Viterbo e le necropoli etrusche dal 18/03/2013 al 23/03/2013



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Viterbo e le necropoli etrusche dal 18/03/2013 al 23/03/2013 Equipaggio: Mezzo: Manuele, 50 anni, autista, addetto alla logistica, ai problemi tecnici, fotografo ed editor dei diari (il Braccio). Valentina, 46 anni, navigatrice, cuoca, donna delle pulizie, organizzatrice viaggi e redattrice diari (la Mente). Isotta, 12 anni, piccola meticcia terribile (Isi per gli amici) Tom, 10 anni, grande meticcio fifone Semintegrale Adria Adriatik Coral ds 640 del 2004 (Rino per gli amici) Percorso: Km = 1.295 Gasolio: = 207,33 Soste: = 0,00 Ingressi: = 42,00 Altro: = 118,48 Lunedì 18 marzo Ecco, dopo il letargo invernale è giunto il momento di scrollarsi di dosso la pigrizia e ripartire. Finalmente, la prima settimana di ferie di Manuele, quella che come tutti gli anni coincide con il suo compleanno, è arrivata e posso ricominciare ad assaporare il piacere dell'aspettativa. I luoghi che aspetto di visitare da tutto l'inverno si avvicinano. Purtroppo le preoccupazioni ci accompagnano già dalla sera di domenica, perché le previsioni del tempo non sono buone. Infatti, il lunedì mattina alzando la tapparella, troviamo la più gradita delle sorprese di metà marzo: la neve!! Inutile riferire qui le imprecazioni, che si possono immaginare. Mi attacco ad Internet per verificare le condizioni meteo delle zone che dovremmo attraversare, in particolare il tratto appenninico. Non sembrano proibitive e quindi decidiamo per il sì, partiamo. Dopo aver assistito allo spettacolo di Manuele sorridente (ehm) che fa il carico d'acqua sotto larghe, bianche, simpatiche falde, partenza verso le 9:00, ma le condizioni del primo tratto della A27 sono davvero brutte, tanto da farci considerare l'ipotesi di un dietro-front e di un rinvio all'indomani. Invece, andando avanti verso la pianura la neve si trasforma in pioggia e ci sentiamo sollevati. Mai mi era capitato di sentire tanta gratitudine nei confronti della pioggia durante una gita! Dopo alcune ore di autostrada (A27-A4-A13-A1), sosta pranzo e sgambamento per i ragazzi sugli Appennini e alcuni scrosci di pioggia che mettevano a rischio la visibilità, arriviamo a Viterbo verso le 17:00 e troviamo il parcheggio di via Faul, appena dentro porta Faul, segnalato anche su Col. I lavori non sembrano terminati, ma il parcheggio è ampio e gratuito, situato in bella posizione proprio sotto il Palazzo dei Papi e comodissimo per la visita della città. Qui non piove, anche se soffia un vento freddo e quindi andiamo subito a fare un giretto di ricognizione in città. Ci rendiamo presto conto che è una città molto bella e tranquilla, con un centro storico medievale benissimo conservato. Si fa buio, siamo un po' stanchi e infreddoliti, torniamo al parcheggio. Abbiamo la conferma che il prato attorno al parcheggio è una frequentatissima area di passeggio e giochi per cani e i loro proprietari, cosa che mi fa molto piacere, mi rilassa e che mette in fibrillazione quella ficcanaso della Isi. Ceniamo. Siamo l'unico camper, l'andirivieni di persone che vengono a prendere o lasciare la macchina continua fino a tardi. Notte tranquilla, con l'abbaiare di molti cani nei paraggi. Dopo un po', la Isi si stufa di rispondere. Martedì 19 marzo Oggi, sorpresa, mattinata di sole. Il vento ha spazzato via quasi tutte le nuvole, anche se continua a soffiare piuttosto freddino. La primavera stenta ad arrivare anche qui, molto più a sud di casa.

