LA BUONA SCUOLA, LA NUOVA GOVERNANCE E IL DIRIGENTE SCOLASTICO



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LA BUONA SCUOLA, LA NUOVA GOVERNANCE E IL DIRIGENTE SCOLASTICO Dino Cristanini Roma, 24 ottobre 2014 I PUNTI DEL RAPPORTO LA BUONA SCUOLA LE RISORSE PER LA BUONA SCUOLA

LA RIDEFINIZIONE DEL PROFILO I presidi sono oggi troppo spesso impegnati a decodificare le circolari ministeriali anziché occuparsi di coordinare la progettazione educativa, governare l istituto con attenzione e interessarsi agli stimoli che provengono dall esterno. I dirigenti hanno la titolarità delle relazioni sindacali, la rappresentanza legale, sono datori di lavoro e stazione appaltante. Sono responsabili di (quasi) tutto; ma non hanno nelle loro mani le leve di governo per assumere al meglio tali responsabilità. Perché ciò avvenga è necessario in primo luogo definire meglio il profilo professionale del dirigente scolastico, individuare meccanismi di reclutamento che assicurino la massima preparazione professionale e realizzare un sistema per la loro valutazione. LA RIDEFINIZIONE DEL PROFILO Dobbiamo mettere la scuola nelle condizioni di cambiare rotta. Per farlo, il timoniere è essenziale: al dirigente scolastico va data la possibilità di organizzare meglio il lavoro all interno della scuola, di guidare il piano di miglioramento, di concordare le sfide con il territorio e con gli altri attori sociali dell area vasta che sostiene l istituto. pur mantenendo e rafforzando le indiscutibili competenze gestionali necessarie per promuovere l efficienza di un organizzazione complessa, serve puntare sullo sviluppo di competenze professionali connesse alla promozione della didattica e della qualificazione dell offerta formativa. Una buona scuola ha bisogno di presidi selezionati con cura, che dimostrino di disporre al tempo stessa di esperienza diretta e approfondita dei processi educativi, ma anche delle competenze necessarie per gestire una organizzazione complessa.

ALLE ORIGINI DELL ATTUALE PROFILO Legge 15 marzo 1997, n. 59, art. 21, commi 16 e 17 16. Nel rispetto del principio della libertà di insegnamento ai capi d'istituto è conferita la qualifica dirigenziale contestualmente all'acquisto della personalità giuridica e dell'autonomia da parte delle singole istituzioni scolastiche. I contenuti e le specificità della qualifica dirigenziale sono individuati con decreto legislativo integrativo delle disposizioni del decreto legislativo 3 febbraio 1993, n.29, e successive modificazioni, sulla base dei seguenti criteri: a) l'affidamento, nel rispetto delle competenze degli organi collegiali scolastici, di autonomi compiti di direzione, di coordinamento e valorizzazione delle risorse umane, di gestione di risorse finanziarie e strumentali, con connesse responsabilità in ordine ai risultati; b) il raccordo tra i compiti previsti dalla lettera a) e l'organizzazione e le attribuzioni dell'amministrazione scolastica periferica, come ridefinite ai sensi dell'articolo 13, c. 1; c) la revisione del sistema di reclutamento, riservato al personale docente con adeguata anzianità di servizio, in armonia con le modalità previste dall'articolo 28 del decreto legislativo 3 febbraio 1993, n. 29;... 17. Il rapporto di lavoro dei dirigenti scolastici sarà disciplinato in sede di contrattazione collettiva del comparto scuola, articolato in autonome aree. DALLA LEGGE DI DELEGA AI DECRETI ATTUATIVI

