1 ITS ELSA MORANTE Limbiate (Milano) XIV GIORNATA FAI DI PRIMAVERA Scheda elaborata da:federica Daniotti e Gabriele Zodo della classe 4^F Prof.M.D.Pedrazzini PALAZZO CLERICI Palazzo Clerici, sito a Milano nell omonima via al n 5, è un tipico esempio d architettura tardo barocca1e una delle più ricche e sfarzose dimore private del Settecento italiano per quanto riguarda gli ambienti interni.costruito dai Visconti, il Palazzo fu acquistato solo nel XVII secolo dai Clerici, una ricca famiglia proveniente da Domaso (sulle sponde del Lario) che doveva la sua ricchezza al commercio della seta e al fatto che molti dei suoi membri si distinsero per aver raggiunto importanti cariche in campo militare, politico, amministrativo e giuridico. Fig. 1:Stemma che allude al Marchese Antonio Giorgio Clerici e alla moglie Fulvia Visconti Il Palazzo diventò così la lussuosa residenza di famiglia, che venne ampiamente trasformata e portata al massimo splendore da Giorgio Antonio Clerici, il membro più illustre della casata, marchese di Cavenago, consigliere di Stato, Grande di Spagna, cavaliere del Toson d oro, generale dell esercito imperiale e ambasciatore. Palazzo Clerici presenta una fronte esterna piuttosto semplice, sobria e austera, caratterizzata da un andamento spezzato con un forte arretramento nella parte centrale che favoriva e facilitava l ingresso alle carrozze in una via originariamente molto stretta. Fig. 3: Cortile d onore Fig. 2:Vista della facciata del Palazzo Attraverso il portale di granito, si entra nel cortile d onore con due portici a colonne binate (tuscaniche) che si fronteggiano.sul lato destro si giunge nell anticamera, preceduta da un grande scalone a tre rampe. Tale scalone ha una funzione fortemente simbolica: essendo il primo spazio interno a cui si accedeva visitando il Palazzo doveva dare un senso di maestosità e grandiosità di livello pari della famiglia che vi abitava. 1 Con il termine Barocco, non si intende individuare uno stile o una precisa corrente artistica quanto, più complessivamente, lo spirito stesso di un secolo: il Seicento. La parola ha origini incerte. Deriva forse dallo spagnolo barrueco e dal portoghese barroco e -letteralmente- sta a indicare un particolare tipo di perla di forma irregolare e non perfettamente sferica. Già nel Cinquecento, comunque, baròco registra il significato metaforico di strano e tortuoso, riferito per lo più a quei discorsi e quelle teorie filosofiche che dietro un apparenza di grande complessità nascondevano la propria debolezza e inconsistenza. A partire dal XVIII secolo, la definizione viene applicata anche al campo artistico e assume subito un significato pesantemente dispregiativo. Barocco diventa quindi sinonimo di esagerato, di bizzarro e a volte di pazzo o ridicolo. 1
2 Il materiale impiegato è il granito (usato per i gradini, le balaustre e le statue femminili vestite all orientale negli angoli della scala). L effetto scenografico dello scalone è accentuato anche dal riflesso della luce, che cambia angolazione nel corso della giornata. La volta dello scalone è riccamente decorata da un affresco di Bortoloni, che rappresenta un apoteosi. All interno di una cornice in stucco scenograficamente interrotta nella parte inferiore per dare spazio al dipinto, Minerva accompagna verso il cielo Giorgio II Clerici. L ampio spazio del cielo è popolato da altre figure scorciate di sotto in su, come putti e vittorie alate. Lo scalone introduce direttamente nella sala da ballo del piano nobile. Fig. 4: Scalone d onore Fig. 5: Affresco di Bortoloni ( scalone d onore) La sala da ballo, luogo di rappresentanza per eccellenza, è il primo ambiente a cui si accede salendo al piano nobile. La sua grandezza (il salone ha l altezza di due piani) è emblema del prestigio raggiunto dai proprietari del Palazzo. I lati lunghi sono traforati da finestre in origine corredate da coretti non praticabili; i lati corti invece erano occupati da cantorie ricoperte da stucchi e sostenute da mensole in pietra per i musici. La grande volta era dipinta a chiaroscuro con motivo a fogliame. La sala da ballo venne pesantemente rimaneggiata nell Ottocento, quando in questo spazio si trasferì dapprima la sede del Tribunale di Terza Istanza, poi l Archivio generale. Il progetto di sistemazione (1873) prevedeva la suddivisione del vasto ambiente in due piani con tavolati di mattoni. La sistemazione dei balconi e delle decorazione così come le vediamo adesso sono il frutto di un doppio restauro: il primo di Giuseppe Dotti tra le due guerre e il secondo di Luigi Gorgoni de Mogar nel 1966. Attualmente la balconata è continua e le pareti, così come il soffitto, sono decorate da stucchi bianchi e dorati, dalle figurazioni fitoforme. Fig. 6: Sala da ballo 2
