8STAGIONI. sinfonica 2016 MILENKOVICH. orchestra filarmonica marchigiana. violino e concertazione Stefan Milenkovich. filarmonicamarchigiana.



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ministero per i beni e le attività culturali regione marche assessorato alla cultura in collaborazione con consorzio marche spettacolo sinfonica 2016 MILENKOVICH 8STAGIONI violino e concertazione Stefan Milenkovich giovedì 28 aprile, ore 21 CHIARAVALLE Teatro Valle - PROVA APERTA venerdì 29 aprile, ore 21 JESI Teatro Pergolesi sabato 30 aprile, ore 21 OSIMO Teatro La Nuova Fenice martedì 3 magio, ore 21 MACERATA Teatro Lauro Rossi giovedì 5 maggio, ore 20:30 FOGGIA Teatro Umberto Giordano in collaborazione con Amici della Musica di Foggia venerdì 6 maggio, ore 21:15 FABRIANO Teatro Gentile sabato 7 maggio, ore 21 FANO Teatro della Fortuna domenica 8 maggio, ore 18 LUCCA Chiesa S. M. dei Servi in collaborazione con Associazione Musicale Lucchese lunedì 9 maggio, ore 21 ANCONA Aula Magna di Ateneo Guido Bossi Rassegna FORM-OFF I concerti dell Aula Magna in collaborazione con orchestra filarmonica marchigiana filarmonicamarchigiana.com

Programma A. Vivaldi (Venezia, 1678 Vienna, 1741) Le Quattro Stagioni da Il Cimento dell Armonia e dell Invenzione, op. VIII A. Piazzolla (Mar del Plata, 1921 Buenos Aires, 1992) Las Cuatro Estaciones Porteñas (Le Quattro Stagioni da Buenos Aires ) - versione per violino e archi di L. Desyatnikov A. Vivaldi Concerto per violino in mi magg., op. VIII, n. 1 RV 269 La Primavera I. II. Largo III. A. Piazzolla Verano Porteño (Estate da Buenos Aires ) moderato Lento Tempo I Lento Tempo I A. Vivaldi Concerto per violino in sol min., op. VIII, n. 2 RV 315 L Estate I. non molto - II. Adagio e piano - Presto e forte III. Presto A. Piazzolla Otoño Porteño (Autunno da Buenos Aires ) moderato Lento moderato Lento moderato A. Vivaldi Concerto per violino in fa magg., op. VIII, n. 3 RV 293 L Autunno I. II. Adagio molto III. A. Piazzolla Invierno Porteño (Inverno da Buenos Aires ) Lento Più mosso Lento Lento Più mosso A. Vivaldi Concerto per violino in fa min., op. VIII, n. 4 RV 297 L Inverno I. non molto II. Largo III. A. Piazzolla Primavera Porteña (Primavera da Buenos Aires ) Lento Tempo I Lento Tempo I

Note La musica e il ciclo perpetuo della natura, misura originaria e universale del tempo e della vita umana. Dalle celeberrime Quattro Stagioni di Antonio Vivaldi, capolavoro pittorico-musicale del Settecento che ha inaugurato il genere dalla cosiddetta musica descrittiva, a quelle, ugualmente note, di Astor Piazzolla, ispirate alla luce, ai paesaggi e alle tradizioni popolari dell Argentina. Un unico grande appuntamento musicale a Otto Stagioni, dove gli smaglianti colori del Barocco si intrecciano, attraverso l estro e l entusiasmo interpretativo di Stefan Milenkovich, ai ritmi passionali e sanguigni del tango argentino. Il gruppo dei concerti delle Quattro Stagioni che apre la monumentale raccolta vivaldiana dell opera VIII, Il Cimitero dell Armonia e dell Invenzione, rappresenta uno dei più perfetti, originali e suggestivi esempi di quella che, forse con un termine fin troppo semplicistico, viene definita musica descrittiva. Nelle fonti a stampa, com è noto, i quattro concerti sono accompagnati ciascuno da un sonetto letterario (di autore ignoto, ma secondo alcuni studiosi opera dello stesso Vivaldi) che ha per argomento una stagione dell anno. I versi o le singole parole di ogni sonetto compaiono distribuiti in forma di didascalia sopra le parti degli strumenti chiamati ad illustrarne il contenuto: così, ad esempio, nell iniziale del concerto La Primavera il primo intervento del violino solista, accompagnato dalle risposte dei violini in orchestra, descrive musicalmente per mezzo di trilli, scalette e altri abbellimenti il canto degli uccelli espresso dalla soprastante didascalia: e festosetti / La salutan gl augei con lieto canto, tratta dai primi due versi del sonetto sulla Primavera. Sebbene non si conosca alcun modello che possa aver direttamente influito sull ideazione e la composizione di questo ciclo di concerti rappresentativi delle quattro stagioni, tuttavia, in generale, l impiego della musica come commento al contenuto enunciato da un testo letterario non costituisce una personale innovazione di Vivaldi, né, in particolare, sono propriamente di sua invenzione i mezzi musicali specifici attraverso i quali il commento viene realizzato. All epoca della pubblicazione de Le Quattro Stagioni, avvenuta ad Amsterdam nel 1725, esisteva già in Europa sin da tempi molto antichi una ricca tradizione di opere vocali e strumentali a carattere descrittivo, all interno della quale si trovava codificato un vasto repertorio di formule musicali atte alla rappresentazione di fenomeni naturali e di azioni e stati d animo umani. Vivaldi, come altri prima di lui, si rivolge nei Concerti delle Stagioni a questa tradizione e utilizza ampiamente il formulario descrittivo di patrimonio comune in

