CAMPIONI D'ITALIA!!! L'ASCESA DEL BASEBALL CLUB PESARO HA DELL'INCREDIBILE!!!



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CAMPIONI D'ITALIA!!! L'ASCESA DEL BASEBALL CLUB PESARO HA DELL'INCREDIBILE!!! Mamma mia!! Da non credere! I biancorossi pesaresi sono diventati Campioni d'italia!! Si ragazzi, non stiamo affatto scherzando!!!! È proprio così!!! Sono successe tante cose davvero clamorose dall'ultima volta che vi ho raccontato le gesta dei nostri eroi, che quasi gira la testa e toglie il respiro a pensarci. Nemmeno il più grande scrittore di fantascienza avrebbe potuto immaginarsi una cosa del genere. Ma, proviamo a mettere tutte le cose in ordine e a ricostruire i fatti accaduti in questi ultimissimi mesi. Dove eravamo rimasti? Ah si, ora ricordo!! La città di Pesaro, e con essa l'intero ambiente sportivo mondiale, era ancora scossa da una tragedia immane e ai più ancora inspiegabile. Uno degli omicidi più efferati della storia era andato in scena proprio sul palcoscenico più prestigioso dello sport cittadino: il diamante di Via Palestro. Da un lato, un cadavere orrendamente sfigurato rinchiuso in un sacco di tela, che ancora non aveva trovato identit{, dall altro 3 poveretti (o delinquenti) che erano stati imprigionati con metodi alquanto sbrigativi e senza particolari indizi a loro carico, costretti a subire le angherie di un Commissario che, lungi dall avere le idee chiare sui veri colpevoli, aveva cominciato a diffondere alla stampa la tesi di un complotto organizzato da tutti e 3 gli indagati, accusati di essere complici tra loro dell omicidio. Per 2 dei 3 sventurati (Ale il biondo e Diego), l estate in gattabuia era passata assai lentamente. Ognuno chiuso nella propria cella di sicurezza, rischiarata solo da un pallido sole che filtrava dalle grate. Ognuno dei 2 a chiedersi, sdraiato sul lurido giaciglio della cella, quando mai e se mai avrebbero potuto riconquistare l agognata libert{ e dimenticarsi un giorno dell incubo che stavano loro malgrado vivendo. L unico momento di svago era rappresentato dall ora d aria quotidiana che veniva loro concessa e durante la quale si ritrovavano tutti e 2 in un cortile assolato del commissariato, 1

con i muri altissimi e sovrastati da un inquietante filo spinato, c'è chi dice addirittura fosse elettrificato, che scoraggiava qualsiasi idea di evasione che potesse loro balenare in testa. Considerata però la buona condotta che, tutto sommato, aveva caratterizzato il comportamento dei 2 nei primi mesi di detenzione preventiva, il Commissario era stato, suo malgrado, costretto ad allentare un po i cordoni della rigidit{ e aveva consentito ai 2 qualche libertà in più. Ad entrambi era stato consentito, ad esempio, di allenarsi un ora in più nel cortile del commissariato, per poter poi partecipare alle gare di IBL2, ma solo e rigorosamente a quelle giocate in casa, perché per le trasferte il Commissario aveva timori fondati di fuga. Ad Ale il biondo era stato concesso, oltre che sovraintendere a tutte le altre e molteplici attività che contraddistinguevano ogni sua estate, anche di proseguire, seppure a distanza, con il coordinamento della sorveglianza balneare della spiaggia di ponente. Per decidere se fosse il caso di issare o meno la bandiera rossa, Ale si teneva in stretto contatto con i suoi assistenti di spiaggia e chiedeva a ciascuno di loro che vento tirasse. Siccome però che nessuno dei collaboratori era in grado di saperlo, non avendo mai consultato una rosa dei venti, Ale il biondo, ogni santa mattina, lanciava in aria la monetina e decideva con il classico testa o croce. Il Commissario era stato poi costretto, suo malgrado, ad allargare ulteriormente le maglie della libertà per Ale il biondo, a causa di uno spiacevole episodio che sempre più frequentemente si stava verificando ogni mattina nei pressi del Commissariato. Dall inizio dell estate, infatti, una misteriosa (almeno agli occhi del Commissario) ragazza moretta, si presentava di buon'ora sotto le finestre del commissariato e cominciava a cantare a squarciagola