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Transcript:

Mater Matera il luogo della Dea da tempio della Grande Madre a cisterna per l acqua Estate 2020, causa covid non mi è permesso andare all estero per le mie solite ricerche archeosciamaniche con taglio matrifocale. Ripiego sull Italia e parto per un viaggio che mi fa sempre più innamorare di questo Paese bello e dannato oltre ogni comprensione. Le ruote su cui viaggio mi portano ad attraversare alcuni tra i borghi storici e le spiagge più affascinanti dell Italia adriatica: Fano, Acquaviva Picena, i lidi di Vasto e Petacciato, Peschici e Vieste e finalmente Matera, la regina. L emozione alla bocca dello stomaco che ho provato scendendo nei Sassi all imbrunire di un giorno di luglio e trovandomi di fronte lo spettacolo della antica città di tufo costruita nella gravina (il canyon), l ho provata solo un altra volta, così intensa, nel corso di decenni di viaggi e archeoricerche: fu quando in Perù superai la Puerta del Sol e mi trovai di fronte al Macchu Picchu.

Solo la madre Pietra fa quest effetto. E di madre Pietra si tratta dato il nome Matera che ci rimanda a mater e dato il fatto che sorge completamente nel sasso a partire dalle caverne paleolitiche della civiltà troglodita, sui fianchi del canyon, fino alle abitazioni-grotte che sorgono sulla sommità e che negli anni 60 furono definite la vergogna d Italia, costringendo gli abitanti a sloggiare abbandonando le loro case nella pietra. Le due parti che compongono Matera si chiamano infatti Sassi - il Sasso Barisano e il Sasso Caveoso le due metà dell anfiteatro naturale che si incontrano sul bordo della gravina all interno della quale ancora si vedono le grotte troglodite, così simili a quelle che ho visto in Armenia, Cappadocia e Sicilia.

La natura sacra della collocazione ipogea, però, viene pervicacemente negata dalla versione ufficiale. I meravigliosi templi sotterranei dedicati plausibilmente al culto della Grande Madre, che veniva onorata al tempo della loro creazione, vengono spacciati per cisterne e pozzi d acqua. È un dato di fatto che qua, dove risiede il principe dei patriarchi, sistematicamente si neghi un evidenza che invece altre nazioni esaltano come una peculiarità. In Cappadocia, dove ne esistono di molto simili, vengono chiamate città sotterranee. A Matera si parla di magazzini e pozzi per la raccolta dell acqua nonostante ci si trovi di fronte a enormi sale sotterranee sapientemente lavorate che non possono non far pensare a un tempio, a meno di voler proprio negare ogni percezione.

Ho visitato diverse città sotterranee in Cappadocia - si veda il mio articolo https://devanavision.it/articoli/serie-in-viaggio-con-devana-alla-scoperta-dei-portalidellimmortalita-9-cappadocia/ - e anche la meraviglia ipogea di Orvieto. La caratteristica energetica delle città sotterranee le rende completamente aliene a quelli che vengono contrabbandati come magazzini e cisterne. È una questione percettiva ma anche logica: per dei semplici magazzini perché darsi tanto da fare nel realizzare spazi e collegamenti che restituiscono a chi li attraversa l immagine di un intarsio tridimensionale. Ma va da sé che dove c è patriarcato ogni riferimento alla cultura della Grande Madre vada negato e per occultarlo si inventino menzogne da dare in pasto a chi non pensa e non sente. SOPRA E DI SEGUITO IMMAGINI DELLA CISTERNA DETTA PALOMBARO LUNGO A MIO AVVISO INVECE TEMPIO DELLA GRANDE MADRE

