CANNE FUMARIE E CAMINETTI: GLI ERRORI DA EVITARE PER PREVENIRE GLI INCENDI



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IL CONTRIBUTO DEL COLLEGIO AL CONVEGNO ORGANIZZATO IN COLLABORAZIONE CON IL COMANDO DEI VIGILI DEL FUOCO CANNE FUMARIE E CAMINETTI: GLI ERRORI DA EVITARE PER PREVENIRE GLI INCENDI Caminetti. Le nuove costruzioni, di tipo unifamiliare o a schiera, non possono più essere poste sul mercato senza questo desiderato optional. Inoltre, quello che era diventato un elegante complemento d arredo ora è tornato ad essere qualcosa in più: le più recenti tipologie di caminetti, infatti, sono costruite in modo da apportare un notevole contributo in termini energetici e perciò di riscaldamento. Queste nuove esigenze abbinate al ritorno verso una tradizione costruttiva che impone di realizzare i tetti in legno amplificano però il rischio che le canne fumarie inneschino un incendio, un problema che non deve essere sottovalutato da progettisti, imprese e installatori e di cui si è discusso in un apposito convegno. Il primo elemento per prevenire gli incendi è la costante manutenzione delle canne fumarie - produrre calore e non solo come cato negli ultimi anni in rischio di incendio dei sottotetti. Le canne fumarie, infatti, se non sottoposte ad una adeguata manutenzione possono diventare la miccia che innesca pericolosi incendi. Per fare il punto un incontro sollecitato dai Vigili del Fuoco e organizzato con la collaborazione di tutte le organizzazioni interessate. ditorium della Scuola Edile si sono alternati al tavolo dei relatori diversi esperti che hanno dato risposte alla tematica scelta per il convegno: Incendi del tetto e canne fumarie. Una questione attuale, poiché secondo i dati forniti dai Vigili del Fuoco, il 20% degli incendi nelle manutenzione delle canne fumarie o sbagliato dei camini. Il problema sostanzialmente 253

IL PROLUNGATO CALORE SPRIGIONATO DA UN CAMINO ALIMENTATO SURRISCALDARE LA CANNA FUMARIA spigionato da un camino alimentato a legna, in momenti di forte o prolungata combustione, porta ad notevole surriscaldamento delle canne normalmente costruite in acciaio, calore che si trasmette al tetto in legno adiacente alla canna se questo coibentato. Le prove fatte dai tecnici fumisti (una volta si chiamavano spazzacamini) rilevano come in momenti di forte surriscaldamento continuo, una trave posta anche a 10 centimetri di distanza dalla canna arroventata dal fuoco di fuliggine, I costruttori non si sono sottratti al dibattito. Anzi, hanno apportato mento della tematica con una relazione di Massimo Deldossi. Imprenditore e ingegnere, Deldossi ha affrontato il tema del corretto approccio deicostruttori alla prevenzione degli incendi dei sottotetti provocato dal surriscaldamento delle canne fumarie, tenendo conto che la legge (D.M. 37/08) ha riodo competenze e responsabilità di costruzione delle canne fumarie per delle caldaie a gas. Riportiamo quindi una sintesi che rappresenta un utile contributo riporta indicazione preziose per le imprese. GLI EVENTI interventi per incendio tetto effettuati nel 2007 dal Comando VF di Brescia nella propria provincia emerge che la bile ad una inadeguata manutenzione o ad una non corretta realizzazione delle canne fumarie. La statistica relativa al 2007 per gli incendi del tetto in provincia di Brescia, suddivisa per trimestri, - primo trimestre 200 - secondo trimestre 32 - terzo trimestre 13 - quarto trimestre 63 Totale anno 2007 308 Le cause degli incendi tetto sono varie ma una prima classificazione effettuata dal comando provinciale dei vigili del fuoco a dovuta a una cattiva realizzazione delle canne fumarie: Statistica 2007 degli incendi tetto nella provincia di Brescia Cause degli incendi di tetto Cattiva e/o mancata manutenzione camino 17,8 % Realizzazioni non a rego- 52,9 % Incendi avvenuti in cantiere 17,6 % Altre cause 11,7 % Gli elementi sempre presenti e che concorrono alla formazione e al propagarsi degli incendi tetto sono: 1. La tipologia del tetto in legno; 2. La presenza di canne fumarie il più delle volte in acciaio; 3. La stagione invernale (I trimestre) indice di funzionamento a pieno regime dei camini a biomassa. In merito al primo elemento, i che la recente diffusione di tetti con tipologia ventilata e struttura portante in legno sicuramente comporta, facile e rapida propagazione delle del focolaio a causa dei numerosi possibili percorsi dei fumi, e poi, in coltà di attacco delle zone coinvolte dalla combustione. In merito al secondo elemento, tutta la problematica degli incendi derivanti da camini: alcuni aspetti sono molto antichi, mentre altri sono assolutamente moderni, perché connessi a materiali e situazioni presenti solo da pochi decenni. Il terzo elemento porta alla conclusione che la cattiva unione di questi elementi porta alla formazione degli incendi. Tipologie di incendi derivanti da camini - Gli incendi tetto sono originati principalmente dalla presenza di canne fumarie e si possono suddividere in tre tipologie che rappresentano la base attorno alla quale ragionare: a. - per combustione della fuliggine depositata sulla parete interna della canna fumaria); b. incendio esterno al camino surriscaldamento dei materiali combustibili vicini alla parete esterna del camino stesso) c. incendio dovuto a perdite della canna fumaria (gas caldi oppure scintille) Bisogna poi notare che gli incendi coinvolgono sia camini storici, in laterizio, ubicati in vecchi fabbricati, sia camini moderni, realizzati con materiali vari, ed ubicati in fabbricati recenti o recentissimi, o anche in fabbricati storici ristrutturati. LA NORMATIVA La legge 46 del 1990 prevedeva nel suo ambito applicativo gli impianti di riscaldamento e di liquido, aeriforme, gassoso. Erano 254

