Anno III - n 11 - Maggio 2014 - Bimestrale

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Anno III - n 11 - Maggio 2014 - Bimestrale

Il vero pastore di tutti Oggi IV Domenica di Pasqua, giornata dedicata alla Preghiera per le Vocazioni, vogliamo riflettere sull'immagine del Pastore. Il pastore! E' un'immagine tratta dalla vita, oggi purtroppo non più abituale per noi. Per comprenderla dobbiamo fare riferimento alla vita palestinese del tempo di Gesù: l'ovile era un grande recinto, delimitato da sassi accatastati senza calce. Alla sera i pastori, tornando dai vari pascoli, accompagnavano le proprie pecore all'ovile e, durante la notte, vegliavano per difenderle dai lupi e dai ladri. Al mattino una scena commovente: ciascun pastore entrava nel recinto e chiamava le proprie pecore ed esse seguivano il proprio pastore, perché conoscevano il timbro della sua voce o il segnale del suo richiamo. Dice Gesù: "Io sono il buon pastore": quindi esistono anche cattivi pastori. Esistono i mercenari, i venditori di menzogna, di violenza e di immoralità. Gesù lo fa capire chiaramente. Viene subito da chiedersi: come è possibile conoscere la voce del Signore? Qual è il timbro della voce di Cristo? E quindi (cosa ancora più seria) chi è tra noi che segue il Signore, che cammina dietro a Lui? Gesù dice: "Io sono il buon pastore e do la vita per le mie pecore. Non così il mercenario che fugge quando si avvicina il pericolo: perché le pecore non sono sue e nulla gli importa del gregge". In concreto: il pastore buono è colui che dà la vita e pertanto riconoscono la sua voce coloro che, vincendo il peccato dell'egoismo, si convertono a dare la vita. Chi pensa a sé ostinatamente non potrà mai riconoscere Dio, perché Dio è altruismo infinito. Chi si preoccupa solo di accumulare non potrà mai riconoscere Dio, perché Dio è Colui che dona tutto se stesso. C'è quindi una vera incompatibilità tra Dio e l'egoista; c'è una incompatibilità tra Dio e l'avaro; c'è una incompatibilità tra Dio e l'orgoglioso (l'orgoglio è una avarizia intellettuale). Oggi è la giornata di preghiera per le vocazioni, evidentemente il problema delle vocazioni è legato agli atteggiamenti e ai comportamenti di una comunità cristiana e la comunità cristiana risente dei comportamenti della società che la circonda. In un mondo di egoisti il Pastore può chiamare quanto vuole: l'egoista non sente. Una società che ha ridotto la vita a "tempo per godere" diventa subito allergica a Dio, per il quale la vita è "tempo per donare". A noi che cosa ci manca? "Non ci manca niente, ci manca qualcuno!". E l'abbé Pierre disse un giorno: L'uomo è stato ingannato. Sì, siamo stati ingannati e ancora oggi si continua ad ingannare dicendo che il benessere e il divertimento danno felicità. Non è vero: non è il benessere che rende felici; ciò che rende felici è il bene". Non molto tempo fa è stata pubblicata la lettera di una giovane suora, Missionaria della Carità. Scrive alla mamma e dice: "Cara mamma, sono stata inviata in un lebbrosario. Mi hanno incaricata di pulire il pavimento (se così si può chiamare) e di sistemare i pagliericci degli ammalati. Com'è diversa quaggiù la casa dalla nostra casa, la vita dalla nostra vita! Mamma, ti ringrazio perché mi hai dato la vita ed io oggi posso donarla a qualcuno". Quando si vive donando se stessi, la vita acquista un sapore nuovo ed è possibile essere felici dovunque. E sulla via della carità nascono le vocazioni: perché chi ama, sente la voce del Pastore ed è pronto a dare la vita. Santa Teresa D'Avila: "Ho trovato Dio il giorno in cui ho perduto di vista me stessa". Don Mazzolari: "Il prete è vero, quando scompare; quando, dietro di sé, lascia indovinare e trasparire Qualcuno". Padre Agostino 2

