Obiettivo descritto in termini comprensibili agli alunni.



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Transcript:

UNITA DIDATTICA Le avventure di Jim Bottone I Capitolo Obiettivi cognitivi Sviluppare la capacità di leggere in modo analitico Incrementare la capacità di rappresentare in modo diverso una storia e raccontarla ad altri Favorire e sviluppare un comportamento attivo e di interazione con il libro Provare curiosità Sviluppare la fantasia e la creatività Obiettivo descritto in termini comprensibili agli alunni. Ogni componente del gruppo, dopo aver ascoltato la lettura del capitolo, dovrà riscriverne una parte sintetizzandola e arricchendola secondo la propria fantasia. 1

Formazione dei gruppi Si formeranno gruppi da 4, estraendo a sorte 4 nomi alla volta. Materiali Fotocopia del capitolo del libro Penna Matita Colori Fogli Foglio del libro Abilità sociali Stare nel gruppo Condividere i materiali Suddividere gli incarichi Impegnarsi fino alla fine del lavoro Parlare sottovoce Aiutare l altro Prestare attenzione al lavoro degli altri (esprimere solo critiche costruttive) 2

Procedura di lavoro 1. Lettura del capitolo 2. Dividere il capitolo letto in quattro capoversi ed assegnare a sorte un capoverso ad ogni componente del gruppo. 3. Ognuno riscriva il proprio capoverso con una sintesi, lo arricchisca secondo la propria creatività e fantasia 4. In gruppo controllare la correttezza dei capoversi. 5. Infine ciascuno copi il capitolo sulle pagine del libro e le realizzi secondo le indicazioni del gruppo. LE AVVENTURE DI JIM BOTTONE di MICHAEL ENDE Primo capitolo Dormolandia, dove viveva Luca il macchinista, era un paese piccolissimo. In confronto ad altri paesi, come ad esempio la Germania, l Africa, la Cina, era eccezionalmente piccolo: più o meno il doppio di una nostra normale abitazione. Era occupato in larga parte da una montagna con due vette, una alta e una un po più bassa. Tutt intorno alla montagna serpeggiavano numerosi sentieri con passaggi laterali e ponticelli. C era anche una strada ferrata tutta a curve che, attraverso cinque tunnel, correva in lungo ed in largo su per la montagna e le sue due vette. Naturalmente a Dormolandia c erano anche delle case: una decisamente normale e l altra con dentro una piccola bottega. Ai piedi della montagna si trovava inoltre una piccola stazione. Là abitava Luca il macchinista. In alto sulla montagna, tra le due vette sorgeva un castello. Il paese era praticamente stracolmo. Non c era più molto posto libero! E degno di nota forse anche il fatto che si doveva stare molto attenti a non superare i confini del paese per non bagnarsi i piedi dato che si trattava di un isola. 3

