INTRODUZIONE ALLA BIBBIA E AL PENTATEUCO. Anno Accademico 2013-2014



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INTRODUZIONE ALLA BIBBIA E AL PENTATEUCO Anno Accademico 2013-2014

Obiettivo del corso Il corso vuole fornire una conoscenza generale della Bibbia e dei libri che compongono il Pentateuco. Programma 1) Introduzione generale alla Bibbia a) Composizione della Bibbia; b) Breve panoramica della storia biblica. 2) Il Pentateuco a) Introduzione generale ed accenno alle problematiche della sua composizione; b) Studio del contenuto dei singoli libri: Genesi, Esodo, Levitico, Numeri, Deuteronomio.

BIBLIOGRAFIA Introduzioni alla Bibbia: - Tábet, M., Introduzione generale a"a Bibbia, (Cinise"o Balsamo, 1998); - Zenger, E. (ed.), Introduzione a"'antico Testamento, (Brescia, 2005). Introduzioni al Pentateuco: - S k a, J. L., In t r o d u z i o n e a l l a l e t t u ra d e l Pentateuco, (Roma, 1998); - Garcìa Lopez, F., Il Pentateuco. Introduzione a"a lettura dei primi cinque libri de"a Bibbia, (Brescia, 2004).

donpaoloviggiano@gmail.com

ESAME L'esame sarà scritto per tutti. Prevederà un questionario di dieci domande sul corso svolto. Non abbiate paura, bastano gli appunti e le dispense.

INTRODUZIONE GENERALE ALLA BIBBIA La parola «Bibbia» deriva dal greco biblía, che significa «libri», e la forma al plurale richiama l'attenzione sul fatto che la Bibbia, sia quella ebraica che quella cristiana, non è un singolo volume ma una raccolta di libri, una specie di «biblioteca nazionale», non sganciati l'uno dall'altro, ma collegati tra loro. L'AT (le Scritture ebraiche), ha raggiunto la sua forma attuale attorno al 1000 a. C., mentre gli ultimi libri del NT sono stati accettati come autorevoli attorno al 100 d. C. Il riconoscimento religioso ufficiale, tuttavia, è venuto molto più tardi. L'insieme dei libri che compongono l'at ed il NT è molto diversificato. La maggior parte dei libri nel corso del loro lungo periodo di trasmissione sono passati attraverso un complesso processo di revisione, interpretazione, reinterpretazione, adattamento ed ampliamento. La critica biblica ci aiuta a dipanare questo processo, ma le conclusioni a cui arrivano gli studiosi spesso rimangono pure ipotesi.

L'AT è costituito da 24 libri (canone ebraico) divisi in tre categorie: la Legge (la Torah), i Profeti e gli Scritti. Alcuni dei libri storici sono divisi in due (1-2 Re), dando così un totale di 39 libri. Questi libri sono: - La Torah, che comprende cinque libri (Genesi, Esodo, Levitico, Numeri, Deuteronomio). - I Profeti, costituiti da 21 libri, compresi Giosuè, 1 e 2 Re, Isaia e Malachia. - Gli Scritti, costituiti da 13 libri, compresi Rut, 1 e 2 Cronache e i Salmi. Il NT è costituito da 27 libri che si possono dividere in: - Libri storici: i quattro Vangeli e gli Atti degli Apostoli. - Epistole, o lettere scritte da Paolo, Pietro, Giovanni e altri ancora. - Letteratura apocalittica, costituita da un unico libro, l'apocalisse.

IL TESTO DELLA BIBBIA La Bibbia è una raccolta di libri scritti in tempi diversi e da molti autori. Attualmente non esiste nessuno dei manoscritti originali. Gli studiosi hanno sempre cercato di trovare il testo più antico e più affidabile della Bibbia. È chiaramente di vitale importanza che i cristiani possano leggere personalmente ciò che gli autori dei diversi libri hanno realmente scritto, o perlomeno con il minor numero possibile di divergenze. Il testo dell'antico Testamento La più antica traduzione delle Scritture ebraiche è quella dei Settanta (LXX), che è la traduzione dall'ebraico al greco fatta per i Giudei sparpagliati in tutto il mondo di lingua greca che non conoscevano più l'ebraico. Questa traduzione è stata poi la base per molte altre traduzioni, in modo particolare per l'importante versione latina, detta Volgata, fatta da S. Girolamono nel 382 d. C.