IL DIRIGENTE SCOLASTICO E LA DIMENSIONE EDUCATIVO-DIDATTICA Dall art. 25 del D.lgs. 165/2001 Il dirigente scolastico: - organizza l attività scolastica secondo criteri di efficienza e di efficacia formative - promuove gli interventi per assicurare la qualità dei processi formativi Perché negli anni successivi la dimensione educativo didatttica si è molto attenuata o addirittura persa? IL DIRIGENTE SCOLASTICO E I RISULTATI DI APPRENDIMENTO Numerose ricerche dimostrano che esiste una relazione significativa, positiva, tra il lavoro del dirigente scolastico e gli apprendimenti degli studenti Angelo Paletta (2012), Leadership for learning, seminari interregionali per dirigenti scolastici neo-assunti

LA LEADERSHIP PER L APPRENDIMENTO PALETTA A., Leadership for learning, in Faggioli M. (a cura di), Migliorare la scuola, ed. Junior, Spaggiari (2014) Le ricerche di Hallinger (2003), Marks e Printy (2003), Leithwood e Jantzi hanno influenzato lo sviluppo teorico della leaderahip trasformazionale verso un modello integrato di leadership for learning. DIMENSIONI DELLA LEADERSHIP FOR LEARNING: FORNIRE LA DIREZIONE SVILUPPARE LE RISORSE UMANE RIPROGETTARE L ORGANIZZAZIONE GESTIRE IL CURRICOLO E I PROCESSI DI INSEGNAMENTO/APPRENDIMENTO Dino Cristanini, materiali per la formazione dei dirigenti scolastici neo assunti, USR Lombardia, 2014 REINTERPRETARE IL PROFILO OGGI ALLA LUCE DI. ACCRESCIUTE INCOMBENZE DI TIPO GIURIDICO- AMMINISTRATIVO MANTENERE LA FOCALIZZAZIONE SULLA MISSION DELLA SCUOLA: PRODURRE BUONI ESITI DI EDUCAZIONE E APPRENDIMENT O PROMUOVERE IL CIRCOLO VIRTUOSO VALUTAZIONE MIGLIORAMENTO RENDICONTAZION E SOCIALE

Dino Cristanini, Materiali per la formazione dei dirigenti scolastici neo assunti, USR Lombardia, 2014 IPOTESI DI RIDEFINIZIONE DELLE AREE CONDURRE UNA POLITICA D ISTITUTO FUNZIONALE AL SUCCESSO SCOLASTICO E FORMATIVO DI TUTTI GLI ALUNNI ORGANIZZARE, CONDURRE, GESTIRE L'INSIEME DELLE RISORSE UMANE DELL ISTITUTO ASSICURARE I LEGAMI CON IL CONTESTO AMMINISTRARE E ORGANIZZARE L ISTITUZIONE SCOLASTICA AUTONOMA MONITORARE, VALUTARE, MIGLIORARE, RENDICONTARE Dino Cristanini, Materiali per la formazione dei dirigenti scolastici neo assunti, USR Lombardia, 2014 CONDURRE UNA POLITICA D ISTITUTO FUNZIONALE AL SUCCESSO SCOLASTICO E FORMATIVO DI TUTTI GLI ALUNNI INTERPRETARE I DOCUMENTI PROGRAMMATICI NAZIONALI, LE MACRO-TENDENZE SOCIO-ECONOMICO-CULTURALI, I BISOGNI FORMATIVI DEL TERRITORIO PER DEFINIRE LA MISSION E LA VISION DELLA SCUOLA COSTRUIRE LA CULTURA INTERNA E L IDENTITÀ DELLA SCUOLA INCLUDENDO TRA LE IDEE-CHIAVE: apprendimento come compito istituzionale e prioritario della scuola attenzione alla persona/alunno:accoglienza, ascolto, supporto, orientamento adeguamento dell azione didattica alle caratteristiche degli alunni; ricerca continua delle soluzioni didattiche migliori perché ogni alunno possa imparare etica del servizio, dell impegno e della responsabilità COMUNICARE LA VISION E PROMUOVERNE LA CONDIVISIONE A LIVELLO DI COMUNITÀ PROFESSIONALE, COMUNITÀ SCOLASTICA, COMUNITÀ SOCIALE PRESIDIARE I LUOGHI E I MOMENTI STRATEGICI DELLA PROGETTAZIONE (POF, CURRICOLO, PROGETTI) E ASSICURARE LA COERENZA TRA I VARI LIVELLI CONTROLLARE, MONITORARE IL PROCESSO DI APPRENDIMENTO E DI VALUTAZIONE DEGLI STUDENTI: Andamento delle classi, tassi frequenza/assenza, situazioni a rischio