GLI INSTALLATORI SONO RESPONSABILI DELLA CORRETTA MESSA IN POSA DEGLI IMPIANTI E DEVONO RILASCIARNE CERTIFICAZIONE quindi esclusi dalla sua applicazione gli impianti termici a combustibile solido, ossia quelli più a rischio in relazione al problema incendio tetto. Il D.M. 37 del 22-01-2008 che - costruttiva ha meglio individuato competenze e responsabilità degli installatori sia dei camini che delle canne fumarie inserendo, innanzitutto, le opere di evacuazione dei prodotti della combustione e delle condense e quelle di ventilazione ed aerazione dei locali (art. 1, comma 2, let. c) nel novero degli impianti. Il quadro di obblighi e controlli 255

OGNI TIPOLOGIA DI CAMINO HA UNA CODIFICA FINALIZZATA CHE DEVE ESSERE CLASSIFICATA E RISPETTATA risulta pertanto ampliato rispetto al passato. Innanzitutto anche per camini dazione di un progetto da parte di un professionista abilitato iscritto negli albi professionali nel caso di canne comma 2, lett. f), e del responsabile negli altri casi. Le imprese che realizzano questo tipo di impianto (canne fumarie e impianti di aereazione) innanzitutto devono essere abilitate quindi iscritte al registro imprese o artigiane (art. 3 comma 1) ed ovviamente sono responsabili della corretta esecuzione degli stessi in conformità alla vigente normativa di normalizzazione appartenenti agli (art. 6, comma 1). Al termine del lavoro devono rilasciare al committente la dichia- realizzato previa effettuazione delle sopra enunciate (art. 7, comma 1). Infine anche questa Dichiarazione di Conformità deve essere depositata presso lo sportello unico tenza, divenendo parte integrante del progetto e della relazione contenente la tipologia dei materiali impiegati. Nel caso di opere connesse ad interventi edilizi, a permessi di costruire o denunce di inizio attività, resta in capo al titolare del permesso contestualmente al progetto edilizio quello impiantistico e contestualmente alla richiesta di abitabilità la dichiarazione di conformità degli impianti (art. 11, comma 2). Nel caso di rifacimento e/o installazione di nuovi impianti rela- L ing. Massimo Deldossi durante la sua relazione sitare, presso lo sportello unico per clusione dei lavori, la dichiarazione di conformità ed il progetto. (art. 11, comma 1). Essendo gli installatori responsabili della corretta posa secondo le norme UNI o di altro ente di normalizzazione europeo analizziamole più da vicino. I camini rientrano nel campo di applicazione della Direttiva prodotti da costruzione: 89/106/CEE (nota ta recepita con il DPR 21 aprile 1993 n 246: Regolamento di attuazione della Direttiva 89/106/CEE (G.U. n 170 del 22 luglio 1993), succes- dicembre 1997 n.499: Regolamento recante norme di attuazione della Direttiva 93/68/CEE per la parte che (G.U. n 21 del 27 gennaio 1998). La direttiva CPD trova applicazione per i singoli prodotti mediante norme tecniche armonizzate. C è camino e camino. Negli ultimi anni sono state emanate numerose norme relative a varie tipologie di camino. ma Uni En 1443 del 2000: Camini requisiti generali, che disciplina i camini in generale, metallici e non metallici, con combustibili vari, esclusi solo i camini indipendenti. Si noti che nelle norme Uni En in argomento col termine camino non si indica soltanto la parte emergente al di sopra del tetto, bensì fumario, canale da fumo e parte esterna. Le norme Uni En considerano incendi connessi a camini dovuti a: tribuibile a fenomeno di surriscaldamento; mino). Proprio per questo la norma Uni En 1443 ricorda che la temperatura massima dei materiali combustibili adiacenti non deve essere maggiore di 85 C quando la tempe- per la prevenzione degli incendi che avvengono a seguito del fuoco di fuliggine: la temperatura massima dei materiali combustibili adiacenti non deve essere maggiore di 100 C 1000 C per una durata di 30 min. Le norme quindi prevedono che ogni camino sia dotato di designazione mediante codici (es: Camino EN 1856-1 T 400 P1 W Vx-L40045 G50). Da notare: la classe di temperatura (temperatura nominale dei fumi) Txxx (es: T 400 da materiali combustibili (distanza di superficie esterna camino da materiali combustibili, espressa in dio fuliggine, oppure no: lettera G oppure lettera O. 256

