IMMIGRAZIONE, IL GIORNO DOPO L integrazione degli stranieri in Italia

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IMMIGRAZIONE, IL GIORNO DOPO L integrazione degli stranieri in Italia 9 Settembre 2015 Il contesto Quanti sono e da dove vengono Il lavoro Livello retributivo e contesto sociale La scuola Performance scolastica e accesso al mondo del lavoro

SOMMARIO Introduzione 8 Il contesto Quanti sono e da dove vengono 15 La popolazione residente I cittadini non comunitari Gli stranieri nelle regioni italiane I permessi di soggiorno rilasciati Il motivo del permesso I matrimoni con almeno uno sposo straniero Il lavoro Livello retributivo e contesto sociale La percentuale di forza lavoro straniera in Europa La percentuale di forza lavoro straniera in Italia Il tasso di occupazione nei paesi europei Il tasso di occupazione degli stranieri in Italia Le persone a rischio povertà, confronto fra locali e stranieri Le persone a rischio povertà, dov è peggiorata la situazione in Europa Le classi di retribuzione I lavori che svolgono gli stranieri in Italia La forza lavoro straniera nei diversi settori lavorativi 2

25 La scuola Performance scolastica e accesso al mondo del lavoro Gli studenti stranieri nel sistema scolastico Gli studenti stranieri a livello regionale L educazione scolastica La percentuale di laureati stranieri nei paesi europei Gli studenti in ritardo sul percorso scolastico La durata media del primo lavoro I Neet in Italia, locali e stranieri I lavori degli under 30 in Italia 3

4.922.085 gli stranieri residenti in Italia al 1 gennaio 2014 28 i paesi europei confrontati 20 le regioni italiane analizzate 190 le nazionalità presenti nel nostro paese 3.874.726 i permessi di soggiorno attivi al 1 gennaio 2014 INTRODUZIONE Fra il 2013 e il 2014 il numero di migranti sbarcati sulle coste italiane, secondo Frontex e il Ministero dell Interno, è passato da poco più di 40.000 a oltre 170.000. Una crisi umanitaria che nel nostro paese è stata vissuta anche come crisi organizzativa, con la difficoltà di gestire la situazione nell immediato, e con l incapacità di mettere in atto politiche che vadano oltre la prima fase di assistenza e gestione dei nuovi arrivati. Da tempo in Italia l immigrazione è solo emergenza mentre ancora troppo poco si guarda al giorno dopo, a quello che succede quando i cittadini stranieri si inseriscono nel tessuto sociale italiano. La vera sfida per la nostra società è proprio questa. Con questo MiniDossier cerchiamo, attraverso i numeri, di vedere come procede l integrazione lavorativa e scolastica dei non italiani. Rispetto al resto d Europa, l Italia è un paese di immigrazione relativamente giovane e solo negli ultimi anni la cosiddetta seconda generazione è diventata una realtà consolidata: per la prima volta nell anno scolastico 2013/2014 fra gli alunni stranieri quelli nati in Italia sono diventati la maggioranza. Partendo da una fotografia dell attuale situazione (percentuale di stranieri residenti in Italia, paese di origine e permessi di soggiorno rilasciati), cerchiamo di fare il punto della situazione lavorativa e di come la giovane seconda generazione sta crescendo all interno del sistema scolastico e accademico italiano. Le elaborazioni del rapporto si basano su dati ufficiali di Istat, Eurostat, Ministero del Lavoro, Ministero dell Istruzione e Ocse rintracciati fino al 31 luglio 2015. Vale la pena anticipare che nonostante la percentuale di forza lavoro straniera in Italia sia superiore alla media Ue (più alta di Regno Unito e Germania, e quasi il doppio della Francia), gli immigrati rispetto ai colleghi italiani guadagnano molto di meno. Questo può essere dovuto anche a un divario di competenze: la percentuale di stranieri con laurea in Italia è la più bassa in Europa (12,4). Si ringrazia ActionAid per il contributo nella realizzazione del MiniDossier 4

RIFERIMENTI NORMATIVI Costituzione della Repubblica Italiana ART 10 L ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute. La condizione giuridica dello straniero è regolata dalla legge in conformità delle norme e dei trattati internazionali. Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d asilo nel territorio della Repubblica secondo le condizioni stabilite dalla legge. Non è ammessa l estradizione dello straniero per reati politici. ART 117 La potestà legislativa è esercitata dallo Stato e dalle Regioni nel rispetto della Costituzione, nonché dei vincoli derivanti dall ordinamento comunitario e dagli obblighi internazionali. Lo Stato ha legislazione esclusiva nelle seguenti materie: a) politica estera e rapporti internazionali dello Stato; rapporti dello Stato con l Unione europea; diritto di asilo e condizione giuridica dei cittadini di Stati non appartenenti all Unione europea; b) immigrazione; [...] Testo unico sull immigrazione ART 2 Allo straniero comunque presente alla frontiera o nel territorio dello Stato sono riconosciuti i diritti fondamentali della persona umana previsti dalle norme di diritto interno, dalle convenzioni internazionali in vigore e dai princìpi di diritto internazionale generalmente riconosciuti. ART 5 Possono soggiornare nel territorio dello Stato gli stranieri entrati regolarmente ai sensi dell articolo 4, che siano muniti di carta di soggiorno o di permesso di soggiorno rilasciati, e in corso di validità, a norma del presente testo unico o che siano in possesso di permesso di soggiorno o titolo equipollente rilasciato dalla competente autorità di uno Stato appartenente all Unione europea, nei limiti ed alle condizioni previsti da specifici accordi. ART 21 L ingresso nel territorio dello Stato per motivi di lavoro subordinato, anche stagionale e di lavoro autonomo, avviene nell ambito delle quote di ingresso stabilite nei decreti di cui all articolo 3, comma 4. Nello stabilire le quote i decreti prevedono restrizioni numeriche all ingresso di lavoratori di Stati che non collaborano adeguatamente nel contrasto all immigrazione clandestina o nella riammissione di propri cittadini destinatari di provvedimenti di rimpatrio. Con tali decreti altresì assegnate in via preferenziale quote riservate ai lavoratori di origine italiana per parte di almeno uno dei genitori fino al terzo grado in linea retta di ascendenza, residenti in Paesi non comunitari, che chiedano di essere inseriti in un apposito elenco [...] ART 28 Il diritto a mantenere o a riacquistare l unità familiare nei confronti dei familiari stranieri è riconosciuto, alle condizioni previste dal presente testo unico, agli stranieri titolari di carta di soggiorno o di permesso di soggiorno di durata non inferiore a un anno rilasciato per motivi di lavoro subordinato o autonomo, ovvero per asilo, per studio, per motivi religiosi o per motivi familiari. 5

