I SEGRETI DEGLI... ETRUSCHI



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Transcript:

Ente Regionale Parco di Veio I SEGRETI DEGLI ETRUSCHI Testi per la sezione bambini del cd rom interattivo sugli Etruschi e la città di Veio. Giugno 2003

I SEGRETI DEGLI... ETRUSCHI IL GIALLO DELLE ORIGINI IL TERRITORIO STORIA LA NASCITA DELLA CIVILTÀ ETRUSCA AFFONDANO LE NAVI... L INIZIO DEL DECLINO TAPPE SALIENTI DELLA STORIA ETRUSCA SOCIETÀ LA SOCIETÀ COM ERA STRUTTURATA? LA FAMIGLIA LA DONNA IL PROFONDO CULTO DEI MORTI Il regno dei morti Le tombe I riti funebri VITA QUOTIDIANA LA MODA, LA MUSICA, IL BANCHETTO E I GIOCHI OGGI LA VIOLENZA DÀ SPETTACOLO UN POPOLO DI INGEGNERI ARCHEOLOGIA IN CUCINA L olio degli Etruschi Ricette etrusche ECONOMIA VIE E COMMERCI: L OREFICERIA E LE CERAMICHE, IL VINO E GLI SCHIAVI Il porto e la navigazione L artigianato 1

LA GUERRA, L ESERCITO E LE ARMI LE NAVI E LA GUERRA SUL MARE BATTAGLIE TRA ETRUSCHI E GRECI D ITALIA LA NASCITA DELLE CITTÀ LE ABITAZIONI LINGUA LA LINGUA: UN ENIGMA SVELATO? CULTURA ASPETTO FISICO E PSICOLOGICO DEGLI ETRUSCHI SOPRAVVIVENZA OGGETTI SIMBOLO RELIGIONE L ETRURIA DISCIPLINA L ARCHITETTURA RELIGIOSA VIAGGIO NEI LUOGHI DELL ETRURIA MISTICA LA MAPPA DEGLI DÈI: TINA, APULU & C. L EREDITÀ DI VEIO... LA CINTA MURARIA IL TEMPIO DI PORTONACCIO Scheda di approfondimento: LE STATUE E GLI OGGETTI VOTIVI DEL TEMPIO DI PORTONACCIO L ACROPOLI DI PIAZZA D ARMI CAMPETTI LE NECROPOLI GLOSSARIO ETRUSCO 2

IL GIALLO DELLE ORIGINI La provenienza, la nascita del popolo etrusco è stato un argomento discusso, nell antichità come in tempi recenti. La difficoltà a stabilire l origine di questo popolo è dovuta al fatto che la lingua etrusca, decifrata solo di recente, presenta ancora tante incertezze. Alcuni studiosi li ritengono discendenti di un popolo locale e sopravvissuto all invasione indoeuropea; altri pensano che siano venuti dall Oriente attraverso il mare, oppure dalle Alpi; altri ancora credono che essi, pur essendo arrivati da Oriente, si sono uniti con le popolazioni locali incontrate in Italia. Autori antichi ci parlano di spostamenti di popoli o di navigatori, giunti in Italia centrale guidati da conduttori, spesso figli di re. Erodoto (V a.c.) sostiene una provenienza via mare da Oriente, dalle terre della Lidia in Asia minore (odierna Turchia). Gli Etruschi conservavano nella loro cultura resti di un mondo preistorico, superato; caratteristiche così primitive che risultavano estranee. Ecco perché si pensava ad un origine lontana. L equivoco è durato a lungo e non fece che confermare la convinzione di un mistero etrusco. È ormai tramontata la teoria secondo la quale un popolo, si sarebbe spostato nell Italia Centrale. La civiltà etrusca fiorì sul posto, in Italia, in questo processo hanno avuto un ruolo importante, i contatti e gli scambi commerciali e culturali con i viaggiatori provenienti dal Mare Egeo (Grecia) e con i coloni greci dell Italia meridionale, attratti dai metalli e dalle miniere dell isola d Elba e dei Monti della Tolfa. 3