Le traduzioni delle Scritture ebraiche direttamente dal testo ebraico erano generalmente basate sulla versione masoretica. I Masoreti erano un gruppo di studiosi ebrei attivi tra il 500 ed il 1000 d. C. che hanno aggiunto le vocali al testo ebraico, che fino allora scriveva solo le consonanti. Per rispettare la santità del testo antico, gli studiosi masoreti hanno aggiunto dei segni sotto e sopra la riga di scrittura in modo da non interferire con il testo scritto. L'affidabilità del lavoro dei masoreti può essere verificata mediante un confronto con alcuni rotoli del Mar Morto (Qumran). Tale confronto non può che aumentare il nostro rispetto per l'affidabilità degli altri testi ebraici, molto più antichi, di cui disponiamo. Il testo del Nuovo Testamento Esistono ancora migliaia di manoscritti greci del NT. I più antichi manoscritti praticamente completi risalgono al 4 e 5 secolo d. C. Esistono inoltre frammenti su papiro del 2 e del 3 secolo d. C. Altri manoscritti sono su pergamena e sono tutti rilegati a forma di libro (i codici). I codici contengono un testo continuo scritto sotto forma di «onciali» (lettere maiuscole) o di «minuscole». In questi codici non ci sono spazi tra le parole, nessun segno di punteggiatura e nessuna divisione in capitoli e versetti. Gli onciali più importanti sono il Codex Sinaiticus e il Codex Vaticanus del quarto secolo d. C. Il Codex Bezae contiene sia il testo greco che quello latino dei Vangeli e degli Atti degli Apostoli. Il frammento più antico di un manoscritto su papiro è un breve passo di Giovanni 18, pubblicato nel 1935; il frammento è stato datato al 135 d. C. Ma come si è formato il testo biblico?

LA FORMAZIONE DEL TESTO BIBLICO I testi biblici per un lungo periodo vennero tramandati oralmente di padre in figlio, di clan in clan: l'anziano della tribù o il padre di famiglia raccontava e insegnava le tradizioni dei padri. Il testo biblico è stato poi messo per iscritto a partire dal 1000 circa a. C. quando alla corte del re Davide inizia la raccolta della tradizione orale. (La tradizione è la trasmissione in forma orale o scritta, di generazione in generazione, de"a storia e de"e usanze di un popolo). Pertanto, il processo di formazione biblico ha avuto le seguenti tappe: 1. Gli avvenimenti: si è fatto memoria degli interventi di Dio nella storia dell'uomo; 2. La tradizione orale: si sono tramandati oralmente gli eventi; 3. Le fonti scritte: alcuni fatti sono stati subito trascritti su tavolette di pietre e d'argilla; 4. La redazione: sono state raccolte e trascritte le tradizioni orali e le fonti. Per la redazione del testo sacro venivano utilizzati il papiro e la pergamena. I fogli di pergamena, come pure quelli di papiro, erano cuciti insieme e andavano a formare lunghi nastri arrotolati poi su piccoli bastoni di legno. Ecco, dunque, l'origine dei rotoli della Bibbia, sui quali i testi erano scritti in colonne parallele.

