI Art. 21 - rischio n. 1 esondazione Art. 22 - rischio n. 2 frane Art. 23 - rischio n. 3 avverse condizioni meteo Art. 24 - rischio n. 4 - neve Art. 25 - rischio n. 5 sismico Art. 26 - rischio n. 6 industriale e da impianti Art. 27 - rischio n. 7 trasporti esalazioni Art. 28 - rischio n. 8 incendi boschivi e di interfaccia - COMPORTAMENTO DELLA POPOLAZIONE Art. 29 - evacuazione rischio prevedibile Art. 30 - evacuazione rischio non prevedibile Art. 31 - rischi diversi Art. 32 - validità del piano - allegato 1 - allegato 2 - glossario - documentazione fotografica - cartografia del Piano Il presente regolamento è stato approvato con deliberazione C.C. n. 24 del 19/04/2004 e modificato con atti consiliari n. 33 del 28/09/2009, n. 22 del 30/09/2011 e n. 7 del 14/04/2014. Piano comunale di emergenza di protezione civile - Pagina 37

Allegato 1 - BOZZA DI DECRETO SINDACALE DI COSTITUZIONE DEL C.O.C. E NOMINA DEI RESPONSABILI DELLE FUNZIONI DI SUPPORTO IL SINDACO VISTO l art. 15 della legge 24 febbraio 1992 n. 225 VISTO l art. 1 del D.M. 28 maggio 1993 VISTO l art. 108 del Decreto Legislativo 31 marzo 1998 n. 112 VISTO il Decreto Legislativo n. 267/2000 TENUTO CONTO dei criteri di massima fissati dal Dipartimento della Protezione Civile e D.G.P.C.S.A. del Ministero dell Interno in materia di pianificazione di emergenza ATTESO che il Centro Operativo Comunale sarà attivato dal Sindaco o da un suo delegato in situazioni di emergenza; ATTESO che il Centro Operativo Comunale è presieduto dal Sindaco o suo delegato, o in caso di assenza o impedimento dal Responsabile del C.O.C. in funzione di coordinatore ed è composto dai responsabili delle funzioni di supporto D E C R E T A È costituito il CENTRO OPERATIVO COMUNALE (C.O.C.) presso la sede di Piazza della Libertà n. 42 e sono individuati i dirigenti e funzionari cui è assegnata la responsabilità della gestione delle seguenti funzioni di supporto: Responsabile del C.O.C.: Funzione Tecnica e di Pianificazione: Il referente: Funzione Sanità, Assistenza Sociale e Veterinaria: Il referente: Funzione Volontariato: Il referente: Funzione Materiali e mezzi: Il referente: Funzione Servizi essenziali ed attività scolastiche: Il referente: Funzione Censimento danni, persone, cose: Il referente: Funzione Strutture operative locali e viabilità: Il referente: Funzione Telecomunicazioni: Il referente: Funzione Assistenza alla popolazione: Il referente: (sostituto): (sostituto): (sostituto): (sostituto): (sostituto): (sostituto): (sostituto): (sostituto): (sostituto): (sostituto): IL SINDACO Allegato 2 BOZZA ORDINANZA DI SGOMBERO DI FABBRICATI IL SINDACO PREMESSO che a causa dell'evento idrogeologico previsto si rende indifferibile ed urgente provvedere allo sgombero dei fabbricati e delle abitazioni siti nelle seguenti località: Loc. Via Proprietà Loc. Via Proprietà Loc. Via Proprietà Loc. Via Proprietà VISTO l'articolo 16 del D. P. R. 6 febbraio 1981 n. 66; VISTO l'articolo 15 della Legge 24 febbraio 1992 n. 225; VISTO l'articolo 38 della Legge 8 giugno 1990. n. 142; ORDINA lo sgombero immediato dei locali adibiti a sopra indicati. La Forza Pubblica è incaricata della notifica agli interessati e della esecuzione della presente disposizione che immediatamente viene comunicata e, in copia, trasmessa alla Prefettura. Avverso il presente atto è ammessa proposizione di ricorso giurisdizionale avanti al Tribunale Amministrativo Regionale entro 60 giorni dalla data di comunicazione del medesimo. IL SINDACO Piano comunale di emergenza di protezione civile - Pagina 38

GLOSSARIO Aree di emergenza: aree destinate, in caso di emergenza, ad uso di protezione civile. In particolare le aree di attesa sono luoghi di prima accoglienza per la popolazione immediatamente dopo l evento; le aree di ammassamento dei soccorritori e delle risorse rappresentano i centri di raccolta di uomini e mezzi per il soccorso della popolazione; le aree di ricovero della popolazione sono i luoghi in cui saranno istallati i primi insediamenti abitativi o le strutture in cui si potrà alloggiare la popolazione colpita; i centri di accoglienza sono strutture coperte opportunamente attrezzate per ospitare in via provvisoria la popolazione assistita. Attivazioni in emergenza: rappresentano le immediate predisposizioni che dovranno essere attivate dai centri operativi. Attività di addestramento: la formazione degli operatori di protezione civile e della popolazione tramite corsi ed esercitazioni. Calamità: è un evento naturale o legato ad azioni umane, nel quale tutte le strutture fondamentali della società sono distrutte o inagibili su un ampio tratto del territorio. Catastrofe: è un evento, non importa di quale entità e con quali conseguenze sia sulle persone che sulle cose, provocato vuoi da cause naturali che da azioni umane, nel quale però le strutture fondamentali della società rimangono nella quasi totalità intatte, efficienti ed agibili. Centro Operativo: è in emergenza l organo di coordinamento delle strutture di protezione civile sul territorio colpito, ed è costituito da un Area Strategia, nella quale afferiscono i soggetti preposti a prendere decisioni, e da una Sala Operativa, strutturata in funzioni di supporto. La DI.COMA.C. (Direzione Comando e Controllo) esercita, sul luogo dell evento, il coordinamento nazionale; il C.C.S. (Centro Coordinamento Soccorsi) gestisce gli interventi a livello provinciale attraverso il coordinamento dei C.O.M. (Centro Operativo Misto) che operano sul territorio di più Comuni in supporto all attività dei Sindaci; il C.O.C. (Centro Operativo Comunale), presieduto dal Sindaco, provvede alla direzione dei soccorsi e dell assistenza della popolazione del comune. Centro Situazioni: è il centro nazionale che raccoglie e valuta informazioni e notizie relative a qualsiasi evento che possa determinare l attivazione di strutture operative di protezione civile. In situazioni di emergenza si attiva come Sala Operativa a livello nazionale. Commissario delegato: è l incaricato da parte del Consiglio dei Ministri per l attuazione degli interventi di emergenza conseguenti alla dichiarazione dello stato di emergenza (eventi di tipo c - art. 2, L.225/92). Continuità amministrativa: il mantenimento delle attività amministrative fondamentali volto a garantire l organizzazione sociale in situazioni di emergenza. Coordinamento operativo: è la direzione unitaria delle risposte operative a livello nazionale, provinciale e comunale. D.O.S. (Direttore Operazioni Spegnimento): E il responsabili delle operazioni di spegnimento rappresentato dal funzionario del Corpo Forestale dello Stato o del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco più alto in grado. Evento atteso: rappresenta l evento, in tutte le sue caratteristiche (intensità, durata ecc.), che la Comunità Scientifica si aspetta possa accadere in una certa porzione di territorio, entro un determinato periodo di tempo. Evento non prevedibile: l avvicinarsi o il verificarsi di tali eventi non è preceduto da alcun fenomeno (indicatore di evento) che consenta la previsione. Evento prevedibile: un evento si definisce prevedibile quando è preceduto da fenomeni precursori. Evento: fenomeno di origine naturale o antropica in grado di arrecare danno alla popolazione, alle attività, alle strutture e infrastrutture, al territorio. Gli eventi, ai fini dell attività di protezione civile, si distinguono in: a) eventi naturali o connessi con l attività dell uomo che possono essere fronteggiati mediante interventi attuabili dai singoli enti e amministrazioni competenti in via ordinaria; b) eventi naturali o connessi con l attività dell uomo che per loro natura ed estensione comportano l intervento coordinato di più enti e amministrazioni competenti in via ordinaria; c) calamità naturali, catastrofi o altri eventi che per intensità ed estensione devono essere fronteggiati con mezzi e poteri straordinari (art. 2, L.225/92). Fasi operative: è l insieme delle azioni di protezione civile centrali e periferiche da intraprendere prima (per i rischi prevedibili), durante e dopo l evento; le attivazioni delle fasi precedenti all evento sono legate ai livelli di allerta (attenzione, preallarme, allarme). Funzioni di supporto: costituiscono l organizzazione delle risposte, distinte per settori di attività e di intervento, che occorre dare alle diverse esigenze operative. Per ogni funzione di supporto si individua un responsabile che, relativamente al proprio settore, in situazione ordinaria provvede all aggiornamento dei dati e delle procedure, in emergenza coordina gli interventi dalla Sala Operativa. Indicatore di evento: è l insieme dei fenomeni precursori e dei dati di monitoraggio che permettono di prevedere il possibile verificarsi di un evento. Lineamenti della pianificazione: individuano gli obiettivi da conseguire per dare una adeguata risposta di protezione civile ad una qualsiasi situazione di emergenza e le competenze dei soggetti che vi partecipano. Livelli di allerta: scandiscono i momenti che precedono il possibile verificarsi di un evento e sono legati alla valutazione di alcuni fenomeni precursori o, in alcuni casi, a valori soglia. Vengono stabiliti dalla Comunità Scientifica. Ad essi corrispondono delle fasi operative. Piano comunale di emergenza di protezione civile - Pagina 39

