CLUB ALPINO ITALIANO



Documenti analoghi
Dal rifugio Baranci verso Val Campo di Dentro

TORNIMPARTE CAMPO FELICE RIFUGIO SEBASTIANI

DESCRIZIONE PERCORSO. Pizzegoro. Montagnole alte

Città di Seregno Consiglio Comunale dei Ragazzi anno scolastico 2009/ anniversario della CADUTA del MURO di BERLINO

Totes Gebirge - Austria

LE TRE CIME DI LAVAREDO Le regine delle Dolomiti

Sabato 02 Domenica 03 Aprile 2011

SENTIERO DEGLI ALPINI e BALCONI DI MARTA - Alpi Liguri

Descrizione delle escursioni nel Parco Naturale Tre Cime. Indicazioni generali:

CLUB ESCURSIONISTI ARCORESI

1 Vernuer Kalmtal Matatz Ulfas I. Obere Obisellalm. Gita nella valle alta e solitaria alla malga pittoresca al lago. percorso

C.A.I. PONTE S. PIETRO

Sistemi Informativi Territoriali. Paolo Mogorovich

TREKKING DEL "SELLARONDA"

5 PERCORSI NORDIC IN MUGELLO solo per associati della Modern Nordic Walking Academy (FI)

Trek Valgrisenche. Percorso "soft"

Rifugio Paolo Barrasso a Monte Rapina

Percorso, Marcellise giro delle contrade (lungo)

Ideale per gruppi, famiglie e singole persone. Aprirà da domenica 27 dicembre 2015 a mercoledì 6 gennaio 2016

LA PRIMA GUERRA MONDIALE

1. Schenna Riffianerweg Saltaus St. Leonhard ritorno. 2. Schenna Castel Goyen Castel Labers Fragsburg Greiterhof ritorno

Sci alpinismo nel gruppo di Puez

La Puglia. e i suoi paesaggi

visita il nostro sito

IL CENTRO PROVVEDITORI DI BORDO DEL PORTO DI GENOVA

Itinerario n Il Santuario di M.Tranquillo e la Macchiarvana

DOLOMITI-SUPERBIKE-MTB-TOUR!!! 2015!!! CON LA MTB SULLE PISTE DEL DOLOMITI SUPERBIKE LA GARA LEGGENDARIA TRA LE ALPI

GITA ESTIVA SULLE DOLOMITI DI SESTO Luglio Schede descrittive degli itinerari

DA VARESE, CITTÀ GIARDINO, un escursione sulle vie della Fede

Classe 2 N Ha adottato il Colombario Costantiniano Con il progetto: Adotta un monumento I professori: Susanna Arganelli Alessandra Primicieli Michele

PRIMO GIORNO: SENTIERO DA PIAN TREVISAN A PIAN DEI FIACCONI

Itinerario n La Valnerina fra Arrone e la Cascata delle Marmore

Fig. 1 : La piazzetta di San Costantino,punto di partenza e di arrivo dell anello 7. Ref. : ap-2217.

Rifugi e malghe. Valdaora

PROGRAMMA ESCURSIONI BIKE HOTEL ESTATE 2013 AREA COMMERCIALE APT VAL DI FASSA

aprile 2015

Itinerario 13. Orgia, Itinerari del Museo del Bosco: La passeggiata del Conte, Il fiume, il Romitorio, le carbonaie

COLLEGAMENTO LINEA URBANA N. 13 ISTITUTO ENRICO FERMI VIA BOLOGNESI

Varsavia. Varsavia (in polacco Warszawa) è la capitale della Polonia. Realizzato da Gabriel Gaio

ULTRATRAIL 50 Km m dislivello positivo

MONT GLACIER 3182 M VAL D'AOSTA VAL DI CHAMPORCHER Sabato 5 e Domenica 6 luglio 2014

LA GRANDE GUERRA IN VAL RESIA

Club Alpino Italiano. Monte Rotondo dal Santuario di Macereto. Monti Sibillini. Ussita m 15 km. 5 h (senza soste)

