Ufficio Studi CGIa news dell 8 aprile 2017

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Transcript:

Ufficio Studi CGIa news dell 8 aprile 2017 NEL 2017 MORTI SUL LAVORO IN AUMENTO A CAUSA, IN PARTICOLAR MODO, DEI DISASTRI DI RIGOPIANO (PE) E CAMPO FELICE (AQ). MA NEGLI ULTIMI 45 ANNI I DECESSI E GLI INFORTUNI SONO CROLLATI Ancorché provvisori, dalla CGIA denunciano che nei primi 2 mesi di quest anno i dati relativi agli incidenti mortali nei luoghi di lavoro sono in aumento. Se nello stesso periodo del c erano stati 95 casi, tra gennaio e febbraio 2017 sono decedute 127 persone (+33,7 per cento). Va tuttavia segnalato che quasi la metà dei 32 decessi in più registrati quest anno sono ascrivibili ai 2 casi eccezionali avvenuti nello scorso mese di gennaio: il crollo dell albergo di Rigopiano (Pe) e lo schianto dell elicottero del 118 avvenuto nei pressi di Campo Felice (Aq). Oltre ai morti sul lavoro, sono in crescita anche gli infortuni: sempre nei primi 2 mesi di quest anno sono stati denunciati 98.275 eventi: 1.834 in più (+1,9 per cento) rispetto allo stesso periodo del (vedi Tab. 1). I dati fanno riferimento al report mensile Inail del 21 marzo 2017 che fornisce i dati provvisori relativi ai primi 2 mesi del 2017 con il confronto rispetto ai primi 2 mesi del. Si fa presente che l incremento dei morti sul lavoro nei primi due mesi del 2017 (+32) è stato determinato per quasi la metà dalla tragedia avvenuta in Abruzzo, dove gli eventi fatali sono passati da 4 (periodo gen-feb ) a 19 (periodo gen-feb 2017). Nel complesso, per le ripartizioni geografiche, si registra un incremento di 9 unità al Nord Ovest, di 6 unità al Nord Est, di 22 unità nel Mezzogiorno mentre nel Centro si verifica una riduzione di 5 unità.

Un paese civile e moderno dichiara il coordinatore dell Ufficio studi della CGIA Paolo Zabeo non può accettare oltre 1.000 morti e quasi 700 mila infortuni l anno. Queste tragedie vanno combattute con maggiore determinazione, puntando sulla prevenzione e il contrasto a chi costringe moltissime attività, penso al caso dei subappalti, a operare in condizioni di poca sicurezza. Se i primi dati congiunturali tornano ad essere molto preoccupanti, su base annua il quadro statistico si presenta meno drammatico. Tra il e il, l aumento degli infortuni in termini assoluti è stato dello 0,7 per cento (vedi Tab. 2), anche se la CGIA tiene a precisare quanto segue. Negli ultimi 2 anni, ad esempio, sono aumentati sia gli occupati sia lo stock complessivo delle ore lavorate: pertanto, ha poco senso mettere a confronto il numero degli infortuni di ciascun anno basandosi solo sui dati assoluti. Da un punto di vista statistico, correttezza impone di fare riferimento all indice di frequenza degli incidenti: un parametro che viene calcolato rapportando il numero degli infortuni alle ore lavorate. Ebbene, tra il 2011 e il l indice di frequenza degli infortuni è in costante diminuzione e nell ultimo anno è sceso addirittura dell 1,3 per cento (vedi Tab. 3). E negli ultimi 45 anni il numero dei decessi e degli infortuni nei cantieri e nelle fabbriche è crollato: se all inizio degli anni 70 gli eventi infortunistici sfioravano quota 1,6 milioni, nel sono scesi al minimo storico di poco superiore a 630.000 unità. Sempre nello stesso arco temporale, i morti, invece, sono passati da poco più di 3.650 a poco più di un migliaio (vedi Graf. 1). La posizione delle piccole aziende, segnalano dalla CGIA, è molto chiara: la sicurezza e la salubrità nei luoghi di lavoro è un valore irrinunciabile che va perseguito ogni giorno, ma vanno assolutamente eliminate le procedure puramente formali che non aiutano nessuno. La sicurezza prosegue il coordinatore dell Ufficio studi Paolo Zabeo non può essere fatta solo di documenti, timbri e burocrazia. La sicurezza va perseguita quotidianamente all interno delle aziende e nei cantieri di lavoro attraverso 2