Il sacerdote mediatore tra Dio e gli uomini Pastores dabo vobis : «Vi darò Pastori secondo il mio cuore».( Ger 3,15). In questa esortazione apostolica Giovanni Paolo II ci invita a pregare per i Sacerdoti. Tra le tanti frasi del Curato d'ars, ricordate da Benedetto XVI all'inizio dell'anno Sacerdotale nell'anno 2009 ne troviamo una molto bella: Il Sacerdote è l'amore del cuore di Gesù. Mai come oggi la nostra Chiesa ha bisogno di preti SANTI, di sacerdoti totalmente appartenenti a Cristo che come finalità hanno la salvezza eterna di tutti gli uomini. Gli uomini desiderano trovare nel sacerdote l'uomo di Dio, che con S. Agostino dica: La nostra scienza è Cristo e la nostra sapienza è ancora Cristo. E' Lui che infonde in noi la fede riguardo alle realtà temporali ed è Lui che ci rivela quelle verità che riguardano le realtà eterne. Viviamo in un tempo di nuova evangelizzazione - il sacerdote oggi deve saper andare a cercare le persone che attendono anch'esse di poter incontrare Cristo, forte della sua fede e del tesoro che la Chiesa gli offre in aiuto: la Preghiera. Vive ed opera nel mondo, ma non appartiene al mondo. È figlio di uomini, ma ha l'autorità di renderli figli di Dio. È povero, ma ha il potere di comunicare ai fratelli ricchezze infinite. È debole, ma rende forti i deboli col pane della vita. È servitore, ma davanti a lui si inginocchiano gli Angeli. È mortale, ma ha il compito di trasmettere l'immortalità. Cammina sulla terra, ma i suoi occhi sono rivolti al cielo. Collabora al benessere degli uomini, ma non li distoglie dalla meta finale che è il Paradiso. Può fare cose che neppure Maria e gli Angeli possono compiere: celebra la S. Messa e perdona i peccati. Quando celebra ci sovrasta di qualche gradino, ma la sua azione tocca il cielo. Quando assolve rivela la potenza di Dio che perdona i peccati e ridona la vita. quando insegna propone la parola di Gesù: Io sono la via, la verità e la vita. Se siamo nel bisogno, lo assilliamo; se vengono meno le necessità, lo dimentichiamo. Quando lo accogliamo diventa l'amico più sincero e fedele. È l'uomo più amato e più incompreso; il più cercato e il più rifiutato. È la persona più criticata, perché deve confermare con il suo esempio l'autenticità del messaggio. È il fratello universale, il cui mandato è solo quello di servire, senza nulla pretendere. Se è santo, lo ignoriamo; se è mediocre, lo disprezziamo. Se è generoso, lo sfruttiamo; se è interessato, lo critichiamo. Se siamo nel bisogno, lo assilliamo; se vengono meno le necessità, lo dimentichiamo. E solo quando ci sarà sottratto comprenderemo quanto ci fosse indispensabile e caro. Don Agostino Giacalone 3

Papa Francesco parla ai giovani di tutto il mondo Da che parte stiamo? Con i farisei, con Giuda, con le donne al sepolcro? CON I GIOVANI Questa la domanda che il Papa ha affidato alla riflessione del suo popolo nella Domenica delle Palme, Messa celebrata in piazza San Pietro che apre i riti della Settimana Santa e che da circa trent'anni coincide con la Giornata della gioventù che si celebra in tutte le diocesi del mondo. Il lungo rito si è svolto secondo la tradizione, con la processione iniziale di giovani e di cento celebranti che sventolavano rami di ulivo. Il Papa si è associato alla processione a bordo della jeep bianca scoperta, indossando il manto rosso liturgico e con il pastorale di legno di ulivo che gli hanno donato i detenuti della casa circondariale di San Remo. Durante la Messa c'è stata la lettura di tutto il racconto della Passione. Papa Francesco ha poi tenuto un' omelia interamente a braccio, immedesimandosi negli atteggiamenti dei vari personaggi del racconto evangelico della passione e morte di Gesù, folla acclamante, farisei e dottori della legge, Giuda, Giuseppe d'arimatea che si occupa del corpo di Gesù, donne che trovano il sepolcro vuoto. "Dove è il mio cuore, a quale di queste persone assomiglio"? Questa domanda ci deve accompagnare per tutta la settimana. Dopo la Messa e l'angelus Papa Francesco si è fermato a lungo sul sagrato a salutare personalmente i cardinali e vescovi presenti, concedendosi anche a diversi autoscatti dai telefonini. Al termine della Celebrazione, ha rivolto un saluto speciale ai 250 delegati - vescovi, sacerdoti, religiosi e laici - che hanno partecipato all'incontro sulle Giornate Mondiali della Gioventù organizzato dal Pontificio Consiglio per i Laici. Immancabile il riferimento a Papa Wojtila: "Egli chiese di portare questa croce in tutto il mondo come segno dell'amore di Cristo per l'umanità. Giovanni Paolo II è stato l'ideatore delle Giornate mondiali della gioventù e ne diventerà patrono". Comincia così il cammino di preparazione del prossimo raduno mondiale, che si svolgerà nel luglio 2016 a Cracovia e che avrà per tema «Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia» (Mt 5,7). Chillemi Carmen 4

