IL CONFLITTO STORICO IN PALESTINA



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Transcript:

IL CONFLITTO STORICO IN PALESTINA 1. La regione palestinese, dove ormai da mezzo secolo lo Stato d Israele detiene una sovranità messa in discussione dalla popolazione araba, fino al 1918 faceva parte dell Impero Ottomano e costituiva la provincia (in turco vilayet) di Siria e in particolare il distretto (in turco sandiak) di Gerusalemme. 2. Circa 730.000 arabi, di religione sia islamica che cristiana, e 24.000 ebrei vivevano pacificamente in queste terre. L Impero Ottomano non faceva alcuna discriminazione religiosa. Gerusalemme era una città cosmopolita ed era popolata, oltre che da ebrei e arabi, da un buon numero di comunità religiose di tutte le fedi cristiane, con le loro scuole, monasteri, conventi. 2. Tuttavia nell ultimo decennio dell 800 comincia un fenomeno nuovo, la costituzione di colonie da parte di gruppi di ebrei immigrati dall Europa e in grado di comperare con facilità le terre dai vecchi proprietari arabi. Ha inizio la storia di un immigrazione che avrà nel corso del 1900 un effetto schiacciante sugli equilibri antropici dell intera regione. La popolazione ebraica aumenta da 24.000 (1882) a 47.000 (1895), a 81.000 (1910). 3. Bisogna considerare il fatto che quel territorio, grande circa 2/3 del Piemonte, era densamente abitato da una popolazione contadina stabile da molti secoli. Un documento delle Nazioni Unite, nel 1948, considera quel territorio arido, limitato, e povero di tutte le risorse essenziali. L immigrazione ebraica era soprattutto incentivata, e anche organizzata, dal movimento Sionista, che aveva tenuto il suo primo congresso a Basilea nel 1897. Un giornalista viennese, Theodor Herzl, nel 1896 aveva diffuso un libro/documento, in cui faceva la proposta di creare un focolaio ebraico in Palestina, garantito dal diritto pubblico. I Sionisti progettavano di spingere le comunità ebraiche sparse in Europa a colonizzare la Palestina. 4. Il Sionismo era anche una risposta all antisemitismo, diffuso in Europa orientale (Russia, Polonia e Romania) in quegli anni. Dopo la Rivoluzione francese, negli Stati dell Europa centro-occidentale gli ebrei avevano acquisito pienezza di diritti e miravano a integrarsi con ogni mezzo, rendendo sempre più debole la loro distinzione storica e religiosa. Invece le discriminazioni verso gli ebrei nell Europa orientale esprimevano dei conflitti di tipo economico-sociale tra le comunità contadine e gli ebrei. 5. Negli anni che precedono la prima Guerra mondiale nella regione che verrà chiamata Palestina va crescendo la protesta, da parte dei rappresentanti della popolazione maggioritaria araba, contro l aumento dell immigrazione ebraica. Si chiede alla Sublime Porta (così si chiamava il trono del sultano turco) di non legalizzare l acquisto continuo e indiscriminato di terre da parte di Ebrei, e anche di bloccarne l immigrazione. In reazione al Sionismo, nasce fra gli arabi un movimento antisionista. 6. Va rilevato che anche gli ambienti religiosi dell ortodossia ebraica avversavano il Sionismo, perché lo considerano fondamentale ateo. Il Sionismo si fondava non sulla fede giudaica (molti ebrei in Europa non si consideravano credenti o addirittura più tali), ma su un progetto di unità nazionale da attuarsi nell antico territorio che gli Ebrei avevano abbandonato in massa ( Diaspora ) dopo il 134 d.c., al tempo dell Imperatore Adriano, stabilendosi in diverse altre parti dell Impero romano. 7. Il Medio-Oriente dell attuale configurazione geopolitica nasce nel 1919 con la spartizione delle province dell Impero Ottomano sconfitto e distrutto: Siria e Libano sotto mandato francese, Giordania e Palestina sotto mandato britannico. 8. La Palestina perciò comincia a esistere dopo la Prima guerra mondiale, artificialmente creata unendo al sandiak di Gerusalemme la parte meridionale del vilayet di Beirut. La linea del fiume Giordano, tra il lago di Tiberiade e il Mar Morto, divideva Palestina e Transgiordania proseguendo a sud fino al golfo di Aqaba sul mar Rosso. Dei 730.000 abitanti adesso 85.000 erano Ebrei (dunque oltre il 10%). Nel corso della Prima guerra mondiale era sorto un fatto nuovo, la contrapposizione tra nazionalismo arabo e Sionismo. Gli Alleati, in guerra contro l Impero Ottomano, avevano cercato di far leva sia sull uno che sull altro. Il governo britannico nel 1915 promise (accordi tra l alto commissario britannico al Cairo sir Henry Mc Mahon e lo shariff della

