SOSTANZE DERIVATE DAGLI ANIMALI USATE PER I PRODOTTI DEL BENESSERE E NELL'ALIMENTAZIONE



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SOSTANZE DERIVATE DAGLI ANIMALI USATE PER I PRODOTTI DEL BENESSERE E NELL'ALIMENTAZIONE Gelatina Sostanza ottenuta per parziale idrolisi dal collagene e da materiale proteico contenuto nei tessuti connettivi animali e in tessuti vegetali. Si presenta, a temperatura ambientale, come un gel. Si conoscono due tipi di gelatina animale: la gelatina alba che si ottiene dalle ossa e la gelatina di pesce o colla di pesce o ittiocolla, che si ottiene dagli storioni. E costituita da glutine, una sostanza glicoproteica, che può essere usata come emostatico per applicazioni esterne, sotto forma di spugna, e che presenta il vantaggio di essere completamente assorbita, potendosi lasciare così anche all interno di ferite profonde. La gelatina trova inoltre impiego nella tecnica farmaceutica per confezionare ovuli, candelette ed in microbiologia per approntare terreni di coltura destinati allo sviluppo o alla differenziazione di stipiti di germi. Commercialmente si distingue anche: gelatina del Giappone, sinonimo di agar-agar; gelatina della Cina, sinonimo di agar-agar; gelatina di ossa, sinonimo di gelatina animale; gelatina officinale, sinonimo di gelatina animale; gelatina vegetale, si ricava da tuberi e radici o anche da alghe, la più nota è 1 agar-agar. Ambra grigia Secrezione presente nell intestino delle balene (Physeter macrocephalus) estremamente apprezzata nell industria profumiera a causa delle sue ottime proprietà fissative dei profumi. Si presenta sotto forma di masse sferiche poco dure, di odore gradevole quando secche. Contiene ambreina (25-85%), epicoprosterolo, acido benzoico e tracce di steroidi. In omeopatia trova impiego in caso di disturbi neurosensoriali (insonnia, eccitazione, timori) accompagnati da palpitazioni e in caso di sindromi mestruali e metrorragie. 1

Ittiolo Preparato farmaceutico, liquido denso, solubile in acqua, ricco di zolfo, corrispondente al sale di ammonio dell acido solfoittiolico. Si ricava per distillazione da schisti bituminosi, da resti di pesci e animali marini. Vanta un notevole potere cheratoplastico ed azione decongestionante ed antiflogistica, per via interna come disinfettante del tubo digerente. Questa compatta sostanza, di colore marrone, è stata ampiamente impiegata come emolliente, stimolante, antisettico in malattie della pelle e malattie reumatiche. Trova applicazioni sia nella medicina comune che in quella veterinaria. Viene, inoltre, impiegato come blando antisettico ed irritante cutaneo per uso esterno in diverse affezioni cutanee (foruncoli, favi) come decongestionante, risolvente, cheratoplastico. Prodotti apistici: Miele. Prodotto apistico costituito da sostanza zuccherina depositata da Apis mellifica. Pappa reale. Particolare nutrimento elaborato dalle api nutrici che serve come alimento per tutte le larve nei primi giorni di vita e l ape regina per tutta la vita. E una emulsione semifluida di sapore acidulo-asprigno composto per il 66% di acqua, 14% di zuccheri, 4,5 di lipidi, 13% di proteine e amminoacidi, vitamine (A, gruppo B, C, D ed E), oligoelementi e sostanza ad attività antimicrobica, fosfolipidi e numerosi enzimi, fattori colinergici, ormoni, antibiotici, ecc. Viene impiegata negli stadi di inappetenza, malnutrizione, nei postumi di malattie debilitanti, anoressia, gravidanza stress, ecc. La pappa reale è una sostanza molto labile per cui è estremamente importante una sua corretta conservazione: l azione dell aria destabilizza le proteine, alterando profondamente la costituzione dei preparati. Questi ultimi sono di varia tipologia: P. reale fresca possibilmente sotto vuoto, P. reale liofilizzata, P. reale insieme con il miele con il quale è praticamente insolubile. La forma che garantisce una perfetta conservazione e biodisponibilità del prodotto è quella in ossimiele, sostanza prodotta dalle api per la conservazione della pappa reale nella celletta dell ape regina. 2

