CONSIGLIO DELL ORDINE DEGLI AVVOCATI DI TORINO Scuola Forense 2018 VI Modulo: Cause di giustificazione e cause di non punibilità Avv. Francesca Romano 1. Antigiuridicità e cause di giustificazione - Efficacia giustificante di un fatto conforme alla fattispecie incriminatrice - Applicazione estensiva delle cause di giustificazione ad altri rami dell ordinamento giuridico - Cause di giustificazione, cause di esclusione della colpevolezza, cause di estinzione della pena: differenze - Cause di giustificazione comuni e speciali 2. Fondamento sostanziale delle cause di giustificazione - Modello esplicativo monistico - Modello esplicativo pluralistico 3. Disciplina generale delle cause di giustificazione - Art. 59 co. 1 c.p. e rilevanza obiettiva delle cause di giustificazione - Art. 59 ult. comma c.p. e rilevanza della causa di giustificazione putativa (estensione della disciplina generale di cui all art. 47 c.p.) - Errore sui presupposti di fatto della causa di giustificazione - Errore su una norma extra-penale integratrice di un elemento normativo della scriminante - Irrilevanza dell errore di diritto - interpretazione restrittiva della giurisprudenza dell art. 59 ult. comma c.p. - Art. 59 ult. comma c.p. e rilevanza dell errore colposo (estensione della disciplina generale di cui all art. 47 co. 1 c.p.) - Errore colposo e applicazione anche alle contravvenzioni - Art. 55 c.p. e rilevanza dell eccesso colposo - Sussistenza presupposti di fatto della scriminante e superamento colposo dei limiti di legge, di quelli imposti da un ordine dell autorità ovvero dei limiti imposti dalla necessità 1
- Giudizio sulla natura colposa del superamento dei limiti: parametro normativo di cui all art. 43 c.p. - Rilevanza della volontà del soggetto rispetto al fine che rende giustificato il comportamento: eccesso sui mezzi, non sul fine - Eccesso colposo e consenso dell avente diritto di cui all art. 50 c.p.: estensione nonostante il mancato richiamo normativo - Eccesso colposo e scriminante putativa: eccesso sulla causa di giustificazione che esiste nella mente del soggetto agente (non nella realtà) - Eccesso colposo e delitto colposo Singole cause di giustificazione 4. Consenso dell avente diritto - Ambito di operatività dell art. 50 c.p. e rilevanza del consenso - Natura giuridica del consenso - Requisiti di validità del consenso - Spontaneità - Forma: consenso espresso e consenso tacito - Consenso putativo - Consenso presunto: rilevanza secondo la dottrina e la giurisprudenza - Legittimazione a prestare il consenso - Titolare unico o co-titolari - Rappresentante legale o volontario - Capacità del consenziente; talune ipotesi speciali (art. 609 quinquies, art. 609 quater) - Diritti disponibili - Diritti patrimoniali - Attributi della personalità (onore, libertà morale, personale, libertà sessuale, libertà di domicilio): limiti - Integrità fisica e art. 5 c.c. - Diritti indisponibili - Esempi: delitti contro la fede pubblica, delitto di usura, delitto di frode nell esercizio del commercio (e altri) - Bene della vita (artt. 579 e 580 c.p.) 2
5. Esercizio di un diritto - Ratio giuridica: prevalenza dell interesse di chi agisce esercitando un diritto e principio di non contraddizione - Concetto di diritto: potere giuridico di agire (esclusione degli interessi legittimi e dei cd. interessi semplici) - Fonte del diritto: legge ordinaria e costituzionale, regolamento (taluni lo escludono), atto amministrativo, provvedimento giurisdizionale, contratto di diritto privato, consuetudine (taluni la escludono). - Conflitto tra norma autorizzativa e norma incriminatrice: criteri di soluzione - Criterio gerarchico - Criterio cronologico - Criterio di specialità - Modalità di esercizio del diritto: attività esercitata quale estrinsecazione delle facoltà inerenti al diritto - Problematica dell abuso del diritto e dei limiti cui il diritto e il relativo esercizio vanno incontro: limiti interni ed esterni - Ipotesi di esercizio del diritto - Diritto di cronaca giornalistica - Diritto di sciopero - Jus Corrigendi - Cd. Offendicula 6. Adempimento di un dovere - Ratio della scriminante: principio di non contraddizione - Fonti del dovere - Dovere imposto da una norma giuridica - Dovere imposto da un ordine dell Autorità - Concetto di pubblica Autorità - Rapporto di subordinazione e natura pubblicistica dello stesso - Presupposti formali e sostanziali dell ordine: ordine legittimo - Competenza del superiore ad emanare l ordine - Competenza dell inferiore ad eseguirlo - Forma prescritta - Esistenza presupposti stabiliti ex lege per l emanazione dell ordine 3
