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Seminario Aggiornamento Collegio Geometri Grosseto Soluzioni progettuali di sistemi anticaduta e Dr. Rolando Giomarelli Az. Usl 7 di Siena 1/35 La Normativa Tutto parte dalla L.R. n. 64/03 (Norme per la prevenzione delle cadute dall'alto nei cantieri edili Modifiche alla LR 52/99) Recepita dall art. 82, comma 14 e 16, della LR n. 1/05 (Norme per il governo del territorio ) Art. 14 L.R. 01/05 I progetti relativi ad interventi che riguardano le coperture di edifici di nuova costruzione ovvero le coperture di edifici già esistenti, prevedono l applicazione di idonee misure preventive e protettive che consentano, nella successiva fase di manutenzione degli edifici, l accesso, il transito e l esecuzione dei lavori in quota in condizioni di sicurezza. Dr. Rolando Giomarelli Az. Usl 7 di Siena 2/35 1

Art. 16 L.R. 01/05 La Normativa Anche ai sensi di quanto previsto dalla L.R. 64/2003, entro centoventi giorni dall entrata in vigore della presente legge, la Giunta regionale emana istruzioni tecniche sulle misure preventive e protettive di cui al comma 14. I comuni adeguano i propri regolamenti edilizi a tali istruzioni tecniche. In caso di mancato adeguamento, decorsi centoventi giorni dalla loro emanazione, le istruzioni tecniche della Giunta regionale sono direttamente applicabili e prevalgono sulle disposizioni dei regolamenti edilizi comunali che siano in contrasto. DPGR 62R/2005 POI DPGR 75R/2013 Le istruzioni tecniche sulle misure preventive e protettive per l accesso, il transito e l esecuzione dei lavori in quota in condizioni di sicurezza. Dr. Rolando Giomarelli Az. Usl 7 di Siena 3/35 La Nuova Normativa A seguito : - di modifiche della normativa tecnica -di variazioni delle tipologie costruttive -delle esperienze acquisite negli anni di applicazione Dr. Rolando Giomarelli Az. Usl 7 di Siena 4/35 2

Abolisce e quindi sostituisce il Regolamento esistente!!! Sia edifici di nuova costruzione che di edifici esistenti, di qualsiasi tipologia e destinazione d uso. Richiamo a norme UNI EN per la definizione dei sistemi anticaduta 5 /35 Ambito di applicazione Sono esclusi dall ambito di applicazione del presente regolamento: 1. gli interventi di manutenzione ordinaria che riguardano le opere di riparazione, rinnovamento e sostituzione delle finiture degli edifici e quelle necessarie ad integrare o mantenere in efficienza gli impianti tecnologici esistenti;i 2. i pergolati e le coperture di manufatti aventi carattere temporaneo riconducibili alle fattispecie di cui all articolo 80, comma 2, lettera b) della l.r. 1/2005; 3. le coperture che non espongono ad un rischio di caduta dall alto da un altezza maggiore di 2 metri misurata dal punto più elevato rispetto al piano sottostante; 4. gli interventi impiantistici diversi da quelli definiti all articolo 3, comma 1, lettera d). 6 /35 3

Ambito di applicazione Le coperture prive di impianti tecnologici di qualsivoglia tipologia, in cui il dislivello tra il punto più elevato della copertura ed il piano di campagna naturale o artificiale sottostante non sia superiore a 4 metri, non necessitano di misure preventive e protettive fisse o permanenti. ATTENZIONE In tali casi dovrà comunque essere redatto l elaborato tecnico della copertura di cui all articolo 5 indicante le misure sostitutive a quelle fisse o permanenti, da adottarsi per le successive manutenzioni della copertura. L eventuale successiva installazione di impianti tecnologici di qualsivoglia tipologia comporta l adozione di misure preventive e protettive fisse o permanenti. 7 /35 Ambito di applicazione In relazione ai lavori da effettuare le misure progettate ed installate ai sensi del presente regolamento devono essere adottate ed utilizzate nel rispetto di quanto previsto dagli articoli 15, 111 e 115 del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81 significa che non possono essere usate per rifare un tetto 8 /35 4