e con grande enfasi, dei motivetti romantici degli anni 60 e 70. Nei primi giorni, il Commissario si era limitato ad affacciarsi incuriosito alla finestra del suo ufficio e, rivolgendosi alla improvvisata cantante, la implorava di smettere di importunarlo. Le richieste del Commissario non sortirono effetto alcuno. Tanto ché il Commissario nei giorni successivi, reagì scompostamente al fastidio provocatogli dalla performance canora della moretta, con maniere non proprio eleganti, rovesciando sulla poveretta intere bacinelle di acqua gelata, nel tentativo di farla desistere dai propri insani propositi. Non riuscendo nel suo intento neppure in questo modo, affrontò di petto la moretta, e la minacciò seriamente di arrestarla e di chiudere anche Lei in cella di sicurezza. Peccato che le celle di sicurezza disponibili fossero ormai solo 2 (ndr la terza, infatti, anche se attualmente non occupata, il Commissario aveva deciso di lasciarla a disposizione per la Luigina, della quale vi racconteremo tra breve) e che la sventurata avrebbe dovuto dividere la cella con Ale il biondo, che era l unico tra i 2 indagati che poteva disporre di una cella di sicurezza doppia. 2

Quale sorte benevola!!! Era proprio quello che la sventurata cantante desiderava!!! Non si arrivò a tanto, ma si giunge ad un compromesso equo: la moretta sarebbe stata ammessa per un ora al giorno nel cortile del Commissariato assieme ai 2 detenuti e avrebbe potuto sussurrare all orecchio dell amato (e, fortunatamente per gli altri, solo al suo) quei motivetti un po datati, che certificavano comunque la tremenda cotta che la moretta aveva preso per il biondo. L accordo si allargò, poi, a che nell ora di svago, il biondo allenasse la moretta nello sport la cui passione accumunava Ale, la moretta e Diego. Ale fungeva da pitching coach e la moretta da allieva. Gli allenamenti vennero però presto sospesi, in quanto, nonostante il muro di cinta che separava il cortile del commissariato dalla strada fosse altissimo, i passanti venivano regolarmente colpiti dai lanci pazzi che a volte sfuggivano alla moretta. E gli altri 2 indagati?? Come passavano le loro giornate? Diego era più preoccupato per le sorti delle squadre pesaresi di volley femminile che del suo personale destino. Era angosciato (ma poi mica tanto) dal non sapere con certezza se le proprie beniamine (ndr. non abbiamo ancora compreso se fosse vera passione per il volley o se fosse invaghito di qualche giocatrice in particolare) avrebbero giocato nella stagione successiva in quel di Bergamo (in serie A1) o di Pagliare del Tronto (in B1 sic, fu proprio così). Certo, il lavoro gli mancava. Certo non avrebbe potuto seguire come negli anni precedenti la preparazione della sua Fiorentina, della cui campagna acquisti era costantemente informato dai messaggeri Andrea e Stefano, ma se ne fece una ragione. Quanto agli allenamenti, passò finalmente l'estate a rinforzarsi i muscoli, per presentarsi pronto al deciso salto di qualità che gli avrebbe sicuramente permesso di spiccare il volo nel panorama del baseball italico (ma come vedrete più in seguito, le sorprese non erano finite). La Luigina, in realtà, era stata la più fortunata (o la più furba) tra i 3. Il Commissario, infatti, gi{ dopo pochi giorni dall arresto, pur essendo quasi certo che l'elegante signora la sapesse davvero lunga sull'omicidio e pur sospettandola come la potenziale maggiore indiziata dell'omicidio stesso, aveva ceduto come un allocco alle continue lamentele che provenivano dalla sua cella di sicurezza e aveva deciso di rilasciarla anche se in libert{ vigilata e con l obbligo di firma, che richiedeva alla stessa di presentarsi almeno 10 volte al giorno in commissariato. L ordine di scarcerazione venne emesso dal Commissario con malavoglia, anche a seguito dei calorosi inviti che alcuni ben noti rappresentanti della Pesaro bene avevano fatto giungere al 3