l informazione, l addestramento e il coinvolgimento attivo di tutti i soggetti che vi operano. Qualcuno potrebbe interpretare la richiesta di diminuire la mole di adempimenti burocratici come una riduzione sic e simpliciter dei livelli di sicurezza, ma non è così. Basterebbe, da parte del legislatore, incentivare maggiormente gli interventi di sostanza e limitare al minimo, invece, le pure formalità burocratiche che ancora adesso sono numerosissime. Un falegname, ad esempio, con attività di verniciatura che assieme a un socio apre un attività, nei primi 5 anni deve redigere (in alcuni casi anche 2 volte) i seguenti documenti: valutazione dei rischi; valutazione polveri di legno; valutazione rischio chimico; valutazione rumore e vibrazioni; valutazione stress; valutazione rischio incendio; valutazione scariche in atmosfera; valutazione rischio campi elettromagnetici; valutazione rischio esplosione e movimentazione manuale dei carichi. Inoltre, uno dei due deve partecipare al corso per Responsabile del servizio di prevenzione e protezione (Rspp) e aggiornamento; al corso primo soccorso e aggiornamento; al corso antincendio; l altro socio alle visite mediche annuali; sessioni di formazione generale, specifica e aggiornamento. Se a queste aggiungiamo la documentazione richiesta in ambito ambientale, con tenuta registro rifiuti e Mud, la valutazione di impatto acustico, l autorizzazione per emissioni in atmosfera, etc., non basta una parete attrezzata per contenere tutti i fascicoli prodotti. Sebbene ci siano diverse istituzioni pubbliche che a vario titolo esercitano l attività di vigilanza e di controllo in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro dichiara il segretario della CGIA Renato Mason con le poche risorse umane ed economiche a disposizione, questi enti hanno comunque conseguito dei risultati molto importanti. Il calo degli infortuni e dei morti sui luoghi di lavoro avvenuto in questi ultimi decenni è merito anche dell insostituibile lavoro svolto dal personale di queste strutture. Ovviamente tutto ciò non basta, ma la strada intrapresa è quella giusta. Per capire quali siano i settori maggiormente esposti al rischio infortuni è necessario tentare di pesare il numero di infortuni per le ore lavorate nei rispettivi comparti. I dati sugli infortuni per settore, tuttavia, sono fortemente interessati da alcune criticità che riguardano la presenza di un numero significativo di casi per i 3

quali il comparto non è determinato (circa 100 mila l anno) e dalla presenza di più gestioni. In ogni caso, dai primi risultati calcolati sull anno, si evince come il comparto più critico sia rappresentato dal settore acque/reti fognarie/rifiuti seguito da trasporti, agricoltura, estrattivo, costruzioni e manifatturiero. Tra i meno esposti risultano invece i settori delle attività professionali/scientifiche/tecniche, di quelle finanziarie/assicurative, dell informazione/comunicazione e del commercio. La legislazione nazionale, ricorda la CGIA, ha stabilito che il ruolo di vigilanza e di controllo nei luoghi di lavoro spetta: all Azienda Sanitaria Locale territorialmente competente (strutture variamente denominate come Spsal, Spisal, Spresal, ecc.), senza limitazioni di settore e di competenza; alle Direzioni territoriali del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, per: a) attività nel settore delle costruzioni edili o di genio civile (cantieri); b) lavori mediante cassoni in aria compressa e lavori subacquei; c) ulteriori attività lavorative comportanti rischi particolarmente elevati individuate dalla Commissione Consultiva Permanente; ai Vigili del Fuoco, per quanto di specifica competenza (norme antincendio); all Inail che interviene su richiesta degli organi centrali dello Stato e delle Regioni e delle Province, nell ambito dei controlli che richiedono un elevata competenza scientifica, accedendo nei luoghi di lavoro e svolgendo accertamenti/indagini e occupandosi del controllo della conformità ai requisiti di sicurezza e salute di attrezzature e prodotti messi a disposizione dei lavoratori; al Ministero dello Sviluppo Economico, per il settore minerario; alle Regioni, per le industrie estrattive di seconda categoria e le acque minerali e termali. 4