Mecca Hussein) l indipendenza agli arabi di gran parte dell Impero Ottomano, Palestina inclusa. Nel 1917 (2 novembre) la dichiarazione Balfour, grazie alla pressione dei Sionisti britannici, contemplava la costituzione nella Palestina di un focolare nazionale per il popolo ebraico. Sir A.J.Balfour, ministro del governo retto da Lloyd George, trattò con Lord Walter Rothschild e con Chaim Weizmann, capo dei Sionisti britannici. Il territorio della Palestina visto dal satellite. 9. Il governo britannico continuò a dare assicurazioni agli arabi. Ma dopo la Guerra mondiale il mandato conferito alla Gran Bretagna contraddisse quelle promesse. Inoltre il mandato conferito dal Consiglio Supremo degli Alleati includeva l obbligo di applicare la dichiarazione Balfour. Un documento della Società delle Nazioni, nel 1922, stabilì la costituzione in Palestina di un focolare nazionale ebraico riconoscendo contemporaneamente i diritti civili e religiosi delle comunità non ebraiche. Nel 1920 nasce l'haganah, un organizzazione paramilitare israeliana. 10. Nel corso degli anni Venti, mentre la tensione diplomatica e la rivolta del mondo arabo saliva alle stelle, la popolazione ebraica immigrata salì a 175.000 (su circa 1 milione di abitanti) e le proprietà fondiarie sioniste in Palestina raddoppiarono l estensione. I più colpiti fra gli Arabi sono i fellah (contadini) indebitati e senza lavoro (le nuove imprese ebraiche non utilizzavano mano d opera araba). La miseria cresceva perché la speculazione fondiaria provocata dagli acquisti di terre induceva i grandi proprietari arabi (effendi) a vendere. Una dichiarazione di W.Churchill nel 1922 gettò acqua sul fuoco con la dichiarazione che l immigrazione ebraica non può superare la capacità di assorbimento del Paese. 11. Nel 1929 opposte manifestazioni di Sionisti e nazionalisti palestinesi a Gerusalemme, dove contadini arabi attaccarono i residenti ebrei, vennero represse nel sangue dalla polizia britannica. Il governo inglese, sempre oscillante, si orientò a considerare due comunità separate in Palestina, legalizzando in qualche modo una sorta di reciproco apartheid. Nel 1935, in seguito alla politica antisemita del governo nazista in Germania, l immigrazione ebraica in Palestina raggiunse quasi il mezzo milione (su 1 milione e mezzo di abitanti). Si trattava ormai di immigrati forniti di ricchi capitali (l Europa e gli USA limitavano severamente l immigrazione). L Agenzia ebraica e il Fondo Nazionale per l acquisto di terre, insieme ad altre organizzazioni finanziarie ebraiche, appoggiavano l immigrazione. La disparità economica fra la maggioranza araba e la minoranza ebraica crebbe considerevolmente, e con essa la conflittualità sociale. 12. I moti popolari arabi nel 1931 erano diretti ormai contro l occupazione britannica. Alla testa della rivolta araba fu una figura di profeta e monaco guerriero, al-qassam, il quale chiamò i contadini alla battaglia sia contro il colonialismo inglese sia contro il Sionismo. La sua morte, avvenuta in combattimento contro le truppe britanniche, suscitò in Palestina nel 1936 un insurrezione generale araba, sorretta da uno sciopero generale. I governi arabi decisero di intraprendere un azione diplomatica presso la Gran Bretagna. Il governo inglese si pronunciò per la spartizione del territorio palestinese fra Ebrei e Arabi. Gli Ebrei, potendo contare

