Buongiorno, sono una mamma di due bambini di 6 e 2 anni e mezzo e in questi ultimi mesi mi sento che la gestione della mia famiglia mi sta sfuggendo. Mi sento sempre stanca sia fisicamente ma soprattutto di testa...sono poco entusiasta delle cose...ho due bimbi splendidi, un bel lavoro, un marito che mi ama tanto eppure...sono sempre 1 / 6
infelice. Lavoro part-time quindi alle 15.30 riesco ad andare a prendere a scuola i miei bimbi eppure...dopo soli 10 minuti già mi sento stufa di stare con loro e inizio ad essere nervosa...sono parole forti me ne rendo conto e mi fanno male ma è quello che provo... E da qui scaturisce il mio senso di colpa...e mi dico sempre "ma come hai una famiglia splendida, in salute, e un lavoro che tutto sommato ti piace...eppure ti lamenti sempre...perchè??????". Non riesco a darmi un senso...mi sento sempre inadeguata...tutte le altre famiglie, gli altri bimbi, le altre mamme sono meglio di noi...e nel pensare questo ovviamente poi mi sento malissimo...e piango piango piango... Cosa posso fare?cosa non sto capendo? Mio marito mi dice sempre che non so apprezzare quello che ho (che è tantissimo!)ma guardo sempre ciò che non ho o hanno gli altri...ed è vero, ma la mia non è invidia...tutt'altro..e allora che cos'è..?? Spero che mi possiate aiutare! Grazie in anticipo! S. 2 / 6
Idealizzazione? ecco cosa credo che sia. Tu credi che la felicità esista solo per gli altri, e a te non sia concessa. In realtà la felicità è un bene estremamente timido che viaggia solo nelle case dove si sente bene accolto. E credimi, purtroppo sono poche. I punti credo possano essere due. Innanzitutto, la felicità fa paura: è incontrollabile, si può perdere, porta sfiga, si paga, eccetera. Se osservi bene la gente, quasi nessuno dice di essere felice, come se dirlo portasse catastrofi terribili. In secondo luogo, e credo sia tanto il tuo caso, la felicità è fraintesa. Non so che idea tu abbia della felicità. Dalle tue parole si intuisce una sorta di euforia che irradia tutte le cose di gioia e divertimento. Questo può essere un aspetto della vita, uno fra i tanti. Io penso alla felicità come ad uno stato esistenziale, che non coincide con la gioia, che vedo invece come uno stato d'animo, acuto, legato al momento. I momenti di gioia e dolore possono esistere sia in uno stato di felicità che di infelicità: in altre parole, una vita felice non esclude il dolore, ma lo accoglie 3 / 6
come una delle espressioni della vita, con una sua bellezza e una sua poetica. Qual è la cifra della felicità? io credo sia la consapevolezza di fondo che accompagna le nostre giornate, la sensazione di essere vivi, la ricerca del nostro ritmo e del nostro spazio vitale, l'essere in contatto con i nostri bisogni autentici, i nostri desideri, diventare capaci di accompagnare la nostra vita dove c'è il piacere, e riuscire a fare qualsiasi cosa secondo la nostra natura. Sembrano parole astratte. Non lo sono per niente. Parliamo di te. Si è mai visto un genitore che almeno una volta al giorno non appiccicherebbe al muto i suoi figli? Quando mai? i figli sono meravigliosi ma anche una stratosferica scocciatura: sono dipendenti, parassiti, pesanti, piagnucolosi, bisognosi, profondamente egoisti, egocentrici, impegnativi, noiosi. Devo continuare? questa è la loro posizione nel mondo, il loro posto, il loro lavoro. Il nostro è quello di aiutarli a crescere e diventare autonomi. Questo comporta una quantità di energie che solo l'amore e un pizzico di follia possono farci trovare. Essere genitori senza cadute ed errori è surrealtà: non esiste nessun essere umano che può. Altrettanto impossibile è essere genitori senza annoiarsi e sforzarsi; c'è chi è più portato, c'è chi non lo è affatto. Stare coi i marmocchietti richiede per molte persone un impegno enorme: altro che piacere e apprezzamento! quello che tu provi dopo dieci minuti è l'ovvio, e tu almeno hai 4 / 6
l'onestà di ammetterlo. Ci sono le mamme e i papà fortunati che amano stare e giocare coi bambini, sono quei pochi eletti naturalmente portati per quei ritmi e per quelle funzioni. Ma la realtà è che l'amore per quelle creature così bisognose si paga con una fatica inimmaginabile. E sai qual è la cosa tragicomica? che i poveri neogenitori, che hanno visto stravolgersi la loro vita e volar via la libertà avuta finora, si sentono morire dalla colpa per non essere felici di sacrificarsi quasi totalmente e di essersi riempiti di responsabilità Non sto sminuendo il tuo malessere. Anzi, lo voglio prendere sul serio. Il punto è che devi trovare il tuo modo di essere madre, un modo che può essere soltanto tuo e che si avvicini alla tua natura, che ti faccia vivere la maternità senza alienarti in un ruolo che non riconosci. Come puoi essere madre a modo tuo? non preoccuparti delle cose giuste da fare: innanzitutto perché non esistono, poi perché i tuoi figli se la caveranno qualsiasi cosa sceglierai per loro; tanto, per fortuna, si ribelleranno comunque. Ti faccio alcuni esempi: non sei costretta a giocare con loro se non ti piace giocare; magari puoi insegnar loro qualcosa che piace a te, per esempio andare in bici, disegnare, e loro ti seguiranno. Insegna loro a giocare da soli e a fare a meno di te il più possibile: meglio una mamma non simpaticissima che una mamma triste e arrabbiata. Sii autorevole quando serve, e guida il loro 5 / 6
comportamento nella direzione che più assomiglia alla tua natura; tanto, prima o poi, faranno quello che vorranno. Insomma, in poche parole, cerca di piegare la tua vita al tuo desiderio. E ad ogni alba, sorridi, perché la vita è uno spettacolo meraviglioso, qualsiasi cosa accada 6 / 6