Chiese a Oriente o Chiese Segrete

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Transcript:

Chiese a Oriente o Chiese Segrete

Testi e ricerca grafica: Anna Valli Spizuoco Fotografie di: Giampiero Corelli In copertina: San Francesco (Basilica Apostolorum) Altare costituito da un sarcofago e la cripta

INTRODUZIONE Con questo piccolo contributo, si vorrebbe che l avvicinarsi alla città e l arrivo alla città, l adventus, fosse così graduale per cui, ogni singola tappa mostrasse, nella vastità del territorio, la propria peculiarità. L acqua marina, l acqua dolce, l acqua salmastra, la vegetazione, la fauna, la popolazione, vorremmo potessero aiutare al formarsi, via via, di un quadro completo o quasi in Una settimana bizantina La definizione del territorio come bizantino è forse restrittiva.....ravenna sta come è stata molti anni... (Dante - Inferno/Canto 27 ). Ma di certo le memorie bizantine sono le più affascinanti. Ravenna ha conservato un patrimonio enorme: è un museo all aperto dove tante sono le cose da vedere, da meditare e da osservare. Forse vedere lentamente, lentamente, le piccole chiese nascoste, le piazze, il porto, i mercati, potrà avvicinare a quella ravennità che è un modo di pensare e di essere, per giungere poi ai grandi edifici, patrimonio dell umanità. P.S. - Questa breve trattazione ha come scopo principale la formazione di una visione di insieme della città e del suo territorio e, per questo motivo, non si sofferma sui maggiori e più noti monumenti, la cui descrizione è lasciata a guide più tecniche.

I GIORNO Ravenna: non città, ma territorio La nascita della città dall acqua Le valli e la fauna - le pinete e la flora Traghetti, porti ed il mare Porto Fuori (S. Maria in Porto Fuori) Il vecchio porto di Classe S. Maria ad Farum La Tomba di Re Teodorico II GIORNO Le 100 pievi di Galla Placidia Le pievi La campagna Le ville padronali e i roccoli Le case rurali INDICE: UN LIBRO AL GIORNO Il Mercato Coperto - La Casa Matha I negozi e le botteghe, i caffè V GIORNO Chiese a Oriente o Chiese Segrete S. Pietro Maggiore e Tomba di Dante S. Agata Santa Maria Maddalena San Carlino Sant Irene - SS. Filippo e Giacomo Santa Maria in Porto Santa Chiara - Santa Barbara Santo Stefano degli Ulivi SS. Simone e Giuda Il Teatro Alighieri III GIORNO Le Mura scrigno della città Passeggiata sul camminamento delle mura Mura da Porta Adriana a Porta Gaza Duomo e Battistero degli Ortodossi Passeggiata costeggiando il perimetro delle Mura IV GIORNO Chiese e mercati S. Giovanni Battista S. Apollinare in veclo S. Maria Maggiore e S. Croce S. Maria in Callopes S. Michele in Africisco Santa Giustina in Capite Porticibus Santa Giustina a fianco del Duomo S. Nicolò - S. Romualdo S. Andrea e SS. Giovanni e Paolo VI GIORNO Il Re Teodorico La Cappella di Sant And rea Chiesa Palatina ora Sant Apollinare Nuovo Fistola Plumbea (Museo Nazionale) San Teodoro in Chalke Battistero e Cattedrale Ariani Le Mura a mare Il Capitello col monogramma di Teodorico Il Mausoleo e la Vasca di porfido VII GIORNO Nel cuore della città Santa Eufemia e i tappeti di pietra Il Ghetto Mosaici nascosti Il Giardino Rasponi Dalla Piazza del Popolo a San Vitale

Quinto giorno Chiese a oriente. Edifici religiosi a oriente, chiese minori, chiese dimenticate, chiese segrete. Ma forse la definizione migliore per l oggetto di questa giornata è Chiese a Oriente. Le chiese, situate ad est della città, ricordano nella loro posizione i cordoni delle dune che hanno segnato il progredire della costa nel tempo. Quasi tutte sono orientate con l abside posta ad est, verso il levare del sole, e seguono, idealmente, la crescita della città. Iniziando con il percorso di oggi dalla parte più interna e andando verso mare seguiremo il progredire del suolo, attraverso il sedimento dei nostri fiumi. Il percorso si svolge infatti ad est del Padenna, nome storico che ritorna nei nostri itinerari, il corso d acqua su cui sorge la città, un fiume sacro. Si tramanda dagli autori antichi che offerte di rose, unitamente ad un agape conviviale, fossero da farsi in memoria del padre dell Imperatore Tiberio Claudio. Tale 3

