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7 Editore Srl Largo Messico, 15-00198 Roma Tel 06 98353089 insidermagazine.it SOMMARIO NOVEMBRE 2009 direttore editoriale Mariela A. Gizzi mrl.gizzi@gmail.com direttore responsabile Francesca d Aloja direzione@insidermagazine.it AMMINISTRAZIONE Raimondo Cappa amministrazione@insidermagazine.it redazione redazione@insidermagazine.it Laura Pagnini (coordinamento) pagnini@insidermagazine.it SCI: SI APRE LA STAGIONE SPORT FORMELLO FIDIA VOLLEY INTERVISTA TOY SOLDIER COLLEZIONISMO progetto grafico e impaginazione Srl info@csgraphicdesign.it Federica Favale (collab. grafica) federica.favale@hotmail.it 36 38 44 pubblicità 335 8023548 pubblicità@insidermagazine.it hanno collaborato Alberto M. Castagna Angelo Troiani Antonella Pirolli Camillo Tondi Carlotta Miceli Picardi Carlo Santi Delfina Giannattasio Elvira Carosi Francesco Mantica Gianni Boninsegna Jacopa Stinchelli Laura D Ambrosio Laura Mocci Luca Bernabei Maria Laura Perilli Raffaele Pannella Tatiana De Monte Tullio Di Donato Valentina Falcinelli Valeria Gruppo Immobiliare KENYA VIAGGI 12 MERCATINI DI NATALE ITINERARI 46 SERGIO LEONE CINEMA 50 STEVE LA CHANCE INTERVISTA 52 stampa Fotolito Moggio Via Strada Galli, 5 Villa Adriana - Roma fotolitomoggio@tin.it distribuzione Clodia Service Via Ugo Bartolomei, 22/24 000136 Roma Tel 06 95218700 - Fax 06 95218719 info@clodiaservice.it PETRA ITINERARI 8 GUESS MODA 22 GOLF: COSTANTINO ROCCA SPORT 28 PERCORSI DEL BUON GUSTO ENOGASTRONOMIA 58 FIABE DALL OCEANIA FUMETTI 65 VIAGGIO NELLO STILE ARCHITETTURA 79 ANNO 1 - NUMERO 7 Copia omaggio novembre 2009 Registrazione presso il Tribunale di Roma al n. 58/2009 del 25/2/2009 è vietata la riproduzione anche parziale di testi, grafica, immagini e spazi pubblicitari realizzati da: INSIDER MAGAZINE Srl www.vanni.it coldilana@vanni.it www.palombini.it www.pierluigi.it Roma - Via Cassia, 1801 (La Storta) Tel. 0630896495 Formello Zona Industriale ERRATE CORRIGE Per un errore redazionale, l articolo L Italia vola a ritmo d oro, pubblicato sul numero di ottobre, è stato attribuito a Daniele Poto invece che al reale autore Carlo Santi. Autrice dell articolo Orto botanico nel cuore di Trastevere è la Prof. Loretta Gratani. Ce ne scusiamo con gli interessati.

PETRA, LA CITTÀ SCOLPITA NELLA ROCCIA di Laura Pagnini Petra è il più bel luogo della terra... non per le rovine, ma per i colori delle sue rocce tutte rosse e nere con strisce verdi e azzurre e per le forme delle sue pietre e guglie Non saprai mai che cosa sia Petra in realtà, a meno che tu non ci venga di persona. Thomas E. Lawrence (Lawrence d Arabia) in viaggio con l unesco Khasneh al Faroun Dichiarata nel 1985 Patrimonio dell Umanità dall UNESCO e proclamata nel 2007 una delle Sette Meraviglie del Mondo Moderno, Petra, regina dei tesori nazionali della Giordania, rappresenta un capolavoro di architettura e ingegneria idraulica unico nel suo genere. Il nome attribuitole in realtà non è quello originario, ma la traduzione greca (πέτρα) di Sela (in ebraico roccia ), termine con cui la Bibbia designa la capitale del regno di Edom. Posta a circa 250 km a Sud di Amman, in un bacino tra le montagne ad Est della grande valle di Wadi Araba, estesa dal Mar Morto fino al Golfo di Aqaba, fu una città edomita fino a quando, intorno al 500 a.c., i Nabatei - una popolazione araba che gestiva i traffici dei carovanieri nella tratta settentrionale della Penisola Araba tra Al-Hijr (Madā in Sālih) e la costa mediterranea - ne fecero la capitale del proprio regno, abbandonando così il nomadismo. Poiché nascosta tra montagne invalicabili, essa costituiva una fortezza imprendibile e una postazione strategica dalla quale era possibile dominare le rotte commerciali dell antica Arabia, imponendo pedaggi e proteggendo le carovane cariche di pelli di animali, avorio africano, spezie e sete indiane. Il Regno Nabateo durò diversi secoli e Petra divenne una città ammirata ovunque per la sua cultura, architettura e il suo ingegnoso complesso di dighe e canali. Scomparsi i Nabatei, nel 106 venne annessa all Impero Romano, entrando a far parte della Provincia d Arabia che, proprio da questa, prese il nome di Arabia Petrea. Dal IV secolo la città appartenne all Impero d Oriente e fu sede di un Episcopato. Seguì un breve periodo di occupazione, durante la presenza crociata in Palestina e poi fu la volta della conquista musulmana. Da quel momento non se ne ebbero più notizie fino al 1812, quando venne riscoperta dall esploratore svizzero Johann Ludwig Burckhardt. Petra, la città rosa, è unica al mondo sia per la sua spettacolare collocazione - nelle profondità di una stretta gola nel deserto, a 1100 metri sul livello del mare - sia per il fatto di possedere molti edifici scavati nella roccia. Quest ultima, l arenaria policroma di età paleozoica, è il risultato della sedimentazione e dell accumulo di piccoli granelli di sabbia in strati o bancate e ha come peculiarità le variazioni di colore - dal verde all azzurro, dal rosso fuoco al giallo ocra, fino al bianco - dovute alla diversa concentrazione degli ossidi generatasi durante il lungo processo di consolidamento. Interno Khasneh al Faroun

11 Chi vorrà godere del fascino delle straordinarie striature multicolore, allora dovrà attendere le prime ore del mattino o del tardo pomeriggio. L ingresso più caratteristico della città, raggiungibile solo a piedi o a cavallo, è quello a Est, attraverso il quale si accede a un canyon, o Siq - lungo circa 1,5 km e profondo fino a 200 metri - generatosi durante un terremoto preistorico. Qui, procedendo lungo il corridoio - che nel punto più stretto è ampio appena 2 metri - si possono osservare iscrizioni in linguaggi antichi, stanze ricavate nell arenaria e, in ultimo, il monumento più bello di Petra: il Khasneh al Faroun o Tesoro del Faraone, scavato interamente nella roccia e reso famoso dalla sequenza finale del film Indiana Jones e l ultima Crociata (1982). Proseguendo ancora per sentieri e salite, ci si imbatte in centinaia di tombe, facciate di templi, sale funebri e bassorilievi; ma, soprattutto, nello spettacolare palazzo tombale in stile romano, nel gigantesco Deir (monastero) e nel teatro da 3.000 posti del I secolo d.c., nonché nel Museo Archeologico che ospita un ampia collezione di ritrovamenti. Per effettuare un tour completo del grandioso complesso di rovine, una settimana non è sufficiente. Oltre a costituire un sorprendente modello di architettura, Petra rappresenta anche un eccezionale esempio di ingegneria idraulica, grazie al sistema di distribuzione idrico - paragonabile a quello di Roma nella stessa epoca - che fece della città una vera e propria oasi artificiale nel mezzo di una regione semidesertica. Esso era progettato per raccogliere e distribuire l acqua, superando i forti dislivelli del terreno attraverso sbarramenti e cisterne a cielo aperto. Nel Siq l acqua scorreva all interno di gallerie scavate nella roccia e intonacate con gesso impermeabile e in una rete idrica in leggera pendenza, realizzata con tubi in terracotta o ceramica, che alimentava l acquedotto, 200 cisterne, i bacini di raccolta e un ninfeo adibito a fontana pubblica. Una seconda rete di maggiore portata raccoglieva a sua volta l acqua da sorgenti più lontane, in modo da rifornire i quartieri situati in alto. L intero sistema, completato da un gran numero di cisterne sotterranee, era in grado di far giungere a Petra circa 40 milioni di litri di acqua al giorno Deir Tombe Teatro

