Lo Shotokan di Gichin Funakoshi ( )

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Lo Shotokan di Gichin Funakoshi (1868-1957) Gichin Funakoshi nasce a Okinawa nel 1868, primo anno dell'era Meiji, periodo in cui il Giappone passa dal feudalesimo all'era moderna. Egli appartiene a una famiglia di funzionari molto legata alla tradizione, malgrado una situazione economica spesso instabile. Gichin Funakoshi vuole dapprima studiare medicina ma, al momento di presentarsi a scuola, prende conoscenza della seguente regola: "Uno studente di medicina non deve portare la crocchia". Nella società antecedente alle riforme, i capelli raccolti a crocchia testimoniavano il rango della famiglia e simboleggiavano materialmente la continuità con gli antenati. L'importanza che riveste in Giappone il culto degli antenati è particolarmente accentuata ad Okinawa, e Gichin Funakoshi, non potendo accettare una simile offesa, preferisce rinunciare alla medicina. Conserva la crocchia fino all'età di vent'anni, e, quando decide di tagliarsi i capelli, ciò provoca un conflitto familiare. Per tutta la vita resterà profondamente legato alla tradizione; così, molto più tardi, quando sua moglie, nel corso degli anni Venti, potrebbe raggiungerlo a Tokyo, dove egli si è stabilito, non potrà farlo, poiché in tal caso nessuno rimarrebbe a occuparsi della tomba degli avi. Gichin Funakoshi da giovane A 21 anni, Gichin Funakoshi diventa insegnante a tempo determinato in una scuola elementare della città di Naha, e continuerà a mantenere 1'incarico di educatore a Okinawa per oltre trent'anni. 1/9

In seguito parte per Tokyo per presentare e diffondere nel centro del Giappone 1'arte della sua isola natale. Allenamento al castello di Shuri Quando fonda la sua scuola di Karate, 1'esperienza di educatore emerge nel suo rapporto con gli allievi, i quali lo rispetteranno tanto più in quanto, insieme al Karate, egli insegna uno stile di vita. I Maestri di Funakoshi Gichin Funakoshi comincia a praticare il Karate verso l'età di 12 anni sotto la direzione di Anko Asato, uno dei più brillanti discepoli di Sokon Matsumura. Gichin Funakoshi, compagno di classe del figlio maggiore di Anko Asato, va spesso a giocare da lui, ed è a poco a poco attratto dalla sua arte. Divenuto il discepolo appassionato di Anko Asato, continuerà per tutta la vita ad approfondire il Karate. L'allenamento in quel periodo si svolgeva di notte, all'aperto, spesso in un giardino e poteva proseguire fino all'alba. Gichin Funakoshi scrive: "In quell'epoca mi sono allenato a un solo kata per molti mesi, e perfino per molti anni. Dovevo continuare, senza sapere per quanto tempo, fino a che il mio maestro dicesse si. E il maestro non diceva mai si. Per questo la durezza dell'allenamento è difficile da descrivere. Il Maestro Asato non mi toglieva mai gli occhi di dosso per tutto il tempo degli allenamenti nel suo giardino. Egli rimaneva nella veranda, seduto ben diritto sui talloni, senza cuscino. Era tuttavia già molto anziano... Quando terminavo un Kata, mi diceva solo bene, si, o ancora, senza mai un complimento. Dovevo solo continuare a ripetere senza fine la stessa cosa, inzuppato di sudore. A fianco del maestro seduto era sempre appoggiata una lampada a petrolio il cui chiarore pareva affievolirsi, e talvolta mi accadeva di non percepirla più a causa della fatica. L'allenamento proseguiva fino all'alba". Asato ha una grande reputazione come maestro dell'arte del Te o Tode. Gichin Funakoshi è tuttavia il solo suo discepolo che si conosca. Questo è nella logica dell'esoterismo della trasmissione del Karate prima del 20 secolo. E' all'inizio della sua carriera nell'insegnamento scolastico che Gichin Funakoshi fa la conoscenza di Anko Itosu, amico intimo di Anko Asato e come lui discepolo di Sokon Matsumura. Anko Itosu è anch'egli conosciuto come un grande maestro, ma a differenza di Asato, si interessa ai problemi dell'educazione nel sistema scolastico allora in via di elaborazione. Seguendo il consiglio di Anko Asato, Funakoshi sarà d'ora in avanti il discepolo di questi due maestri. Hanno entrambi lo stesso nome, all'incirca la stessa età, sono stati formati dallo stesso maestro, ma ciascuno ha la propria concezione del Karate. Le loro idee differiscono tanto quanto le 2/9