Quest isola si trovava in mezzo all oceano sconfinato e, giorno e notte, onde grandi e piccole rumoreggiavano ai suoi confini. Talvolta il mare era silenzioso e liscio cosicché la luna durante la notte ed il sole durante il giorno ci si potevano rispecchiare. Queste occasioni erano particolarmente belle e motivo di festa per Luca il macchinista, che andava a sedersi sulla spiaggia a godersi lo spettacolo. Nessuno sapeva perché l isola si chiamasse Dormolandia e non in un altro modo, ma sicuramente un giorno verrà fatta un indagine. E qui che viveva Luca il macchinista con la sua locomotiva. Si chiamava Emma ed era una locomotiva di buona qualità anche se forse un po fuori moda. Era soprattutto un po grassa. Qualcuno potrebbe a questo punto domandare: a che cosa serve una locomotiva in un paese così piccolo? Allora, un macchinista ha bisogno appunto di una locomotiva, altrimenti che cosa potrebbe condurre? Forse un ascensore? Ma allora sarebbe un ascensorista. Un vero macchinista vuole essere o un macchinista oppure niente. Tanto più che a Dormolandia non c erano ascensori. Luca il macchinista era piccolo e grassottello e non si preoccupava affatto se qualcuno trovava una locomotiva necessaria o no. Portava un berretto con visiera ed una tuta da lavoro. Aveva gli occhi blu come il cielo di Dormolandia nei giorni di sole. Ma il viso e le mani erano nere di olio e di fuliggine. Per quanto si lavasse ogni giorno con uno speciale sapone per macchinisti, la fuliggine non andava più via. Era penetrata profondamente nella pelle dato che Luca da molti anni, durante il lavoro, ridiventava nero ogni giorno. Quando rideva e lo faceva spesso gli si vedevano brillare in bocca magnifici denti bianchi con i quali riusciva a schiacciare qualsiasi noce. Portava inoltre un orecchino d oro nel lobo dell orecchio e fumava una grossa pipa inglese. Non era particolarmente grande, ma disponeva di una incredibile forza fisica. Volendo, sapeva ad esempio fare un nodo con una sbarra di ferro. Nessuno però sapeva quanto fosse veramente forte perché amava la pace e la tranquillità e non aveva mai avuto bisogno di dimostrare la sua forza. A tempo perso era anche un artista. Un artista nello sputo. Sapeva mirare in modo così preciso che riusciva a spegnere un cerino acceso a tre metri e mezzo di distanza. Ma non é tutto. Sapeva fare qualcosa che nessun altro al mondo avrebbe potuto tanto facilmente imitare: sapeva fare sputi a forma di cerchio. Ogni giorno Luca viaggiava diverse volte da una estremità all altra dell isola lungo i sinuosi binari attraverso i cinque tunnel senza che capitasse mai nulla di importante o degno di nota. Emma sbuffava e fischiava con piacere. Qualche volta anche Luca fischiettava una canzoncina fra sé e sé ed allora fischiavano a due voci: era molto divertente sentirli, soprattutto nei tunnel dove rimbombava molto bene. Oltre a Luca ed Emma, a Dormolandia c erano anche altre persone. Una di queste era il Re che governava il paese e abitava nel castello posto tra le due vette. Si chiamava Alfonso, l Undicesimo e Tre-quarti, perché era nato alle undici e tre quarti. Era un buon sovrano. Ad ogni modo nessuno avrebbe potuto parlarne male perché non c era assolutamente niente da dire di lui. Trascorreva la maggior parte del tempo nel castello, la corona in testa, avvolto in una vestaglia di velluto rosso, ai piedi un paio di pantofole a quadretti scozzesi e telefonava. Aveva fatto mettere apposta un grande telefono d oro. Re Alfonso l Undicesimo e Trequarti aveva due sudditi, se si prescinde da Luca che in realtà non era un suddito, bensì un macchinista. Un suddito era un uomo di nome Signor Manica, il quale passava la maggior parte del tempo a passeggiare con un rigido cappello in testa ed un ombrello sempre chiuso sotto braccio. Abitava nella casa normale e non aveva nessuna particolare professione. Si trovava per l appunto là e passeggiava. Era in primo luogo un suddito e veniva comandato. Qualche volta apriva anche l ombrello, di solito quando pioveva. Di più non c e da dire di lui. L altro suddito era una donna, particolarmente simpatica. Era piuttosto grassoccia anche se non proprio come Emma la locomotiva. Aveva le gote rosse come una mela e si chiamava Signora 4

Coosa, con due o. La Signora Coosa viveva nella casa con la piccola bottega dove ci si poteva procurare tutto ciò che era necessario: gomma da masticare, giornali, lacci per le scarpe, latte, solette per scarpe, burro, spinaci, seghe da traforo, zucchero, sale, batterie per torce, temperini, portamonete a forma di calzoncini di pelle, confetti colorati, souvenirs, attaccatutto, in breve: qualunque cosa. I souvenirs non venivano veramente mai comprati perché nessun turista arrivava fino a Dormolandia. Soltanto il Signor Manica ne comprava uno ogni tanto, più per gentilezza e perché era cosi a buon mercato non perché ne avesse bisogno. Inoltre chiacchierava volentieri con la Signora Coosa. Ah, a proposito, non dimentichiamo che si poteva vedere il re soltanto nei giorni di festa perché doveva quasi sempre governare. Ma nei giorni di festa si affacciava alla finestra esattamente alle dodici meno un quarto e salutava cordialmente con la mano. Allora i suoi sudditi esultavano e gettavano in aria i cappelli e Luca faceva fischiettare Emma allegramente. Più tardi c era gelato alla vaniglia per tutti e nei giorni di festa particolari c era gelato alla fragola. Il Re ordinava il gelato dalla Signora Coosa che era una maestra nel prepararlo. A Dormolandia la vita scorreva tranquillamente, finché un giorno.. e a questo punto incomincia la nostra vera storia 5

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Laboratorio di scrittura Le avventure di Jim Bottone Primo capitolo In cui incomincia la storia 7

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