13 Pensate ai luoghi più belli del mondo, lasciatevi trasportare dall immaginazione attraverso riserve naturali sconfinate, ripide montagne, spiagge perfette e verso tutto ciò che più vi affascina. Sognate le destinazioni migliori per l avventura, il relax, la cultura e lo sport. Poi, immaginate tutti questi luoghi raccolti in un solo paese: il Kenya. Situato sulla parte orientale dell Africa, il Kenya è la terra delle savane sconfinate, dei parchi marini e naturali, dove trovare animali che in nessun altra parte del mondo è possibile vedere. Il Kenya si vive come un viaggio Safari attraverso la natura selvaggia e le profonde tradizioni culturali del suo popolo: in qualunque luogo si decida di andare, la gente, gli animali e gli spazi infiniti lasceranno un ricordo indelebile e un senso di appartenenza a questo mondo. I primi esploratori europei approdarono sulla costa kenyana con il proposito di grandiosi viaggi nell ignoto. I loro portatori chiamarono questi viaggi Safari. Un Safari in Kenya è in realtà un viaggio bellissimo nel cuore dell Africa nera, dove è possibile ammirare il tripudio della natura, con il rispetto per l incredibile magia che il paesaggio africano sa offrire; dove è possibile vivere la savana a 360, ascoltarne i rumori, scoprire le abitudini degli animali che la popolano e dormire in campi tendati o in lussuosi lodge. LiBeri di sognare SIAMO IN AFRICA di Tatiana De Monte I Safari naturalistici del Sud offrono un maestoso spettacolo, attraverso i parchi del Lago Nakuru, Amboseli, Masai Mara e Tsavo. Il Masai Mara, aperto nel 1961, è uno dei Parchi più famosi dell Africa. Estensione naturale del Serengeti in Tanzania, copre un area di circa 300 km. Quando le piogge ne riportano in vita le praterie, nelle ampie pianure rimbomba il tuono degli zoccoli di un milione e mezzo di gnu, in migrazione dal Serengeti verso il Nord. Lo spettacolo che ne risulta è una visione che supera ogni immaginazione ed è considerato uno dei più suggestivi al mondo. Il Tsavo è invece il Parco più esteso del Kenya, con i suoi 20.000 kmq, diviso dalla strada Nairobi-Mombasa in Parco Est, non del tutto visitabile e Parco Ovest, caratterizzato da foreste fluviali, montagne, laghi e vaste pianure. Qui si incontrano leopardi, antilopi, elefanti, ippopotami, coccodrilli e uccelli acquatici. Il Nakuru National Park a sua volta comprende il lago Nakuru, teatro di uno degli spettacoli ornitologici più belli del mondo: centinaia di migliaia di fenicotteri rosa ricoprono il bacino per nutrirsi di alghe e colorano di rosa il cielo quando si alzano in volo. Infine, all Amboseli National Park - soprannominato anche Terra dei Giganti, per la più alta concentrazione di elefanti - l attrazione maggiore è il Kilimangiaro, con la vetta a c.a. 5900 mt., sempre innevata. La sistemazione logistica per pernottare durante un Safari dipende dallo spirito con cui si desidera vivere questo tipo di esperienza. Per chi vuole essere più a contatto con la natura, i campi tendati sono la soluzione migliore, pur mantenendo tutti i comfort, con bagni privati e spazi ben definiti. Quasi sempre la tenda è montata su un basamento di cemento e ricoperta dal caratteristico tetto di makuti, per proteggerla dal sole caldo del giorno e dalla pioggia. Davanti vi è un ampia veranda con sedie e tavolini, mentre nella parte posteriore è posta la zona servizi, semplice ma funzionale: wc da una parte e doccia con acqua calda o fredda dall altra. Ristorante, bar, sala di lettura sono anch essi ubicati sotto grandi tende. Alcuni campi tendati sono di gran lusso. Ne è un esempio il Cottar s Camp, situato in una concessione esclusiva all interno del Masai Mara, al confine con il Serengeti, con ampie tende e verande dotate di spettacolari viste sul parco. L arredamento è costituito da mobili in legno antico e il pavimento è ricoperto da splendidi kilims stile anni 20. Unico dettaglio moderno è il bagno con acqua corrente calda e fredda e doccia, ma con lavandini e candelabri d epoca. La cucina è ottima e i pasti sono serviti con posate d argento e bicchieri di cristallo. Premiato da più riviste specializzate quale migliore campo tendato del 2003, dispone di una bella piscina che permette di riposarsi dopo gli emozionanti fotosafari, ammirando il meraviglioso panorama offerto dal Masai Mara, coccolati da rilassanti massaggi. Soggiornare una o più notti in un campo tendato rende più intima e autentica l esperienza africana e in alcuni casi è anche l unica sistemazione possibile. In alternativa si possono scegliere i lodge. Nel Kenya settentrionale si trova il Loisaba Wilderness, costruito in pietra e legno, con vista sul Mount Kenya. Ogni camera ha ampie vetrate che si affacciano su di una veranda privata. Tutto l arredamento è stato fatto artigianalmente dalla mano d opera locale; ma la sua peculiarità eccezionale sono gli skybeds, letti situati su piattaforme di legno semicoperte da tettoie in paglia, che possono anche essere spostati nella