graduato, che avevano avanzato la richiesta di un gesto di clemenza a favore di colei che veniva considerata una habitue dei salotti e dei circoli cittadini tuttora più in vista. Strano a dirsi, ma l unico ad avere espresso al Commissario un parere sfavorevole alla scarcerazione della Luigina era stato l'amato consorte Miky, che, durante la carcerazione preventiva della moglie, aveva potuto finalmente godere di una totale libertà di azione e, oltretutto, non si trovava più alle calcagna chi, continuamente, gli contava le sigarette fumate o la quantità di cibo trangugiato. Altra limitazione di libertà imposta alla Luigina fu quella dovuta al fatto che le venne applicato alla caviglia un braccialetto elettronico che consentiva alle forze di polizia di seguirne costantemente gli spostamenti. Tutto cambiò drasticamente e magicamente a partire dal 28 novembre 2013. Segnatevi questa data, nella quale il batti e corri pesarese ricevette in premio la Stella di bronzo al merito assegnata dal CONI nazionale, quale riconoscimento della storia gloriosa della società biancorossa, nata nel 1968, capace di arrivare per diversi anni consecutivi nelle massime serie nazionali del baseball e del softball e di perseguire da oltre 40 anni l obiettivo della diffusione dello sport più bello al mondo, seppure tra le mille difficoltà economiche e logistiche che hanno caratterizzato soprattutto gli ultimi tempi. Quella semplice anche se significativa premiazione rappresentò, invece, una rampa di lancio irresistibile per la società capitanata del Presidente Norby e dai suoi fidati collaboratori. Gli eventi che si succedettero dopo quella premiazione decretarono anche la fine del perenne pessimismo cosmico sulle sorti del batti e corri pesarese, che aveva contraddistinto il Presidente Norby almeno nell ultimo decennio. Per festeggiare l'avvenuta con segna del premio, Norby aveva invitato tutti i convenuti, ad un frugale brindisi che si era svolto al baretto del diamante di Via Palestro e, subito dopo, tutti si erano trasferiti al Commissariato, per festeggiare anche con i 2 reclusi che, seppure indagati e sospettati del terribile omicidio, in un modo e nell altro, rappresentavano pur sempre delle glorie del batti e corri locale. Mentre ancora i convenuti stavano brindando all evento (rigorosamente a coca cola e gazzosa, dato che nel Commissariato gli alcolici erano ovviamente banditi) ecco il clamoroso colpo di scena che caratterizzerà da qual momento il sensazionale cambio di passo societario!! Lo smartphone del Presidente Norby squillò. Dall altra parte della cornetta, una voce di donna sconosciuta pronunciò una frase ai più incomprensibile: Guten morgen. Ich bin Angela!!!!! 4

Norby fu tentato di riagganciare. Fortuna che non lo fece!!!!! Ma ci pensate? Era proprio Lei. Angela Merkel!!!!!! La premier tedesca che terrorizzava l Italia con le sue ricette di rigore economico e di lotta agli sprechi!!! Norby quasi svenne e non fu in grado di spiccicare parola!! Fortunatamente, dall altra parte della cornetta, intervenne l interprete simultaneo che in un italiano un po stentato, spiegò a Norby che la Merkel era rimasta profondamente colpita dal successo del Baseball club Pesaro, i cui echi avevano varcato il Brennero ed erano giunti sin alla soglia del bundestag, il Parlamento tedesco. L interprete spiegò che, a breve, Angela avrebbe voluto far visita al Presidente Norby, per sincerarsi di persona di quello che, ai suoi occhi, rappresentava una sorta di piccolo miracolo italiano, in un contesto generale caratterizzato da crisi, degrado ed inefficienza. Per intanto, fece comunicare all interprete che avrebbe personalmente omaggiato la società biancorossa, con un piccolo contributo in denaro, quale segno di riconoscimento. Si trattava di 1.000.000 di euro in contanti, a titolo di acconto!!!! La telefonata terminò, ma Norby, ancora stordito, rimase appeso al suo smartphone immobile e bianco in volto. Balbettò qualcosa di incomprensibile ai presenti e scrollò a terra esanime, dall emozione ricevuta. Andarono tutti e subito a prendere dell aceto per farlo rinvenire, ma l aceto non faceva effetto. Cominciarono, quindi, a schiaffeggiarlo sul viso, prima leggermente