COME FARE? SUL PIANO CULTURALE SVILUPPARE NEI DIRIGENTI SCOLASTICI L ADESIONE AL PRINCIPIO SECONDO CUI LO SCOPO DELL AUTONOMIA, E DI CHI DIRIGE LE ISTITUZIONI SCOLASTICHE AUTONOME, È DI GARANTIRE IL SUCCESSO FORMATIVO DI TUTTI GLI ALUNNI CURARE LA FORMAZIONE DEI DIRIGENTI SCOLASTICI ANCHE DAL PUNTO DI VISTA PEDAGOGICO SUL PIANO LEGISLATIVO E AMMINISTRATIVO ELIMINARE GLI ADEMPIMENTI INUTILI, LE MOLESTIE BUROCRATICHE SUL PIANO ORGANIZZATIVO DOTARE LE SEGRETERIE DI PERSONALE COMPETENTE, CREARE CENTRI SERVIZI SPECIALIZZATI PER LA GESTIONE DEGLI ASPETTI AMMINISTRATIVI CHE NON INCIDONO DIRETTAMENTE SULLA PRODUZIONE DEGLI ESITI FORMATIVI LA POSSIBILITÀ DI SCEGLIERE ALCUNE FIGURE DI COORDINAMENTO Autonomia significa buona governance della scuola. I dirigenti scolastici, valutati e selezionati per la loro professionalità in maniera nuova, saranno messi in condizione di determinare più efficacemente le dinamiche interne alla scuola, incluse le scelte educative. Potranno scegliere tra i docenti coloro che coordinano le attività di innovazione didattica, la valutazione o l orientamento e premiarne, anche economicamente, l impegno.

LA SCELTA DEGLI ESPERTI Ogni scuola potrà dotarsi di alcune figure di base reclutate attraverso un processo iper-semplificato (ad es. esperto di valutazione, esperto in Bisogni Educativi Speciali). Chiaramente, le scuole potranno condividere in rete queste diverse professionalità. Quali profili? Definiti a livello nazionale o dalle singole scuole? O dal dirigente scolastico? Reclutati all interno o all esterno? Quale processo di reclutamento? Attualmente per l affidamento di incarichi esterni sono necessarie procedure di evidenza pubblica (art.7, comma 6 bis, D.lgs. 165/2001) Retribuiti come? Come si armonizzano queste funzioni con quelle dei docenti che coordinano le attività di innovazione didattica, la valutazione o l orientamento? LA SCELTA DELLA SQUADRA Il Registro Nazionale dei docenti della scuola sarà attivo a partire dall anno scolastico 2015-2016 e offrirà le informazioni sulla professionalità di tutti gli amministrativi, dirigenti, insegnanti, associato alla scuola in cui sono in servizio. Il dirigente scolastico, consultati gli organi collegiali, potrà in tal modo chiamare nella sua scuola i docenti con un curriculum coerente con le attività con cui intenda realizzare l autonomia e la flessibilità della scuola. Quali organi dovrebbero essere consultati? Che tipo di parere dovrebbero esprimere? Di quali leve il dirigente disporrebbe per attirare i docenti scelti? Quali conseguenze ci possono essere sul piano dei rapporti dirigente-docenti chiamati? Le attività con cui si intende realizzare l autonomia e la flessibilità della scuola sono decise dal dirigente o dagli organi collegiali?