Ambito di applicazione Le opere e i manufatti costituenti componenti essenziali del sistema anticaduta, nella misura strettamente necessaria a garantire l accesso, il transito e l esecuzione dei lavori sulle coperture in condizioni di sicurezza, non sono considerate nelle verifiche di conformità urbanistico-edilizia riferite a parametri quali il volume, la superficie utile o l altezza massima delle costruzioni. 9/35 Definizioni per copertura calpestabile, la porzione di copertura, accessibile in caso di manutenzione, calcolata per carichi di esercizio minimi in grado di sostenere sia il peso delle persone che degli eventuali materiali depositati, conformi a quelli indicati nel decreto 14 gennaio 2008 del Ministero delle Infrastrutture (Approvazione delle nuove norme tecniche per le costruzionitabella 3.1.II, categoria H); 10 /35 5

Definizioni per superficie vetrata antisfondamento, quella realizzata in vetro stratificato classificato come vetro anticaduta nel vuoto secondo la UNI EN 12600 rispondente alla classe minima 1 (B)1 11/35 Definizioni per interventi impiantistici, l installazione, la trasformazione, l ampliamento e la straordinaria manutenzione di: impianti di produzione, trasformazione, trasporto, distribuzione, utilizzazione dell energia elettrica, compresi impianti da fonti di energia rinnovabili (FER); impianti di protezione contro le scariche atmosferiche impianti di riscaldamento, climatizzazione, condizionamento, refrigerazione di qualsiasi natura o specie, compresi impianti da fonti di energia rinnovabili (FER),comprese le opere di evacuazione dei prodotti della combustione e delle condense. 12 /35 6

Definizioni per copertura raggiungibile per le opere di manutenzione in sicurezza, la porzione di copertura dotata di misure preventive e protettive fisse o permanenti sulla quale è possibile effettuare gli interventi impiantistici e le manutenzioni senza pericolo di caduta per la persona che vi debba operare. Il requisito di raggiungibilità è conseguito laddove l operatore sia in grado, indipendentemente dalla possibilità di calpestare l intera superficie di copertura, di accedere manualmente a tutte le sue componenti per effettuare le opere impiantistiche o manutentive; 13 /35 Definizioni per reti di sicurezza anticaduta, le reti certificate ed installate secondo le norme UNI EN 1263-1 e UNI EN 1263-2; 14 /35 7

Definizioni per elemento fisso, un elemento inamovibile stabilmente ancorato all edificio, che non può essere rimosso se non intervenendo con una demolizione parziale o totale della struttura a cui viene fissato 15 /35 Definizioni per elemento permanente, un elemento costituente dotazione stabile dell edificio che può essere rimosso e posizionato al momento della sua effettiva utilizzazione quale una scala, un parapetto, un dispositivo di ancoraggio o altro dispositivo di protezione collettiva non fisso 16 /35 8

Definizioni per progettista, il tecnico abilitato incaricato della progettazione dell intervento edilizio soggetto a SCIA o a permesso di costruire; per gli interventi costituenti attività edilizia libera e per gli interventi impiantistici di cui alla lettera d), il tecnico abilitato alla progettazione incaricato degli adempimenti di cui al presente regolamento. 17 /35 Adempimenti Nel caso di interventi di manutenzione straordinaria costituenti attività edilizia libera e di interventi impiantistici di cui all articolo 3, comma 1, lettera d), la conformità dell elaborato tecnico della copertura alle misure preventive e protettive indicate nella sezione II è attestata al committente dal coordinatore della sicurezza o, in sua assenza, dal progettista. Copia dell elaborato e dell attestazione è prodotta all amministrazione comunale solo su espressa richiesta di quest ultima nell ambito delle attività istituzionali di vigilanza e controllo. 18 /35 9

Adempimenti Per gli immobili e le aree soggetti a tutela ai sensi del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 (Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell articolo 10 della legge 6 luglio 2002, n.137) sono fatte salve le disposizioni ivi previste. 19 /35 Elaborato tecnico della copertura L elaborato tecnico della copertura è redatto in fase di progettazione. A tale adempimento provvede, nei casi di cui all articolo 90, comma 3, del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, il coordinatore per la progettazione avente gli obblighi di cui all articolo 91 del d.lgs. 81/2008. Nei casi in cui tale figura non sia prevista, provvede il progettista dell intervento. 20 /35 10