loro morfologie. Asato era di grande taglia, largo di spalle, con occhi penetranti. "Era come un antico guerriero", scrive Gichin Funakoshi. Itosu non era alto, e il suo corpo era "come una botte". Secondo l'insegnamento di Asato: "Bisogna considerare le mani e i piedi dell'avversario come una spada", non bisogna dunque lasciarsi mai toccare. Secondo Itosu: "Se l'attacco dell'avversario non è efficace, si può ignorarne volontariamente l'effetto lasciandosi toccare", quindi "anche rafforzare il corpo contro i colpi è importante". Occorre sottolineare che, nell'antico stile di insegnamento del Karate, non soltanto le tecniche, ma la concezione del combattimento potevano variare seguendo la morfologia e la personalità, e la trasmissione era estremamente personale e limitata. L'antico stile di trasmissione era esoterico, ma aveva al tempo stesso una grande flessibilità, che corrispondeva alla personalizzazione dell'arte. Gichin Funakoshi continua a proseguire la pratica del Karate sotto la direzione di questi due maestri, parallelamente al proprio lavoro a scuola. Scorgendolo talvolta rincasare all'alba, i vicini credono che rientri dopo aver passato tutta la notte in un quartiere di piacere, ed egli non li disillude; anche questo mostra 1'aspetto di segretezza della pratica del Karate. L'insegnamento del Karate a Tokyo Nel 1921, il Principe imperiale, in viaggio verso l'europa, si ferma a Okinawa. E' un avvenimento eccezionale. In questa occasione Gighin Funakoshi è incaricato di dirigere una dimostrazione di karate fatta dagli allievi. Funakoshi e i suoi studenti di Okinawa nel 1921 Nel 1922, un anno dopo questo avvenimento, è organizzata a Kyoto una esposizione nazionale di Educazione Fisica, e Gichin Funakoshi vi è mandato per presentare il Karate di Okinawa. Egli pensa di ritornare a Okinawa dopo queste dimostrazioni. Ma Jigoro Kano, fondatore del Judo, che ricopre importanti funzioni al ministero dell'educazione, lo invita a tenere una presentazione del karate nel suo dojo Kodokan, a Tokyo. Accettando la sua richiesta, Gichin Funakoshi aveva pensato di prolungare il suo soggiorno a Hondo di qualche giorno soltanto. Ma, in seguito agli incoraggiamenti ricevuti da Jigoro Kano dopo questa dimostrazione, decide di restare a Tokyo per diffondervi 1'arte del suo paese. All'età di 53 anni, Gichin Funakoshi abbandona quindi le sue funzioni di insegnante e, lasciando moglie e figli a Okinawa, comincia a vivere da solo a Tokyo, per far conoscere il Karate. Si ritrova senza lavoro, ma con la passione di far conoscere l'arte della sua regione ai giapponesi, che consideravano questa un po' come un'isola straniera. In quest'epoca, la popolazione di Okinawa aspira ad affermare la sua identità culturale e nazionale giapponese; 3/9

Funakoshi non fa eccezione, e la sua passione per la diffusione del karate è una manifestazione di questa volontà collettiva. Funakoshi al makiwara L'esibizione al Kodokan ebbe luogo il 17 maggio 1922. Shinkin Gima, originario di Okinawa e studente all'università, che partecipava a quell'evento, racconta che prima della dimostrazione, il maestro Funakoshi presentò il Karate di Okinawa e il percorso di ognuno dei partecipanti. Poi eseguì il kata Kushanku al quale fece seguito la propria dimostrazione del Naifanchi. Dopo l'esecuzione dei kata, si esibirono in un esercizio di combattimento convenzionale e al termine della dimostrazione il maestro Kano pronunciò le seguenti parole: "Signor Funakoshi, penso che il Karate sia un'arte marziale onorevole. Se pensa di diffonderla a Hondo, potrei darle un aiuto, qualunque esso sia. Mi dica cosa posso fare per lei". Sono certo che è a seguito di queste parole di incoraggiamento che il maestro Funakoshi ha deciso di rinunciare a ritornare a Okinawa. Non avendo alcuna risorsa, Gichin Funakoshi lavora come portinaio in un pensionato per studenti originari di Okinawa, chiamato Meisei-juku. E' alloggiato in una camera di tre tatami ovvero di 5 m². Il suo lavoro principale è la pulizia quotidiana della casa e del giardino, la distribuzione della posta agli studenti e 1'accoglienza dei visitatori. Il suo lavoro corrisponde all'affitto; gli occorre dunque guadagnare di che nutrirsi, per questo ottiene il permesso di utilizzare la sala conferenze per insegnare il Karate. Seduto, Kenwa Mabuni. In piedi, da sinistra, Funakoshi, Gima, Otsuka, Konishi e Kenei Mabuni 4/9