IL QUADRO LETTERARIO DELLA BIBBIA La Bibbia è un'opera letteraria di straordinario valore, è la testimonianza scritta della Storia de"a Salvezza: una Storia con la lettera maiuscola scritta da molti autori, con diversi generi letterari e in diverse lingue. Gli autori che hanno lavorato alla redazione dei testi biblici sono stati ispirati da Dio, l'unico e autentico autore della Bibbia (Ispirati si dice di coloro che hanno ricevuto una ispirazione, cioè su&erimenti particolari infusi nel cuore e ne"a mente). Nel testo biblico, infatti, ci sono due componenti: la Parola di Dio e la mano materiale dell'uomo. Dio non ha scritto né dettato il testo, ma si è servito di alcuni uomini, gli agiografi (sono gli autori di testi sacri o de"a vita dei santi. Il termine deriva dal greco hágios che significa santo e da graphé che significa scrittura), che ha scelto perché mettessero per iscritto le opere da Lui compiute; li ha assistiti perché si esprimessero secondo la sua Volontà. I generi letterari, cioè le diverse modalità di racconto presenti nel testo biblico, dipendono dall'opera degli agiografi, che hanno usato diverse forme di linguaggio comunicativo: Mitico: racconti fantastici e leggendari. Si tratta della narrazione idealizzata riguardante l'origine del mondo o le gesta di divinità e di eroi. Il racconto mitico può contenere le convinzioni religiose e i valori di un popolo antico. Storico: resoconti di fatti realmente accaduti. Giuridico: leggi e norme di vita. Poetico: canti e preghiere. Sapienziale: proverbi e insegnamenti. Profetico: esortazioni e annunci.

Gli agiografi hanno scritto secondo il lingua g gio tipico della cultura mediorientale. Le lingue utilizzate sono: l'ebraico, il greco e l'aramaico. L'A. T. è stato scritto quasi tutto in ebraico; solo alcuni libri sono in greco e pochissimi brani in aramaico. L'ebraico era la lingua dei colti, usata per scrivere i documenti ufficiali. L'aramaico, invece, era una sorta di dialetto usato nella vita di tutti i giorni, anche da Gesù. Il N. T. è stato scritto in greco, ma non quello classico usato a corte e dai dotti, bensì quello della koinè: il greco parlato dalla gente comune.

I Manoscritti di Qumran

Qumran Qumran e' una località sulla sponda occidentale del Mar Morto, situata sulle pendici rocciose del Deserto di Giuda.

Gli Esseni Gli Esseni di Qumran erano una comunità di monaci ebrei, il cui monastero venne abbandonato nel 68 d. C. a causa dell'avanzata delle legioni romane. Avevano rituali di purificazione. Produssero i Manoscritti ritrovati.

1947: Il ritrovamento Nella primavera del 1947, un giovane pastore beduino, Muhammed adh-dhib, mentre rincorreva una capra del suo gregge, lanciando pietre colpì l'apertura di una grotta da cui scaturì uno strano suono. Il giorno dopo si arrampicò e nella grotta trovò una serie di giare nelle quali vi erano conservati rotoli di pergamena avvolti nel lino.

L'inizio della ricerca e degli scavi Alcuni di questi rotoli vennero venduti dai beduini al mercato di Betlemme. Fortunatamente giunsero nelle mani di esperti studiosi. Iniziò così la campagna di scavi che nel 1956 portò alla scoperta di undici grotte. In esse trovarono testi della Bibbia, le regole della comunità di Qumran e gli inventari.

Oltre ai manoscritti dell' A. T., e' stato ritrovato un frammento di papiro che sembra riportare il Vangelo di Marco. (70 d. C.) Il ritrovamento di questi documenti ha dato un enorme contributo agli studi biblici e archeologici.

IL CANONE E LE CITAZIONI BIBLICHE I libri che costituiscono la Bibbia sono detti canonici, cioè appartenenti al canone. Il canone (dal greco kanon = misura, elenco, indicava la canna che il falegname usava per misurare) è l'elenco dei libri che la Chiesa riconosce come ispirati da Dio e, quindi, autentici. Apocrifi sono quei libri che non rientrano nel canone perché non ispirati da Dio. I criteri sono la storicità, l'origine apostolica, la storia e l'importanza delle comunità coinvolte, la conformità alla norma di fede, la fortuna.