Elaborato tecnico della copertura L elaborato tecnico della copertura deve avere i seguenti contenuti: Elaborati grafici (allegato 1 ) in scala adeguata, in cui siano indicati: l area di intervento; l ubicazione e le caratteristiche dimensionali dei percorsi e degli accessi; il posizionamento degli elementi protettivi e dei dispositivi anticaduta per il transito e l esecuzione dei lavori in copertura; i dispositivi di protezione collettiva e/o individuali previsti; l altezza libera di caduta su tutti i lati esposti ad arresto caduta; i bordi e le aree di lavoro soggetti a trattenuta, ad arresto caduta, a manutenzione operata dal basso; le aree della copertura non calpestabili; le aree libere in grado di ospitare le soluzioni provvisorie prescelte; le misure relative al recupero in caso di caduta. 21 /35 Elaborato tecnico della copertura Relazione tecnica illustrativa delle soluzioni progettuali (allegato 2), nella quale sia evidenziato in modo puntuale il rispetto delle misure preventive e protettive di cui alla sezione II; nel caso di adozione di misure preventive e protettive di tipo provvisorio di cui all articolo 7, comma 4, la relazione esplicita le motivazioni che impediscono l adozione di misure di tipo fisso o permanente, nonché le caratteristiche delle soluzioni alternative previste nel progetto; 22 /35 11

Elaborato tecnico della copertura Planimetria di dettaglio della copertura in scala adeguata (allegato 3 ), nella quale siano evidenziati gli elementi di cui al comma 4, lettera a), specificando per ciascuno dei dispositivi di ancoraggio, linee di ancoraggio o ganci di sicurezza da tetto utilizzati, la norma UNI di riferimento, il tipo di appartenenza, il modello, il fabbricante ed il numero massimo di utilizzatori contemporanei, nonché la manutenzione periodica prevista; 23 /35 Elaborato tecnico della copertura Relazione di calcolo, redatta da un professionista abilitato al calcolo strutturale, contenente la verifica del sistema di fissaggio e l accertamento della resistenza degli elementi strutturali della copertura alle massime sollecitazioni trasmesse dal dispositivo di ancoraggio in caso di caduta, comprensive del coefficiente di sicurezza desunto dalle relative norme tecniche. 24 /35 12

Elaborato tecnico della copertura Certificazione del fabbricante dei dispositivi di ancoraggio installati secondo le norme UNI di riferimento. Sono installabili i dispositivi di ancoraggio appositamente progettati per il collegamento di componenti di un sistema di protezione individuale contro le cadute in conformità alla UNI EN 363 (es. linee di ancoraggio e/o ganci di sicurezza da tetto, ancoraggi puntuali, ecc.) che siano realizzati secondo le norme tecniche UNI di riferimento. 25 /35 Elaborato tecnico della copertura Dichiarazione di conformità dell installatore (allegato 4), riguardante la corretta installazione di dispositivi di ancoraggio, linee di ancoraggio e/o ganci di sicurezza da tetto, che deve contenere almeno le seguenti informazioni: installazione secondo le istruzioni fornite dal fabbricante; effettuazione dell installazione secondo il progetto di cui alle lettere c) e d); fissaggio alla struttura di supporto secondo le modalità indicate dal progettista (es. numero di bulloni, materiali corretti, corretto posizionamento); messa in esercizio secondo le informazioni fornite dal fabbricante; documentazione fotografica dei particolari del fissaggio al supporto di fondo, qualora il fissaggio non risultasse più visibile dopo aver completato l'installazione. 26 /35 13

Elaborato tecnico della copertura Manuale d uso di dispositivi di ancoraggio, linee di ancoraggio e/o ganci di sicurezza da tetto installati, con eventuale documentazione fotografica; Programma di manutenzione (allegato 5) dei dispositivi di ancoraggio, linee di ancoraggio e/o ganci di sicurezza da tetto installati. 27 /35 Criteri di progettazione Nei casi di interventi su coperture esistenti, nei quali non sia possibile adottare misure di tipo fisso o permanente a causa di caratteristiche strutturali insufficienti a garantire l ancoraggio dei sistemi anticaduta, o per contrasto con prescrizioni regolamentari o con norme di tutela riguardanti l immobile interessato dall intervento, nella relazione tecnica di cui all articolo 5, comma 4, lettera b), devono essere specificate le motivazioni per le quali tali misure risultano non realizzabili. Devono altresì essere indicate le idonee misure di tipo provvisorio previste in sostituzione, tali comunque da garantire l esecuzione degli interventi impiantistici o di manutenzione della copertura in condizioni di sicurezza. 28 /35 14