3 La galleria degli stucchi collegava il salone da ballo con l appartamento del Marchese. Avendo una funzione principalmente di transito, la galleria non presentava arredamenti o decorazioni particolari: in origine il pavimento era in mattoni, le pareti erano spoglie e il soffitto era impreziosito da una finta volta decorata a stucchi e tre grandi lampadari. Durante l inserimento della Corte d Appello, lo spazio della sala fu adibito a biblioteca, con l inserimento di più livelli di scaffali con logge di legno. Fig. 7: Galleria degli stucchi La Galleria dei Quadri oggi chiamata Anticamera del Tiepolo è la sala che conteneva la collezione di tele del Marchese Giorgio Clerici. Le opere presenti, soprattutto di scuola lombarda e veneta,erano 110 in un inventario del 1736. Vermiglio, Morazzone, Crespi erano alcuni dei grandi artisti protagonisti della Milano di Federico Borromeo. Tra le opere dei bolognesi possiamo citare quelle di Guido Reni; tra i fiamminghi Rubens e Van Dyck. Nell 1738 sono annoverati 90 dipinti;che sono andati persi dopo la vendita del palazzo alla Corte d Appello. La finta volta presentava uno sfondato prospettico incorniciato da stucco dorato. L affresco della volta attribuito a Bortoloni è di difficile lettura: si può ipotizzare che il personaggio principale sulla destra, una figura femminile coronata sotto un baldacchino, sia Maria Teresa d Austria. Se l ipotesi è corretta la scena raffigurerebbe l allegoria del buon governo della sovrana d Austria. Fig. 8: Ingresso all anticamera del Tiepolo Galleria degli Intagli. Galleria del Tiepolo 2, è uno dei pochi ambienti rimasto praticamente immutato nel corso dei secoli. Nel 1740 Antonio Giorgio Clerici commissionò a Giovan Battista Tiepolo la decorazione ad affresco della volta della galleria. Nonostante le proporzioni dilatate della sala l artista veneziano riuscì ad impaginare in modo grandioso e magniloquente lo spazio, creando un 2 Giovan Battista Tiepolo nacque nel 1696 a Venezia. La sua attività di frescante iniziò nel 1716 con l Assunta della chiesa parrocchiale di Biadene e con la decorazione del salone del primo piano della villa che l editore Giovan Battista Baglioni possedeva in provincia di Padova. Altre opere importanti tra gli anni 20 e 30 furono gli affreschi del Duomo e del Palazzo Patriarcale a Udine e dieci grandi tele con storie romane che decoravano palazzo Dolfin a Venezia. Tiepolo accettò diverse commissioni sia sacre che profane in molte città dell Italia settentrionale: Bergamo (cappella Colleoni, 1732), Vicenza (villa del conte Loschi, 1734) Milano (Basilica di S. Ambrogio, 1737) e Venezia (chiesa del Gesù, 1737-39). Nel 1750 Giovan Battista decorò la sontuosa residenza costruita dall architetto Neumann. Tiepolo trascorse infine gli ultimi anni della sua vita a Madrid al servizio di Carlo III, affrescando (1762-1766) in Palazzo Reale allegorie, trionfi e glorie nel suo stile magniloquente. Qui morì nel 1770. 3
4 insieme perfettamente equilibrato di personaggi, animali e finte architetture. In un cielo striato di nubi bianche e rosate si staglia al centro il carro del sole trainato da quattro cavalli bianchi, circondato da diverse divinità olimpiche, quali Mercurio, Venere e Saturno,. Nei personaggi raffigurati sul finto cornicione Tiepolo diede sfogo alla sua incomparabile fantasia creativa: inserì infatti sui lati brevi l allegoria delle arti e divinità marine e fluviali; sui lati lunghi invece rappresentò le allegorie delle quattro parti del mondo allora conosciute:europa, Asia, Africa e America, inserendole all interno di una complessa quadratura architettonica dovuta al pennello di Palazzi Riva. L'affresco può essere interpretato come una celebrazione di Antonio Giorgio che aveva ottenuto l'aggregazione al patriziato milanese, oppure come l'esaltazione del suo mecenatismo. Un'altra ipotesi accosterebbe il carro di Apollo all'ascesa del sole dell'austria ad illuminare il mondo. una Fig. 9: Salone del TIEPOLO, veduta generale. Sulla volta la corsa del carro del Sole; le quattro parti del mondo; gli dei dell