La Rivista del Consiglio Congressi e convegni CONGRESSI E CONVEGNI I PROCESSI DI TORINO E DI MILANO ALLE BR: AVVOCATI E MAGISTRATI IN DIFESA DELLA LEGALITÀ Proiezione del film documentario Avvocato! Il processo di Torino al nucleo storico delle Brigate Rosse Venerdì 14 ottobre 2011, ore 10.00-13.00 AULA MAGNA DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA DI MILANO Intervento del Presidente dell Ordine degli avvocati di Milano Avv. Paolo Giuggioli Sono onorato di poter aprire questo Convegno, voluto congiuntamente dalla Camera Penale di Milano, dall Associazione Nazionale Magistrati e dall Ordine degli Avvocati di Milano, e dedicato a uno dei momenti più drammatici della storia di questo nostro Paese e delle città di Milano e di Torino che, insieme a Roma e a Genova, furono al centro dei principali accadimenti di quegli anni, pagando un prezzo di sangue altissimo tra rappresentanti delle istituzioni e della forza pubblica, docenti universitari, professionisti, giornalisti, sindacalisti, dipendenti di aziende. Rivolgo il saluto e il ringraziamento del Consiglio dell Ordine alle autorità presenti, in particolare: al Dott. Giovanni Canzio, Presidente della Corte d Appello di Milano, alla Dott.ssa Livia Pomodoro, Presidente del Tribunale di Milano, alla Dott.ssa Laura Bertolè Viale, Avvocato Generale presso la Procura Generale, al Dott. Edmondo Bruti Liberati, Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Milano, alla Dott.ssa Giovanna Di Rosa, Consigliere del Consiglio Superiore della Magistratura, Al Dott. Antonio Caruso, Procuratore Regionale della Corte dei Conti, all Avv. Massimo Massella Ducci Teri, Avvocato Distrettuale dello Stato. Saluto quindi tutti i colleghi avvocati - la cui adesione numerosa ha reso necessario il collegamento in video-conferenza dal salone Valente - i magistrati e gli operatori degli uffici del Palazzo che hanno voluto essere presenti quest oggi. Un saluto particolare e un vivo ringraziamento, quindi, anche ai nostri rela- 27
Congressi e convegni La Rivista del Consiglio tori che ci aiuteranno nella riflessione sul contesto storico e sul contributo fondamentale che la celebrazione dei processi di Torino e di Milano hanno dato alla tenuta dell ordinamento democratico, posto sotto attacco dal folle progetto terroristico di lotta armata al cuore dello Stato elaborato dalle Brigate Rosse. Proprio nell atmosfera politico-sociale di quegli anni maturò l assassinio di Fulvio Croce, Presidente dell Ordine degli Avvocati di Torino, il cui sacrificio è narrato nel film AVVOCATO! Il processo di Torino al nucleo storico delle Brigate Rosse, che documenta gli eventi di allora con immagini e preziose testimonianze raccolte tra coloro che presero in carico la sua eredità morale e la responsabilità istituzionale che lui assunse in prima persona, pagandone - in prima persona - le conseguenze. Al Presidente Croce è dedicata anche la Mostra fotografica, dall emblematico titolo Un avvocato tra dovere e giustizia, che è stata realizzata dall Ordine di Torino e dalla Fondazione intitolata allo stesso Croce e che abbiamo voluto portare anche a Milano. La Mostra, che Vi invito a visitare, sarà inaugurata oggi nell atrio del terzo piano del nostro Palazzo di Giustizia e rimarrà allestita per due settimane. L uccisione di Fulvio Croce è legata dunque al processo al cosiddetto nucleo storico delle Brigate Rosse che ebbe inizio nel maggio del 1976 davanti alla Corte d Assise di Torino nei confronti di oltre quaranta persone, tra i quali figuravano alcune tra le colonne dell organizzazione terroristica come Renato Curcio e Alberto Franceschini, accusati di banda armata. E proprio in apertura del processo gli imputati, attraverso un proclama, disconobbero l autorità che li stava giudicando e revocarono il mandato per la difesa agli avvocati, invitandoli a non assumere la difesa d ufficio. Con tale azione, essi attuarono il tentativo di mettere in crisi il meccanismo del processo, secondo un disegno lucidamente progettato e perseguito nell ambito di una strategia eversiva: per la prima volta nella Storia del nostro Paese venne, appunto, sperimentata la linea dell attacco al processo come attacco allo Stato e a quanti lo rappresentavano. L Avvocato Fulvio Croce, nonostante le minacce di morte, accolse la nomina a difensore d ufficio degli imputati, per consentire l esercizio di un diritto irrinunciabile nel processo penale. E accanto a lui - occorre ricordarlo - si schierò il Consiglio dell Ordine che all unisono diede la disponibilità ad assumere la difesa d ufficio. I cinque colpi di pistola che lo raggiunsero al grido di Avvocato! ebbero il sorprendente effetto di smuovere le coscienze di molti avvocati del foro torinese e di convincerli a vincere la paura che sembrava avesse preso il sopravvento e a esercitare e onorare fino in fondo, anche a scapito della propria vita, il 28