Criteri di progettazione Negli interventi impiantistici comportanti l installazione sulle coperture calpestabili di pannelli solari devono essere reperiti appositi spazi di dimensioni sufficienti a consentire l installazione e l uso di un sistema anticaduta garantendo la manutenzione in sicurezza della copertura e delle sue dotazioni. Tale disposizione non si applica nei casi di adozione di dispositivi di protezione collettiva permanenti. 29 /35 Criteri di progettazione I percorsi verticali costituiti da scale fisse devono essere predisposti secondo il seguente ordine di priorità: 1. scale fisse a gradini a rampe con sviluppo rettilineo; 2. scale retrattili fisse a gradino; 3. scale fisse a chiocciola; 4. scale fisse a pioli con inclinazione minore o uguale a 75 ; 5. scale fisse a pioli con inclinazione superiore a 75. Per particolari e documentate esigenze di natura tecnica, ovvero al fine di garantire il rispetto di eventuali norme di tutela riguardanti l immobile, è ammesso il ricorso ad apposite scale portatili, costituenti dotazione permanente dell edificio, solidamente vincolabili alla zona di sbarco e di altezza tale da sporgere a sufficienza oltre il livello di accesso, salvo che altri dispositivi garantiscano una presa sicura all operatore. In tali casi nell elaborato tecnico della copertura è indicato il vano dell edificio nel quale dette scale portatili sono custodite. 30 /35 15

Criteri di progettazione Il transito sulle coperture deve garantire, a partire dal punto di accesso, il passaggio e la sosta in sicurezza per interventi impiantistici o di manutenzione mediante elementi protettivi quali: parapetti; linee di ancoraggio; dispositivi di ancoraggio; ganci di sicurezza da tetto; reti di sicurezza anticaduta; impalcati; passerelle o andatoie per il transito di persone e materiali; scalini posapiede; piani di camminamento. Nella scelta degli elementi protettivi di cui al comma 2 deve essere considerata la frequenza degli interventi di manutenzione previsti, privilegiando i sistemi collettivi di protezione rispetto a quelli individuali. 31/35 Criteri di progettazione L impiego di dispositivi di ancoraggio puntuali o ganci di sicurezza da tetto è consentito solo per brevi spostamenti o laddove le linee di ancoraggio risultino non installabili per le caratteristiche dimensionali, strutturali o morfologiche delle coperture, ovvero per contrasto con norme di tutela riguardanti l immobile interessato dall intervento. Laddove le caratteristiche della copertura lo consentano, in attuazione dei principi generali di tutela di cui all art. 15 del D.Lgs 81/08 e della necessità di eseguire eventuali operazioni di salvataggio, assistenza e recupero in caso di caduta, la scelta dei dispositivi di ancoraggio deve essere rivolta verso quelle tipologie di dispositivi che consentono l utilizzo contemporaneo da parte di più persone. 32 /35 16

Sanzioni La mancata presentazione degli elaborati di cui all articolo 5, comma 4, lettere a) e b) costituisce causa ostativa al rilascio del permesso di costruire e all efficacia della SCIA ai sensi dell articolo 82 comma 14 della l.r. 1/2005. 33 /35 Sanzioni In previsione, in occasione della prossima modifica della legge regionale 1, l inserimento di sanzioni per i committenti e tecnici che non attuano il regolamento, con una formula tipo D.Lgs 758 (sanzione ridotta se si procede alla regolarizzazione) 34 /35 17