Propoli. Materiale resinoso brunastro elaborato dalle api a partire dalle sostanze ceroso-gommose che rivestono le gemme. Le api si servono del P. per cementare le celle dell alveare, per imbalsamare gli insetti morti o per bloccare la gei3ninazione di piante e semi introdotti accidentalmente nell alveare. La composizione si basa su acidi grassi, sesquiterpeni, aldeidi aromatiche, ma soprattutto composti fenolici, quali flavonoidi, fenilpropanoidi e cumarine. Al P. sono attribuite proprietà antisettiche, antimicotiche, spasmolitiche ed antinfiammatorie. Apprezzate le capacità di trattare le affezioni cutanee con rapido formarsi di tessuto di granulazione fresco e riformazione dell epitelio. Tuttavia le cumarine contenute possono causare dermatiti da contatto. Ha attività batteriostatica, battericida, antimicotica, antivirale. Di recente è stata utilizzata per le sue proprietà immunostimolanti e per l attività cicatrizzante. La complessa composizione del P. è considerata alla base dell attività: ai flavonoidi (pinocembrina, galangina, pinobanskina-3-acetato) sono attribuite le proprietà antiinfiammatorie ed antimicrobiche, agli aminoacidi liberi (arginina) gli effetti stimolatori nei riguardi della mitosi e della biosintesi proteica, nonché della produzione di collagene ed elastina (prolina), infine la dermatite allergica da contatto risulta indotta dagli esteri dell acido caffeico e cinnamico. L azione antibatterica presenta inoltre delle particolarità notevoli rispetto ai classici antibiotici, con profonde alterazioni della struttura cellulare dei microorganismi colpiti ed aggregazioni pseudo-multicellulari. 3

ARTROPODI DI INTERESSE SANITARIO Caratteri generali Gli artropodi sono metazoi celomati invertebrati dal corpo metamerico, a simmetria bilaterale, quasi sempre a sessi separati, caratterizzati da appendici (con funzioni di zampe, antenne, strutture sessuali, ecc.) articolate in segmenti. I1 corpo è rivestito da una cuticola chitinosa (esoscheletro) suddivisa in placche congiunte da fogli cutanei membranosi che permettono il movimento; sulla cuticola, che durante l accrescimento viene sostituita più volte, sono presenti spine, peli, speroni, tubercoli, aculei e setole, che in alcuni casi sono collegate a cellule sensoriali e talvolta svolgono funzioni chemiorecettoriali. Il piano morfologico degli artropodi, dominio zoologico complesso ed altamente evoluto anche dal punto di vista fisiologico ed etologico, presenta notevoli variazioni da gruppo a gruppo. Nei Chelicerata il corpo ha forma spesso ovoidale e può essere distinto in cefalotorace e addome (ovvero in prosoma ed opistosoma). Tale suddivisione è ulteriormente accentuata negli Insecta, essendo in essi distinguibili capo, torace e addome; inoltre, in questo gruppo, adattato al volo, sono presenti le ali. Gli artropodi hanno un cuore dorsale che fa circolare l emolinfa (liquido che svolge la maggior parte delle funzioni proprie del sangue e della linfa) contenuta nella cavità generale del corpo (emocele). I sistemi respiratorio (con branchie o trachee), digerente (stomodeo, mesenteron, proctodeo), escretore/secretore (ghiandole escretrici, ghiandole coxali e/o tubuli di Malpighi) e nervoso (gangli nervosi ed organi di senso) sono ben sviluppati. Si riproducono per fecondazione, anche se in alcuni gruppi è possibile la partenogenesi. Durante il loro ciclo biologico passano dallo stadio di uovo a quello di adulto attraverso le fasi di larva e di ninfa, che possono presentare differenze (di forma, struttura, habitat e comportamento) notevoli, come nel caso degli insetti olometaboli (a metamorfosi completa), o essere molto simili tra loro, come negli insetti emimetaboli e nei chelicerati. 4