IL TERRITORIO La penisola italiana a partire dal IX secolo a.c. è abitata da vari popoli, fra questi gli Etruschi. Gli Etruschi, chiamati così dai Romani, mentre i Greci li chiamavano Tirreni. La regione occupata dagli Etruschi comprende il territorio tra il Tevere, l Arno e la costa tirrenica delle attuali Toscana, Umbria, alto Lazio), a sud il territorio di Salerno, a nord la pianura padana. La nazione etrusca L Etruria interna, può essere suddivisa in due zone. La prima, a nord, con un paesaggio collinare ricco di acque, vegetazione e soprattutto di metalli. La seconda, a sud, altrettanto ricca, ma caratterizzata da montagne e circondati da laghi. I centri più importanti furono, da sud a nord: Veio, Caere (Cerveteri), Tarquinia, Vulci, Roselle, Vetulonia, Populonia, Volterra, Volsinii (Orvieto), Chiusi, Perugia, Cortona, Arezzo e Fiesole. Capua. Campania etrusca Questa regione costituiva un naturale punto di passaggio per i commerci che portavano in Sicilia e nel Mediterraneo orientale, e una base di partenza per le spedizioni militari. Molto importante era perciò il possesso di questa regione: chi lo esercitava era in grado di controllare il mar Tirreno. Le città più importanti sono Nocera, Pompei e Padania etrusca Nel VI secolo a.c., gli Etruschi passano gli Appennini verso nord ed arrivano nella pianura padana. Tra le città fondate, prima fra tutte Felsina (l attuale Bologna), Marzabotto, Monterenzio e Spina. La fertile pianura padana costituì un terreno adatto per l agricoltura e un punto di passaggio importante per raggiungere i mercati al di là delle Alpi. Questa ricca parte del regno etrusco ebbe però vita breve. Già dal IV secolo a.c. continui arrivi di popolazioni galliche, i Celti, che giungevano dal nord Europa alla ricerca di territori in cui vivere, scacciarono pian piano gli Etruschi dai loro territori e ne distrussero le città. 4

LA NASCITA DELLA CIVILTÀ ETRUSCA (dal IX secolo a.c. al V secolo a.c.) La civiltà etrusca dominò tutta l area dell Italia centrale prima dell arrivo dei Romani. La fase più antica è chiamata villanoviana (IX - VIII sec. a.c.). Questo termine deriva da Villanova, piccolo centro vicino Bologna, dove fu scoperto il primo gruppo di tombe che individuano i caratteri fondamentali della cultura che si sviluppò in quel periodo. Etruschi in età Villanoviana Senza incontrare un opposizione forte, tra il VII ed il VI secolo a.c., l influenza etrusca arrivò a coprire una vasta area dell Italia, dalla Pianura padana a nord, alla Campania a sud. In questo periodo ci troviamo nella fase chiamata orientalizzante (VII e VI sec. a.c.), cioè influenzata da elementi orientali. Lo scambio con l Oriente e la Grecia è intenso: oltre alle merci giungono artigiani, innovazioni tecnologiche e culturali (il tornio, la scrittura, la viticoltura e l olivicoltura). Nel corso del VI secolo a.c. e per la prima parte del V secolo a.c. la civiltà etrusca vive una fase di grande ricchezza, chiamata età arcaica. Ad essere coinvolte da questo momento positivo sono soprattutto le città della costa, le quali hanno i rapporti diretti con i mercanti e i viaggiatori stranieri, scambiando i prodotti con le città etrusche dell interno. Nel 600 a.c. era stato fondata Gravisca, il porto di Tarquinia e Pyrgi, uno dei porti di Caere (Cerveteri). Gli Etruschi erano molto forti soprattutto perché avevano le risorse fondamentali dell economia antica: vino, olio e miniere, in particolare di ferro. I mercanti etruschi arrivavano con i loro prodotti in ogni località del Mediterraneo, ed erano sempre in competizione con Greci e Fenici. I popoli con cui gli Etruschi si confrontarono furono i Cartaginesi, i tradizionali alleati ed i Greci delle colonie dell Italia meridionale, gli avversari più duri; mentre al nord i Celti non erano ancora in grado di opporsi. 5