IMMIGRAZIONE IN ITALIA: NUMERI E FATTI LOMBARDIA Ha rilasciato il 25,7% dei permessi di soggiorno EMILIA ROMAGNA Ha il 15,3% degli alunni con cittadinanza non italiana UMBRIA L 11% dei residenti sono stranieri SARDEGNA È la Regione con la percentuale più bassa di stranieri residenti: 2,5% MOLISE Ha rilasciato la percentuale più bassa di permessi di soggiorno: 0,1% CAMPANIA Ha la percentuale più bassa di alunni stranieri: 2,1% 6

IMMIGRAZIONE IN EUROPA: NUMERI E FATTI DANIMARCA La durata media del primo lavoro per gli stranieri è di 12 mesi, solo l Italia fa peggio BELGIO È il paese in cui gli stranieri extra-ue hanno il tasso di occupazione più basso: 45,7% LUSSEMBURGO Il 50,7% della forza lavoro è straniera FRANCIA Il 5,3% della forza lavoro è straniera SPAGNA Il 27,2% degli stranieri ha una laurea universitaria GRECIA Il 68% degli stranieri è a rischio povertà o esclusione sociale 7

IL CONTESTO QUANTI SONO E DA DOVE VENGONO La presenza straniera nel nostro paese è costantemente in crescita. Dal 2002 a oggi la percentuale di stranieri residenti in Italia è quadruplicata, passando dal 2,4% all 8,1% del 2014. La loro distribuzione territoriale non è però omogenea, con la Sardegna che ha un 2,5% di popolazione straniera residente, e l Emilia-Romagna che raggiunge quota 12%. 1 permesso di soggiorno su 4 è rilasciato in Lombardia In totale al 1 gennaio 2014 i residenti non italiani erano poco meno di 5 milioni (4.922.085). Nonostante la comunità più numerosa venga da un paese europeo (i rumeni residenti in Italia nel 2014 erano oltre un milione) sono i cittadini non comunitari a rappresentare la sfida più grande. All inizio del 2014 3.874.726 cittadini extra Ue erano regolarmente soggiornanti in Italia con permesso di soggiorno, per lo più di lungo periodo (56,25%). La percentuale di stranieri residenti in Italia è quadruplicata dal 2002 a oggi. Da una prima fotografia emergono innanzi tutto forti disparità territoriali, con Lombardia ed Emilia-Romagna che hanno numeri notevolmente superiori rispetto ad altre zone. Basti pensare che nel 2014 le due regioni messe assieme hanno rilasciato quasi il 40% dei permessi di soggiorno in Italia. A prova del fatto che l emergenza sbarchi sia solo un aspetto della questione, i permessi di soggiorno rilasciati per asilo o motivi umanitari, nel 2013, erano meno del 10%, a fronte del 33% per motivi lavorativi e il 41% per ricongiungimenti familiari o matrimonio. Matrimoni che nonostante tutto risultano costantemente in calo. Nel 2005 le nozze con almeno uno sposo/a straniero erano 28.353, nel 2012, ultimo anno di rilevazione, solo 26.374. Il picco massimo è stato raggiunto nel 2008 (oltre 31 mila) e il minimo nel 2010 (poco più di 20 mila). 8

Il contesto - Quanti sono e da dove vengono LA POPOLAZIONE RESIDENTE Al primo gennaio 2014 gli stranieri residenti in Italia erano 4.922.085. La comunità rumena nel 2014 ha superato per la prima volta il milione di persone ed è di gran lunga la più numerosa sul nostro territorio. Parliamo di 1.081.400 cittadini rumeni residenti in Italia, pari al 21,97% della popolazione straniera. Molto più distanti le altre nazionalità, con i cittadini albanesi e marocchini, secondi e terzi più presenti, che non raggiungono neanche quota 500.000. Stranieri residenti in Italia nel 2014, da dove vengono? Nei dati dei cittadini residenti non comunitari non rientrano tutte quelle persone presenti in Italia con un regolare permesso di soggiorno a scadenza che non richiede il trasferimento di residenza, come per esempio il motivo di studio. 1.081.400 Cittadini comunitari 29% 71% Cittadini non comunitari Romania Albania Marocco Cina Ucraina Filippine Moldova India Bangladesh Perù Polonia Tunisia Egitto Sri Lanka Ecuador Senegal Pakistan Macedonia Nigeria Bulgaria Ghana Serbia Kosovo Brasile Germania Altri 256.846 219.050 162.655 149.434 142.453 111.223 109.851 97.566 97.317 96.008 95.007 91.861 90.863 90.615 78.424 66.833 54.932 51.602 46.958 46.248 43.202 38.136 495.709 454.773 653.119 Sono 190 le nazionalità presenti in Italia 9

Il contesto - Quanti sono e da dove vengono I CITTADINI NON COMUNITARI Al primo gennaio 2014 erano 3.874.726 i cittadini extra Ue regolarmente soggiornanti con permesso di soggiorno, di cui 1.695.119 con scadenza e 2.179.607 di lungo periodo. I cittadini di Marocco, Albania e Cina sono i maggiori beneficiari con rispettivamente 524.775, 502.546 e 320.546 permessi ottenuti. In tre paesi messi insieme totalizzano il 34,79% dei permessi attivi nel 2014. Così la suddivisione per continenti: Africa 30,90%, Europa 30,50%, Asia 27,60%, America 10,90%, Oceania 0,10%. I cittadini non comunitari residenti in Italia nel 2014 I permessi di soggiorno di lungo periodo sono a tempo indeterminato e posso essere richiesti dai cittadini non comunitari residenti in Italia da almeno 5 anni con regolare permesso di soggiorno, e che percepiscano un reddito non inferiore all importo annuale dell assegno sociale. Da quale macro regione vengono? 0 / 5% 5% /10% 10% / 15% 15% / 20% 20% / 25% 25% / + del 30% America settentrionale 1,00% America centro meridionale 9,90% Africa settentrionale 21,10% Europa 30,50% Africa occidentale Asia occidentale 1,20% Africa orientale 7,80% 1,30% Africa centro meridionale 0,70% Asia orientale 13,20% Asia centro meridionale 13,20% Oceania 0,10% Da quale paese? Marocco Albania Cina Ucraina Filippine India Moldova Egitto Bangladesh Tunisia Perù Serbia/Kosovo/ Montenegro Pakistan Sri Lanka Senegal Nigeria Ghana Brasile Russia StatiUniti Altri paesi 524.775 502.546 320.794 233.726 165.783 160.296 150.021 135.284 127.861 122.354 110.552 109.474 106.485 104.405 97.781 70.125 56.607 46.523 39.314 36.783 653.237 il 56,25% dei permessi di soggiorno attivi nel 2014 erano di lungo periodo, il 43,75% con scadenza. 10