LA BIBBIA EBRAICA La Bibbia ebraica (per i cristiani l'a. T.) contiene tre generi principali di letteratura: materiale narrativo compresa la Torah, libri profetici e libri sapienziali compresi quelli di poesia e di canti. I libri che costituiscono la Bibbia ebraica e, con importanti varianti nell'ordine in cui sono elencati, l'a. T., sono stati composti su un arco di tempo di circa 900 anni. Questi libri si possono dividere in tre generi diversi di letteratura: I libri narrativi: I primi 17 libri delle Scritture ebraiche, da Genesi ad Ester, sono in larga misura narrativi. I primi cinque di questi (Genesi, Esodo, Levitico, Numeri e Deuteronomio) occupano un posto tutto speciale nelle Scritture ebraiche. Sono chiamati la Torah (Legge) o il Pentateuco e contengono la storia dell'esodo degli ebrei dalla schiavitù in Egitto e del loro viaggio verso la terra promessa di Canaan. Durante questo viaggio gli Israeliti hanno ricevuto da Dio il dono più prezioso, la Legge. I libri profetici: Nella tradizione ebraica questi libri sono chiamati i «Profeti posteriori»; i «Profeti anteriori» sono i libri di Giosuè, Giudici, Samuele e Re. I Profeti posteriori sono i libri di Isaia, Geremia ed Ezechiele (i «Profeti maggiori») assieme ad altri dodici «Profeti minori», da Osea a Malachia. La tradizione cristiana, che segue il canone della LXX, tra i Profeti posteriori inserisce pure il libro di Daniele. Anche se questi libri vanno sotto il nome di uno specifico profeta, la maggior parte sono stati messi insieme dai discepoli del profeta e non scritti dal profeta stesso. Composti tra il 9 e il 3 secolo a. C., questi libri contengono preziose informazioni storiche circa periodi molto diversi della storia d'israele.

La letteratura sapienziale: Questo genere di letteratura comprende tra l'altro i detti sa gaci, concisi e istr uttivi che costituiscono il libro dei Proverbi. Per loro natura i proverbi sono detti che la gente ricorda facilmente per lungo tempo e sono stati tramandati di generazione in generazione. Altri libri sapienziali, come Giobbe e Qoelet, trattano invece argomenti molto più impegnativi, compresi il significato e la futilità della vita, del male e della sofferenza. Gesù ha riconosciuto l'esistenza di queste autentiche Scritture ebraiche quando parlava de «la Legge e i Profeti». Anche negli scritti giudaici successivi si parla di questa triplice divisione della Legge, dei Profeti e degli Scritti.

I SETTANTA Per la fine del 4 secolo a. C. la lingua greca era già diventata il principale mezzo di comunicazione in gran parte del mondo conosciuto. Nelle comunità giudaiche, sparse dappertutto nel bacino del Mediterraneo e nel Medio Oriente, erano ben pochi quelli che parlavano l'ebraico, per cui intere comunità non erano capaci di leggere le proprie Scritture. Di fronte a questa realtà si sentì il bisogno di tradurre le Scritture ebraiche in greco. Questo lavoro è cominciato nel 3 secolo a. C. La traduzione greca: Da Gerusalemme venne inviato un manoscritto ebraico ad Alessandria d'egitto, e Tolomeo II (282-246 a. C.) ordinò la traduzione del Pentateuco in greco. Questa traduzione, che va sotto il nome dei Settanta, nei due secoli successivi fu poi estesa al resto delle Scritture ebraiche. Una volta terminata, nel giudaismo si sono sviluppati due atteggiamenti nei confronti della traduzione: 1) Alcuni, specialmente tra i Giudei che vivevano ancora in Palestina, ritenevano che la traduzione fosse troppo libera e in seguito si sono impegnati a rivederla per renderla maggiormente fedele al testo ebraico. 2) Altri, tra quelli che vivevano nella Diaspora, erano del parere che anche la traduzione greca fosse stata ispirata dal cielo, e mettevano i Settanta sullo stesso piano del testo ebraico. Questo gruppo non avvertì nessuna necessità di rivedere i Settanta, perché quella versione parlava con autorità divina.