- Sindacato di legittimità dell ordine - Sindacato su presupposto formali e sostanziali dell ordine - Limiti del sindacato e apprezzamenti di merito riservati, per legge, al superiore - Mancato controllo di legittimità dell ordine e art. 51 co. 2 e 3 c.p. - Limiti alla responsabilità dell esecutore dell ordine illegittimo: legittimità sostanziale - Errore di fatto sulla legittimità dell ordine (art. 51 co. 3 c.p.) - Sindacato di legittimità non concesso per legge (art. 51 ult. comma) - Limiti all impossibilità di sindacare la legittimità sostanziale dell ordine: manifesta criminosità - Sindacato sulla legalità esteriore dell ordine: sempre possibile 7. Legittima difesa - Natura della scriminante e ratio: residuo di autotutela concessa al cittadino e prevalenza dell interesse di chi sia ingiustamente aggredito rispetto all interesse di chi pone in essere una condotta contraria alla legge - Caratteristiche dell aggressione - Condotta attiva - Condotta omissiva - Oggetto dell aggressione: diritto altrui - Concetto di diritto - Pericolo di aggressione attuale - Pericolo incombente e pericolo perdurante - Situazione di pericolo volontariamente creata e ammissibilità della legittima difesa: requisito della necessità della difesa e dell ingiustizia dell offesa - Ingiustizia dell offesa - Caratteristiche della reazione - Necessità della reazione - Necessità relativa - Problematica della fuga - Proporzionalità tra difesa e offesa - Proporzione tra i mezzi - Proporzione di valore tra i beni o interessi in conflitto 4
- Legittima difesa domiciliare - Ratio dell intervento normativo - Requisito della proporzione presunta: uso dell arma - Contesto di riferimento: art. 52 co. 3 - ( ) al fine di difendere la propria o l altrui incolumità ( ) - Animus defendendi - Bene della vita e dell integrità fisica - ( ) al fine di difendere i beni propri o altrui, quando non vi è desistenza e vi è pericolo di aggressione ( ) - Adeguamento interpretativo ai valori costituzionali di preminenza del bene vita e integrità fisica al bene patrimonio e adeguamento interpretativo all art. 2 Convenzione Europea dei diritti dell Uomo - Pericolo che trascende la sfera dei beni patrimoniali e si proietta sul bene vita e integrità fisica dell aggredito - Pericolo attuale - Legittima presenza dell aggredito nel luogo in cui subisce l aggressione - Legittima detenzione dell arma 8. Uso legittimo di armi - Ratio della scriminante: affermazione della prevalenza del potere di coercizione statuale in situazioni di conflitto tra Stato e persona - Necessità di un adeguamento con i principi democratici - Natura sussidiaria della scriminante - Beneficiari della scriminante - Pubblico ufficiale: interpretazione restrittiva - ( ) qualsiasi persona che, legalmente richiesta dal pubblico ufficiale, gli presti assistenza ( ) : art. 53 co. 2 c.p. - Fine perseguito dal pubblico ufficiale : dovere del proprio ufficio - Ragioni che legittimano il ricorso a mezzi di coazione fisica - Necessità di respingere una violenza o di vincere una resistenza - Comportamento violento in atto - Violenza e coercizione psichica - Resistenza attiva - Modifiche introdotte dall art. 14 L. 152 del 1975 - Art. 53 ult. comma c.p. 5
9. Stato di necessità - Ratio della scriminante: mancanza di interesse dello Stato a salvaguardare uno dei due beni in conflitto, posto che nella situazione data, un bene è comunque destinato a soccombere - Requisiti della scriminante - Attualità del pericolo - Involontarietà del pericolo - Inevitabilità del pericolo - Azione necessitata si rivolge ad un soggetto innocente - ( ) danno grave alla persona ( ) - Bene vita e integrità fisica o anche beni relativi alla personalità morale dell uomo? - Gravità: criterio cd. qualitativo o criterio cd. quantitativo - Proporzione tra fatto e pericolo - Problema dell accertamento della proporzione - Il cd. soccorso di necessità - Stato di necessità e dovere di esporsi al pericolo - Stato di necessità e ipotesi di coazione morale - Problematica della responsabilità civile per le conseguenze dell azione necessitata Ipotesi specifiche di cause di esclusione della punibilità 1. Non punibilità e querela della persona offesa, per fatti commessi a danno di congiunti: art. 649 c.p. - Ratio dell istituto: bilanciare l interesse alla repressione degli illeciti penali con l esigenza contrapposta di tutela dell unità familiare - Struttura della causa di non punibilità: comma 1 - Il soggetto agente deve rivestire lo status familiae indicato dalla disposizione - Status familiae al momento di commissione del fatto - Status familiae al momento del giudizio - Coabitazione con il soggetto passivo - Causa di non punibilità e delitto tentato - Giurisprudenza prevalente: non applicabilità al tentativo - Giurisprudenza isolata: applicabilità al tentativo 6
