PREVIDENZA I CONTRIBUTI VOLONTARI COME QUANDO PERCHÉ Su questo tema perplessità e dubbi sono numerosi e ricorrenti. Per questo motivo il nostro giornale ha ritenuto di dedicare alla prosecuzione volontaria un articolato botta e risposta che ha l ambizione di rispondere alle domande degli interessati Salvatore Martorelli 12 Salvatore Martorelli, giornalista esperto di previdenza, è autore di articoli e saggi in materia di sicurezza sociale. Collabora con numerosi quotidiani e periodici. Ha partecipato, come esperto, a programmi della Rai e di emittenti radiotelevisive private
Crisi di settore, ristrutturazioni, chiusura di rami di attività sono argomenti di stretta attualità nella vita delle aziende. Questi fenomeni comportano, si sa, riduzioni di personale per licenziamenti, mobilità, cassa integrazione o dimissioni incentivate. I più colpiti (e, forse, i più indifesi) sono talvolta i dirigenti a cui, con melliflui discorsi o con stereotipate letterine di ringraziamento, viene rivolto l invito a mettere a disposizione di altri le proprie capacità professionali. Per chi è vicino alla pensione (ma anche per chi, più giovane, è interessato a guardare con anticipo al suo futuro previdenziale) oltre alle conseguenze di natura economica ve ne sono alcune assai importanti anche sul piano previdenziale perché, in assenza di un lavoro, il traguardo della pensione può allontanarsi nel tempo o essere addirittura compromesso. Su questo argomento c è, da sempre, una ciambella di salvataggio che consente al lavoratore dipendente (ma anche all autonomo) di proseguire a proprie spese i versamenti per la pensione, tramite la cosiddetta prosecuzione volontaria. Si tratta di una forma di polizza assicurativa che consente a chi, per varie cause, interrompe il versamento dei contributi, di non perdere quelli già versati e di raggiungere il diritto alla pensione. tributivo per la pensione d anzianità o d inabilità e per l assegno d invalidità. È possibile utilizzare i versamenti volontari anche per incrementare la quota di pensione già maturata? Sì, perché nulla vieta al lavoratore di utilizzare i versamenti volontari semplicemente per incrementare l importo della pensione di cui si è già maturato il diritto. Si può ricorrere ai versamenti volontari per coprire i periodi d assenza di versamenti Inps per effetto di un lavoro part-time? I versamenti volontari possono essere utilizzati anche dai lavoratori dipendenti con contratto a tempo parziale per i periodi in cui non c è retribuzione. In tal caso i periodi durante i quali non è effettuata alcuna prestazione lavorativa e che non sono già coperti da contribuzione, possono essere oggetto di contribuzione volontaria. Anche gli altri fondi pensionistici consentono la prosecuzione volontaria? L istituto della prosecuzione volontaria era fino a qualche tempo fa tipico dell Inps e dell Inpdai; col passare degli anni, però, la possibilità di raggiungere il diritto alla pensione tramite versamenti effettuati a proprie spese è stata estesa anche agli ex dipendenti statali e degli enti locali e ai soggetti iscritti, come parasubordinati alla Gestione del contributo previdenziale del 10-14%. I REQUISITI Quali sono i requisiti previsti per ottenere dall Inps l autorizzazione a versare volontariamente i contributi? Per essere autorizzati è necessa- COSA SONO Cosa sono i versamenti volontari? Sono i versamenti che richiede di effettuare una persona che ha cessato l attività lavorativa, allo scopo di aumentare il numero dei contributi per raggiungere il diritto alla pensione o aumentarne la misura. Quando servono? Quando si smette l attività da lavoratore dipendente (oppure da artigiano, commerciante o coltivatore diretto), senza aver raggiunto i requisiti per la pensione, il rischio è quello di buttare al vento gli anni di versamenti Inps. Per evitare che tutto vada perduto e maturare perlomeno la pensione di vecchiaia, si può proseguire in proprio la contribuzione, addossandosi anche la quota che sarebbe toccata al datore di lavoro. Gli interessati a questa forma d assicurazione volontaria sono coloro che hanno lasciato il lavoro senza aver maturato i 20 anni di versamento previsti dalla riforma Amato del 1992 (ridotti a 15 anni per chi aveva già raggiunto questa quota o era già stato autorizzato a questa forma di risparmio previdenziale prima del 31 dicembre 1992). Ugualmente interessato è chi, licenziato o dimesso, può accedere, dopo