Quanto hanno pesato gli Etruschi agli inizi di Roma? Quanto Roma doveva al popolo che un giorno avrebbe cancellato? Le risposte sono diverse. Per gli studiosi tedeschi Roma è stata fondata, costruita, governata dagli Etruschi. Gli studiosi italiani hanno un opinione diversa, affermano una sicura presenza etrusca a Roma, ma una Roma etrusca non è mai esistita. Roma è stata per un periodo governata dagli Etruschi e ha avuto una presenza ben più lunga di tecnici ed artisti etruschi. La discussione sulle origini di Roma porta alla mente il nome della più forte delle città etrusche: Tarquinia. È da qui che nel VI secolo a.c. sono venuti gli ultimi tre re di Roma. Tarquinio Prisco, un ricco personaggio, che fu eletto re alla morte di Anco Marzio. A lui si attribuiscono guerre vittoriose, l istituzione di giochi pubblici, il prosciugamento di zone paludose della città, la costruzione della Cloaca Massima (la fogna principale di Roma che esiste ancora oggi) e del Circo Massimo. Il suo successore anche lui etrusco, fu Servio Tullio, di nome vero Mastarna. Etrusco è pure l ultimo re di Roma, Tarquinio il Superbo, figlio di Tarquinio Prisco, che avrebbe ucciso Servio Tullio per prenderne il posto. Il suo regno ebbe carattere autoritario; ecco spiegato il suo soprannome. Cacciato da Roma nel 509 a.c., Tarquinio il Superbo tentò più volte di riprendersi il trono con la forza. Il tentativo più importante fu quello operato con l aiuto del re di Vulci, Porsenna. La leggenda ricorda la tenace resistenza dei Romani assediati dalle truppe dell invasore. Porsenna riuscì a piegare Roma, ma non a riportare al potere il re etrusco. Di lì a breve fu nuovamente costretto a battaglia, nei pressi di Aricia avvenne lo scontro decisivo: Porsenna, sconfitto, fu costretto a ritirarsi, Roma, si trovò libera e Tarquinio andò a finire i suoi giorni da Aristodemo, tiranno di Cuma. 6

AFFONDANO LE NAVI... L INIZIO DELLA DISCESA (dalla metà del V sec. a.c. al III sec. a.c.) Alla fine del VI secolo a.c. gli Etruschi alleati di Cartagine, controllano il mar Tirreno. Dalla metà del V secolo a.c. la situazione però cambia radicalmente. L effettiva decadenza degli Etruschi iniziò con le sconfitte nella lotta contro i Greci dell Italia meridionale, quando i Greci d Italia guidati dalla città di Siracusa, sconfissero gli Etruschi a Cuma, dopo la quale gli Etruschi persero il controllo del Mar Tirreno (474 a.c.). Anche sulla terraferma la situazione andava rapidamente rovinandosi, in meno di un secolo l Etruria campana fu conquistata da popolazioni locali (i Sabini e i Sanniti); mentre quella padana fu invasa da popolazioni provenienti dal nord Europa, i Celti, alla ricerca di territori fertili in cui vivere. Anche ai confini, Roma, un tempo dominata e governata da una famiglia etrusca, si era resa indipendente e stava passando all attacco. Dal IV secolo Roma inizia una serie di guerre contro le città etrusche: in meno di 100 anni cadono le principali città. Nel 396 a.c., dopo una guerra di 10 anni, Veio, la città etrusca più vicina a Roma, è conquistata. Una ribellione degli Etruschi si ebbe nel 295 a.c. quando essi, insieme ad alcuni popoli italici, affrontarono l esercito di Roma a Sentino nelle Marche: gli Etruschi trovarono però la sconfitta, che portò nuove sottomissioni ed addirittura la distruzione di alcune città etrusche. Una nuova ribellione si ha nel 285 a.c. quando gli Etruschi insieme ai Galli cercano di annientare una Roma sempre più potente, che ha la meglio: seguono nuove sottomissioni. Le città-stato non riuscirono a coordinare una resistenza, e furono così sconfitte una ad una; l ultima a cadere fu Volsini (Orvieto) nel 265 a.c. La potenza commerciale e militare degli Etruschi, si era così ridotta a città stato, isolate nei loro territori di origine nell Italia centrale. Con la perdita dell indipendenza si concludeva la storia di un antico popolo, che per secoli era stato il primo, per cultura e per ricchezza, nel mare Mediterraneo occidentale. 7

