Il grande atelier du Midi : luoghi d arte nel sud della Francia, da Nizza a Albi. Arles Aix-en-Provence. Marsiglia



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Itinerari d arte Il grande atelier du Midi : luoghi d arte nel sud della Francia, da Nizza a Albi Albi Saint-Remy-de-Provence Vence Arles Aix-en-Provence Nizza Saint-Paul-de-Vence Mougins Biot Le Cannet Antibes Vallauris L Estaque Marsiglia Cassis La Ciotat Fig. 1 Paul Signac, Antibes, Le torri, 1911. Olio su tela, 66x82,3 cm. Vienna, Albertina. Il sogno di un atelier du Midi coltivato da Van Gogh, spazio comune di lavoro e di vita tra artisti, si infranse presto contro la realtà della sua personalità turbata e della lacerante amicizia con Gauguin. La luce calda e la natura radiosa della Francia meridionale, però, lasciarono il segno nell animo di più di un artista, diventando, dal 1880, fonte di ispira- 1 Saint-Tropez Le Lavandou zione e teatro di grandi correnti artistiche: dall Impressionismo al Fauvismo nell Ottocento, fino ad arrivare, nel Novecento, alle esperienze del Surrealismo e dell astrazione. Numerosi artisti, spesso legati tra loro da amicizia, accorsero qui per vivere e morire, per lavorare nei loro atelier e dipingere paesaggi inondati di sole. La costa e i villaggi dell inter-

Fig. 2, 3 Pierre-Auguste Renoir, La casa a Les Collettes, presso Cagnes, 1908-1914. Olio su tela, 54,6x65,4cm. New York, Metropolitan Museum of Art. Sotto a sinistra, l atelier di Auguste Renoir nella sua casa-museo. no recano profonde testimonianze di queste frequentazioni, raccolte nei tanti musei e a volte conservate ancora negli edifici per cui erano state realizzate. Molte, poi, le ville e gli atelier ancora visitabili, dove il tempo sembra essersi fermato e il pittore aver appena deposto il suo cavalletto. Nizza, scrigno d arte A destra: Fig. 4 La Fondazione Maeght a Saint-Paul de-vence. In primo piano due opere di Calder. Nizza, città da cui parte il nostro itinerario, è una vera capitale d arte. Qui soggiornò a lungo Pierre-Auguste Renoir (1841-1919), che nel 1908 acquistò un antica cascina a Cagnes-sur-Mer, all ombra di aranci e ulivi nella tranquillità dei colli provenzali. Dal 1960 Les Collettes è sede di un museo a lui dedicato, dove si conservano anche undici tele e tutto è rimasto com era. 2 Anche Henri Matisse (1869-1954) si innamorò della Costa Azzurra, scoperta durante un soggiorno a Saint-Tropez nel 1904 al fianco di Signac. Giunto a Nizza nel 1917, vi si stabilì nel 1938, all hotel Regina, sulla piccola collina di Cimiez. A poca distanza, in una dimora storica nota come Villa des Arènes (XVII secolo), nel 1963 è stato aperto il Musée Matisse, che ospita dipinti e una collezione di oggetti e mobili del pittore. Poco lontano il Musée Chagall, sorto nel 1972 per iniziativa del pittore stesso intorno a un ciclo di diciassette dipinti monumentali intitolati Message Biblique. Marc Chagall (18871985), che nel 1949 si era trasferito tra Vence e Saint-Paul-de-Vence, seguì personalmente i lavori di costruzione del museo, arricchito in seguito da altre opere di ispirazione sacra.