e poi sempre con maggiore violenza. Finalmente Norby rinvenne e provò a raccontare quanto prima era successo. Nessuno, ovviamente, credette al suo racconto e allo stesso Norby cominciò a balenare l idea che si fosse effettivamente trattato di un sogno e di un allucinazione. Altroché un allucinazione!!!! Effettivamente, da li a pochi giorni, il milione di euro promesso dalla Merkel fu accreditato sul c/c bancario intestato alla società e la notizia divenne di dominio pubblico. Network televisivi di ogni parte del pianeta cominciarono ad interessarsi della società biancorossa e nei giorni successivi il cellulare di Norby fu tempestato di telefonate da parte di coloro che lo pregavano per potersi vedere fissare uno straccio di appuntamento, per ottenere interviste e reportage sul Baseball Club Pesaro, alla scoperta del miracolo di Via Palestro. La notizia della telefonata della Merkel giunse anche al Campidoglio, che si affrettò a redigere in fretta e furia un comunicato stampa con cui si informava che il Presidente Napolitano 5

avrebbe avuto il piacere di incontrare Norby per stringergli la mano e congratularsi direttamente con l artefice del miracolo. Il Presidente Napolitano, con la sua scorta, si presentò ben presto ai cancelli del diamante di Via Palestro, ove trovò ad accoglierlo il fido Luis che lo salutò dalla terrazza sventolando un tricolore dai lembi un po ammuffiti e dai colori appena sbiaditi. Napolitano fece un discorso commovente a tutti i presenti che si erano rapidamente radunati sulle vecchie tribune, da un palco improvvisato in prossimità del monte di lancio ed insignì di una medaglia d'oro al valore, tutta la dirigenza vecchia e nuova della società e tutti i giocatori che dal 1968 avevano indossato la casacca biancorossa (in verità, anche neroarancio nel corso dell ultima stagione). All evento, ovviamente mancavano solo i 2 indagati ancora in cella di sicurezza, che ebbero solo la possibilità di ascoltare, in mondovisione, le parole pronunciate da Napolitano nel corso della cerimonia, che vennero, oltretutto, diffuse in tutta la città, attraverso una catena infinita di altoparlanti, dislocati praticamente in ogni via. Anche Ale il biondo e Diego, in ogni caso, avrebbero avuto da li a poco soddisfazioni incredibili!!! Il Presidente della Repubblica, infatti, prima di porre termine al proprio discorso ufficiale, annunciò di aver concesso la GRAZIA ai due reclusi, in virtù degli straordinari meriti che i due potevano vantare nei successi del Baseball Club e ordinò l immediata loro scarcerazione. A quel punto, qualcuno fece notare al Presidente Napolitano, che anche una terza persona (la Luigina) si trovava in stato di libert{ vigilata anche se, a differenza degli altri due, ai domiciliari e con il braccialetto elettronico saldo alle caviglie. Napolitano ordinò che anche la Luigina fosse a tutti gli effetti scagionata e che gli fosse tolto il braccialetto elettronico. Fu una festa indescrivibile!!! Ale il biondo e Diego sentirono schiavare la serratura delle loro celle di sicurezza e senza neppure rendersene conto si trovarono liberi per strada, accolti in trionfo da una folla impazzita. Terminata la cerimonia e smontato il palco d'onore, le novità, però, non finirono affatto. Non bastava aver ricevuto 1.000.000 euro in contante!!! Si scatenò, infatti, una gara frenetica tra gli sponsor per accaparrarsi per i decenni futuri, uno spazio anche piccolissimo di pubblicità, sulle casacche dei ragazzi biancorossi e delle ragazze biancorosse!!! 6

