Impianto elettrico in locale ad uso medico



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Impianto elettrico in locale ad uso medico Studio di Ingegneria Magrini Polloni Marco Tel. 0382-21902 Fax 0382-21902 Via San Carlo 5 27100 Pavia www.mpm1962.altervista.org Alessia94@libero.it

Sommario Sommario Generalità 1 Apparecchi elettromedicali, correnti di dispersione e situazione di pericolo 3 Misure di protezione 4 Sistemi di distribuzione e protezioni 5 Alimentazione dei servizi di sicurezza 6

Pag. 01 Chi classifica i locali ad uso medico? E compito del Responsabile sanitario che conosce le attività svolte nei vari locali della struttura. Un ambulatorio medico è di gruppo 0 se il medico non porta a contatto dei pazienti apparecchi elettromedicali. Un ambulatorio dentistico è un locale di gruppo 1, diventa di gruppo 2 se vengono compiuti interventi chirurgici in anestesia generale. I locali estetici sono assimilati a locali medici. Se si utilizzano apparecchi elettrici da applicare alle persone il locale è di gruppo 1 viceversa il locale estetico è di gruppo 0 quando nessun apparecchio ha parti che entrano in contatto con la persona. Generalità Introduzione Il paziente all'interno di un locale ad uso medico è sottoposto ad una serie di pericoli di natura elettrica sicuramente maggiori rispetto ad altri locali poiché la tipicità dell'ambiente e le particolari attività che vi si svolgono determinano un aumento dei fattori di rischio. Le precarie condizioni di salute, le diminuite capacità di reazione e la presenza di apparecchi elettromedicali direttamente a contatto fisico o elettrico, rendono il paziente particolarmente vulnerabile ai pericoli della corrente elettrica. Per elevare il grado di sicurezza a livelli accettabili risulta quindi necessario adottare provvedimenti più severi che in altri luoghi, sia per gli apparecchi elettromedicali sia per l'impianto elettrico. Locale ad uso medico E un locale destinato a scopi diagnostici, terapeutici, chirurgici, di sorveglianza o di riabilitazione dei pazienti inclusi i trattamenti estetici. Apparecchi elettromedicali Si definisce apparecchio elettromedicale un apparecchio, munito di una connessione ad una particolare rete di alimentazione destinato alla diagnosi, al trattamento o alla sorveglianza del paziente sotto la supervisione di un medico, che entra in contatto fisico o elettrico col paziente e/o trasferisce energia verso e dal paziente. Parte applicata Con questo termine si intende la parte dell apparecchio che nell uso normale viene necessariamente a contatto fisico con il paziente affinché l apparecchio possa svolgere la sua funzione o che il paziente deve necessariamente toccare. Classificazione dei locali In base alla utilizzazione degli apparecchi elettromedicali i locali ad uso medico vengono distinti nelle seguenti categorie: Gruppo 0 - Sono i locali in cui non si utilizzano apparecchi elettromedicali con parti applicate; Gruppo 1 - Sono i locali in cui le parti applicate degli apparecchi elettromedicali sono usate esternamente o invasivamente entro qualsiasi parte del corpo ad eccetto della zona cardiaca; Gruppo 2 - Sono i locali in cui le parti applicate vengono utilizzate per interventi cardiaci e operazioni chirurgiche oppure i locali in cui il paziente è sottoposto a trattamenti vitali dove la mancanza di energia elettrica può comportare pericolo di vita ( sale di anestesia, chirurgia, terapia intensiva ).

Pag. 02 Zona paziente E il volume in cui il paziente con parti applicate può venire a contatto in modo intenzionale o meno con apparecchi elettromedicali o con masse estranee o con altre persone in contatto con questi elementi.

