I Libri Carolini, le Indulgenze ed i BTP



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I Libri Carolini, le Indulgenze ed i BTP Non si può nascondere il fatto che durante i secoli ci siano state radicali differenze tra la sensibilità artistica dei popoli del Nord e del Sud Europa. Con il crollo dell Impero Romano le differenze si accrebbero. Ma esisteva il collante della fede cristiana che determinò la nascita di un arte adottata nei primi secoli del medioevo da tutti i popoli che facevano parte dell Impero scomparso: l arte Romanica. L Impero Romano d oriente creò l arte bizantina, più raffinata di quella dell occidente anche se all inizio le fu molto prossima Il Romanico si sviluppò con vigore dal Sud dell Inghilterra, dall Irlanda sino alla Spagna e all Italia, dove tuttavia non assunse quei toni cupi propri dei Nord Europa. Anzi alcuni affermano che in Italia non si formò mai un vero stile Romanico. Poi dal Nord della Francia e della Germania esplose il furore mistico dello stile Gotico. Fu un fenomeno straordinario, che mobilitò tutte le energie dei popoli in cui attecchì. Vennero realizzate cattedrali gigantesche che incombevano sulle piccole città dove abitavano coloro che le avevano costruite. Le cattedrali contenevano anche simboli di credenze esoteriche, non tutte in sintonia con la fede cristiana. Nessuno dalla Roma dei Papi sollevò critiche per tanta fioritura di simboli e di misteri, anche perché il centro del potere religioso in realtà si trovava nel Nord, nell abbazia di Cluny. Ma quando una nuova arte religiosa, con il Rinascimento, si sviluppò nel Sud dell Europa i popoli del Nord non furono altrettanto comprensivi. I tedeschi eccepirono sulla provenienza delle risorse finanziarie impegnate per costruire le grandi basiliche romane, le cui forme ritenevano essere peccaminose perché troppo simili all architettura pagana. Anche allora dissero che non volevano che i loro soldi finissero nelle mani di spendaccioni. A quei tempi dicevano anche che la Chiesa romana era corrotta e costruiva chiese che potevano sembrare copie delle basiliche pagane. Un frate agostiniano tedesco, tale Martin Lutero, a Wittenberg, di ritorno da Roma, pieno di sdegno per quello che aveva visto, provvide a scatenare la rivolta, che dopo pochi anni si materializzò con lo scisma della Riforma dei protestanti e poi con il tormento dei lanzichenecchi, per nove mesi occupati a saccheggiare Roma, uccidendo la popolazione ed il clero. Alla fine vennero cacciati solo da un epidemia di peste. La contesa tra il Nord ed il Sud dell Europa non si fermò, ma è proseguita sino ai giorni nostri. Una pubblicità ritenuta dannosa Allora è opportuno fare un lungo passo indietro e recarci negli anni in cui le contese e le differenze esistevano tra il sopravissuto Impero Romano d Oriente e quello d Occidente, diventato nel frattempo Sacro Romano Impero. Correva l anno 730 quando l Imperatore d Oriente Leone III Isaurico proibì l uso delle immagini sacre, le famose bellissime e suggestive Icone. Le cause della posizione iconoclasta assunta dal potere politico di Bisanzio non sono state chiarite completamente. Si può avanzare un ipotesi: l Imperatore bizantino aveva grosse difficoltà ad arruolare soldati per il suo esercito. I giovani venivano suggestionati dal fascino di quelle immagini sacre al punto che preferivano diventare preti piuttosto che abbracciare la carriera militare. La carriera ecclesiastica consentiva di sottrarsi alle tasse che strangolavano qualsiasi attività, inoltre con quella scelta si poteva evitare di doversi arruolare nell esercito. La pubblicità esercitata da quei manifesti sacri era diventata insostenibile per la conservazione dell Impero d Oriente. L Imperatore aveva bisogno di un forte esercito per difendere l Impero dai tanti nemici che lo circondavano. Questa proibizione imperiale, emanata dall autorità politica, scatenò una terribile devastazione, che portò alla 1