qualche anno di versamenti volontari, alla pensione d anzianità, in anticipo rispetto alla pensione di vecchiaia. Servono, dunque, oltre che per la pensione di vecchiaia anche per la pensione d anzianità e d invalidità? La risposta è affermativa. La prosecuzione volontaria è, infatti, equiparata a tutti gli effetti a quella versata in costanza del rapporto di lavoro per raggiungere il requisito conrio poter far valere, nei cinque anni precedenti la richiesta d autorizzazione, almeno tre anni di contributi effettivi. Possono essere utilizzati non solo i contributi obbligatori da lavoro dipendente o autonomo, ma anche i contributi da riscatto. Se non si è in possesso di tale requisito è possibile ugualmente essere autorizzati a condizione, però, che si possano far valere nell intera vita assicurativa cinque anni di versamento pari a 260 settimane. Ci sono eccezioni? Per alcune categorie di lavoratori sono previsti requisiti più leggeri. È previsto, infatti, il requisito ridotto di un anno di contribuzione nel quinquennio precedente la domanda in caso di attività da lavoro dipendente in forma stagionale, a carattere temporaneo o discontinuo, oppure con contratti di lavoro a tempo parziale. Lo stesso principio è applicato per il rilascio dell autorizzazione nella gestione separata (quella dei lavoratori parasubordinati). Per raggiungere questo requisito sono utili i contributi accreditati per disoccupazione, maternità o per il periodo del servizio militare? No! Valgono esclusivamente i contributi versati in costanza del rapporto di lavoro. Cosa accade se nei cinque anni antecedenti la domanda vi sono stati periodi di malattia o periodi nei quali non era comunque possibile prestare attività lavorativa? In questi casi nell accertamento del quinquennio devono essere esclusi i cosiddetti periodi neutri, che sono principalmente costituiti da periodi di servizio militare ed equiparati, di malattia debitamente certificati (anche se non indennizzati), di astensione obbligatoria e facoltativa per gravidanza e puerperio, di lavoro subordinato e autonomo - che avrebbero comportato in Italia l obbligo assicurativo - svolto all estero da cittadini italiani. Quando nel quinquennio precedente la domanda sono presenti periodi tra quelli elencati, la ricerca del requisito - se non è raggiunto - è effettuata neutralizzando gli stessi, cioè spostando indietro nel tempo l inizio del quinquennio di un periodo equivalente a quello dei periodi neutri. È possibile ottenere l autorizzazione alla volontaria quando si è ancora occupati? Anche in questo caso la risposta è negativa: l autorizzazione può essere concessa solo se non si svolge un attività di lavoro dipendente o auto- 13
14 PREVIDENZA nomo che comporti l iscrizione ai fini previdenziali all Inps o a un altra Cassa previdenziale. La regola vale anche per chi, da mamma, è costretta a interrompere il lavoro? La particolare attenzione che in questi ultimi anni il legislatore ha dedicato alla tutela della maternità ha reso possibile concedere alle madri l autorizzazione a versare volontariamente i contributi anche quando il rapporto di lavoro non si è interrotto. I casi riguardano: a) l astensione facoltativa per maternità oltre il sesto mese e tra il terzo e l ottavo anno di vita del bambino, a integrazione dei contributi figurativi accreditati per questi stessi periodi; b) l assenza dal lavoro per malattia del bambino, tra il terzo e l ottavo anno di vita, a integrazione dei contributi figurativi accreditati per questi stessi periodi. Può essere autorizzato un cittadino straniero? L autorizzazione ai versamenti volontari è concessa a tutti gli assicurati, compresi quelli che non hanno la cittadinanza italiana, a condizione che siano in possesso dei requisiti contributivi di cui abbiamo già parlato. Ci sono casi in cui l autorizzazione è concessa d ufficio? La risposta è affermativa. Nel caso in cui si presenti la domanda di pensione di vecchiaia o d anzianità e sia cessata l attività lavorativa, l autorizzazione ai versamenti volontari è concessa d ufficio se la domanda di pensione è respinta perché manca il requisito contributivo. L autorizzazione ha una scadenza? No. Una volta rilasciata, l autorizzazione vale per sempre, nel senso che i versamenti possono essere interrotti e ripresi in qualunque momento, senza dover ripresentare la domanda. È possibile effettuare i versamenti volontari se si è titolari di un assegno d