CHE RUOLO HA IL DIRIGENTE NELLA SCELTA DEL MENTOR? Il docente mentor segue per la scuola la valutazione, coordina le attività di formazione degli altri docenti, compresa la formazione tra pari, sovrintende alla formazione dei colleghi, accompagna il percorso dei tirocinanti (vedi Capitolo 1, la nuova abilitazione) e in generale aiuta il preside e la scuola nei compiti più delicati legati alla valorizzazione delle risorse umane nell ambito della didattica. Il docente mentor è scelto dal Nucleo di Valutazione interno, tra i docenti che per tre trienni consecutivi hanno avuto uno scatto di competenza. Nel frattempo, il mentor sarà scelto: (a) nei primi tre anni, dal Nucleo di Valutazione in relazione ad una prima documentazione dei crediti e del portfolio E il dirigente scolastico? Che fine fanno i collaboratori attualmente scelti dal dir. scol.? Chi lo sostituisce nel caso di impedimento o assenza di breve durata? IL POTERE PREMIALE DEL DIRIGENTE Una percentuale delle risorse del Fondo, una volta allocata ai singoli istituti, sarà utilizzabile in almeno due modi innovativi: il 10% delle risorse sarà nella piena disponibilità del Dirigente, per remunerare docenti per attività gestionali e di didattica di particolare rilievo per il Piano di miglioramento. Come si coordina con le prerogative sindacali in materia di contrattazione della retribuzione? Per un altra quota (inizialmente del 5%) sarà promossa la gestione attraverso la modalità del bilancio partecipato, coinvolgendo studenti e rappresentanti dei genitori, per obiettivi didattici coerenti con le finalità strategiche del Piano di miglioramento, ad esempio con attività laboratoriali innovative, competenze di produzione e creatività digitale, percorsi di imprenditorialità e alternanza scuola-lavoro. Da definire come vengono individuati gli studenti e i rappresentanti dei genitori da coinvolgere

I RAPPORTI CON IL DSGA Il dirigente scolastico ha poi bisogno di una squadra intorno a lui, a partire dalla collaborazione stretta e produttiva del Direttore Servizi Generali e Amministrativi, suo braccio esecutivo per la parte di gestione contabile e sentinella del corretto e fluido funzionamento della macchina burocratica. Attualmente il rapporto tra DIR. SCOL. e DSGA è caratterizzato da una gerarchia affievolita, da complementarietà e collaborazione, dal momento che il DSGA sovrintende, con autonomia operativa, nell'ambito delle direttive di massima impartite e degli obiettivi assegnati, ai servizi amministrativi e ai servizi generali dell'istituzione scolastica, coordinando il relativo personale LE FUNZIONI DEL DSGA NEL CCNL 2007 Svolge attività lavorativa di rilevante complessità ed avente rilevanza esterna. Sovrintende, con autonomia operativa, ai servizi generali amministrativo-contabili e ne cura l'organizzazione svolgendo funzioni di coordinamento, promozione delle attività e verifica dei risultati conseguiti, rispetto agli obiettivi assegnati ed agli indirizzi impartiti, al personale ATA, posto alle sue dirette dipendenze. Organizza autonomamente l attività del personale ATA nell ambito delle direttive del dirigente scolastico. Attribuisce al personale ATA, nell ambito del piano delle attività, incarichi di natura organizzativa e le prestazioni eccedenti l orario d obbligo, quando necessario. Svolge con autonomia operativa e responsabilità diretta attività di istruzione, predisposizione e formalizzazione degli atti amministrativi e contabili; è funzionario delegato, ufficiale rogante e consegnatario dei beni mobili. Può svolgere attività di studio e di elaborazione di piani e programmi richiedenti specifica specializzazione professionale, con autonoma determinazione dei processi formativi ed attuativi. Può svolgere incarichi di attività tutoriale, di aggiornamento e formazione nei confronti del personale. Possono essergli affidati incarichi ispettivi nell'ambito delle istituzioni scolastiche.