distruzione di preziosissime icone, di magnifiche opere d arte, che furono insensatamente distrutte, con un odio particolarmente feroce. L autorità religiosa, il Patriarca di Costantinopoli, Germano, si oppose a questa editto imperiale, ma venne destituito e i difensori delle immagini sacre vennero duramente perseguitati. La persecuzione durò anche sotto gli imperatori che succedettero a Leone III. Finalmente, nell anno 787 venne convocato a Nicea un Concilio ecumenico (il secondo Concilio di Nicea) che sancì l assoluta liceità di rappresentare per immagini le figure sacre, con lo scopo di incitare a seguire i dettami della fede. La genesi dei Libri Carolini A questo punto la storia diventa un po romanzata, del tipo alla ricerca dell arca perduta. Il 23 ottobre 787 si chiuse il Secondo Concilio di Nicea. Gli atti del Concilio, in forma di resoconto, vennero spediti a Roma, dove il Papa Adriano I ne ordinò la traduzione dal greco al latino. La traduzione fu affidata ad un oscuro chierico che non conosceva bene il greco. In particolare, i due termini che indicavano il culto dovuto all'immagine ed il culto dovuto a Dio, proskynesis e latreia, vennero tradotti con il medesimo termine latino, adoratio. Ne risultava che un identico culto dovesse essere tributato a Dio e all'immagine. Tra il 789 e il 790 questa cattiva traduzione degli atti giunse alla corte di Carlo Magno, che, dopo averla letta, decise di dare una risposta ferma e molto dura a quelle che erano considerate vere e proprie insolenze scritte dai Greci. La risposta agli atti del Concilio di Nicea, così come erano stati malamente tradotti dal greco al latino, formò i Libri Carolini, che nel titolo, filologicamente più corretto, sono chiamati: Capitulare de Imaginibus. Chi abbia scritto i libri è questione sulla quale tuttora i filologi dibattono. Oggi si propende ad attribuire il testo a Teodulfo vescovo di Orléans. Ma probabilmente un buon numero di intellettuali, all epoca gravitanti attorno alla corte di Carlo Magno, collaborò alla stesura, e lo stesso Alcuino diede l'imprimatur all'opera. La stesura definitiva del testo venne ultimata nel 793. Tuttavia sembra che una bozza fosse già disponibile verso la fine del 790, e che nello stesso anno o nell'anno successivo questa sia stata inviata da Carlo Magno al Papa Adriano per far sì che anche il pontefice sostenesse le tesi della corte carolingia contro quelle dei Padri Niceni. Invece Adriano, dopo aver letto la bozza, la confutò in accordo con la corretta interpretazione del testo greco originale. Lo stesso Papa inviò una lettera a Carlo Magno, nel 792 o nel 793, in cui erano esposte le proprie obiezioni alla bozza dei Libri Carolini. La lettera giunse a Carlo Magno nel 793, poco dopo che la corte franca aveva approvato la versione completa e riveduta dei Libri Carolini, ultimata proprio quell'anno. Per i Libri Carolini appena terminati fu un brutto colpo. La superiorità del Papa in ambito teologale non poteva essere messa in discussione diffondendo un testo palesemente in contrasto con i convincimenti del pontefice, per di più espressi chiaramente in una lettera indirizzata alla persona del re franco. Quindi fu riservato ai Libri Carolini, testo scritto con grandi ambizioni editoriali, il triste destino di essere sepolti in qualche biblioteca e dimenticati: nei manoscritti coevi vengono citati solo due volte. Un anno dopo, nel 794, fu convocato a Francoforte un Concilio, cui parteciparono vescovi di tutto il regno franco, con l'intento principale di condannare l'eresia adozianista. Dei Libri Carolini non si fece menzione diretta, ma il secondo canone, riguardante le immagini, indubbiamente riporta le medesime tematiche: "Si tenne nell'assemblea una discussione riguardo al sinodo dei Greci, che era stato convocato a Costantinopoli per decretare l'adorazione delle immagini, nel quale era stato scritto che si scagliava l'anatema contro coloro che non avessero offerto servitù o adorazione alle immagini dei Santi, così come alla Trinità deificatrice. In tutti i modi i santissimi nostri padri [...] riget- 2