sull afflusso di capitali e sulla crescita dell immigrazione, si dichiararono subito favorevoli. Gli Arabi, fortemente svantaggiati, rifiutarono. 13. Il rapporto Peel di spartizione della Palestina, nel 1937, prevedeva uno Stato ebraico comprendente Galilea, valle di Jezreel e parte della pianura costiera (20% del territorio), e uno Stato arabo (restante Palestina e Transgiordania). Gerusalemme e Betlemme dovevano rimanere all Inghilterra. Alla ripresa della rivolta araba (a Nazareth fu ucciso l alto Commissario inglese Andrews) avvenne una violenta repressione da parte del comando inglese, con carri armati, aviazione e 20.000 soldati. I capi arabi furono incarcerati. Anche gli Ebrei misero in campo delle forze di difesa (Haganàh). Il governo britannico adesso deve proteggere la popolazione araba dal terrorismo ebraico (Irgun). 14. Ormai la Gran Bretagna deve riconoscere il fallimento del progetto di spartizione e, in vista dell ormai imminente Seconda guerra mondiale, decide di inviare agli Arabi un messaggio rassicurante. Nel maggio 1939 un documento programmatico del governo inglese, il Libro bianco, annuncia che la Palestina diverrà uno Stato indipendente entro 10 anni e che non ci sarà spartizione. Il futuro governo sarà costituito da Arabi ed Ebrei. L immigrazione ebraica avverrà solo fino a raggiungere la quota di 1/3 dell intera popolazione. Anche la vendita delle proprietà arabe ad Ebrei potrà venire limitata. 15. La Seconda guerra mondiale mutò l intero scenario. Erano adesso gli USA e la URSS a condizionare le decisioni, internazionalizzando il problema attraverso le Nazioni Unite (ONU). Alla fine della guerra la presenza britannica in Palestina fu presa di mira da sanguinosi attentati da parte degli Ebrei. Un grande albergo di Gerusalemme pieno di gente, il King David, venne fatto saltare in aria dai terroristi dell Irgun. La stessa sorte toccò all ambasciata inglese a Roma. Nel novembre 1947 la ONU vota la spartizione della Palestina in due Stati, uno arabo l altro ebraico, e un corpus separato per Gerusalemme e dintorni. Allo Stato ebraico tocca il 54% del territorio palestinese. Gli inglesi, incalzati da ogni parte, annunciano la loro evacuazione per la metà di maggio 1948. Territorio Popolazione araba % Arabi Popolazione ebraica % Ebrei Popolazione Totale Stato Arabo 725.000 99% 10.000 1% 735.000 Stato Ebraico 407.000 45% 498.000 55% 905.000 Zona Internazionale (Gerusalemme) 105.000 51% 100.000 49% 205.000 Totale 1.237.000 67% 608.000 33% 1.845.000 Fonte: Report of UNSCOP - 1947 (oltre a questo era presente una popolazione Beduina di 90.000 persone nel territorio ebraico).

a) Distribuzione degli insediamenti ebraici in Palestina prima del piano di spartizione dell ONU b) La spartizione del territorio secondo la risoluzione dell'onu 16. L Agenzia ebraica pur con alcune obiezioni è favorevole, mentre gruppi estremisti ebraici in Palestina rifiutano e continuano gli attacchi rivendicando il controllo dell intero territorio palestinese, compresa anche Gerusalemme ( Grande Israele ). Anche le posizioni arabe erano diversificate, ma le loro critiche convergevano sul fatto che più di metà del territorio palestinese sarebbe toccata agli Ebrei che rappresentavano solo 1/3 della popolazione. 17. Dall inizio del 1948 si scatena in Palestina un ondata di violenze senza precedenti. Da un lato gruppi militari e paramilitari ebraici colpirono arabi e britannici, dall altra gruppi paramilitari palestinesi e volontari arabi inviati dalla Lega Araba ( Esercito arabo di Liberazione ) cercarono di tagliare le vie di comunicazione tra città come Tell Aviv e Gerusalemme. Nel maggio del 1948 prima dello scadere del mandato britannico il Consiglio Nazionale Sionista riunito a Tell Aviv proclamò la costituzione dello Stato ebraico. Londra ritirò - forse prematuramente - le proprie truppe, lasciando così il Paese in balia del caos. 18. Gli Ebrei, che durante gli ultimi trent'anni si erano organizzati militarmente in gruppi come Haganah e Palmach e in formazioni d'impronta terroristica come l'irgun e la Banda Stern, misero in campo forze combattive e numericamente superiori, grazie alla forte immigrazione (tra i nuovi arrivati molti erano veterani della Seconda guerra mondiale) e all'acquisto di armi e aeroplani dalla Cecoslovacchia. Esse contrattaccarno e riuscirono a occupare militarmente gran parte della Palestina, a eccezione della striscia di Gaza e della Cisgiordania, rispettivamente occupate dall'esercito dell'egitto e dalla Legione Araba dell'emirato di Transgiordania (poi Regno di Giordania). 