Progettazione Devono essere analizzati i seguenti 3 punti: 1. Percorso 2. Accesso 3. Transito Dr. Rolando Giomarelli Az. Usl 7 di Siena 35 /52 Percorsi e accessi Percorso: E il tragitto che un operatore deve compiere internamente od esternamente al fabbricato per raggiungere il punto di accesso alla copertura. Accesso: E il punto, raggiungibile mediante un percorso, in grado di consentire il trasferimento in sicurezza di un operatore e di eventuali materiali ed utensili da lavoro sulla copertura. Percorso e accesso dall esterno Percorso e accesso dall interno Al fine della migliore individuazione dei percorsi degli accessi, è IMPORTANTE prevedere con accuratezza gli stessi fin dalla fase progettuale. Dr. Rolando Giomarelli Az. Usl 7 di Siena 36 /52 18

Principali caratteristiche di progettazione: a) i percorsi verticali siano prioritariamente realizzati con scale fisse a gradini a sviluppo rettilineo; in presenza di vincoli costruttivi possono essere utilizzate scale fisse, scale retrattili, scale portatili. Eventuali vincoli costruttivi devono essere documentati; b) privilegiare dotazioni fisse rispetto a soluzioni provvisorie; a) i percorsi orizzontali abbiano i lati prospicienti il vuoto protetti contro il rischio di caduta dall alto; b) privilegiare percorsi interni Percorsi e accessi Dr. Rolando Giomarelli Az. Usl 7 di Siena 37 /52 Alcuni esempi: SCALE FISSE inclinazione < 75 Percorsi e accessi SCALE RETRATTILI E il percorso protetto verticale a cui dovrebbe essere data la priorità se il progetto non ha vincoli di tipo costruttivo ed architettonico. In alternativa, il progettista deve debitamente giustificare nell ETC l impossibilità di adottare tale tipo di percorso a causa dei vincoli suddetti. La scala retrattile a gradini (larghezza del gradino non inferiore a 8 cm Norma UNI EN 14975) e con inclinazione compresa tra 15 e 60 può essere considerata via d accesso permanente e paragonabile a scala tradizionale. Dr. Rolando Giomarelli Az. Usl 7 di Siena 38 /52 19

Alcuni esempi: Percorsi e accessi SCALE PORTATILI SCALE FISSE inclinazione > 75 Tipologia molto vasta e con caratteristiche diverse, che vanno complessivamente valutate per ottenere una corretta scelta progettuale Percorso verticale di tipo provvisorio a cui non deve essere data la priorità. Nel caso dell utilizzo deve: - essere individuata posizione e spazio di posizionamento - essere previsto un idoneo sistema di ancoraggio all edificio. Dr. Rolando Giomarelli Az. Usl 7 di Siena 39 /52 Alcuni esempi: PONTE SOSPESO MUNITO DI ARGANO (piattaforma elevabile) Percorsi e accessi PONTE MOBILE SVILUPPABILE SU CARRO (cestello) Se non certificato per lo sbarco in quota non può essere impiegato come dispositivo per l accesso alla copertura. Sistemi non permanenti, generalmente utilizzati per eseguire lavori su facciate e perimetro dell immobile all interno del sistema stesso Dr. Rolando Giomarelli Az. Usl 7 di Siena 40 /52 20

Percorsi e accessi ACCESSO CON LINEA INCLINATA Permette all operatore di accedere velocemente alla sommità della copertura senza ricorrere alle continue operazioni di attacco/stacco che richiederebbero i ganci di risalita Dr. Rolando Giomarelli Az. Usl 7 di Siena 41 /52 ESTERNO CON PUNTO DI ANCORAGGIO STRUTTURALE UNI 517/795 Percorsi e accessi ESTERNO CON PROTEZIONE DEL PUNTO DI SBARCO Soluzione particolarmente idonea per il dislivello di piccole quote tra varie porzioni della copertura Il punto di ancoraggio deve essere posto ad una distanza che consenta all operatore di agganciarsi prima di uscire completamente dal percorso sicuro. Dr. Rolando Giomarelli Az. Usl 7 di Siena 42 /52 21

INTERNO SU PARETE INCLINATA Percorsi e accessi INTERNO SU PARETE VERTICALE Sono le soluzioni più diffuse nell edilizia abitativa. Necessitano: a) di un punto di ancoraggio in prossimità dell uscita b) di scale per superare il dislivello interno Dr. Rolando Giomarelli Az. Usl 7 di Siena 43 /52 TRANSITO ED ESECUZIONE DEI LAVORI IN COPERTURA Si ha un lavoro in quota quando il dislivello è superiore a mt. 2,00 Dr. Rolando Giomarelli Az. Usl 7 di Siena 44 /52 22