14 15 zona scoperta per provare l emozione di una meravigliosa notte sotto le stelle africane. Il lodge dispone anche di un attrezzatissima Spa, in grado di offrire rilassanti massaggi e trattamenti di bellezza per rendere ancora più speciale il soggiorno. Un lodge nascosto e segreto nel mezzo del Meru National Park è l Elsa s Kopje, sulle colline Mughwango, il luogo originario del campo di George Adamson, reso famoso dal film autobiografico Nata libera. I cottage, in sasso e legno, sono il prototipo della stanza con vista dal raffinato design e decorati con pezzi unici di artigianato locale, naturalmente incorporati nell altura di roccia che li ospita e dotati di piscina centrale e condivisa che guarda le pianure del Meru. La struttura dispone di una honeymoon suite, gioiello romantico disposto su 3 piani, che garantisce privacy e isolamento in uno dei luoghi più belli e selvaggi. Il Safari Costiero Sulla Costa Sud ci sono le più ampie spiagge bianche e una vasta gamma di servizi di ricezione. Dalle stazioni balneari a conduzione familiare, ai campeggi vicini alle spiagge; dalla pesca e le immersioni con i delfini, alla visita alle grotte lungo la costa; dalle escursioni nelle foreste, alla fantastica cucina e alla selvaggia vita notturna. Ma uno dei tratti di costa più belli del Kenya si trova a nord di Mombasa, a circa 25 km a sud-ovest di Malino, nella località di Watamu. Qui le spiagge sono bianchissime e il mare turchese è popolato da coralli e pesci di tutti i colori. Watamu è famosa per i suoi resort, ma sopratutto per la magnifica posizione in un tratto di costa mosso da tre baie susseguenti: Watamu bay, Blu Lagoon e Turtle bay. Quella più particolare è Watamu Bay, con una serie di isolotti di fronte, alcuni ricoperti da vegetazione; ma tutte e tre diventano particolarissime con la bassa marea, con i cordoni di sabbia che si uniscono tra di loro in una serie di spiagge grandissime. Il periodo migliore per gustarle appieno è quello che va da dicembre fino ad aprile inoltrato; poi le piogge tendono a convogliare sedimenti nei fiumi e questi intorbidiscono le acque del mare e fanno la loro comparsa distese di alghe che rendono meno piacevoli agli occhi le coste esposte. GOLF IN KENYA, DOVE LA NATURA DIVENTA GREEN Sono pochi al mondo i luoghi in grado di offrire tutti gli ingredienti per una perfetta vacanza golf e il Kenya, con i suoi 40 campi, è tra questi. La sua natura prorompente e lussureggiante ospita magnifici green dove anche il golfista più esigente potrà misurarsi sugli impegnativi percorsi disegnati con standard internazionali di grande qualità e al tempo stesso estasiarsi al cospetto di incantevoli panorami. Inoltre, le favorevoli condizioni climatiche, sugli altopiani così come sulla costa, ne fanno una meta ideale per giocare tutti i mesi dell anno. Il golf si abbina a una raffinata ospitalità in lodge di charme, da cui partire per i Safari in una delle 53 riserve naturali e parchi nazionali nelle vicinanze dei campi. Fin dai primi anni del 900, gli inglesi hanno saputo realizzare spettacolari campi nelle più belle zone del paese - la Rift Valley, i monti Aberdare, le pendici di un vulcano, le nevi perenni del Mount Kenya, tra le dolci casuarine e i palmeti affacciati sull Oceano Indiano - trasformando il gioco del golf in Kenya in un esperienza unica e inimitabile. Nairobi ospita ben 7 campi. Fondato nel 1906, il primo a 18 buche è il blasonato Royal Nairobi Golf Club, mentre il più recente è il Golf Park, 9 buche pay & play progettate da David Jones nell ippodromo di Nairobi. Al Muthaiga Golf Club si gioca il Kenya Open, avvenimento PGA tra i più attesi della stagione golfistica. Molti dei campi si trovano a oltre 1.500 mt d altitudine, garantendo ai tiri 10% di yardage in più. Il Kenya non offre le golf cart, ma il lusso dei portamazze, che solitamente sono anche dei bravissimi giocatori, in grado di dare utili consigli e assistenza durante il colpo. Negli altipiani le temperature massime toccano i 20, mentre sulla costa i 30. Anche durante le due stagioni delle piogge - aprile e novembre - è possibile praticare il golf, poiché la pioggia normalmente cade di sera e quasi mai quindi durante una partita

17 La voglia e il desiderio di dedicarsi a temi legati alla cultura cristiana portano lentamente alla scomparsa di temi figurati dalle pavimentazioni. Ancora presenti in ambiti periferici, dove compaiono soggetti legati alla mitologia (Faenza) o alla cristianità (Aquileia), nei mosaici pavimentali sembrano farsi avanti motivi ornamentali dalle proporzioni più ampie, quasi si avvertisse una certa resistenza a collocare sul pavimento motivi religiosi. In questo contesto è il mosaico parietale a trovare una maggiore forza e diffusione. Nato sulla scia di quello pavimentale, ne riprende la tecnica, adattandola alle proprie esigenze. Gli strati di malta sotto la superficie di tessere passano da due a tre e il terzo, arricchito con polvere di marmo, acquista maggior potenza coesiva. Su quest ultimo strato, quando è ancora umido, viene tracciata la composizione. La superficie scabra dell impasto, che nei mosaici pavimentali viene levigata accuratamente, diventa funzionale alla rifrazione della luce sulle singole tessere. Determinante per l effetto estetico è ora il rapporto fra immagine e osservatore. Un apparente mancanza di finitezza costringe a contemplare l insieme da lontano, sottolineando lo scopo che le raffigurazioni hanno nel mondo cristiano, ovvero istruire oltre che ornare. Realizzati principalmente in pasta vitrea, i mosaici mostrano una vivacità funzionale al significato delle immagini rappresentate. Nel IV secolo l abside è ancora riservata al Cristo e agli apostoli, ma quando, con Papa Damaso (366-384), si diffonde il culto delle reliquie, i Santi, dapprima timidamente, poi sempre con maggior vigore, arrivano a occupare le absidi. Il più antico mosaico cristiano conservato in una chiesa è quello di Santa Pudenziana a Roma (390 d.c.), raffigurante il Cristo circondato dagli apostoli, di fronte a una veduta di città reale. Nella composizione, il realismo è accentuato dalla scelta dei particolari della città raffigurata. Che si tratti di Roma o Gerusalemme, sono le capacità disegnative del mosaicista, che utilizza elementi tratti dalla tradizione classica, a rendere credibile l immagine. Cappella di Sant Aquilino Aquileia L ARTE DEL MOSAICO L ETÀ CRISTIANA di Laura Mocci Santa Pudenziana a Roma (390 d.c.) Lo stesso accade nella cappella di Sant Aquilino, nella chiesa di San Lorenzo Maggiore a Milano, databile alla fine del IV secolo. La raffigurazione del Cristo circondato dagli apostoli è pensata in termini spaziali: basti osservare i loro piedi per notare come essi siamo sentiti come reali. Anche il Cristo, pur collocato in posizione sopraelevata, mostra la mano sinistra perfettamente scorciata. Unica novità è l uso delle tessere dorate. Il legame di queste maestranze con la più raffinata tradizione tardo imperiale è evidente. Lo stesso può dirsi dello straordinario ciclo con storie dell Antico Testamento, conservato a Santa Maria Maggiore a Roma. Voluto da Papa Sisto III e datato 430 circa, è un esempio di colorismo funzionale dei mosaici paleocristiani. Per rendere comprensibili le scene collocate a notevole distanza, viene accentuato il tonalismo delle immagini, ricorrendo all uso di file di tessere d oro. L evoluzione di questa tendenza è apprezzabile nella decorazione dell arco trionfale della stessa basilica, con le storie dell Infanzia di Cristo. Qui, l uso del fondo dorato, si accompagna a una nuova trattazione delle immagini dovuta alle novità espresse dal concilio di Efeso. Il riconoscimento di Maria quale madre di Dio fa sì che la Vergine appaia abbigliata come una dama di corte e il Cristo bambino venga raffigurato come un sovrano circondato dai suoi armigeri (vd. Adorazione dei Magi). Allo stesso periodo è da riportare il sacello di Galla Placidia a Ravenna. La decorazione, realizzata tra il 425 e il 450, mostra però, vicino a spazi pensati ancora in termini ellenistico romani - come la lunetta del Buon Pastore - un amplificazione dello spazio che, seppur definita da modanature architettoniche musive, è assolutamente nuova. È una sorta di annullamento della realtà contingente, per immergersi nel trascendente. Questo elemento, codificato successivamente dalla tradizione bizantina, si trova in nuce nel Battistero degli Ortodossi, sempre a Ravenna. Nell edificio, lo spazio architettonico è diviso in zone distinte, in cui le figure sono collocate secondo una gerarchia ben precisa. Ancora nella stessa città, l evoluzione della decorazione basilicale è documentata a Sant Apollinare Nuovo, voluta da Teodorico nel 496. Suddivisa in tre fasce, la decorazione a mosaico occupa l intera navata. Nella inferiore, due cortei Galla Placidia - uno guidato dal Re e l altro dalla Regina - vanno verso il Cristo e la Vergine in trono. Questi cortei sono stati sostituiti con le teorie dei Santi e delle Sante Martiri in epoca bizantina. Nella fascia superiore, tra le finestre, compaiono i profeti e, sopra ancora, episodi del Nuovo Testamento. L introduzione di grandi immagini, così come l uso di tessere d argento nel nimbo di Cristo, è di derivazione orientale. Ancora all Oriente si ispira la decorazione di Sant Apollinare in Classe - consacrata dal Vescovo Massimiano nel 547 - in cui l abside è forse il risultato di due diversi progetti (la posizione del Santo ricorda quello del Cristo nella Trasfigurazione). Ma è a San Vitale che viene celebrato il cambio di orientamento. L edificio a pianta centrale è caratterizzato da una cupola ottagonale di chiara ascendenza costantinopolitana (Istanbul, chiesa dei Santi Sergio e Bacco). Nella cappella del coro sono concentrati la maggior parte degli elementi figurativi, mentre, nella parte restante, l opus sectile e la decorazione confermano l unità coloristica dell insieme. Quello che nella fase matura dell età bizantina diverrà un canone è qui accennato: il Cristo fiancheggiato dai quattro Angeli occupa il catino absidale mentre, sulle pareti laterali, gli episodi tratti dall Antico Testamento sovrastano i pannelli con le raffigurazioni della corte imperiale: Giustiniano a destra, Teodora a sinistra. In alto, nella cupola, in un trionfo di girali di acanto, quattro Angeli sostengono il clipeo con l agnus dei. Storie dell Antico Testamento, Santa Maria Maggiore Battistero degli Ortodossi Giustiniano Teodora Santa Sofia IL MOSAICO BIZANTINO Nella tradizione bizantina, fortemente imbevuta di cultura platonica, gli edifici e la loro decorazione sono concepiti come lo specchio dell Universo nel suo duplice aspetto: quello spirituale e quello materiale. Il primo trova posto nella cupola e nella volta dell abside, il secondo nel naos. Così, a San Vitale la raffigurazione del corteo imperiale guidato dall Imperatore, base e sostegno della Chiesa terrena, è reale, ma al contempo non credibile - si osservino i piedi dei cortigiani sovrapposti gli uni agli altri - mentre il Cristo in trono, nell abside, capo della Chiesa celeste, appare reale e credibile, saldo e sicuro nel suo ruolo di guida. Lo schema compositivo si regolarizza nel corso del tempo: le immagini rendono visibile il simbolismo intrinseco nella struttura architettonica e valgono per quello che sono e non per quello che insegnano. La stretta correlazione ideologica tra architettura e raffigurazione ha come risultato la perfetta armonia estetica di entrambe. Le zone a mosaico e quelle a incrostazioni marmoree sono equilibrate: le une rivestono le cupole e le absidi, le altre le pareti. Questo schema, presente già negli edifici del IV secolo - come il Mausoleo di Santa Costanza a Roma o il Battistero degli Ortodossi a Ravenna - si definisce nel periodo che va da Giustiniano (527-565) allo scoppio dell iconoclastia in Oriente (726) ed è in parte documentato in alcuni esempi romani (San Lorenzo fuori le mura, 578-590; Santo Stefano Rotondo 642-649; Oratorio di papa Giovanni nell antica San Pietro, di cui si conserva un frammento in Santa Maria in Cosmedin, 705-707), nelle decorazioni absidali a Cipro e in quelle sostituite nel periodo post iconoclasta, nella Chiesa dei Santi Apostoli e in quella di Santa Sofia a Costantinopoli e ancora in quelle di Daphni in Attica. Interrompendo il processo evolutivo, l iconoclastia - suddivisa in due periodi consecutivi, 726-787 e 815-843 - si manifesta con la semplificazione delle raffigurazioni: in luogo del Cristo appare una semplice croce su fondo d oro (vd. Dormizione a Nicea). Roma si oppone a questa tendenza. Papa Pasquale I (817-824), in pieno periodo iconoclasta, promuove e sostiene la rinascita del mosaico paleocristiano. Nella chiesa di Santa Prassede, costruita ispirandosi all antica San Pietro, la decorazione si rifà ai mosaici dei Santi Cosma e Damiano, sia per lo schema compositivo, che viene riletto alla luce dell esperienza bizantina, sia per la tecnica, utilizzando tessere di formato maggiore. Con la fine dell iconoclastia, i temi tratti dal ciclo evangelico entrano a far parte del canone della figurazione bizantina mostrando, dalla fine del sec. XII, una certa tendenza alla narrazione particolareggiata, come nei mosaici di Monreale e in quelli di Kahryie Djami a Istanbul