19. In breve, alla fine della prima guerra arabo-israeliana del 1948-49, restò un unico Stato, quello israeliano. L'azione combinata della propaganda araba, basata sullo slogan tornerete nelle terre liberate, della guerra in sé, e della pressione psicologica (e in alcuni casi di veri e propri massacri come quello di Deir Yassin) da parte di forze israeliane, misero in fuga buona parte della popolazione araba dalle proprie terre, costringendola di fatto a rifugiarsi in squallidi campi profughi malamente attrezzati nei Paesi arabi limitrofi, il più delle volte in grado di sopravvivere solo grazie alle razioni alimentari elargite dall'organizzazione delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNRRWA). La popolazione palestinese rimasta iniziò a subire una dura occupazione che spinse molte famiglie a emigrare nei paesi vicini e meno vicini (essenzialmente nell'area del Golfo Persico), in quei campi profughi che accolsero in quel periodo oltre la metà della popolazione palestinese. Circa 800.000 ebrei, residenti da generazioni in nazioni arabe, furono costretti a loro volta ad

emigrare a causa del clima che si era venuto a creare dopo questa guerra, e di questi circa 600.000 emigrarono nel neonato stato di Israele. La Palestina dopo la guerra del 1948. Le parti in blu e in rosa sono diventate israeliane, quelle in verde restano arabe 20. L'11 dicembre 1948 l'onu emise la fondamentale Risoluzione 194, che però restò lettera morta, e che tra le altre cose prevedeva la demilitarizzazione di Gerusalemme, il cui controllo doveva passare all'onu, e la restituzione (o il rimborso) dei beni e delle proprietà dei rifugiati (arabi in territorio israeliano e i pochi ebrei in territorio arabo) che volessero tornare a casa dopo la guerra (la risoluzione si apriva citando l'omicidio del conte Folke Bernadotte, il mediatore dell'onu, compiuto da alcuni uomini del terrorismo ebraico). A questo punto il processo di immigrazione di Ebrei europei diventò divenne massiccio, e altrettanto imponente il numero di Arabi espulsi o messi in fuga dalle loro terre. Nel 1950 il numero dei profughi palestinesi era poco meno di 1 milione (oggi raggiunge la cifra di quasi 4 milioni e mezzo). 21. Il secondo conflitto arabo-israeliano del 1956 in realtà fu un attacco militare all Egitto da parte dell esercito di Israele, nel corso della guerra per il Canale di Suez che contrappose l Egitto di Nasser alla Gran Bretagna e alla Francia. Alla fine del conflitto lo Stato ebraico si impadronì del Sinai egiziano. 22. Questa situazione nel 1967 portò alla terza guerra arabo-israeliana, detta Guerra dei 6 giorni. Un attacco preventivo dell aviazione da guerra israeliana portò alla distruzione di quella egiziana (a terra negli aeroporti) e delle forze corazzate di Paesi alleati come la Giordania e la Siria (prive di copertura aerea). In seguito a questa guerra lo Stato d Israele si impadronì della striscia di Gaza e dell intera penisola del Sinai, arrivando al controllo del Canale di Suez. Inoltre inglobò la fertile Cisgiordania, il territorio posto sulla riva destra del fiume Giordano, con l intera città di Gerusalemme. Occupò anche le alture di Golam, dominanti la Siria. In pratica l intera Palestina era ormai occupata dallo Stato d Israele. 23. Sono questi (tranne il Sinai poi restituito all'egitto in seguito agli accordi di Camp David del 1978) i cosiddetti "Territori Occupati" (al-aràd al-muhtàlla) nei confronti dei quali una parte degli Israeliani cominciò a nutrire propositi di definitiva annessione, favorendo l'istituzione di colonie agricole in grado di presidiare il territorio palestinese, nelle quali operano spesso coloni armati. Le Nazioni Unite intervennero nella questione con la Risoluzione 242, prospettando il ritiro di Israele dai "Territori Occupati" in cambio del riconoscimento dello Stato ebraico da parte degli Stati arabi confinanti; in sostanza, la risoluzione delineava quella politica di "pace in cambio di territori" che da allora ha ispirato tutti i tentativi di soluzione della questione palestinese.