invalidità? Se si è titolari di un assegno d invalidità Inps è possibile versare i contributi volontari, perché si tratta di una prestazione a termine, soggetta a revisione triennale. Se si va all estero si può continuare a versare volontariamente? I versamenti volontari possono essere effettuati, con differenti modalità, anche da chi risiede in un paese estero. E per chi è iscritto alla cosiddetta Gestione separata? La regola circa l impossibilità di versare i contributi volontari se si è iscritti a un altra forma di previdenza obbligatoria vale anche per chi, per effetto d attività professionali o per lo svolgimento di collaborazioni coordinate e continuative, è iscritto alla cosiddetta Gestione separata introdotta dalla legge n. 335/95. Per questo motivo non è possibile ottenere l autorizzazione se si versa il contributo pensionistico del 10-14% o, se si è già stati autorizzati, proseguire i versamenti volontari in costanza di contributi versati alla Gestione separata. Ci sono eccezioni a questa regola? L unica eccezione riguarda le autorizzazioni al versamento volontario con decorrenza anteriore al 1 aprile 1996, data in cui è divenuto obbligatorio il pagamento dei contributi previdenziali per i cosiddetti lavoratori parasubordinati. In questi casi, infatti, è possibile cumulare i versamenti volontari e l iscrizione alla Gestione separata. È possibile ottenere l autorizzazione se si è già pensionati? Poiché la finalità dei versamenti volontari è quella di consentire al lavoratore che ha interrotto l attività di maturare il diritto alla pensione, non è possibile ottenere l autorizzazione se si è già pensionati. E se si sta percependo l indennità di disoccupazione? Se, una volta licenziati, abbiamo presentato sia la domanda per l indennità di disoccupazione che quella per proseguire volontariamente la contribuzione è bene tener conto che, in quest ipotesi, i contributi figurativi accreditati per il periodo di disoccupazione prevalgono sui versamenti volontari. Per questo motivo potremo effettuare utilmente i versamenti volontari solo per il periodo successivo al percepimento dell indennità di disoccupazione. La circostanza non è di poco conto per chi è prossimo al traguardo dei 35 anni di contributi indispensabili per il diritto alla pensione d anzianità. In questi casi, infatti, va tenuto presente che i contributi figurativi per disoccupazione non sono conteggiati ai fini del raggiungimento delle 1.820 settimane di contribuzione. LA DOMANDA A chi va fatta la domanda? La richiesta di autorizzazione alla prosecuzione volontaria può essere presentata presso qualsiasi ufficio dell Inps, compi-
lando il modulo chiamato O.10/M. Su tale modulo devono essere riportati i dati anagrafici completi di codice fiscale e indirizzo. Particolare attenzione deve essere prestata nella compilazione del questionario, dove andrà indicato, tra l altro, la gestione nella quale si intende richiedere l autorizzazione alla prosecuzione volontaria e quelle presso le quali si è stati assicurati. È necessario dichiarare se, al momento della domanda, si sta ancora lavorando, se si è iscritti ad altra forma di previdenza (in Italia o all estero) o se si è titolari di una pensione diretta (di vecchiaia, inabilità, invalidità, anzianità). Cosa va allegato alla domanda? Alla domanda non è necessario allegare alcunché. Il consiglio, comunque, è quello di allegare alla richiesta la copia del modello Cud, rilasciato dal datore di lavoro, riferito all anno in cui si richiede l autorizzazione. I dati retributivi indispensabili per stabilire l importo del versamento settimanale vengono inoltrati all Inps da parte delle aziende in tempi differiti. Da quando decorre? La domanda di autorizzazione ai versamenti volontari decorre dal primo sabato successivo alla presentazione della richiesta. A questo fine fa fede la ricevuta timbrata dall Inps o la ricevuta della raccomandata nel caso di richiesta inoltrata per posta. Il consiglio è, quindi - se si ha intenzione di proseguire volontariamente i versamenti per la pensione - quello di inoltrare senza indugi la relativa domanda. Se si hanno contributi come lavoratore autonomo e dipendente è possibile scegliere dove versare? Se l interessato ha contributi sia come lavoratore dipendente sia come autonomo (artigiano, commerciante o coltivatore diretto) ed è in possesso in ambedue le gestioni dei requisiti previsti dalla legge per essere autorizzato ai