Gli artropodi parassiti allo stadio adulto sono ectoparassiti (presenti cioè alla superficie cutanea o in seno alla cute); alcuni lo sono in maniera permanente (perché dipendono dall ospite, oltre che per il nutrimento, anche per altri motivi, come la temperatura corporea), mentre altri conducono per lunghi periodi vita libera nell ambiente ed attaccano l uomo solo per assumere sangue (sono ectoparassiti temporanei). In alcuni gruppi gli adulti dì entrambi i sessi, e perfino larve e ninfe, si nutrono di sangue; più spesso, invece, sono ematofaghe solo le femmine, che necessitano di sangue in funzione della maturazione delle uova. Le forme larvali degli artropodi di interesse sanitario conducono di solito vita libera nell ambiente, ma in qualche caso sono invece obbligate alla vita parassitaria (ecto- o endoparassiti). Alcuni artropodi ematofagi ospitano nel proprio corpo altri parassiti durante lo svolgersi di fasi essenziali del loro ciclo di vita. Essi assolvono quindi l importante ruolo di vettori biologici di protozoi ed elminti o sono trasmettitori di virus, batteri, rickettsie, ecc., che in essi si moltiplicano; altri, invece, sono veicoli (vettori meccanici) di patogeni; alcuni, infine, interessano l uomo in quanto velenosi oppure soltanto molesti. 5

Tab. 1. Classificazione degli artropodi di interesse sanitario. PHYLUM Arthropoda SUBPHYLUM Chelicerata CLASSE Arachnida Ordine Scorpiones Ordine Araneae Ordine Acarina SUBPHYLUM Crustacea SUBPHYLUM Uniramia CLASSE Chilopoda CLASSE Insecta Ordine Anoplura Ordine Heteroptera Ordine Hymenoptera Ordine Diptera Ordine Aphaniptera 6

ARACNIDI Sono artropodi privi di antenne, di occhi composti e di ali; hanno il corpo suddiviso in cefalotorace (prosoma) e addome (opistosoma), divisione che però in alcuni casi manca. Posseggono, da adulti, 4 paia di zampe inserite sul cefalotorace insieme ad altre due paia di appendici (cheliceri e pedipalpi) che, con l ipostoma, formano il rostro o capitulum (falsa testa, assente in ragni e scorpioni). Di questa classe interessano acari, zecche, ragni e scorpioni (ectoparassiti i primi due gruppi ed artropodi velenosi gli altri due). ACARI Sarcoptes scabiei, Demodex folliculorum e D. brevis, a diffusione cosmopolita e presenti anche in Italia, sono parassiti permanenti della cute dell uomo. Le specie del genere Demodex, localizzate soprattutto a livello del volto (in particolare del naso) in gran parte della popolazione umana, non provocano alterazioni apprezzabili. S. scabiei (specie che comprende numerose varietà, di solito ospite-specifiche) è invece l agente eziologico della scabbia, un infezione cutanea che colpisce, oltre all uomo, suini, bovini, ovini, caprini, equini, cani, volpi e conigli. Ciclo biologico La femmina fecondata di S. scabiei si insinua e scava nell epidermide (2-3 mm al giorno) una galleria tortuosa detta cunicolo, vi depone le uova e poi muore. Dalle uova nascono larve (simili all adulto) che perforano la volta del cunicolo e giungono in superficie, dove si trasformano prima in ninfe e poi in adulti. Sarcoptes si trasmette da persona a persona per contatto diretto, attraverso indumenti o biancheria. Demodex vive invece nei follicoli piliferi e nelle ghiandole sebacee, trasmettendosi soprattutto attraverso la biancheria (asciugamani). Azione patogena e manifestazioni cliniche Le lesioni provocate da Demodex non sono evidenti o sono minime (di tipo acneico, con prurito) è possibile che l acaro faciliti lo sviluppo di follicoliti e foruncoli. Nelle 7