Arte Roberta Coni di Maria Laura Perilli 19 Omaggio a Vermeer Roberta Coni fonda da sempre il suo lavoro sulla fisiognomica, alla ricerca costante, instancabile dei moti dell animo, a partire dai tratti del volto. È un modo di operare di cui Leonardo è il grande precursore: farai la figura in atto tale, il quale sia sufficiente a dimostrare quello che essa ha nell anima; altrimenti la tua arte non sarà laudabile. L arte di Roberta Coni è, senza dubbio, laudabile! Il suo percorso artistico è tutto tessuto con il filo del rapporto artepsicologia, a partire dai lavori della Bella Addormentata sino a Idea Malsana, Senso e Epidermide dove, specie nell ormai noto ritratto di Eleonora - segnalato sulle Pagine Bianche d autore Telecom 2008/2009 - quanto di più inconscio affiora in superficie, raggrumandosi in segni sulla pelle, utili testimoni di un progressivo vissuto. Epidermide affronta, infatti, per mezzo di un virtuosismo iperrealistico elevatissimo, l evoluzione genetica in ambito familiare del segno sulla pelle, quale risultante nel tempo dello stratificarsi dei moti dell animo. Con i volti recenti - che nel mese di dicembre verranno presentati in una grande mostra personale alle Scuderie Aldo Brandini (Frascati) - ancor di più Roberta Coni, oltre a sottolineare che poiché la creazione artistica - come afferma Max J.Friedlander - qualunque essa sia, in ogni caso è un fatto spirituale, intellettuale, la scienza dell arte dovrà allora essere psicologia, dimostra quanto la pittura, la bella pittura, a dispetto di tanta pompieristica produzione artistica recente, sopravvalutata e poi sgonfiatasi sotto il peso della crisi, può avere la forza di trasmettere messaggi attuali con tecnica sottilmente innovativa Roberta Coni è nata nel 1976 a Roma, dove attualmente vive e lavora. Laureata in pittura all Accademia di belle arti, è vincitrice del progetto Erasmus nella Facultad de Bellas Artes Alonso Cano di Granata, in Spagna e della borsa di studio per artisti della fondazione Rotary presso l Accademy of Art University di San Francisco, in California. Ha al suo attivo numerose mostre collettive e personali presso sedi istituzionali: Palazzo Brancaccio a Roma, Palazzo Chigi (Museo Dell Agro Veientano) Formello-Roma, Chiostro Del Bramante etc. Collabora con la galleria Russo, con la quale ha partecipato alla fiera di arte contemporanea di Bologna e di Verona 2009 e con la galleria Triphè di Cortona (Arezzo), ove ha tenuto alcune personali e per la quale ha partecipato alla Biennale del Mediterraneo di Taviano (Lecce) 2008. Riguardo alla sua produzione artistica si è parlato recentemente di Nuovo Rinascimento. Effettivamente l attenzione dell artista nei suoi ultimi lavori è concentrata particolarmente sull uso di un prototipo iconografico classico maturato nel Cinquecento, ovvero la posizione del soggetto rappresentato di profilo e di tre quarti. Il risultato determina tra l osservatore e l immagine una profonda osmosi emotiva. Particolare