Mons. La Piana incontra i giovani del Vicariato S. Basilio Magno Chi non vorrebbe essere felice? Forse si ha paura di esserlo, forse non si riesce ad esserlo, forse non si sa come esserlo, ma tutti vorrebbero essere felici e i giovani questo lo sanno, così come i giovani del vicariato San Basilio Magno di Santa Teresa di Riva, che hanno incontrato il 24 marzo alle ore 20.00, a Casalvecchio Siculo, al loro primo incontro di pastorale giovanile vicariale, per l'anno pastorale 2013-2014, il loro pastore, Monsignor Calogero La Piana, detto Lillo, come ricordo mi disse una volta una ragazza (non della diocesi di Messina)subito dopo che monsignor La Piana si insediasse in diocesi. - Adesso avete con voi don Lillo -, mi disse, ed io: - chi? - E lei: - Don Lillo La Piana, nuovo Vescovo di Messina! - Allora io mi misi a ridere e le dissi: - Ah sì - ma nella mia mente pensavo che molti forse sconoscevano l'esistenza di un nuovo Vescovo, spesso non si sa nemmeno chi sia un vescovo, la sua importanza, la sua figura, lo pensano lontano, non sanno come seguirlo. Il nostro attuale Vescovo, invece, tra le prime cose che ha fatto è stata scrivere una lettera ai giovani, una lettera molto sentita, vicina, di chi ha a cuore le sorti del suo popolo più giovane, così come molto spontaneamente ha accettato l'invito per la serata del 24 ed è venuto, nonostante gli impegni, la stanchezza ed il maltempo, che quella sera faceva desistere e scoraggiare chiunque,e ce lo ha partecipato condividendolo nel salutarci; ha confessato, infatti, che quasi, quasi voleva rinunciare, ma che è venuto perché quando si tratta dei giovani non sa dire di no ed è stata una gioia per lui esserci. Bella la serata del 24! Così sarà ricordata, una Celebrazione Eucaristica semplice, di una chiesa viva, non infagottata, preceduta dall'accoglienza all'arcivescovo all'inizio del paese con banda e striscioni preparati da ciascuna parrocchia del vicariato, sotto una pioggia continua che non ha fermato nulla, ha disagiato un po', ma la sostanza è rimasta immutata, cioè la voglia, l'impegno, l'organizzazione, l'entusiasmo, l'emozione di accogliere il Vescovo che veniva a salutare e trascorrere una serata con i suoi giovani; poi una marcia fino alla chiesa, un saluto di benvenuto e la proiezione di un video per rendere più partecipe chi dovrebbe sentirsi a casa sua, tra i suoi, in ogni angolo della diocesi e sentire il cuore vivo e pulsante del suo popolo che lo pensa e lo vuole bene. La Messa è stata partecipata ed arricchita dal contributo di diversi giovani di ciascuna parrocchia, perché ciascuna aveva un compito, almeno quelle presenti, perché non tutte lo erano, un giorno il l'en plein: 15 su 15 (15 sono le parrocchie del vicariato)! L'assemblea era numerosa, formata non solo da giovani, primi organizzatori e destinatari dell'incontro, ma anche da adulti e da amici membri della PG diocesana, purtroppo alcuni giovani sono rimasti fuori, perché la chiesa è diventata ad un certo punto piccola per accogliere tutti. L'Eucaristia è stata concelebrata dal direttore della PG diocesana, P. Dario Mostaccio, dal Vicario Foraneo, P. Gerry Currò, dal delegato per la PG vicariale, P. Agostino Giacalone, dal parroco di Antillo e Mitta, P. Egidio Mastroeni. Poi tutti a far festa, condividendo la tavola al Municipio, dove il buffet allestito e preparato fuori, è stato trasferito dentro a causa della pioggia, il tutto accompagnato dalla gioia di far festa, stare insieme e condividere qualcosa di importante, per una famiglia grande, riunita, in comunione. La presenza del Vescovo dona sempre una benedizione particolare, quella che le è propria, i cui effetti si fanno sentire nel tempo, portano frutti e chi non vorrebbe goderne? Chi non vorrebbe accogliere, sperimentare, vivere, ricordare, non dimenticare il bene che Dio ci dona così come si fa con le liete notizie, come è il Vangelo di 5