zone in cui la lebbra è endemica, questi parassiti assumono il ruolo di importanti trasmettitori del bacillo di Hansen, agente eziologico della malattia. Di notevole rilievo clinico è invece la patologia da S. scabiei, cioè la scabbia. La femmina, scavando il cunicolo, provoca intenso prurito, specie notturno. L obiettività è rappresentata dalla presenza di cunicoli (patognomonici) nelle sedi elettive (superfici laterali delle dita, del glande e cute del pene, scroto, pieghe mammarie, ecc.), associata a vescicole e lesioni da grattamento, non di rado impetiginizzate (Fig. 1). Lo stesso quadro si rinviene spesso in altri membri della famiglia o della comunità cui appartiene il soggetto colpito. In soggetti defedati o immunodepressi si può osservare la più grave scabbia norvegese, caratterizzata da lesioni squamo-crostose estese in cui si repertano acari in gran numero. S. scabiei è, quindi, un ectoparassita opportunista. Fig. 1. Scabbia. A sinistra: alcuni cunicoli scavati nello strato corneo dell epidermide dalla femmina dell acaro per deporvi le uova. Il cunicolo costituisce la lesione patognomonica della scabbia. A destra: lesioni da grattamento, dovute all intenso prurito, soprattutto notturno. 8

Diagnosi differenziale La scabbia va differenziata dalle lesioni causate da altri acari o da pidocchi, nonché dall impetigine e da forme eczematose. Diagnosi di laboratorio L acaro della scabbia va ricercato nel cunicolo scarificando la cute o, meglio, eseguendo una biopsia esangue dell area interessata (in pratica, si asporta il cunicolo). Al microscopio si possono osservare le uova del parassita (100 x 50 µm), la femmina ( 350 µm) ed i suoi escrementi (Figg. 2 e 3). La femmina ha corpo ovalare che dorsalmente presenta aree squamose alternate a spine (3 paia anteriori e 7 posteriori, biforcate); le zampe (2 paia anteriori molto distanziate dalle 2 paia posteriori), tozze e con pedicelli non segmentati, terminano con ventose (il primo ed il secondo paio) e con setole (il terzo ed il quarto). Il maschio, reperibile solo sulla superficie cutanea, è ovalare (250 µm) e possiede ventose anche sul quarto paio di zampe. La larva esapode e la ninfa ottopode presentano, rispettivamente, 10 e 12 spine dorsali posteriori. Fig. 2. Esemplare femmina e uovo (106 x 56 µm) di Sarcoptes scabiei rinvenuti, a seguito di scarificazione, in una lesione cutanea. 9

Fig. 3. Escrementi in un cunicolo scabbioso. Il reperto è cosi significativo da poter essere considerato sufficiente, quando non si riesca a visualizzare l acaro e/o le sue uova, per la diagnosi microscopica di scabbia. Gli acari del genere Demodex possono essere estratti dai follicoli per pressione. Sono vermiformi, allungati (400 x 40 µm la femmina, più piccolo il maschio), con capitulum ben visibile e palpi a 3 segmenti. La parte anteriore del corpo è lunga circa 1/12 del medesimo e presenta le 4 paia di zampe tozze; l addome è lungo ed annulato. Altri acari, generalmente parassiti di mammiferi, roditori ed uccelli (generi Notoedres, Dermanyssus, Ornithonyssus, Cheyletiella, ecc.) o infestanti piante, granaglie o altre derrate alimentari (generi Trombicula, Tyrophagus, Pyemotes, Glycyphagus, ecc.) possono assalire l uomo come adulti oppure allo stadio larvale, determinando lesioni cutanee per lo più squamo-crostose, sempre pruriginose, con frequente esito in chiazze alopeciche. Alcuni di essi sono, ematofagi e possono trasmettere vari agenti patogeni. Va ricordato che la larva di Trombicula autumnalis è responsabile del cosiddetto eritema autunnale e che quella di Trombicula akamushi lo è della trasmissione di Rickettsia tsutsugamushi, agente eziologico del tifo tropicale o tifo della boscaglia, una malattia infettiva alquanto diffusa tra l India e le regioni che si affacciano sul Pacifico occidentale, dal Giappone all Australia. 10