LA NUOVA GOVERNANCE La governance interna della scuola va ripensata: collegialità non può più essere sinonimo di immobilismo, di veto, di impossibilità di decidere alcunché. Vanno ridisegnati al meglio gli organi collegiali della scuola, distinguendo tra potere di indirizzo e potere di gestione. Il Consiglio dell Istituzione scolastica diventerà il titolare dell indirizzo generale e strategico dell Istituzione; il Collegio docenti avrà l esclusiva della programmazione didattica; e il Dirigente scolastico sarà pienamente responsabile della gestione generale (coadiuvato dal Direttore Servizi Generali e Amministrativi) e alla (sic) realizzazione del progetto di miglioramento definito sulla base della valutazione. LA NUOVA GOVERNANCE Nel concreto, i nuovi organi di governo della scuola potrebbero essere: il consiglio dell Istituzione scolastica; il dirigente scolastico; il consiglio dei docenti; il nucleo di valutazione. Naturalmente, accanto a questi organi fondamentali, le scuole in autonomia promuoveranno altre forme di rappresentanza significativa per definire e qualificare una buona governance con attenzione alle proprie specificità.

LA NUOVA GOVERNANCE La rinnovata definizione dei poteri e delle responsabilità del dirigente scolastico va bilanciata da un nuovo protagonismo dei docenti e da un maggiore coinvolgimento dei genitori, degli studenti e del territorio di riferimento. LA NORMATIVA DEL 1974 LA LOGICA PARTECIPATIVO/COLLEGIALE AUTOGESTIONE COLLEGIO DEI DOCENTI COMITATO VAL. SERVIZIO CNPI COGESTIONE CONSIGLIO DI CIRC./IST. CONSIGLI DI CLASSE/INTERC. CON PRESENZA GENITORI GESTIONE SOCIALE CONSIGLIO SCOL. DISTR.LE CONSIGLIO SCOL. PROV.LE

CONIUGARE PARTECIPAZIONE ED EFFICIENZA UNA ESIGENZA SENTITA DA TEMPO La scuola pubblica che conosciamo si è sviluppata negli ultimi due secoli come istituzione burocratica. La cultura della democratizzazione scolastica si è invece sviluppata a partire dagli anni 60 alimentata da studiosi di ispirazione laica, cattolica, marxista a fronte delle insufficienze del centralismo burocratico di fronte ai problemi di espansione quantitativa e di sviluppo qualitativo del sistema scolastico. Ora è necessario passare ad un terzo modello, che possiamo definire aziendale o manageriale, per attuare l integrazione più funzionale possibile tra regolarità procedurale, consenso ed efficacia/efficienza: l onorevole compromesso stipulato all inizio degli anni 70 ha ormai evidenziato tutti i suoi limiti. Luciano Corradini, La democrazia scolastica:analisi e valutazioni, Annali della P.I n.5/6, settembre/dicembre 1990. LA LEGGE DI DELEGA n.59/1997 art. 21 comma 15 Entro un anno dalla data di entrata in vigore della presente legge il Governo è delegato ad emanare un decreto legislativo di riforma degli organi collegiali della pubblica istruzione di livello nazionale e periferico che tenga conto della specificità del settore scolastico, valorizzando l'autonomo apporto delle diverse componenti e delle minoranze linguistiche riconosciute, nonché delle specifiche professionalità e competenze, nel rispetto dei seguenti criteri: a) armonizzazione della composizione, dell'organizzazione e delle funzioni dei nuovi organi con le competenze dell'amministrazione centrale e periferica come ridefinita a norma degli articoli 12 e 13 nonché con quelle delle istituzioni scolastiche autonome; b) razionalizzazione degli organi a norma dell'articolo 12, comma 1, lettera p); c) eliminazione delle duplicazioni organizzative e funzionali, secondo quanto previsto dall'articolo 12, comma 1, lettera g); d) valorizzazione del collegamento con le comunità locali a norma dell'articolo 12, comma 1, lettera i); e) attuazione delle disposizioni di cui all'articolo 59 del decreto legislativo 3 febbraio 1993, n. 29, e successive modificazioni, nella salvaguardia del principio della libertà di insegnamento. D.lgs. 30 giugno 1999, n. 233, Riforma degli organi collegiali territoriali della scuola, a norma dell'articolo 21 della legge 15 marzo 1997, n. 59