TRANSITO ED ESECUZIONE DEI LAVORI IN COPERTURA Il Regolamento Regionale Toscano (DPGR 23 novembre 2005 n. 62/R) prescrive soluzioni a carattere permanente e la norma antinfortunistica richiede sistemi a carattere collettivo con priorità su DPI. Il ricorso a sistemi non permanenti deve essere valutato anche in funzione dei possibili rischi introdotti dalla messa in opera dei sistemi scelti e dalle attrezzature utilizzabili in funzione del contesto specifico. Dr. Rolando Giomarelli Az. Usl 7 di Siena 45 /52 Alcuni esempi: PARAPETTO FISSO TRANSITO ED ESECUZIONE DEI LAVORI IN COPERTURA PIANI DI CAMMINAMENTO SCALINI POSAPIEDE Sistemi di transito che devono essere compatibili con il tipo di copertura. Idonei in particolare per brevi spostamenti da una zona all altra E il tipo di protezione a cui dovrebbe essere data la priorità se il progetto non ha vincoli di tipo costruttivo ed architettonico. Consente una sicurezza passiva e ha costi di manutenzione ridotti rispetto alla linea vita Nota: Devono essere integrati da linea vita e dispositivo di ancoraggio scorrevole Dr. Rolando Giomarelli Az. Usl 7 di Siena 46 /52 23

TRANSITO ED ESECUZIONE DEI LAVORI IN COPERTURA PRATICABILITA Il regolamento regionale prescrive che ogni parte della copertura debba essere raggiungibile per effettuare manutenzionein sicurezza e non necessariamente che ogni superficie del tetto sia in grado di reggere il peso di un operatore. Naturalmente una copertura interamente transitabile garantisce migliorilivelli di sicurezza e, in tal senso, deve essere preferita rispetto una soluzione che individua aree non sicure raggiungibili da percorsi di transito prestabiliti. Dr. Rolando Giomarelli Az. Usl 7 di Siena 47 /52 TRANSITO ED ESECUZIONE DEI LAVORI IN COPERTURA PRATICABILITA 1.Copertura interamente praticabile. Condizione ottimale che prevede che ogni punto della copertura abbia caratteristiche di portata tali da consentire la percorrenza in sicurezza del manutentore e dei materiali, attrezzature, utensili o altro necessari alle attività manutentive. 2.Copertura non interamente praticabile Dotata di percorsi sicuri in grado di consentire la raggiungibilità dell intera copertura per la manutenzione. Le zone di transito sicure devono essere immediatamente riconoscibili. Le zone non sicure devono essere segregate o protette (l operatore non deve poter cadere in tali aree). Dr. Rolando Giomarelli Az. Usl 7 di Siena 48 /52 24

TRANSITO ED ESECUZIONE DEI LAVORI IN COPERTURA 1.Trattenuta. Il posizionamento dell ancoraggio e la lunghezza del dispositivo di collegamento all imbracatura non consentono il raggiungimento delle aree a rischio caduta dall alto. TRATTENUTA-ARRESTO CADUTA 2.Arresto caduta. Il sistema consente l accadimento del rischio (caduta dall alto) contenendo gli effetti (arresta la caduta dell operatore prima che possa incontrare ostacoli, es. suolo o sporgenze di facciata). Consente all operatore di avvicinarsi ai bordi della copertura o altre aree a rischio, senza però consentire la caduta. Può essere utilizzata solo dopo aver effettuato una attenta valutazione del tirante d aria minimo ed aver valutato come possibile un intervento di recupero entro 30 minuti dall accadimento (UNI 11158). Dr. Rolando Giomarelli Az. Usl 7 di Siena 49 /52 TRANSITO ED ESECUZIONE DEI LAVORI IN COPERTURA Criteri di scelta TRATTENUTA-ARRESTO CADUTA La normativa antinfortunistica predilige soluzioni che impediscono l accadimentodel rischio (dispositivo di trattenuta e posizionamento) rispetto soluzioni che ne limitano gli effetti (dispositivo di arresto della caduta). Una corretta progettazione del posizionamento degli ancoraggi consente di evitare ad un operatore la possibilità di caduta oltre la falda della copertura consentendogli di operare in trattenuta ed evitare l arresto caduta. Dr. Rolando Giomarelli Az. Usl 7 di Siena 50 /52 25