All'inizio, ha solo pochissimi allievi: "Avevo talvolta l'impressione di lottare da solo, senza avversario", racconta. Capita frequentemente che visitatori venuti per vedere il maestro di Karate prendano Funakoshi per un vecchio impiegato incaricato delle faccende nella pensione. Tuttavia, in capo a due o tre anni, il numero di allievi cominciò ad aumentare. Gruppi di studenti di molte università formano dei club di Karate. Il particolare modo di insegnamento e di trasmissione del Karate in Giappone si costituirà a partire dai rapporti gerarchici tra gli studenti. Questi rapporti formano degli ingranaggi dinamici tra studenti ed ex-allievi della stessa università, non soltanto nel campo dello sport o delle arti marziali, ma anche nelle relazioni di lavoro all'interno di una stessa impresa o tra aziende diverse. Di fatto, la dinamica sociale, in Giappone, si basa spesso su questo tipo di relazioni gerarchiche. E le scuole di Karate che hanno conosciuto una grande estensione si sono appoggiate su questi canali tipici del Giappone. E' per questo che la diffusione del karate nelle diverse università è stata molto importante. Scrive Funakoshi: "In quell'epoca, vivevo ogni giorno con l'impressione di vedere un chiarore che si ingrandiva poco a poco nella notte tenebrosa... non era più, quindi, una lotta senza avversario..., il mio petto si gonfiava spesso di gioia". I 20 precetti della Via del Karate Funakoshi nel 1935 Dojokun Nel 1935, Gichin Funakoshi scrive la sua opera più importante, intitolata Karate-do Kyohan. Tra i suoi primissimi allievi figurano però delle personalità che trascineranno il karate ai vertici mondiali, tra tutti Hironori Otsuka, fondatore dello stile wado-ryu. I più facoltosi raccolgono dei fondi e nel 1938 gli costruiscono quello che in assoluto sarà il primo dojo di karate chiamandolo Shotokan, ossia la casa di shoto. Shoto è il fruscìo dei pini, suono da cui Funakoshi era affascinato mentre camminava per i boschi natii e che adottò come suo pseudonimo poetico in quanto come molti dei suoi maestri, Funakoshi era anche letterato e poeta. 5/9

E' senza dubbio il periodo più felice della sua vita. Già diverse università di Tokyo hanno aderito al suo insegnamento, il numero di allievi aumenta, ogni giorno egli va a insegnare in un'università diversa. La sua situazione materiale migliora. Funakoshi ha 70 anni. È in questo periodo che, sulla scia dello judo, entrano a far parte del karate il sistema dei kyu e dei dan per certificare le abilità raggiunte dagli allievi. Ad aiutare il maestro giunge il terzo figlio, Yoshitaka Funakoshi. Questi, benché di salute cagionevole (morirà infatti nel 1947), a costo di sforzi inimmaginabili divenne un esperto incontestabile di karate. Funakoshi e il piccolo Yoshitaka Nel 1937 scrive "I venti precetti del Karate-do" quando il Giappone era già in guerra con la Cina 1. Non bisogna dimenticare che il Karate inizia e termina con il saluto 2. Nel Karate, non si prende l iniziativa dell attacco 3. Il Karate è un complemento della giustizia 4. Conosci prima te stesso, poi conosci gli altri 5. Nell arte, lo spirito importa più della tecnica 6. L importante è mantenere il proprio spirito aperto verso l esterno 7. La disgrazia proviene dalla pigrizia 8. Non pensare che si pratichi il Karate solo nel dojo 6/9