Gesù, che dovrebbe essere un passa parola continuo? Questa serata importante e speciale non sarà dimenticata, si porteranno nel cuore la vicinanza, la gioia e l'emozione visibili del nostro vescovo che è segno di una chiesa grande, in comunione, unita, e di tutti quelli che vogliono camminare insieme, riconoscendo ed accogliendo il contributo e l'impegno di ciascuno, come figli dello stesso territorio, uniti dalla stessa fede in Cristo Gesù, obbedienti al Vangelo, alla Chiesa, ai suoi pastori, con la consapevolezza che Gesù visita i monti, le colline, il mare, il territorio, il cuore, la mente, la vita dei suoi figli ed ha a cuore i loro desideri ed i loro bisogni. Chi Gli appartiene, chi appartiene alla Chiesa, vuole vivere l'amore cristiano, sentirsi più chiesa, fratelli, in missione, impegnarsi, spendere la propria vita per gli altri, nella ricchezza, unicità, diversità, preziosità ed uguale importanza di ciascuno, per essere felici, come Dio promette e rende possibile,e lo dice al suo popolo, cioè a noi, a ciascuno di noi: Giacobbe ritornerà e avrà riposo, vivrà tranquillo e nessuno lo molesterà, perché io sono con te per salvarti. (Ger 30,10b) Buona felicità a tutti! Soli non ce la faremo ma insieme a Lui, Gesù, venuto per salvarci, sì! Don Tonino Bello che amava i giovani e con i quali sapeva parlare disse loro una volta in occasione della Pasqua: Ma il Signore lo dice davvero! Non si dimentica di noi. E' verissimo! E ricordatevelo, ragazzi! Ricordatevi soprattutto che in questa Pasqua il Signore che passa vi chiama per nome. Tanti auguri che possiate ascoltarlo. E vi dico anche una cosa: che Lui, il vostro numero di telefono ce l'ha; se qualche volta la comunicazione non c'è, è perché voi non sapete rispondergli. Ma Lui il vostro numero personale di telefono lo conserva ancora, quindi prestate ascolto alla sua voce. Katia Cannata TESTIMONIANZA DI UNA CHIAMATA Un giorno, durante un pellegrinaggio al Santuario della Madonna del Tindari con la mia parrocchia, dopo aver partecipato alla Celebrazione Eucaristica, mentre davo un'occhiata ad una bancarella, la catechista di mio figlio mi disse se il sabato pomeriggio, quando sarei andata a prenderlo, potevo soffermarmi qualche minuto perché aveva qualcosa da dirmi. Conoscendo mio figlio, un po' troppo vivace, ciò mi mise in agitazione: pensai che ne aveva combinato qualcuna delle sue. Per una settimana rimasi sulle spine. Finalmente il fatidico giorno arrivò! Mio figlio non c'entrava per niente, in quanto la catechista mi chiese se potevo aiutarla con i bambini negli incontri di catechismo, di comune accordo col parroco. Capii che voleva essere aiutata per tenere a bada i bambini e, dopo un attimo di esitazione, diedi il mio assenso. Dopo qualche incontro mi resi conto che ero stata chiamata a tutti gli effetti a fare la catechista. Cosciente di ciò, venivo spesso presa dal panico perché non mi sentivo all'altezza della situazione. Molte volte mi scusavo con la catechista dicendole che forse con me aveva fatto una scelta sbagliata, ma lei mi rispondeva che non era affatto vero. Ciò nonostante, la mia titubanza continuò per qualche tempo. Rispolverai vari libri di catechismo che avevo in casa, ma la spinta per andare avanti venne da un incontro per catechisti, allorché il parroco disse che dovevamo essere per i fanciulli gli esempi da prendere come modello ed essere veri testimoni del Vangelo. In quel momento capii che Gesù mi aveva chiamato affidandomi quel delicato compito di catechista che già svolgo da tre anni, con veri salti mortali per essere puntuale all'appuntamento con i fanciulli, ma la fatica non mi pesa, anzi, quando salta qualche incontro ne sento la mancanza. Mi trovo bene con i bambini e, spero, loro con me; cerco di insegnare loro qualcosa, ma accade che siano loro ad insegnare a me. Questo servizio mi ha molto cambiata interiormente, mi sento più aperta e disponibile verso gli altri. Il sabato è diventato l'oasi del mio deserto. Prego sempre lo Spirito Santo affinché mi dia la grazia di riuscire a far conoscere Gesù e il suo immenso amore per noi. Ringrazio Dio che, servendosi di questa sorella, mi ha chiamata a rendermi utile nella sua vigna. 36