Fig. 5 Pablo Picasso, La Guerra e la Pace, 1948-1955. Olio su pannello. Castello di Vallauris, Cappella della Pace. Particolare del pannello della Pace. Nizza, di cui erano originari Yves Klein e Arman, negli anni Sessanta è stata anche il centro propulsore del Nouveau Réalisme, di cui il Musée d Art Moderne et d Art Contemporain (MAMAC) degli architetti Yves Bayard et Henri Vidal raccoglie testimonianze con opere di Ben, Arman, Niki de Saint Phalle, César, Jean Tinguely e Yves Klein. Da Nizza a Saint-Tropez: lungo la costa sulle tracce del Novecento Fig. 6 Uno scorcio di Antibes con le torri del Castello Grimaldi, dove visse e lavorò Picasso. Nel 1943, per sfuggire ai bombardamenti sulla città, Henri Matisse si rifugiò a Vence, dove affittò villa Le Rêve, che oggi offre soggiorni a giovani artisti, mentre il castello della cittadina è sede di un importante centro d arte moderna e contemporanea, recentemente arricchito da una donazione degli eredi di Matisse. Ciò che più vale una visita, però, è la Cappella del Rosario, realizzata dall artista tra il 1947 e il 1951 (vedi anche Civiltà d arte 3 arancio, pag. 102). Nella cappella, che è ancora utilizzata come luogo di culto, si respira una spiritualità intensa, affidata alla luce che si fa colore passando attraverso le vetrate disegnate, come l intera sala, dall artista. 3 Poco distante, a Saint-Paul-de-Vence, si può visitare la Fondazione Maeght, istituita da Aimé Maeght (collezionista e raffinato editore e stampatore d arte) insieme alla moglie Marguerite. L edificio, progettato dal catalano Josep Lluís Sert (1902-1983) e inaugurato nel 1964, fonde opere, natura e architettura. Gli ambienti comunicano con l esterno attraverso cortili e vetrate e il tetto pare aprirsi verso il cielo negli inconfondibili profili arcuati. Le opere, spesso monumentali, si integrano nel paesaggio circostante: sculture di Alexander Calder, Ossip Zadkine, Eduardo Chillida, e ancora la corte Giacometti, il labirinto di Miró, i mosaici di Chagall e le vetrate di Braque. All interno tele di Chagall, Miró, Bonnard, Braque, Léger, Dubuffet, Van Velde e tanti altri. La memoria di Fernand Léger (1881-1955) si lega anche al paese di Biot, dove l artista trascorse gli ultimi anni della sua vita. Nel luogo in cui sorgeva il suo studio nel 1960 è stato aperto il museo a lui dedicato: opera dell architetto russo André Svetchine (1908-1991), il Musée National Fernand Léger e rivestito da un grande mosaico originariamente concepito

Fig. 7 Vincent van Gogh, La chiesa di SaintPaul-de-Mausole, 1889. Olio su tela, 45,1x60,4 cm. Collezione privata. Fig. 8 Convento di Saint-Paulde-Mausole, XII secolo. Veduta della chiesa madre. da Léger per lo stadio di Hannover, ospita 450 opere dell artista e documenta la sua attività. Seguendo il tragitto dell antica via Aurelia, che già in Età romana attraversava la Provenza, si giunge ad Antibes, frequentata da Claude Monet (1840-1926) e da Eugène Boudin (1824-1898), ma soprattutto legata a Pablo Picasso (1881-1973), che vi trascorse la primavera nel 1920, per poi farvi ritorno a più riprese negli anni successivi. Il trasferimento definitivo, nel 1946, si lega all invito del conservatore Romuald Dor de la Souchère che gli concesse alcune sale del Castello Grimaldi per installarvi il suo atelier. Picasso abitò al castello per due mesi con la giovane compa- 4 gna Françoise Gilot, realizzando le opere che costituiranno il primo nucleo del museo che vi ha sede, in seguito arricchito delle ceramiche realizzate nella vicina Vallauris e da una donazione di Jacqueline Picasso. Proprio a Vallauris, infatti, ispirato dalla tradizione plastica locale, dal 1948 Picasso lavorò con la fabbrica di ceramica Madoura. A memoria del fertile periodo creativo, la cappella del castello cittadino ospita la grande composizione La Guerra e La Pace (1952-1954), appassionata riflessione sulle conseguenze dei conflitti e sul bisogno di pace dopo Guernica. In seguito, dopo aver vagato tra residenze diverse in Costa Azzurra, tra cui il castello di Vauve

