Gottasecca. altitudine m. 699



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PIERO FRIGGERI - Comunità Montana di Bossolasco - Etnografia e Storia Superficie: km² 13,48 Abitanti: 225 (nel 1961 abitanti 396) Gottasecca altitudine m. 699 Municipio: v. Ravina, 2/4 - tel. 0174/96.077 Ristorante La Goccia : tel. 0174/86.248 Casa del Pellegrino: nuova costruzione adibita per soggiorni estivi (a 784 m.). Per informazioni o prenotazioni, tel. 0174/96.073 signor Vincenzo Cerrato. La Valle: fraz. Valle, 19 - tel. 0174/96.225 Prodotti locali: cereali, patate, frumento, ortofrutticoli, uva, castagne, fagioli. Allevamenti del bestiame: bovini; ovini (pecora della Langa) Cenni storici: il Casalis afferma che, anticamente, prima del sec. X, Gottasecca era detta Lavaniola. Ed infatti, Arcangelo Ferro, ci dice che Ottone III, nel 998, diede le rendite delle sue pievi a Bernardo, Vescovo di Savona, nel cui diploma era scritto: seu Gauta sicca (Lauaniola quae dicitur Gauta sicca) (Gottasecca). Il feudo è appartenuto ad Aleramo, che, con diploma del 967, già si legge Lavagniola quae dicitur Gottasicca, donatogli dall imperatore Ottone I, per aver cacciato i Saraceni (prima dei Saraceni, Gottasecca subì le invasioni dei Goti, Longobardi, Franchi e Ungari). Il territorio passò al marchesato di Ceva (1142), avuto in eredità da Bonifacio, poi ai Del Carretto (1268) e anche ai Guasco (1487). Dopo averne avuto possesso i marchesi del Monferrato, il territorio pervenne al ducato di Mantova nel 1548, che lo diede in feudo a d Incisa Boarello. Gottasecca venne assorbita nei territori di Casa Savoia nel 1631, da Vittorio Amedeo I, con il Trattato di Cherasco. Nel 1602, Gottasecca era ancora sotto la diocesi di Alba. Del passato medievale, è rimasta la torre del castello, purtroppo in rovina (il castello era dei marchesi d Incisa). Secondo la storia il castello fu fatto abbattere da Vittorio Amedeo I, poiché la popolazione voleva occuparlo per farne sede di rivolta. Di Gottasecca troviamo menzione nei diplomi ottoniani del secolo X e dei primi anni dell XI (scrive Giovanni Conterno, riferendosi alle pievi del Bormida). I diplomi accennati sono di Ottone III e di Enrico I. PERSONAGGI FAMOSI Amedeo Ravina (nato a Gottasecca nel 1788, morto a Torino nel 1857). Gottasecca ha dato i natali a questo poeta e patriota; esule in Spagna e in Inghilterra, in occasione dei moti del marzo 1821, cui prese parte; compose i Canti italici ed autore di salaci satire contro la Santa Alleanza. Nel 1848, è deputato al Parlamento Subalpino. Il paese lo ricorda con un monumento eretto a suo onore. Felice Bertola: nel 1965 Domi Gianoglio scriveva nel suo libro invito alle Langhe : Il grido di Gottasecca... echeggia sempre più forte... astro sorgente del pallone elastico... Felice Bertola, vincitore nel 1965, del titolo nazionale... Ora abbiamo, con il grido di Gottasecca (riferendosi a Bertola), classe 1944, il dominatore dell ultimo campionato, vinto di prepotenza su Defilippi... già si parla di un nuovo Manzo... c è da augurarselo, anche perché di giocatori eccezionali come Manzo (Augusto) non ne nasce più di uno, al massimo due per ogni secolo. Aspettiamo quello che Bertola ci farà vedere nei prossimi anni. Lui, il biondo ragazzo di Gottasecca, non ha fretta. Non poteva prevedere, Gianoglio, nel suo scritto, che Bertola avrebbe vinto dodici scudetti nazionali, subissando gli avversari. Ora gli spetta di diritto essere anche lui nella rosa dei due giocatori eccezionali ogni secolo di detto sport.

Il Santuario dell Assunta di Gottasecca, si trova nelle vicinanze del Brich della Croce (m. 787). A lato dell edificio, si può ancora notare un orologio solare, ormai dimenticato dagli anni (ora è stato ristrutturato). Il campanile, alto 20 metri, ha due ordini di arcate e termina con una cuspide a cipolla di 3,5 metri. Quest ultima è ricoperta da squame di lavagna a grandezze scalari. La stupenda Madonna in alabastro (del 1600), che si trova nel Santuario dell Assunta. Al levar del sole (grazie ad una finestra posta ad oriente), una luce illumina la cripta dove è posta la statua.