PASSIO CHRISTI A CASALVECCHIO SICULO Il 13 Aprile 2014 si è tenuta, a Casalvecchio Siculo, organizzata dalla Parrocchia S. Onofrio Eremita con il a sostegno dell'amministrazione Comunale e della Proloco, la 1 edizione della Passio Christi, sacra rappresentazione itinerante suddivisa in 9 scene, protagonista di questa bellissima esperienza "Il Centro Storico" del nostro suggestivo Paese. Circa 100 i personaggi tra interpreti e figuranti, che ci hanno aiutato a ritornare indietro di 2000 anni attraverso le immagini più belle della vita di Gesù: La Chiamata degli Apostoli Ingresso di Gesù a Gerusalemme L' Ultima Cena L'Orto degli Ulivi Il Sinedrio di Caifa Il Pretorio di Pilato La salita al Calvario La Crocifissione La Resurrezione L'evento culturale, artistico e religioso ha effuso il suo fascino e la capacità di richiamare migliaia di persone provenienti non solo dal nostro paese ma da tante altre parti della Sicilia e dei paesi limitrofi. Quasi tutti gli interpreti si cimentavano per la prima volta nelle vesti di attori, è stato anche il modo e la semplicità in cui tutti si sono calati nelle loro parti, pur nelle difficoltà che la preparazione di questi eventi comporta. Non vogliamo essere presuntuosi e orgogliosi, ma nonostante tante altre Passioni Viventi, i nostri attori sono stati eccellenti e bravi perché è gente comune, segnata dalle fatiche del proprio duro e umile lavoro di ogni giorno che non ha esitato ad accollarsi altra fatica per la preparazione di scene, di luoghi da pulire, del materiale necessario, delle prove fino a tarda notte. Abbiamo vissuto quelle toccanti parole bibliche "La Croce Gloriosa del Signore Risorto"per far capire ad ognuno di noi che Lui ci ama di un amore senza limiti. Solo essendo parte attiva di ogni iniziativa si mostrano le capacità che servono a migliorare e a dare un volto nuovo al nostro paese e a tutto il mondo, in particolare alla gente che ci ha guardato con tanta ammirazione. Lo svolgimento delle scene del passato (e sempre attuale tempo storico-religioso) rivissute con spirito di interpretazione realistica (attenendosi esclusivamente ai testi sacri), consiste nella preparazione di un servizio reso alla comunità, che non è uno spettacolo, ma che diventa momento di riflessione, meditazione, comunicazione, socializzazione, festa, ma anche e soprattutto riscoperta della Parola di Dio. E' stato bello vedere che per quasi tre ore le vie del paese, le piazze, i colli, sono diventati palcoscenico di una sera. E' stato bello vedere come circostanze simili mescolano la gente in una grande famiglia. E' stato bello vedere la gente coinvolta e piangente nel memoriale atroce del dolore di Gesù, vedere chi non aveva parti principali ma solo figurative immersa nella realtà dei propri personaggi: Barabba, che rappresenta il travaglio dei pentiti; Veronica, che partecipa alla sofferenza di Cristo asciugandogli il viso; Maria e il suo grande dolore, che è quello che ogni mamma prova ancora oggi nel momento in cui vede soffrire un figlio o le viene ucciso. E poi Giuda, immerso nella sua disperazione che lo induce al suicidio; gli Apostoli, con in testa Pietro, che con il suo pentimento sarà stimolato a fare più degli altri e divenire la più grande figura del cristianesimo dopo Gesù. Con questo messaggio si vuole riflettere sul grande valore redentivo che la sofferenza di Cristo può avere nella vita di ogni credente. Oggi, per diversi motivi, tutti soffriamo e forse non tutti riusciamo a leggere la sofferenza