essa contenuto; ma al tempo stesso e in ciò consiste la sua personale innovazione rielabora profondamente tale formulario in modo da conferirgli un rilievo strutturale e soprattutto una forza e un immediatezza espressive senza precedenti. Basti un solo esempio significativo. Nel III movimento de L Estate Vivaldi descrive la tempesta cui fa riferimento il testo del sonetto corrispondente per mezzo di fitte note ribattute e di successioni di scale ascendenti e discendenti in tempo veloce che imitano scrosci d acqua, soffi di vento, tuoni e fulmini. Questi espedienti particolari si ritrovano impiegati anche in molte altre descrizioni musicali di tempeste contemporanee o anteriori al concerto di Vivaldi, in particolare nelle cosiddette arie di tempesta diffuse nel repertorio operistico a partire dalla seconda metà del Seicento. Eppure essi assumono qui un aspetto nuovo: sia perché il loro impiego non è semplicemente limitato al puro effetto coloristico di carattere accessorio ma è fondamentale alla struttura della composizione; sia, e soprattutto, perché la loro conformazione ritmico-melodica e la loro reciproca connessione conferiscono alla rappresentazione della tempesta un dinamismo e un realismo difficilmente riscontrabili altrove. Certo, si tratta pur sempre di un realismo relativo, sui generis, che non va assolutamente inteso nel senso moderno del termine. Per avere infatti una descrizione musicale della tempesta che assomigli molto da vicino alla realtà del fenomeno atmosferico si dovrà attendere la Pastorale di Beethoven (fine del III movimento) e ancor più il preludio al I atto de La Valchiria di Wagner: qui, in particolare, le vecchie note ribattute e scalette vivialdiane, rapide e impetuose ma pur sempre ordinate e perfettamente intelligibili, si trasformeranno rispettivamente in furiosi tremoli sforzati e in velocissime, indistinte cascate e impennate di note capaci di imitare scrosci d acqua e raffiche di vento in modo assai più realistico. Del resto non si deve dimenticare che Vivaldi vive e opera in un epoca, il primo Settecento, il cui principale interesse estetico è rappresentato dall artificio retorico e non dal realismo. Per il musicista del tardo periodo barocco, infatti, il fine dell opera artistica non è quello di imitare la natura in quanto tale, bensì di abbellire la natura stessa attraverso il filtro dell arte, nella convinzione che quest ultima è sommamente più importante e soprattutto più dilettevole della realtà fenomenica, e che solamente il bello e il buon gusto equivalgono al vero. Ecco il motivo per cui anche in Vivaldi l imitazione della natura e dei sentimenti umani, per quanto efficace ed espressiva, non sfocia mai in un vero e proprio realismo descrittivo, ma si mantiene sempre entro i limiti di una rappresentazione ordinata ed equilibrata secondo le leggi della proporzione e della simmetria che esprimono la verità e la perfezione dell arte.