Il Santuario è composto da tre navate: una centrale e da due laterali ali minuscole, collegate alla navata primaria, da quattro arcate per parte, che poggiano su pilastri. Tutto attorno e nelle volte, è un fiorire di dipinti barocchi pregevoli, stucchi, fregi, che abbagliano l occhio anche al più inesperto di arte. La grazia delle colonne tortili, degli altari riccamente rappresentati dai santi, da angeli che sorreggono le colonne, è qualcosa di incredibile e di meraviglioso, per un Santuario posto in un pianoro deserto, dove solo la natura dei boschi e il silenzio assoluto, ammirano tale splendore di costruzione. Nella foto, si possono scorgere i dipinti della volta, in cui la finta finestra e il drappeggio, sono l opera di un abile esecutore del trompe-l oeil. La scritta, PIETRA DONDE SCATURIVA L OLIO ANTICAMENTE, scolpita non su pietra arenaria, ma su marmo, sta ad indicare che qui usciva, a gocce, l olio taumaturgico, che guariva gli ammalati. Tale miracolo, finì quando l olio fu dato per guarire un animale da cortile. Da qui il termine Gottasecca: dal latino gutta (cioè goccia) e sicca (secca). L etimologia del nome di Gottasecca, è anche questa: la goccia che seccò,, per cui divenne Gottasecca.

Entrando nel Santuario, a sinistra, vi è il primo altare laterale. Ciò che si nota subito, è il vuoto lasciato dal quadro rubato. bato. Purtroppo, altri tre altari, sono stati oltraggiati dai pirati di arte sacra. Non ci stancheremo mai di dire ai parroci, di fotografare gli interni delle loro chiese. Oltre a scoraggiare i mandanti, con la documentazione fotografica, si possono recup recuperare erare più facilmente le tele sottratte. Ai lati del quadro vuoto, fanno bella mostra due angeli stilòfori (che poggiano su due colonne rotonde). In dettaglio i due angeli.

Nella foto è rappresentato il quinto altare della navata laterale a destra. Potremmo Potremmo chiamarlo l altare della Legione Tebea. La ricchezza dei particolari, è strabiliante, la cui vista non sarà mai pari alla descrizione. Al centro, vi è S. Candido con la corona del martirio. Ai lati S. Maurizio e S. Essuperio,, che hanno in mano la p palma (simbolo di rettitudine, fama, trionfo, vittoria). S. Essuperio, con la spada nella mano destra, schiaccia il drago (simbolo del male). In alto, due angeli portano la palma del martirio. Due colonne tortili, ricche di fregi, caratterizzano l altare in modo sublime. Si rimane ammutoliti ad osservare il Santuario di Gottasecca, perché il lavoro eseguito da artisti che conoscevano il loro mestiere, è stato eccezionale. In dettaglio San Maurizio e San Essuperio.

Il sesto altare a destra, è rappresentato da tre santi: al centro S. Antonio da Padova (nella nicchia), a sinistra S. Francesco e a destra San Bernardo,, ai cui piedi spunta un diavoletto (simbolo di tale santo). Le due colonne tortili, sono l emblema del Santuario. Per appagare la curiosità dei visitatori (o dei lettori), possiamo dire che accanto all altare, vi è un pertugio segreto, nel quale si nascondevano gli artisti dell epoca, per sfuggire alle ire dei feudatari (o forse era anche il nascondiglio dei contrabbandieri del sale?). Sotto: in dettaglio S. Francesco e San Bernardo.

Sant Antonio da Padova tra le colonne tortili. Particolare dell altare. Il Dio Creatore.

Santuario B.V. Assunta. Tre particolari: il pulpito, l altare, la volta laterale.

I capitelli.

Santuario B.V. Assunta. (Affresco di Giovanni Borgna. Martiniana Po, 1854-1902). 1902). Ciò che più stupisce di questo pittore (morto all età di 47 anni), è la sua immensa prolificità di opere che ha eseguito in decine e decine di chiese e piloni. Senza contare le tele dei ritratti dei committenti o le tele dei Santi patroni che i parroci dei paesi piemontesi e liguri gli commissionavano. Il Borgna, oltre ad essere un ottimo pittore, era molto conosciuto, per cui non gli mancava certamente il lavoro. Ma tutte le opere, erano eseguite con la massima severità professionale, poiché ogni dipinto non poteva avere sbavature. Un valido aiuto a finire i suoi affreschi, l ha avuto dalla sorella Rosa, che ha dipinto alla pari di Giovanni. Allievo di Andrea Gastaldi, il Borgna si è dedicato allo studio della pittura religiosa, ottenendo i più vasti consensi da tutti. I suoi collaboratori più stretti, oltre alla sorella Rosa, sono stati l Arduino di Ormea, Vincenzo Odello di Ceva e Francesco Audissino. Giovanni Borgna era soprannominato Netô. Alcune tele sono firmate con tale nome: vedi, ad esempio, il Ritratto della modella preferita.

Interno del Santuario, composto da una navata centrale e da due laterali unite a quella centrale da quattro arcate sorrette da pilastri.

Dipinto e a lato, uno stendardo per coprire il vuoto di una tela rubata. Santuario B.V. Assunta. Altare interno, ma soprattutto passaggio segreto da dove si potevano nascondere i contrabbandieri del sale o gli artisti perseguitati dai signorotti.

Santuario B.V. Assunta. Antico pozzo e porta secondaria del Santuario. Il campanile. Accanto al Santuario troviamo la Casa del Pellegrino.