È d accordo con me l architetto Biagio Lamberti, che vedendo me e mio marito affaticati dal gran calore mentre ci arrampichiamo per le infinite scale del Sasso Barisano, gentilmente ci invita nel suo laboratorio atelier nella viuzza Rosario al 42, dove crea meravigliose lampade in argilla locale e ci offre un salvifico caffè fatto con la moka. L inarrivabile gentilezza dei materani mi ha veramente conquistata (per chi volesse ammirare i suoi lavori o gustare il suo caffè www.biagiolamberti.it) Il culto della Grande Madre nella gravina materana cominciò sicuramente con l insediamento nelle grotte alla base del canyon poiché l epoca coincide con quella delle culture neolitiche matriarcali. Poi via via le costruzioni hanno cominciato ad affinarsi e a occupare i livelli superiori fino a raggiungere il bordo della gravina, dove oggi sorgono i Sassi Barisano e Caveoso, due spettacoli mozzafiato che lungimiranti imprenditori non hanno mancato di sfruttare come B&B appartamenti alberghi e ristoranti di lusso mentre i proprietari originali sono stati trasferiti in case di cemento per il loro bene e senza buonuscita. Non ho dubbi sul fatto che quello che viene chiamato il palombaro lungo e spacciato per cisterna fosse un tempio ipogeo della Grande Madre, molto articolato, enorme e consistente in diverse stanze altissime (nelle foto precedenti). Ovviamente non ho prove, come sempre, ma solo sensazioni. A meno che non costituisca una prova dedotta, quella che suggerisce la mia editrice Antonella Barina, ovvero il fatto che durante il <processo di cristianizzazione sia stata creata, a dominare sul picco del Sasso Caveoso, la chiesa di Santa Maria de Idris, ossia la nemesi della Grande Madre Acqua (idris viene dal greco idor e significa acqua appunto). Sappiamo bene che tutti i luoghi dove si onorava la Grande Madre sono stati sostituiti da chiese dedicate a Maria>.

Ma ho voluto avere una conferma visitando la vicina Gravina di Puglia sotterranea (purtroppo con la guida - perché non è possibile in altro modo della quale ho dovuto ascoltare le interpretazioni archeologiche per tutta la durata della visita). Anche lì erano chiaramente visibili tanto locali abitativi spacciati per magazzini quanto templi spacciati per cisterne. Per fortuna a Orvieto c erano gli Etruschi e quindi lì diventa impossibile negare che si trattasse di una città sotterranea, data la connotazione ipogea storicamente accettata della civiltà etrusca. Altrimenti anche la verità su Orvieto sarebbe stata negata, come di fatto viene alterata la funzione di alcuni dettagli architettonici nei muri, che per me sono chiaramente riferibili alla Dea che gli Etruschi adoravano, come le cellette murarie a scacchiera per ospitare le colombe sacre alla Madre, che dalle guide turistiche vengono goffamente spiegate in maniere anche fantasiose come per esempio sistemi per bloccare i topi o per l allevamento di piccioni in tempo di guerra. A Gravina tra l altro è presente un particolare che mi conferma la percezione di uno spazio sacro alla Madre, di un utero sotterraneo per le cerimonie di rinascita: un cranio inserito all ingiù, ovvero con la mascella in alto, nell archivolto di una grotta, il quale cranio, al di là delle spiegazioni pittoresche della guida, mi indica chiaramente un simbolo di rinascita nell altra dimensione, nel ventre della Madre. Tornando a Matera, la sensazione di sacralità è ovunque. La forte presenza della Madre nel suo aspetto di Pietra trasforma una visita turistica in un pellegrinaggio sacro. Meglio se poi nei Sassi si entra al crepuscolo, quando la pietra diventa rosa e argento o di notte quando lo spettacolo del tufo che diventa dorato per l illuminazione è davvero impossibile da descrivere.

E camminando tra le viuzze, nel saliscendi delle scale di pietra o lungo i bordi della gravina per passare dal Sasso Barisano al Sasso Caveoso, ci si imbatte poi, casualmente, in un altare monolitico che ricrea all istante il collegamento con le passate civiltà, quelle civiltà di così grande sapere che hanno costruito una simile meraviglia ancora oggi inspiegata e ineguagliata. Testo e foto Devana CC 2020