Dopo praticamente un decennio in cui Norby aveva sudato le fatidiche sette camicie per elemosinare 2 lire di sponsorizzazione, bussando ad ogni convento e ricevendone quasi sempre un secco diniego, ora c'era l imbarazzo della scelta!! Non si trattava certo di sponsorizzazioni di piccolo cabotaggio: il dubbio amletico era quello di scegliere nell ordine, tra i seguenti candidati: Google, Samsung, Nissan, Fly Emirates, Deutch Bank. Questi marchi avevano formalizzato al Presidente Norby offerte pluriennali che avrebbero assicurato ai biancorossi, un budget annuo variabile tra i 5 e i 6 milioni di euro. La scelta fu facile. Per non scontentare nessuno di questi colossi mondiali, vennero messi dentro un guantone da baseball, dei bigliettini con su scritto i nomi dei succitati sponsor e la ragazza moretta, opportunamente bendata, fu chiamata a pescare uno dei bigliettini. Agli sponsor che non furono in quell occasione prescelti, fu garantita una prelazione per gli anni a venire, che garantivano alla società future sponsorizzazioni fino almeno al 2050!! Norby cominciò a ragionare su come investire quella valanga di soldi improvvisamente piovuti dal cielo. Ovviamente, l unico problema veramente serio fu quello di allontanare con fermezza, tutti quegli pseudo amici / consiglieri che, dopo essersi eclissati durante tutti gli anni di difficoltà economica, improvvisamente e miracolosamente riapparvero, gonfi di consigli da elargire al Presidente. Poi si trattò di definire le priorità per gli investimenti. Nell'ordine, si stabilì: 1) di ricompensare generosamente con assegni bancari a 5 zeri, tutto lo storico staff dirigenziale che aveva faticosamente tirato la carretta almeno negli ultimi 10 anni, in segno di ringraziamento per il lavoro svolto negli anni necessariamente trascorsi a pane ed acqua ; 2) di elargire a tutti i giocatori che avevano vestito la casacche biancorosse dagli anni '80 in poi, un altrettanto corposo premio in denaro, 3) di destinare qualche milione di euro, per il rinnovo dei contratti dei giocatori ancora in attività. Il Presidente si comportò, anche in questo caso, da signore: lasciò, infatti, che ciascun giocatore scrivesse lui su un foglietto, la cifra desiderata; lui, senza nemmeno guardarla, staccò gli assegni e li consegnò nelle mani dei giocatori. Ovviamente, le cifre stabilite furono tali da consentire ad ogni giocatore, di scordarsi definitivamente di ogni preoccupazione per il futuro, consentendo agli stessi di concentrarsi esclusivamente all'attività agonistica, abbandonando per sempre le rispettive attività lavorative; 4) di ristrutturare degnamente il campo di baseball, innalzando tribune per 120.000 posti a sedere (abbondantemente oltre il totale degli abitanti di Pesaro) e di costruire, finalmente, un campo di softball nuovo di zecca, per ospitare degnamente le gesta altrettanto importanti di una squadra giovane ma già valorosa. I lavori di ristrutturazione vennero completati a tempo di record e dopo solo 2 mesi, gli impianti furono inaugurati alla presenza delle 7

autorità. Come ovvio, entrambi gli impianti furono intitolati al nostro amato Valentino, artefice in prima linea dei successi del Baseball Club; 5) di ristrutturare in maniera lussuosa gli annessi al diamante. Venne costruita una country house da far invidia a quella di Rimini; gli spogliatoi vennero dotati finalmente di ogni confort e ovviamente, venne ristrutturata anche la terrazza, secondo le giuste richieste del legittimo proprietario (LUI), che rivendicò i suoi diritti e ottenne, senza molta fatica, la realizzazione di imponenti opere di abbellimento, oltre che la predisposizione di una consolle da deejay stile David Guetta. In ogni caso, per rispetto della tradizioni, nella terrazza, fu mantenuta la colonna a ricordo degli anni delle vacche magre!!! L unico dubbio amletico che si pose al Presidente Norby fu però il seguente: era il caso di destinare una parte di quella montagna di contante disponibile da qui ai prossimi 40 anni, all acquisto di atleti forestieri e stars internazionali, così da sbaragliare sicuramente il campo a livello nazionale ed internazionale, oppure era meglio proseguire l attivit{ con i virgulti locali che avevano contribuito negli ultimi anni a far sopravvivere il baseball pesarese, pur se fra mille difficoltà? La seconda opzione sarebbe stata sicuramente molto rischiosa e controcorrente, ma il Presidente non ci pensò due volte. Era questa la strada da percorrere!!! Sia i giocatori pesaresi più giovani sia quelli un po più attempati, che ormai davano per scontato di dover lasciare il