Il contesto - Quanti sono e da dove vengono GLI STRANIERI NELLE REGIONI ITALIANE Le differenze a livello territoriale nel nostro paese sono tante. Se in ben 6 regioni oltre il 10% dei residenti è straniero, in alcune, come Basilicata, Puglia e Sardegna, hanno raggiunto solo negli ultimi anni la quota del 2%, percentuale che l Italia come paese raggiungeva nel 2002. A guidare la classifica regionale abbiamo l Emilia- Romagna con 12 residenti su 100 che sono stranieri, seguita da Lombardia (11,3) e Umbria (11,1). Molto diverso il discorso per le regioni del sud, con percentuali che raggiungono al massimo, come nel caso della Calabria, il 4% di residenti stranieri, la metà della media nazionale. La percentuale di stranieri residenti nel 2014 In Italia 2,4% 2,6% 3,2% 3,8% 4,2% 4,5% 5,2% 5,8% 6,2% 6,5% 6,8% 7,4% 8,1% 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 Nelle 20 regioni 0 / 3% 3% / 6% 6% / 9% 9%/12% TESTA E CODA Emilia Romagna 12% Sardegna 2,5% Dal 2002 a oggi la percentuale di stranieri residenti in Italia è quadruplicata. 11

Il contesto - Quanti sono e da dove vengono I PERMESSI DI SOGGIORNO RILASCIATI Le differenze territoriali non riguardano solo la popolazione residente. 1 permesso di soggiorno su 4 è stato rilasciato dalla Lombardia (25,7%), poi nell ordine ci sono Emilia-Romagna (12%), Veneto (11,2%) e Lazio (10,8%). La prima regione del sud è la Campania, al settimo posto, con il 4,4% dei permessi di soggiorno rilasciati. In fondo alla classifica Valle d Aosta (0,2%), Basilicata (0,2%) e Molise (0,1%). Dove sono stati rilasciati i permessi di soggiorno 3,2% Marche 4,4% Campania 2,7% Sicilia 3,1% Liguria 2,3% Friuli Venezia Giulia 2,1% Puglia 1,9% Trentino Alto Adige 1,8% Umbria 1,4% Abruzzo 1,2% Calabria 7% Piemonte 0,7% Sardegna Basilicata 0,2% Valle d Aosta 0,1% Molise 8,2% Toscana 10,8% Lazio 25,7% Lombardia 11,2% Veneto 12% Emilia-Romagna Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto messi insieme hanno rilasciato quasi il 50% dei permessi di soggiorno attivi 2014. 12

Il contesto - Quanti sono e da dove vengono IL MOTIVO DEL PERMESSO Oltre il 41% dei permessi di soggiorno rilasciati nel 2013 era per motivi familiari. Una categoria molto ampia che spazia dai ricongiungimenti, al matrimonio con uno straniero regolarmente soggiornante, passando per i parenti entro il secondo grado di un cittadino italiano. Dopo i permessi di soggiorno per motivi familiari, seguono quelli per motivi lavorativi (33,07%) e quelli per studio (10.69%). I permessi rilasciati collegati all emergenza rifugiati (asilo politico o motivi umanitari) nel 2013 erano il 7,49%. Nuovi ingressi del 2013, il motivo del permesso di soggiorno 19.373 Residenza elettiva, religione, salute 7,58% 19.146 Asilo, richiesta asilo e motivi umanitari 7,49% 27.321 Studio 10,69% 105.266 Famiglia 25,7% 84.540 Lavoro 33,07% Nel 2013 i permessi di soggiorno per asilo politico o motivi umanitari erano il 7,49%. 13

Il contesto - Quanti sono e da dove vengono I MATRIMONI CON ALMENO UNO SPOSO STRANIERO Negli ultimi anni c è stato un leggero calo dei matrimoni in Italia con almeno uno straniero, che sono passati dai 28.353 del 2005, ai 26.374 del 2012. In particolare, rispetto al 2008, anno record fra quelli considerati con oltre 31.000 matrimoni, c è stata una riduzione di quasi 5.000 nozze di questo tipo. Matrimonio con almeno uno straniero, l evoluzione dal 2005 al 2012 31.083 29.163 28.932 28.353 27.053 26.374 22.605 20.661 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 71% Sposi entrambi stranieri Sposo straniero e sposa italiana 5.610 4.424 16.340 Sposo italiano e sposa straniera Dal 2008 al 2012 i matrimoni con almeno uno straniero sono diminuiti del 15%. 14