Olimpo. Affresco, 2200 x 536 cm Gli stucchi dorati delle cornici si fondono con le boiserie intervallate dagli arazzi, creando un collegamento tra lo spazio architettonico reale e quello fittizio degli affreschi. Le pareti sono completamente rivestite da fitta sequenza di incorniciature, stipiti, porte, specchiere, scuretti, magistralmente disposti. Nella zoccolatura di riquadri dipinti oro su bianco con scene di vita militare. I rilievi dorati che ricoprono indistintamente tutti i componenti dell arredo mettono in scena una storia vera e propria, la Gerusalemme Liberata di Torquato Tasso, scelta probabilmente per esaltare le glorie militari del casato. Vennero infatti riprodotti in modo puntuale le illustrazioni all opera tassiana pubblicate a Venezia nel 1745 da Giovan Battista Piazzetta attribuite dai critici a Giuseppe Cavanna. Altro elemento interessante è quello degli specchi, che moltiplicano e dilatano i punti di vista, secondo il prezioso gusto rocaille3.molto probabilmente tra il 1740 e il 1750 Antonio Giorgio non possedeva gli arazzi4 che ancora oggi riempiono le pareti tra le decorazioni lignee del Cavanna. Fig. 10: Salone del TIEPOLO. Parete adiacente alla Galleria dei quadri Gli arazzi di tessitura brussellese su cartoni francesi di stile classico barocco non furono creati appositamente per palazzo Clerici ma erano stati tessuti nel 1665. Essi furono posti 3 Rocaille (=conchiglia). Termine francese che designava un tipo di architettura da giardino, per esempio grotte artificiali e fontane costruite con pietre e conchiglie; in seguito, ornamento decorativo di mobili e arredamenti in voga alla corte di Francia. Sotto Luigi XV il termine è anche usato come sinonimo di rococò. 4 Arazzo: tessuto con figure, paesaggi, motivi decorativi, vegetali o araldici, destinato a ricoprire e decorare le pareti. Il nome deriva dalla città francese di Arras, che per alcuni secoli fu un importante centro di fabbricazione di arazzi, tappezzerie e panni di seta. 4
5 entro le cornici dorate nella galleria verso la seconda metà del XVIII secolo. Inizialmente erano sei pezzi, quattro grandi e due piccoli ma durante uno spostamento da Roma a Milano se ne perse uno. Le storie narrate sono quelle di Mosè, come è anche specificato dalle didascalie in latino nelle bordure superiori di ogni arazzo. Le trame sono di lana e seta, gli orditi sono molto fini e i colori brillanti e intensi, grazie anche al recente restauro del 1992. Le bordure sono costituite da girali d acanto su fondo arancio con festoni e ghirlande floreali. In ordine narrativo troviamo: Mosè al pozzo disseta le greggi delle figlie di Jetro, Mosè con Aronne davanti al faraone trasforma le verghe in serpenti, Passaggio del Mar Rosso, Battaglia contro gli Amaleciti. Il quinto arazzo rappresenta la storia del battesimo di Clodoveo proveniente da un altra serie di arazzi. Il ciclo con le storie di Mosè comprendeva in totale otto panni;e dopo diversi passaggi di proprietà, sono conservati nel Virginia Museum of Fine Art di Richmond. La mobilia, forse proveniente da botteghe viennesi, venne concepita in funzione delle coerenza decorativa della sala. Fortunatamente il trasferimento nel palazzo della Corte d Appello non apportò alcun danno alla sala. La Sala Grande attuale Sala degli Specchi era una delle più fastose del palazzo perché destinata ai ricevimenti ufficiali. In questo ambiente era esposto il ritratto della Marchesa che poteva essere montato anche nella sala successiva. L arredo ligneo fu probabilmente messo a punto nel 1755 da Antonio Giorgio. I trofei militari con la sigla MC sono riferibili ai trionfi che Antonio Giorgio aveva da poco ottenuto in guerra. Lo stile è più pacato rispetto agli intagli del Cavanna nella sala del Tiepolo, elemento che conferma la datazione di poco posteriore e lascia intuire il prossimo rinnovamento neoclassico. La volta è decorata ad affresco e rappresenta Giove e Ganimede al centro, con le divinità olimpiche Saturno e Nettuno ai lati. Fig. 11: Sala degli specchi. Particolare della decorazione in stucco con trofei di guerra e le iniziali intrecciate "MC"(Maresciallo Clerici) L Anticamera della Sala degli Specchi era strettamente collegata a quella precedente; le sue decorazioni, al contrario di adesso, erano corrispondenti a quelle della sala degli specchi. La volta è decorata con un affresco in gran parte ridipinto, di scarsa rilevanza artistica. 5