campo ai campioni più affermati del batti e corri, restarono senza fiato quando il Presidente Norby comunicò loro la sua intenzione di proseguire nell avventura unicamente con gli atleti locali. Il Presidente Norby venne ricambiato con gli interessi della fiducia accordata ai pesaresi (e alle pesaresi)!!! Gli stimoli ricevuti e, credetemi, non solo i soldi, furono tali da trasformare completamente lo spirito dei giocatori biancorossi e di conseguenza il loro rendimento, che apparve subito e agli occhi di tutti, centuplicato!!! Lanciatori trentenni e oltre, che avevano fino all anno prima una velocit{ massima di 60 miglia orari, cominciarono a sparare lanciafiamme a 95 miglia. Battitori che battevano in IBL2 con media.200, schizzarono come d incanto a.550!!!! Tornarono tutti all allenarsi con un entusiasmo contagioso e con quella giusta grinta che nel corso degli anni forse non avevano mai espresso appieno. Ammessi di diritto in IBL1 per i meriti acquisiti e per la fama planetaria che avevano ormai conquistato, i ragazzi biancorossi sbaragliarono il campo con una facilità irrisoria a livello 8

nazionale e filarono dritti alle championship series, con un ruolino da imbattuti: 34 vittorie e 0 sconfitte!! Ogni settimana, i loro risultati stupefacenti facevano gridare al miracolo la stampa nazionale. Quella stampa nazionale che, fino a pochi mesi prima aveva allegramente ignorato il batti e corri nazionale e aveva relegato le notizie sull'andamento del massimo campionato, tra le varie, confuse tra le notizie di judo, lotta greco-romana e tressette con il morto. Le tribune del diamante delle Cinque torri divennero sempre più affollate: dapprima 10.000 spettatori, poi 15.000, poi 20.000, poi 50.000!! Anche la nuova terrazza, seppur attrezzata con ogni confort, risultava già troppo poco capiente per ospitare giornalisti di tutto il mondo che si affrettavano ogni settimana a richiedere degli accrediti al Presidente Norby, per poter assistere alle gesta gloriose dei campioni binacorossi. In quel di Cuba, c'era chi pregava personalmente Fidel Castro e il fratello Raul, perché concedesse con generosità dei permessi di espatrio, per poter uscire dai confini nazionali e raggiungere Pesaro per assistere a tale miracolo. Gli sfortunati ai quali il visto di espatrio non veniva concesso, si consolavano recandosi a visitare all'interno dell'isola caraibica, il famoso Ramon, glorioso allenatore dei biancorossi negli anni passati, che era diventato una vera e propria celebrit{ nell isola, raccontando quanto, almeno in parte, anche lui fosse stato artefice dei successi dei biancorossi e ricordando buffi aneddoti sui suoi trascorsi pesaresi che divertivano assai tutti i convenuti. Ovviamente, anche le partite di finale non ebbero storia. Il successo ormai annunciato si materializzò con un netto e scontato cappotto (5-0). I giocatori furono portati in trionfo e, nei giorni immediatamente successivi allo scudetto conquistato, attraversarono la città a bordo di autobus scoperti, come veri e propri eroi nazionali, tra una folla festante di concittadini che gettavano loro petali di fiori e altri omaggi. Pensate: un semplice autografo di uno qualunque degli atleti biancorossi venne quotato, dopo il trionfo in campionato, 500.000 euro al mercato nero! Contemporaneamente ai clamorosi successi della squadra di baseball, cominciò ad affacciarsi all orizzonte anche un ascesa irresistibile della squadra di softball, che solo l anno prima, aveva vivacchiato nei bassifondi della Serie B, senza riuscire neppure a conquistare una sola e striminzita vittoria. Sarà stato forse il profumo inebriante dei soldi, nei quali anche le ragazze cominciavano a sguazzare (come era solito fare Paperon De Paperoni nel suo forziere a Paperopoli), saranno 9