IL D.P.R. n. 275/1999 Art. 16 (Coordinamento delle competenze) 1. Gli organi collegiali della scuola garantiscono l'efficacia dell'autonomia delle istituzioni scolastiche nel quadro delle norme che ne definiscono competenze e composizione. 2. Il dirigente scolastico esercita le funzioni di cui al decreto legislativo 6 marzo 1998, n. 59, nel rispetto delle competenze degli organi collegiali. 3. I docenti hanno il compito e la responsabilità della progettazione e della attuazione del processo di insegnamento e di apprendimento. 4. Il responsabile amministrativo assume funzioni di direzione dei servizi di segreteria nel quadro dell'unita' di conduzione affidata al dirigente scolastico. 5. Il personale della scuola, i genitori e gli studenti partecipano al processo di attuazione e sviluppo dell'autonomia assumendo le rispettive responsabilità. ALLA RICERCA DELLE SOLUZIONI CONCRETE CONFRONTO CON Norme per l'autogoverno delle istituzioni scolastiche statali - testo unificato approvato dalla commissione risultante dagli emendamenti approvati Art. 2. (Organi delle istituzioni scolastiche) 1. Gli organi delle istituzioni scolastiche sono organizzati sulla base del principio della distinzione tra funzioni di indirizzo, funzioni di gestione e funzioni tecniche secondo quanto previsto al presente articolo. Sono organi delle istituzioni scolastiche: a) il consiglio dell'autonomia, di cui agli articoli 3 e 4; b) il dirigente, di cui all'articolo 5, con funzioni di gestione; c) il consiglio dei docenti con le sue articolazioni: consigli di classe, commissioni e dipartimenti di cui all'articolo 6; d) il nucleo di autovalutazione di cui all'articolo 8. 2. Nel rispetto delle competenze degli organi di cui ai commi precedenti, lo Statuto prevede forme e modalità per la partecipazione di tutte le componenti della comunità scolastica.

ALLA RICERCA DELLE SOLUZIONI CONCRETE IL CONSIGLIO DELL ISTITUZIONE SCOLASTICA Titolarità dell indirizzo generale e strategico Da chi è composto? Numero e tipologia dei componenti definiti in modo uguale per tutti gli istituti o decisione lasciata alla singole istituzioni scolastiche sulla base di criteri generali? È da prevedere l attribuzione alle istituzioni scolastiche dell autonomia statutaria per regolare il funzionamento degli organi interni? In cosa si concretizza l indirizzo generale e strategico rispetto ai compiti della scuola stabiliti dalle norme e dai documenti programmatici nazionali? Su quali materie delibera esattamente? Eliminare le competenze invasive della competenza del dirigente scolastico In relazioni a quali delibere è opportuno prevedere l acquisizione del parere del Consiglio dei docenti? Il dirigente scolastico dovrebbe farne parte di diritto Il dirigente scolastico, responsabile della gestione, in che termini risponde all organo di indirizzo strategico? ALLA RICERCA DELLE SOLUZIONI CONCRETE IL CONSIGLIO DEI DOCENTI Titolarità esclusiva della programmazione didattica Definire con chiarezza i livelli essenziali di programmazione didattica che ogni scuola deve garantire (curricolo di scuola, programmazione di classe, programmazione individuale del singolo docente), fatti salvi altri livelli autonomamente individuati, procedendo anche alla pulizia e alla razionalizzazione terminologica I consigli di classe con la sola presenza dei docenti diventano articolazioni interne del Consiglio dei docenti? Continua a presiederli il dirigente scolastico? Le altre articolazioni interne del Collegio (dipartimenti, commissioni, gruppi di lavoro) come vengono stabilite? Quante ore di lavoro sono necessarie per il buon funzionamento del Consiglio dei docenti e delle sue articolazioni interne? Il dirigente scolastico è responsabile dei risultati, che per la scuola sono risultati di educazione e istruzione. In che modo potrà influire sulla programmazione didattica per garantire la qualità dei processi formativi? Quali decisioni, in relazione all organizzazione dell attività scolastica secondo criteri di efficienza e di efficacia formative, dovrebbero essere attribuite al dirigente? Rispetto a quali decisioni del dirigente è opportuno prevedere la proposta o il parere del Consiglio dei docenti?