Nell immaginario collettivo europeo il nome di Astor Piazzolla rievoca immediatamente l idea di una terra e di una musica ricche di fascino esotico: L Argentina e il tango, un binomio perfetto in cui un paese si lega indissolubilmente a quella che è forse la sua più autentica e profonda espressione culturale. Il tango infatti non è solamente una danza, una musica, un ritmo, ma anche una visione della realtà: è un sentire la vita umana in modo nel contempo appassionato e sprezzante, grave e leggero, doloroso e gaio. Nelle mani di Astor Piazzola, compositore provvisto di una solidissima preparazione musicale acquisita soprattutto attraverso lo studio del contrappunto bachiano e delle tecniche compositive di Stravinskij e Prokof ev, il tango si fonde con le moderne soluzioni della musica occidentale e da danza popolare si trasforma in espressione musicale colta, raffinata. Ma in questa fusione, a dispetto delle numerose e talvolta aspre critiche che furono mosse contro l artista dai puristi della tradizione, il tango argentino non perde nulla della sua forza originaria; anzi: acquista maggior vigore espressivo e diviene forma d arte ad alto livello. Nel tango piazzolliano, dove il cadenzare regolare e scorrevole del ritmo di base viene continuamente disarticolato e frantumato da sincopi e contrattempi, dove il librarsi fluido e leggero della melodia viene spesso dolorosamente spezzato da brusche impennate dissonanti, affossamenti vertiginosi e sforzati laceranti, vengono sublimate tutte le tensioni contraddittorie dell esistenza umana: dolci desideri di leggerezza e felicità convivono con voluttuosi impulsi verso il dolore, il pianto, la malinconia, divenendo con essi una cosa sola. Tutto ciò viene espresso con grande efficacia in Las Cuatro Estaciones Porteñas (Le Quattro Stagioni da Buenos Aires ), opera del 1965-1970 fra le più popolari di Astor Piazzolla qui proposta nella versione per violino ed archi realizzata da Leonid Desyatnikov per Gidon Kremer - dove si trovano inserite anche citazioni di temi originali vivaldiani ma in senso inverso (ad esempio l Inverno di Vivaldi citato nell Estate di Piazzolla), come in effetti invertite sono le stagioni nell emisfero australe rispetto a quello boreale: da qui la scelta di eseguire i due cicli uniti alternandone i concerti in senso speculare l uno all altro. Si tratta di una suggestiva pittura di suoni che ritrae la vita dei porteñi, gli abitanti della zona portuale di Buenos Aires, nelle varie stagioni dell anno: il risveglio della vita e dell amore in primavera; l esplosione della passione in estate cui si contrappongono momenti di torpore fisico generati dall eccessiva calura; il subentrare della malinconia in autunno; l inavione del freddo e della solitudine in inverno. I diversi aspetti della metropoli contemporanea vengono trasfigurati al ritmo ora incalzante, ora più rilassato di una musica tanguera inesora-

bile, sanguigna, tragica e crudele come la natura, che nei suoi ciclici ritorni, simili alle ripetizioni variate delle sequenze ritmico-melodiche del tango, libera dal cuore umano ogni sentimento per poi bruciarlo un istante dopo. Cristiano Veroli La primavera Giunt è la Primavera e festosetti La Salutan gl Augei con lieto canto, E i fonti allo Spirar de Zeffiretti Con dolce mormorio Scorrono intanto: Vengon coprendo l aer di nero amanto E Lampi, e tuoni ad annuntiarla eletti Indi tacendo questi, gl Augelletti; Tornan di nuovo al lor canoro incanto: Largo E quindi sul fiorito ameno prato Al caro mormorio di fronde e piante Dorme l Caprar col fido can à lato. Di pastoral Zampogna al suon festante Danzan Ninfe e Pastor nel tetto amato Di primavera all apparir brillante. L estate non molto Sotto dura Staggion dal Sole accesa Langue l huom, langue l gregge, ed arde il Pino; Scioglie il Cucco la Voce, e tosto intesa Canta la Tortorella e l gardelino. Zeffiro dolce Spira, mà contesa Muove Borea improviso al Suo vicino; E piange il Pastorel, perche sospesa Teme fiera borasca, e l suo destino; Adagio e piano - Presto e forte Toglie alle membra lasse il Suo riposo Il timore de Lampi, e tuoni fieri E de mosche, e mossoni il Stuol furioso! Presto Ah che pur troppo i Suo timor Son veri Tuona e fulmina il Ciel e grandioso Tronca il capo alle Spiche e a grani alteri.