Giornata dedicata alla visita della città. Prima tappa nella piazza S. Lorenzo su cui prospetta il Palazzo dei Papi, che visitiamo solo esternamente. E' qui che è stato inventato il termine conclave (cum clave), come penso si sappia, quando i cardinali furono rinchiusi nel palazzo per costringerli a decidersi sull'elezione di un nuovo papa, nel XIII sec., periodo in cui la Curia papale si era trasferita in città, ritenuta più sicura della turbolenta Roma. Palazzo dei Papi VT Piazza palazzo Papi VT La piazza è molto bella con i palazzi medievali e il bel campanile romanico del duomo. La facciata del duomo, rinascimentale-barocca, secondo me rovina un po' l'atmosfera duecentesca. Siamo quasi gli unici turisti, rari anche i passanti, il che fa un effetto un po' straniante, ma piacevole. Andiamo un po' a caso, godendoci la suggestione di questi posti silenziosi e davvero fuori dal tempo, cercando sulla cartina gli altri luoghi d'interesse. Viterbo abbonda di chiese romaniche bellissime, purtroppo quasi tutte danneggiate durante i bombardamenti del '44, ma tutte ricostruite. Assolutamente imperdibile poi il quartiere medievale di San Pellegrino, peraltro ben segnalato, in cui ci si immerge in un ambiente datato XIII sec,praticamente intatto: vicoli stretti e bui, portici e stradine voltate, cortili e bellissimi profferli, i tipici Profferlo VT ingressi con scale esterne. E, soprattutto, molto silenzio. La giornata è spezzata dalla pausa pranzo in camper e soprattutto dallo sfortunato (o scriteriato?!?) incidente avvenuto appena ripresa la visita nel pomeriggio. Infatti, in Piazza del Plebiscito, bella piazza rinascimentale, Manuele fa cadere a terra la macchina fotografica. Macchina da una parte, obiettivo che rotola sotto un'auto, passanti premurosi che raccolgono i pezzi, sudori lungo la schiena e cuore che sobbalza. La macchina funziona ancora, ma l'obiettivo non si aggancia più, bisogna sostenerlo. Diamo anche un po' di spettacolo gratis in piazza a causa di un breve...scambio di opinioni ad alta voce. Dico mentalmente addio a tutte le foto che volevo fare nelle necropoli e proseguiamo la visita con uno stato d'animo che dire mogio è un eufemismo. Io insisto nella mia teoria di perseguitati dalla...sfiga; lui insiste, con meno aplomb del solito però, con lo slogan del può succedere. Passato il primo momento di rabbia e scoramento, a mente fredda vediamo che non è così grave. Vabbè, addio alle foto in autoscatto che amiamo farci, ma per il resto funziona e appena si torna se ne comprerà un altro. Pace. Ceniamo ancora in camper e passiamo un'altra notte tranquilla nel parcheggio. Voglio aggiungere che mi risulta incomprensibile il fatto che questa città sia così poco conosciuta e frequentata dal turismo, forse complice il periodo di inizio primavera, perché merita davvero una visita, soprattutto se si amano le intatte atmosfere d'altri tempi. Impagabili la tranquillità, la pace e il silenzio che si godono in tutti gli angoli della città vecchia. Inoltre, l'architettura di palazzi e chiese è splendida.

Mercoledì 20 marzo Lasciamo questa città che ci è piaciuta e che consiglio e ci dirigiamo verso la seconda tappa del mio programma, cioè Caprarola, a pochi chilometri di distanza, per visitare il famoso Palazzo Farnese, capolavoro del Manierismo. Vi arriviamo dopo un bel giro sui colli con vista sul lago di Vico. Ci sono varie possibilità di sosta con il camper, appena fuori il paese perché l'ingresso a questi mezzi non è consentito, e si può immaginare il perché. All'ingresso del paese, di fronte e accanto ad un distributore di benzina, ci sono dei parcheggi, sia gratis, sia a pagamento. Oppure appena prima del gran curvone che scende in paese, a ridosso di un campetto sportivo, sotto degli alberi c'è uno spiazzo libero. Noi abbiamo lasciato il camper lì e naturalmente anche i ragazzi, che non possono entrare nei palazzi. Il paesino è simpatico, il tipico piccolo centro rinascimentale arroccato attorno al grande Palazzo (ingresso 5 ). Oltre ad una scolaresca, ci sono altre due coppie con noi e la custode-guida ci accompagna attraverso le sale dandoci qualche informazione su questa importantissima famiglia del Rinascimento, il cui membro più illustre fu papa Paolo III (a Viterbo, vicino al Palazzo dei Papi si trova il bel palazzo dove alcuni storici ritengono sia nato e vissuto nell'infanzia). Meravigliosa, e famosissima, la