I cambiamenti dei confini israeliani dopo le guerre del 1967 e del 1976. Sono visibili la Cisgiordania (West Bank), le alture digolam e la striscia di Gaza. 21. La cosa non si prospettava semplice perché all'interno di Israele una notevole pressione politica era espressa dai gruppi di estremisti nazionalisti che rifiutavano qualsiasi possibile dialogo con la parte araba. Alcune frange giungevano addirittura a proporre la creazione di una biblica "Grande Israele" che si estendesse dal Nilo fino all'eufrate. Intanto nel 1964 nasceva in ambito arabo palestinese una nuova organizzazione, dapprima direttamente sotto il controllo della Lega Araba, che si proponeva di rappresentare gli interessi diretti del popolo palestinese. Tale organizzazione, che si svincolerà poi dalla Lega Araba per divenire l unica rappresentante internazionale del popolo palestinese, era l OLP (Organizzazione per la Liberazione della Palestina, al-munàzzama li-tahrìr al-filastini), che sarà poi guidata fino alla sua morte dal un leader carismatico, Yasser Arafat. 22. Una quarta guerra arabo-israeliana, detta del Kippur dalla coincidenza con una festività ebraica, nel 1973 vide questa volta l Egitto e la Siria attaccare a sorpresa e decimare l aviazione d Israele, che perse il controllo del Canale di Suez. Un intervento dell ONU bloccò la prosecuzione della guerra. Il Sinai verrà restituito all Egitto con gli accordi di Camp David del 1978, in cambio del riconoscimento da parte dell Egitto dello Stato di Israele. Tuttavia nel 1980 lo Stato d Israele prese due iniziative unilaterali: si annesse le alture siriane di Golam, e proclamò Gerusalemme capitale, rendendo di fatto definitiva l occupazione della città.

23. L annessione di Gerusalemme provocò una dura reazione da parte delle Nazioni Unite. Su disposizione dell ONU, nessuno Stato ha riconosciuto Gerusalemme come capitale d Israele: tutte le rappresentanze diplomatiche sono a Tell Aviv. 24. Nel 1982 Israele lanciò la cosiddetta operazione pace in Galilea : si trattava, in realtà, di una campagna militare nei suoi confini settentrionali, volta a separare la popolazione palestinese dalla centrale operativa dell OLP a Beirut. L esercito israeliano invase il territorio del Libano occupandone la capitale Beirut. Durante l occupazione israeliana avvennero dei massacri nei campi-profughi palestinesi (Sabra e Shatila) da parte di milizie libanesi filo-israeliane. Mentre i responsabili politici (Sharon) e militari israeliani venivano costretti a dimettersi dall intervento dell Alta Corte israeliana, l ONU accusò Israele di violazione dei diritti umani. L OLP trasferì la sua sede a Tunisi. 25. Nel 1987 nei territori occupati, dove nel frattempo avveniva il trasferimento di insediamenti agricoli israeliani parallelamente alla cacciata o alla fuga degli abitanti, ebbe inizio un moto popolare di sollevazione chiamato Intifada (in arabo "scuotimento"), attraverso scioperi e disobbedienza civile, oltre a ricorrere a strumenti di lotta volutamente deboli quali il lancio di pietre contro i carri armati dell esercito israeliano. 26. Nel 1993 a Oslo il presidente degli USA Bill Clinton promosse una trattativa di pace tra israeliani e palestinesi. Va detto che nel 1988 ad Algeri l OLP aveva proclamato la fondazione dello Stato di Palestina, comprendente Cisgiordania, striscia di Gaza e Gerusalemme est (esistente fino a oggi solo sulla carta). Il governo israeliano riconobbe l'olp come legittimo rappresentante del popolo palestinese, mentre l'olp riconosceva il diritto a esistere dello Stato di Israele e rinunciava al terrorismo, alla violenza e al desiderio della distruzione di Israele. Israele si impegnò a liberare la striscia di Gaza, consentendo che vi si stabilisse un governo autonomo palestinese, anche in vista della fine dell occupazione della Cisgiordania. In seguito a tali accordi un terrorista religioso ebreo assassinò il premier laburista israeliano Rabin, fautore della pace insieme ad Arafat. Nello stesso anno la Chiesa cattolica (Papa Giovanni Paolo II) scambiò per la prima volta con Israele una rappresentanza diplomatica. 