rte arte in jeans una sinergia tra moda per giovani e giovani per l arte 2. 1. 3. 4. JOHN RATNER John Ratner è nato nel 1934 a Barkeley, in California. Ha realizzato importanti mostre personali in gallerie nazionali ed estere. Tra i suoi collezionisti figurano la BNL, la famiglia Getty, Bulgari, Ruspali e Panza di Biumo. Ratner cataloga nei suoi dipinti, come nel jeans in presentazione, un mondo di specie vegetali e animali che quotidianamente rischia l estinzione per mano umana e restituisce giusta dimensione e importanza alle particelle infinitesimali della catena ecologica. Il suo messaggio artistico sottolinea l odierno disagio di una società che relega all irrilevanza il piccolo e marginale dell esistere, solo perchè incapace di apparire. Egli osserva la natura con trepidazione ecologica, con viva preoccupazione e amorevole attenzione per quel mondo costituito da miriadi di insetti, il più delle volte non visibili a occhio nudo e per questo, forse, meno significativo e degno di attenzione da parte degli uomini. 21 12. 5. 11. 14. 10. 7. 6. TONINO CAPUTO Tonino Caputo è nato a Lecce nel 1933. Terminati gli studi scientifici si iscrive alla facoltà di architettura di Roma e nel 1958 partecipa alla sua prima collettiva con Twombly, Rotella, Cagli e Novelli. Esegue, per l attore Carmelo Bene, pitture di scena e nel 1972 partecipa alla Biennale di Venezia. Le sue esperienze professionali lo portano in Australia, Svezia e Stati Uniti. Negli anni 80 inizia la collaborazione con i fratelli Russo e apre uno studio a New York dove, ancora oggi, opera. La rivista inglese Art-Design lo considera tra i 50 artisti più significativi del XX sec. in Italia. Ha realizzato per la Nokia e le Ferrovie Laziali un importante mosaico nella stazione di Bracciano. Il suo dripping sui jeans, solo all apparenza disordinato e incontrollato, rivela i suoi studi di architettura che imprimono alla gestualità nascoste geometrie. L originale iniziativa di magazine, che ogni mese vi presenta alcuni capi in jeans decorati con opere di artisti nazionali e internazionali, vi propone in questo numero due modelli dell ultima collezione Guess, messi a disposizione dalla casa produttrice e personalizzati da John Ratner e Tonino Caputo. 9. 8. 1. Mimmo Nobile Jeans Levi s 2. Andrea Sostero Jeans Miss Sixty 3. Debora Fede Jeans Roy Roger s 4. DAN.REC Jeans Energie 5. Roberta Coni Jeans Miss Sixty 6. Francesco Bancheri Jeans Energie 7. Teresa Merolla Jeans Roy Roger s 8. Hyun Sook Jeans Miss Sixty 9. Michael Pellaton Jeans Miss Sixty 10. Carla Mura Jeans Miss Sixty 11. Mauro Molle Jeans Miss Sixty 12. Simone di Micco Jeans Energie 13. Tonino Caputo Guess Jeans 14. John Ratner Guess Jeans 13. Maria Laura Perilli è nata a Roma nel 1982. Conseguita la laurea magistrale in Conservazione dei beni culturaliindirizzo storico artistico nel 2004, ha avviato l attività di gallerista nel 2007 in Cortona. La Galleria Triphè, di cui è titolare, non circoscrive la sua attività al solo aspetto espositivo, ma promuove anche eventi tesi a fare dell'arte un'espressione sempre più in armonia con la realtà. Da qui il suo coinvolgimento in questa originale iniziativa di magazine. www.triphe.it

23 autunno - inverno 2009/2010 Country Residence L ispirazione allo stile di vita country scozzese crea un look ideale sia per la donna avventurosa ed energica, sia per la donna che vuol essere elegante. I colori sono quelli della terra e comprendono le tonalità accese del verde, marrone e giallo dorato, abbinate alle sfumature delicate e romantiche del rosa e del viola e a un tocco di azzurro polvere. Microstampe floreali dai colori tenui contrastano con lo stile militare e con la geometrica fantasia scozzese che predomina sulla lana pesante di giacche e cappotti e sui tessuti più leggeri, come la flanella, il cotone e lo chiffon di vestitini, gonne e magliettine dalle linee morbide. Pizzo, uncinetto e ricami adornano e impreziosiscono i capi, con una moltitudine di tecniche diverse. Il logo GUESS è rinnovato, ornato di brillantini e trattato in modo da apparire vintage. Pantaloni da cavallerizza, trench a doppio petto con dettagli in pelle e giacche in lana melton in versione cortissima, o lunga fin sotto la vita, completano il look. Decisi e naturali, i colori della terra predominano sui capi in pelle. IL VERO MARCHIO DELLO STILE DI VITA AMERICANO: SEXY, ISPIRATO E SENZA TEMPO Fondato nel 1981 come produttore di abbigliamento jeans, il marchio GUESS disegna, realizza e distribuisce le collezioni uomo, donna, bambino e accessori. Negli anni si è distinto per le sue campagne pubblicitarie di grande impatto, originalità e carattere innovativo, che lo hanno reso altamente riconoscibile in tutto il mondo. Oggi è distribuito negli Stati Uniti e in Canada e dispone di licenziatari e distributori in Sud America, Europa, Asia, Africa, Australia e Medio Oriente. Rock Cabaret Una donna divertente, stuzzicante ed eccitante come solo una vera donna GUESS sa essere. Le luci sono tutte su di lei quando arriva, elegantissima e pronta per una serata glamour al Cabaret. Ha un look forte e deciso, con una tavolozza che comprende una varietà di colori primari come il blu, il rosso e il giallo, su una base prevalentemente bianca e nera. Le tonalità neutre del grigio e del rosa pastello, qua e là, donano un tocco di femminilità e le varietà accese del viola illuminano e completano il tutto. Il caratteristico raso stretch conferisce linee pulite, vestendo in modo sofisticato e voluttuoso. Ricompare il doppio jersey con nuovi modelli, riproponendo i pantaloni dritti dello scorso inverno. Sete leggere in tonalità brillanti per top e vestitini, perfette ed eleganti per una serata, aggiungono piacevoli pennellate di colore. L uomo GUESS ha il cuore di una rock-star vagabonda, che viaggia attraverso i 5 continenti a ritmo di musica, animato da grande vitalità e armonia. Il denim è il suo mondo e così, con orgoglio, indossa jeans che rappresentano un must nel guardaroba di ogni uomo: strappati, in diversi spessori, nelle tonalità del grigio fino al nero. Il denim blu ritorna a uno stile vintage e si sposa perfettamente con il tema rock grazie a numerosi dettagli come borchie, ricami, lacerazioni, strappi e toppe che contrastano con il sofisticato denim giapponese. Per essere ancora più fashion, indossa una giacca sportiva color indaco quadrettata, con aggiunta di dettagli in pelle e adornata da spille rock. La già vasta gamma di modelli si amplia ulteriormente grazie a tre nuovi stili di jeans. Il Liverpool a vita bassa, con effetto sbiadito e a carota engineered; il Freesound largo e cascante, in denim grezzo giapponese e il Cavendish, con effetto slim all ultima moda. Inoltre, gli stili prediletti sono disponibili in nuovi lavaggi, tra cui gabardine effetto sabbiato, canvas militare con pigmentazione spray, cotone vintage effetto usato, tessuto a ratiera con tintura in capo, oppure lo spigato militare; così come una varietà di pantaloni dalle linee comode con disegni discreti e accattivanti, o il meglio del velluto a coste. Non viene dimenticata nemmeno la stoffa cachi di cotone, rivisitata completamente in denim o in tessuti intrecciati, per uno stile davvero British. Come indumenti da portare sopra vi sono altri classici, rinnovati secondo questo nuovo World Tour, con parti in cotone, caratterizzati da tinte forti e abbelliti con stampe e toppe ricamate ispirate al mondo della musica. I piumini sono sempre presenti nei materiali più recenti e alla moda. La classica lana melton assume forme militari e marinaie, mentre le giacche di pelle mostrano carattere sia nei modelli tradizionali sia in quelle di ultimissima tendenza. I colori sono naturali e variano dal verdone, al blu, al color sabbia chiaro, beige, giallo ocra e color pietra. Le t-shirt sono proposte in un enorme varietà di quadretti, strisce, micro-disegni con colori molto intensi, oppure tinte in capo con stampa, ricami e dettagli di contrasto. Il look è completato da una vasta gamma di maglie in tessuti piacevolmente morbidi, che rivelano sorprendenti contrasti con le tinte acido, indaco e pietra, così come le stampe allover e gli effetti tintura a immersione, mentre è apprezzato il ritorno del jacquard e la focalizzazione sul distintivo stile GUESS. Il sofisticato cotone pima è proposto anche in chiave più jeans, mentre i disegni donano il tocco finale di un mondo rock gotico, con una vasta scelta di stampe miste, ricami e toppe. Il tutto nelle varietà cromatiche del cioccolato, del borgogna e delle tonalità della terra, in contrasto con gli sprazzi di rosso vibrante, giallo ocra e verde bottiglia, perfetti per accompagnare l eclettico uomo GUESS lungo tutto il suo World Tour