Modello di intervento: consiste nell assegnazione delle responsabilità nei vari livelli di comando e controllo per la gestione delle emergenze, nella realizzazione del costante scambio di informazioni nel sistema centrale e periferico di protezione civile, nell utilizzazione delle risorse in maniera razionale. Rappresenta il coordinamento di tutti i centri operativi dislocati sul territorio. Modello integrato: è l individuazione preventiva sul territorio dei centri operativi e delle aree di emergenza e la relativa rappresentazione su cartografia, e/o immagini fotografiche e/o da satellite. Per ogni centro operativo i dati relativi all area amministrativa di pertinenza, alla sede, ai responsabili del centro e delle funzioni di supporto sono riportati in banche-dati. Modulistica: schede tecniche, su carta e su supporto informatico, finalizzate alla raccolta e all organizzazione dei dati per le attività addestrative, di pianificazione e di gestione delle emergenze. Parte generale: è la raccolta di tutte le informazioni relative alla conoscenza del territorio e ai rischi che incombono su di esso, alle reti di monitoraggio presenti, alla elaborazione degli scenari. Pericolosità (H): è la probabilità che un fenomeno di una determinata intensità (I) si verifichi in un dato periodo di tempo ed in una data area. Pianificazione d emergenza: l attività di pianificazione consiste nell elaborazione coordinata delle procedure operative d intervento da attuarsi nel caso si verifichi l evento atteso contemplato in un apposito scenario. I piani di emergenza devono recepire i programmi di previsione e prevenzione. Potere di ordinanza: è il potere del Commissario delegato, in seguito alla dichiarazione dello stato di emergenza, di agire anche a mezzo di ordinanze in deroga ad ogni disposizione vigente e nel rispetto dei principi generali dell ordinamento giuridico. Procedure operative: è l insieme delle attivazioni-azioni, organizzate in sequenza logica e temporale, che si effettuano nella gestione di un emergenza. Sono stabilite nella pianificazione e sono distinte per tipologie di rischio. Programmazione: L attività di programmazione è afferente alla fase di previsione dell evento, intesa come conoscenza tecnico scientifica dei rischi che insistono sul territorio, nonché alla fase della prevenzione intesa come attività destinata alla mitigazione dei rischi stessi. Il risultato dell attività di programmazione sono i programmi di previsione e prevenzione che costituiscono il presupposto per la pianificazione d emergenza. Punto di Coordinamento Avanzato: E il luogo ove si raccordano tutte le componenti di soccorso al fine di coordinare le attività emergenziali. Rischio (R): è il valore atteso delle perdite umane, dei feriti, dei danni alle proprietà e delle perturbazioni alle attività economiche dovuti al verificarsi di un particolare fenomeno di una data intensità. Il rischio totale è associato ad un particolare elemento a rischio E ad una data intensità I è il prodotto: R (E;I) = H (I) V (I;E) W(E). Gli eventi che determinano i rischi si suddividono in prevedibili (idrogeologico, vulcanico) e non prevedibili (sismico, chimico -industriale, incendi boschivi). Risposta operativa: è l insieme delle attività di protezione civile in risposta a situazioni di emergenza determinate dall avvicinarsi o dal verificarsi di un evento calamitoso. Sala Operativa: è l area del centro operativo, organizzata in funzioni di supporto, da cui partono tutte le operazioni di intervento, soccorso e assistenza nel territorio colpito dall evento secondo quanto deciso nell Area Strategia. Salvaguardia: l insieme delle misure volte a tutelare l incolumità della popolazione, la continuità del sistema produttivo e la conservazione dei beni culturali. Scenario dell evento atteso: è la valutazione preventiva del danno a persone e cose che si avrebbe al verificarsi dell evento atteso. Sistema di comando e controllo: è il sistema per esercitare la direzione unitaria dei servizi di emergenza a livello nazionale, provinciale e comunale e si caratterizza con i seguenti centri operativi: DI.COMA.C., C.C.S., C.O.M. e C.O.C.. Soglia: è il valore del/i parametro/i monitorato/i al raggiungimento del quale scatta un livello di allerta. Stato di calamità: prevede il ristoro dei danni causati da qualsiasi tipo di evento, alle attività produttive e commerciali. Stato di emergenza: al verificarsi di eventi di tipo c (art. 2, L.225/92) il Consiglio dei Ministri delibera lo stato di emergenza, determinandone durata ed estensione territoriale. Tale stato prevede la nomina di un Commissario delegato con potere di ordinanza. Strutture effimere: edifici presso i quali di regola si svolgono attività ordinarie (scuole, palestre ecc.), mentre in emergenza diventano sede di centri operativi. Valore esposto (W): rappresenta il valore economico o il numero di unità relative ad ognuno degli elementi a rischio in una data area. Il valore è in funzione del tipo di elemento a rischio: W = W (E). Vulnerabilità (V): è il grado di perdita prodotto su un certo elemento o gruppo di elementi esposti a rischio risultante dal verificarsi di un fenomeno di una data intensità. Le definizioni di Rischio, Pericolosità, Vulnerabilità e Valore Esposto sono tratte da: UNESCO (1972) Report of consultative meeting of experts on the statistical study of natural hazard and their consequences. Document SC/WS/500 pagg. 1-11. Piano comunale di emergenza di protezione civile - Pagina 40