IL LAVORO LIVELLO RETRIBUTIVO E CONTESTO SOCIALE Nel 2014 in Italia la percentuale di forza lavoro straniera superava il 10% *, ben oltre la media Ue (7,07%), e davanti alle altre potenze del vecchio continente: Regno Unito (9,7%), Germania (9,3%) e Francia (5,30%). In soli 10 anni la percentuale di lavoratori non italiani sul totale della forza lavoro è più che raddoppiata, con un dato iniziale nel 2004 che superava di poco il 4%. Anche in questo caso sono molte le differenze a livello regionale, Forza lavoro straniera Italia: 10,82% Ue 28: 7,07% Mezzogiorno d Italia: 5,26% con una percentuale media che passa dal 5,3% del Mezzogiorno al 13% di Nord-Est e Centro. Evidente anche la maggiore concentrazione in settori specifici. La forza lavora straniera aumenta nell agricoltura e nelle costruzioni, raggiungendo rispettivamente il 14,20% e il 16,67%. Storicamente il tasso di occupazione dei lavoratori stranieri extra-ue è sempre stato superiore a quello degli italiani. Un divario che nel 2006 era di oltre 7 punti percentuali (58% degli italiani contro il quasi 66% degli stranieri), ma che lentamente si è assottigliato. Le cause principali vanno cercate nella crisi economica, che li ha particolarmente danneggiati, e nel cambiamento demografico: mentre la prima generazione era composta quasi solo da lavoratori, la seconda comprende anche studenti. Un elemento che balza con prepotenza agli occhi è la questione remunerativa. L 80% dei dirigenti italiani guadagna più di 2.000 euro al mese contro il 58% dei pari livello di origine extra europea. A parità di lavoro non c è quindi parità di compenso. E ancora, se l 8,3% degli italiani guadagna più di 2.000 euro al mese, la percentuale scende ad appena lo 0,6% per i lavoratori extra-ue. * In tutto il MiniDossier, e in questo capitolo in particolare, quando si parla di forza lavoro si parla di forza lavoro regolare. L economia sommersa e il lavoro in nero non sono stati considerati. 15

Il lavoro - Livello retributivo e contesto sociale LA PERCENTUALE DI FORZA LAVORO STRANIERA IN EUROPA Nonostante l Italia sia un paese di recente immigrazione, il peso della forza lavoro straniera è relativamente alto. Nel 2014 gli stranieri erano il 10,82% della forza lavoro. Il dato è ben oltre la media europea che si ferma al 7,07%. Il fenomeno sembra di portata inferiore anche nelle altre grandi economie del vecchio continente: la percentuale di forza lavoro straniera nel Regno Unito è del 9,74%, in Germania del 9,37% e in Francia del 5,30% (ma in questi tre paesi il tasso di occupazione è superiore a quello italiano). Molto diversa la situazione in altri paesi europei, con Ungheria, Lituania, Slovacchia, Polonia, Bulgaria e Croazia sotto l 1%. Forza lavoro straniera, il peso nei diversi paesi europei (2014) Forza lavoro: parte della popolazione che comprende le persone occupate e quelle in cerca di occupazione. Lussemburgo Cipro Irlanda Estonia Austria Lettonia Spagna Italia Regno Unito Belgio Germania Danimarca Grecia Svezia Francia Malta Paesi Bassi Finlandia Slovenia Portogallo Repubblica Ceca Ungheria Lituania Slovacchia Polonia Bulgaria Croazia 0,27% 0,24% 0,17% 0,17% 0,63% 0,54% Media UE 7,07% 19,52% 15,14% 13,99% 12,88% 12,60% 10,66% 10,43% 9,74% 9,72% 9,37% 7,82% 7,69% 5,66% 5,30% 4,79% 3,94% 3,02% 2,86% 2,51% 2,00% 50,74% Dati per la Romania non disponibili TESTA E CODA In Lussemburgo la forza lavoro è per lo più straniera: 50,74% del totale. Lussemburgo 50,74% Croazia 0,17% 16

Il lavoro - Livello retributivo e contesto sociale LA PERCENTUALE DI FORZA LAVORO STRANIERA IN ITALIA Nonostante il peso degli stranieri sulla forza lavoro in Italia sia più che raddoppiato negli ultimi 10 anni, passando dal 4,4% del 2004 al 10,82% del 2014, in alcune zone del paese i numeri sono molto più bassi. Nel Mezzogiorno gli stranieri sono il 5,26% della forza lavoro, la metà della media nazionale. Numeri record si registrano al Centro, dove si supera il dato medio di ben tre punti percentuali, raggiungendo il 13,67%. Al Nord la percentuale è del 12,83%, con il Nord-est che batte di poco il Nord-ovest: 12,99% contro 12,71%. Come varia la forza lavoro straniera In Italia 7,46% 8,19% 8,79% 9,36% 9,72% 10,44% 10,82% 5,32% 5,83% 6,47% 4,40% 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 Nelle macro regioni 5% / 7% 7% / 9% Centro 13,67% Nord est 12,99% Nord ovest 12,71% Mezzogiorno 5,26% 9% / 11% 11% /+13% In 10 anni la forza lavoro straniera è aumenta in Italia del 146%. 17

Il lavoro - Livello retributivo e contesto sociale IL TASSO DI OCCUPAZIONE NEI PAESI EUROPEI Il tasso di occupazione dei cittadini non comunitari residenti in Italia (57,6%) è in linea con la media europea (57%). Ma se oggi i dati rispecchiano quella che è la tendenza generale, va sottolineato come gli stranieri residenti in Italia abbiano sofferto più che altrove la crisi economica. Dal 2006 il tasso di occupazione dei nati extra Ue-28 è diminuito del 13% in Italia, e solo dell 8% nel resto del continente. Tasso di occupazione dei cittadini non comunitari (15-64 anni) nei paesi europei nel 2014 Cos è il tasso di occupazione? È il rapporto percentuale tra gli occupati e la popolazione di riferimento. Repubblica Ceca Cipro Slovacchia Lituania Estonia Regno Unito Lettonia Ungheria Malta Portogallo Polonia Lussemburgo Bulgaria Austria Svezia Slovenia Danimarca Paesi Bassi Italia Irlanda Finlandia Romania Francia Croazia Spagna Grecia Belgio 45,7% 55% 54% 53,9% 53% 52,5% 50,5% 49,5% Media UE 57% 70,7% 70,3% 68,6% 67,6% 64,9% 64,4% 64,3% 64,2% 64,2% 62,5% 62,4% 60,3% 59,5% 59,5% 58,6% 58,3% 58% 57,6% 75,9% Dati per la Germania non disponibili In Europa dal 2006 il tasso di occupazione dei nati extra Ue è diminuito dell 8,21%. TESTA E CODA Repubblica Ceca 75,9% Belgio 45,7% 18