2. Casi di non punibilità, art. 384 c.p. - Delitti contro l amministrazione della Giustizia - Causa di non punibilità di cui al comma 1 dell art. 384 c.p. - Elencazione tassativa dei reati rispetto ai quali opera - Vantaggio proprio o di un prossimo congiunto - Necessità di salvare sé o un prossimo congiunto - Inevitabilità del nocumento a sé o prossimo congiunto - Nocumento all onore o alla libertà - Nocumento futuro, non ancora verificatosi - Pericolo attuale e concreto - Causa di non punibilità di cui al comma 2 dell art. 384 c.p. - Ambito di applicazione: artt. 371 bis, 371 ter, 372 e 373 c.p. - Due ipotesi - Fatto commesso da persona che non avrebbe dovuto essere richiesto di fornire informazioni ai fini delle indagini o non avrebbe dovuto essere assunto come testimone, perito, consulente tecnico o interprete: sono casi di incompatibilità previsti dagli artt. 197, 198 co. 2, 144, 222 c.p.p. e dagli artt. 246 e 247 c.p.c. - Fatto commesso da chi avrebbe dovuto essere avvertito della facoltà di astenersi dal rendere informazioni, testimonianza, perizia, consulenza o interpretazione: casi previsti dagli artt. 199 e ss. c.p.p. e art. 249 c.p.c. Esclusione della punibilità per particolare tenuità del fatto 1. Art. 131 bis c.p. - Ratio dell istituto e D.Lgs. 28 del 16 marzo 2015 - Natura giuridica dell istituto: condizione di non punibilità basata sull accertamenti di taluni presupposti previsti ex lege - Presupposti - Fatto storico che rientra in un fatto tipico antigiuridico - Fatto storico offensivo di un bene giuridico - Reato per il quale è prevista una pena detentiva non superiore, nel massimo, a cinque anni, o la pena pecuniaria, solo o congiunta alla predetta pena. Ai fini della determinazione della pena detentiva non si tiene conto delle 7
circostanze, ad eccezione di quelle per le quali la legge stabilisce una pena di specie diversa da quella ordinaria del reato e di quelle ad effetto speciale. In relazione a questi due tipi di circostanza non si tiene conto del giudizio di bilanciamento tra circostanze aggravanti ed attenuanti di cui all art. 69 c.p.: ciò, al fine di contenere il margine di discrezionalità del giudice. - Offesa arrecata in concreto deve essere di particolare tenuità per le modalità della condotta; la valutazione della condotta viene fatta ai sensi dell art. 133 co. 1 c.p. - Esiguità del danno - Esiguità del pericolo - Ipotesi dei motivi abietti o futili; ipotesi in cui il soggetto agisce con crudeltà; ipotesi del soggetto che adopera sevizie o approfitta delle condizioni di minorata difesa della vittima; ipotesi della condotta che cagiona (o da essa derivano, quali conseguenze non volute) la morte o le lesioni gravissime di una persona - Comportamento non abituale - Dichiarazione di abitualità, professionalità, delinquenza per tendenza, commissione di più reati della stessa indole; ipotesi di reati che abbiano ad oggetto condotte plurime, abituali e reiterate Cause di estinzione del reato 1. Art. 162 ter: estinzione del reato per condotte riparatorie - Ratio dell istituto e L. 103 del 23 giugno 2017 - Natura giuridica e disamina delle cause di estinzione del reato - Presupposti - Reato procedibile a querela di parte, soggetta a remissione - Intera riparazione del danno da parte dell imputato, entro la dichiarazione di apertura del dibattimento di primo grado, mediante restituzione o risarcimento del danno - Il risarcimento del danno e l offerta reale ai sensi dell art. 1208 c.c. - Eliminazione, ove possibile, delle conseguenze dannose o pericolose del reato - Audizione delle parti e, in particolare, della persona offesa - Art. 162 ter e rapporti con la disciplina del Giudice di pace, art. 35 D.Lgs. 274 del 2000. - Elementi di somiglianza 8
- Necessità del contraddittorio tra le parti - Facoltà per la persona offesa di rivalersi sull imputato, in sede civile, nonostante l emissione di una sentenza di estinzione del reato ex art. 162 ter. - Presenza di un termine entro cui l imputato deve porre in essere la condotta riparatoria - Riparazione del danno da parte dell imputato mediante restituzione, risarcimento o eliminazione delle conseguenze dannose - Elementi di differenza - L art. 162 ter c.p., per quanto attiene al risarcimento del danno, prevede che possa operare una sostituzione di questo con l offerta reale ai sensi degli artt. 1208 e ss. c.c. - Ruolo della persona offesa e della relativa opposizione: finalità conciliativa dell istituto previsto dalla disciplina del processo innanzi al Giudice di Pace - Natura giuridica del termine entro cui operare la condotta riparatoria: perentorietà? - Profili critici del nuovo istituto 9