La Rivista del Consiglio Congressi e convegni mandato che Croce accettò ben consapevole dei pericoli cui sarebbe andato incontro. Non va dimenticato che l uccisione di Croce fu preceduta da un offensiva del terrorismo nella città di Torino: solo nel mese che precedette quel 28 aprile del 1977, furono assassinati un brigadiere e un avvocato, Dante Notaristefano, e fu ferito un capo officina della FIAT; e prima ancora, nel giugno del 1976, nel corso di un udienza del processo, i brigatisti imputati rivendicarono l uccisione del Procuratore Generale Coco a Genova, colpevole - secondo loro - della mancata liberazione di alcuni compagni. In questo clima di terrore, che soffocava la città di Torino, la Giustizia ha dovuto reagire: magistrati, avvocati, ma anche cittadini che andarono a colmare i vuoti nella giuria popolare lasciati dai tanti che furono sopraffatti dalla paura assolutamente umana, davanti alla quale pare non vi siano ragioni che tengano. Possiamo oggi dire che la reazione della società civile e delle istituzioni e la possibilità di celebrare regolarmente quel processo, segnarono un punto importante nella lotta al progetto eversivo delle Brigate Rosse. Nello stesso tempo, l azione criminale attuata contro Fulvio Croce diede impulso a un acceso e partecipato dibattito in seno all avvocatura torinese intorno al significato della difesa tecnica nello Stato di diritto; un confronto che offre ancora oggi, a distanza di più di trent anni, numerosi spunti di riflessione: i non pochi avvocati che rifiutarono il mandato di ufficio lo fecero per ragioni meritevoli di attenta considerazione. Per alcuni, infatti, occorreva procedere ad una riforma legislativa che prevedesse la possibilità di celebrare il processo anche al di fuori delle forme di garanzia stabilite dal codice di rito; per altri era comunque prevalente un insanabile incompatibilità che nasceva dal rifiuto degli imputati ad essere difesi e dall anomalia delle tesi politiche elaborate dai brigatisti a sostegno di tale rifiuto. Diverse furono invece le motivazioni di coloro che accettarono comunque il mandato difensivo. In sostanza, essi identificavano il ruolo del difensore come garante della legalità processuale, di soggetto che controlla sul piano strettamente tecnico che il giudice rispetti le regole che lo Stato di diritto si è poste, senza mai abusare delle regole per il conseguimento di fini di prevenzione generale ovvero di annientamento politico degli imputati. Gli eventi che seguirono all omicidio del Presidente Croce costituirono dunque un momento alto per l avvocatura torinese, e di riflesso per l avvocatura italiana intera: assumendo la difesa degli imputati, pur in presenza di un rifiuto di questi ultimi ad essere difesi, gli avvocati si vestirono di un nuovo coraggioso ruolo, che venne simbolicamente assunto da tutto il ceto forense. 29
Congressi e convegni La Rivista del Consiglio Vogliamo d altra parte qui ricordare che la guerra contro lo Stato proclamata all epoca dalle Brigate Rosse ha mietuto tante altre vittime innocenti in quegli anni, e strascichi di violenza altrettanto terribile sono proseguiti fino ai tempi più recenti, colpendo altre persone, ancora una volta colpevoli soltanto di aver voluto esercitare fino in fondo il proprio dovere professionale o - ancora più semplicemente - per aver espresso proprie idee. Il ricordo va, naturalmente, a persone come Massimo D Antona e Marco Biagi o, come i magistrati Guido Galli ed Emilio Alessandrini, i cui volti, insieme a quello di Giorgio Ambrosoli, hanno dominato fino a qualche settimana fa la facciata principale del Palazzo di Giustizia, sui manifesti celebrativi della giornata della memoria delle vittime del terrorismo e delle stragi, che ricorre ogni 9 maggio. È importante che i loro volti siano stati lì per diversi mesi, a