PIANO FINANZIARIO E RELAZIONE ILLUSTRATIVA



Documenti analoghi
Comune di. Determinazione delle tariffe della Tassa sui rifiuti- TARI. Allegato A) alla D.C.C. n. 14 del 30/07/2015. Oggetto:

Piano finanziario gestione Tares

PIANO FINANZIARIO TARIFFA IGIENE AMBIENTALE

BOZZA RELAZIONE. Desenzano del Garda Pagina 1 di 7


PIANO FINANZIARIO GESTIONE TARI 2014

Gestione Rifiuti - BILANCIO ANNO 2014 IN EURO (I.V.A. inclusa)

COMUNE DI GARAGUSO PROVINCIA DI MATERA PIANO FINANZIARIO E RELAZIONE RELATIVA AL SERVIZIO DI GESTIONE DEI RIFIUTI SOLIDI URBANI TARI ANNO 2014

COMUNE DI SOGLIANO CAVOUR Provincia di Lecce UFFICIO TRIBUTI PIANO FINANZIARIO-TARIFFARIO GESTIONE RIFIUTI URBANI ANNO 2014

COMUNE DI SCLAFANI BAGNI Provincia di Palermo

COMUNE DI PARETE (PROVINCIA DI CASERTA)

PIANO FINANZIARIO GESTIONE TARI

IL CONSIGLIO COMUNALE

COMUNE DI BELGIOIOSO TARI METODO NORMALIZZATO SIMULAZIONE CALCOLI ANNO 2015 COMUNE DEL NORD CON PIU' DI 5000 ABITANTI D.P.R.

COMUNE DI SOLZA Provincia di Bergamo

ALLEGATO 1. S T n = (CG + CC) n-l (1+ IP n - X n ) + CK n (1)

COMUNE DI CIVITELLA PAGANICO Provincia di GROSSETO

COMUNE DI FROSOLONE Provincia di Isernia

CALCOLO E DETERMINAZIONE DELLE TARIFFE PER IL SERVIZIO DI GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI TASSA SUI RIFIUTI TARI TARIFFE ESERCIZIO 2014

COMUNE DI PRECI Provincia di PERUGIA

COMUNE DI FERRIERE Provincia di Piacenza

COMUNE DI CERTOSA DI PAVIA Provincia di PAVIA

COMUNE DI TREVI NEL LAZIO Provincia di FROSINONE

PIANO FINANZIARIO DEL SERVIZIO DI GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI ANNO 2015

COMUNE DI ISILI Provincia di Cagliari

Comune di Villafranca di Verona APPROVATA CON DELIBERAZIONE N 27 DEL 27/05/2015

TASSA SUI RIFIUTI TARI ANNO 2016 PIANO FINANZIARIO E RELAZIONE ILLUSTRATIVA

COMUNE DI ANCARANO Provincia di Teramo

COMUNE DI FOSCIANDORA Provincia di Lucca

COMUNE DI BISACCIA Provincia di AVELLINO

COMUNE DI VERBANIA TRANSIZIONE A TARES DEFINIZIONE DEGLI SCENARI TARES 2013 UD 49,71% UND 50,29%

COMUNE DI BONITO PROVINCIA DI AVELLINO

COMUNE DI CREMENO Provincia di Lecco

COMUNE DI FRONTINO Provincia di Pesaro e Urbino

PIANO FINANZIARIO RELATIVO AL SERVIZIO DI GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI IL PIANO FINANZIARIO

COMUNE DI CREMELLA Provincia di Lecco

COMUNE DI VILLA D OGNA Provincia di Bergamo

COMUNE DI COLZATE Provincia di Bergamo

COMUNE DI ARNAD Regione Autonoma Valle D Aosta

Metodo normalizzato per definire le componenti dei costi e determinare la tariffa di riferimento.

TASSA SUI RIFIUTI (TARI) ANNO 2016 RELAZIONE TECNICO-ILLUSTRATIVA DETERMINAZIONE TARIFFE TARI METODO NORMALIZZATO 1

COMUNE DI RUFFANO Provincia di Lecce

COMUNE DI TRIGOLO Provincia di CREMONA

COMUNE DI VERZINO Provincia di CROTONE

COMUNE DI LAURIANO Provincia di Torino

COMUNE DI CASTELLETTO DI BRANDUZZO Provincia di PAVIA

COMUNE DI CASTELFRANCI Provincia di AVELLINO

COMUNE DI PEIA Provincia di Bergamo

PIANO FINANZIARIO RELATIVO AL SERVIZIO DI GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI

COMUNE DI CAMPORGIANO Provincia di Lucca

COMUNE DI SALBERTRAND Provincia di Torino

COMUNE DI CORTINO Provincia di TERAMO

COMUNE DI Castiglione M.R. Provincia di Teramo

SOMMARIO PREMESSA GLI OBIETTIVI DI FONDO DELL AMMINISTRAZIONE COMUNALE... 4 Frequenza svuotamento... 4

COMUNE DI BRENTA Provincia di Varese

COMUNE DI MONTIGNOSO PIANO FINANZIARIO E DEFINIZIONE DELLO SCENARIO. Allegato A

COMUNE DI POGGIO SANNITA Provincia di Isernia

PIANO FINANZIARIO RELATIVO AL SERVIZIO DI GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI

COMUNE DI LONGONE AL SEGRINO Provincia di Como

COMUNE DI BRACCIANO Città Metropolitana di Roma Capitale

PIANO FINANZIARIO RELATIVO AL SERVIZIO DI GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI


PIANO FINANZIARIO RELATIVO AL SERVIZIO DI GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI

* COMUNITA MONTANA - COMMUNAUTE DE

COMUNE DI PRIOLO GARGALLO Provincia di Siracusa

COMUNE DI MAGLIE Provincia di Lecce

C O M U N E DI L I M B A D I (Provincia di Vibo Valentia) *************

fino a 30 1 da 31 a 45 2 da 46 a 60 3 da 61 a 75 4 da 76 a 90 5

COMUNE DI PETRIANO (Provincia di Pesaro e Urbino)

OGGETTO: Tassa per lo Smaltimento dei Rifiuti Solidi Urbani ed Assimilati. Approvazione tariffe per l'anno IL CONSIGLIO COMUNALE

COMUNE DI VALBREMBO Provincia di Bergamo

COMUNE DI PORTO SAN GIORGIO (FM)

DELIBERAZIONE DEL CONSIGLIO COMUNALE

COMUNE DI FONTANELLA Provincia di Bergamo

COMUNE DI ALTILIA Prov. di Cosenza

Allegato A) della Deliberazione di C.C. n. 38 del 03/07/2013 CITTÀ DI PIOSSASCO

CG - COSTI OPERATIVI DI GESTIONE

COMUNE DI LONGARE. TARIFFA RIFIUTI URBANI Anno 2013

COMUNE DI FOSCIANDORA Provincia di Lucca

COMUNE DI ROSASCO Provincia di Pavia

COMUNE DI USMATE VELATE Provincia di Monza e della Brianza PIANO FINANZIARIO TARES 2013

COMUNE DI ILBONO PROVINCIA DELL OGLIASTRA Allegato alla Delibera di C.C. n.20 del 25/06/2013

COMUNE DI CAMPORGIANO Provincia di Lucca

SEMINARIO IMPOSTA UNICA COMUNALE (IUC) TARI

Oggetto: Approvazione aliquote tassa per la gestione dei rifiuti urbani - TARI per l anno di imposta Il Consiglio Comunale

ESERCIZIO FINANZIARIO 2007

TARIFFE DOMESTICHE. ALLEGATO B - TARIFFE DOMESTICHE in vigore dal 01/01/2013 Gli importi sono definiti su base annua

COMUNE DI TORRE D'ARESE PROVINCIA DI PAVIA

PIANO FINANZIARIO TARI Art. 1, commi da 641 a 667, della L. 27 dicembre 2013, n. 147 D.P.R. 27 aprile 1999, n. 158 R E L A Z I O N E

La TARES è determinata separatamente per le seguenti fasce di utenza: - utenze domestiche; - utenze non domestiche.