tarono con disprezzo l'adorazione e la servitù, e condannarono coloro che accettavano questa dottrina" (MGH, Conc. Aevi Kar., I, II, 1, p. 165). Ma la storia dei Libri Carolini a questo punto non era affatto terminata. Nel 1549 Jean du Tillet ne scoprì una copia e pubblicò i libri in forma anonima. Il testo allora cominciò a diffondersi poiché i Protestanti, e soprattutto Calvino, se ne appropriarono e ricavarono una presunta base teorica per la loro teoria contro il culto delle immagini. La Chiesa cattolica mise all Indice i Libri Carolini, che rimasero interdetti nel mondo cattolico sino al 1900. Anche se la loro diffusione fu contrastata, anche se la loro interpretazione fu condizionata da interessi di parte, i Libri Carolini divennero il testo programmatico della fondazione di una civiltà dell'immagine, nella quale «lo scopo dell'immagine non fosse tanto quello di istruire nella dottrina cristiana il popolo analfabeta dei fedeli, quanto quello di stimolare costantemente al ricordo del vero messaggio cristiano. Le immagini, che si dispiegavano sulle pareti delle chiese di tutto l'impero carolingio, sarebbero dovute divenire un memento costante della Verità rivolto alla quasi totalità della popolazione. L'immagine dunque nella civiltà carolingia assunse il ruolo di mezzo per la trasmissione e la conservazione della cultura del potere. Il potere dell'immagine promosse l'immagine del potere.» (tratto da: Amos Bianchi: Le parole della filosofia, II, Seminario di filosofia dell'immagine, I libri Carolini nella Storia- 1999) L utilizzo dei Libri Carolini da parte dei protestanti è un esempio di come nell Europa del XVI secolo si andasse alla ricerca di argomenti su cui divedersi: chi era contro la Chiesa di Roma volle vedere in quei testi una inesistente esaltazione dell iconoclastia. La divaricazione ideologica tra il nord ed il sud dell Europa trova una sua rappresentazione nella divaricazione dell estetica che ha guidato la scelta delle immagini, adottate dalle due parti antagoniste. Passano i secoli L ostilità contro le immagini sacre da parte delle chiese protestanti rimase intatta. Questa ostilità si propagò sino ai giorni nostri, contribuendo alla negazione radicale di ogni forma d ornato nell architettura moderna, contrassegnata da una aperta avversione verso la rappresentazione delle passioni. La svalutazione delle immagini ebbe nel nord come contraltare l esaltazione del danaro a cui venne tolta la condanna morale, inflitta dalla civiltà medievale. Anzi il possesso del denaro divenne addirittura la manifestazione tangibile della benevolenza divina. Nella lotta ingaggiata tra il potere della bellezza, riassunta oggi nell ornato, e il denaro, come spirito astratto del potere, quest ultimo prevalse dagli inizi del XX secolo. Il conflitto tra il nord ed il sud dell Europa esplose quando crebbe la richiesta di denaro attuata con il commercio delle indulgenze, il cui provento era destinato a costruire l immagine della Chiesa Romana nel tripudio dei cantieri per l erezione delle grandi basiliche a Roma. Quello vide lo sconosciuto frate Martin Lutero. A lavoro terminato, quando Piranesi vide Roma dopo il compimento delle grandi basiliche e dei sontuosi palazzi, la cristianità si era già mortalmente divisa. In questi ultimi anni la storia si ripete in modo drammatico. Nell Unione Europea la Germania ed il gruppo di paesi che le gravitano attorno, ovvero il cuore del protestantesimo, hanno scatenato una guerra economica, l unica oggi possibile, contro i paesi del Sud, accusati di fare debiti cercando di vivere alle spalle dei virtuosi nordici: i tedeschi ed i loro alleati. Allora si trattava della vendita delle indulgenze con cui si facevano affluire risorse finanziarie a Roma e dintorni, oggi si tratta della vendita dei titoli di stato per pagare gli stipendi ed il welfare ai popoli del Sud Europa, guarda caso proprio quelli 3

che facevano parte dell Impero Romano. La separazione sulla linea del Reno tra Impero Romano e mondo germanico dopo tanti secoli non è stata certo cancellata. Lo scisma ebbe come conseguenza lunghi anni di guerre di religione. In un certo senso tutte le guerre sono guerre di religione, per andare a morire sul campo di battaglia è necessaria una fede in ciò che và oltre la morte. In particolare oggi le guerre sono condotte in nome di una democrazia santificata per quanto falsa ed immaginaria. La vendita delle indulgenze ovvero il loro collocamento sul mercato Le indulgenze (1) erano titoli per garantirsi una strada più breve per arrivare alla felicità del Paradiso grazie all intercessione della Chiesa. I Buoni del Tesoro sono titoli per garantirsi una felicità differita a quando