scala ellittica del Vignola con colonne binate e pareti affrescate. Non è vero, come racconta la leggenda, che la salivano a cavallo :-) Tutte le stanze sono affrescate dai fratelli Zuccari e da altri artisti. Io personalmente, sono rimasta incantata dalla stanza delle mappe, meravigliose mappe dei continenti (tranne l'australia, per ovvie ragioni) dipinte sulle pareti a colori brillanti. La visita, visto che il tempo continua a graziarci, comprende anche il parco, che onestamente mi delude un po', abituata come sono a certe meraviglie della stessa epoca viste in altre residenze, anche nella mia regione (Veneto). Comunque bello il casino privato e il giardino che lo circonda. Ovviamente, e tristemente, Palazzo Farnese Caprarola niente foto di coppia. Riprendiamo il camper e ci affidiamo al navigatore per raggiungere Oriolo Romano, dove sappiamo esserci un'area di sosta con cs, (trovata su COL) di cui abbiamo ormai bisogno. Ci fa seguire strade un po' dissestate e secondarie, ma la troviamo con facilità, piccolo parcheggio-rimessa con acqua e pozzetto. Ci fermiamo anche per pranzare e farci una doccia. Nel frattempo, ha cominciato a piovere e facciamo tutte le operazioni di cs sferzati da un vento freddo e dalla pioggia. Nel primo pomeriggio proseguiamo per la prossima tappa, cioè la necropoli di Cerveteri, sito dell'unesco. La strada che porta a Cerveteri è spaventosamente cosparsa di buche che ci sconquassano e ci fanno anche un po' imprecare, ma tutto viene dimenticato quando imbocchiamo la strada fiancheggiata di pini e di tombe che conduce all'ingresso della necropoli. Lo spettacolo di queste tombe semi-abbandonate e semi-sepolte dalla vegetazione che si allungano lì, al lato della strada, mi dà un brivido. Ci sistemiamo nel grande spiazzo sterrato, e questa sera fangoso, adibito a parcheggio libero vicino all'ingresso. Guardo dal finestrino e sono senza parole: siamo circondati dai tumuli etruschi! E' ormai tardo pomeriggio, troppo tardi per la visita, piove un po' meno, ma non ha smesso, tira un vento freddo e il terreno è fangoso. Faccio scendere i cani per un giretto e mi imbacucco contro il vento. Vado ad esplorare il grande tumulo che abbiamo davanti, il nome è di una delle tombe famose, ma è chiusa da una cancellate ed evidentemente trascurata da molto tempo. Peccato. Si trova comunque al di fuori dell'area archeologica recintata. Vado a chiedere informazioni sull'orario in biglietteria e scopro con grande gioia che anche i ragazzi potranno entrare. Quando smette del tutto di piovere, si aggrega a noi anche Manuele e, armati di torcia perché è ormai l'imbrunire, andiamo a curiosare, e ad infangarci, fra la fila di tombe che precedono l'area recintata e visitabile. L'ora tardo-pomeridiana e la luce che sta scemando, il silenzio che mette in evidenza le nostre voci, il fascio di luce che illumina a tratti letti di pietra in angoli nascosti e muschiosi, grandi ragnatele che sbarrano gli ingressi... tutto contribuisce a creare un'atmosfera un po' spettrale e, vogliamo dirlo?, funerea... Propongo con noncuranza di ritornare al camper...passeggiando sotto la fila di quei pini marittimi che amo tanto, forse perché dalle mie parti non ce ne sono. Scopriamo che anche

questo spiazzo è un'area di sgambamento e giochi per i cani del paese e i loro padroni, infatti è un continuo andirivieni di auto che scaricano pelosi, e di nuovo la Isi è in agitazione. Un grosso cane bianco, chiamato appunto Bianco, come scopriremo in seguito, si aggira per lo spiazzo e si accuccia vicino alle nostre ruote, incurante della pioggia che ha ripreso a cadere. Mi fa pena, gli diamo qualcosa da mangiare, che però snobba. Verremo a sapere dagli addetti alla necropoli, che vive lì in pianta stabile, sempre alla ricerca di una carezza da parte dei proprietari degli altri cani, che ovviamente lo conoscono, gli portano da mangiare e se lo portano appresso nelle passeggiate. Un bel cane tipo maremmano, buono, che meriterebbe una famiglia tutta sua. Scesa la notte, restiamo soli sotto i pini. Solo qualche luce dalle parti della biglietteria, rarissime auto o moto passano sulla strada, si sente solo l'abbaiare di cani, Bianco ed altri. Notte tranquilla tra le tombe. Giovedì 21 marzo Al risveglio, ci sorprende un cielo azzurrissimo. Dalla finestra della cucina vedo in lontananza il mare. Già i più mattinieri arrivano per far correre i loro