Dpr 27 aprile 1999, n. 158 (elaborazione del metodo normalizzato per la definizione della tariffa rifiuti - Testo vigente)

COMUNE DI CASTELLINA IN CHIANTI PROVINCIA DI SIENA

Deliberazione di C.C. n.35 del , ad oggetto:

PREMESSA L ISTITUZIONE DELLA IUC (IMPOSTA UNICA COMUNALE)

VERBALE DI DELIBERAZIONE DELLA COMMISSIONE STRAORDINARIA N. 8 DEL 01/09/2015 CON POTERI DI CONSIGLIO

PIANO FINANZIARIO T.A.R.I.

PIANO FINANZIARIO E RELATIVA RELAZIONE ESERCIZIO 2014

COMUNE DI POTENZA UNITA DI DIREZIONE FISCALITA LOCALE ED ENTRATE PER SERVIZI UFFICIO: TASSA SUI RIFIUTI

Appendice 2 Tributo comunale sui rifiuti e sui servizi (TARES)

PIANO FINANZIARIO ANNO 2014 TARI. COMUNE DI BRUSAPORTO Provincia di Bergamo

Transcript:

TASSA SUI RIFIUTI TARI PIANO FINANZIARIO E RELAZIONE ILLUSTRATIVA art. 8 del D.P.R. 158/1999 art. 1, comma 683, della Legge 27/12/2013, n. 147 Allegato "B" alla D.C.C. n.9 del 30/6/2014 1

1. Introduzione normativa Dal 1 gennaio 2014, ai sensi dell art. 1, comma 639 e seguenti della Legge 27/12/2013 n.147 (Legge di stabilità 2014), è istituita l'imposta unica comunale (IUC) che si compone dell'imposta municipale propria, del tributo sui servizi indivisibili (TASI) e della tassa sui rifiuti (TARI). La TARI è dovuta da chiunque possieda o detenga a qualsiasi titolo locali o aree scoperte, a qualsiasi uso adibiti, suscettibili di produrre rifiuti urbani. In caso di pluralità di possessori o di detentori, essi sono tenuti in solido all'adempimento. Soggetto attivo dell obbligazione tributaria è il Comune, che nella commisurazione della tariffa, tiene conto dei criteri determinati con il regolamento di cui D.P.R. 27 aprile 1999, n. 158, che prevedono la totale copertura dei costi della gestione dei rifiuti urbani (art.1, comma 651, L.147/2013). Nella tabella che segue ne è schematizzata la composizione delle tariffe: destinazione composizione natura quota (fissa) determinata in relazione alle componenti copertura integrale dei costi di investimento e di esercizio della gestione dei rifiuti urbani essenziali del costo del servizio di gestione dei rifiuti, riferite in particolare agli investimenti per le opere e ai relativi ammortamenti quota (variabile) rapportata alle quantità di rifiuti conferiti, al servizio fornito e all'entità dei costi di gestione tributaria o di corrispettivo I criteri per l'individuazione del costo del servizio di gestione dei rifiuti e per la determinazione della tariffa sono quelli indicati nel richiamato D.P.R. 27 aprile 1999, n. 158 recante «Regolamento recante norme per la elaborazione del metodo normalizzato per definire la tariffa del servizio di gestione del ciclo dei rifiuti urbani» attuativo dell art. 49 del D.lgs. 22/1997, «tariffa Ronchi». Sulla base del D.P.R. 158/1999, i costi da coprire sono quelli indicati nella seguente tabella: A) Costi operativi di gestione CG descrizione dei costi A.1) Costi di gestione del ciclo dei servizi sui RSU indifferenziati CGIND A.2) Costi di gestione del ciclo della RD CGD Costi di spazzamento e lavaggio strade e piazze pubbliche CSL Costi di raccolta e trasporto RSU indifferenziati CRT Costi di trattamento e smaltimento RSU indifferenziati CTS Altri costi AC Costi di raccolta differenziata per materiale CRD Costi di trattamento e riciclo (al netto dei proventi della vendita di materiale ed energia derivante da rifiuti) CTR natura dei costi parte fissa parte variabile parte variabile parte fissa parte variabile parte variabile 2

B.1) Costi amministrativi dell accertamento, della riscossione e del contenzioso CARC B) Costi comuni CC B.2) Costi generali di gestione CGG C) Costi d uso del capitale CK B.3) Costi comuni diversi CCD Ammortamenti, accantonamenti, remunerazione del capitale investito parte fissa parte fissa parte fissa parte fissa La tariffa è articolata nelle fasce di utenza domestica e non domestica. Il Comune ripartisce tra le categorie di utenza domestica e non domestica l'insieme dei costi da coprire attraverso la tariffa secondo criteri razionali. A livello territoriale la tariffa è articolata con riferimento: a) alle caratteristiche delle diverse zone del territorio comunale (in particolare alla loro destinazione a livello di pianificazione urbanistica e territoriale); b) alla densità abitativa; c) alla frequenza e qualità dei servizi da fornire. Tenuto conto dei criteri di cui ai precedenti punti a), b) e c), per l'articolazione delle tariffe, il territorio comunale di Dorzano è considerato un unica area omogenea. La tariffa può essere determinata secondo due diversi metodi. Con il metodo parametrato o presuntivo, il tributo è determinato sulla base di coefficienti di produzione potenziale di rifiuti e non sulla base della reale quantità di rifiuti conferiti al servizio pubblico di conseguenza il prelievo ha natura tributaria. Il metodo puntuale si può seguire quando sia stato realizzato un sistema di misurazione della reale quantità di rifiuti conferiti al servizio pubblico (con criteri volumetrici o ponderali). In questo caso la tariffa ha natura di corrispettivo. Il Comune di Dorzano, non avendo adottato un sistema di misurazione della quantità di rifiuti conferiti dagli utenti, per la determinazione delle tariffe tiene conto dei coefficienti di produzione potenziale di cui all'allegato 1 del D.P.R. 27 aprile 1999, n. 158, nel rispetto delle variazioni consentite dall'art.1, comma 652 della Legge 27/12/2013 (Legge di stabilità 2014) e garantendo il principio generale di "chi inquina paga". Con regolamento da adottare ai sensi dell'articolo 52 del decreto legislativo 15 dicembre 1997, n. 446, il consiglio comunale determina la disciplina per l'applicazione del tributo, concernente tra l'altro: a) la classificazione delle categorie di attività con omogenea potenzialità di produzione di rifiuti (D.P.R. 158/1999 o studi territoriali specifici); b) la disciplina delle riduzioni tariffarie; c) la disciplina delle eventuali riduzioni e esenzioni; d) l'individuazione di categorie di attività produttive di rifiuti speciali alle quali applicare, nell'obiettiva difficoltà di delimitare le superfici ove tali rifiuti si formano, percentuali di riduzione rispetto all'intera superficie su cui l'attività viene svolta; e) i termini di presentazione della dichiarazione e di versamento del tributo. Il comune sempre con regolamento può prevedere riduzioni tariffarie, nella misura massima del trenta per cento, nel caso di: a) abitazioni con unico occupante; b) abitazioni tenute a disposizione per uso stagionale o altro uso limitato e discontinuo; c) locali, diversi dalle abitazioni, e aree scoperte adibiti a uso stagionale o a uso non continuativo, ma ricorrente; 3

d) abitazioni occupate da soggetti che risiedano o abbiano la dimora, per più di sei mesi all'anno, all'estero; e) fabbricati rurali a uso abitativo. Altre riduzioni possono essere stabilite con riferimento a: a) zone nelle quali non è eseguita la raccolta; b) raccolta differenziata delle utenze domestiche; c) avvio al recupero di rifiuti urbani documentato da utenze non domestiche; d) mancato o inesatto svolgimento del servizio. Il comune, con il medesimo regolamento, può stabilire anche ulteriori riduzioni e esenzioni. La copertura finanziaria di tali agevolazioni può essere disposta attraverso apposite autorizzazioni di spesa e deve essere assicurata attraverso il ricorso a risorse derivanti dalla fiscalità generale del comune. Il consiglio comunale deve approvare le tariffe del tributo entro il termine fissato da norme statali per l'approvazione del bilancio di previsione, che per l'anno in corso è stato prorogato al 31 luglio 2014. L approvazione delle tariffe avviene anche in conformità al piano finanziario predisposto dal gestore del servizio di raccolta e smaltimento rifiuti - S.E.A.B. Società Ecologica Area Biellese s.p.a. con sede in Biella (BI) Via Roma 14. Il consiglio comunale provvede altresì a stabilire le scadenze per il pagamento del tributo. Alla tariffa sui rifiuti si applica il tributo provinciale per l esercizio delle funzioni di tutela, protezione e igiene dell ambiente di cui all art. 19 del D.lgs. 30 dicembre 1992, n. 504. 2. Analisi della produzione di rifiuti urbani In questo paragrafo, vengono riportate delle tabelle riassuntive che descrivono la produzione di rifiuti urbani nel Comune di Dorzano. Riepilogo dati anno 2013 Totale (t) % R.D Pro capite (Kg/ab.) RU indiff. 226,57 66,98 460,51 RD 111,7 33,02 227,03 Rifiuti totali 338,27 100 687,54 Raccolta differenziata 2013 Materiale Totale t/a RD% Quantità pro capite Carta e cartone 11,55 10,34 23,47 Vetro 0,52 0,46 1,06 Legno 0,75 0,67 1,52 Metallo 5,34 4,78 10,85 Rifiuti biodegradabili 39,21 35,10 79,70 Ingombranti 6,78 6,08 13,78 4

