Come noto a molti lettori, dal luglio 2010 sono

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1 Ufficio avifauna migratoria: primi risultati degli studi IL BOTTACCIO E IL 31 Lo scopo delle ricerche sulla migrazione prenuziale di questa specie è ottenere dati per legittimare le chiusure della caccia alla fine di gennaio e supportare la richiesta di modifica del KC nazionale Come noto a molti lettori, dal luglio 2010 sono sorti diversi problemi nell emanazione dei calendari venatori regionali, a seguito della pubblicazione della Guida Ispra sui calendari venatori. In questo documento l Istituto propone, e così fa nei pareri rilasciati alle Regioni, una riduzione importante della stagione di caccia a quasi tutti gli uccelli migratori, proponendo un posticipo al 22

2 intrapresi GENNAIO 1 ottobre nell apertura e una riduzione al gennaio a seconda delle specie. Queste proposte hanno riguardato anche i Turdidi (eccetto il merlo la cui chiusura è stabilita dalla 157/92 al 31 dicembre), che sono indubbiamente gli uccelli più cacciati in Italia, da nord a sud indistintamente, per i quali veniva proposta dall Ispra la fine della stagione al 10 gennaio con una riduzione di ben 20 giorni in chiusura e di 10 giorni in apertura, ovvero un mese di caccia in meno. A seguito di queste nuove posizioni dell Istituto, che curiosamente fino alla stagione 2010 aveva approvato la chiusura al 31 gennaio per moltissime specie, molte Regioni hanno promulgato calendari più restrittivi, mentre alcune più indipendenti hanno mantenuto la data del 31 gennaio e l apertura alla terza domenica di settembre. L Ufficio avifauna migratoria della Fidc decise di utilizzare, in risposta alle nuove posizioni Ispra, i dati europei presenti nel documento Ornis Key Concepts (Kc) e la Guida interpretativa della direttiva 147/2009/CE, ufficialmente adottati dalla commissione Ambiente Ue per la fissazione delle stagioni di caccia negli Stati membri. Secondo questi documenti, le stagioni di caccia per gli uccelli migratori non subiscono variazioni rispetto a quanto stabilito dalla legge 157/92, ad eccezione della chiusura della caccia per tre specie, ovvero il tordo bottaccio, la cesena e la beccaccia, che, utilizzando la decade di sovrapposizione, possono arrivare al 20 gennaio. Tuttavia la Guida interpretativa al paragrafo consente alle Regioni degli Stati membri di stabilire stagioni di caccia differenti da quanto prescrive il dato nazionale dei Key Concepts, se le stesse Regioni sono in possesso di dati scientifici che dimostrano una differenza nell inizio della migrazione prenuziale, oppure nella fine della stagione riproduttiva per le specie nidificanti. In questo contesto l Ufficio avifauna migratoria ha intrapreso la strada della ricerca per un duplice scopo: ottenere dati scientifici nuovi per arrivare alla modifica dei Key Concepts nazionali e consentire alle Regioni di mantenere la chiusura al 31 gennaio. La ricerca sul tordo bottaccio, quale specie di maggior interesse nazionale sottoposta a una penalizzazione importante, è cominciata nel 2011 in Puglia, dove è proseguita nel 2012, anno in cui lo studio 23

3 24 è stato allargato anche a Lazio, Calabria e Umbria, in quest ultima con il coinvolgimento diretto dell Ente regionale e la collaborazione dell Ucim. Tutti questi studi sono stati compiuti con la tecnica delle stazioni d inanellamento, funzionanti dalla seconda decade di gennaio al mese di marzo, ad opera di inanellatori abilitati Ispra. Lo scopo è stato di ottenere dati attendibili sull inizio della migrazione prenuziale del tordo bottaccio, valutata come incremento delle presenze e distribuzione di queste nelle pentadi e nelle decadi. Per la Puglia i risultati sono più rappresentativi, perché la ricerca è al secondo anno e dimostrano che nell area di studio la migrazione prenuziale della specie è avvenuta nel 2011 all inizio di marzo, e nel 2012 nella metà di febbraio (Grafico 1 e 2 - Scebba & La Gioa, 2011/2012). Questi dati, integrati con i dati della distribuzione del peso e degli individui grassi, insieme ad altri dati disponibili, sono stati forniti dall Ufficio avifauna migratoria alla Regione, e possono supportare la chiusura della caccia al tordo bottaccio al 31 gennaio, in quanto la migrazione prenuziale è iniziata successivamente. Anche se questa Regione ha oggi emanato un calendario penalizzante, con chiusura al 20 gennaio, continueremo a richiedere la modifica, avendo a supporto questi risultati. La ricerca in Puglia comunque continuerà anche nella prossima stagione. Nel Lazio il primo anno di ricerca ha dimostrato che la migrazione prenuziale della specie è cominciata nell area di studio nella seconda decade di febbraio (Grafico 3 - Scebba & Soprano, 2012). In questa regione i dati degli inanellamenti sono stati integrati con dati di osservazioni dirette che hanno