versamenti volontari, può scegliere, al momento della domanda, se versare i contributi come dipendente o come autonomo. È possibile chiedere l autorizzazione per periodi passati? Come abbiamo detto l autorizzazione scatta dal sabato successivo alla richiesta. Un importante eccezione è prevista su quest argomento dal decreto n. 184/97, che prevede la possibilità di versare anche per i sei mesi precedenti la data della domanda d autorizzazione, purché si tratti di periodi totalmente scoperti da contribuzione, anche figurativa. Per fruire di tale opportunità è necessario presentare richiesta scritta. La richiesta va presentata contestualmente alla domanda di autorizzazione alla prosecuzione volontaria, oppure successivamente e, comunque, non oltre il trimestre solare successivo a quello di rilascio dell autorizzazione da parte degli uffici. Oltre quest eccezione ve ne sono altre? No. Non è in alcun caso possibile, oltre all eccezione di cui abbiamo fatto cenno prima, richiedere l autorizzazione a versare volontariamente con decorrenza retroattiva. In caso di respinta c è possibilità di ricorrere? Se la domanda di autorizzazione ai versamenti volontari è respinta dagli uffici l interessato può presentare ricorso in carta libera entro 90 giorni dalla data di ricezione della lettera con la quale si comunica la reiezione. Al ricorso vanno allegati tutti i documenti ritenuti utili per l esame del ricorso stesso. A chi? Il ricorso va indirizzato al Comitato amministratore fondo pensioni lavoratori dipendenti, che ha sede a Roma, ed è possibile presentarlo direttamente agli sportelli della sede dell Inps, tramite lettera raccomandata con ricevuta di ritorno oppure inoltrarlo tramite uno degli enti di Patronato riconosciuti dalla legge. IL COSTO Quanto costano i contributi volontari? Per chi è stato autorizzato prima del luglio 1997, l importo del contributo settimanale da versare è ottenuto applicando alla retribuzione media degli ultimi tre anni (in pratica, le ultime 156 settimane di lavoro) l aliquota contributiva ai fini pensionistici, quota del datore di lavoro compresa, applicata ai lavoratori dipendenti in servizio. Per chi, invece, ha inoltrato all Inps la richiesta di autorizzazione dopo il luglio 1997, la somma da versare corrisponde all incirca al 28% (per l esattezza il 28,57%) della retribuzione lorda percepita negli ultimi 12 mesi di lavoro. Esiste un limite massimo alla retribuzione da prendere a base per i versamenti volontari? La normativa 15
16 PREVIDENZA in vigore prima del 1997 prevedeva che l ultima classe di contribuzione non potesse andare oltre il tetto pensionistico; ciò comportava una notevole penalizzazione per quei lavoratori in possesso di una retribuzione imponibile che superava di molto la soglia di tale tetto. Le nuove regole introdotte dal decreto legislativo n. 184/97 sfondano questo limite, dando anche ai già autorizzati la possibilità di avvalersene, in maniera tale che l importo del contributo da versare sia strettamente collegato alla retribuzione percepita. Esiste, invece, un minimo? Sia per chi è stato autorizzato prima del 12 luglio del 1997 che per chi è stato autorizzato successivamente esiste un contributo settimanale minimo da pagare. Per il 2002 gli ex-lavoratori dipendenti pagano un contributo settimanale minimo di 43,30 se l autorizzazione è stata concessa entro il 31 dicembre 1995 e di 45,66 se l autorizzazione decorre da gennaio 1996 in poi. I VERSAMENTI Come si paga? Le modalità per effettuare il pagamento dei contributi volontari sono assai rigide. Si devono infatti eseguire i versamenti utilizzando sempre i bollettini di conto corrente postale prestampati, che l Inps invia agli interessati direttamente al loro domicilio. Con che scadenze vanno fatti i pagamenti? Il pagamento dei contributi volontari avviene con cadenza trimestrale e va effettuato entro il 30 giugno per il trimestre gennaio-marzo; entro il 30 settembre per il trimestre aprile-giugno; entro il 31 dicembre per il trimestre luglio-settembre e, infine, entro il 31 marzo per il trimestre ottobre-dicembre. Nel caso in cui la scadenza cada in una giornata festiva (attenzione, il sabato è considerato lavorativo) il termine è prorogato al primo giorno lavorativo successivo. E per gli arretrati? Anche i contributi volontari dovuti per il periodo che va dalla data di autorizzazione fino al primo bollettino prestampato devono essere pagati entro la scadenza