con sapienza e speranza. La Passione di Nostro Signore Gesù Cristo, è la storia di tutta l'umanità: quella storia dove i cristiani vengono umiliati, i miti aggrediti, gli onesti calpestati e i puri di cuore vengono derisi. In questa storia chi sarà il vincitore? Chi dirà l'ultima parola? Noi crediamo che Gesù Cristo, è l'ultima parola: in Lui i buoni hanno già vinto, in Lui i miti hanno già trionfato, in Lui gli onesti vengono incoronati e i puri di cuore brillano come stelle nella notte. Anche noi vogliamo ripercorrere insieme a Gesù la strada della sua croce, sapendo che è anche la nostra strada. Però una certezza ci illumina: la strada non finisce sulla croce ma va oltre, va verso la Pasqua ormai vicina. La nostra speranza ha un nome Gesù Cristo il Figlio di Dio. 7

ALTARE DELLA REPOSIZIONE: «Duc in Altum» Secondo la liturgia cattolica, il Giovedì Santo è la sera dove si rievoca l'ultima cena di Gesù con i dodici apostoli e si inaugura solennemente il Triduo Pasquale, dove le ostie appena consacrate vengono poste nell'altare della Reposizione, presso un altare diverso da quello maggiore addobbato con fiori e simboli, che si riconducono al tema dell'eucarestia. Le ostie riposte vi rimangono fino alla solenne celebrazione del pomeriggio del giorno seguente (Venerdì Santo) per consentire la comunione a noi fedeli, dal momento che durante tale funzione religiosa, rievocante la Passione e Morte di Cristo, non si offre il sacrificio della messa e non si consacra l'eucarestia. Noi giovani quest'anno abbiamo deciso di rappresentare la vicinanza di Gesù con la folla e i suoi discepoli, ma in modo particolare con il discepolo Pietro. Al centro di questo tema vi è il grande invito di Gesù Duc in Altum (Prendi il Largo)! Tutto questo ci dice che la chiamata di Pietro e dei suoi compagni, comporta l'avvicinarsi a Gesù, superando le distanze che lo separano da Lui: è questo l'itinerario della fede. Con questo abbiamo voluto trasmettere un messaggio a tutti i fedeli, ma in particolar modo a noi giovani che non dobbiamo scoraggiarci mai, anche se attraversiamo periodi bui, di sofferenza, crisi sul lavoro e di accostarci sempre alla parola di Gesù ed affidarci a Lui con tanto amore, devozione e fede, prendendo l'esempio di Pietro, che nonostante la tentazione di allontanare il Signore da sé, lo ha amato e lo ha seguito! Tutti noi dobbiamo affidarci all'amore di Gesù, solo con Lui, al timone della nostra vita, possiamo essere sicuri di approdare salvi alla vita eterna. La Chiesa cattolica, inoltre, ritiene per fede che l'eucarestia è segno sacramentale di Gesù Cristo, Vivo e Risorto; quindi l'altare della Reposizione non è un sepolcro che simboleggia la morte di Gesù, ma un luogo, in cui adorare l'eucarestia: GESU' VIVENTE. Serena e Antonella IHS Noi giovani della comunità di Casalvecchio, abbiamo allestito l'altare seguendo le indicazioni di Padre Agostino, che ogni anno ci dà dei diversi significati da rappresentare. Quest'anno abbiamo posto l'attenzione sulla figura di Gesù morto e risorto per noi. Abbiamo usato le candele con le quali volevamo ricordare il cero pasquale che raffigura il Cristo sempre vicino a noi, che giorno dopo giorno si sacrifica per la nostra salvezza donandoci la luce vera della vita. E proprio con queste candele abbiamo rappresentato la scritta IHS che in greco antico sta ad indicare Gesù Nazareno Re dei Giudei. Cristina e Maria 8

LA CENA Quando arriva la Pasqua noi giovani di Misitano siamo impegnati nell' allestimento dell'altare della Reposizione. Carichi di volontà, di iniziative e di tanta voglia di fare ci mettiamo all'opera. Quest'anno abbiamo voluto rappresentare l'ultima cena con Gesù e i suoi dodici apostoli. Abbiamo preparato una tavola utilizzando del raso bianco e giallo, per richiamare quelli che sono i colori della Pasqua. Sulla tavola abbiamo messo: il pane che rappresenta il corpo di Gesù Cristo, infatti, egli proprio nell'ultima cena prese il pane e spezzandolo disse ai suoi discepoli: <<Questo è il mio corpo che è dato per voi>>; il