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BECCACCIA Scolopax rusticola Distribuzione nel Paleartico occidentale Areale di svernamento Areale di presenza stabile Areale di nidificazione Stato giuridico Convenzione di Berna Convenzione di Bonn Direttiva Uccelli Allegato III Allegato II Allegato II/1, III/2 Stato di conservazione SPEC: SPEC 3 Status: stato di conservazione sfavorevole (in declino) Criteri: declino moderato e recente IUCN Red List: non segnalata 118

Consistenza e trend a livello europeo La consistenza della popolazione nidificante in Europa è stimata in oltre 1.800.000 coppie. Tale popolazione ha fatto registrare una generale stabilità tra il 1970 ed il 1990; nell arco del decennio successivo, la consistenza si è mantenuta stabile nella maggior parte del suo areale mentre ha mostrato un declino in alcuni Paesi ed, in particolare, in Russia, dove è presente il nucleo numericamente più importante. La consistenza complessiva si è quindi ridotta (con un decremento degli effettivi comunque superiore al 10%) e, pertanto, la specie è attualmente considerata in declino. Presenza in Italia La Beccaccia nidifica in Italia in maniera assai scarsa e localizzata, con presenze più frequenti nell area alpina, pre-alpina e dell Appennino settentrionale. La popolazione è stimata in 50-150 coppie. La specie è migratrice regolare e svernante. Areale di nidificazione Areale di svernamento Fenologia riproduttiva Il periodo di riproduzione definito per l Italia nel documento ORNIS della Commissione Europea va dalla prima decade di marzo alla seconda decade di agosto. 119

Fenologia della migrazione La migrazione post-riproduttiva inizia a settembre e si prolunga fino a dicembre, con un picco collocabile tra la metà di ottobre e l inizio di dicembre. La migrazione pre-nuziale ha luogo da febbraio ad aprile, con la massima consistenza tra la fine di febbraio e l inizio di aprile. Le segnalazioni di beccacce inanellate all estero diventano regolari a partire dalla decade centrale di ottobre. Successivamente, le ricatture aumentano significativamente, raggiungendo il picco annuale nella decade centrale di novembre, a cui segue una diminuzione e poi un secondo picco che coincide con la decade centrale di dicembre. In gennaio si osserva un decremento nella percentuale di ricatture, con un modesto picco nella decade centrale del mese. Se si escludono due ricatture segnalate in marzo, non si hanno dati fino alla fase post-riproduttiva. Fenologia delle ricatture effettuate in Italia di beccacce inanellate all estero (dimensione del campione analizzato = 79). Il periodo di migrazione pre-nuziale definito per l Italia nel documento ORNIS della Commissione Europea va dalla seconda decade di gennaio all ultima decade di febbraio. Origine delle popolazioni che frequentano l Italia Le beccacce segnalate in Italia provengono da una vasta area che comprende la Finlandia, l area baltica, la Russia continentale e le aree balcaniche. 120

Areale riproduttivo delle popolazioni di Beccaccia che raggiungono l Italia desunto dai dati di inanellamento/ricattura (dimensione del campione analizzato = 36). Consistenza attuale e trend della popolazione svernante La specie non è censibile con i metodi utilizzati durante i censimenti invernali organizzati da Wetland International ed INFS (oggi ISPRA) a causa degli habitat frequentati e delle abitudini criptiche che la caratterizzano. Una stima dell ordine di grandezza della popolazione svernante può essere definita in alcune decine di migliaia di individui. Problemi di conservazione connessi all attività venatoria La Beccaccia è al centro di un notevole interesse venatorio in gran parte dei Paesi europei dove è cacciata principalmente durante la migrazione autunnale, ma in alcuni Paesi dell est europeo anche in primavera (fino al 30 aprile); di conseguenza talune popolazioni sono sottoposte al prelievo venatorio per un lunghissimo periodo (7-8 mesi). Tuttavia, le statistiche disponibili indicano nella Francia e nell Italia i Paesi dell Unione Europea in cui il carniere annuale risulta largamente più consistente. Il calo delle popolazioni europee di Beccaccia sarebbe, almeno in parte, imputabile all elevata pressione venatoria, esercitata anche nel corso di fasi biologicamente delicate (periodo preriproduttivo e momenti critici nel corso dello svernamento) e alla scomparsa di habitat idonei alla riproduzione ed allo svernamento. Il periodo di caccia attualmente previsto dalla normativa nazionale (terza domenica di settembre-31 gennaio) non è coincidente con le indicazioni contenute nel documento ORNIS della 121

Commissione Europea (vedi tabella a pag. 171) che prevederebbero una chiusura anticipata al 10 gennaio. In Italia sono soprattutto il protrarsi della stagione venatoria in gennaio (in una fase quindi di maggiore vulnerabilità soprattutto in presenza di condizioni climatiche avverse, che possono determinare fenomeni di concentramento in aree ristrette) e l abbattimento all aspetto serale (peraltro vietato per legge), che concorrono a determinare una potenziale minaccia per la conservazione della specie. D altra parte, in inverno il manifestarsi di ondate di gelo può indurre massicce perdite tra i giovani e il tasso di sopravvivenza dei contingenti è influenzato dalla temperatura e dai livelli delle precipitazioni invernali. Non sono disponibili in Italia dati dei carnieri realizzati nel complesso del territorio cacciabile, ma solo informazioni a livello locale caratterizzate da un grado di qualità molto variabile. I metodi di stima delle popolazioni sono ben conosciuti e standardizzabili, essi tuttavia vengono applicati in maniera irregolare e del tutto insufficiente per quanto concerne sia la componente svernante sia quella migratrice delle popolazioni. Inoltre, i dati sulla struttura della popolazione cacciata, importanti per verificare il successo riproduttivo e l influenza del prelievo sulla dinamica, sono raccolti da diverse associazioni venatorie specializzate e non rispondono ad uno schema omogeneo a livello nazionale. Il periodo di caccia attualmente previsto dalla normativa nazionale (in particolare la chiusura al 31 gennaio) risulta criticabile sotto il profilo biologico e tecnico per le motivazioni sopra evidenziate. A livello italiano si dovrebbe contribuire ad una corretta strategia globale di conservazione della specie, con particolare attenzione alle aree di svernamento (fase di vulnerabilità accentuata). Le misure più significative che andrebbero adottate sono: adozione di uno schema di monitoraggio delle popolazioni standardizzato e sua applicazione in maniera sufficientemente diffusa; monitoraggio dei carnieri; definizione di un realistico carniere individuale giornaliero e stagionale; chiusura della caccia al 31 dicembre, per evitare che il prelievo insista sulle popolazioni svernanti e localizzate, nonché su individui indotti a spostamenti per eventi climatici sfavorevoli e debilitati. Si consideri che nelle aree di svernamento le presenze in gennaio sono consistenti, ad es. le catture delle beccacce nella Tenuta di Castelporziano sono in media oltre il 20% della quota annuale; introduzione di un sistema di sospensione del prelievo in presenza di eventi climatici particolarmente sfavorevoli alla specie (es. nevicate in periodo di svernamento e/o periodi di gelo protratti), che inducano a concentrazioni in aree limitrofe; prevenzione degli abbattimenti illegali (caccia all aspetto); verifica dell adeguatezza dell attuale rete di aree protette per la conservazione della specie. 122