LA COSTRUZIONE DI UN NUOVO IMPIANTO DEVE ESSERE FRUTTO DI ANALISI E PROGETTAZIONE ATTENTA E PRECISA La Designazione e la marcatura CE devono essere riportate documenti di accompagnamento. Inoltre, il fabbricante deve rendere disponibile una placca da esporre sul camino in posizione visibile, costituita di materiale resistente, che deve includere le seguenti informazioni: fabbricante, inciso o marcato in modo indelebile do la EN 1443 materiale combustibile, indicata in millimetri, seguita dal simbolo di e la data di installazione Vi sono poi numerose norme ai camini: - Norma EN 1457/1999: Camini: condotti interni di terracotta e ceramica - Norma EN 1856 1/2003: Camini: requisiti per camini metallici - Norma EN 1856 2/2004: Camini: requisiti per condotti fumari metallici - Norma EN 1857/2003: Camini: condotti fumari in calcestruzzo - Norma EN 1858/2003:Camini: componenti blocchi di calcestruzzo - Norma EN 12446 /2003: Camini: componenti elementi esterni di calcestruzzo - Norma EN 13063 1/2005: Camini in terracotta e ceramica: metodi di prova per resistenza al fuoco di fuliggine - Norma EN 13063 2/2005: Camini in terracotta e ceramica: metodi di prova in condizioni umide - Norma EN 13069/2005: Camini: rivestimenti esterni in terracotta e ceramica per sistemi camino - Norma EN 13084 5/2005 Camini strutturalmente indipendenti: materiali per condotti interni di mattoni - Norma EN 13502/2002: Camini: requisiti e metodi di prova per terminali in terracotta o ceramica - Norma EN 14471/2005 Camini: si- 257

GLI ERRORI ESECUTIVI DEL CAMINO SONO STATI A VOLTE LEGATI ALLA MANCATA APPLICAZIONE DELLE REGOLE DI INSTALLAZIONE stemi camino con condotti interni in plastica- requisiti e metodi di prova GLI ERRORI Gli errori esecutivi del camino - come ha spiegato Deldossi - che possono causare un incendio sono: peratura inferiore alla temperatura nominale effettiva dei fumi (es: camino con T 160, adatto per caldaie a gas, usato invece per stufa a legna, con temperatura dei fumi ben maggiore) combustibili (travi di legno, assi, moquette, etc) a distanza inferiore a quella indicata sul codice del camino (es: trave posta a 10 mm, quando il codice del camino prevede una distanza minima di 50 mm) incendio fuliggine, ossia non testato per tale evento, ed invece utilizzato per combustibile solido te, e quindi con possibili punti caldi periore rispetto a quella determinata nelle varie prove) mensionati in modo errato Tali errori sono a volte legati ad una mancata applicazione delle regole di installazione. CONCLUSIONI Massimo Deldossi ha quindi concluso la propria relazione ricor- D.M. n. 37/08 vengono introdotti una serie di obblighi anche per camini per combustibile solido, e ciò dovrebbe condurre ad una maggiore attenzione e cura da parte dei vari soggetti coinvolti. - richieste da parte degli operatori impiantistici (elettricista, idraulico, ma anche canalista e fumista) a cui il costruttore può dare risposta solamente lasciando spazi idonei sia nello spessore del massetto tecnologico dei solai. E chiaro che tutto questo va correlato con idonee forometrie da lasciare o eseguire nei solai in zone non contrastare con elementi strutturali importanti quali possono essere codoli o travi in CA, si evince da questo che la progettazione dovrà essere sempre più rigorosa e attenta anche a queste necessità. divenuto importante riuscire a lavo- esigenze diverse quali quelle architettoniche-urbanistiche, strutturali, termotecniche ed elettriche, così diventerà sempre più importante anche per i costruttori riuscire a collaborare con i rispettivi colleghi specialistici della costruzione. ato: Nel caso di operazioni immo- il costruttore che vuole dare anche la possibilità di installare camini che ovviamente devono essere ben i dati più importanti: numero della norma di riferimento, nella fattispecie essendo elementi esterni di calcestruzzo la Uni En 12446/2003; la classe di resistenza al fuoco ovvero se si tratta di resistenza al fuoco di fuliggine (classe G) oppure no (classe O) riportando di seguito tra parentesi la distanza dei materiali combustibili in mm. EN 12246 T 120 O(20) (1) Num. Norma (2) Classe della temperatura dei gas di combustione (3) Resistenza al fuoco (resistenza al fuoco di fuliggine G(xx) o O(xx) Se le canne fumarie sono indispensabile sottolineare che la loro costruzione non può che essere frutto di progettazione attenta e precisa. (Si ringrazia il comando dei VF della provincia di Brescia per i dati concessi nelle persone dell ingegner Salvatore Buffo, dirigente superiore Comando e dell ingegner Pier Nicola Dadone, direttore vice dirigente). 258