Imballaggi carta e cartone 26,72 23,92 54,31 Imballaggi plastica 6,93 6,21 14,09 Imballaggi vetro 11,72 10,49 23,82 Altri rifiuti 0,27 0,24 0,55 RAEE 1,91 1,71 3,88 Totale 111,7 100 227,03 Produzione di rifiuti pro capite Produzione di rifiuti in kg/abitante Rifiuti Totali Rifiuti Urbani Raccolta Differenziata % Raccolta Differenziata 2000 334 304 30 8,9 2001 433 401 32 7,3 2002 488 450 38 7,8 2003 443 405 38 8,5 2004 444 393 50 11,3 2005 468 407 61 13,0 2006 526 451 75 14,3 2007 503 433 69 13,7 2008 611 531 80 13,1 2009 670 509 161 24,1 2010 856 528 328 38,3 2011 681 494 187 27,4 2012 580 471 108 18,7 Raccolta differenziata rispetto alla media regionale Percentuale raccolta differenziata Regione Provincia Comune 2000 18,3 18,6 8,9 2001 21,4 19,5 7,3 2002 24,1 23,5 7,8 2003 27,6 29,5 8,5 2004 32,3 31,2 11,3 2005 37,2 31,7 13,0 2006 40,8 31,8 14,3 2007 45,3 35,6 13,7 2008 48,4 41,7 13,1 5

2009 49,6 50,6 24,1 2010 50,4 52,7 38,3 2011 51,4 50,7 27,4 2012 52,8 51,4 18,7 Nella tabella che segue è indicata la quantità di rifiuti urbani gestiti nel 2013, che sarà oggetto di riparto tra utenze domestiche e utenze non domestiche, con esclusione dei rifiuti assimilati smaltiti direttamente dalle utenze non domestiche. Codice C.E.R. Descrizione kg % 200301 rifiuti urbani non differenziati 226570 72 200101 carta e cartone 11550 4 200102 vetro 520 0 200138 legno 755 0 200140 metallo 5336 2 200201 rifiuti biodegradabili 39210 13 200307 rifiuti ingombranti 6780 2 150101 imballaggi in carta e cartone 130 0 150102 imballaggi in plastica 6800 2 150107 imballaggi in vetro 11720 4 160103 pneumatici fuori uso 274 0 200135 televisori e monitor 1913 1 Totale 311558 100 3. Il modello gestionale e organizzativo In questo paragrafo sono descritti il modello di gestione e l organizzazione dei servizi di raccolta, trasporto, trattamento e smaltimento dei rifiuti. 3.1 Il modello gestionale L attuale organizzazione territoriale della gestione dei rifiuti urbani, vigente in Piemonte, è quella disegnata dal D.lgs. 05 febbraio 1997, n. 22 e dalla L.R. 24 ottobre 2002, n. 24. Essa si fonda sulla suddivisione del territorio regionale in A.T.O. Ambiti Territoriali Ottimali, coincidenti con il territorio della Provincia [art. 23, comma 1, D.lgs. 22/1997; art. 9, commi 1, L.R. 24/2002]. Gli A.T.O. sono, a loro volta, suddivisi in uno o più bacini, così come individuati dai programmi provinciali, al fine di ottimizzare la realizzazione e la gestione del sistema integrato di gestione dei rifiuti urbani [art. 9, commi 2, L.R. 24/2002]. I Comuni, ricompresi nei bacini facenti parte del medesimo ambito territoriale ottimale, coordinati dalla Provincia, assicurano l organizzazione, la realizzazione e la gestione, in forma associata, dei servizi preposti al funzionamento del sistema integrato di gestione dei rifiuti urbani [art. 9, comma 3, L.R. 24/2002] attraverso la costituzione obbligatoria di Consorzi di bacino [art. 11, comma 1, L.R. 24/2002]. I Consorzi di bacino, a loro volta, sono tenuti a costituire un associazione, denominata Associazione di Ambito [art. 12, comma 3, L.R. 24/2002]. 6

Di seguito sono elencati i compiti del Consorzio di bacino indicati dagli articoli 10 e 11 della L.R. 24/2002: 1) svolge, secondo criteri di tutela ambientale, efficacia, efficienza ed economicità, con particolare attenzione ai costi ambientali, i seguenti servizi di gestione dei rifiuti urbani: a) gestione in forma integrata dei conferimenti separati, della raccolta differenziata, della raccolta e del trasporto; b) realizzazione e gestione delle strutture al servizio della raccolta differenziata; c) il conferimento agli impianti tecnologici ed alle discariche [art. 10, comma 1, L.R. 24/2002]; 2) svolge le funzioni di governo e coordinamento per assicurare la realizzazione dei servizi attribuiti al bacino secondo i criteri previsti nella convenzione stipulata tra i Comuni [art. 11, comma 6, L.R. 24/2002]; 3) approva: a) il regolamento speciale consortile; b) il programma pluriennale degli interventi e dei relativi investimenti, da inviare alla provincia nei successivi trenta giorni, contenente anche le modalità per il raggiungimento degli obiettivi di raccolta differenziata di ogni singolo comune associato, al fine di conseguire per l intero bacino le percentuali previste, all articolo 24 del d.lgs. 22/1997, dal piano regionale e dal programma provinciale; c) i criteri tariffari relativi ai servizi di bacino di cui all articolo 10, comma 1 della L.R. 24/2002 [art. 11, comma 11, L.R. 24/2002]. Di seguito sono elencati i compiti delle Associazioni di Ambito Territoriale Ottimale indicati dall art. 12 della L.R. 24/2002: 1) svolge, secondo criteri di tutela ambientale, efficacia, efficienza ed economicità, con particolare attenzione ai costi ambientali, le attività di realizzazione e gestione degli impianti tecnologici, di recupero e smaltimento dei rifiuti, ivi comprese le discariche, fermo restando l eventuale compito di espletare le gare previsto dall articolo 113, comma 13, d.lgs. 267/2000 come modificato dall articolo 35 della legge 28 dicembre 2001, n. 448 [art. 10, comma 2, L.R. 24/2002]; 2) provvede al governo ed al coordinamento dei servizi di cui all articolo 10, comma 2 sulla base dei programmi provinciali; provvedere alla realizzazione degli interventi previsti dal programma provinciale o individuare i soggetti cui affidare la realizzazione; fornisce le informazioni per la predisposizione dei piani finanziari di cui all articolo 8, del decreto del Presidente della Repubblica 27 aprile 1999, n. 158 (Regolamento recante norme per la elaborazione del metodo normalizzato per definire la tariffa del servizio di gestione del ciclo dei rifiuti urbani), ai fini dell istituzione della tariffa [art. 12, comma 4, L.R. 24/2002]. La L.R. 7/2012 ha ridefinito l organizzazione sopra descritta e rideterminato gli ambiti territoriali ottimali. Ai sensi dell art. 3, ai fini dell'organizzazione del servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani il territorio della Regione è suddiviso nei seguenti ambiti territoriali ottimali: a) ambito 1: Novarese, Vercellese, Biellese e Verbano, Cusio, Ossola; b) ambito 2: Astigiano e Alessandrino; c) ambito 3: Cuneese; d) ambito 4: Torinese. I confini degli ambiti territoriali ottimali e gli enti locali in essi ricadenti sono individuati con riferimento ai confini amministrativi delle province di riferimento ai quali possono essere apportate parziali modificazioni per decisione della regione su istanza degli enti interessati. L art. 4 prevede che le province e i comuni di ciascun ambito territoriale ottimale esercitino in forma associata le funzioni di organizzazione e controllo diretto del servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani come di seguito identificate: 7