4 MARZAIOLE NIDIFICANTI: UNA VITTORIA DELLA CACCIA Foto E.Russo La caccia agli uccelli acquatici è riconosciuta a livello europeo come strumento di conservazione per l avifauna sia cacciabile che protetta, grazie alla gestione degli habitat, mantenuti o ricreati dai cacciatori per esercitare la loro passione. In Italia il concetto è meno presente, in particolare presso molti amministratori, ma non mancano tuttavia esempi: dalle valli venete ed emiliane, che ospitano decine di migliaia di uccelli svernanti, alle migliaia di ettari di zone umide ripristinati dai cacciatori in varie regioni d Italia per creare aree di caccia. Questi ambienti contribuiscono all incremento della biodiversità di zone che altrimenti sarebbero semplici aree agricole, oppure peggio ancora trasformate per scopi edilizi o industriali. Un evento di grande importanza è stato documentato in provincia di Grosseto in questa primavera A Piatto Lavato, in un bellissimo lago artificiale da caccia permanente, di proprietà del delegato Acma Eugenio Russo, è stata documentata la nidificazione di una coppia di marzaiole con avvistamento di ben 11 pulcini. La specie è nidificante in Italia con un numero di coppie stimato fra 200 e 300, ma in provincia di Grosseto non ne era mai stata documentata la riproduzione. La marzaiola ha scelto una zona umida dove si va a caccia, evidentemente meglio gestita di altre aree umide naturali della provincia, dimostrando così che anche le specie più rare beneficiano della gestione corretta degli habitat. L evoluzione della covata è stata seguita da Russo giorno dopo giorno, e nel momento in cui scriviamo sono ben 9 le giovani marzaiole che esercitano le ali, avvicinandosi il periodo dell involo. Si tratta di un ottima riuscita della covata con un successo riproduttivo superiore alla media che si ritrova in letteratura, che è di 6,2 piccoli per covata. Sempre in questi giorni è stata avvistata anche un altra femmina di marzaiola nel lago di Piatto Lavato che aspettiamo di verificare se abbia nidificato o no. La nidificazione con successo è ovviamente un momento determinante per la conservazione favorevole delle specie selvatiche, e quest esempio ci dimostra che vale molto di più ripristinare e gestire correttamente gli habitat naturali, che attuare misure restrittive per la caccia. Se non ci fosse stata la passione venatoria, Piatto Lavato sarebbe oggi un semplice campo coltivato e non avrebbe contribuito alla conservazione della nostra amata... querquedula. Voglio concludere con una domanda agli amministratori e all Ispra: per la conservazione dell avifauna è più importante incentivare i cacciatori a ripristinare ambienti umidi permanenti, oppure è più importante restringere periodi e specie cacciabili? M.S. 25

