Pi 4 Novembre 2010 Ci ritroviamo anche quest anno per le celebrazioni del 4 novembre, rese ancora più significative dalla ricorrenza del 150 anniversario dell Unità d Italia. In questa circostanza il nostro pensiero va ai molti protagonisti che nelle vicende che si sono susseguite dal Risorgimento alla Grande Guerra hanno speso la propria vita, pagando con l estremo sacrificio la fede in un ideale ancora attualissimo: l unità della nostra Nazione. Il 4 Novembre del 1918 si concludeva la Grande Guerra, dopo quattro anni di un inutile strage che aveva visto contrapporsi in armi ventotto nazioni e aveva portato alla morte di oltre 37milioni di soldati. Una vera sciagura per l umanità, definita già a quel tempo dal Pontefice Benedetto XV una tragedia dell umana demenza, in quella tragedia si porto però a compimento il sogno di un Italia 1
una, annettendo alla nostra Patria il Trentino, l Alto Adige, Trieste e l Istria. La nostra Storia nasce così, non possiamo dimenticarlo, il valore fondante della nostra Nazione l Unità d Italia dà significato al sacrificio estremo dei molti ragazzi che oggi commemoriamo tributando i dovuti onori alle Forze Armate. Lo facciamo come sempre ricordando i caduti nei molti campi di battaglia, sui quali si è costruita una parte importante della vicenda italiana, molto spesso giovani volontari, talvolta impegnati in eserciti regolari e ben equipaggiati, altre volte sorretti solo dalla forza dell ideale, come nel caso del battaglione universitario pisano che si batté eroicamente a Curtatone e Montanara. Con quei ragazzi ci lega oggi un patto che deve essere forte e inscindibile, riceviamo il frutto del loro sacrificio e tributiamo loro i dovuti onori ricordando che la nostra Italia è nata per unire, diamo così un senso all alto prezzo che hanno pagato affermando in modo fermo e inequivocabile che il valore dell Unità Nazionale non è negoziabile. 2
Ho prima volutamente definito un inutile strage la Grande Guerra, lo è stata come inutili stragi sono tutte le guerre, quelle del passato e quelle ancora oggi in atto in troppe parti del mondo. Invito tutti, proprio oggi, a riconoscere nuovi valori nelle insegne delle nostre Forze Armate, abbandonando definitivamente ogni retorica della guerra, per comprendere i ruoli e le funzioni di un esercito moderno, impegnato a costruire processi di pace con la sua presenza nelle missioni a serv e negli organismi internazionali. I nostri ragazzi sono oggi impegnati, in varie parti del mondo spesso partendo proprio da Pisa, per garantire con la loro presenza la sicurezza delle popolazioni civili, la costruzione di processi di democratizzazione,la cessazione di conflitti. Un impegno, quello nelle missioni internazionali, che la nostra città, per la presenza di corpi militari altamente specializzati e di grande valore, vive in modo particolarmente intenso e che ci porta spesso a pagare un tributo molto più alto di altre comunità. 3
E passato meno di un mese da quando tutta la comunità pisana si è stretta intorno alla famiglia del Capitano Vannozzi, caduto insieme a tre colleghi in un agguato costatogli la vita. Erano impegnati in Afghanistan, in un contesto difficile,la dove con la nostra presenza ed il nostro impegno cerchiamo di ricondurre alla normalità una terra destabilizzata da una gravissima crisi internazionale, dove il valore del nostro esserci deve essere letto come il tentativo di restituire dignità alla popolazione civile, consentendo a quel paese di ritrovare la via difficile della normalizzazione e della democrazia. Certo consola constatare che in una parte rilevante del mondo occidentale, da più di mezzo secolo tacciono le armi, un nuovo contesto internazionale rende finalmente superata ogni retorica della guerra. L esperienza traumatica delle due guerre mondiali ci ha insegnato l inutilità della guerra quale strumento di risoluzione delle controversie internazionali, riconoscendo nella politica e negli organismi sovranazionali lo strumento più idoneo per la risoluzione delle tensioni. La mediazione toglie così spazio 4
al conflitto, e le ragioni della politica spengono il fragoroso rumore delle armi. Ma nel rendere onore alle nostre Forze Armate non dobbiamo dimenticare l impegno ed il ruolo che le stesse hanno in tempo di pace. In ogni situazione di crisi o di pericolo, siamo abituati a vedere i nostri soldati impegnati in prima linea, garanti della sicurezza della popolazione. Penso, per esempio, al loro ruolo nelle operazioni di Protezione Civile e la memoria va alle drammatiche ore vissute lo scorso anno per l esondazione del Serchio. A combattere contro la furia dell acqua c erano anche i nostri soldati in un ardua battaglia contro le forze della natura, battaglia vinta quando in un tempo record si è ricostruito l argine che ha frenato la piena del fiume. Non dimentichiamo come anche in tempo di pace le Forze Armate pagano spesso in termini di vite il tributo per il proprio impegno, il mio pensiero va in questo momento ai ragazzi della 46 Brigata Aerea, voglio così ricordare il maggiore Bruno 5
Cavezzana, il tenente Gianluca Minichino,il tenente Salvatore Bidello, il maresciallo Maurizio Ton,il maresciallo Gianluca Larice. Le loro vite si sono fatalmente interrotte in quel tragico 23 Novembre dello scorso anno, quando il C130 sul quale effettuavano un esercitazione di volo precipitava durante la manovra di decollo. Un episodio che ha scosso tutta la città che ha fatto sentire la sua vicinanza nel dolore alle Forze Armate. Siamo consapevoli che il nostro diritto di vivere in sicurezza dipende anche dall impegno e dalla professionalità delle nostre Forze Armate, che non sono più strumento di guerra ma tutori di quei valori, universalmente condivisi, sui quali si fonda il benessere di una comunità. Tutori della democrazia, dell Unità nazionale, della sicurezza del territorio, protagonisti per lo sviluppo e la normalizzazione di paesi ancora dilaniati da conflitti. Valori ai quali si ispira anche la nostra Carta Costituzionale, punto di partenza della nostra identità Nazionale, di unità nei principi e nelle regole della democrazia. 6
Proprio in questo giorno, in questa solenne ricorrenza, ho pronunciato spesso la parola valori. Il nostro paese sta vivendo una fase di fragilità delle istituzioni, di crisi economica e sociale, di trasformazioni culturali che spesso ci lasciano disorientati, credo sia necessario e urgente ricostituire una cultura dei valori partendo proprio dalla memoria, anche dalle celebrazioni che devono avere lo spessore di un messaggio al futuro. Non dobbiamo perdere la capacità di riconoscere nelle istituzioni, nei simboli che le rappresentano, l insieme dei valori fondamentali della nostra Nazione. Dobbiamo dare l esempio, come non sempre accade, purtroppo, per vincere la scommessa di restituire ai nostri giovani la fiducia nello Stato e nelle sue Istituzioni. In questo sforzo necessario un contributo è proprio l esempio e l esperienza delle Forze Armate che da sempre sono anche una grande scuola. Grazie dunque a chi serve l Italia in divisa, viva le nostre Forze Armate, viva la Costituzione, viva l Italia unità e democratica. 7