Il lavoro - Livello retributivo e contesto sociale IL TASSO DI OCCUPAZIONE DEGLI STRANIERI IN ITALIA Storicamente gli stranieri hanno sempre avuto un tasso di occupazione superiore ai locali. Un fenomeno che si presenta nella maggior parte dei paesi Ue, semplicemente per il fatto che gli immigrati arrivano mediamente in età lavorativa. Nel 2014 per esempio il tasso di occupazione degli italiani era del 55,7%, mentre quello dei cittadini extra-ue residenti nel bel paese del 57,6%. Un gap di 1,9 punti percentuali, che nasconde però quanto la situazione sia peggiorata per gli immigrati con la crisi economica. Il gap infatti nel 2006 era di 7,6 punti percentuali, con il tasso di occupazione degli stranieri che era al 65,9% e degli italiani al 58,3%. Tasso di occupazione in Italia: stranieri e locali a confronto (15-64 anni) Cos è il tasso di occupazione? È il rapporto percentuale tra gli occupati e la popolazione di riferimento. Stranieri 65,90% 66,10% 65,30% 7,60% 58,30% 7,50% 58,60% 6,70% 58,60% 62,10% 4,70% 57,40% 60,80% 4,00% 56,80% 60,80% 4,00% 56,80% 59,20% 2,60% 56,60% 57,20% 1,70% 55,50% 57,60% 1,90% 55,70% 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 In Italia gli stranieri hanno un tasso di occupazione superiore agli italiani. 19

Il lavoro - Livello retributivo e contesto sociale LE PERSONE A RISCHIO POVERTÀ, CONFRONTO FRA LOCALI E STRANIERI In quasi tutti i paesi europei la percentuale di persone a rischio povertà o esclusione sociale è molto più alta tra gli stranieri rispetto ai locali. In Italia c è una differenza di 17 punti percentuali, in linea con la media europea. Particolarmente ampio invece il gap in Grecia, dove il distacco tra stranieri e locali a rischio povertà è di ben 35,4%. Slovacchia e Polonia hanno la percentuale più bassa, in Europa, di stranieri a rischio povertà, e sono anche gli unici paesi in cui il rischio di esclusione sociale è maggiore per i locali. Percentuale di persone a rischio povertà o esclusione sociale nei paesi europei (2013) Locali Stranieri Grecia Slovenia Spagna Croazia Francia Belgio Portogallo Svezia Austria Finlandia Italia Danimarca Cipro Estonia Lussemburgo Lettonia Germania Bulgaria Repubblica Ceca Paesi Bassi Lituania Regno Unito Irlanda Malta Ungheria Romania Slovacchia Polonia 32,6 20,1 29,9 23,3 29,1 29,9 15,9 25,9 18,4 22,8 26 22,8 15,2 21,4 36,6 15,4 21,4 36,8 16,4 17,4 33,8 26,4 17,2 19,2 16,8 36 25,5 15,2 21,7 13,3 35 12,3 11,6 23,9 32,8 10 20,2 9,5 29,7 14,1 9 23,1 15,3 8,6 23,9 29,8 8,5 22,1 6,6 28,7 27,2 6 33,2 22,1 3,5 25,6 31,5 2,7 34,2 38,5 15,9-2,6 18,5 16,8-8 24,8 38,3 26,3 41,8 41,2 40,7 43,6 42,8 47,4 35,4 68 50 52,4 56,2 48,8 9,1 56,5 UE 28 22,9 17 39,9 Il dato per gli stranieri in Romania non è disponibile In Slovacchia e Polonia la percentuale di persone a rischio povertà o esclusione sociale è più alta per i locali che per gli stranieri. 20

Il lavoro - Livello retributivo e contesto sociale LE PERSONE A RISCHIO POVERTÀ, DOV È PEGGIORATA LA SITUAZIONE IN EUROPA In Europa gli stranieri a rischio di esclusione sociale sono aumentati del 12,71%. Nel nostro paese il peggioramento è del 22,13%, quasi il doppio rispetto alla media continentale. Particolarmente allarmante la situazione in Grecia, dove dal 2005 al 2013 la percentuale è cresciuta del 74,36%. Da sottolineare che non in tutti i paesi la crisi ha avuto conseguenze negative. In ben 10 Stati Ue la percentuale di stranieri a rischio povertà è diminuita, tra questi la Polonia ha registrato il dato migliore, con una contrazione del 62,5%. Com è cambiata la percentuale di stranieri a rischio povertà con la crisi economica (2005-2013) Romania Grecia Spagna Malta Portogallo Austria Cipro Paesi Bassi Italia Danimarca Estonia Ungheria Irlanda Svezia Bulgaria Francia Croazia Belgio -4,02% -4,65% -5,84% -5,90% -9,17% -10,82% -20,45% -27,06% Media UE 12,71% -52,57% -62,50% Dato non disponibile 48,86% 48,84% 42,69% 30,04% 25,23% 24,48% 22,13% 10,43% 10,41% 9,27% 7,44% 4,27% 2,54% 1,70% 1,63% 1,23% Lussemburgo Regno Unito Slovenia Lituania Germania Finlandia Lettonia Slovacchia Repubblica Ceca Polonia 74,36% TESTA E CODA Nel 35% dei paesi Ue-28 la percentuale di stranieri a rischio povertà è diminuita. Polonia -62,50 Grecia 74,36% 21

Il lavoro - Livello retributivo e contesto sociale LE CLASSI DI RETRIBUZIONE Per valutare il reale livello di integrazione lavorativa degli stranieri in Italia non basta considerare il tasso di occupazione. È necessario analizzare anche altri elementi, uno fra tutti il livello retributivo. Quanto guadagnano gli stranieri in Italia? Cosa emerge dal confronto con i colleghi italiani? L 80,8% dei cittadini extra-ue guadagna un massimo di 1.200 euro al mese, una percentuale quasi due volte rispetto agli italiani (43,8%). E mentre il 55,2% degli italiani guadagna oltre 1.200 euro, la percentuale scende al 19,2% per i cittadini extra-ue. Quanto guadagnano gli stranieri? Il confronto con gli italiani (2014) Classe di retribuzione - Totale fino a 800 da 801 a 1.200 da 1.201 a 1.600 da 1.601 a 2.000 oltre 2.000 Ue Extra Ue Ue Extra Ue Ue Extra Ue Ue Extra Ue Ue Extra Ue Ue Extra Ue Ue Extra Ue Ue Extra Ue Ue Extra Ue Ue Extra Ue Ue Extra Ue Ue Extra Ue Ue Extra Ue Ue Extra Ue Ue Extra Ue 15,2% 18,7% 16,0% 12,4% 4,1% 2,6% 8,3% 2,5% 0,6% 38,1% 39,6% 28,6% 36,5% 41,2% 34,5% Classe di retribuzione - Dirigenti Classe di retribuzione - Impiegati fino a 800 da 801 a 1.200 da 1.201 a 1.600 da 1.601 a 2.000 oltre 2.000 fino a 800 da 801 a 1.200 da 1.201 a 1.600 da 1.601 a 2.000 oltre 2.000 Solo lo 0,6% dei cittadini extra Ue guadagna più di 2.000 euro al mese. 22