5 L UNIVERSITÀ DI FIRENZE OSPITA L UFFICIO AVIFAUNA Si è svolto nell Aula magna della Facoltà di Agraria dell Università degli studi di Firenze, davanti a un pubblico attento e partecipe di studenti, dove spiccava il volto un po più maturo, ma non meno attento di qualche appassionato cacciatore, un seminario organizzato dall Acma e dall Ufficio avifauna migratoria. L appuntamento, che ha ricevuto un ottima accoglienza nell ambiente della Facoltà e in particolare del Corso di laurea magistrale in Scienze e gestione delle risorse faunistico-ambientali, era incentrato sulla presentazione delle attività svolte dall Associazione e su un momento di approfondimento sugli uccelli acquatici e sulle iniziative di raccolta dati svolte dai cacciatori. Questa occasione sancisce senza dubbio un ulteriore passo nel riconoscimento del ruolo dei cacciatori come soggetti affidabili in grado di fornire dati importanti alla comunità scientifica per la loro validazione. Una grande responsabilità - è stato sottolineato nel corso del seminario - di cui siamo consapevoli e che ci motiva profondamente. Dopo una breve introduzione della p.ssa Manuela Gualtieri, in rappresentanza della Facoltà, e di Michele Sorrenti, responsabile dell Ufficio avifauna migratoria, che ha sottolineato come per la caccia in generale e per la Federcaccia in particolare fosse un onore trovarsi in una aula universitaria e di grande importanza il rivolgersi a un gruppo di futuri addetti ai lavori, il seminario si è aperto con una introduzione generale sugli anatidi tenuta da Guido Donnini, che ha illustrato nel dettaglio, specie, habitat e abitudini di quelli maggiormente presenti in Italia. Ha poi ripreso la parola Michele Sorrenti, che ha affrontato il tema del prelievo venatorio degli anatidi nel nostro Paese, presentando dati e risultati che sono stati esposti lo scorso settembre al Convegno nazionale di ornitologia, prima volta per ricercatori di una associazione venatoria. Il prelievo venatorio, o meglio, i suoi dati - ha ricordato Sorrenti - attraverso l impiego di adeguati metodi statistici è un elemento che dà indici di presenza e andamenti pluriennali di grande importanza per la comunità scientifica. Il quadro dei documenti presentati al Convegno di ornitologia è stato completato da Alfonso Lenzoni, che ha illustrato nel dettaglio le ricerche seguite dall Acma e i dati sui prelievi di porciglione e pavoncella. Questi ultimi, è bene ricordarlo, sono stati espressamente richiesti ai cacciatori nell ambito del Piano di gestione internazionale dell Unione Europea, che ha evidentemente del ruolo dei praticanti l attività venatoria una considerazione un po diversa da quella normalmente dimostrata dagli ambienti scientifici italiani. Infine, Daniel Tramontana ha presentato il progetto beccaccino e frullino per il rilevamento dei dati su queste due specie, da lui ideato e portato avanti grazie ai collaboratori dell Ufficio avifauna. Numerose richieste di approfondimento da parte di alcuni degli studenti presenti hanno prolungato il seminario, ponendo il suggello a un importante giornata che ha contribuito a far meglio conoscere il ruolo e l impegno dei cacciatori a futuri tecnici faunistici in un ambiente, come quello scientifico e universitario, di fondamentale importanza per il futuro della nostra attività. confermato questa fenologia migratoria. Trattandosi di un solo anno di studio, i risultati qui ottenuti devono essere considerati con cautela; tuttavia, essendo disponibile un altro lavoro sulla specie in regione, il nostro studio integra in modo efficace la dimostrazione che la migrazione del tordo bottaccio non comincia nella seconda decade di gennaio, ma successivamente. La ricerca in Calabria è stata svolta in due aree campione: in provincia di Crotone, in cui la continuità delle giornate di attività è stata superiore, e in provincia di Reggio Calabria. Anche in questo caso l andamento delle catture evidenzia che l aumento progressivo delle presenze si verifica a partire dalla pentadi 8 e 9, ovvero la fine della prima e l inizio della seconda decade di febbraio (Muscianese et al., 2012). Anche in questo caso si tratta di un solo anno di studio, quindi non è corretto dare conclusioni definitive. Si può tuttavia notare la corrispondenza fra tutti i lavori della stagione di ricerca La continuazione di questi studi, ideati dall Ufficio avifauna migratoria e finanziati dalla Fidc, consentirà di ottenere un quadro conoscitivo realistico della migrazione prenuziale del tordo bottaccio, permettendo da una parte di legittimare le chiusure della caccia al 31 gennaio nelle diverse regioni, e dall altra di supportare la richiesta alla commissione Ambiente Ue della modifica del KC nazionale. Michele Sorrenti 26

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