27. Gli accordi di Oslo si conclusero con un fallimento, perché la politica israeliana di assegnare le terre occupate ai coloni proseguì a macchia d olio nelle regioni occupate, mentre all interno dell OLP di Arafat gruppi di dissenzienti guidati da Hahmud Abbas (conosciuto col nome onorifico di Abu Mazen) dettero inizio a forme di lotta terroristica suicida contro obbiettivi civili israeliani. Nel 2001 ebbe inizio la cosiddetta seconda Intifada. La risposta israeliana fu la decisione di costruire un muro lungo 700 Km. nella Cisgiordania occupata. Alla morte di Arafat, avvenuta nel 2004, il suo successore, eletto dalla popolazione palestinese, fu lo stesso Abbas. 28. Almeno cinque operazioni belliche israeliane hanno avuto luogo fra il 2004 e il 2009, Nel 2004 l operazione Arcobaleno (definita dall ONU crimine contro l umanità) nella striscia di Gaza dove era insediato Arafat; nel 2006 il Libano viene attaccato con pesanti bombardamenti al fosforo; ancora nel 2006 si ha l operazione Piogge estive, nella striscia di Gaza, da cui l anno prima l esercito israeliano si era formalmente ritirato; nel 2008 l operazione Inverno caldo sempre nella striscia di Gaza; e infine nel 2009 l operazione Piombo fuso ancora nella striscia di Gaza. La striscia di Gaza concentra 1 milione e mezzo di Palestinesi

29. Ispirato alle idee sioniste, lo Stato d Israele può dirsi una etnocrazia (Stato per gli Ebrei). Conta circa 7 milioni di abitanti, di cui circa 5 milioni di Ebrei. Per la legge rabbinica, l halachà (che influenza tutte le leggi più importanti dello Stato d Israele), è Ebreo chi è figlio o figlia di madre ebrea o chi si converte al giudaismo. L ebraicità dunque (a differenza della fede cristiana, o di quella islamica) secondo la legge è trasmessa attraverso il sangue, dalla madre al figlio o alla figlia. Lo Stato, che non ha una carta costituzionale, prevede per tutti i cittadini l obbligo della dichiarazione ufficiale di appartenenza etnica e religiosa. Su tale base - i dati vengono riportati sulle carte d'identità - è legalizzata la differenza di diritti fra Ebrei e non-ebrei. 30. Per quanto riguarda la distribuzione geografica degli Arabi: a) quelli che abitavano i territori che dal 1948 costituiscono lo Stato d'israele adesso sono cittadini israeliani con passaporto, ma non possono entrare liberamente a Gaza o in Cisgiordania (dove molti hanno propri famigliari). Sono circa 1.400.000. b) gli Arabi di Gerusalemme Est, dopo l'occupazione israeliana del 1967 hanno ottenuto la carta d'identità israeliana come "residenti permanenti". Non sono cittadini israeliani, ma possono muoversi liberamente sia in Israele che in Cisgiordania. Sono chiamati "arabi blu" (dal colore del documento) e sono circa 253.000. c) gli Arabi della Cisgiordania occupata hanno il passaporto palestinese, di colore verde. Il documento viene rilasciato dall'autorità Nazionale Palestinese (ANP), ma con l'autorizzazione israeliana. Non possono entrare in Israele e nella Striscia di Gaza se non con uno speciale permesso rilasciato dalle autorità israeliane. Sono circa 1.980.000 e vivono sotto un regime di occupazione militare. d) i profughi palestinesi che vivono nei campi esterni ai territori controllati dallo Stato d Israele sono 4 milioni e mezzo. Ad essi il ritorno è vietato nelle loro terre.