Il valore dei Settanta: La versione dei Settanta comprende alcuni scritti che non si trovano nelle Scritture ebraiche tradizionali, più alcune traduzioni da originali scritti in aramaico ed altre opere composte in greco. Questi sono detti «Deuterocanonici», una raccolta di libri del periodo intertestamentario che sono accettati dalla Chiesa cattolica e dalla Chiesa ortodossa, mentre sono ritenuti «Apocrifi» e non sono accettati dagli Ebrei e dalle Chiese protestanti. Per cui, ad esempio, i libri di Tobia, Giuditta, Sapienza (di Salomone), Siracide, Baruc, Lettera di Geremia, 1 e 2 Esdra e 1 e 2 Maccabei sono inclusi nei Settanta ma non nella Bibbia ebraica. La versione dei Settanta ha inoltre abbandonato la triplice divisione della Bibbia ebraica in Legge, Profeti e Scritti e presenta notevoli differenze nell'ordine in cui i libri sono elencati. I Settanta hanno esercitato una notevole influenza sul cristianesimo primitivo. Dato che per le comunità giudaiche di lingua greca era l'unica versione delle Scritture a loro disposizione, questa è stata comunemente usata anche dalle comunità cristiane. Quando nel N. T. vengono citate le Scritture ebraiche, le citazioni vengono quasi invariabilmente dai Settanta.

IL CANONE EBRAICO È importante fare distinzione tra l'effettiva composizione dei libri e la loro successiva accettazione nella Bibbia ebraica come scritture autorevoli. Per molti libri tra queste due fasi è trascorso parecchio tempo; alcuni sono stati accettati abbastanza presto, mentre altri sono stati in forse sino alla fine. La superiorità del Pentateuco per la fede ebraica era già riconosciuta ai tempi di Esdra nel 5 secolo a. C., quando molti Ebrei tornarono in Israele dall'esilio babilonese. Qualche tempo dopo questo periodo, anche i libri dei Profeti, che comprendevano Giosuè e i libri storici, furono comunemente accettati, mentre erano rifiutati dai Samaritani, un disprezzato ramo collaterale del giudaismo, i quali riconoscevano come autorevole unicamente la Legge. Si è dovuto arrivare al 1 secolo d. C. perché gli Scritti, costituiti da 11 libri redatti in ebraico, fossero finalmente accettati come scrittura autorevole, anche se questa parte della Bibbia ebraica è sempre stata considerata subordinata alla Torah e ai profeti l'autenticità degli Scritti era ancora messa in dubbio nelle discussioni tra i rabbini nei primi secoli dopo Cristo.

All'accettazione di certi libri come Scrittura autorevole hanno contribuito diversi fattori tra cui: 1. La tradizione secondo la quale un dato libro poteva essere fatto risalire a Mosè. I libri del Pentateuco erano chiamati «libri di Mosè»; 2. Il fatto che un libro potesse o no essere legato ad uno dei profeti ebrei comunemente riconosciuti; 3. Il fatto che un libro a vesse o no un carattere di autorevolezza spirituale; 4. Il fatto che fosse o non fosse conservato nel Tempio di Gerusalemme e perciò considerato sacro. 5. A tutto ciò si aggiunga l'opinione di autorevoli maestri e capi religiosi. I rabbini che insegnavano a Jamnia attorno al 90 d. C. sono comunemente ritenuti i responsabili della scelta definitiva dei libri inclusi nella Bibbia ebraica. Questi hanno escluso tutti i libri che erano stati scritti in greco, anche se avevano una larga diffusione tra i Giudei di lingua greca. I libri che sono stati esclusi sono poi stati catalogati tra i Deuterocanonici.

IL NUOVO TESTAMENTO La Chiesa ha impiegato molto tempo per decidere quali libri dovevano essere inclusi nel N. T. L'accordo sul canone definitivo in linea di massima è stato raggiunto verso la metà del 4 secolo, ma alcuni punti sono rimasti controversi ancora per diversi decenni. L'accordo definitivo riguardo a quali libri dovevano entrare a far parte del N. T. è stato raggiunto in diverse fasi. Prima fase: Le