disposto, unitamente ad una somma in denaro, era rivolto ai centonari ravennati in memoria di Druso. Costoro erano i membri di un associazione di fabbri navali che faceva parte di una categoria, detta dei Neptunali. Si tramanda ancora che il tempio del dio Nettuno (dio del mare) fosse situato in questa zona a est del Padenna, da dove diparte l itinerario di questa giornata posto sulla sponda orientale del ramo che da Nord a Sud entrava nella città, scomparso cinque secoli fa circa. Le vie che si sono formate sono le vie Girolamo Rossi, IV Novembre, Cairoli e G. Mazzini. Il punto di ritrovo della giornata odierna è un ampio sagrato dove nel tempo antico, si trovavano due ponti a poca distanza uno dall altro, il ponte Coperto o di Sant Apollinare e il ponte Cipitello. (Davanti alla chiesa di S. Francesco). La parte est della città assume una particolare importanza. Agnello, lo Storico nella sua cronaca racconta che nel V secolo Valentiniano III Imperatore, bonificò la parte a mare della città ingrandendola e costruì un palazzo detto il Laureto. Questo palazzo era conosciuto come Lauretum che corrisponde all antico palazzo Dafnè, 4

in una dedicazione presente anche a Costantinopoli. In questa parte di Ravenna si rileva, da antichi toponimi, la presenza di un Circo, di un Cartulario, (Archivio), della Chiesa di S. Irene, della Chalke, di un Santo Stefano in fundamenta regis, ed infine della Basilica Apostolorum, poi San Pietro Maggiore ora San Francesco. Fino al 1261 la chiesa di San Francesco fu chiamata San Pietro Maggiore e prima ancora Basilica (da Basileus) Apostolorum, degli Apostoli, fondata da San Pier Crisologo nell anno 450 sull area che diverrà degli orti e del Cimitero. Nel 1793 fu ricostruita variandone le proporzioni, ma le colonne di marmo greco, i mosaici della cripta e il campanile restarono originali. La chiesa è a tre navate ritmate dalle 22 colonne di marmo greco, vi sono collocati dei sarcofagi d epoca alta e di origine costantinopolitana e, inoltre, sepolture fra le quali quelle dei Rasponi, dei Numai e dei Polentani (con Ostasio da Polenta). Davanti alla Basilica era situata un ampia ardica ove erano collocate 30 urne sepolcrali. Il lato nord è detto Quadrarco di Braccioforte e, aderente a questo si trova la tomba di Dante Alighieri che, bandito da Firenze fu ospitato dai Da Polenta, signori di Ravenna. 5

Chiesa di Sant Agata Maggiore. 6 6

Qui terminò la Divina Commedia e venuto a morte fu sepolto nel Pantheon dei Ravennati e ivi custodito. A nulla valsero le richieste dei suoi concittadini per la restituzione delle ossa, il Gran Poeta continua a riposare nella città che lo ospitò esule. Ricordiamo inoltre che la nota opera di Tullio Lombardo Guidarello Guidarelli, che ora possiamo vedere presso la Pinacoteca in via Di Roma, era posta in questo cimitero. Da San Francesco, che era luogo di sepoltura alla memoria dell Imperatore portatore della parola di Cristo, e perciò XIII Apostolo, fra Apostoli ed Evangelisti, passiamo ora, alla chiesa di Sant Agata, posta un poco più a sud sempre sulla sponda orientale del Padenna. Tante le Sante venerate a Ravenna: Agnese, Giustina, Eufemia, Agata, Barbara, Maria Maddalena e alcune di loro sono anche rappresentate nel mosaico di Sant Apollinare Nuovo. Si tramanda che l edificio di Sant Agata sia stato fondato nel secolo IV da Gemello, Prefetto del Patrimonio della Chiesa Ravennate in Sicilia. Sant Agata è detta Maggiore per distinguerla da altre: la pitula e anche quella del mercato che sono scom- 7

parse nel tempo. Le 20 colonne che reggono le navate sono di diversi marmi: greco alcune, altre di cipollino, mentre l altare con Sant Agata è stato dipinto da Luca Longhi. Un terremoto che avvenne nel 1688 fece cadere tutti i mosaici di cui è noto fosse ornata. Uno splendido pulpito, pare proveniente dalla Reggia di Diocleziano di Spalato, è posto nella navata sinistra. S a n t A g a t a d a v a i l nome, nel Medioevo, ad un distretto della città: guaita di S. Agata. Santa Maria Maddalena, che troviamo sempre sulle sponde del Padenna, in Chiesa di Santa Maria Maddalena. 8