a) specificazione della domanda di servizio, intesa quale individuazione della quantità e della qualità di rifiuti da raccogliere e avviare a recupero o smaltimento e, in generale, del livello qualitativo globale dei servizi da garantire agli utenti; b) elaborazione, approvazione e aggiornamento del relativo piano d'ambito, finalizzato alla realizzazione degli impianti e all'acquisizione delle attività e delle dotazioni necessarie all'erogazione dei servizi; c) determinazione dei livelli di imposizione tariffaria, finalizzazione e destinazione dei proventi tariffari e definizione del piano finanziario relativo al piano d'ambito; d) definizione del modello organizzativo e individuazione delle modalità di produzione dei servizi; e) affidamento dei servizi, conseguente alla individuazione della loro modalità di produzione; f) controllo operativo, tecnico e gestionale sull'erogazione dei servizi. Nell'esercizio delle predette funzioni, le province e i comuni si devono attenere alle direttive generali ed agli indirizzi regionali in materia di gestione dei rifiuti e di qualità dei servizi. Ai sensi dell art. 5, le province e i comuni di ciascun ambito territoriale ottimale esercitano le funzioni di organizzazione del servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani attraverso apposite conferenze d ambito, che operano, in nome e per conto degli enti locali associati, secondo modalità definite dall'apposita convenzione che le istituisce, stipulata ai sensi della normativa sull'ordinamento degli enti locali, sulla base della convenzione tipo approvata dalla giunta regionale, sentita la competente commissione consiliare. La conferenza d ambito ha autonomia funzionale, organizzativa, patrimoniale, finanziaria e contabile per le attività connesse alle proprie funzioni. Ai sensi dell art. 6, le conferenze d ambito esercitano le seguenti funzioni: a) approvano il piano d'ambito; b) definiscono il modello organizzativo e individuano le forme di gestione dei servizi; c) determinano le tariffe del servizio e dispongono in ordine alla destinazione dei relativi proventi; d) definiscono la propria struttura organizzativa, prevedendo eventuali forme di articolazione sul territorio; e) approvano le modifiche della convenzione che disciplina la forma di cooperazione tra gli enti locali, con le procedure e le maggioranze qualificate definite dalla convenzione stessa. Ai sensi dell art. 10, gli uffici delle conferenze d ambito effettuano il controllo operativo, tecnico e gestionale sull erogazione dei servizi finalizzato alla verifica del corretto adempimento degli obblighi a carico del gestore, intervenendo tempestivamente per garantire l adempimento da parte del gestore. Ai sensi dell art. 14, entro un anno dalla data entrata in vigore della L.R. 7/2012, le province e i comuni di ciascun ambito territoriale ottimale stipulano la convenzione istitutiva della conferenza d'ambito, sulla base della convenzione tipo approvata dalla giunta regionale. La convenzione è approvata dalle province e dai comuni attraverso le assemblee delle associazioni d ambito e dei consorzi di bacino istituiti ai sensi degli articoli 11 e 12 della L.R. 24/2002. La convenzione approvata è sottoscritta dai presidenti delle province e dai presidenti delle associazioni d ambito e dei consorzi di bacino di cui alla L.R. 24/2002. Entro centoventi giorni dalla data di stipulazione, la convenzione è ratificata dai competenti organi comunali e provinciali. Le associazioni d ambito e i consorzi di bacino di cui alla L.R. 24/2002 elaborano, entro centottanta giorni dalla data di entrata in vigore della L.R. 7/2012 e in collaborazione con le province competenti, un piano di ricognizione della situazione patrimoniale e economica dell ente o organismo nonché di programmazione per il trattamento e lo smaltimento, recante: a) l individuazione di tutti i rapporti attivi e passivi in essere, con l indicazione di quelli idonei ad essere trasferiti alle conferenze d ambito; 8

b) una proposta per la definizione dei rapporti giuridici non trasferibili alle conferenze d ambito; c) l accertamento della dotazione patrimoniale comprensiva dei beni mobili ed immobili; d) l accertamento della dotazione di personale dipendente, con l individuazione delle categorie, dei profili professionali e delle funzioni svolte; e) l accertamento della situazione relativa alle potenzialità e alla prevedibile durata degli impianti e delle discariche; f) il costo di smaltimento in essere. La predetta ricognizione deve essere tenuta in considerazione nel percorso di predisposizione della convenzione istitutiva, secondo le modalità e i criteri stabiliti con deliberazione della giunta regionale, sentita la competente commissione consiliare. Le conferenze d ambito, entro novanta giorni dalla data di sottoscrizione della convenzione istitutiva, valutano e approvano con la maggioranza qualificata dei tre quarti, la proposta di conferimento delle posizioni relative al personale, in funzione dei propri fabbisogni operativi, nonché il conferimento delle posizioni attive e passive, prevedendo che le componenti passive non possano superare quelle attive, al fine di garantire l equilibrio patrimoniale. Le conferenze d ambito all atto del conferimento subentrano nei rapporti giuridici attivi e passivi, ivi compresi quelli relativi al personale in servizio alla data del 31 dicembre 2010. Nel periodo transitorio in cui continuano a esercitare le loro attività, ai consorzi di bacino e alle associazioni d ambito è vietato attivare procedure di reclutamento del personale. A decorrere dalla data di conferimento alla conferenza d ambito le associazioni d ambito e i consorzi di bacino di cui alla L.R. 24/2002 sono sciolti o posti in liquidazione, senza necessità di ulteriore atto o deliberazione e si estinguono in conformità alle norme che li disciplinano. Con Deliberazione n. 10 del 28 ottobre 2008, l'assemblea dei Sindaci del C.O.VE.VA.R. (nel prosieguo Consorzio) ha approvato il piano delle raccolte differenziate dei rifiuti urbani che prevedeva il raggiungimento del 65% entro il 2012, come previsto dall art. 205 del D.lgs. 152/2006 e s. m. e i., con prevalente raccolta domiciliare. Con Deliberazione n. 4. dell 8 luglio 2009, il Consiglio di Amministrazione del Consorzio, previa consultazione con apposito tavolo tecnico formato da alcuni Sindaci rappresentanti di aree geografiche omogenee, ha determinato di esperire una gara di evidenza pubblica, ai sensi del D.lgs. 12 aprile 2006, n. 163 e s. m. e i., e ha approvato i relativi atti, per la scelta del soggetto cui affidare l appalto dei servizi di raccolta e trasporto dei rifiuti urbani, spazzamento e lavaggio del suolo, trasporto dai centri comunali di raccolta dei rifiuti urbani agli impianti di recupero e trattamento, altri servizi di igiene urbana, carta dei servizi, servizio informativo telefonico all utenza denominato numero verde. Il bando è stato pubblicato il 21 agosto 2009 con scadenza di presentazione delle offerte fissata per il 12 ottobre 2009. Nel territorio della Provincia di Biella le funzioni di consorzio di bacino sono svolte dal CO.S.R.A.B. Consorzio di Smaltimento dei Rifiuti Urbani dell Area Biellese con sede legale in Biella (BI) Via Trento 55. Il Consorzio ha personalità giuridica di diritto pubblico e svolge tutte le funzioni di governo di bacino e di ambito relative al servizio dei rifiuti urbani, così come previsti dalle leggi regionali, in conformità alla disciplina di settore, al Piano Regionale ed al Programma Provinciale di gestione dei rifiuti ed al Piano d Ambito. (L.R. 24/2002; D. Lgs. 152/2006). L'appalto dei servizi di raccolta, trasporto dei rifiuti etc. sono stati affidati alla S.E.A.B. Società Ecologica Area Biellese s.p.a. con sede in Biella (BI) Via Roma 14. 9