calice che rappresenta il sangue di Cristo che è morto per tutti noi, infatti così come si racconta nei vangeli Gesù disse: << Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue, che viene versato per voi>>. Infine c'erano i piatti e i bicchieri. In ogni piattino abbiamo posto delle piccole candele che rappresentano lo Spirito Santo. Sparse un pò ovunque abbiamo messo delle brocche contenente dell'acqua, che rappresentano il momento il cui Gesù lavò i piedi agli apostoli. Infine abbiamo abbellito il nostro altare della Reposizione con frumento, alloro e fiori, i quali rappresentano la rinascita della natura con l'arrivo della bella stagione; così come con l'arrivo della bella stagione i fiori rinascono, Gesù rinasce dalla morte. MARIELLA GERAMI LA PUREZZA DI MARIA Il nome Pasqua deriva dal latino Pascha e dall'ebraico Pasch. È la massima festività della liturgia cristiana, perché celebra la passione, morte e resurrezione di Gesù Cristo, ingiustamente ucciso, per la nostra salvezza e per lasciarci insegnamenti di fraternità solidarietà e amore per il prossimo. A noi cristiani il periodo della quaresima dovrebbe fornirci un equilibrato sviluppo affettivo che giorno dopo giorno elimina ansie, paure e divergenze rendendo più equilibrati i rapporti interpersonali. Nella nostra comunità casalvetina belle e commoventi sono le tappe che ci aiutano a cogliere l'analogia che passa tra dalla passione e morte di Gesù al nostro cammino come comunità cristiana. Una tra queste è la preparazione dei Sepolcri del Giovedì Santo allestiti nelle chiese di San Teodoro Martire e nella chiesa della SS. Annunziata; e che ogni anno attraverso infiorate, lavori con terre colorate, petali di fiori e quant'altro fungono da filtro al messaggio pasquale reso vivo proprio dal tema che di anno in anno è sempre diverso ed emozionante. Nella chiesa della SS. Annunziata quest'anno con la disponibilità e i consigli di Padre Agostino è stato allestito il 9

sepolcro della PUREZZA intesa secondo i Vangeli come purezza nello Spirito, purezza nell'intuizione dei legami esistenti tra le nostre terrene storie personali e quelle di Gesù. A tal proposito una coppia di cigni bianchi sono stati elaborati al centro della chiesa resi più brillanti con terre argentee, piume bianche e l'inserimento di pietre di cristallo azzurre hanno addolcito tutta la creazione. Ma il vero messaggio che il Sepolcro ci trasmette è la Purezza del cuore di Gesù che come annunciato da Papa Francesco durante la canonizzazione dei due Papi Giovanni Paolo II e Giovanni XXIII che la Santità è un dono di Dio ma è anche compito dell'uomo nella vita pratica di superare se stesso e i propri limiti, per pianificare la vita quotidiana; è un mescolarsi di fede, di speranza, di carità; un gareggiare tra povertà, ubbidienza e umiltà che affascina la vita dell'uomo solo se si intraprende la strada che porta verso la purezza dell'anima. PAOLA MOSCHELLA IL TRIDUO PASQUALE Come ogni anno nella Settimana Santa, periodo m o l to s e ntito n e l l a n o st ra comunità,l'arciconfraternita di S. Teodoro Martire e la Confraternita della SS. Annunziata hanno preparato i sepolcri nelle rispettive chiese creando come sempre delle vere opere d'arte. L'Arciconfraternita di S. Teodoro Martire ha deciso di rappresentare i tre momenti più importanti della Passione di Gesù: L'ultima cena che vide Gesù spezzare il pane e bere il vino come suo corpo e suo sangue, lasciando sgomenti gli apostoli quando, inginocchiandosi per lavare i loro piedi, disse loro che se non l'avessero lasciato fare, non sarebbero mai entrati nel regno dei cieli con lui, ed infine lasciò un comandamento nuovo: Amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi, spronandoli a diffondere la Sua parola in tutto il mondo; la morte di Gesù ad opera dei Romani e della popolazione di Gerusalemme che prima lo acclama come un re, nel suo ingresso nella città, e poi, nonostante il procuratore Ponzio Pilato non trovò in lui nessuna colpa, lo vollero ugualmente far crocifiggere. Dopo che