TRANSITO ED ESECUZIONE DEI LAVORI IN COPERTURA AREA RAGGIUNGIBILE IN SICUREZZA DISTANZA E POSIZIONAMENTO ANCORAGGI La raggiungibilità non coincide con la possibilità da parte dell operatore di calpestare l intera superficie ma con la possibilità di poterla raggiungere con le mani per effettuare le opere manutentive. E infatti preferibile far lavorare il lavoratore in trattenuta, impedendogli la caduta oltre il bordo Con l uso di un cordino con estensione massima di 2 metri l operatore ha un area raggiungibile di 2,60 metri lavorando in trattenuta Dr. Rolando Giomarelli Az. Usl 7 di Siena 51/52 TRANSITO ED ESECUZIONE DEI LAVORI IN COPERTURA EFFETTO PENDOLO, OSCILLAZIONI E SCORRIMENTI Effetto Pendolo : Per effetto di una caduta, un operatore dotato di imbracatura e di sistema di collegamento ad un punto di ancoraggio, produce un movimento laterale e una conseguente oscillazione incontrollata. Questi è tanto maggiore quanto maggiore è la possibilità di oscillazione laterale prima che il corpo raggiunga un proprio equilibrio e si fermi. La condizione peggiore in cui si sviluppano gli effetti di un effetto pendolo si ottiene in prossimità degli angoli della copertura. Dr. Rolando Giomarelli Az. Usl 7 di Siena 52 /52 26

TRANSITO ED ESECUZIONE DEI LAVORI IN COPERTURA EFFETTO PENDOLO, OSCILLAZIONI E SCORRIMENTI Nel caso di disallineamento laterale tra l ancoraggio ed il punto di potenziale caduta deve essere posta particolare attenzione alla posizione degli ancoraggi o delle linee di ancoraggio orizzontali in modo da consentire la lavorazione in trattenuta Dr. Rolando Giomarelli Az. Usl 7 di Siena 53/52 TRANSITO ED ESECUZIONE DEI LAVORI IN COPERTURA 1. La distanza libera di caduta La distanza misurata in verticale dal punto di caduta al punto dove un operatore può impattare, tale distanza varia in funzione della morfologia dell edificio e del terreno. DISTANZE ANTICADUTA Per una corretta progettazione di un sistema anticaduta devono essere considerate le seguenti distanze: 3. La distanza di arresto Distanza verticale misurata dal punto di inizio caduta alla posizione finale di equilibrio dopo l arresto; la distanza di arresto varia in funzione dei sistemi utilizzati. 2. Il Tirante d aria (norma UNI) La distanza minima, in verticale, necessaria ad arrestare in sicurezza un lavoratore in un sistema di arresto caduta. E pertanto la misura dello spazio libero da ostacoli al di sotto del lavoratore. Si compone dalla distanza di arresto più lo spazio libero di 1 metroche deve rimanere sotto i piedi dell utilizzatore, al fine di evitare la collisione in una caduta. Dr. Rolando Giomarelli Az. Usl 7 di Siena 54 /52 27

TRANSITO ED ESECUZIONE DEI LAVORI IN COPERTURA TRANSITO CON LINEE VITA Possono essere flessibili o rigide Consentono lo spostamento in sicurezza dell operatore lungo tutta la superficie di copertura madevono essere individuati i punti critici (effetto pendolo, mancanza tirante d aria etc) per eventuali integrazioni con ancoraggi puntuali (ganci). Dr. Rolando Giomarelli Az. Usl 7 di Siena 55 /52 TRANSITO ED ESECUZIONE DEI LAVORI IN COPERTURA TRANSITO CON ANCORAGGI PUNTUALI (UNI 517 e UNI 795 classe A) L uso dei ANCORAGGI PUNTUALI, quali unici punti di ancoraggio per il transito in copertura, è consentito solo per brevi spostamenti e nei casi in cui, per motivi strutturali, non risulti possibile installare una linea vita GANCI DA TETTO UNI 517 Per una corretta scelta del dispositivo è necessario valutare bene a quale tipo di sollecitazione è soggetto il punto di ancoraggio Dr. Rolando Giomarelli Az. Usl 7 di Siena 56 /52 28