Il contratto prevede che l appaltatore svolga i seguenti servizi nel Comune di Dorzano: - raccolta stradale rifiuti solidi urbani indifferenziati; - raccolta stradale rifiuti differenziati (carta, vetro, plastica, lattine); - trasporto di ingombranti, ferro e rifiuti verdi; - lavaggio cassonetti. Il Comune di Dorzano svolge in economia i seguenti servizi: - raccolta domiciliare di ingombranti, ferro, rifiuti verdi e Raee; - pulizia strade. 3.2 Il modello organizzativo e gli standard di qualità 3.2.1 I servizi di raccolta e trasporto. Il servizio è unico sia per le utenze domestiche che per quelle non domestiche, come schematizzato nella tabella che segue: Frazione merceologica Tipo di raccolta Frequenza Personale ed Attrezzature Rifiuti indifferenziati stradale bisettimanale Carta e cartone stradale quindicinale Vetro e lattine stradale quindicinale Plastica stradale quindicinale RAEE domiciliare a richiesta Ingombranti domiciliare a richiesta Ferro domiciliare a richiesta Verde domiciliare a richiesta Personale e mezzi di proprietà S.E.A.B Dipendente e autocarro comunale I Rifiuti indifferenziati vengono raccolti dalla ditta appaltatrice e trasportati direttamente nel centro di smaltimento di proprietà A.S.R.A.B. spa. con sede in Cavaglià (BI) Località Gerbido. I rifiuti indifferenziati (carta e cartone, vetro e lattine e plastica) vengono raccolti dalla ditta appaltatrice e trasportati nei centri di raccolta di sua proprietà per essere avviati al riciclaggio. I rifiuti ingombranti, ferro e verdi vengono raccolti mediante personale e mezzi comunali presso il domicilio degli utenti e conferiti temporaneamente nel centro di raccolta comunale. Successivamente vengono trasportati dalla ditta appaltatrice nei centri di raccolta di sua proprietà per essere avviati al riciclaggio. I rifiuti Raee vengono raccolti mediante personale e mezzi comunali presso il domicilio degli utenti e conferiti direttamente nel centro di raccolta di proprietà S.E.A.B sito nel Comune di Cerrione (BI). 3.2.2 I CCR centri comunali di raccolta Ubicazione del CCR: Via Annibale Beduglio (Reg. San Rocco); Frazioni merceologiche raccolte: Ferro, Ingombranti e Verde. Orario di apertura: a richiesta degli interessati. Utenti ammessi al conferimento: utenti residenti a Dorzano o possessori /detentori di immobili in Dorzano. 10

3.2.3 I servizi di pulizia del suolo pubblico I servizi di pulizia del suolo pubblico (strade e piazze) vengono, di norma, svolti in economia con personale e mezzi comunali. 4. Ricognizione degli impianti esistenti Nel Comune di Dorzano non esistono impianti di smaltimento rifiuti. 5. Costi per il ciclo di gestione dei rifiuti solidi urbani La tariffa è determinata secondo quanto disposto dell art. 1, comma 639 e seguenti della Legge 27/12/2013 (Legge di stabilità 2014), dal D.P.R. 158/1999 e dal Regolamento comunale che disciplina la nuova tassa sui rifiuti TARI. Conformemente all Allegato 1 del D.P.R. citato, le voci di costo considerate sono quelle indicate nella seguente tabella. I costi sono al lordo dell IVA, nei casi in cui è applicabile. Le tariffa deve essere poi maggiorata del tributo provinciale per l'esercizio delle funzioni di tutela, protezione ed igiene dell'ambiente di cui all'articolo 19 del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 504, ai sensi dell art. 14, comma 28, del D.L. 201/2011 e s. m. e i. La tariffa di riferimento a regime deve coprire tutti i costi afferenti al servizio di gestione dei rifiuti urbani e deve rispettare la seguente equivalenza: ST n = (CG + CC) n-1 (1 + IP n - X n ) + CK n ST n = totale delle entrate tariffarie di riferimento CG n-1 = costi di gestione del ciclo dei servizi attinenti i rifiuti solidi urbani dell'anno precedente CC n-1 = costi comuni imputabili alle attività relative ai rifiuti urbani dell'anno precedente IP n = inflazione programmata per l'anno di riferimento X n = recupero di produttività per l'anno di riferimento CKn = costi d'uso del capitale relativi all'anno di riferimento Il valore IP n - X n è stato calcolato come segue: IP n pari a (fonte ); X n pari a Nei paragrafi 5.1 e 5.2 sono indicate separatamente le voci di costo costituenti rispettivamente la parte fissa e la parte variabile. CG - COSTI OPERATIVI DI GESTIONE CGIND COSTI DI GESTIONE DEL CICLO DEI SERVIZI PER I RSU INDIFFERENZIATI CSL costi di spazzamento e lavaggio strade e piazze pubbliche: personale comunale 54.508,50 54.508,50 11

CSL costi di spazzamento e lavaggio strade e piazze pubbliche: spese di gestione e di manutenzione dell'automezzo comunale CSL spazzamento meccanizzato CSL costi di spazzamento e lavaggio strade e piazze pubbliche: materiale di consumo CRT costi di raccolta e trasporto RSU 26.108,50 indifferenziati: servizio svolto da S.E.A.B. CRT costi di raccolta e trasporto RSU indifferenziati: acquisto dei sacchi CTS costi di trattamento e smaltimento RSU 28.400,00 indifferenziati: servizio svolto da S.E.A.B. AC altri costi: sabbie di spazzamento AC altri costi: gestione post chiusura discarica CGD COSTI DI GESTIONE DEL CICLO DELLA RACCOLTA DIFFERENZIATA CRD COSTI DI RACCOLTA DIFFERENZIATA Verde 3.500,00 Plastica 514,80 Carta e cartone 514,80 Cestini per la carta Ecostazione consortile Ingombranti + trasporti cassoni 1.452,00 stazione ecologica Carta e cartone utenze non domestiche Sacchi per imballaggi misti Sacchi materiale biodegradabile per organico Noleggio e manutenzione campane per il vetro Nolo cassone punto conferimento comunale Pile e farmaci 136,40 Biopattumiere Raccolta vetro 893.20 7.011,20 CTR COSTI DI TRATTAMENTO E RICICLO Carta Imballaggi carta e cartone Rifiuti biodegradabili di cucine e mense Imballaggi in vetro Imballaggi in materiali misti Sabbie da spazzamento 12

Rifiuti biodegradabili (potature) Rifiuti ingombranti Miscugli o scorie di cemento, mattoni, mattonelle e ceramiche, diverse da quelle di cui alla voce 170106 (inerti) Abbigliamento Imballaggi in plastica Legno diverso da quello di cui alla voce 200138 Apparecchiature fuori uso contenenti clorofluorocarburi Oli minerali RAEE pericolosi RAEE non pericolosi Neon Metallo Batterie e accumulatori Medicinali diversi da quelli di cui alla voce 200131 Batterie e accumulatori diversi da quelli di cui alla voce 200133 Pneumatici fuori uso Oli vegetali Componenti rimossi da apparacchiature fuori uso, diversi da quelli di cui alla voce 160215 (toner) Imballaggi contenenti materiale 7.011,20 7.011,20 pericoloso CC - COSTI COMUNI CARC COSTI AMMINISTRATIVI DELL'ACCERTAMENTO, DELLA RISCOSSIONE, DEL CONTENZIOSO Riscossione in concessione Personale interno: circa 2 % 2.451,00 Canone di manutenzione del software 2.451,00 CGG COSTI GENERALI DI GESTIONE Spese di funzionamento del Consorzio intercomunale CO.S.R.A.B. 5.000,00 Spese generali (acqua, energia elettrica, riscaldamento, telefono, cancelleria, manuali, dispense) 5.000,00 CCD COSTI COMUNI DIVERSI Costi comuni dovuti al servizio S.E.A.B. 2.148,30 4.248,30 13

Multa per mancato raggiungimento della quota minima di raccolta differenziata 2.100,0 CK COSTI D USO DEL CAPITALE Accantonamenti Ammortamenti S.E.A.B 781,00 12.480,30 Remunerazione del capitale investito 781,00 TOTALE 74.000,00 5.1 Parte fissa CG - COSTI OPERATIVI DI GESTIONE CGIND COSTI DI GESTIONE DEL CICLO DEI SERVIZI PER I RSU INDIFFERENZIATI CSL costi di spazzamento e lavaggio strade e piazze pubbliche: personale comunale CSL costi di spazzamento e lavaggio strade e piazze pubbliche: spese di gestione e di manutenzione dell'automezzo comunale CSL - spazzamento meccanizzato CSL costi di spazzamento e lavaggio strade e piazze pubbliche: materiale di consumo AC altri costi: sabbie di spazzamento AC altri costi: gestione post chiusura discarica CC - COSTI COMUNI CARC COSTI AMMINISTRATIVI DELL'ACCERTAMENTO, DELLA RISCOSSIONE, DEL CONTENZIOSO Riscossione in concessione Personale interno: circa 2 % 2.451,00 Canone di manutenzione del software 2.451,00 CGG COSTI GENERALI DI GESTIONE Spese di funzionamento del Consorzio 5.000,00 intercomunale CO.S.R.A.B. Spese generali (acqua, energia elettrica, riscaldamento, telefono, cancelleria, manuali, dispense) 5.000,00 CCD COSTI COMUNI DIVERSI Costi comuni dovuti al servizio S.E.A.B. 2.148,30 Multa per mancato raggiungimento della quota minima di raccolta differenziata 2.100,0 4.248,30 CK COSTI D USO DEL CAPITALE Accantonamenti Ammortamenti S.E.A.B 781,00 781,00 14