quella che ora si chiama via Corrado Ricci è una piccola chiesa, la terza chiesa insieme a S. Agata e S. Francesco, che troviamo sul Padenna. Anticamente in questo luogo era la Chiesa di Santa Maria in Luminibus o in Luminaria, sita nei pressi del Ponte Coperto. La chiesa era assai importante. Non si conosce la data della sua trasformazione, né il perché del passaggio da Chiesa di Santa Maria in Luminibus a Chiesa di Santa Maria Maddalena. Certamente questa chiesa detta anche dell Adorazione, ricorda quel personaggio evangelico che lavò i piedi al Signore e li asciugò coi lunghi capelli. Fu ricostruita a una sola navata nel 1648 su disegno del padre camaldolese Fausto Pelliciotti. L altare maggiore è ornato di marmi orientali tra i quali un alabastro fiorito ad occhio di pavone ricavato da una colonna che era posta nell ambulatorio (sic.) del mausoleo di Teodorico. S. Maddalena è affrescata da Giuseppe Cuppini ed altri. Ed ora a pochi passi da qui, girando sulla via Tombesi dall Ova visitiamo San Carlino, fondata nel 1602, ma già esistente nell anno 1000 col nome di San Fabiano. Un 9

Chiesa di San Carlino.

tempo era parrocchia ed apparteneva agli Oddi e per successione ai Dal Corno poi Lovatelli (Lupatelli). E infatti murata qui una lapide in cui è tracciata la pianta di un antico fondo dei Lovatelli donato per il mantenimento di questa piccola chiesa (mt. 13,54 x 5,25). Stucchi settecenteschi del Garavini la decorano assieme ad affreschi del Barbiani. Si notino i marmi bellissimi del pavimento e delle porte. L antico ciborio è di marmo greco. A fianco vi era l antico Orfanotrofio la cui cappella fu donata dai vecchi proprietari. San Mamolino, Santa Maria in Pace, la Pace del Signore o Sant Irene. Nell angolo fra via Oriani e via Guaccimanni, verso Est, un enorme albero su cui si avvolge, come a consolarlo una pianta di glicine e un muro di cinta che include il cortile, è quanto resta di questa antica chiesa posta davanti al Porziolino (porticino) piccolo portico che partendo dal portico maggiore (nel passaggio Cattedrale Palazzo raccordato a Sant Irene) conduceva ad essa. Legata nel toponimo alla chiesa di Costantinopoli (S. Irene), un tempo, la stessa via ora Oria ni si chiamò via Costantinopoli, ricordiamo che il Lauretum ed il Circo era- 11

no siti nei pressi. San Filippo e Giacomo. Sempre in questa parte di città e cioè a Oriente del Padenna proseguendo su via Oriani, superato l incrocio con via Cerchio (si legga Circo: l antico Circo situato vicino al Lauretum ovvero al Palazzo di Valentiniano III imperatore), si prosegua per la via G. Pascoli e in fondo a questa potremo notare parti di vecchie mura, il Murum latum, con tracce di nicchie: qui erano collocate immagini di una Madonna protettrice a difesa della città santa dai nemici: la Madonna del Manto, la Madonna orante proveniente dalla antica capitale, una Madonna nike (della vittoria), quella che poi vedremo raffigurata nel marmo greco di S. Maria in Porto. Ma giriamo in fondo a destra, dopo la via Pascoli e con un poco di attenzione, osservando un muro sempre a destra, vedremo ancora mattoni antichi: i già ricordati giulianei dal nome di Giuliano Argentario. Questi pochi resti ci ricordano la chiesa e il convento di San Filippo e Giacomo antichissimo sito di Monaci. Ma torniamo alle nostre chiese segrete e sulla lunga via di Roma visitiamole: S. Maria in Porto, S. Chiara, S. Barbara. Da sud a nord risalendo partiamo dalla chiesa S. Ma- 12

Santa Maria in Porto - Madonna orante in volo fra gli angeli. 13

Santa Chiara - Abside. 14

ria in Porto o di Porto. E di grande effetto esterno, a iniziare dalla scalinata in pietra e da tutto il rivestimento, se confrontata con le altre (e qui ricordiamo che Papa Giulio II permise la demolizione della celebre chiesa di S. Lorenzo in Cesarea per utilizzarne i materiali), ma anche all interno è bene visitarla, poiché vi si trova la Madonna delle Croci (anno 1100), venuta dal mare (Costantinopoli?) la Madonna orante che col manto protegge dai pericoli, la Madonna dal velo, e le sue croci, un tempo stelle che segnano tutte le opere misericordiose. L Ospedale di Ravenna, Santa Maria della Croci, porta il suo nome. Nella facciata, l interpretazione moderna (anno 1700 circa) della Madonna greca o delle Croci, è posta sul portale fra le nicchie, ma il suo manto svolazzante la porta in volo, in mezzo agli angeli, così come dice la leggenda, a proteggere la santa città di Ravenna. Santa Chiara (ora teatro Rasi). La sua antica posizione viene indicata come Santo Stefano in fundamenta Regis, cioè edificata sulle fondamenta della reggia. I suoi stupendi affreschi, e la priora, una Da Polenta, vanno ricordati affinché la si riporti all antico splendore con le mura cariche di memorie. Si consiglia la visita dell absi- 15