Pag. 03 Macroshock e microshock. IL macroshock viene identificato come una scossa che interessa tutto il corpo mentre il microshock è una microscossa a livello cardiaco. In particolari situazioni cliniche il paziente ha il cuore in collegamento elettrico con l esterno, ad esempio tramite gli elettrodi di un pacemaker alimentato provvisoriamente dall esterno o nell effettuazione di un elettro cardio gramma intracardiaco o tramite cateteri applicati in zona cardiaca. Apparecchi elettromedicali, correnti di dispersione e situazione di pericolo Gli apparecchi elettromedicali sono classificati dalal norma CEI 62-5 nel seguente modo: Tipo B : apparecchio elettromedicale con ridotta corrente di dispersione adatto per applicazione diretta sul paziente; Tipo BF : apparecchio elettromedicale con la parte applicata al paziente isolata da terra ; Tipo CF : apparecchio elettromedicale costruito con la massima garanzia di sicurezza per applicazione diretta al cuore del paziente. Le parti a diverso potenziale di un apparecchio elettromedicale, come tutti gli apparecchi elettrici, danno origine a correnti di dispersione. La costruzione di un apparecchio deve essere eseguita in modo tale non da limitare tali correnti ma fare in modo che non possano in alcun modo interessare il paziente. Le situazioni di pericolo per il personale e i pazienti sono analoghe a quelle degli ambienti ordinari con la differenza di una maggiore predisposizione al rischio elettrico essendoci il contatti con gli apparecchi. Una situazione di pericolo può derivare da una eccessiva caduta di tensione sui conduttori di protezione che danno origine alla presenza di una differenza di potenziale pericolosa nei punti in cui il paziente è collegato al circuito. Un particolare rischio si verifica quando al paziente si trovano applicati apparecchi elettromedicali invasivi con parti che interessano la zona cardiaca che possono dare luogo a microshock. Correnti dell ordine di qualche decina di micro ampere possono innescare la fibrillazione ventricolare. Se non si interviene con un defibrillatore ventricolare il fenomeno diventa irreversibile.

Pag. 04 Misure di protezione Le misure di protezione che devono essere predisposte per i locali ad uso medico devono rispondere a determinare esigente così sintetizzate: Devono essere garantite ad operatori e paziente la protezione contro i contatti diretti e indiretti: Bisogna garantire la equi potenzialità di masse e masse estranee; Garantire la continuità del servizio per mancanza di energia elettrica soprattutto in quei locali in cui la mancanza di energia non è compatibile con la funzione svolta ( sala operatoria, terapia intensiva ); Garantire la protezione dai pericoli di esplosione e incendio in quei locali in cui si usano o sono depositate sostanze che possono provocare miscele esplosive.

Pag. 05 Sistemi di distribuzione e protezioni Nodo equipotenziale. Tutti i cavi equipotenziali che fanno capo al nodo o collettore equipotenziale devono essere etichettati per una facile individuazione della massa o massa estranea a cui fanno capo. Distribuzione IT-M Possono essere utilizzati il TT, TN e IT ad eccezione del TN-C. Il sistema IT utilizzato viene indicato con la sigla IT-M ( IT medicale ) che si basa sul controllo permanente della resistenza di isolamento. Il sistema viene alimentato con un trasformatore di isolamento dotato di un disposittivo di controllo permanente dell isolamento non disinseribile e deve intervenire con segnalazione luminosa e sonora quando la resistenza di isolamento tra i conduttori scende sotto a 50 kω. LA tensione di uscita del secondario non deve essere superiore a 250 V con corrente di dispersione non superiore a 0,5 ma e potenza nominale di uscta compresa tra 0,5 kva e 10 kva. Protezione combinata contro contatti diretti e indiretti Se si utilizzano circuiti SELV e PELV nei locali di gruppo 1 e 2 occorre limitare la tensione a 25 V in corrente alternata e a 60 V in corrente continua. Per i contatti diretti si applica la protezione mediante isolamento delle parti attive oppure mediante involucri o barriere con grado di protezione IP2X o IPXXB Ogni conduttore equipotenziale deve essere collegato ad un morsetto. Protezione mediante interruzione automatica della alimentazione E una misura di protezione contro i contatti indiretti che si realizza mediante coordinamento tra l impianto di terra e il dispositivo di interruzione. Nei locali appartenenti ai gruppi 1 e 2 in caso di utilizzo del sistema TT il coordinamento va effettuato in modo da garantire una tensione di contatto limite convenzionale non superiore a 25 V cioè 25. Il coordinamento va effettuato utilizzando interruttori differenziali di tipo A o B. Nodo equipotenziale In ogni locale ad uso medico di gruppo 1 e 2 per garantire l equipotenzialità delle masse e delle masse estranee deve essere installato un nodo equipotenziale, realizzato con una barra di rame e collegato all impianto di terra. I conduttori equipotenziali di collegamento devono avere almeno sezione pari a 6 mmq in rame e presentare una resistenza non superiore a 0,2 Ω per limitare le cadute di tensione.