Remunerazione del capitale investito 12.480,30 TOTALE 12.480,30 5.2 Parte variabile CG - COSTI OPERATIVI DI GESTIONE CGIND COSTI DI GESTIONE DEL CICLO DEI SERVIZI PER I RSU INDIFFERENZIATI CRT costi di raccolta e trasporto RSU 26.108,50 indifferenziati: servizio svolto da S.E.A.B. CRT costi di raccolta e trasporto RSU indifferenziati: acquisto dei sacchi CTS costi di trattamento e smaltimento RSU 28.400,00 indifferenziati: servizio svolto da S.E.A.B. 54.508,50 CGD COSTI DI GESTIONE DEL CICLO DELLA RACCOLTA DIFFERENZIATA CRD COSTI DI RACCOLTA DIFFERENZIATA Verde 3.500,00 Plastica 514,80 Carta e cartone 514,80 Ecostazione consortile Ingombranti + trasporti 1.452,00 cassoni stazione ecologica Carta e cartone utenze non domestiche Sacchi per imballaggi misti Sacchi materiale biodegradabile per organico Noleggio e manutenzione campane per il vetro Nolo cassone punto conferimento comunale Pile e farmaci 136,40 Biopattumiere Raccolta vetro 893,20 7.011,20 CTR COSTI DI TRATTAMENTO E RICICLO Carta Imballaggi carta e cartone Rifiuti biodegradabili di cucine e mense Imballaggi in vetro Imballaggi in materiali misti Rifiuti biodegradabili (potature) Rifiuti ingombranti 15

Miscugli o scorie di cemento, mattoni, mattonelle e ceramiche, diverse da quelle di cui alla voce 170106 (inerti) Abbigliamento Imballaggi in plastica Legno diverso da quello di cui alla voce 200138 Apparecchiature fuori uso contenenti clorofluorocarburi Oli minerali RAEE pericolosi RAEE non pericolosi Neon Metallo Batterie e accumulatori Medicinali diversi da quelli di cui alla voce 200131 Batterie e accumulatori diversi da quelli di cui alla voce 200133 Pneumatici fuori uso Oli vegetali Componenti rimossi da apparacchiature fuori uso, diversi da quelli di cui alla voce 160215 (toner) Filtri olio Imballaggi contenenti materiale pericoloso 7.011,20 61.519,70 TOTALE 61.519,7 5.3 Incidenza della parte fissa e della parte variabile Parte fissa. 12.480,30 17 % Parte variabile. 61.519,70 83 % Totale. 74.000,00 100 % 16

6. Le risorse finanziarie: il tributo comunale sui rifiuti dell anno 2014 6.1 Parte fissa Suddivisione della parte fissa tra utenze domestiche e utenze non domestiche Superfici Utenze domestiche m 2 34.455 81% Utenze non domestiche m 2 8.077 19 % TOTALE m 2 42.532 100 % La parte fissa totale è suddivisa tra utenze domestiche e utenze non domestiche sulla base delle rispettive superfici complessive. Parte fissa Utenze domestiche 10.109,00 81 % Utenze non domestiche 2.371,30 19 % TOTALE 12.480,30 100 % 6.1.1 Tariffa fissa per le utenze domestiche La quota fissa della tariffa per le utenze domestiche si ottiene come prodotto della quota unitaria ( /m 2 ) per la superficie dell'utenza (m 2 ) corretta per un coefficiente di adattamento (Ka) secondo la seguente espressione: dove: TFd(n, S) = Quf S Ka(n) TFd(n,S) = quota fissa della tariffa per un'utenza domestica con n componenti il nucleo familiare e una superficie pari a S; n = numero di componenti del nucleo familiare; S = superficie dell'abitazione (m 2 ); Quf = Quota unitaria ( /m 2 ), determinata dal rapporto tra i costi fissi attribuibili alle utenze domestiche e la superficie totale delle abitazioni occupate dalle utenze medesime, corretta per il coefficiente di adattamento (Ka). dove: Quf = Ctuf/ Σn S tot (n) Ka (n) Ctuf = totale dei costi fissi attribuibili alle utenze domestiche. S tot (n) = Superficie totale delle utenze domestiche con n componenti del nucleo familiare. Ka (n) = Coefficiente di adattamento che tiene conto della reale distribuzione delle superfici degli immobili in funzione del numero di componenti del nucleo familiare costituente la singola utenza. I valori di tali coefficienti sono riportati nelle tabelle 1a e 1b dell Allegato 1 al D.P.R. 158/1999 e sono stati elaborati per le tre aree geografiche e per comuni con popolazione superiore e inferiore ai 5000 abitanti rispettivamente, sulla base dei dati ISTAT. 17

a) Totale delle superfici occupate da nuclei familiari A B C D = B X C nucleo familiare superficie m 2 ka Nord (Allegato 1, m 2 x ka = m 2 D.P.R. 158/1999) convenzionali 1 componente 13347 0,84 11.211,48 2 componenti 9717 0,98 9.522,66 3 componenti 6146 1,08 6.637,68 4 componenti 4805 1,16 5.573,80 5 componenti 440 1,24 545,60 6 o più componenti 0 1,30 0 Totale superfici reali m 2 34455 Totale superfici convenzionali m 2 33.491,22 Quf costo unitario al m 2 convenzionale = Tot. costo Parte fissa utenze domestiche/tot. superfici m 2 convenzionali utenze domestiche (. 10.109/m 2 33.491,22) = /m 2 0,302 b) Tariffa fissa al m 2 per singolo nucleo familiare A B C D = B X C nucleo familiare Quf m 2 convenzionale ka Nord (Allegato 1, D.P.R. 158/1999) Tariffa fissa al m 2 per nucleo familiare 1 componente 0,302 0,84 0,254 2 componenti 0,302 0,98 0,296 3 componenti 0,302 1,08 0,326 4 componenti 0,302 1,16 0,350 5 componenti 0,302 1,24 0,374 6 o più componenti 0,302 1,30 0,392 c) Tariffa fissa complessiva per fasce di nuclei familiari A B C D = B X C nucleo familiare Tariffa fissa al m 2 per nucleo Superfici reali m 2 Totale tariffa fissa familiare 1 componente 0,254 13347 3.390,14 2 componenti 0,296 9717 2.876,23 3 componenti 0,326 6146 2.003,60 4 componenti 0,350 4805 1.681,75 5 componenti 0,374 440 164,565 6 o più componenti 0,392 0 0 Totale tariffa fissa nuclei familiari 10.116,285 18