Santa Barbara. de (dietro al palcoscenico) con il riuso continuo degli antichi mattoni, per osservare quanto ne resta. I magnifici affreschi, ora distaccati, si trovano presso il Museo Nazionale. Santa Barbara. Sconsacrata la chiesa sita al fianco di 16

Sant Apollinare Nuovo ricordiamo che, nella leggenda, Santa Barbara martire del III secolo fu uccisa dal padre che si opponeva alla sua conversione al cristianesimo. Un fulmine uccise l indegno padre, fulmine poi sostituito nelle leggende, dalla polvere da sparo in modo che, ancora oggi, si dica santabarbara sede delle munizioni in genere. La chiesa fu un tempo (XI secolo) parrocchia con mille anime. Oggi è soltanto un laboratorio. Provenendo da Via Di Roma vedremo, poi, la Via Beatrice Alighieri che confina con Via Rocca Brancaleone, un tempo Via Calabria e noteremo una elegante Chiesa dalla facciata settecentesca sull antico Stazus (duna di lido di mare); è questa la chiesa di Santo Stefano degli Ulivi, dapprima S. Stefano in Balneum Gothorum (il nome, Stephanos, ricorda e significa l incoronato); più volte troviamo chiese intitolate a Santo Stefano. Questa di Santo Stefano degli Ulivi non sappiamo come fu originata, ma sappiamo che fu Monastero di monache unito a quello di Cenceda o Padriele nel 1351, in tale Monastero visse la figlia di Dante Alighieri, Beatrice. Anche la chiesa odierna è orientata ad est ed è parallela alla più nota chiesa di San Giovanni Evangelista. A questo proposito e facendo un salto di secoli, sulla 17

via Angelo Mariani, poco discosto dalla tomba di Dante, visitando il teatro Alighieri, scoprirete un gioiello, una chicca raffinata disegnata dai fratelli Meduna, veneziani; un edificio che i Ravennati amano e frequentano tanto che nei tempi antichi si diceva: I Romani per il Circo, i Ravegnani per il Teatro. La Fenice di Venezia, ora purtroppo bruciata è stata fatta essa pure su progetto dei fratelli Meduna. Legato al teatro citiamo il Ravenna Festival, una grande Kermesse musicale che ogni anno d estate offre quanto di meglio sia possibile in questo settore. Ora usciamo dalle antiche mura, ovvero dalla barriera Alberoni, attraverso il passaggio a livello e dopo un edificio nuovo ecco la chiesa abbandonata dei Santi Simone e Giuda edificata nell anno 1849, essa era parrocchia e comprendeva circa 880 anime e sostituiva la vecchia chiesa dei Santi Simone e Giuda esistente nella guaita di S. Giovanni Battista con accanto un Ospitale. Vecchi documenti del 1261, atti del 1290 e del 1381 ci riportano ai nomi di questi due apostoli. La chiesa abbandonata era sita presso la Darsena del Canale Corsini, ora purtroppo tombata. Le anime di questa parrocchia da 880 sono diventate molte migliaia, poiché questa parte di 18

territorio oggi è fittamente popolata. Abbiamo parlato del Circo ed a questo proposito notiamo che l Ippodromo di Ravenna e il Pala De Andrè, ove si svolgono spettacoli, concerti e incontri sportivi, si trovano in sequenza su questa parte di territorio, che dopo pochi chilometri porta al mare. Palazzo di Teodorico, portico. 19

BIBLIOGRAFIA Le mura di Ravenna di Gaetano Savini Piante della città di Gaetano Savini Stradario storico di Giuseppe Marini Storie ravennati di Girolamo Rossi Liber Pontificalis di Andrea Agnello Mille Santi al Giorno di Piero Bargellini Dizionario storico di Ravenna di Primo Uccellini Mosaici antichi in Italia di Fede Berti Pubblicazione a vendita vietata realizzata con il patrocinio e il contributo del Comune di Ravenna nell ambito dell iniziativa P R O G E T T O G I U B I L E O 2 0 0 0 RAVENNA CITTÀ OSPITALE Realizzato con il contributo della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna Finito di stampare nel mese di novembre 2000 dalla Tipolito Stear, Ravenna