25 www.castaldigioielli.it il tuo gioiello su misura Castaldi Gioielli l incanto dello stile italiano a Roma Un laboratorio orafo raffinato ed elegante in zona Parioli che fà moda oggi a Roma, dove ci si può innamorare perdutamente di un gioiello o cercare la realizzazione del sogno. Il connubio tra il classico e il contemporaneo è l essenza del gioiello Castaldi. La nostalgia per la purezza classica e la vitalità di un design in continua evoluzione, Castaldi è oltre il cliché del gioiello per sempre: preziosità da indossare e vivere. Un laboratorio in cui la raffinatezza dell arte orafa incontra lo charme della moda e la cura appassionata del dettaglio. Un punto vendita che racconta la classe e l eleganza del gioiello. Il divertimento nel dare nuove forme ai capricci della contemporaneità. Il prodotto inconfondibile della più alta artigianalità made in Italy, ammirata nel mondo. Sulla base forte delle idee e della tecnica, Castaldi si concede di scegliere della moda ciò che più gli piace. La risposta di Castaldi alle esigenze della moda è sdrammatizzare il concetto del gioiello che è esclusivamente prezioso. Il cliente deve far sì che il gioiello sia suo e per far ciò bisogna creare il gioiello in un percorso a due. Scegliere Castaldi per il piacere di essere coinvolti in questo percorso creativo, essere protagonisti, guidati e stimolati dall esperienza, nella composizione del sogno, o del più ricercato accessorio per il proprio total look. L artigiano prima di essere artigiano deve essere designer, capace di raccogliere le emozioni che il cliente vuole che vengano trasmesse all interno dell oggetto. La capacità del designer di catturare impulsi, sensazioni, fantasie e di tradurli in stile, creando il gioiello su misura. Chi sceglie Castaldi vive la moda seguendo le proprie sensazioni, vuole un gioiello che rappresenti e illumini la propria personalità. Castaldi è l incontro tra la moda, il buon gusto e lo stile, l immagine fashion della pura eleganza. Castaldi è anche una ricca collezione di nuance e proposte. Un accuratezza immediatamente riconoscibile che nasce da tre generazioni di ricerca e passione. Sono firmate Castaldi anche produzioni prestigiose di altissimo livello, dai gemelli donati dal Comune di Roma a Papa Benedetto XVI, al fermacarte in argento offerto dal Presidente Ciampi a Bush, al premio Arco alla Carriera consegnato a Carlo Verdone per l inaugurazione della 3 edizione dell Est Film Festival. Castaldi incarna l eleganza e l originalità italiana oggi nel mondo. Attento agli stimoli e alle richieste provenienti dai mercati internazionali, rappresenta il design e la prestigiosa qualità del made in Italy, amati e sognati, da Parigi a New York, da Dubai a Singapore. L appeal di materiali splendidi, la concretezza unica e preziosa dell artigianalità, l ideazione personalizzata di un gioiello intenso e unico www.castaldigioielli.it design by Gianluca Castaldi

27 Franco Chimenti Matteo Manassero IL GOLF TORNA ALLE OLIMPIADI di Francesco Mantica DAL 2016 anche il golf entra a far parte degli sport olimpici, dopo cento anni di attesa. I green di Rio de Janeiro ospiteranno così campioni come Tiger Woods e soprattutto la nuova generazione di fenomeni italiani Il golf va a Rio de Janeiro, destinazione Olimpiadi 2016. I membri del Comitato Olimpico Internazionale, il CIO, hanno infatti ammesso questo sport tra le discipline olimpiche con 63 voti favorevoli su 90. Per il golf è un ritorno dopo oltre cento anni. È forse il successo più grande ottenuto da uno sport in continua crescita, che ha visto quest anno le ennesime prestazioni straordinarie di Francesco Molinari, l affermazione definitiva sul green di una golfista come Diana Luna e un giovane talento di 16 anni, Matteo Manassero, competere a tu per tu con il fenomeno Tiger Woods al British Open. Proprio Manassero è stato il testimonial della spedizione azzurra a Copenaghen. Entusiasta il presidente della Federazione Italiana Golf, Franco Chimenti, presente a Copenhagen: È stato un grande successo del golf mondiale che per la prima volta in assoluto ha saputo presentarsi compatto a un appuntamento importante. Con questo risultato il nostro sport ora cambierà passo. Chimenti non ha mancato poi di sottolineare la grande annata del golf italiano, uscito alla ribalta su tutti i più importanti media, grazie agli straordinari risultati conseguiti dai suoi professionisti di punta. Mi piace pensare - ha sottolineato Chimenti - che il traguardo sia arrivato in un momento in cui stiamo esprimendo valori tecnici molto alti attraverso atleti come i fratelli Francesco ed Edoardo Molinari, Matteo Manassero e le ragazze Diana Luna e Veronica Zorzi, impegnate nel circuito europeo, così come Giulia Sergas e Silvia Cavalleri, che partecipano al Tour americano. Da oggi la Federazione potrà contare non solo su se stessa, ma anche sul sostegno di altre forze e dimostrare di essere un esempio per gli altri, proseguendo la sua crescita anche in un periodo difficile del Paese. Euforici anche i vertici della Federazione Internazionale: Questo è un giorno memorabile - ha commentato Ty Votaw, direttore esecutivo dell International Golf Federation - siamo tutti entusiasti e non vediamo l ora di vedere i migliori golfisti del mondo contendersi la medaglia d oro alle Olimpiadi del 2016 in Brasile. La chiusa non può che andare a Matteo Manassero, l astro nascente del golf italiano, secondo cui l ammissione alle Olimpiadi permetterà ai giocatori della mia generazione di coltivare quel sogno finora riservato soltanto ai coetanei delle altre discipline