9. L allenamento nel Karate si prosegue lungo tutta la vita 10. Vedi tutti i fenomeni attraverso il Karate e troverai la sottigliezza 11. Il Karate è come l acqua calda, si raffredda quando si smette di scaldarla 12. Non pensare a vincere, ma pensa a non perdere 13. Cambia secondo il tuo avversari 14. L essenziale in combattimento è giocare sul falso e sul vero 15. Considera gli arti dell avversario come altrettante spad 16. Quando un uomo varca la porta di una casa, si può trovare di fronte a un milione di nemici 17. Mettiti in guardia come un principiante, in seguito potrai stare in modo naturale 18. Bisogna eseguire correttamente i Kata, essi sono differenti dal combattimento 19. Non dimenticare la variazione della forza, la scioltezza del corpo e il ritmo nelle tecniche 20. Sii sempre concentrato, costante, pensa ed elabora sempre mentre persegui la Via Funakoshi dopo la II Guerra Mondiale Nel 1941, tre anni dopo la costruzione del dojo Shotokan, scoppia la guerra del Pacifico. Nel 1945 il dojo Shotokan, sette anni dopo la sua costruzione, è annientato sotto i bombardamenti americani. Yoshitaka ed Egami e Yoshitaka 7/9

La guerra termina, lasciando il Giappone in un disordine desolante. Gichin Funakoshi, a 77 anni, lascia Tokyo per raggiungere sua moglie che si era rifugiata a Oita, nel sud del Giappone. Funakoshi alla stazione di Tokyo Essi si ritrovano dopo una lunga separazione e vivono insieme coltivando verdura e raccogliendo molluschi e alghe in riva al mare. La vita non è certo facile, ma finalmente sono insieme. Due anni più tardi, nel 1947, sua moglie si ammala improvvisamente e muore poco tempo dopo. Prima di morire gli domanda di coricarla in modo che prima la sua testa si trovi in direzione di Tokyo, poi nella direzione di Okinawa. Scrive Gichin Funakoshi: "Ha pregato l'imperatore, e ha detto addio ai suoi figli che vivevano a Tokyo, poi ha salutato i suoi antenati che sono sepolti a Okinawa. Questa fu la fine di mia moglie, che aveva fatto di tutto perché io potessi proseguire nella via del Karate". Effettivamente, coricarsi con la testa nella direzione di qualcuno è un segno di rispetto, girare i piedi nella sua direzione è un'offesa. Possiamo vedere in questo atto d'addio della signora Funakoshi, la concretizzazione di un modello culturale di prima della guerra che, anche se non è più messo in pratica, resta in fondo alla coscienza dei giapponesi contemporanei. In questo stesso 1947, Yoshitaka, il figlio al quale aveva affidato lo Shotokan, muore anch'egli. Gichin Funakoshi, ha l'impressione di aver perduto tutto con la guerra. Yoshitaka al makiwara e Gigo Funakoshi 8/9

Tuttavia gli studenti hanno ripreso l'allenamento all'università, malgrado l'atmosfera di depressione che investe tutto il Giappone dopo la disfatta, e gli allievi anziani sopravvissuti ai campi di battaglia cominciano a ritornare. Gichin Funakoshi a 80 anni ritorna a Tokyo. Funakoshi in allenamento Ma il karate di Funakoshi, basato principalmente sulla ripetizione e sullo studio del kata, alla lunga lasciò insoddisfatti i suoi allievi più anziani, desiderosi di cimentarsi anche nel combattimento libero sportivo, cosa che Funakoshi invece avversava: il combattimento nel karate non è uno sport, è una questione di vita o di morte, soleva dire. I suoi allievi anziani usciti da università diverse cominciano a raggrupparsi per riformare la scuola Shotokan. Nel 1949 si costituisce la Japan Karate Association (J.K.A.) con alla testa Gichin Funakoshi, all età di 81 anni. Sembra, per un momento, che l'unità della scuola Shotokan sia stabilita. Ma, dagli inizi degli anni Cinquanta, le divergenze di opinione sui modi di praticare e di insegnare il Karate, e anche sull'organizzazione della scuola, suscitano conflitti. Il numero dei praticanti continua tuttavia ad aumentare di anno in anno. Gichin Funakoshi muore nel 1957, all'età di 89 anni. Alla sua morte, le contraddizioni e le polemiche non risolte spaccarono la sua scuola e i suoi allievi si divisero proseguendo ognuno a suo modo nella ricerca dello spirito del karate. Diritti e Copyrights, Karate Club Bellinzona (ff) - Diverse fonti internet, libero adattamento e impaginazione 9/9