A livello regionale, tra il e il gli infortuni denunciati in termini percentuali sono aumentati soprattutto in Puglia (+4,8 per cento), in Sicilia (+4,6 per cento), in Friuli Venezia Giulia (+3,9 per cento) e in Basilicata (+3,6 per cento) (vedi Tab. 4). Per quanto riguarda i decessi, infine, è preoccupante la situazione registrata l anno scorso in Emilia Romagna: oltre a essere la regione con il più alto numero di morti nei luoghi di lavoro di tutto il Paese (128), nel ha segnato anche l incremento più elevato rispetto l anno precedente sia in termini assoluti (+32) sia in termini percentuali (+33,3), a fronte di un dato medio nazionale sceso di 154 unità (pari a - 13,1 per cento) (vedi Tab. 5). Tab. 1 Primi dati 2017: eventi mortali in salita, incidono le tragedie avvenute in Abruzzo Eventi denunciati 2017 Var. ass. 2017-2017/ Infortuni sul lavoro 96.441 98.275 +1.834 +1,9 di cui con esito mortale 95 127 +32 +33,7 I dati fanno riferimento al report mensile del 25 gennaio 2017 che fornisce i primi dati provvisori dell Inail relativi all anno con il confronto rispetto all anno. 5

Tab. 2 Andamento degli infortuni denunciati nell ultimo anno Gestioni Var. ass. - / Industria e servizi (A) 490.589 497.194 +6.605 +1,3 Agricoltura (B) 37.456 35.668-1.788-4,8 Per conto dello Stato (C) 104.620 103.950-670 -0,6 TOTALE GESTIONI (A+B+C) 632.665 636.812 +4.147 +0,7 I dati fanno riferimento al report mensile del 25 gennaio 2017 che fornisce i primi dati provvisori dell Inail relativi all anno con il confronto rispetto all anno. Tab. 3 Il numero di infortuni per ora lavorata è in continua diminuzione 2011 2012 2013 2014 / Totale infortuni 817.731 745.541 694.998 663.539 632.665 636.812 +0,7 Ore lavorate (in milioni) 44.052 42.946 41.823 41.794 42.209 42.924 +1,7 Indice di frequenza degli infortuni (n ogni milione di ore lavorate) 18,6 17,4 16,6 15,9 15,0 14,8-1,3 e Istat I dati fanno riferimento al report mensile del 25 gennaio 2017 che fornisce i primi dati provvisori dell Inail relativi all anno con il confronto rispetto all anno. 6