CLUB ALPINO ITALIANO Sezione U.L.E. Genova

COMPRENSORIO ALPINO PENISOLA LARIANA CONSUNTIVO ISTITUTI A REGOLAMENTAZIONE SPECIALE

Vie ferrate nelle Dolomiti

LA VALLE DI PALANFRÈ

CHO OYU 8201 m RELAZIONE TECNICA DELLA SALITA PER LA VIA NORMALE SUL LATO NORD (TIBET)

Itinerario storico-naturalistico

Massa. SAPER D ITALIA - Le nostre radici all ombra del tricolore

Itinerario n Fra Rocca Calascio e Campo Imperatore

LA FORTEZZA DI CONFINE ALTFINSTERMÜNZ di Hans Thöni

Attraverso la valle del Cogena- Comunalie interessate : Gorro. Lunghezza: Durata media:4 ore e 30 minuti Livello di difficoltà: Medio

La ciclabile della Valsugana

CARTA DEI SENTIERI DEI MONTI PICENTINI

21-22/03 ALTA VIA DELLE 5 TERRE

1. LE REGOLE EDUCAZIONE ALLA LEGALITA OBIETTIVI

Anello nel bosco di conifere, attorno ai prati di Margherita dei Boschi (1.100 m.). Lunghezza itinerario 3,6 km; tempo di percorrenza 1h e 30.

GUIDA AI PERCORSI N.1 VIVAIO - MONTE STELLA

61 Ghiacciaio della Capra

Percorso di visita autoguidata al Lager di Mauthausen

Superficie: km² Popolazione:

Alice Terasc (Val Bavona), 7a+ (6b+ obbl.)

ESCURSIONE DEL PER LE CRESTE DELL'ANFITEATRO DELL'ALTA VALLE DELLE FERRIERE A S.MARIA DEI MONTI

SCHEDA TECNICA PER IL MONTAGGIO DELLE COPERTURE LA COPERTURA TOSCANA.

RAPPORTO SPECIALE BIT 2013

ITINERARI CON LA MOUNTAIN BIKE

MODULO D LE VENTI REGIONI ITALIANE VOLUME 1 CAPITOLO

Capitolo 3: Cenni di strategia

PIANO REGOLATORE DEI SENTIERI

TI04 - L'Ipposidra, la ex-ferrovia a cavallo

SCOPRENDO MINERBIO CLASSE 4 D SCUOLA PRIMARIA MINERBIO

Tempi di percorrenza 5:00 ore se si va all attacco del sentiero in auto. Aggiungere 40 minuti se si usa il treno

Dolci Ricordi. Bed. Breckfast. Itinerario Partenza Arrivo Descrizione Difficoltà

Cavatigozzi Via Milano via Ghinaglia

DA VARESE, CITTA GIARDINO, un escursione sulle Vie della fede

LA VIA FRANCESCANA 2016 tra Marche e Umbria Un appuntamento imperdibile per un trek itinerante di 6 giorni e 5 notti dal 05/09 al 10/09/2016

Si è pensato di riassumere le diverse definizioni nel modo seguente:

DOLOMITI FRIULANE. Trekking Agosto 2015

TREKKING E MOUNTAIN BIKE

Via Vi a dei Mi M l i l l e l, ie i ri ri e ogg og i g FOTO ROBERTO AMORI

Trekking per la Cima della Neve - Schneespitze

Cima Grande di Lavaredo via Hasse Brandler

La popolazione residente in provincia di Trento attraverso l anagrafe e i flussi demografici anche in un ottica di Comunità di Valle

IL MERCATO DEL NOLEGGIO DI MACCHINE E ATTREZZATURE PER LE COSTRUZIONI IN ITALIA

International youth ROCK CLIMBING camp

4.5 MOTEL AGIP, VICENZA, anno di progettazione anno di realizzazione tipo edificio multipiano

Trekking per il Monte Rosso - Roteck

17 Luglio Monte Croce con traversata val d Ayas Valtournenche

MI-01 Il Mincio dal Garda a Mantova

Residenza Grand Palace Lugano, Switzerland

CASTERINO (valle delle meraviglie e rocca dell abisso)

Le pillole di. TURISMO Come la crisi ha cambiato le vacanze degli italiani. (maggio 2014) Ufficio studi. Notizie, commenti, istruzioni ed altro

Escursione dei sette laghi in Val Ridanna

4 I LAUREATI E IL LAVORO

ROADSHOW PMI ECONOMIA, MERCATO DEL LAVORO E IMPRESE NEL VENETO. A cura dell Ufficio Studi Confcommercio