stati tutti i confort che anche a loro il Presidente Norby aveva giustamente assicurato, ma i risultati agonistici conseguiti dalla squadra furono subito eccezionali!! Anche l atteggiamento cambiò. Da quando ogni sera si presentavano al diamante del softball nuovo di zecca, accompagnate ciascuna dal loro autista personale a bordo della limousine che gli era stata gentilmente regalata da Norby, a quando terminavano la seduta quotidiana di allenamento e si recavano negli spogliatoi dove le attendevano massaggiatori professionistici reclutati tra i migliori al mondo, il comportamento delle ragazze divenne ancor più irreprensibile. Saranno poi stati gli allenamenti massacranti che Ale il biondo continuava a propinare alle ragazze, ma nel corso della stessa stagione, il rendimento delle ragazze salì vertiginosamente (a proposito, il conto di banca di Ale il biondo salì ancora più vertiginosamente rispetto a quelli dei suoi compagni di squadra, in virtù del doppio incarico rivestito). Partita dopo partita, le ragazze dimostrano una plateale superiorità nei confronti delle avversarie che solo un anno prima le avevano bastonate a suon di fuoricampo e derise. Tutte, ma proprio tutte le ragazze raggiunsero uno standard di gioco fantasmagorico. La media in attacco della squadra sfiorò i.750 e quella in difesa raggiunse la perfezione (1.000). Pensate poi che i PGL guadagnati sul parco delle lanciatrici pesaresi capitanate dall Ali, furono 0,0001 a partita!!! In pratica, in tutto il campionato, le pesaresi subirono l onta di 1 solo punto segnato dalle avversarie a fronte di 427 punti segnati dalle pesaresi. Mai visto!!! I lanci pazzi delle pitchers pesaresi di pochi mesi prima, erano un ricordo. Quest anno, gli spettatori potevano tranquillamente rilassarsi nelle comode poltrone Frau di cui erano state dotate le ampie tribune e non dovevano più preoccuparsi di essere colpiti in testa da palline sciaguratamente lanciate dalle pitchers. Contribuirono sicuramente a tale miracoloso risultato anche i risultati degli allenamenti che il recluso Ale il biondo aveva elargito alla moretta, durante la trascorsa estate, nel cortile assolato del Commissariato. Le ragazze, a campionato in corso e visto il rifiuto di molte squadre avversarie a presentarsi in campo, per evitare figure barbine al cospetto di tali campionesse, accettarono l invito di una tournèe in giro per il mondo, con metà principale Stati Uniti e Giappone, ricevendo anche li successi strepitosi ed un ammirazione sterminata. Tornarono in patria solo per partecipare alla formalità della finale per la promozione in Serie A che, ovviamente, dominarono, vincendo tutte le partite al 1^ inning (ndr: la FIBS aveva cambiato di corsa le regole della manifesta inferiorità, per evitare che la squadra avversaria delle pesaresi venisse troppo turbata dalla differenza dei valori in campo). 10

In ogni caso, le partite della finale per la promozione in A durarono lo stesso alcune ore, senza che le avversarie riuscissero con le proprie forze a realizzare i fatidici 3 out. Spinto dalla misericordia, l allenatore delle pesaresi ordinò che le proprie atlete, per farsi eliminare, si inventassero tutte delle corse verso la 3^ base anziché verso la 1^ dopo la loro ennesima battuta in fuoricampo, così da venire automaticamente eliminate, correre in trionfo in mezzo al campo, farsi massaggiare nello spogliatoio, ricevere il congruo assegno che il presidente Norby consegnava ad una ad una e salire ognuna nella propria limousine per farsi condurre dall autista personale nelle loro ville sulle colline pesaresi, a strapiombo sul mare. I successi del 2014 furono solo il necessario preludio ai trionfi che ovviamente seguirono negli anni venire, a partire dalla conquista del 1^ scudetto nel 2015 al quale ne seguirono tanti altri, da perderne il conto!! Così fu!!! Ma nonostante tutto, i ragazzi e le ragazze pesaresi, così come tutto lo staff dirigenziale e tutti i collaboratori che, a vario livello, continuavano a dare una mano alla società, rimasero con i piedi per terra ben saldi e non si montarono affatto la testa. Il baseball e il softball pesarese, dopo anni di dura gavetta, era finalmente esploso a livelli impensabili, ma rimaneva per tutti, un esempio di correttezza, cortesia e sportività, ammirato dal mondo intero. Buon Natale!!!!! LUI 11