Il lavoro - Livello retributivo e contesto sociale I LAVORI CHE SVOLGONO GLI STRANIERI IN ITALIA e stranieri svolgono lavori molto diversi. Il 31,3% dei residenti extra-ue si occupa di servizi collettivi e alle persone (principale ambito dove trovano lavoro), mentre solo il 5,2% degli italiani è impiegato in questo settore. All opposto, se il 16% degli italiani lavora nel settore istruzione, sanità e servizi sociali, solo il 3,7% dei residenti extra-ue ne fa parte. Cifre molte vicine invece per l industria, che dà lavoro al 20% degli italiani e al 19% dei cittadini extra-ue. I settori in cui erano occupati gli stranieri nel 2014 Trasporto e magazzinaggio 4,4% Servizi di informazione e comunicazione 0,5% Istruzione, sanità e altri servizi sociali 3,7% Industria in senso stretto 19,2% Amministrazione pubblica 0,0% Agricoltura, caccia e pesca 4,8% Alberghi e risotranti 10,4% Attività finanziaria e assicurazioni 0,1% Costruzioni 8,9% Altri servizi colletivi e personali 31,3% Commercio 9,8% Attività immobiliare e servizi alle imprese 6,7% Il 31,3% degli stranieri extra-ue in Italia si occupa di servizi collettivi o alle persone. 23

Il lavoro - Livello retributivo e contesto sociale LA FORZA LAVORO STRANIERA NEI DIVERSI SETTORI LAVORATIVI Non in tutti settori il peso della forza lavoro straniera è lo stesso. Se in media rappresenta il 10,82% del totale, in alcuni ambiti, come le costruzioni, si arriva al 16,67%. L impatto è consistente anche sul settore agricolo, in cui gli stranieri rappresentano il 14,20% del totale. Si riduce invece il peso della forza lavoro straniera nell industria in senso stretto (9,39%) e nel commercio (6,10%). Il peso degli stranieri nei diversi settori (2014) Stranieri Media 2014 89,18% 10,8% Costruzioni 83,33% 16,6% Agricoltura 85,8% 14,2% Altre attività nei Servizi 89,29% 10,7% Industria in senso stretto 90,61% 9,3% Commercio 93,9% 6,1% I lavoratori stranieri in Italia nel 2014 erano 2.294.121, il 10,82% del totale. 24

LA SCUOLA PERFORMANCE SCOLASTICA E ACCESSO AL MONDO DEL LAVORO Tasso di uscita precoce dal sistema scolastico italiano: Studenti italiani 13,6% Studenti Ue 27,1% Studenti extra-ue 34,4% La presenza di una seconda generazione di immigrati rende necessario iniziare a guardare con più cura i dati dell istruzione. Come succede per la forza lavoro, anche la percentuale di alunni stranieri iscritti nel sistema scolastico italiano risulta in costante crescita. Si è passati dal 4,8% dell anno scolastico 2005/2006, al 9% del 2013/2014. Questi numeri contengono anche un altro elemento di novità. Nell anno scolastico 2013/2014 degli 802.785 alunni stranieri iscritti nelle scuole italiane, il 51,72% era nato in Italia. Per la prima volta nella storia del nostro paese, gli studenti stranieri nati in Italia hanno superato quelli nati all estero. Crescono le percentuali, ma permangono le differenze nelle performance scolastiche con i colleghi italiani. L 11% degli alunni italiani è in ritardo sul percorso scolastico, percentuale tre volte più alta per gli stranieri (36%). Il tasso di uscita precoce dal sistema di istruzione è del 13,% per gli italiani, e del 34% per gli alunni extra-ue. Questi dati si riferiscono agli studenti iscritti alle scuole dell infanzia, primaria, secondaria di primo grado e secondo grado, ma anche all università le cose non vanno meglio. L Italia è il paese europeo con la percentuale più bassa di stranieri laureati (12,4%), in confronto a una media europea del 32,3%. Inoltre la durata media del primo lavoro superiore a tre mesi per i figli di immigrati in Italia è la più breve fra i paesi Ocse: 11 mesi nel bel paese mentre in Francia, Germania e Regno Unito si raggiungono rispettivamente 18, 25 e 32 mesi. 25

La scuola - Performance scolastica e accesso al mondo del lavoro GLI STUDENTI STRANIERI NEL SISTEMA SCOLASTICO Come per la forza lavoro, anche nel sistema scolastico italiano il peso degli stranieri è in costante aumento. Gli studenti stranieri erano il 4,8% degli iscritti nell anno scolastico 2005/2006 e sono arrivati al 9% nel 2013/2014. Una crescita graduale, che però si è indebolita negli ultimi anni, registrando l aumento più basso proprio nell ultimo anno di rilevazione. Dei 802.785 alunni stranieri iscritti nelle scuole italiane nell anno scolastico 2013/2014, il 51,72% è nato in Italia. Per la prima volta nella storia del nostro paese, gli studenti stranieri nati in Italia hanno superato quelli nati all estero. La percentuale di studenti stranieri nel tempo Sono state considerate solo scuole dell infanzia, primarie, secondarie di primo grado e secondarie di secondo grado. 8,90% 9,00% 8,40% 7,90% 7,50% 7,00% 6,40% 5,60% 4,80% 2005/2006 2006/2007 2007/2008 2008/2009 2009/2010 2010/2011 2011/2012 2012/2013 2013/2014 Totale alunni stranieri Stranieri nati all estero 48,28% Stranieri nati in Italia 51,72% Dal 2005 ad oggi gli studenti stranieri sono raddoppiati. 26