VIAGGIO IN BICI DALLE DOLOMITI AL LAGO DI GARDA

SCHEDA INFORMATIVA : TREKKING, MOUNTAIN-BIKE E YOGA A POZZI MONACI

DICHIARAZIONE TESTIMONIALE. Io sottoscritto Cognome Nome, nato a Città il giorno/mese/anno e residente in città in indirizzo DICHIARO

Victoria. MELBOURNE I Giardini La costa occidentale della Phillip Bay Lorne. Capitolo 3 F

Transcript:

CLUB ALPINO ITALIANO Sezione Monte Nero Cividale del Friuli - Sottosezione VAL NATISONE 30 agosto 2015 Escursione in pullman al Monte PIANA 2.324 mt. Dolomiti di Sesto - Alpi Orientali Monte Piana Il Monte Piana, (o monte Piano come lo ricordano le fonti austriache[1]), è una montagna delle Dolomiti di Sesto alta 2.324 m s.l.m.. Alla sua sommità passa il confine amministrativo tra la Regione Veneto e la Regione Autonoma Trentino Alto Adige che in pratica coincide con la frontiera che nel 1753 separava la Repubblica di Venezia con l'impero austriaco. Ad oggi la maggior parte del monte è situata nella Provincia di Belluno[2]. Descrizione Il rilievo è all'interno del Parco Naturale Tre Cime tra le Tre Cime di Lavaredo ed il lago di Misurina. Il monte Piana fu teatro durante la prima guerra mondiale di uno scontro durato oltre due anni tra l'esercito italiano e l'esercito austro-ungarico, ed oggi è un vero e proprio "Museo all'aperto" dove è possibile visitare il campo di battaglia situato in tutta la sua sommità[3]. Questo è stato in parte riadattato e ricostruito grazie al lavoro degli Alpini e di alcune associazioni di volontari, che grazie ad un lungo lavoro hanno ricostruito buona parte delle trincee e restaurati o almeno in parte liberato dai detriti, molti punti d'osservazione, ricoveri e alcune gallerie[4]. Inquadramento topografico Il Monte Piana si erge tra l'estremo nord della provincia di Belluno e quella di Bolzano, precisamente tra il comune di Auronzo di Cadore e il comune di Dobbiaco[1]. Le sue coerenze di rilevanza topografica o relative agli avvenimenti legati al conflitto sono svariate. Il monte ha una forma squadrata e tozza che incombe a nord sulla valle della Rienza, ad ovest sulla val di Landro a sud sulla val Popena Bassa e a est sulla val Rimbianco. Il lato occidentale sovrasta perfettamente il lago di Landro, ricevente del Rio val Fonda che nasce ad ovest nella val di Landro[5]. Questa cima morfologicamente non presenta le caratteristiche tipiche delle montagne dolomitiche che lo circondano, la sua sommità è praticamente pianeggiante e presenta due piccole cime, una a nord (2.324 m) denominata monte Piana ed una a sud (2.320 m) denominata monte Piano, che durante la Grande Guerra era occupata dagli austriaci, unite dalla Forcella dei Castrati (2.201 m) che unisce idealmente le due metà del monte[6]. Dalla sommità la vista spazia a 360 sulle montagne circostanti; a nord il monte Rudo e le sue pendici della Croda dei Rondoi sono divise dal Monte Piana dalla forra della valle di Rienza; ad est la val Rimbianco bassa separa il Piana dal