nargues, il poliedrico artista morì a Mougins nel 1973. A Le Cannet soggiornò per lunghi periodi a partire dal 1922 Pierre Bonnard (1867-1947), che aveva scoperto la Costa Azzurra nel 1904 al fianco di Matisse. Qui abitò presso la Villa du Bosquet, oggi divenuta casa-museo, dove si possono ammirare il grande giardino a terrazze, tratto tipico del paesaggio costiero, e gli interni originali, le vedute che hanno ispirato molti dei suoi dipinti e gli angoli (come la salle de bain, il bagno ) che rinviano ai tanti ritratti della moglie Marthe. Da Saint-Tropez a Marsiglia Si prosegue poi per Saint-Tropez, dove Paul Signac (1863-1935) arrivò nel 1892 raggiunto presto da diversi artisti, tra cui Matisse nel 1904. Testimonianza di questa felice stagione è il Musée de l Annonciade, creato nel 1922 e dal 1955 ospitato nella cinquecentesca Cappella di Notre-Dame. Poco oltre, Le Lavandou, ricordata nei dipinti di Renoir e di Maurice Utrillo, e poi Cassis e La Ciotat che con Saint-Tropez e L Estaque, furono le località preferite dagli esponenti del gruppo fauve, catturati dall intensità dei colori di queste coste assolate e aspre, a cui si aggiungeva il fascino delle passate frequentazioni di Cézanne. Tra il 1905 e il 1908 André Derain, Raoul Dufy, Georges Braque e Othon Friesz vi si recarono spesso, come testimoniano le vedute di porti e paesaggi. Oggi alcuni di questi dipinti si trovano nel Musée Cantini di Marsiglia, città che si distingue soprattutto per le sue forme architettoniche in continua evoluzione. In questa grande metropoli di mare, oggi seconda per popolazione solo a Parigi, Le Corbusier (1887-1965) realizzò tra il 1947 e il 1951 la Cité Radieuse: un pionieristico complesso residenziale urbano con 337 appartamenti fondati sul progetto dell Unité d abitation, dotati di servizi comuni e contornati da un grande parco. Il tetto-terrazza dell edificio, concepito come spazio collettivo con una scuola materna e spazi per lo svago svago (solarium, piscina per bambini, palestra) dal 2013 ospita il MaMo, progettato dal designer marsigliese Ora-Ïto e adibito a esposizioni d arte contemporanea. Non lontano il MAC, il Museo d Arte Contemporanea documenta il progredire dell arte dal 1960 ad oggi. Capitale della cultura europea nel 2013, Marsiglia è stata interessata negli ultimi anni da un articolato programma di ristrutturazione urbanistica. Accanto al palazzo commissionato all anglo-irachena Zaha Hadid dalla compagnia Cma-Cgm, che con i suoi 145 metri è diventato il nuovo faro della città, i maggiori interventi si sono concentrati nell area del vecchio porto, dove si incontrano la pensilina di vetro dell inglese Norman Foster, il MuCEM (Museo delle Civiltà d Europa e del Mediterraneo) del franco algerino Rudy Ricciotti, dotato di un rivestimento traforato e di passerelle pensili, e il CeReM (Centro Regionale del Mediterraneo), disegnato da Stefano Boeri, una piazza sottomarina di 1000 metri quadrati con un tetto a sbalzo sospeso a 19 metri sopra il mare. L interno, sulle orme di Cézanne e Van Gogh Addentrandosi tra le colline provenzali si giunge ad Aix-en-Provence, paese natale di Paul Cézanne (1839-1906). Tante le iniziative che la città dedica all illustre cittadino, attraverso itinerari che ricalcano i suoi passi toccando Le Tholonet, Jas de Bouffan, le cave di Bibémus, Gardanne, la montagna Sainte-Victoire e l atelier sulla collina dei Lauves. Qui, tra tele, barattoli e antichi mobili, tutto è rimasto intatto e si respira un atmosfera suggestiva. In città, inoltre, il Musée Grenet conserva otto tele dell artista. Da visitare la Fondazione Vasarely, progettata dallo stesso artista franco-ungherese tra il 1975 e il 1976 per promuovere la sua attività. Si tratta di un architettura-scultura costituita da sedici elementi esagonali, scandita dall alternanza del bianco e del nero e dal contrasto tra forme lineari e rotonde. Proseguendo il percorso si arriva ad Arles, dove Vincent van Gogh (1853-1890) si rifugiò nel febbraio del 1888, abitando nella cosiddetta casa gialla di Place Lamartine. Paul Gauguin (1848-1903) lo raggiunse dalla Bretagna e dipinse per due mesi al suo fianco, restituendoci le stesse vedute della città riprese con occhi diversi. Ecco quindi il viale alberato di Les Alyscamp, gli interni dei caffè, i paesaggi con pagliai, i ritratti dei tanti personaggi incontrati e, ovunque, la luce e i colori vividi impressi a mai più nell animo e nello stile dell artista fiammingo. Nessuna delle opere nate ad Arles, però, è rimasta in città e la memoria dell artista è affidata a una fondazione tesa a evidenziare la sua influenza sull arte contemporanea. A pochi kilometri, presso Saint-Remy-de-Provence, sorge l antico Convento di St-Paul-de- Mausole, sede dell ospedale psichiatrico dove Vincent fu ricoverato tra il 1889 e il 1990. All interno dell edificio, che ospita a tutt oggi una clinica psichiatrica, sono visitabili gli ambienti dove Van Gogh visse e dipinse. Con Albi si chiude il nostro itinerario: la città è legata a Henri de Toulouse-Lautrec (1864-1901), che vi nacque da una nobile famiglia, per poi trasferirsi a Parigi, fulcro rutilante della sua breve vita e della sua prolifica attività: ne ripercorre le tappe attraverso quadri, litografie, disegni, studi preparatori e manifesti il Museo di Palais de la Berbie, che gli è stato intitolato nel 1922 a seguito di una cospicua donazione degli eredi. 5