La scuola - Performance scolastica e accesso al mondo del lavoro GLI STUDENTI STRANIERI A LIVELLO REGIONALE L Emilia-Romagna, la Lombardia e l Umbria sono le tre regioni con la percentuale più alta di alunni stranieri iscritti nell anno scolastico 2013/2014, ben oltre la media nazionale. Sono molto ampie le differenze territoriali, e nella classifica regionale la forbice tra la prima regione e l ultima è molto ampia: l Emilia-Romagna ha il 15,3% di alunni stranieri, la Campania solo il 2,1%. Il Sud occupa tutte le ultime posizioni in classifica, e altre tre regioni oltre alla Campania non raggiungono quota 3%: Basilicata (2,8%), Puglia (2,5%) e Sardegna (2,2%). La percentuale di alunni stranieri nelle scuole italiane (anno scolastico 2013/2014) Sono state considerate solo scuole dell infanzia, primarie, secondarie di primo grado e secondarie di secondo grado. 0 / 3% 3% / 6% 6% / 9% 9% / 12% 12% / +15% TESTA E CODA Il 15,30% degli studenti in Emilia- Romagna è straniero, record nel nostro paese. Emilia Romagna 15,30% Campania 2,10% 27

La scuola - Performance scolastica e accesso al mondo del lavoro L EDUCAZIONE SCOLASTICA Nel 2013 gli stranieri fra i 15 e i 64 anni con titolo universitario erano il 9,5%, gli italiani il 14,9%. Ma mentre il dato per i nostri connazionali è in crescita rispetto al passato (nel 2005 la percentuale era del 10,7%), per gli stranieri è rimasto invariato. Ma se la percentuale di laureati fra gli stranieri è più o meno la stessa di otto anni fa, aumentano i diplomati (passati dal 38,3% del 2005 al 40,4% del 2013) e diminuiscono le persone con solo la licenza media, passate dal 53,5% al 50,1%. Titolo di studio, italiani e stranieri a confronto (2013) Titolo universitario 9,5% Stranieri Fino a licenza media 50,1% Diploma 40,4% Titolo universitario 14,9% Fino a licenza media 43,1% Diploma 42% La percentuale di stranieri con laurea dal 2005 ad oggi è rimasta invariata. 28

La scuola - Performance scolastica e accesso al mondo del lavoro LA PERCENTUALE DI LAUREATI STRANIERI NEI PAESI EUROPEI L Italia è il paese europeo con la percentuale più bassa di stranieri (di età compresa tra i 25 e i 54 anni) con titolo di studio universitario (12,4%). La media Ue è quasi tre volte superiore al dato italiano (32,3%) e l 82% degli stati membri ha una percentuale che è almeno due volte quella italiana. Questi numeri dimostrano da un lato che l immigrazione è un fenomeno recente in Italia, dall altro evidenziano il ruolo chiave dell educazione, soprattutto universitaria, nel processo di integrazione. La percentuale di stranieri (25-54 anni) con laurea nei paesi dell Unione Europea nel 2014 Lussemburgo Polonia Irlanda Regno Unito Estonia Bulgaria Svezia Danimarca Cipro Malta Lituania Belgio Ungheria Francia Repubblica Ceca Finlandia Austria Portogallo Slovacchia Lettonia Spagna Paesi Bassi Croazia Grecia Slovenia Italia Germania Romania 13,7% 13,2% 12,4% Dato non disponibile Dato non disponibile 17% 26,2% Media UE 28 32,3% 58,6% 53,7% 51,9% 51,2% 44,3% 41,7% 41,2% 39,4% 38,7% 38,7% 37% 33,3% 32,6% 32,4% 31,3% 31,1% 29,8% 29,5% 28,8% 28,3% 27,2% In soli quattro paesi europei la maggioranza degli stranieri ha una laurea: Regno Unito (51,2%), Irlanda (51,9%), Polonia (53,7%) e Lussemburgo (58,6%). 29

La scuola - Performance scolastica e accesso al mondo del lavoro GLI STUDENTI IN RITARDO SUL PERCORSO SCOLASTICO Nonostante la presenza degli studenti stranieri sia in crescita, il divario nella performance scolastica con i colleghi italiani continua a essere abbastanza ampio. Gli studenti italiani in ritardo sul percorso scolastico sono l 11,2%, quelli stranieri il 36,3%. Nel dettaglio dei diversi livelli scolastici, man mano che si sale la percentuale aumenta. Gli stranieri in ritardo nelle scuole primarie sono il 14,7%, nella scuola secondaria di primo grado il 41,5%, e in quella di secondo grado il 65,1%. La percentuale di studenti in ritardo sul percorso scolastico (anno scolastico 2013/2014) 65,10% 36,30% 41,50% 23,30% 11,20% 7,40% 1,90% 14,70% Stranieri Stranieri Stranieri Stranieri Totale Secondaria II grado Secondaria I grado Primaria In media la percentuale di studenti stranieri in ritardo sul percorso scolastico è il triplo rispetto agli italiani. 30

La scuola - Performance scolastica e accesso al mondo del lavoro LA DURATA MEDIA DEL PRIMO LAVORO Il passaggio dal mondo scolastico a quello lavorativo è un momento fondamentale per l integrazione dei giovani figli di immigrati. In Italia, la durata media del primo lavoro per i figli di immigrati è di 11 mesi: il dato più basso fra i paesi Ocse. Nel Regno Unito, che è al primo posto in questa classifica, la durata è di 32 mesi, quasi tre volte il dato del nostro paese. In Germania e in Francia, le altre due grandi economie europee, la durata media è rispettivamente di 25 e 18 mesi. Durata media del primo lavoro superiore ai 3 mesi (15-29 anni, 2009) Nativi Figli di immigrati Regno Unito Spagna Germania Portogallo Irlanda Lussemburgo Paesi Bassi Austria 20 20 22 22 21 21 23 24 25 25 25 27 27 28 29 32 Francia Svezia Belgio Grecia Danimarca Italia Media per i restanti 14 paesi Ocse 11 12 14 17 17 17 18 18 18 18 21 21 22 22 L Italia è il paese Ocse con la minore durata media del primo lavoro (superiore ai 3 mesi) per i figli di immigrati. 31