Sasso Gemello e dalla Croda dell'arghena. Mentre nel tratto sud/est i Cadini di Misurina separano il Piana da tre colli, quello delle Saline, quello della Selva e dei Tocci; a sud infine il lago di Misurina lo separa dal monte Cristallino e da monte Fumo[7]. Geografia Il Monte Piana fa parte della sottosezione alpina delle Dolomiti di Sesto, di Braies e d'ampezzo nelle Alpi orientali, è circondato da alcune delle più belle montagne delle Dolomiti, come le Tre Cime di Lavaredo, monte Cristallo, Croda dei Rondoi e l'altopiano di Prato Piazza. La sua struttura orografica è semplice, interamente dolomitica, con una stratificazione quasi del tutto orizzontale, il Monte Piana è isolato da tutti i lati da pareti ripide e dirupi che rivelano la sua origine tettonica dei profondi solchi circostanti rappresentati dalle valli sopra citate. L'unico versante facilmente accessibile è quello rivolto a sud-est, anch'esso decisamente ripido ma raccordato alla zona del col delle Saline mediante declivi pietrosi ricoperti di mughi[8]. La sommità dell'acrocoro è occupata da un pianoro allungato verso nord lungo quasi due chilometri e largo nel punto massimo circa 700 metri, diviso in due settori ben distinti da un avvallamento detto "Forcella dei Castrati" da dove scende verso la val Rimbianco l'omonimo vallone[9]. L'ambiente è quasi totalmente roccioso, scabro e carsico, completamente privo di fonti d'acqua e quasi completamente spoglio di vegetazione se si escludono i rari mughi e le piante alpine che ogni anno regalano una breve fioritura primaverile[9]. Vista sulle Tre Cime di Lavaredo dal Monte Piana. Il pianoro meridionale è globalmente più ampio e più comodamente accessibile di quello settentrionale; questo culmina a 2.324 m in un cucuzzolo poco marcato situato nei pressi della Piramide Carducci, singolare monumento dedicato al poeta compositore dell'ode al Cadore distrutto durante la guerra e ricostruito nel 1923[9]. Il pianoro settentrionale è leggermente più basso, a picco sul lago di Landro e circondato da tre lati da vere e proprie pareti a strapiombo; munitissimo di trincee e gallerie, fu teatro di combattimenti furiosi in un teatro non molto più ampio di un campo da calcio. Durante la guerra, per distinguerli, i due pianori erano rispettivamente chiamati "monte Piana", quello meridionale occupato dalle truppe italiane, e "monte Piano", quello settentrionale occupato dagli austriaci[9]. Storia Il nome del monte, evidentemente dovuto alla sua forma, è antico; Monteplana è citato fra i beni attribuiti al monastero di Campo Gelau (San Candido) dall'imperatore Ottone II in un diploma datato attorno al 970 d.c. che ribadirebbe una più antica donazione del duca bavarese Tessilone[8].