cani. Bianco non si vede. Siamo fra i primi visitatori della necropoli (8 necropoli + museo). Seguendo la cartina che ci hanno dato in biglietteria, vagabondando fra i grandi, suggestivi tumuli ricoperti d'erba e alberi, cerchiamo le tombe più importanti e più belle, anche perché la maggior parte delle altre, come quelle al di fuori dell'area, sono impraticabili a causa dell'acqua o degli accessi crollati. La città dei morti, organizzata in vie e piccoli quartieri proprio come quella dei vivi, è immersa nel silenzio. Si sente solo il vento fra i rami. Tumulo Interno tomba con morto-vivo e guardiani Il luogo è senza dubbio affascinante anche se richiederebbe maggior manutenzione. Capisco anche che non deve essere facile tenere libera da una vegetazione molto invadente un'area così vasta con i pochi mezzi che temo abbiano a disposizione. Si entra e si esce, a volte si scende, in questi ambienti scavati nel tufo, quasi tutti a più vani, organizzati su diverse stanze proprio come una piccola casa, alcuni decorati da mensole e modanature. Mi scopro ad immaginare cosa dovrebbero provare gli archeologi (o gli appassionati!...) nel trovarne una ancora dotata del suo corredo originario! Altro tumulo Interno tomba La splendida Tomba dei rilievi, in assoluto la più straordinaria, è visibile solo attraverso una porta di vetro, ma anche questo è sufficiente per rendersi conto della sua eccezionalità. Alla fine del percorso, ci fermiamo nella saletta didattica in cui ci viene mostrato un video in 3D, commentato da Piero Angela, in cui si presentano alcuni aspetti del mondo etrusco e della necropoli in particolare.

Un gentile giovane addetto poi ci accompagna in un paio delle tombe più belle in cui è stato predisposta un' installazione multimediale, di nuovo per la voce di Angela, grazie alle quali sembra di trovarsi nelle tombe come dovevano essere in origine, complete di corredo o di assistere ad una cerimonia funebre. Molto coinvolgente. I ragazzi sono venuti con noi, sono entrati e usciti dalle tombe e si sono comportati bene. Ritorniamo al camper per il pranzo e per un riposino pomeridiano e poi andiamo a piedi in paese per visitare il Museo Archeologico, che si trova in un bel castello. Si sa che a Cerveteri sono stati trovati dei capolavori assoluti (come crateri e sarcofagi), ma questi sono dispersi in vari musei del mondo e in città sono rimasti solo piccoli oggetti di non grandissimo valore. Comunque, come al solito, guardiamo tutto con calma, e poi torniamo al camper con l'ultimo sole tiepido, passeggiando sotto i pini e mangiando delle paste che ci siamo comprati in paese. I ragazzi erano rimasti chiusi nel camper, così terminiamo la giornata portandoli a passeggio fra le tombe, in compagnia di altri cani e proprietari. Altra notte tranquilla sempre al parcheggio. Venerdì 22 marzo Dopo la colazione e la passeggiatina, salutiamo Bianco e la colonia di gatti che vivacchia tra le tombe e i cassonetti e voltiamo le ruote verso la meta successiva: Tarquinia, anch'essa sito Unesco. Percorriamo l'aurelia e attraversiamo i paesi sul lungomare, compresa Civitavecchia, con disappunto di Manuele che avrebbe voluto prendere l'autostrada. All'arrivo a Tarquinia scopriamo che il parcheggio in cui avevamo in mente di fermarci, davanti le mura medievali della città, costa ai camper e ai bus 10 Euro all'ora!, ( 60 al giorno). Appena sotto, in pendenza, 1/h; sui terrazzamenti non è consentito il parcheggio ai camper. Considerata la nostra lentezza nel visitare siti e musei, ci costerebbe una fortuna, quindi ritorniamo sui nostri passi e lasciamo il camper in uno spiazzo poco prima del paese, sotto al cimitero,dove è parcheggiato anche un bus. La soluzione non mi piace molto, ma c'è poca alternativa. Alla biglietteria della necropoli ci dicono che si potrebbe lasciare anche lì davanti, sulla strada, se c'è posto, ma anche in questo caso è una soluzione tampone. Comunque è un'altra bella giornata di sole e cominciamo con entusiasmo la visita alla famosa necropoli (anche qui necropoli + museo 8). Come si sa, le tombe di Tarquinia sono diverse da quelle di Cerveteri, non tumuli ma tombe a camera scavate in profondità nel tufo. Per proteggerle dalle intemperie, sono state tutte ricoperte da piccole casette, che si scorgono sparpagliate sul luogo. Ciò che le rende famose sono le pitture. Non si può accedere all'interno delle tombe che sono protette da una porta a vetri, la quale consente Area archeologica di Tarquinia Due delle tombe dipinte di Tarquinia comunque un'ottima visibilità delle pitture stesse. Alcune più in buono stato, altre meno leggibili, ma tutte affascinantissime. Il tema più ricorrente è quello del simposio e del banchetto, accompagnato da danze e musiche, un aspetto molto tipico della cultura greca e poi, appunto