i Buoni saranno pagati, quindi dipendono dalla capacità dello Stato di fare onore al suo debito, così come un indulgenza è valida se chi la vende è un intermediario credibile con Dio, cioè se fornisce garanzie di poter pagare il debito contratto con chi ha comperato l indulgenza. La differenza tra le indulgenze ed i Buoni del Tesoro è nel fatto che le indulgenze esplicano la loro azione benefica dopo la morte, i Buoni del Tesoro prima. I delegati pontifici, che giravano per l Europa per vendere le indulgenze, avevano al seguito un banchiere che gestiva i fondi raccolti. Purtroppo la Chiesa ha spesso coltivato un ambigua contiguità con le banche ed i banchieri. Lutero tolse credibilità alla indulgenze vendute dalla Chiesa di Roma. Il risultato fu che le indulgenze persero valore; improvvisamente divenne difficile venderle, ovvero collocarle sul mercato costituito dai compratori: le anime pie e i peccatori in cerca di salvezza (quindi tutti meno i miscredenti). Nel luglio del 2011 alcune banche tedesche, che si erano caricate anche di buoni del tesoro della Grecia, ripeterono il blitz di Lutero: svendettero grosse quantità di Buoni del Tesoro italiani, riducendo così la loro credibilità e quindi il loro valore. Lo spread andò alle stelle con il risultato di far cadere il governo legittimo per sostituirlo con un fantoccio gradito ai tedeschi. Si riapre in realtà, sotto le spoglie della finanza, che è oggi la vera ed unica religione, lo stesso contenzioso messo in moto da Lutero. Allora l apparato istituzionale della Chiesa di Roma cercò di recuperare (2) il prestigio, intaccato dalla predicazione di Lutero, mettendo in moto la Controriforma con un parziale successo. Oggi la diplomazia europea cerca di sanare la frattura. Con pochissime speranze di successo. Infatti esiste un vizio alla base dell unione monetaria europea. In tutti i sistemi economici esistono aeree più ricche ed aree più povere che debbono ricevere varie forme di aiuti. Questo è la condizione sine qua non per l esistenza di un sistema economico. Tutto l impianto politico ed economico dell Impero Romano si fondava sui flussi di beni e capitali dalle zone più ricche a quelle più povere, che poi alimentavano in senso contrario un flusso di forza lavoro e di idee. Anche la plebe romana viveva dei sussidi statali alimentati dalle tasse pagate dalle zone più ricche dell impero. Se questa trasfusione non avviene le aree povere diventano sempre più povere, sino alla rottura di tutto il sistema che si spezza. I tedeschi stanno nell euro chiedendo agli altri paesi di rinunciare alla propria sovranità. Ma i tedeschi non rinunciano alla loro, avendo essi adottata unilateralmente la clausola di salvaguardia a protezione dei loro interessi. Questo significa, in modo inequivocabile, che l Europa economica non sarà mai un Europa politica, dove le scelte dovrebbero essere decise in base al voto. Quindi chi chiede meno Italia, o meno Spagna e più Europa in realtà incita a creare un sistema egemonizzato dai poteri forti della Germania, una situazione non solo non democratica ma una sudditanza di fatto ai banchieri germanici, dove lo stesso popolo tedesco non avrebbe voce. Una lontana somiglianza sul piano politico con il sistema instaurato da Carlo Magno con il 4

Sacro Romano Impero, che portò alla paralisi degli scambi ed alla creazione di economie locali e chiuse. Oggi i tedeschi, dopo aver devastato se stessi e l Europa due volte con le guerre e con le loro crisi finanziarie durante il XX secolo, dopo aver venduto senza autorizzazione gli ingenti armamenti, che erano in dotazione alle due Germanie prima della riunificazione, dopo aver ottenuto condizioni di favore per vendere i loro prodotti agli altri paesi dell Unione, negli ultimi anni, dopo aver liberamente spadroneggiato nella finanza europea, dopo aver imposto un cambio a loro favorevole tra le vecchie monete e l euro, adesso si esibiscono in una serie di veti, che gli altri paesi sopportano con rassegnata ed ingiustificata deferenza. La trappola finanziaria fatta scattare contro i paesi europei, proprio quelli che facevano parte dell Impero Romano di Occidente, ha il risultato di ingabbiarli in un dominio teutonico, un dominio che avrà il risultato di