La scuola - Performance scolastica e accesso al mondo del lavoro I NEET IN ITALIA, LOCALI E STRANIERI Sono considerate Neet le persone che non sono iscritte a scuola né all università, che non lavorano e che non seguono corsi di formazione o aggiornamento professionale. Con la crisi in Italia la percentuale di Neet fra i 15 e i 24 anni è aumentata notevolmente, passando dal 16,8% del 2006 al 22,1% del 2014. Scorporando il dato fra italiani e stranieri vengono fuori molte differenze. Nell ultimo anno di rilevazione i Neet italiani erano il 21,2%, gli stranieri il 31,3%. La percentuale di quasi 10 punti percentuali è rimasta più o meno invariata rispetto al 2006: italiani 16,30% e stranieri 26,50%. La percentuale di Neet (15-24 anni) in Italia, l andamento nel tempo Cosa sono i Neet? Si definiscono Neet i giovani fra i 15 e 24 anni non occupati e non in istruzione. Stranieri 30,60% 31,10% 31,30% 29,40% 28,70% 26,50% 24,30% 25,20% 27,80% 16,80% 18,10% 18,80% 20,00% 21,30% 21,20% 16,30% 15,70% 16,00% 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 La percentuale di Neet stranieri in Italia è aumentata del 18% dal 2006 ad oggi. 32

La scuola - Performance scolastica e accesso al mondo del lavoro I LAVORI DEGLI UNDER 30 IN ITALIA Il settore lavorativo di riferimento influisce molto sul peso della forza lavoro straniera fra i giovani (15-29 anni). Se in media gli stranieri sono il 14,5% della forza lavoro under 30 (5% cittadini Ue + 9,5% cittadini extra-ue), in settori come i servizi collettivi e personali si arriva quasi al 30%. Percentuali molto alte anche in agricoltura, caccia e pesca (26,3%), nelle costruzioni (21,9%) e in trasporti e magazzinaggio (17,3%). Completamente assenti, o quasi, i giovani stranieri nei settori finanziari/ assicurativi e nella pubblica amministrazione. In che settore lavorano i giovani in Italia? Confronto italiani e stranieri (2013) Stranieri (Ue+Extra Ue) Altri servizi collettivi e personali Agricoltura caccia e pesca Costruzioni Alberghi e ristoranti Trasporto e magazzinnaggio Industria in senso stretto Attività immobiliari, servizi alle imprese e attività professionali e imprenditoriali Commercio Servizi di informazione e comunicazione Istruzioni, sanità e altri servizi sociali Attività finanziarie e assicurative Amministrazione pubblica e difesa assciruazione sociale obbligatoria 70,2% 73,7% 78,1% 80,3% 82,7% 86,0% 90,3% 91,3% 91,6% 94,6% 99,4% 99,6% 29,8% 26,3% 21,9% 19,7% 17,3% 14,0% 9,7% 8,6% 8,4% 5,5% 0,6% 0,4% Forza lavoro totale under 30 85,5% Stranieri (Ue+Extra Ue) 14,5% Se si considerano solo i giovani (15-29 anni), il peso della forza lavoro straniera aumenta dal 10,82% al 14,5%. 33

Network openpolis: piattaforme per chi pone domande Voisietequi.it Quali sono le posizioni dei partiti? In occasione delle elezioni individuiamo i temi dirimenti della campagna elettorale e chiediamo ai partiti di posizionarsi (favorevole/contrario). Il cittadino rispondendo ad un questionario ha la possibilità di scoprire chi è più vicino alle sua posizioni. Openpolitici.it Chi sono i politici italiani? La più grande e aggiornata anagrafe sui politici italiani. In oltre 250.000 schede sono disponibili biografia, carriera politica e storico degli incarichi istituzionali su ogni rappresentante dei cittadini italiani nei diversi livelli istituzionali, dal Comune al Parlamento Europeo. Openparlamento.it Cosa fanno i politici eletti in parlamento? Approfondimenti quotidiani su quanto accade alla Camera dei Deputati e al Senato della Repubblica. È possibile attivare il monitoraggio su parlamentari, argomenti e singoli atti. Abbiamo elaborato indici utili a far emergere le differenze fra i politici per poterli valutare. Openmunicipio.it Cosa fanno i politici eletti in comune? I comuni che aderiscono al progetto mettono a disposizione dati per aprirsi e rendere trasparente l attività di consiglio e giunta. Ogni atto presentato viene immediatamente pubblicato online per consentire il confronto con la cittadinanza. A tal fine viene analizzato, categorizzato e georeferenziato. Openbilanci.it Come i sindaci spendono le risorse dei comuni? Abbiamo pubblicato i bilanci preventivi e consuntivi di tutti i comuni negli ultimi 10 anni. Oltre al dettaglio delle singole amministrazioni locali, i confronti, le classifiche e gli indicatori permettono una migliore comprensione di dati e numeri considerati solo per addetti ai lavori. Openpolis è un osservatorio civico sulla trasparenza della politica italiana. È assolutamente indipendente non ricevendo alcun finanziamento da partiti, politici o fondazioni e associazioni a loro riconducibili. Ha progettato e mantiene un network online che consente ai cittadini di ricevere gratuitamente e senza pubblicità un informazione basata sui dati. Svolge attività di ricerca e sperimentazione sull utilizzo della tecnologia nei processi politici, open government, dati aperti. È tra i fondatori del Pan European e Participation Network (PEP-NET), riconosciuto e finanziato dall Unione Europea, ed è referente italiano del network internazionale delle Parliamentary Monitoring Organizations (PMO s). Pubblica la collana di approfondimento MiniDossier. L impostazione di data journalism prevede la verifica, l analisi e la comparazione dei dati provenienti da fonti ufficiali per fare emergere notizie e proporre un altro punto di vista. Sui temi principali come politica e finanza locale vengono prodotti e documentati indici e indicatori originali. via degli Equi 42 00185 Roma Tel. 06.83608392 associazione@openpolis.it www.openpolis.it CREDITS La presente pubblicazione è rilasciata tramite licenza Quest opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Condividi allo stesso modo 4.0 Internazionale. in collaborazione con Via Alserio 22 20159 Milano Tel. 02.742001 actionaid@pec.it www.actionaid.it 34

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