INTERVENTO PER IL 70 ANNIVERSARIO DELLA LIBERAZIONE E DELLA FINE DEL SECONDO CONFLITTO MONDIALE 25 APRILE 2015. A tutti gli oggionesi, ai rappresentanti delle Istituzioni, alle autorità militari e di polizia, ai rappresentanti dei combattenti e reduci ed alle associazioni d Arma, alle associazioni presenti coi loro labari, rivolgo anzitutto il mio augurio di buon 25 aprile! Un augurio di Libertà. Quella stessa Libertà che giusto 70 anni fa veniva riconquistata a caro prezzo, dopo la notte della dittatura, della guerra e della lotta intestina che avevano lungamente provato il Paese. Dopo questo periodo di buio venne finalmente l alba del 25 aprile, nella quale la città di Milano vedeva l ingresso delle Forze Alleate e la cessazione delle ostilità, dovute all occupazione nazi-fascista. Sarebbero dovuti passare ancora mesi, se non anni, perché la libertà fosse piena e 1
riconosciuta per tutti. Ci sarebbero stati ancora lutti e vendette. Ma la conquista principale era stata ottenuta. Il lungo lasso di tempo che ormai ci separa da quella data, rischia di farci cadere in due opposte contraddizioni. La prima quella di perdere la memoria dei fatti che portarono prima alla perdita della Libertà e dei grandi sacrifici che si sopportarono per riconquistarla. La seconda quella di non avere la forza ed il coraggio di guardare a quegli eventi con gli occhi della Storia. La ricorrenza del 25 aprile deve consentirci di onorare il ricordo ed omaggiare tutti coloro che contribuirono al riscatto civile dopo il ventennio della dittatura e dell occupazione straniera. Deve anche consentirci di unire la memoria di tutti coloro che in quella immane tragedia persero la vita a prescindere dalla componente cui appartenevano. A nessun caduto, di qualsiasi parte, e a chi 2
ne ha patito la perdita, si deve negare il rispetto. Siano essi appartenuti alle formazioni partigiane ed alla resistenza, alle popolazioni civili o alle Forze belligeranti. Agli uomini in uniforme, il cui ruolo nella battaglia per il riscatto civile della Nazione, ha subito negli anni passati un forzato oblio, deve essere resa giusta memoria, perché, anche se furono lasciate in balia degli eventi dopo l armistizio, seppero dare prova di dignità, di volontà combattiva e di eroismo. Vorrei davvero che a distanza di 70 anni da quei fatti le commemorazioni del 25 aprile fossero animate dallo spirito della riconciliazione e del ricordo aperto a tutti. Un spirito che non cancella le responsabilità di ciascuno, ma trova il coraggio, a distanza di molti anni di guardare a quei fatti con la volontà di raggiungere una compiuta pacificazione. Il contrario di ciò che spesso le cronache ci raccontano. Gruppuscoli di cosiddetti centri sociali, troppo spesso tollerati, giustificati e coccolati, usano la violenza e la 3
prevaricazione, celate sotto una autoconcessa patente di antifascismo. Questi sono invece oggi giorno un rigurgito di una mentalità autoritaria che tra l altro infanga ed offende la memoria di chi ha vissuto la lotta partigiana, animato da tutt altri ideali. Il 25 aprile 1945 è la data che celebra la fine di una terribile guerra, di un periodo tra i più bui della nostra storia. E però anche il momento da cui nacquero le condizioni per cui atroci ideologie, come nazismo e comunismo, venissero bandite dai consessi civili. Da quegli eventi nacque l Italia repubblicana e lo stato democratico che conosciamo. Dallo spirito del 25 aprile discende il 2 giugno, discendono le libertà e il benessere di cui godiamo, discendono i valori contenuti nella nostra Costituzione. In questo giorno dobbiamo riconoscere il riscatto di un popolo che dopo anni di torpore democratico otteneva nuovamente la sua libertà. La ricorrenza del 25 aprile è però anche una 4
data che serve per riflettere, per cogliere gli insegnamenti del passato e darne una rilettura attualizzata, così da scorgere segni premonitori ed evitare di ripeterne gli errori. Oggi il mondo è scosso da integralismi che minacciano la stabilità della democrazia, che fanno dell odio e della violenza il loro unico linguaggio. Servono azioni decise per bloccare questi tentativi. Azioni decise come quelle che portarono al 25 aprile. Serve un risveglio delle coscienze per accorgerci per tempo che i frutti della liberazione non sono stati conquistati una volta per sempre ed il mondo d oggi è pieno di fanatici che vorrebbero privarci di tali conquiste. Dobbiamo vigilare dai pericoli esterni ma anche guardarci in casa, e prestare attenzione a ciò che mina i valori nati dalla liberazione. Il nostro Paese è troppo spesso attraversato da scandali e vicende che denotano un grave decadimento morale. In primo luogo di coloro che vivono le istituzioni. 5
Dobbiamo invece essere capaci di attuare ciò che Sandro Pertini, grande uomo della resistenza, ebbe a pronunciare quasi 50 anni fa, quando assunse la presidenza della Camera dei Deputati e che nonostante gli anni conserva una attualità impressionante e suona di monito e richiamo: Noi dobbiamo pensare di lavorare in una casa di cristallo. Da noi deve partire l esempio di attaccamento agli istituti democratici e soprattutto l esempio di onestà e di rettitudine. Perché il popolo italiano ha sete di onestà. Su questo punto dobbiamo essere intransigenti prima verso noi stessi, se vogliamo poi esserlo verso gli altri. Non dimentichiamo, onorevoli colleghi, che la corruzione è nemica della libertà. E non dimentichiamo che i giovani ci stanno a guardare. Ecco l insegnamento a tutti noi da parte di un uomo del 25 aprile! Serve un nuovo risveglio! Si deve prendere coscienza e soprattutto far prendere coscienza ai giovani. La lotta incruenta a difesa di tutti questi valori, onestà e moralità, 6
che sono paladine delle nostre libertà, costate invece il sangue di molti, va portata avanti e combattuta quotidianamente. La tutela e la coltivazione delle conquiste del 25 aprile sono un nostro dovere e le possiamo adempiere giorno dopo giorno coi nostri comportamenti, il nostro agire rispettoso delle regole della convivenza, rispettoso delle libertà e della dignità altrui. I valori della Liberazione devono aiutarci a favorire la conciliazione piuttosto che le divisioni. Questo giorno deve essere una festa gioioiosa: democrazia, libertà e convivenza civile sono valori di tutti e non dobbiamo vergognarci di ripeterli e insegnarli ai più giovani per dare a tutti un futuro migliore. Grazie. Roberto Paolo Ferrari Sindaco di Oggiono 7