Un cenno a parte meritano, per la loro importanza in campo allergologico, gli acari del genere Dermatophagoides, ed in particolare D. pteronyssinus e D. farinae ( house dust mites ). Si rinvengono nella polvere di abitazione, nei materiali letterecci (materassi e cuscini di lana, piume, ecc.) e su tessuti e prodotti affini per arredamento (moquettes, tendaggi, ecc.), dato che la loro fonte di alimentazione è costituita da forfora umana, miceti e residui alimentari. Per il loro sviluppo l optimum è una temperatura compresa tra i 15 ed i 30 C con umidità relativa del 60-80%. Questi due acari, da soli, determinano il 90% circa del potere allergenico della polvere di abitazione, dovuto in massima parte agli allergeni glicoproteici contenuti nelle particelle dei loro escrementi. In un indagine condotta a Roma nel 1992 l 87% delle abitazioni prese in esame è risultato colonizzato da questi dermatofagoidi, la cui concentrazione, massima nei materassi, è apparsa correlata al grado di umidità dell ambiente ed il cui ruolo nella genesi di manifestazioni asmatiche è stato inequivocabilmente confermato (le abitazioni dei soggetti asmatici sono risultate tutte positive). Di minore, ma non trascurabile, rilievo sono i già ricordati acari delle derrate ( storage mites ), che, oltre all asma, possono indurre manifestazioni irritative e/o allergiche a livello cutaneo e, probabilmente, anche intestinale. Tab. 2. Alcune specie di acari occasionalmente responsabili, in via diretta o indiretta, di patologie nell uomo. 11

I più noti sono Acarus siro, Lepidoglyphus destructor, Tyrophagus putrescentiae, Glycyphagus domesticus e Gohieria fusca, i cui habitat preferenziali sono soprattutto farine, cereali, formaggi, fieno, ecc. Essi, pertanto, sono presenti in elevate concentrazioni nei magazzini, nei granai e nei negozi di alimentari, ma sono rappresentati anche nelle polveri domestiche, specie se l umidità relativa è abbastanza elevata (70-90%). Terapia Contro gli acari della scabbia si consiglia l applicazione, su tutto il corpo (escluso il capo), di una lozione alla permetrina o di un emulsione composta da benzoato di benzile (68%), DDT (6%), benzocaina (12%) e polisorbato 80 (14%), da diluire 1 : 15 in acqua prima dell uso. Ripetere al 3 ed all 8 giorno, senza lavarsi nell intervallo tra un applicazione e l altra, ma facendo precedere ogni applicazione da un bagno caldo prolungato e da un energico sfregamento della cute. E opportuno lavare a 60 C biancheria personale e lenzuola; controllare gli altri componenti della famiglia e, qualora risultino parassitati, sottoporre anch essi, in contemporanea, allo stesso trattamento. Nei confronti di Demodex è efficace il gammaesano 0,5% in crema. Una lozione di acqua calda ed aceto o una soluzione satura di acido picrico in alcool 90% offrono sollievo nelle dermatiti provocate dagli acari minori, che vengono uccisi da soluzioni di fenolo. La dietiltoluamide ha un effetto repellente nei loro confronti. 12

ZECCHE Sono ectoparassiti temporanei (raramente stazionanti), ematofagi dallo stadio di larva a quello di adulto, che possono aggredire, oltre a molti altri vertebrati, anche l uomo. In Italia, le specie identificate sull uomo (in seguito ad asportazione soprattutto dal capo e dagli arti) sono Ixodes ricinus, I. gibbosus, I. hexagonus, Haemaphysalis punctata, Hae. sulcata, Dermacentor marginatus, Rhipicephalus sanguineus e Hyalomma marginatum, appartenenti al gruppo delle zecche dure (Ixodidae). Nelle abitazioni sono invece state rinvenute le specie Argas reflexus, A. persicus, A. transgariepinus e Ornithodoros coniceps (Argasidae), dette zecche molli. Le zecche del primo gruppo sono definite dure perché presentano un ispessimento della cuticola (scudo dorsale rigido che copre tutto il corpo del maschio e solo la parte anteriore di quello della femmina), che invece è totalmente assente nel secondo gruppo. Ixodes ricinus, esemplare maschio. Si tratta di una zecca dura in quanto provvista di un ispessimento dorsale (scudo) della cuticola chitinosa. Mentre nella femmina tale ispessimento copre solo i due terzi anteriori del dorso, nel maschio, com è evidente nell esemplare qui riprodotto, lo scudo rigido interessa l intera area dorsale. Anteriormente è ben visibile il rostro. Si noti, ancora, il solco anale aperto posteriormente. 13