Gesù esalò il suo ultimo respiro sulla croce, si resero conto di ciò che avevano fatto e invocarono il perdono di Dio. Seguì la deposizione nel sepolcro ad opera di Nicodemo e Giuseppe D'Arimatea, distinti sacerdoti del Sinedrio convertitisi al cristianesimo in segreto per paura dei Romani, che però alla fine manifestarono la loro fede dimostrando che Dio è più grande e più potente di qualsiasi altro uomo; infine la resurrezione di Gesù, l'avvenimento più importante della Pasqua e della religione cattolica poiché resuscitando Gesù sconfisse la morte e dimostrò ancora una volta di essere il figlio di Dio. Rivelò inoltre che la resurrezione della carne, che Lui promise, è possibile e se in vita terremo un comportamento adeguato, quando verrà il giorno del giudizio universale saremo resuscitati anche noi. GIOVANNI NICITA 10

Due esperienze a confronto Apriti alla verità, porterai la vita Anche quest'anno il 25 aprile c'è stato il convegno dei Ministranti. E' stato molto bello come sempre, il tema questa volta è stato: Apriti alla verità, porterai la vita. Mi sono divertita tantissimo. Di mattina siamo stati nel Duomo, dove si sono radunati i bambini di tutta l'arcidiocesi, li c'è stata la Santa Messa che è stata la cosa più importante. Dopo siamo andati al seminario, dove dopo aver pranzato tutti insieme, i seminaristi hanno preparato tanti giochi per noi bambini. Voglio infine ringraziare gli amici di Casalvecchio, con i quali abbiamo passato una bella giornata insieme, e poi soprattutto Padre Agostino, che ci regala sempre momenti di divertimento e preghiera. GIULIANA CHILLEMI 25 APRILE UNA GIORNATA SPECIALE Dopo VOI STESSI DATE LORO DA MANGIARE e RISPONDERE ALL'AMORE SI PUÒ arriva APRITI ALLA VERITÀ TROVERAI LA VITA. È proprio questo il tema dell'incontro annuale dei ministranti che si è svolto lo scorso 25 Aprile presso il Seminario Arcivescovile di Messina. Arrivati in piazza Duomo tutti i ministranti della Diocesi accompagnati dai catechisti e dai responsabili dei gruppi sono stati accolti presso la Basilica Cattedrale con canti, balli e animazione varia. Subito ha avuto inizio la Celebrazione Eucaristica presieduta dal vicario generale Mons. Carmelo Lupò, il quale ci ha resi partecipi della vicinanza spirituale del nostro Arcivescovo che, trovandosi in Terra Santa, si è unito a noi in comunione di preghiera. In diversi momenti della celebrazione Mons. Lupò ha più volte ribadito l'importanza dell'essere ministrante, i quali, dopo i ministri ordinati, sono quei collaboratori che con il loro servizio sono sempre più vicini a Gesù Eucarestia rendendo speciali le nostre celebrazioni. Questo appuntamento è ormai divenuto, per il nostro gruppo ministranti, una tappa fissa in quanto, oltre a riflettere sui compiti e sull'importanza che questa figura ha nelle celebrazioni, è motivo di comunione fraterna per tutti noi al fine di vivere una giornata di festa diversa dalla routine quotidiana. Per noi catechisti è motivo di gioia vedere i nostri bambini protagonisti di questi incontri Diocesani, poiché sicuramente arricchiscono sia la loro ma soprattutto la nostra crescita spirituale ed umana. È stato bello inoltre vedere la presenza attiva di alcuni genitori che condividevano con i propri figli questo momento di gioia e di fede, poiché come molte volte ha sostenuto il nostro Padre Agostino, sono i genitori che in primo luogo devono trasmettere la fede ai propri figli. Un grazie molto speciale vogliamo porgerlo ai nostri seminaristi che con grande cura, impegno e trapelante amore riescono ogni anno a riunire quasi mille bambini per farli divertire con giochi e attività ricreative ma allo stesso tempo farli riflettere sul delicato compito che svolgono all'interno delle proprie comunità. Beh visti i risultati della giornata trascorsa insieme non possiamo che invitarvi a partecipare con noi al prossimo Raduno dei Ministranti, quindi con grande gioia vi diamo appuntamento al prossimo anno!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! I CATECHISTI GIUSEPPE E FLOREANA 11