Nel 1866, dopo la conclusione della terza guerra d'indipendenza, l'austria fu costretta dai trattati a cedere il Veneto, ma non volle però cedere nella delimitazione dei confini, conservando così il pieno dominio sulle creste e sui punti più alti lungo tutta la frontiera, garantendosi un vantaggio sotto il punto di vista militare[10]: la commissione paritaria italo-austriaca decise che sul monte Piana la frontiera sarebbe coincisa con il vecchio tracciato del 1753, che divideva la Repubblica di Venezia dall'impero austriaco, lasciando all'austria la val Rienza. Questo fu, lungo tutta la frontiera, l'unico punto in cui l'italia aveva un vantaggio dal punto di vista militare; il pianoro sommitale era per i 2/3 in possesso italiano, le pendici meno scoscese erano tutte a favore del territorio italiano e il monte stesso rappresentava un vero e proprio cuneo sulla val di Landro (Höhlensteinertal, Dürrental) e quindi una posizione vantaggiosa per un'eventuale avanzata militare verso la sella di Dobbiaco (Toblacher Sattel) e quindi la val Pusteria (Pusteral)[10]. Nel periodo dal 1792 al 1815, durante le guerre napoleoniche, tutta la val Pusteria fu teatro di scontri e Dobbiaco passò per un breve periodo (1809 1814) sotto il dominio italiano. Dalla seconda metà dell'ottocento, con l'unità d'italia e una tranquillità diplomatica generalizzata in tutta Europa dopo la fine della guerra franco-prussiana, Dobbiaco divenne una meta turistica grazie all'apertura della linea ferroviaria Vienna-val Pusteria ("Südbahnlinie"). Nel 1871, con la costruzione di un albergo della medesima "Südbahngesellschaft" (oggi centro culturale e congressi Grand Hotel), la fama di Dobbiaco come luogo di cura e soggiorno aumentò considerevolmente[11]. Gli austriaci non abbassarono mai l'attenzione sul monte Piana, nonostante fosse ormai soprattutto una meta turistica, e fin dai primi anni sbarrarono completamente l'accesso alla valle di Landro subito dopo l'abitato di Carbonin (Schluderbach), con un'opera fortificata supportata da artiglierie in caverna posizionate su monte Rudo (Rautkofel) e su monte Specie (Strudelkopfe)[10]. Inoltre, questo apparente vantaggio italiano, era contrastato anche negli eventuali movimenti di truppe sulla sommità del Piana, in quanto tutto il tavolato era controllato dalle posizioni d'osservazione sul monte Cristallo (Cristallkopf) e di cima Bulla (Bullkopfe) e tenute sotto il costante controllo delle artiglierie piazzate nei forti di Landro a nord e Prato Piazza (Platzwiese) ad ovest e dalle bocche da fuoco situate a torre dei Scarperi (Schwabenalpenkopf) e su torre di Toblin (Toblingerknoten)[10]; l'accesso a Dobbiaco era praticamente sigillato. Oggi gli avvenimenti per cui il monte Piana è meta di migliaia di turisti risalgono a poco meno di cento anni fa, durante la prima guerra mondiale[9]. La Grande Guerra Alla dichiarazione di guerra dell'italia all'austria-ungheria il 24 maggio 1915, al monte Piana e nelle sue valli furono mandati sette/otto battaglioni dei trentacinque di stanza tra San Candido e lo Stelvio. Il monte Piana rientrava nel settore operativo della IV Armata comandata dal tenente generale Luigi Nava[12], le cui unità erano divise in due settori, Cordevole e Cadore, il primo di competenza del IX Corpo d'armata e il secondo, di cui faceva parte il settore di monte Piana, di competenza del I Corpo d'armata comandato dal tenente generale Ottavio Ragni[12]. Il 24 maggio il Piana fu occupato da due plotoni di alpini della 96 a compagnia, battaglione Pieve di Cadore, del 7º reggimento. Altri alpini della 67 a compagnia intorno alle 08:30 vennero colpiti da una scarica d'artiglieria sparata da monte Rudo mentre stavano lavorando sulla strada da Misurina per monte Piana[12]; furono i primi caduti italiani su una montagna che in meno di due anni fece circa 14.000 vittime da entrambi gli schieramenti[11]. Alla resa dei conti i due anni di guerra sul monte Piana portarono sostanzialmente ad un nulla di fatto, i due contendenti per due lunghi anni si combatterono su un fazzoletto di terra, senza mai riuscire a sovvertire le forze nemiche, e il 3 novembre 1917 le postazioni sul Piana vennero abbandonate dai reparti italiani per ripiegare e schierarsi sulla linea del Grappa nel tentativo di resistere all'offensiva austro-ungarica di Caporetto[13].

Il dopoguerra Nasce il Museo all'aperto Tra il 1977 e il 1981, su iniziativa del Colonnello austriaco Walther Schaumann, venne istituito il "Museo Storico all'aperto di Monte Piana"[3] visitabile da tutti, gratuitamente. I lavori per la risistemazione della trincee fu effettuata dal gruppo "Amici delle Dolomiti" (Dolomitenfreunde) con la ricostruzione dei camminamenti, delle trincee, delle gallerie e delle scalinate dell'epoca. Ogni anno dal 1983 il lavoro di ripristino delle trincee viene effettuato durante i primi quindici giorni di agosto, dal lavoro della "Fondazione Monte Piana" e degli "Amici delle Dolomiti" (che per l'occasione hanno costituito il "Gruppo Volontari Amici del Piana")[14]. "Associazione Amici del Monte Piana" Un VM 90 degli Alpini mentre trasporta materiale nell'ambito degli aiuti dell'esercito all'associazione Amici del Monte Piana Nel 1981, durante l'incontro usuale della prima domenica di settembre, dedicato alla commemorazione dei caduti di Monte Piana, avvenne la consegna del Museo Storico all'aperto alla "Fondazione Monte Piana", da parte degli "Amici delle Dolomiti", che cambiarono quindi zona di lavoro. Nel 1983, il neo costituito "Gruppo Volontari Amici del Piana" inizia la sua paziente opera di intervento su quegli elementi che ogni anno risultano danneggiati dalle intemperie e dal disgelo[3]. Da quell'anno i volontari si impegnano nel ricostruire fedelmente i tratti di muro a secco crollati durante l'inverno; recuperano ciò che resta dei vecchi ricoveri, ripristinano le struttura in legno e attuano una radicale pulizia della montagna dai rifiuti, in rispetto del fatto che tale sito è divenuto area protetta. Vengono, inoltre, manutenzionati i sentieri di accesso dalle valli circostanti e curata la relativa segnaletica attualmente coadiuvati dal colonnello a riposo Elio Scarpa[3]. Nel 1986 il Gruppo dedica il suo nome all'appena scomparso vicepresidente della "Fondazione Monte Piana", Elio Scarpa, a cui venne così reso il merito di aver reso possibile l'avvio di tale iniziativa. Ma un sostegno al lavoro avvenne anche da parte dell'esercito italiano per mano del Comando Truppe Alpine, per cui il gruppo di volontari può usufruire, durante lo svolgimento dei lavori, di un mezzo fuoristrada, di tende e diversi materiali, oltre al valido aiuto del personale militare posto a propria disposizione, per una collaborazione che perdura ancora oggi[3]. La Campana dell'amicizia