testimoniare quanto è accaduto e a ricordarci ogni giorno il loro insegnamento. Per questo il Convegno di oggi e la mostra su Fulvio Croce assumono una grande rilevanza per l avvocatura italiana: vorremmo che i giovani avvocati possano conoscere gli eventi del processo torinese, così come vorremmo che ciascuno di noi possa non dimenticare tali fatti e l humus che li generò. Quelli furono momenti davvero drammatici, nei quali i colleghi torinesi hanno dimostrato, con grande coraggio, il senso del dovere, la dignità e il prestigio della nostra professione. Credo che in questa occasione non vi siano parole migliori di quelle di Paolo Borgna, magistrato di Torino, che nel libro Difesa degli avvocati, Scritta da un pubblico ministero accusatore, rivolgendosi a Francesco, suo discente immaginario, dice che l avvocatura come libera professione non è un residuo fossile di un epoca ormai tramontata. Che la più forte passione civile, la sana ambizione di servire la res publica, non è prerogativa del pubblico funzionario imparziale ma può nascere ed essere nutrita anche dalla passione professionale, dall amore per una libera professione svolta in modo indipendente e combattivo. E proprio in questo dialogo di fantasia con il suo giovane uditore, Borgna ricorda due avvocati che ci sono molto cari, Fulvio Croce e Giorgio Ambrosoli, due avvocati che videro la morte venir loro incontro. Con l evento di oggi, vogliamo perciò provare a cogliere l eredità del gesto sacrificale di Fulvio Croce, ricordandone l operato, ma anche le doti umane. Di lui, si ricordano soprattutto le virtù di semplicità e profondità d animo. Molto bello è il ritratto che l Avv. Franzo Grande Stevens gli ha dedicato: Poche parole gli bastavano per indirizzarci e giudicarci o per allargare gli orizzonti torinesi ed intervenire al di là di essi; talvolta, una sola battuta umoristi- 30
La Rivista del Consiglio Congressi e convegni ca riusciva a sciogliere in un momento di ilarità la tensione o l imbarazzo dell ambiente. E fu proprio questa umanità a condurre Fulvio Croce a prendere con fermezza e umiltà la decisione di compiere il suo dovere istituzionale, così dimostrando una ineguagliabile fedeltà alle istituzioni e al giuramento di avvocato. Suo è il motto: non facciamo gli avvocati ma siamo avvocati. Ebbene, credo che la sua testimonianza abbia permesso a tutti noi di comprendere che cosa significhi essere avvocati e credo che il suo esempio debba continuare a essere vivo in tutti noi, specie nei più giovani, ma anche nella cittadinanza tutta. Sono perciò lieto che oggi siano presenti anche alcune classi di studenti liceali, ai quali questo nostro incontro consente di comprendere l importanza ancora oggi di fatti per loro già molto lontani nel tempo. Gli eventi commemorativi come quello odierno e la Mostra che finalmente può essere visitata anche a Milano, vogliono essere un segno inequivocabile della volontà condivisa dall Avvocatura e dalla magistratura di non potere e di non volere dimenticare. Mi sia consentito in conclusione di questo mio intervento esprimere il vivo ringraziamento a tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione di questo Convegno e della Mostra in onore e memoria di Fulvio Croce: un grande avvocato, un grande uomo. 31
Congressi e convegni La Rivista del Consiglio CONVEGNO AIGLI Parma, 16 settembre 2011 Si è tenuto l annuale convegno AIGLI (Associazione Internazionale Giuristi di Lingua Italiana) quest anno avente a tema la tutela giuridica del contraente debole in Europa e nel mondo All esito del Convegno l Associazione ha rinnovato le cariche (tutti avvocati) nel proprio direttivo per il prossimo triennio e così formato: Luciano G. Merlo (Milano) - Presidente Alessandro Biletta (Milano) - Vice Presidente Panayotis (Takis) Argyropoulos (Atene) - Vice Presidente Jorge Verissimo (Lisbona) - Vice Presidente Francesca Pojaghi (Milano) - Segretario Nicola De Rienzo (Milano) - Tesoriere Irene Pelargonio (Torino) - Consigliere Aldo Levi (Milano) - Consigliere Anna Gibello (Bruxelles) - Consigliere Claudio Arturo (Vienna) - Consigliere Gisella Levi caroti (New York) - Consigliere Suzanne Lloyd Holt (Birmingham) - Consigliere Mara Torralba (Barcellona) - Consigliere Karl von Hase (Dusseldorf) - Consigliere Jérome Zuccarelli (Nizza) - Consigliere. Il Segretario A.I.G.I. Avv. Francesca Pojaghi 32