Concittadine, concittadini,

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1 Concittadine, concittadini, Il 2 giugno - Festa della Repubblica - è un occasione fondamentale per riflettere sui valori alla base del nostro vivere civile come cittadini italiani. La Repubblica nasceva dopo i terribili eventi della Seconda guerra mondiale e dopo il Fascismo che negava la libertà: pertanto, per il nostro Paese, si trattava di un nuovo inizio, carico di speranza e di una grande voglia di ricostruire - sia idealmente che materialmente - la nostra Nazione. Quest anno, nella ricorrenza dei 60 anni dalla proclamazione, avvertiamo con ancora maggiore forza il significato di questa ricorrenza. I cittadini italiani, attraverso un libero voto, finalmente a suffragio universale, aperto cioè anche alle donne, vollero affermare il 2 giugno 1946 in maniera inequivocabile l adesione piena, consapevole e matura ad un modello di Stato e di organizzazione della vita civile che si caratterizzavano per ricercare: - la pace, - la democrazia, - l eguaglianza, - la libertà, - il rifiuto del razzismo, - la giustizia e la solidarietà sociale. In nome di questi princìpi, il 2 giugno è la vera, grande Festa di tutti gli italiani. Proprio per questo, io ritengo che in questo 60 anniversario possa e debba essere trovata la via di una vera e sentita riconciliazione nazionale. Essa può essere conquistata su queste basi: 1

2 chi combattè per la libertà e la democrazia combattè per giuste ragioni, ma talvolta lo ha fatto con eccessi gratuiti e fini a se stessi; chi combattè per il Fascismo, anche in buona fede, riconosca che quella scelta era sbagliata perché essa negava alla radice il valore supremo della libertà. Questa riconciliazione nazionale si basa dunque sulla riaffermazione inequivocabile di un concetto: e che cioè le ragioni stanno sempre dalla parte della libertà e dell eguaglianza. Su questo punto d incontro si potrà effettivamente chiudere una pagina tragica della nostra storia e dare senso vero all odierna ricorrenza. 60 anni sono trascorsi da quel 1946; ma questo non ha indebolito, anzi ha rafforzato la strada maestra disegnata subito dopo la fine degli eventi bellici. E tanto più lo ha fatto perché - in questi 60 anni di vita repubblicana - in tanti si sono immolati per difendere quegli ideali dalle mafie e dal terrorismo. Ai martiri e agli invalidi che hanno dato il loro sangue per il proprio Paese io rivolgo il mio deferente pensiero per aver ricostruito l Italia. Ma proprio perché siamo un nuovo Paese sento di dover rendere un saluto a chi lo rappresenta: il Presidente della Repubblica emerito - che ha appena lasciato l incarico - Carlo Azeglio Ciampi, che ha voluto fortemente restituire a tutti noi questa giornata del 2 giugno; ed il nuovo Presidente, Giorgio Napolitano, che, come il suo predecessore, è animato da una forte tensione ideale e morale verso questo Paese e i suoi simboli fondanti. 2

3 E non posso non condannare nel modo più fermo e categorico coloro i quali hanno voluto macchiare con atti vandalici quei simboli che oggi dobbiamo e vogliamo celebrare perché proprio per essi molti hanno dato la propria vita e il proprio sangue e dunque rappresentano la trave portante della nostra società. Su quei simboli, l Italia, uscita dal tunnel del fascismo e della guerra, ha deciso che il nuovo Stato, nell armonia dell Europa, rispettasse la pace; il diritto alla libertà di pensiero, alla tutela dei ceti e dei territori deboli, nonché alla eguale possibilità per tutti di vivere con dignità e di concorrere al progresso del Paese. Democrazia, giustizia, libertà, solidarietà, pace, molto spesso ci appaiono come parole vuote, come utopie. Ma cos è l utopia? Eduardo Hughes Galeano, un intellettuale un grande combattente per la libertà, un celebre romanziere ha scritto: L utopia è come l orizzonte: cammina due passi, e si allontana di due passi. Cammina dieci passi, e si allontana di dieci passi. L orizzonte è irraggiungibile. E allora, a cosa serve l utopia? A questo: serve per continuare a camminare. Ebbene, noi abbiamo ancora molto cammino da fare. La Repubblica deve lavorare soprattutto per i ceti deboli, i portatori di handicap e per una vera parità uomo donna. Solo 60 anni fa, infatti, fu concesso alle donne di votare: ci vollero due decreti per giungere a tanto e gli stessi non sembrarono scritti con entusiasmo. Per di più un grande intellettuale ed un faro della libertà quale fu Benedetto Croce non mancò di esprimere la sua contrarietà a tale concessione: questo, forse, spiega perché ancora oggi in molte Assemblee elettive ed in molti posti di responsabilità non vi siano donne. Si tratta di uno dei maggiori punti di debolezza 3

4 della nostra società politica cui deve essere posto rimedio senza ulteriore indugio. Nella stessa fase Costituente, nonostante tutto, sedettero in Parlamento 21 donne, tutte egualmente coraggiose, preparate, capaci, ed insomma tutte perfettamente in grado di dimostrare che non vi sarà mai un Paese democratico e maturo senza il loro apporto: in omaggio a quanto loro fecero 60 anni fa occorre creare concrete condizioni di parità. L Italia - come ha scritto saggiamente il Presidente Giorgio Napolitano - ha bisogno di tutti: ed in omaggio a questa riflessione e a questo incitamento, io porgo il più cordiale augurio di buon lavoro al neo sindaco di Benevento Fausto Pepe e a tutti gli altri primi cittadini eletti il 28 e 29 maggio ed in particolare alle due donne di Dugenta e San Lupo. Nello stesso tempo rivolgo il mio pensiero in particolare al sindaco uscente Sandro Nicola D Alessandro per l impegno profuso nel dialogo e nella cooperazione istituzionale e a tutti gli altri sindaci che hanno lasciato l incarico. Le acute tensioni internazionali di questo inizio Millennio richiedono il contributo del nostro Paese all affermarsi di uno spirito di pace e di solidarietà su scala planetaria. Noi italiani dobbiamo affermare universalmente i diritti dell uomo, in particolare quelli dei bambini perché non siano sfruttati nel lavoro e sessualmente e non moiano di fame e sete. Inoltre abbiamo il dovere come italiani a tutelare la stessa Natura dalle aggressioni degli inquinamenti. Il nostro Paese ha consolidato ormai una invincibile cultura della democrazia, della libertà e della tutela dei diritti inalienabili del popolo e del singolo individuo. 4

5 Oggi dobbiamo prendere atto che nel mondo si stanno sviluppando in maniera sempre più drammatica percorsi duali dal punto di vista economico: da una parte ricchezze sempre più sfrenate, dall altra povertà sempre più tragiche. Occorre lavorare per ridurre questa forbice e prepararsi ad iniziative di operante solidarietà internazionale. Ecco, dunque, cosa significa il 2 giugno: nel 1946 la Repubblica era una grande speranza; 60 anni dopo, è una certezza per la democrazia, la libertà, la solidarietà e la giustizia. E per tutto questo che noi riproponiamo oggi all attenzione di tutti e soprattutto dei giovani la grandezza e la profondità di un messaggio civile costruito nel Noi, che abbiamo ereditato quel messaggio, abbiamo il dovere di alzare lo sguardo dalle nostre tasche e guardare l orizzonte, senza paura di incontrare il disagio, perché - insieme ad esso - si incontra la vita. Viva il 2 Giugno, Viva l Italia, Viva la Repubblica, Viva il Sannio. - CARMINE NARDONE 5