Pag. 06 Alimentazione dei servizi di sicurezza Nei locali ad uso medico è richiesta una alimentazione dei servizi di sicurezza che deve intervenire al mancare della alimentazione ordinaria. Le caratteristiche che l alimentazione di sicurezza deve presentare sono stabilite dal progettista, sulla base delle indicazioni fornite dai responsabili sanitari e tenendo conto delle effettive esigenze della struttura sanitaria da servire in relazione alle apparecchiature e macchinari dalla cui continuità di esercizio dipende l incolumità dei pazienti. La normativa per i locali ad uso medico si limita a fissare i seguenti tempi di intervento dell alimentazione di sicurezza per i servizi principali. Classificazione dei sistemi di alimentazione di sicurezza in base al tempo di intervento Classe 0 Classe 0,15 Classe 0,5 Classe 15 Classe >15 Tipo di alimentazione Tempo di intervento a) Alimentazione di sicurezza con periodo di commutazione 0,5 s È richiesta per gli apparecchi di illuminazione dei tavoli chirurgici e per alcuni apparecchi elettromedicali di supporto vitale, che non ammettono interruzioni dell alimentazione superiori a 0,5 s. L alimentazione di sicurezza deve, al mancare della tensione sul quadro di distribuzione, intervenire entro 0,5 s, garantendo un autonomia di 3 h, riducibili a 1 h nel caso che, in tale tempo, l alimentazione di sicurezza (ad esempio, UPS) possa essere commutata anche manualmente su un altra alimentazione di sicurezza (ad esempio, gruppo elettrogeno). b) Alimentazione di sicurezza con un periodo di commutazione 15 s Un alimentazione di sicurezza che intervenga entro 15 s dal verificarsi di un abbassamento di tensione nel quadro di distribuzione principale, che superi i limiti del 12% per una durata superiore ai 3 s, deve essere garantita per l illuminazione di sicurezza e per alcuni servizi e apparecchi elettromedicali non compresi tra quelli previsti in precedenza. L alimentazione di sicurezza deve assicurare un autonomia di 24 h. Tale durata può essere ridotta sino ad un minimo di 1 h se le prescrizioni mediche e l utilizzo del locale facilitano il trattamento/esame e l evacuazione può essere completata entro 1 h. L illuminazione di sicurezza è richiesta nei seguenti ambienti: vie di esodo e uscite di sicurezza, compresa la relativa segnaletica di sicurezza;

Pag. 07 locali destinati a servizio elettrico, a gruppi generatori di emergenza ed a quadri di distribuzione principali dell alimentazione ordinaria e dell alimentazione di sicurezza; locali nei quali sono previsti servizi essenziali (in ciascun locale, almeno un apparecchio di illuminazione deve essere alimentato dalla sorgente di sicurezza); locali ad uso medico di gruppo 1 (in ciascun locale, almeno un apparecchio di illuminazione deve essere alimentato dalla sorgente di sicurezza); locali ad uso medico di gruppo 2 (in ciascun locale almeno il 50% degli apparecchi di illuminazione deve essere alimentato dalla sorgente di sicurezza). I servizi e gli apparecchi elettromedicali per i quali è necessaria un alimentazione di sicurezza con un tempo d intervento non superiore a 15 s sono, ad esempio, i seguenti: Ascensori destinati a funzionare in caso di incendio; Sistemi di ventilazione per estrazione dei fumi; Sistemi di chiamata; Apparecchi elettromedicali che necessitano di un alimentazione di sicurezza entro 15 s; Apparecchi elettrici di sistemi destinati a fornire gas per uso medico, compresi l aria compressa, il vuoto ed i gas anestetici, come pure i loro sistemi di monitoraggio; Sistemi di rivelazione incendi, di allarme in caso di incendio e di estinzione degli incendi. c) Alimentazione di sicurezza con un periodo di commutazione >15 s I componenti elettrici, diversi da quelli citati al punto b), necessari per mantenere in funzione i servizi ospedalieri, devono essere collegati, manualmente o automaticamente, ad una sorgente di alimentazione di sicurezza, capace di alimentarli per un periodo minimo (ad esempio, di 24 ore). Questi componenti elettrici possono comprendere, ad esempio e sempre che sia ritenuto necessario (è compito del progettista stabilirlo, assieme al committente): Apparecchi di sterilizzazione; Impianti tecnici dell edificio, in particolare condizionamento dell aria, sistemi di riscaldamento e di ventilazione, servizi dell edificio, sistema di smaltimento dei rifiuti; Apparecchi frigoriferi; Apparecchi di cottura; Apparecchi per la carica batterie di accumulatori a servizio dei locali di gruppo 1 e 2.