etrusca. Vi sono rappresentate anche attività sportive, caccia, pesca e divinità. A volte anche Caronte, il terribile guardiano-traghettatore dell'ade. Per il nostro fotografo ufficiale la vita non è facile, non potendo usare né flash né cavalletto, ma con un artificio riesce a ricavare qualcosa di comprensibile (ogni tanto...). Dopo la necropoli, andiamo a visitare il Museo Archeologico, che è una meraviglia. Il sito stesso è uno splendido palazzo gotico che meriterebbe una visita lui solo. Il museo è ricchissimo di reperti splendidi: bellissimi sarcofagi dipinti di marmo e non, un'interessante ricostruzione di come si presentava una tomba al momento della scoperta degli archeologi, già depredata, come molte altre, dei tesori più spettacolari (e mi viene da chiedermi chissà dove saranno ora...), sculture e oggetti quotidiani, ma soprattutto una fantastica collezione dei miei amatissimi vasi dipinti di tutte le fogge, alcuni dei quali veri capolavori e la ricostruzione di altre tombe dipinte strappate al degrado e al deperimento. Questo museo mi ha entusiasmato davvero. Lo consigli per chi ama questo popolo. Ritorno al camper molto soddisfatti, sgambamento dei ragazzi, che ancora una volta abbiamo dovuto lasciare chiusi (almeno avranno fatto da antifurto!) e ripartenza verso l'ultima tappa. Senza difficoltà arriviamo a Tuscania e troviamo subito l'area di sosta presente anche su Col. E' la prima volta che dormiamo in una vera area camper in tutto il viaggio. Acqua, pozzetto, corrente (anche se non presente in tutte le colonnine), tavolini e panchine e piccolo parco giochi per i bimbi. Il tutto gratis e sotto i pini. E' già presente un equipaggio olandese e più tardi in serata arriverà un altro camper. E per la prima volta non siamo soli. Siamo stanchi dopo il tour de force culturale della giornata, quindi sistemiamo il camper e ci prepariamo la cena in allegria, ascoltando alla radio il mio programma preferito. Notte tranquilla cullati dalle chiacchiere delle tortore. Sabato 23 marzo E' l'ultimo giorno, nel pomeriggio si torna. Dopo colazione partiamo con calma, con i ragazzi, per visitare questa bellissima e tranquillissima cittadina molto antica, che meriterebbe più tempo perché nei dintorni ci sono reperti etruschi e romani. Conserva ancora le antiche mura, bei quartieri medievali, pezzi di strada basolata romana appena fuori le mura, ben conservata e ben evidenziata da una struttura apposita, ma soprattutto due delle più belle chiese medievali che io abbia mai visto, San Pietro in particolare e Santa Maria Maggiore. San Pietro Sì, lo sapevo, l'avevo letto sulla guida e avevo scelto di fermarmi per questo, ma niente mi aveva preparato emotivamente a quello che ho visto! Salendo sulla collina di San Pietro si vede il bellissimo abside romanico della chiesa, ma entrando nel cortiletto con il prato verde, le due torri campanarie mozze e la stupefacente, meravigliosa facciata con Santa Maria Maggiore l'indimenticabile rosone bianco, sono rimasta senza fiato. Credo che questo sia dovuto anche al fatto che la sorpresa fu totale, voglio dire che non avevo mai visto immagini del luogo che me lo

rendessero almeno un po' familiare. Anche l'interno è bellissimo e puro perché è l'originale dell'alto medioevo. Bellissima anche l'altra chiesa, forse in posizione un po' più infelice che la valorizza meno. Due meraviglie assolute. Completamente in estasi per questa scoperta (almeno io), ritorniamo sui nostri passi e riprendiamo il camper per il ritorno. Alle 20:00 circa siamo a casa, in tempo per festeggiare il compleanno di Manuele l'indomani. Ma il prossimo viaggio è già nella mia mente e non troppo lontano nel tempo. Ho esaudito il desiderio, che covavo da molto tempo, di visitare queste famose necropoli e non sono stata delusa. Le suggestioni non sono mancate. Ho scoperto una città, Viterbo, che consiglio vivamente se amate il Medioevo. Se passate da Tuscania e siete dotati di sensibilità, non mancate di fermarvi! Alla prossima.