Una zecca, già abbastanza repleta, colta durante il pasto di sangue sull ospite, in questo caso un cane. Va sottolineato che la rimozione dell ectoparassita deve essere effettuata con opportuni accorgimenti e notevole cautela, al fine di evitare che il rostro rimanga infisso nella ferita e che questa, di conseguenza, possa essere contaminata dal contenuto intestinale dell artropode. Ciclo biologico Per le zecche dure lo sviluppo, che si completa in uno o più anni, avviene generalmente nell ambiente esterno, in cui la femmina depone un elevato numero di uova (600-10.000) e poi muore. Dalle uova nascono larve esapodi che, a seconda della specie, o si attaccano ad un ospite e su questo trascorrono tutta la vita fino a maturazione e fecondazione (ectoparassiti stazionanti), o diventano adulti in seguito a passaggi successivi su un secondo e talora anche un terzo ospite (che possono essere diversi come individui e come specie). Per queste zecche, ogni pasto sull ospite si protrae per più giorni ed è unico per ciascuna fase di sviluppo, in quanto esse riescono ad assumere quantità notevolissime di sangue (il peso dell artropode può aumentare di circa 200 volte rispetto a quello iniziale!). La zecca molle, invece, è sempre un ectoparassita temporaneo perché consuma pasti di sangue brevi ma ripetuti per ogni stadio di sviluppo; attacca l ospite soprattutto di notte, poi lo abbandona e si nasconde in anfratti o nel terreno, dove, se è femmina, depone un limitato numero di uova dopo ogni pasto. 14

Azione patogena e manifestazioni cliniche La puntura delle zecche è diversa da quella degli insetti: la saliva inoculata digerisce i tessuti provocando la rottura di capillari ematici e linfatici; questa digestione è rapida nel caso delle zecche molli e più lenta per quelle dure. Si produce quindi un danno locale di tipo traumatico (Fig. 4), specialmente quando si tenta di rimuovere il parassita mentre si nutre (le Ixodidae producono anche un manicotto ialino che le aiuta a fissarsi meglio sull ospite durante il lungo pasto di sangue). Numerose specie hanno particolare importanza in quanto vettrici di patogeni responsabili di malattie gravi ed a volte letali quali tularemia, febbri ricorrenti, malattia di Lyme (v. Fig. 5), febbri maculose, febbre bottonosa*, febbre Q, ehrlichiosi, encefaliti, babesiosi, theileriosi, ecc. * È la rickettsiosi oggi più frequente in Italia, trasmessa principalmente dalla zecca del cane (Rhipicephalus sanguineus). Il maggior serbatoio dell infezione è di certo il cane, ma altre possibili fonti sono rappresentate da roditori e bovini. L agente eziologico è Rickettsia conori. La malattia è più comune d estate e lungo i litorali (soprattutto delle isole maggiori). La diagnosi è orientata dall anamnesi (permanenza in zone di endemia) e dal riscontro di una tipica ulcerazione nerastra in corrispondenza della puntura della zecca, localizzata per lo più agli arti inferiori. Il decorso, caratterizzato da febbre elevata e da un esantema maculo-papuloso, è in genere benigno, ma può essere abbreviato da un tempestivo trattamento antibiotico. Fig. 4. La lesione da puntura di zecca è apprezzabile, al centro della chiazza di eritema, come una macula di tonalità bluastra. La reazione eritematosa circostante corrisponde alla fase del tutto iniziale di un eritema cronico migrante (Fig. 5 e relativa didascalia). 15