GOLF CLINIC CON COSTANTINO ROCCA Costantino Rocca Fabrizio Prato, Costantino Rocca, Giorgio Lucchetti Per il quarto anno consecutivo, Fabrizio Prato, General Manager dello splendido Hotel Castello della Castelluccia, è riuscito nell intento di portare ancora a Roma Costantino Rocca, la leggenda del golf italiano. Il motivo: la quarta edizione della Golf Clinic più attesa dell anno, tenutasi a fine ottobre. Questa volta, cornice d eccezione è stato l Olgiata Golf Club che, grazie all interessamento del direttore Mauro Guerrini e alla disponibilità del presidente Andrea Pischiutta, ha ospitato Costantino e i suoi allievi. La Golf Clinic ha raccolto 16 appassionati, che hanno seguito con attenzione le indicazioni e i consigli di Rocca, il quale ha dedicato a ognuno di loro grande riguardo e, come di solito accade, dopo le prime ore di pratica, il clima che si respirava era veramente quello di un allegra brigata! Martedì 27 ottobre si è poi svolta la Cena di Gala nell incantevole cornice del Castello della Castelluccia, in onore di Costantino Rocca; cena a cui hanno partecipato, oltre agli iscritti alla Clinic, molti presidenti e direttori di golf club romani, gli sponsor, numerosi amici giornalisti e il Presidente del Comitato Regionale della Federazione Italiana Golf Carlo Scatena. Lo stesso Castello della Castelluccia, nella settimana precedente all evento, aveva ospitato i migliori giocatori del Challenge i quali, sempre sul percorso dell Olgiata, si erano disputati il trofeo della Federation Cup. Fatto singolare che, dei primi 4 giocatori classificati, ben tre alloggiassero appunto lì: Edoardo Molinari, il vincitore, Nicholas Colsaert, secondo classificato e Andersenn Edrik, quarto classificato. La splendida residenza evidentemente porta bene, se si considera inoltre che il primo ospite golfista fu quel Paul Lawrie che, nel 2001, proprio all Olgiata vinse l Open d Italia. La Golf Clinic ha segnato anche la prima volta della GOLF FIRST Wine Selection, importante azienda vinicola che ha sponsorizzato l evento, permettendo inoltre di degustare un fantastico prosecco e ottime produzioni di diverse regioni. La GOLF FIRST ha creato questa scelta di vini mirando soprattutto al mercato golfistico e con il chiaro obbiettivo di diventare il vino di tutti i golfisti! A sostegno dell evento anche COLMAR, che ha realizzato la nuova linea di abbigliamento con due testimonial di eccezione, quali Costantino Rocca e Edoardo Molinari. Quest ultimo vestirà COLMAR a partire dal 2010

31 I Il sorriso di Lula, le lacrime di gioia di Pelé e quelle, però di rabbia, di Michelle Obama, uscita sconfitta insieme al marito con Chicago. L Olimpiade sbarca per la prima volta in Sudamerica: i Giochi del 2016 li ospiterà Rio de Janeiro che il 2 ottobre scorso, a Copenaghen, dove si è riunito il Comitato internazionale olimpico, ha vinto il ballottaggio finale con Madrid. Il Cio a Copenaghen ha consegnato i Giochi al Brasile dopo una votazione che al primo scrutinio ha lasciato fuori Chicago. Una sorpresa e, al tempo stesso, uno schiaffo a Barack Obama che ha sostenuto la candidatura, si è presentato a Copenaghen sbarcando di mattina per essere il testimonial di Chicago prima di volare di nuovo a Washington. Il suo sforzo, però, è risultato inutile. La bocciatura del presidente degli Stati Uniti ha reso felici negli States i comitati contrari all organizzazione delle Olimpiadi a Chicago. Mezza America ha pianto e mezza America ha sorriso. Il lavoro della città dell Illinois dove Obama non vedeva «l ora di ospitare atleti e persone di tutto il mondo sulle sponde del lago Michigan» è svanito in un attimo. Alla prima votazione Chicago ha raccolto appena 18 voti (22 Tokyo, 28 Madrid e 26 Rio) uscendo subito di scena. Un verdetto che ha sorpreso tutti perché la città americana era tra le favorite. Al secondo giro si è accomodata in tribuna Tokyo, che ha raccolto 20 preferenze (votavano in 96) contro le 29 di Madrid e le 46 di Rio. L ultimo atto, quello decisivo, è stato uno scontro tra il Brasile e Madrid che, sostenuta non solo da Zapatero, ma anche dal re Juan Carlos, è tornata in lizza dopo la bocciatura per il 2012, quando a prevalere era stata Londra. Era un altra gara quel voto conclusivo e decisivo tra Rio e Madrid, c erano altre alleanze politiche tra i membri del Cio, accordi per il futuro. Altro voto, altri intrecci. Alle 18.50, il presidente del Cio del 2 ottobre, Jacque Rogge, è salito sul palco per la cerimonia ufficiale. Le solite parole di circostanza da parte del capo dello sport mondiale, i ringraziamenti per tutti ricordando che nello sport «vince uno solo». Ma questa non è una novità. E ha svelato il nome della città scelta: Rio de Janeiro, che ha prevalso con 66 preferenze contro le 32 di Madrid. Il successo di Rio ha aperto la porta all Italia che scenderà in campo per le Olimpiadi del 2020. Avesse prevalso Madrid, A Rio le Olimpiadi del 2016 di Carlo Santi nessuno avrebbe preso in considerazione questa possibilità perché, dopo Atene 2004 e Londra 2012, difficilmente i Giochi potranno essere assegnati ancora all Europa. Ha vinto Rio e adesso al più grande evento sportivo mondiale manca solo l Africa per l universalità, ma non ci sembra che, adesso e nell immediato futuro, il continente nero possa ospitare un avvenimento di tale portata. Rio solo due anni prima dei suoi Giochi, nel 2014, ospiterà i Mondiali di calcio. A prima vista questo doppio sforzo organizzativo può apparire enorme; invece, il Mondiale di calcio, impegnativo certo ma ben codificato, può essere un ottimo banco di prova per i Giochi. Può esserlo per collaudare non solo le strutture legate alla sicurezza, ma anche quelle dei trasporti e della ricettività, che rimangono un punto da chiarire in vista del 2016. La disponibilità dei posti letti non è grande, adesso conteggiata in appena 15 mila e per gli altri 30 mila che occorrono per un Olimpiade si pensa alle navi. Una soluzione non certo ottimale, ma comunque percorribile. Semmai, quello che potrebbe creare problemi sono i quattro poli sportivi previsti dal dossier della candidatura. Lula, il presidente vincitore, a Copenaghen ha avuto parole di sostegno per Obama, affermando che «Rio ha vinto perché ha cuore e anima. Ha vinto perché la sua gente è generosa». Festa carioca per celebrare il successo, un carnevale che adesso durerà molto tempo, mentre Madrid ha accusato il colpo. Sapevano, gli spagnoli, che a Copenaghen prevalere non sarebbe stato facile, ma dopo essere arrivati alla finale ci avevano creduto. «È dura perdere così», ha detto a caldo un deluso Zapatero. La Spagna aveva sperato fino alla fine di avere un sostegno importante dai membri del Cio, sollecitati dal marchese Juan Antonio Samaranch, il vecchio presidente del Cio, oggi onorario ma assai meno influente di quando era sul ponte di comando e poteva manovrare con altre leve i comandi. Allora, quando era in sella, poteva indirizzare le preferenze. Ha vinto Rio perché il governo dello sport mondiale, ossia i membri del Cio, non hanno avuto il coraggio di riportare i Giochi negli Stati Uniti. Paura non solo del passato poco glorioso di Atlanta 96, Olimpiade usa e getta, ma anche della situazione politica internazionale. Il Brasile, invece, essendo una novità per i Giochi, da questo punto di vista appare molto più neutrale e presenta meno rischi