indicata. Tale scadenza è il trimestre solare successivo a quello in cui viene rilasciato il blocchetto di bollettini. Il relativo importo è trascritto su un apposito bollettino dove al posto del trimestre è riportata la scritta arretrati. È possibile personalizzare il versamento? Sì. L ipotesi ricorre quando, ad esempio, non è necessario versare un intero trimestre per raggiungere il diritto alla prestazione ma bastano solo alcune settimane. A questo scopo alcuni dei bollettini inviati dall Inps sono in bianco per permettere una loro personalizzazione. Se si tarda a versare? Anche in tema di termini di pagamento la legge ha previsto modalità affatto flessibili. Il versamento deve essere fatto né prima né dopo il trimestre successivo: se si paga in ritardo, anche di un solo giorno, i contributi sono annullati. C è un rimborso in questi casi? Sì! L importo dei versamenti volontari pagato in ritardo rispetto alla scadenza è rimborsato d ufficio. L interessato può però richiedere che l importo non venga rimborsato ma che venga attribuito al trimestre solare precedente alla data di pagamento. E se si sbaglia nel versare? Poiché la classe di versamento assegnata è vincolante, se si versa di meno, il numero dei contributi settimanali del trimestre viene automaticamente ridotto in proporzione; se, invece, si versa di più l importo pagato in eccedenza viene rimborsato su richiesta dell interessato dall Inps. Una volta autorizzati, è obbligatorio pagare? Poiché si tratta di prosecuzione volontaria sarebbe un controsenso rendere obbligatorio il pagamento di questa contribuzione, una volta richiesta l autorizzazione. LA CONVENIENZA Ci sono regole valide per tutti per stabilire se è conveniente o meno versare volontariamente i contributi? Questa semplice domanda non consente una risposta valida in assoluto; la convenienza del versamento è infatti legata a fattori strettamente personali (possibilità di rioccuparsi, disponibilità economiche, ecc.) e a una normativa in materia di pensioni soggetta costantemente a tumultuosi quanto rapidi cambiamenti. Esistono tuttavia alcuni orientamenti validi per tutti, convalidati dall esperienza. C è convenienza per la pensione d anzianità? Come abbiamo detto, i contributi volontari valgono anche per raggiungere la pensione d anzianità. La convenienza dell operazione è, però, subordinata a due importanti valutazioni: a) determinare con quanti anni di anticipo rispetto alla pensione di vecchiaia si consegue la pensione di anzianità effettuando i versamenti volontari; b) stabilire se la spesa vale l impresa ovvero in quanti anni si ammortizzerà, una volta ottenuta la pensione d anzianità, la maggiore contribuzione versata rispetto alla pensione di vecchiaia. Attenzione, infine, a tener conto del fatto che dal 1996 per la pensione d anzianità è necessario poter far valere anche un minimo di età o, in alternativa, un maggior numero di anni di versamento. E per raggiungere la pensione minima? Versare a proprie spese i contributi per la pensione è senza dubbio conveniente se si ha già un discreto gruzzolo di contributi ma non si è ancora raggiunto il requisito minimo per la pensione di vecchiaia (per chi ha richiesto l autorizzazione a versare volontariamente prima del 31 dicembre 1992 il requisito è rimasto fermo a 15 anni di versamenti, anziché i 20 previsti dalla riforma Amato). Se non si ricorre a questa opportunità, si perderebbero, a meno di nuova occupazione, tutti i contributi già accreditati. Anche per chi ha già raggiunto il requisito minimo per il diritto alla pensione di vecchiaia il consiglio da dare è quello, comunque, di presentare ugualmente la domanda di prosecuzione volontaria. In seguito potrebbe avere la convenienza a versare i contributi per il periodo scoperto (in caso di nuovo lavoro alle dipendenze, o per una pensione d invalidità da richiedere). In ogni caso la domanda di prosecuzione volontaria non è impegnativa, né va giustificato all Inps il mancato pagamento. Si possono detrarre ai fini fiscali? Sino a qualche anno fa i benefici fiscali previsti per chi versava volontariamente i contributi all Inps o ad altri enti previdenziali erano limitati alla possibilità di dedurli fiscalmente entro il limite dei 2 milioni e mezzo annui. Dal 2001, invece, la limitazione non esiste più e, quindi, è possibile detrarre dal reddito imponibile ai fini Irpef l intera spesa sostenuta per versare volontariamente i contributi.