Fig. 5. Primo stadio (eritema cronico migrante) della malattia di Lyme, dovuta a spirochete del genere Borrelia (B. burgdorferi, B. afzelii, B. garinii) trasmesse da zecche del genere Ixodes. L estesa lesione si è sviluppata in circa sei mesi da una piccola chiazza eritematosa comparsa nella regione poplitea a seguito di una puntura di zecca. Le zecche, che possono essersi infettate attraverso pasti di sangue consumati su specie animali anche molto lontane dall uomo (selvatiche), sono spesso in grado di trasmettere tali microrganismi per via transovarica alla prole. In generale, si può affermare che le zecche molli sono maggiormente legate alla trasmissione delle febbri ricorrenti da spirochete, mentre quelle dure sono vettrici di una più vasta gamma di agenti infettanti (spirochete, rickettsie, altri batteri, virus, protozoi e nematodi). Questi artropodi, inoltre, mentre si nutrono, concentrano il sangue succhiato eliminando acqua ed ioni residui attraverso la saliva (Ixodidae) o le ghiandole coxali (Argasidae). Sembra che ciò renda alcune Ixodidae (Dermacentor, Ixodes) capaci di inoculare con la saliva anche sostanze neurotossiche di origine ovarica, in grado di provocare la cosiddetta paralisi da zecche, una paralisi ascendente acuta di tipo flaccido, che può anche essere mortale. 16

Diagnosi di laboratorio I caratteri morfologici che guidano alla diagnosi di genere delle zecche presenti in Italia sono riportati nella Tab. 3. L attento esame di strutture quali i solchi dello scudo e le spine presenti sulle zampe porta alla diagnosi di specie. Per quanto concerne le uova, quelle delle zecche molli misurano 300-400 µm e quelle delle zecche dure (ovalari, di colore giallo chiaro o bruno-rossastro) 500 µm. Tab. 3. Criteri morfologici per la diagnosi di genere delle zecche italiane. (1) Rostro ventrale, assenza di scudo dorsale e di pulvilli ambulacrali; palpi a forma di zampa: (a) Orlo di demarcazione tra superficie dorsale e ventrale ben evidente, occhi assenti: Argas. (b) Orlo di demarcazione tra superficie dorsale e ventrale quasi inapparente, occhi presenti in alcune specie: Ornithodoros. (2) Rostro anteriore, scudo dorsale e pulvilli ambulacrali presenti; palpi vicinissimi ai cheliceri: (a) Solco anale aperto posteriormente, occhi assenti: Ixodes. (b) Solco anale aperto anteriormente, occhi assenti o presenti: (α) Scudi adanali assenti: Haemaphysalis, Dermacentor. (β) Scudi adanali presenti: Rhipicephalus, Hyalomma, Boophilus. Terapia La zecca va rimossa facendo attenzione a non lasciare il rostro nella ferita, poiché la rottura dell apparato digerente potrebbe causare la contaminazione della lesione con il contenuto intestinale, talora un vero vaso di Pandora. E quindi necessario procedere lentamente, ricorrendo ad una goccia di cloroformio, etere, alcool, olio o acetone per ostacolare la respirazione dell artropode e facilitarne così il distacco dalla cute. Particolarmente indicato allo scopo sembra l olio, che non pregiudica la possibilità di sottoporre la zecca rimossa ad esame del contenuto intestinale (iniziativa ottima, sempre auspicabile) per accertare se è contaminata da patogeni trasmissibili. In base ai risultati si potrà decidere se è necessario o no effettuare un trattamento e con quale principio attivo. La rimozione deve essere lenta, progressiva e, a quanto emerge da recenti osservazioni, effettuata facendo ruotare la zecca come per svitarla. 17