ROMA VUOLE I GIOCHI di Carlo Santi Roma scende in da quelli puramente sportivi. In dieci punti, campo per ospitare le le regole da tenere in considerazione, che Olimpiadi del 2020. poi altro non sono che norme fissate dalla La città Eterna crede nel suo progetto, nella capacità organizzativa e può contare non solo sugli impianti, quelli che già ha e quelli che costruirà, in particolare a Tor Vergata, dove sorgerà anche il Villaggio olimpico. Roma si era candidata già per i Giochi del Il Presidente del Coni Gianni Petrucci Carta olimpica: fissati così i paletti per chi ha voglia di scendere in gara. Il presidente del Coni, Gianni Petrucci, ha chiesto il rispetto di tutte le norme del Cio. In particolare, ha ricordato che è vietato utilizzare i marchi olimpici senza 2004, poi assegnati ad Atene e per quell occasione aveva realizzato un importante dossier contenente un progetto interessante. Adesso si riparte da quel piano, anche se alcuni particolari, come la sicurezza, dovranno essere non solo adeguati ma ridefiniti. In Italia si assiste a un autentica corsa ai Giochi. Venezia è stata la prima a candidarsi ufficialmente; l ha seguita Roma mentre Palermo e Bari hanno annunciato la candidatura. Per frenare questa corsa, la Giunta del Coni ha stabilito un decalogo per le città che intendono chiedere la candidatura delle Olimpiadi del 2020. Occorre ordine in mezzo a troppa confusione, a candidature azzardate, annunciate e pubblicizzate. Candidature forse utilizzate con scopi diversi autorizzazione - Palermo lo ha fatto - che le richieste dovranno essere legate alla città e che sarà la Giunta a far precedere la fase di scelta definitiva del Consiglio nazionale a una preselezione. Questa parte sarà gestita da un Comitato ristretto - il settimo punto del decalogo - composto dal presidente del Coni, dai vice presidenti, dal segretario generale, dai membri italiani del Cio e da un rappresentante degli atleti. I tempi per arrivare alla scelta della città da candidare, nonostante il Cio invierà le lettere di invio non prima del gennaio 2011, per arrivare nel 2012 a una scrematura a quattro città, saranno rapidi. La scelta definitiva della sede del 2020 ci sarà nel 2013. La parola d ordine al Coni è quella di fare in fretta, forse prima di giugno

35 Alle porte la stagione dello sci di Gianni Boninsegna IIl Circo Bianco ha ripreso la sua marcia. Dopo un estate trascorsa sui ghiacciai europei e sulle nevi sudamericane in cerca della miglior condizione, il gotha dello sci ha ricominciato il 24 ottobre la sua avventura che, nel corso della stagione, toccherà le più note stazioni sciistiche del mondo, fra le quali anche le italiane Cortina d Ampezzo, Val Gardena, Alta Badia e Bormio. L Italia non intende però essere protagonista solo per gli splendidi palcoscenici che offrirà al Circo Bianco. L Italia è partita dalle prime gare di Sölden con la consapevolezza di poter puntare, da subito, a un ruolo da star anche in termini di risultati. Le speranze da podio azzurre, all avvio di una lunga stagione che avrà poi il suo momento clou con i Denise Karbon e Manfred Moellg Giochi Olimpici di Vancouver (12-28 febbraio 2010), sono riposte soprattutto nei campioni delle Fiamme Gialle Denise Karbon, Max Blardone, nei fratelli Manfred e Manuela Moelgg, nelle sorelle Nadia ed Elena Fanchini, in Werner Heel e nel giovane Christof Innerhofer. Non sarà facile ripetere gli exploit delle ultime due stagioni, in particolare sarà una vera impresa bissare le due Coppe del Mondo di specialità (gigante e slalom) conquistate nella stagione 2007/2008 dalla Karbon e da Manfred Moelgg anche se, a detta dei tecnici, ci sono tutte le premesse affinché questo traguardo possa essere raggiunto di nuovo. Una sfera di cristallo e 5 cerchi olimpici, riparte il sogno dello sci, buona stagione e buon inverno a tutti! Denise Karbon (Photo Elvis GP. Piazzi)

SPORT INVERNALI: GIOVANI CAMPIONI CRESCONO Giuliano Razzoli Con l arrivo della neve riparte la stagione sciistica: bambini e giovani si affacciano NEL panorama degli sport invernali, pronti a diventare gli Alberto Tomba e le DEBORAH COMPAGNONI di domani Massimiliano Blardone Allievi Fisi italiana sport invernali (Fisi) renderlo tale per chiunque voglia praticare una disciplina sportiva sulla neve. Vediamo allora quali sono i passi che deve compiere il campioncino in erba. A 5 anni inizia la trafila negli sci club, dove si imparano le discese e le frenate. Si entra a far parte della categoria Baby verso i 7-8 anni ed è in questo periodo che cominciano le prime gare. Quelle vere arrivano tra i 10 e i 12 anni, età in cui si entra a far parte del settore giovanile. La Fisi divide tale settore in tre livelli: di base, regionale e nazionale. Solo a partire dai 18-20 anni si possono intraprendere le strade delle competizioni internazionali. Fondamentale, in questo percorso, è il rapporto con il maestro di sci. In Italia i maestri iscritti all albo nazionale sono circa 15mila. Il loro compito non è solo quello di insegnare a sciare, ma anche di educare i ragazzi e gli allievi a un comportamento corretto e sicuro, per evitare di farsi male o fare del male agli altri frequentatori delle piste. Il nostro Paese vanta una notevole tradizione nello sci alpino, da Zeno Colò a Daniela Ceccarelli - ultima medaglia olimpica italiana nel 2002 - passando per Gustav Thoeni e Piero Gros, senza dimenticare ovviamente il fenomeno Alberto Tomba e la valanga rosa: Isolde Kostner, Deborah Compagnoni e, per ultima, Denise Karbon, l atleta italiana più forte del momento. La speranza è che i piccoli sciatori di oggi possano ripercorrere le loro gesta, divenendo i campioni di domani La stagione invernale è alle porte e, con essa, tornano in auge gli sport invernali. Atleti di tutte le età mettono ai piedi due magici attrezzi che consentono di scivolare sulla neve e si lanciano tra le montagne, con un panorama mozzafiato e i soli rumori del vento e della neve ad accompagnare la discesa. È questa una delle emozioni più belle e forti che si possano provare e non è riservata soltanto agli adulti: sempre più spesso, infatti, sulla neve vediamo districarsi senza problemi di Francesco Mantica ragazzi giovanissimi o addirittura bambini. Lo sci, oramai, è una disciplina aperta a tutte le età, tanto che a tre-quattro anni ci si può già affacciare su una pista. I mini sciatori imparano a scivolare sulla neve e a mantenere l equilibrio, grazie alle indicazioni degli istruttori e all impiego di materiali molto flessibili. Quello che è importante, però, è che fin da piccoli si possano divertire in totale sicurezza. Elemento chiave, in questo senso, é il casco, che per una legge dello Stato è obbligatorio fino ai 14 anni. È poi compito della Federazione Informazioni utili La spesa: un casco baby costa intorno ai 20 euro (per un professionista può arrivare a 150); una tuta da 250 a 1.000 euro; gli scarponi da 50 a 600 euro. Il prezzo degli sci varia dai 50 euro agli oltre 1.000 euro per i più tecnologici. II noleggio dell attrezzatura costa mediamente 10 euro. Per la tessera federale ci vogliono 27 euro l anno (compresa l assicurazione) e per l iscrizione a uno sci club 10 euro. Infine, la spesa media per una lezione è di 30-40 euro, a seconda della zona e degli sci club.