TRANSITO ED ESECUZIONE DEI LAVORI IN COPERTURA TRANSITO CON ANCORAGGI PUNTUALI (UNI 517 e UNI 795 classe A) Possono essere utilizzati anche per arrestare una caduta dinamica. Se correttamente posizionati consentono all operatore spostamenti in condizioni di caduta totalmente trattenuta. Dr. Rolando Giomarelli Az. Usl 7 di Siena 57 /52 ALCUNE PROPOSTE DI PROGETTAZIONE Dr. Rolando Giomarelli Az. Usl 7 di Siena 58 /45 29

Stato di fatto Dr. Rolando Giomarelli Az. Usl 7 di Siena 59 /52 Soluzione progettuale proposta 7,50 R 2.60 12,00 R 2.60 R 2.00 6,00 R 2.00 Copertura non oggetto di progettazione R 2.60 12,00 2,30 1,50 1,50 1,00 3 2 1 Ancoraggi con funzione di percorso Uso di doppio cordino L. max. 2,00 m R 2.00 Av. dim 0,60 0.75 x 1,50 R 2.00 R 2.00 7,50 Dr. Rolando Giomarelli Az. Usl 7 di Siena R 2.60 60 /52 30

Soluzione proposta 7,50 12,00 R 2.60 R 2.60 R 2.00 6,00 Copertura non oggetto di R 2.00 progettazione R 2.60 12,00 2,30 1,50 1,50 1,00 3 2 1 Ancoraggi con funzione di percorso Uso di doppio cordino L. max. 2,00 m R 2.00 Av. dim 0.75 x 1,50 0,60 R 2.00 7,50 R 2.00 R 2.60 61 /52 Stato di fatto Dr. Rolando Giomarelli Az. Usl 7 di Siena 62 /52 31

Soluzione progettuale proposta R 2.10 R 1,50 12,00 1,50 9,00 1,50 0,50 R 2.10 1,50 1,50 Zona Particolare 6,00 3,00 1,50 PANNELLI SOLARI Uso di cordino regolato a L. max 1,50 m. Zona Particolare Copertura non oggetto di Uso di cordino progettazione riducibile L. max 1,50 m. R 2.00 R 2.60 12,00 2,30 1,50 1,50 1,00 3 2 1 Zona Particolare Uso di cordino riducibile L. max 2,00 m. Av dim. 0,60 1,60 0,75 x 1,50 R 2.00 R 2.00 Ganci di risalita R 2.60 Dr. Rolando Giomarelli Az. Usl 7 di Siena Uso doppio cordino L. max 2,00 mt 63 /52 Soluzione progettuale proposta R 2.10 R 1,50 12,00 1,50 9,00 1,50 0,50 R 2.10 6,00 1,50 3,00 PANNELLI SOLARI 1,50 1,50 Zona Particolare Uso di cordino regolato a L. max 1,50 m. R 2.00 12,00 R 2.00 R 2.60 2,30 Av dim. 0,75 x 1,50 0,60 1,50 1,50 1,00 3 2 1 1,60 Dr. Rolando Giomarelli Az. Usl 7 di Siena Ganci di risalita Uso doppio cordino L. max 2,00 mt Zona Particolare Uso di cordino riducibile L. max 2,00 m. Copertura non oggetto di progettazione R 2.00 R 2.60 64 /52 32

Stato di fatto CORPO B CORPO A Dr. Rolando Giomarelli Az. Usl 7 di Siena 65 /52 Soluzione progettuale proposta Dr. Rolando Giomarelli Az. Usl 7 di Siena 66 /52 33

Soluzione proposta Dr. Rolando Giomarelli Az. Usl 7 di Siena 67 /52 Per approfondimenti: www.coperturasicura.toscana.it Grazie per l attenzione Dr. Rolando Giomarelli Az. Usl 7 di Siena 68 /35 34