INSETTI Gli insetti costituiscono la classe di artropodi di maggiore importanza sanitaria in quanto comprendono un elevatissimo numero di specie ectoparassite e/o vettrici di malattie per l uomo e gli animali. Hanno il corpo suddiviso in capo, torace e addome, e posseggono (da adulti) 3 paia di zampe e 2 paia di ali che, in alcuni gruppi, risultano secondariamente scomparse. Sul capo sono presenti, oltre agli occhi ed all apparato boccale (masticatore, pungitore-succhiatore o lambitore), detto talora proboscide, 2 antenne e 2 palpi (organi sensoriali). Di questa classe ci interessano, in particolare, gli anopluri (pidocchi), gli eterotteri (cimici e triatomi), i coleotteri, i ditteri (zanzare, flebotomi, culicoidi, simulidi, tafani, mosche) e gli afanitteri (pulci) perché ectoparassiti e/o vettori. I blattoidei (blatte) hanno invece rilievo in quanto agiscono da trasportatori meccanici (veicoli) di patogeni: contribuiscono quindi alla loro più ampia diffusione nell ambiente e, contaminando con essi oggetti ed alimenti, favoriscono successive infezioni. ANOPLURI (PIDOCCHI) Si tratta di ectoparassiti obbligati e permanenti, ematofagi in tutti gli stadi di sviluppo: possono quindi vivere esclusivamente sul corpo dell ospite (mammiferi, uomo compreso), nutrendosi di sangue. Sono dotati di un alto grado di specificità parassitaria. Le specie che interessano l uomo sono Pediculus humanus humanus (pidocchio degli abiti), P. humanus capitis (pidocchio del capo) e Phthirus pubis (pidocchio del pube). P. h. humanus ha vita facile nei periodi bellici o in occasione di calamità naturali, quando vi sono minori opportunità di cambiarsi d abito, mentre le altre due specie si propagano senza problemi anche in circostanze normali, a condizione che abbiano la possibilità di passare da un soggetto all altro per contatto diretto o mediato. Così, ad esempio, P. h. capitis si diffonde rapidamente nelle comunità infantili, nelle quali la vicinanza fisica, il gioco e lo scambio di cappelli e pettini favoriscono il contagio. La morfologia dei pidocchi è illustrata nelle Figg. 6 e 7. 18

Fig. 6. Pediculus humanus capitis. Frammenti di capello con due lendini. Da esse schiudono larve che diventano prima ninfe e poi adulti senza cambiare forma, habitat e comportamento: vivono sempre sull ospite aggrappandosi ai capelli e sono ematofagi in tutti gli stadi. Sono quindi insetti a metamorfosi incompleta. Fig. 7. Esemplare femmina di Phthirus pubis (detto pittorescamente farfalla d amore e, volgarmente, piattola ) dopo un pasto di sangue. Ciclo biologico I pidocchi sono insetti a metamorfosi incompleta, cioè dalle uova (lendini) escono larve simili agli adulti. Per vivere hanno bisogno di una temperatura quasi costante, per cui abbandonano l ospite quando è febbricitante, o dopo la morte, e non sopravvivono al digiuno neppure per un giorno. P. h. humanus vive e depone le uova tra le cuciture e le pieghe dei vestiti e si porta sul corpo solo per nutrirsi; le altre due specie vivono costantemente sulla superficie cutanea dell ospite, P. h. capitis deponendo e cementando le uova sui capelli (Fig. 8) e Phthirus pubis sui peli del pube (Fig. 9), ma a volte anche su altri peli (ascellari, barba, baffi, ciglia, sopracciglia: Fig. 10). Il passaggio da un ospite all altro avviene quindi per contatto diretto oppure mediato da oggetti da toilette (pettini, ad esempio), indumenti vari, biancheria, ecc. 19

Fig. 8 (a sinistra). Pediculosi del capo. Centinaia di uova (lendini) tenacemente adese ai capelli. Reperti così eclatanti sono di riscontro molto raro: il più delle volte, con l ausilio di una lente d ingrandimento, si evidenzia solo un limitato numero di uova, mentre resta alquanto problematica l osservazione dei pidocchi. Fig. 9 (a destra). Pediculosi del pube. Per osservare le lendini ed i pidocchi granchiformi aggrappati con le zampette unghiate alla base dei peli è necessario, come in questo caso, ispezionare molto da vicino, con l ausilio di una lente d ingrandimento, i peli pubici e l area circostante. Fig. 10. Insolita localizzazione di Phthirus pubis alle ciglia, con numerose lendini adese alla base delle medesime. Azione patogena e manifestazioni cliniche La puntura procura fastidio ed irritazione cutanea e può essere sede di infezione secondaria. P. h. humanus può però essere anche vettore di agenti eziologici di gravi malattie infettive, quali la febbre ricorrente epidemica, la febbre delle trincee ed il tifo esantematico. La contaminazione con tali agenti patogeni avviene in seguito a schiacciamento dell insetto. 20