Graf. 1 Serie storica infortuni e morti sul lavoro (anni 1970-) dati e provvisori Nota: si fa presente che, per ragioni di confrontabilità, questa serie storica fa riferimento esclusivamente alla somma di due gestioni: industria/servizi e agricoltura. Non è quindi inclusa la gestione Per conto dello Stato che conta più di 100 mila infortuni: nel (104.620) e nel (103.950) e che spinge il dato complessivo degli infortuni in Italia a 636.812 (per l anno ). I dati dal 1970 al 2010 fanno riferimento alle statistiche storiche dell INAIL, quelli del periodo 2011-2014 sono stati ricavati dalla Banca Dati Statistica mentre quelli degli anni e fanno riferimento al report mensile del 25 gennaio 2017 che fornisce i primi dati provvisori relativi all anno con il confronto rispetto all anno. Inoltre, con riferimento agli infortuni, dal 1994 vi è una discontinuità statistica in quanto, a partire dal 1994, i dati comprendono anche i casi in franchigia ovvero gli infortuni con prognosi non superiore ai 3 giorni. Nel caso delle morti sul lavoro, dal 2010, vi è una discontinuità statistica in quanto, a partire dal 2010, le denunce d infortunio mortali pervenute all Inail comprendono anche quelle aventi definizione amministrativa negativa (esito mortale non riconducibile all'evento per cui, a seguito della valutazione istruttoria, il caso è definito negativo in quanto, col giudizio medico-legale, si ritiene che l'esito mortale non sia stato determinato dall'infortunio). 7

Tab. 4 - Dati regionali infortuni denunciati - Denunce infortunio (rank per var. %) Var. ass. - / Puglia 30.019 31.473 +1.454 +4,8 Sicilia 28.349 29.651 +1.302 +4,6 Friuli Venezia Giulia 15.760 16.380 +620 +3,9 Basilicata 4.615 4.783 +168 +3,6 Campania 21.310 21.918 +608 +2,9 Veneto 72.730 74.510 +1.780 +2,4 Trentino Alto Adige 23.336 23.840 +504 +2,2 Sardegna 12.598 12.870 +272 +2,2 Molise 2.346 2.395 +49 +2,1 Lazio 44.655 44.963 +308 +0,7 Umbria 11.093 11.123 +30 +0,3 Emilia Romagna 83.473 83.519 +46 +0,1 Lombardia 116.068 116.049-19 -0,0 Liguria 21.549 21.296-253 -1,2 Piemonte 48.228 47.526-702 -1,5 Toscana 50.647 49.821-826 -1,6 Valle D'Aosta 1.625 1.592-33 -2,0 Abruzzo 14.853 14.535-318 -2,1 Marche 19.038 18.560-478 -2,5 Calabria 10.316 10.008-308 -3,0 ITALIA 632.665 636.812 +4.147 +0,7 Mezzogiorno 124.406 127.633 +3.227 +2,6 Nord Est 195.299 198.249 +2.950 +1,5 Nord Ovest 187.470 186.463-1.007-0,5 Centro 125.433 124.467-966 -0,8 Non Determinato 57 0-57 I dati fanno riferimento al report mensile del 25 gennaio 2017 che fornisce i primi dati provvisori dell Inail relativi all anno con il confronto rispetto all anno. 8

Tab. 5 - Dati regionali morti sul lavoro - Denunce infortunio con esito mortale (rank per var. %) Var. ass. - / Emilia Romagna 96 128 +32 +33,3 Sardegna 18 24 +6 +33,3 Basilicata 13 15 +2 +15,4 Veneto 114 119 +5 +4,4 Friuli Venezia Giulia 20 20 +0 +0,0 Marche 39 38-1 -2,6 Piemonte 82 76-6 -7,3 Puglia 77 70-7 -9,1 Trentino Alto Adige 25 22-3 -12,0 Lazio 105 91-14 -13,3 Sicilia 76 63-13 -17,1 Calabria 24 19-5 -20,8 Liguria 24 18-6 -25,0 Lombardia 165 120-45 -27,3 Umbria 27 19-8 -29,6 Abruzzo 38 26-12 -31,6 Toscana 109 72-37 -33,9 Campania 106 69-37 -34,9 Molise 14 9-5 -35,7 Valle D'Aosta 0 0 ITALIA 1.172 1.018-154 -13,1 Nord Est 255 289 +34 +13,3 Mezzogiorno 366 295-71 -19,4 Nord Ovest 271 214-57 -21,0 Centro 280 220-60 -21,4 I dati fanno riferimento al report mensile del 25 gennaio 2017 che fornisce i primi dati provvisori dell Inail relativi all anno con il confronto rispetto all anno. 9