Alcuni resti di baraccamenti austriaci sulla parete nord di monte Piana Nel 1988, in occasione del 70º anniversario della fine della Grande Guerra, sulla vecchia linea del fronte, lungo la forcella dei Castrati, è stata costruita la "campana dell amicizia e della concordia". La sua costruzione si deve all'alpino e successivamente poeta, Sergio Paolo Sciullo della Rocca. Nel giorno della sua inaugurazione la campana fu benedetta da don Michele D'Auria, che fu cappellano militare degli Arditi durante la campagna di Russia. La campana fu realizzata in memoria delle vittime, ma soprattutto come monito per le nuove generazioni. Vicino all'opera, si trova una targa commemorativa, che ricorda la visita del re Vittorio Emanuele III su questo fronte della guerra. Il rifugio Maggiore Angelo Bosi La facciata del rifugio Angelo Bosi Nel 1962 il Cavalier[15] Giovanni De Francesch acquistò un complesso di numerose baracche che durante la Grande Guerra costituivano il comando italiano in questa zona del fronte e vi costruì quello che ancora oggi è l'unico posto di ristoro di monte Piana, il rifugio Angelo Bosi dedicato al maggiore che nel 1915 perse la vita durante uno scontro su questa montagna[16]. Ad oggi il rifugio presenta nelle pareti esterne alcuni lapidi commemorative che ricordano i cruenti scontri che il Regio Esercito affrontò in quel fazzoletto di fronte[16]. A fianco al rifugio venne inoltre costruita una piccola "Cappella degli Eroi" dedicata ai caduti di monte Piana. All'interno del Rifugio si può visitare un piccolo museo privato che racchiude alcuni reperti, fotografie e documenti della Grande Guerra[17]. Gli accessi Le vie d'accesso alla cima del Monte Piana sono molteplici, lungo sentieri di diversa difficoltà. Dalla strada Misurina - Tre Cime di Lavaredo (con navetta circa 20', a piedi ore 1/1.30, dislivello 450 metri, difficoltà E):