L'introito complessivo sopra riportato, relativo alla parte fissa della tariffa domestica, garantisce la copertura dei relativi costi pari ad. 10.109,00. 6.1.2 Tariffa fissa per le utenze non domestiche La quota fissa della tariffa binomia per le utenze non domestiche si ottiene come prodotto della quota unitaria ( /m 2 ) per la superficie dell'utenza (m 2 ) per il coefficiente potenziale di produzione Kc secondo la seguente espressione: dove: TFnd (ap, S ap ) = Qapf S ap (ap) Kc (ap) TFnd(ap, S ap ) = Quota fissa della tariffa per un'utenza non domestica di tipologia di attività produttiva ap e una superficie pari a S ap. S ap = superficie dei locali dove si svolge l'attività produttiva Qapf = Quota unitaria ( /m 2 ), determinata dal rapporto tra i costi fissi attribuibili alle utenze non domestiche e la superficie totale dei locali occupati dalle utenze medesime, corretta per il coefficiente potenziale di produzione (Kc) dove: Qapf = Ctapf/ Σ ap S tot (ap) Kc (ap) Ctapf = totale dei costi fissi attribuibili alle utenze non domestiche S tot (ap) = Superficie totale dei locali dove si svolge l'attività produttiva ap. Kc (ap) = Coefficiente potenziale di produzione che tiene conto della quantità potenziale di produzione di rifiuto connesso alla tipologia di attività. Gli intervalli dei valori attribuibili a tale coefficiente, che dovrà essere determinato dall'ente locale, sono riportati nelle tabelle 3a e 3b dell Allegato 1 al D.P.R. 158/1999 e sono stati elaborati per le tre aree geografiche e per comuni con popolazione superiore e inferiore ai 5000 abitanti rispettivamente. a) Totale delle superfici occupate da attività della categoria: A B C D E = C X D kc Nord min./medio/max. m 2 x Kc = N. descrizione categoria m 2 fino a 5.000 m 2 abitanti convenziona (Allegato 1, li D.P.R. 158/1999) 1 Musei, biblioteche, scuole, associazioni, luoghi di culto 0 0,415 0 2 Campeggi, distributori carburanti 251,38 0,800 201,10 3 Stabilimenti balneari 0 0,505 0 4 Esposizioni, autosaloni 0 0,365 0 5 Alberghi con ristorante 0 1,200 0 19

6 Alberghi senza ristorante 0 0,855 0 7 Case di cura e riposo 3.050,00 1,500 4575,00 8 Uffici, agenzie, studi professionali 18,75 1,065 19,97 9 Banche ed istituti di credito 0 0,565 0 10 Negozi abbigliamento, calzature, libreria, cartoleria, ferramenta, e altri beni durevoli 713,00 0,990 705,87 11 Edicola, farmacia, tabaccaio, plurilicenze 90,00 1,160 104,40 12 Attività artigianali tipo botteghe (falegname, idraulico, fabbro, elettricista, 225,00 1,040 234,00 parrucchiere) 13 Carrozzeria, autofficina, elettrauto 75,00 1,160 87,00 14 Attività industriali con capannoni di produzione 200,00 0,910 182,00 15 Attività artigianali di produzione beni specifici 297,00 1,090 323,73 16 Ristoranti, trattorie, osterie, pizzerie 345,00 2,420 834,90 17 Bar, caffè, pasticceria 80,00 4,960 396,80 18 Supermercato, pane e pasta, macelleria, salumi e formaggi, generi alimentari 2.132,00 1,760 3.752,32 19 Plurilicenze alimentari e/o miste 350,00 2,075 726,25 20 Ortofrutta, pescherie, fiori e piante 0 8,250 0 21 Discoteche, night club 250,00 1,640 410,00 Totale superfici reali m 2 8.077,13 Totale superfici convenzionali m 2 12.553,34 Il parametro Kc di cui alla tabella 3b dell'allegato 1 al D.P.R. 158/1999, è stato variato nel rispetto dei limiti consentite dall'art.1, comma 652 della Legge 27/12/2013 (Legge di stabilità 2014) Qapf costo unitario al m 2 convenzionale = Tot. Parte fissa utenze non domestiche/tot. superfici m 2 convenzionali utenze non domestiche (. 2371,30 /m 2 12.553,34) = /m 2 0,189 b) Tariffa fissa al m 2 per singole categorie di utenze non domestiche A B C D E = C X D kc Nord N. descrizione categoria min./medio/max. Qapf costo Tariffa fissa al unitario al m 2 fino a 5.000 m 2 per abitanti convenzionale categoria (Allegato 1, D.P.R. 158/1999) 1 Musei, biblioteche, scuole, associazioni, luoghi di culto 0,189 0,415 0,078 2 Campeggi, distributori carburanti 0,189 0,800 0,151 3 Stabilimenti balneari 0,189 0,505 0,095 4 Esposizioni, autosaloni 0,189 0,365 0,069 20

5 Alberghi con ristorante 0,189 1,200 0,227 6 Alberghi senza ristorante 0,189 0,855 0,162 7 Case di cura e riposo 0,189 1,500 0,284 8 Uffici, agenzie, studi professionali 0,189 1,065 0,201 9 Banche ed istituti di credito 0,189 0,565 0,107 10 Negozi abbigliamento, calzature, libreria, cartoleria, ferramenta, e 0,189 0,990 0,187 altri beni durevoli 11 Edicola, farmacia, tabaccaio, plurilicenze 0,189 1,160 0,219 12 Attività artigianali tipo botteghe ( falegname, idraulico, fabbro, 0,189 1,040 0,197 elettricista, parrucchiere) 13 Carrozzeria, autofficina, elettrauto 0,189 1,160 0,219 14 Attività industriali con capannoni di produzione 0,189 0,910 0,172 15 Attività artigianali di produzione beni specifici 0,189 1,090 0,206 16 Ristoranti, trattorie, osterie, pizzerie 0,189 2,420 0,457 17 Bar, caffè, pasticceria 0,189 4,960 0,937 18 Supermercato, pane e pasta, macelleria, salumi e formaggi, 0,189 1,760 0,333 generi alimentari 19 Plurilicenze alimentari e/o miste 0,189 2,075 0,392 20 Ortofrutta, pescherie, fiori e piante 0,189 8,250 1,559 21 Discoteche, night club 0,189 1,640 0,310 c) Tariffa fissa complessiva per categorie di utenze non domestiche A B C D E = C X D N. descrizione categoria superfici m 2 Tariffa fissa al m 2 per categoria Totale tariffa fissa 1 Musei, biblioteche, scuole, associazioni, luoghi di culto 0 0,078 0,00 2 Campeggi, distributori carburanti 251,38 0,151 37,958 3 Stabilimenti balneari 0 0,095 0,0 4 Esposizioni, autosaloni 0 0,069 0,0 5 Alberghi con ristorante 0 0,227 0,0 6 Alberghi senza ristorante 0 0,162 0,0 7 Case di cura e riposo 3.050,00 0,284 866,2 8 Uffici, agenzie, studi professionali 18,75 0,201 3,769 9 Banche ed istituti di credito 0 0,107 0,0 21

10 Negozi abbigliamento, calzature, libreria, cartoleria, ferramenta, e altri 713,00 0,187 133,331 beni durevoli 11 Edicola, farmacia, tabaccaio, plurilicenze 90,00 0,219 19,71 12 Attività artigianali tipo botteghe (falegname, idraulico, fabbro, 225,00 0,197 44,325 elettricista, parrucchiere) 13 Carrozzeria, autofficina, elettrauto 75,00 0,219 16,425 14 Attività industriali con capannoni di produzione 200,00 0,172 34,4 15 Attività artigianali di produzione beni specifici 297,00 0,206 61,182 16 Ristoranti, trattorie, osterie, pizzerie 345,00 0,457 157,665 17 Bar, caffè, pasticceria 80,00 0,937 74,96 18 Supermercato, pane e pasta, macelleria, salumi e formaggi, generi 2.132,00 0,333 709,956 alimentari 19 Plurilicenze alimentari e/o miste 350,00 0,392 137,2 20 Ortofrutta, pescherie, fiori e piante 0 1,559 0,0 21 Discoteche, night club 250,00 0,310 77,5 Totale tariffa fissa utenze non domestiche 2374,581 L'introito complessivo sopra riportato, relativo alla parte fissa della tariffa non domestica, garantisce la copertura dei relativi costi pari ad. 2371,30. 6.2 Parte variabile La quota variabile della tariffa per le utenze domestiche si ottiene come prodotto della quota unitaria per un coefficiente di adattamento (Kb) per il costo unitario ( /kg) secondo la seguente espressione: TVd = Quv Kb (n) Cu dove: TVd = Quota variabile della tariffa per un'utenza domestica con n componenti il nucleo familiare. Quv = Quota unitaria, determinata dal rapporto tra la quantità totale di rifiuti prodotta dalle utenze domestiche e il numero totale delle utenze domestiche in funzione del numero di componenti del nucleo familiare delle utenze medesime, corrette per il coefficiente proporzionale di produttività (Kb). Quv = Qtot / Σ n N(n) Kb(n) dove: Qtot = Quantità totale di rifiuti N(n) = Numero totale delle utenze domestiche in funzione del numero di componenti del nucleo familiare 22

