Gruppo Sostegno Alzheimer Fidenza L esperienza del Gruppo di Auto Mutuo Aiuto "Le Nostre Storie" di Fidenza
Buongiorno, mi chiamo Sozzi Ermanno, faccio parte del Gruppo di Auto Mutuo Aiuto Le Nostre Storie di Fidenza e del Consiglio Esecutivo del Gruppo Sostegno Alzheimer Fidenza. Vi porto la testimonianza della storia dei due gruppi, di come sono nati e di come sono entrati in simbiosi. Il Gruppo Sostegno Alzheimer Fidenza nasce nel 2004 per iniziativa di 7 soci fondatori ed in collaborazione con il Consultorio dei Disturbi Cognitivi di Fidenza con l intento di assistere le persone affette da disturbi cognitivi ed i loro familiari. L attività storica del Gruppo è "Il Caffè del Giovedì" che, ispirandosi ad analoghe esperienze europee e nazionali, vuole portare un momento di socializzazione agli anziani ed una "pausa liberatoria"ai loro familiari. Ospitati dalla "Bocciofila" di Fidenza o dal "Centro Anziani" dell"ex Macello", vi partecipano, oltre che gli anziani dei Centri Diurni e della Casa Protetta, anche alcuni assistiti del Servizio Domiciliare.
Il Gruppo di Auto Mutuo Aiuto "Le Nostre Storie" di Fidenza nasce nel 2005 su iniziativa dell Assistente Sociale del Comune di Fidenza Rita Peveri che, dopo essersi formata come facilitatore, riunisce un gruppo di parenti degli ospiti del Centro Diurno ed inizia l attività con incontri quindicinali. Sempre per iniziativa di Rita Peveri e della Dott.sa Ludovico che si ha l adesione dei componenti del Gruppo di Auto Mutuo Aiuto al Gruppo Sostegno Alzheimer Fidenza con l intento di rendere più efficace l azione di volontariato e ottenere, (l unione fa la forza) miglioramenti della qualità dei servizi da parte delle istituzioni.
Assieme sono stati ottenuti negli anni passati l estensione degli orari del Centro Diurno al sabato pomeriggio e poi anche alla domenica e durante le festività, nonché il ricovero sollievo durante i mesi estivi presso la Casa Protetta di Fidenza. Avremo eventualmente occasione di approfondire le altre iniziative del Gruppo di volontariato ma qui mi è stato chiesto di riportare in particolare l esperienza del Gruppo di Auto Mutuo Aiuto che costituisce una delle più efficaci forme di sostegno dei parenti, in questo caso di auto sostegno.
Come sappiamo coloro che si prendono cura sono l anello più debole della catena della presa in carico proprio in quanto il carico rende debole chi maggiormente lo sopporta. I parenti sono sicuramente la parte più esposta e la tendenza a sviluppare la domiciliarità, per quanto condivisibile, non fa altro, purtroppo, che ag-gravare tale carico. Parallelamente a tutte le altre necessarie azioni di sostegno istituzionale, i Gruppi di Auto Mutuo Aiuto costituiscono una parte fondamentale del Sistema. Il Gruppo Le Nostre Storie Fidenza è composto da persone unite dalla comune esperienza di essere parenti di persone affette da disturbi cognitivi.
Alla base del Gruppo ci sono due regole di comportamento che possono sembrare ovvie ma che sono fondamentali: la riservatezza delle informazioni che si recepiscono e la necessità di evitare qualsiasi atteggiamento giudicante. Il Gruppo offre ai suoi partecipanti l opportunità di ascoltare ed essere ascoltati cosa che, nel tempo della cosiddetta comunicazione globale, costituisce una rarità. Partendo dalle singole esperienze, si tende a superare il mal comune mezzo gaudio che resta comunque come inconscio sottofondo consolatorio, per trasformarlo in solidarietà attiva e spesso in vera e propria amicizia. Certo, anche come valvola di sfogo le riunioni del Gruppo hanno la loro bella efficacia!
Ma il lavoro più importante, e forse anche il più impegnativo, è a mio avviso quello che ogni componente del Gruppo dovrebbe fare su se stesso: il confronto con gli altri è uno degli strumenti per arrivare ad interpretare le proprie emozioni e le ragioni dei propri comportamenti. Il superamento dei sensi di colpa, le riflessioni sull influenza delle nostre esperienze passate sul nostro oggi, la necessità di non farsi condizionare dalle convenzioni sociali sono temi che sono stati affrontati non senza una sofferenza interiore. L obbiettivo finale, forse una vera ma bellissima utopia, è quello di trasformare il problema in risorsa.
Si arriva così a riflettere sulla necessità di adeguare il nostro rapporto con il familiare affetto da disturbi cognitivi allo stato psico-fisico della persona stessa. Le nostre parole, i nostri atteggiamenti e anche nostri semplici gesti sono importanti per mantenere in equilibrio la vita quotidiana. Semplificando occorre prenderci la misura. Anche qui ritorna come strumento di autocontrollo la regola già citata del non giudicare che peraltro è a mio avviso valida anche in altri campi dei rapporti interpersonali.
Un altro aspetto fondamentale è la presa di coscienza della necessità di salvaguardare la nostra salute sia fisica che psichica: solo se saremo in condizioni adeguate potremo svolgere con efficacia la nostra azione di cura. Concludo quindi con un invito alle Istituzioni a continuare a favorire la formazione ed il lavoro dei Gruppi di Auto Mutuo Aiuto, e vi ringrazio per l attenzione.