La storia vera, a fumetti La Monaca di Monza
Cara lettrice, caro lettore, questo libro ti è offerto dalle biblioteche del Comune di Milano nell ambito di Milano da Leggere, l iniziativa di promozione della lettura realizzata in collaborazione con ATM Azienda Trasporti Milanesi S.p.A. Per conoscere i servizi e altre iniziative delle biblioteche: milano.biblioteche.it L edizione 2019 di Milano da leggere è dedicata al racconto per immagini e conserva la sua cifra milanese proponendo fumetti e graphic novel di autori, editori, personaggi, ambientazioni in stretto legame con la città. Si ringrazia WOW Spazio Fumetto per l amichevole collaborazione. La monaca di Monza Di Alessandro Tripood La Monica, da soggetto di Luigi F. Bona. Alessandro La Monica, 2016. "La vera storia - a fumetti", a cura di Luigi F. Bona e Rossella Orofino per Archivio Metropolis e Fondazione Franco Fossati. Nuova edizione elettronica Fondazione Franco Fossati, 2019. Si ringraziano l autore, Archivio Metropolis, Fondazione Franco Fossati e Wow Spazio Fumetto per la gentile concessione dell opera. Il suo utilizzo è strettamente personale e non è consentita la riproduzione o la diffusione ad altri in nessuna forma.
La vera storia - a fumetti «La Monaca di Monza» a cura di Luigi F. Bona e Rossella Orofino per Archivio Metropolis e Fondazione Franco Fossati Immagine di copertina di Alessandro Tripood La Monica «La Monaca di Monza» di Alessandro Tripood La Monica da soggetto di Luigi F. Bona 2016 by Alessandro La Monica Nuova edizione elettronica Fondazione Franco Fossati aprile 2019 Vietata la riproduzione. Tutti i diritti riservati - All rights reserved Quest opera è stata realizzata per la pubblicazione «Itinerari di cultura» (settembre 2016) edita dal Comune di Monza a cura del Servizio Marketing territoriale (www.turismo.monza.it) con il coordinamento di Magda G. Berrocal in collaborazione con Fondazione Franco Fossati (www.francofossati.eu) e WOW Spazio Fumetto museo del Fumetto di Milano (www.museowow.it)
La Monaca di Monza Dal romanzo al cinema e al fumetto L esposizione presentata nei Musei Civici di Monza (poi riproposta allo WOW Spazio Fumetto a Milano nella più vasta esposizione su un Manzoni sconosciuto e affascinante) è un percorso inedito alla scoperta della Monaca di Monza, realmente vissuta attorno al 1600: una storia complessa, dove la violenza si mescola alla passione di un amore impossibile. Quando Alessandro Manzoni ne viene a conoscenza, sia pure in modo parziale, attraverso la cronaca di Giuseppe Ripamonti (coetaneo della Monaca), vi riconosce la ricchezza di ingredienti preziosi per un «romanzo d appendice» (che all inizio dell Ottocento ancora non esiste) e ne è talmente affascinato da raccontarne in modo ampio nella prima stesura dei «Promessi Sposi». Alla fine la storia della Monaca, diventata un altro romanzo dentro il romanzo, nella versione definitiva del 1840 viene riequilibrata e ridotta. Al punto che altri scrittori, come Giovanni Rosini, si sentiranno subito autorizzati a inventarne sviluppi molto fantasiosi, arrivati anche a diverse versioni cinematografiche. Oggi si sa molto di più sui fatti veri, possiamo dire di sapere tutto. Ripercorrere i luoghi e ritrovare l epoca di quegli episodi consente di aprire una finestra straordinaria su realtà sconosciute, un territorio costellato di monasteri e conventi, contea redditizia e sottoposta a una nobiltà stretta tra l occupazione spagnola e l Inquisizione. Non è ancora l epoca della grande pestilenza che colpirà Milano nel 1630 (periodo scelto dal Manzoni per disporre di un più ricco contesto per la sua narrazione, traslandovi anche la storia della «sua» Monaca). Il romanziere conosce la storia di Marianna de Leyva, nata da Virginia Maria Marino in un Palazzo Marino (oggi sede del Comune di Milano) ancora in costruzione, e le inventa una giovinezza non peggiore della realtà: quando Marianna, orfana della madre (morta di peste) viene consegnata al monastero di clausura monzese ha in realtà solo tredici anni, e a sedici prende i voti. Così i suoi beni possono andare al fratello maschio. La Monaca disegnata da Domenico Natoli nel 1953 (in alto) e da Paolo Piffarerio nel 1985 (qui sopra).