Kb (n) = Coefficiente proporzionale di produttività per utenza domestica in funzione del numero dei componenti del nucleo familiare costituente la singola utenza. I valori di tali coefficienti sono riportati nella tabella 2. Cu = Costo unitario ( /kg). Tale costo è determinato dal rapporto tra i costi variabili attribuibili alle utenze domestiche e la quantità totale di rifiuti prodotti dalle utenze domestiche. La quota variabile della tariffa per le utenze non domestiche si ottiene come prodotto del costo unitario ( /kg) per la superficie dell'utenza per il coefficiente di produzione (Kd) secondo la seguente espressione: TVnd(ap, S ap ) = Cu S ap (ap) Kd(ap) dove: TVnd(ap, S ap ) = Quota variabile della tariffa per un'utenza non domestica di tipologia di attività produttiva ap e una superficie pari a S ap. Cu = Costo unitario ( /Kg). Tale costo è determinato dal rapporto tra i costi variabili attribuibili alle utenze non domestiche e la quantità totale di rifiuti prodotti dalle utenze non domestiche. S ap = superficie dei locali dove si svolge l'attività produttiva. Kd(ap) = Coefficiente potenziale di produzione in kg/m 2 anno che tiene conto della quantità di rifiuto minima e massima connessa alla tipologia di attività. Nelle tabelle 4a e 4b dell Allegato 1 al D.P.R. 158/1999 sono riportati, per le tre aree geografiche per comuni con popolazione superiore e inferiore ai 5000 abitanti rispettivamente, gli intervalli di variazione di tali coefficienti in proporzione alle tipologie di attività. 6.2.1 Suddivisione della parte variabile tra utenze domestiche e utenze non domestiche La suddivisione della produzione di rifiuti urbani tra utenze domestiche e utenze non domestiche è eseguita secondo il metodo presuntivo di cui alla Circolare del Ministero dell Ambiente 7 ottobre 1999, n. GAB/99/17879/108 Produzione stimata di RSU dell anno 2012 Utenze domestiche Kg 155779 50 % Utenze non domestiche Kg 155779 50 % TOTALE Kg 311558 100 % La parte variabile per raccolta differenziata, in quanto copre i costi di raccolta differenziata, è suddivisa tra utenze domestiche e utenze non domestiche sulla base delle rispettive produzioni stimate di rifiuti conferiti. Gli importi indicati nella tabella che segue tengono conto di stimati.3.480,30 di riduzione tariffaria dovuta alle utenze non domestiche produttrici di rifiuti speciali assimilati agli urbani che dimostrano di aver avviato al riciclo direttamente o tramite soggetti autorizzati. Parte variabile Utenze domestiche 30.759,85 50 % Utenze non domestiche 30.759,85 50 % Totale di cui al paragrafo 5.2 61.519,70 100 % Riduzione 3.480,30 TOTALE 65.000,00 23

E assicurata la riduzione per la raccolta differenziata riferibile alle utenze domestiche, prevista dall articolo 14, comma 17, del decreto Legge 6 dicembre 2011, n. 201, e dall'articolo 4, comma 2, del decreto del Presidente della Repubblica 27 aprile 1999, n. 158, attraverso l abbattimento della parte variabile della tariffa complessivamente imputata a tali utenze in misura percentuale compresa tra il 30 % e il 70 %, del costo evitato di smaltimento finale dei rifiuti raccolti in maniera differenziata nell anno precedente (.5000,00). Nella tabella che segue è riportata la suddivisione dei rientri tra utenze domestiche e utenze non domestiche secondo il predetto criterio di agevolazione a favore delle utenze domestiche. Parte variabile Utenze domestiche 27.500,00 42,30 % Utenze non domestiche 37.500,00 57,70 % TOTALE 65.000,00 100 % 6.2.2 Parte variabile - utenze domestiche a) Totale nuclei familiari convenzionali A B C D = B X C nuclei familiari N. nuclei familiari kb Nord (Allegato 1, min./medio/max., D.P.R. 158/1999) Nuclei familiari convenzionali 1 componente 107 1,00 107 2 componenti 69 1,30 89,7 3 componenti 42 1,35 56,7 4 componenti 36 1,40 50,4 5 componenti 2 2,40 4,8 6 o più componenti 0 0,00 0 Totale nuclei familiari reali 256 Totale nuclei familiari convenzionali 308,6 Il parametro Kb di cui alla tabella 2 dell'allegato 1 al D.P.R. 158/1999, è stato variato nel rispetto dei limiti consentite dall'art.1, comma 652 della Legge 27/12/2013 (Legge di stabilità 2014) Quv Kg di R.S.U. per nucleo familiare convenzionale = Tot. Kg utenze domestiche/n. di nuclei familiari convenzionali Kg (155779/308,6) = Kg 504,79 per nucleo familiare convenzionale = T. 0,50 Cu costo al Kg di R.S.U. = Tot. Parte variabile utenze domestiche/kg R.S.U. utenze domestiche (.27.500,00/Kg.155779 ) = /Kg. 0,17653 =./T 176,53 24

b) Tariffa variabile A B C D E = C X D F G=E+F kb Nord Parametro Tariffa (Allegato 1, di variabile Quv Cu Tariffa min./medio/max., correzione per nucleo D.P.R. 158/1999) familiare nuclei familiari 1 componente 1,00 0,50 176,53 88,27 0,84 89,11 2 componenti 1,30 0,50 176,53 114,74 1,11 115,85 3 componenti 1,35 0,50 176,53 119,16 1,14 120,30 4 componenti 1,40 0,50 176,53 123,57 1,19 124,76 5 componenti 2,40 0,50 176,53 211,84 2,03 213,87 6 o più componenti 0,00 0,50 176,53 0,00 0,00 0,00 Il parametro di cui alla colonna F della precedente tabella permette di correggere gli importi tariffari indicati nella colonna E per raggiungere la copertura integrale dei costi complessivi. c) Tariffa variabile complessiva per nucleo familiare A B C D = B X C nuclei familiari N. Tariffa variabile per nucleo familiare Tariffa variabile complessiva 1 componente 107 89,11 9534,77 2 componenti 69 115,85 7993,65 3 componenti 42 120,30 5052,6 4 componenti 36 124,76 4491,36 5 componenti 2 213,87 427,74 6 o più componenti 0 0,00 0,0 Totale tariffa variabile utenze domestiche 27500,12 L'introito complessivo sopra riportato, relativo alla parte variabile della tariffa domestica, garantisce la copertura dei relativi costi pari ad. 27.500,00. 25

6.2.3 Parte variabile utenze non domestiche a) Produzione potenziale A B C D E = C X D N. descrizione categoria kd Nord Totale min./medio/max. fino superficie produzione m 2 a 5.000 abitanti potenziale (Allegato 1, D.P.R. kg 158/1999) 1 Musei, biblioteche, scuole, associazioni, luoghi di culto 0 3,400 0 2 Campeggi, distributori carburanti 251,38 9,800 2463,5 3 Stabilimenti balneari 0 4,155 0 4 Esposizioni, autosaloni 0 3,025 0 5 Alberghi con ristorante 0 9,860 0 6 Alberghi senza ristorante 0 7,020 0 7 Case di cura e riposo 3.050,00 12,290 37484,5 8 Uffici, agenzie, studi professionali 18,75 8,755 164,1 9 Banche ed istituti di credito 0 4,640 0 10 Negozi abbigliamento, calzature, libreria, cartoleria, ferramenta, e altri 713,00 7,613 5428,1 beni durevoli 11 Edicola, farmacia, tabaccaio, plurilicenze 90,00 9,530 857,7 12 Attività artigianali tipo botteghe ( falegname, idraulico, fabbro, 225,00 8,500 1912,5 elettricista, parrucchiere) 13 Carrozzeria, autofficina, elettrauto 75,00 13,000 975 14 Attività industriali con capannoni di produzione 200,00 11,250 2250 15 Attività artigianali di produzione beni specifici 297,00 12,000 3564 16 Ristoranti, trattorie, osterie, pizzerie 345,00 19,830 6841,3 17 Bar, caffè, pasticceria 80,00 18,000 1440 18 Supermercato, pane e pasta, macelleria, salumi e formaggi, generi 2.132,00 14,430 30764,8 alimentari 19 Plurilicenze alimentari e/o miste 350,00 10,000 3500 20 Ortofrutta, pescherie, fiori e piante 0 67,660 0 21 Discoteche, night club 250,00 19,000 4750 Totale produzione potenziale 102395,5 26