L autunno Celebra il Vilanel con balli e Canti Del felice raccolto il bel piacere E del liquor de Bacco accesi tanti Finiscono col Sonno il lor godere Adagio molto Fà ch ogn uno tralasci e balli e canti L aria che temperata dà piacere, E la Staggion ch invita tanti e tanti D un dolcissimo Sonno al bel godere. I cacciator alla nov alba à caccia Con corni, Schioppi, e canni escono fuore Fugge la belua, e Seguono la traccia; Già Sbigottita, e lassa al gran rumore De Schioppi e canni, ferita minaccia Languida di fuggir, mà oppressa muore. L inverno non molto Aggiacciato tremar trà nevi algenti Al Severo Spirar d orrido Vento, Correr battendo i piedi ogni momento; E pel Soverchio gel batter i denti; Largo Passar al foco i di quieti e contenti Mentre la pioggia fuor bagna ben cento Caminar Sopra il giaccio, e à passo lento Per timor di cader gersene intenti; Gir forte Sdruzziolar, cader à terra Di nuove ir Sopra l giaccio e correr forte Sin ch il giaccio si rompe, e si disserra; Sentir uscir dalle ferrate porte Sirocco Borea, e tutti i Venti in guerra Quest é l verno, mà tal, che gioia apporte. Stefan Milenkovich violino e concertazione Stefan Milenkovich, nativo di Belgrado, ha iniziato lo studio del violino all età di tre anni, dimostrando subito un raro talento che lo porta alla sua prima apparizione con l orchestra, come solista, all età di sei anni ed incominciando una carriera che lo ha portato ad esibirsi in tutto il mondo. È stato invitato, all età di 10 anni, a suonare per il presidente Ronald Reagan in un concerto natalizio a Washington, per il presidente Mikhail Gorbaciov quando aveva 11 anni e per il Papa Giovanni Paolo II all età di 14 anni. Ha festeggiato il suo millesimo concerto all età di sedici anni a Monterrey in Messico.

Stefan Milenkovich ha partecipato a diversi concorsi internazionali, risultando vincitore di molti premi: al Concorso di Indianapolis (USA), al Tibor Varga in Svizzera, al Queen Elizabeth di Bruxelles, allo Yehudi Menuhin in Gran Bretagna, al Lipizer d i Gorizia e al il Paganini di Genova, al Ludwig Spohr ed al Concorso di Hannover (Germania). Riconosciuto a livello internazionale per le sue eccezionali doti artistiche, ha suonato come solista con l Orchestra Sinfonica di Berlino, l Orchestra di Stato di San Pietroburgo, l Orchestra del Teatro Bolshoj, la Helsinki Philharmonic, l Orchestra di Radio-France, l Orchestra Nazionale del Belgio, la Filarmonica di Belgrado, l Orchestra di Stato del Messico, l Orchestra Sinfonica di Stato di San Paolo, l Orpheus Chamber Orchestra, le Orchestre di Melbourne e del Queensland in Australia, l Indianapolis Symphony Orchestra, la New York Chamber Symphony Orchestra, la Chicago Symphony Orchestra, collaborando con direttori del calibro di Lorin Maazel, Daniel Oren, Lu Jia, Lior Shambadal, Vladimir Fedoseyev, Sir Neville Marriner. Nell ambito della musica da camera, è invitato regolarmente alle Jupiter Chamber Music Series, ed è fondatore e membro del Corinthian Piano Trio e più recentemente del Formosa Quartet. La sua discografia include, fra le altre cose, le Sonate e le Partite di Bach e l integrale per la Dynamic (2003) delle composizioni per violino solo di Paganini. Stefan Milenkovich è profondamente impegnato anche in cause umanitarie: tra l altro, nel 2003 gli è stato attribuito a Belgrado il riconoscimento Most Human Person. Ha inoltre partecipato a numerosi concerti patrocinati dall UNESCO a Parigi, esibendosi al fianco di Placido Domingo, Lorin Maazel, Alexis Weissenberg e Sir Yehudi Menuhin. Dedito anche all insegnamento, nel 2002 è stato assistente di Itzhak Perlman alla Juilliard School di New York, prima di accettare l attuale incarico di Professore di violino all Università dell Illinois Urbana Champaign (USA). OrchestraFilarmonicaMarchigiana Violini I Alessandro Cervo** Giannina Guazzaroni* Alessandro Marra Elisabetta Spadari Laura Di Marzio Cristiano Pulin Violini II Simone Grizi* Laura Barcelli Baldassarre Cirinesi Simona Conti Lisa Maria Pescarelli Viole Greta Xoxi* Massimo Augelli Cristiano Del Priori Lorenzo Anibaldi Violoncelli Alessandro Culiani* Antonio Coloccia Gabriele Bandirali Contrabbassi Luca Collazzoni* Andrea Dezi Clavicembalo Sauro Argalia* ** Primo Violino di spalla * Prime parti Ispettore d orchestra Michele Scipioni FORM ORCHESTRA FILARMONICA MARCHIGIANA Via degli Aranci, 2-60121 Ancona Tel. 071 206168 - Fax 071 206730 filarmonicamarchigiana.com info@filarmonicamarchigiana.com supporto informatico e multimediale www.gruppoeidos.it Via Gola della Rossa, 15-60035 Jesi Tel. 0731 207079