Sopra: Lucia (Paola Pitagora) e la Monaca (Lea Massari) nello sceneggiato RAI del 1967. In basso: Paola Barbara e Rossano Brazzi sono Gertrude e Gian Paolo Osio nel fotoromanzo tratto dal film «La monaca di Monza» del 1947. Nel suo «carcere» monastico resterà per una vita lunga settantacinque anni, compresi quelli trascorsi murata viva in una cella di un metro e mezzo per due e mezzo, condannata dal tribunale religioso con una sentenza disumana (ma, all epoca, normale) interrotta dal cardinale Borromeo solo dopo quattordici anni e, infine, portata a esempio di santo pentimento per le visioni mistiche di cui è preda. Il profilo psicologico tracciato dal Manzoni è profondo e la forte condanna, nel romanzo come nella nostra visione odierna, non è tanto per la monaca e per il suo amante, per gli omicidi e gli orrori di cui si sono macchiati o per la violazione delle regole monastiche, bensì per la monacazione forzata, un obbrobrio in uso fino alla metà dell Ottocento, oltre la pubblicazione dei «Promessi Sposi» (che forse ha contribuito a farla cadere)! Sia «I promessi sposi» sia «La monaca di Monza» hanno avuto particolare successo nelle versioni illustrate, cominciando dalla definitiva edizione del 1840 del romanzo manzoniano con i disegni del giovane Francesco Gonin, scelto e guidato direttamente dal Manzoni in una concezione totalmente innovativa di integrazione tra testo e immagine: oggi la critica riconosce che «I promessi sposi» è il romanzo illustrato dal Gonin, perché così venne concepito dal romanziere. Tra le altre edizioni illustrate del libro, è particolarmente apprezzabile quella di Gustavino del 1949, mentre de «La monaca di Monza» è eccellente l edizione di Perino intorno al 1880 con i disegni di Leonida Edel. Se la pittura offre suggestive immagini della Monaca (opera di artisti come Mosè Bianchi, che propongono un volto per una donna di cui non esiste un ritratto certo), anche cinema, televisione e teatro sono presenti, puntando ora sul realismo ora sulla parodia (come quella del trio Lopez- Marchesini-Solenghi, dopo Totò e Buzzanca). Così anche fotoromanzo (negli anni Cinquanta) e fumetto (dall albo a striscia di Domenico Natoli del 1953 pubblicitario della Magnesia S. Pellegrino e per anni distribuito nelle farmacie, alla parodia disneyana dei «Promessi Topi», alle pagine di Paolo Piffarerio per Il Giornalino, fino alle strisce di Marcello Toninelli). Con tutto ciò, la vera storia della Monaca di Monza è conosciuta interamente solo dalla pubblicazione di «Vita e processo di Suor Virginia Maria de Leyva monaca di Monza» (Garzanti, 1985) a cura di Giuseppe Farinelli ed Ermanno Paccagnini. E questa che presentiamo è la prima narrazione a fumetti, sintetica ma rigorosa nei particolari, creata in occasione della mostra monzese con l arte di Alessandro La Monica.
Alessandro La Monica e la genesi del fumetto Alessandro La Monica (in arte Alexander Tripood) è il giovane autore coinvolto dalla Fondazione Franco Fossati per tradurre in fumetto la complessa vicenda di Marianna De Leyva. Alessandro al lavoro con i suoi acquerelli. Nelle altre immagini, schizzi e studi preparatori per La Monaca di Monza.