resuscitare vecchi antagonismi e odi che si credevano dimenticati per sempre. Qualche volta l odio alla fine si trasforma in una guerra. Raffaele Giovanelli Note 1) Lettera di indulgenza dell anno 1455, stampata da Gutenberg con la sua prima macchina tipografica «A tutti coloro che credono in Cristo e leggono questa lettera, Paolino Chappe, consigliere, messo e procuratore generale del re di Cipro, invia il suo saluto nel Signore. Il Santissimo Padre in Cristo e Signore Niccolò V, Papa per volere della Provvidenza Divina, mosso a pietà del Regno di Cipro oppresso dagl'infedeli nemici della Croce di Cristo, Turchi e Saraceni, concede gratuitamente a tutti i credenti in Cristo, dovunque si trovino (in considerazione del sangue versato da Gesù Cristo), i quali, entro tre anni dal primo maggio dell'anno del Signore 1452, abbiano col loro patrimonio contribuito più o meno alla difesa della fede cattolica e del Regno suddetto, ciascuno secondo la propria coscienza, ai procuratori. o ai messi dipendenti, la grazia di scegliersi appositi confessori nel clero laico o monastico, i quali, udita la loro confessione, abbiano il potere di impartire per una volta soltanto l'assoluzione e d'imporre 5

una salutare penitenza anche per reati e mancanze che in altri casi sono di competenza della Sede Apostolica; inoltre coloro che cadono sotto la pena della scomunica, della sospensione e dell'interdetto., possono essere assolti a loro richiesta sottostando,, a una penitenza salutare e a quella sanzione che si deve loro imporre secondo le norme giuridiche o umane. Dopo che essi (i postulanti) si siano veramente pentiti e si siano confessati, ovvero qualora in seguito a perdita della favella non possano confessarsi, ma mostrino i segni della contrizione, a tutti costoro i confessori debbono impartire l'indulgenza plenaria per tutti i peccati, che abbiano confessato e di cui si siano pentiti e l'indulgenza plenaria una volta tanto nella vita e una volta in caso di morte in forza dei pieni poteri apostolici. Gli impegni assunti debbono assolverli essi stessi, se rimangono in vita o i loro eredi in caso di loro morte; ma in modo che dopo la concessa remissione dei peccati digiunino per un anno ogni venerdì o in un altro qualsiasi giorno,. Ma se durante l'anno o in una parte di esso si siano verificati motivi d'impedimento, dovranno digiunare nell'anno seguente o non appena possano.. E poiché l'umile in Cristo, Federico Schulem, altanista della Chiesa di S. Sebaldo, ha eseguito la propria prestazione in conformità dell'indulto e del suo patrimonio, egli deve godere meritatamente di questa grazia. Autentichiamo il presente rescritto, apponendovi il prescritto sigillo. Dato a Norimberga nell'anno del Signore 1455. 24 Marzo. FORMULA DELLA REMISSIONE E DEL PERDONO COMPLETO IN VITA. Che il Nostro Signore Gesù Cristo si muova a pietà di te, possa perdonarti in virtù della sua santa e benevola misericordia. In forza dei suoi pieni poteri e di quelli dei suoi santi apostoli Pietro e Paolo, nonché dei pieni poteri apostolici, a me trasmessi per il tuo bene, io ti assolvo da tutti i peccati confessati e dimenticati e dei quali ti sei pentito,. ti libero da ogni eventuale sanzione ecclesiastica, reprimenda. e punizione di scomunica, che ti siano stati inflitti per vie giuridiche o morali; e t'impartisco il perdono completo di tutti i tuoi peccati fin dove giunge il potere della Santa Madre Chiesa. In nome del Padre, del Figliuolo e dello Spirito Santo. Amen. FORMULA DI ASSOLUZIONE COMPLETA DEI PECCATI IN CASO DI MORTE. Che il nostro Signore Gesù Cristo si muova a pietà di te (come sopra). Io ti assolvo da tutti i tuoi peccati confessati e dimenticati e dei quali ti sei pentito, riammettendoti nella comunità dei fedeli e risomministrandoti i Sacramenti della Chiesa. Ti libero dalle pene del purgatorio, in cui sei caduto per colpe e trasgressioni e t'impartisco il perdono completo di tutti i peccati tuoi, fin dove giunge il potere della Santa Madre Chiesa. In nome del Padre, del Figliuolo e dello Spirito Santo. Amen. GIOVANNI DI YDSTEIN, dottore di Sacra Teologia, ha composto quanto sopra. ANDREA DI CLUNSEN, notaio, lo ha sottoscritto» 2) La Bolla di Leone X contro Martin Lutero (17 luglio 1520) 6