La cima è raggiungibile su una comoda strada parzialmenete asfaltata, la quale però è stata chiusa al traffico dal 1998, anche per le biciclette, e porta direttamente al rifugio Angelo Bosi. È comunque disponibile un servizio navetta che dal lago di Misurina, risale la tortuosa ex-strada militare italiana, che nel tratto finale è stata addirittura scavata nella roccia. Questa strada è lunga 6 chilometri, con un dislivello di 565 metri[17]. La serpentina del Pionerweg e sullo sfondo Landro Da Landro (circa 3 ore, dislivello circa 900 m, difficoltà EE): Il primo accesso a piedi è la strada militare sul vecchio versante austriaco che prevede di partire dalla sponda nord del lago di Landro e risalire per il sentiero dei Pionieri (Pionerweg). Superato il torrente Rienza si segue il sentiero dei Pionieri e in circa 45' si arriva alla base del monte Piano, da qui parte un sentiero a serpentine che porta ai primi baraccamenti austriaci. A circa 200 m dalla sommità si incontra un bivio: sulla sinistra è presente l'attacco per la via ferrata "Colonnello Bilgeri" che si può percorrere in alternativa al sentiero militare, che invece continua sulla destra e conduce al comando del battaglione austriaco, e continuando a salire lungo una scalinata scavata nella roccia si giunge alla sommità dove si diramano diversi sentieri[18]. Da Carbonin (circa 2.50 ore, dislivello circa 900 metri, difficoltà EE): Un secondo accesso è presso la sponda del lago di Landro meridionale, risalendo il sentiero dei Turisti n 6 (Touristensteig), più semplice, ma comunque lungo e in alcuni tratti in cattive condizioni. È consigliabile l'uso del set da ferrata. Partendo dalla strada che collega Carbonin a Misurina prima del ponte sul torrente Maronga, si incontra una mulattiera che sale sul ciglione ovest di monte Piana. Dopo aver superato un tratto leggermente esposto in ferrata, si arriva ad un bivio, prendendo la sinistra si arriva fino alla forcella dei Castrati, poi alla Piramide Carducci e quindi al rifugio Bosi[19]. Ricettività Sul monte Piana l'unica struttura ricettiva è il rifugio Angelo Bosi ma la non eccessiva difficoltà di accesso al monte e al suo "Museo all'aperto" permette ai visitatori di sostare e pernottare anche in strutture presenti tutt'intorno al rilievo. Vicino al lago di Landro sono presenti due alberghi mentre a valle, prima di giungere alla strada militare di accesso al rifugio Bosi, è presente anche il rifugio L. d'antorno e poco distante un campeggio da cui parte il servizio navetta verso il rifugio Bosi[20]. Monte Piana

Monte Piano (a sinistra) e Monte Piana (a destra) visti da Carbonin Ferrata Capitano Bilgeri Monte Piano, 2305 m Dolomiti di Sesto Difficoltà tecniche della ferrata: media Valutazione complessiva del percorso: media complessitá Tipologia del percorso: 95 % cavo d acciaio, 5 % sentiero esposto Tempo complessivo: ca. 5 ½ ore Dislivello salita e discesa, rispettivamente: 1000 m Tempo d accesso: ca. 2 ore Tempo per la ferrata: ca. 1 ora 130 m di dislivello Tempo in discesa: ca. 2 ½ ore Orientamento: nordovest Cartine: TABACCO, foglio 010, Dolomiti di Sesto Difficoltà e informazioni generali: ferrata facile e breve lungo la parete nord del Monte Piano. L intero percorso si snoda attraverso un territorio particolarmente interessante dal punto di vista storico. Già durante l ascesa al Monte Piano ci si imbatte in ruderi della Prima Guerra Mondiale. La stessa vasta cupola della montagna è stata trasformata in un museo all aperto, e la veduta circolare su questo luogo teatro di aspri combattimenti è da sola una notevole esperienza. Mentre al Monte Piano i turisti si accalcano, la Ferrata Capitano Bilgeri resta ancora un affare tranquillo!la discesa dal Monte Piano è lunga e ripida! Accesso stradale e punto di partenza: si percorre la Val Pusteria fi no a Dobbiaco, lì si svolta in Val di Landro (direzione Cortina) e si continua fi no all Hotel Tre Cime, alla sinistra del quale c è un grande parcheggio, dove inizia anche il sentiero N. 6, che porta all attacco. Accesso: dal parcheggio (1406 m), si segue il sentiero ghiaioso che porta in Val di Rienza. Dopo ca. 300 m si devia verso destra e si segue il sentiero N. 6. Si attraversa il letto del torrente Rienza e si arriva così ai piedi del Monte Piano, dove il sentiero sale con molti tornanti (segnaletica Monte Piano o Pioniersteig N. 6). Sopra un pianoro (piccolo cimitero militare) si trova la deviazione che porta alla ferrata (qui proseguire fi no ad un cartello con la scritta ferrata ).

Informazioni sul percorso: giro relativamente lungo con notevole dislivello e discesa lunga e ripida. La ferrata vera e propria costituisce solo un tratto relativamente breve del percorso. Nel complesso, sicuramente più un escursione bella e impegnativa che non una scalata!i punti esposti della via di accesso sono assicurati con funi d acciaio, ma è comunque richiesto piede assolutamente fermo.