IL DIRIGENTE SCOLASTICO PUÒ PRODURRE EFFETTI SUGLI APPRENDIMENTI ATTRAVERSO: IL LA DIRIGENTE COSTRUZIONE DELLA PUÒ CULTURA PRODURRE ORGANIZZATIVA L ORGANIZZAZIONE DELLE ATTIVITÀ DELLA SCUOLA (progettazione, formazione delle classi, formulazione dell orario, assegnazione dei docenti alle classi, commissioni, gruppi di lavoro, progetti, incarichi, comunicazione e coordinamento, valutazione e revisione) LA FORMAZIONE PER QUALIFICARE L AZIONE DIDATTICA DEI DOCENTI L ALLEANZA CON LE FAMIGLIE E I SOGGETTI ESTERNI CHE POSSONO CREARE CONDIZIONI FAVOREVOLI ALL APPRENDIMENTO ALLA RICERCA DELLE SOLUZIONI CONCRETE PARTECIPAZIONE DEGLI STUDENTI E DELLE FAMIGLIE CON QUALI FORME E MODALITÀ?

ALLA RICERCA DELLE SOLUZIONI CONCRETE IL NUCLEO DI VALUTAZIONE Da chi è composto? Nel Rapporto si parla di un membro esterno a proposito della valutazione del portfolio del docente ai fini dello scatto di competenza Che funzioni ha? Secondo il rapporto sceglie il mentor e valuta il portfolio del docente ai fini dello scatto di competenza E l autovalutazione prevista dal DPR 80/2013? Viene effettuata dallo stesso nucleo o da un apposito nucleo di autovalutazione? Qual è il ruolo del dirigente scolastico in ordine alla valutazione dei docenti? ALLA RICERCA DELLE SOLUZIONI CONCRETE IL PIANO DI MIGLIORAMENTO Al dirigente scolastico va data la possibilità di guidare il piano di miglioramento Il dirigente scolastico sarà pienamente responsabile alla realizzazione del progetto di miglioramento definito sulla base della valutazione Il livello di miglioramento raggiunto dall istituto influenzerà in maniera premiale la retribuzione dei dirigenti Chi definisce gli obiettivi di miglioramento? Chi approva il piano di miglioramento? Il miglioramento degli esiti formativi coinvolge inevitabilmente la didattica. Come armonizzare le competenze del dirigente scolastico con quelle del Consiglio dei docenti?

DISTRICARE E TROVARE L EQUILIBRIO La normativa sulla dirigenza scolastica è particolarmente intricata, perché si incrocia con quella sulle altre componenti della comunità scolastica. La nuova governance è una occasione per disboscare, aggiornare, semplificare Gestione manageriale, responsabilità individuale,valorizzazione del merito e logica partecipativa,collegiale,comunitaria per loro natura non sono facilmente conciliabili La nuova governance richiede un delicato esercizio di equilibrio EFFICIENZA RAPIDITÀ POSSIBILITÀ PER IL DIR. SCOL. DI DECIDERE PARTECIPAZIONE FAMIGLIE E STUDENTI SCUOLA COMUNITÀ PARTECIPAZIONE SOGGETTI DEL TERRITORIO MODELLO DI GOVERNANCE PARTECIPAZIONE DOCENTI MOTIVAZIONE EMPOWERMENT COINVOLGIMENTO PARTECIPAZIONE, PERSONALE ATA LEADERSHIP DISTRIBUITA

LE RETI DI SCUOLE Per la formazione Per l organico funzionale Possono diventare un elemento della governance del sistema? Quale rapporto con l USR e le sue articolazioni territoriali?