TAPPE IMPORTANTI DELLA STORIA ETRUSCA 950-720 a.c. Circa Età del Ferro: periodo villanoviano. Sviluppo dei primi villaggi etruschi: Veio, Caere (Cerveteri), Tarquinia, Vulci, Vetulonia, Populonia, Volterra, Volsinii (Orvieto), Chiusi, Felsina (Bologna). 720-600 a.c. Età orientalizzante. Formazione delle nobiltà guerriere. Le colonie greche esercitano forte influenza nello sviluppo delle nuove città Etrusche. 600-500 a.c. Circa - Età Arcaica. 616 a.c. - Tarquinio Prisco diventa il primo etrusco a comandare su Roma 550 a.c. - Fondazione di alcune città nella pianura Padana (Bologna, Modena, Parma) e espansione verso la Campania. 535 a.c. - Il controllo della Corsica segna il punto più elevato dell espansione Etrusca. 509 a.c. - La caduta della famiglia dei Tarquini a Roma segna l inizio del declino della civiltà etrusca. 474 a.c. Sconfitti da Siracusa nella battaglia navale di Cuma (Golfo di Napoli), gli Etruschi perdono il dominio del Mare Tirreno. 396 a.c. Roma distrugge Veio, dopo un assedio di dieci anni. 358 a.c. Roma inizia una serie di guerre contro le città etrusche, in meno di 100 anni cadono la maggior parte dei centri etruschi. 265 a.c. - Sconfitta di Velzna-Volsinii (Orvieto), ultima città etrusca ad arrendersi al potere romano. 90 a.c. - Dopo secoli di declino, gli Etruschi diventano cittadini romani a tutti gli effetti. 8

LA SOCIETÀ COM ERA? Agli inizi del periodo Villanoviano (Età del Ferro - IX secolo a.c.), non si notano segni di una divisione in ricchi e poveri all interno della società etrusca e si viveva in villaggi di 200/300 abitanti. Nell VIII secolo a.c., si affermano i primi ricchi, quando si scoprirono le materie prime: i minerali e il sale. Nasce la distinzione sociale tra ricchi e poveri, con i principi che, basavano il proprio potere sul controllo dei commerci con l Oriente e delle attività agricole e pastorali. Possiamo riconoscere i membri della classe dominante, poiché il loro nome personale andava sempre accompagnato al nome della stirpe (famiglia), cioè erano identificati con nome e cognome. La nobiltà abiterà in piccole città fortificate, che formavano tanti Stati indipendenti, chiamati città-stato. In un primo tempo queste città erano governate dai re, chiamati lucumoni, da qui il nome di lucumonie per le città-stato. I re avevano nelle loro mani, per un anno, i poteri politici, militari e religiosi. Erano assistiti da un consiglio degli anziani, scelti tra i capi delle famiglie nobili, e da un assemblea popolare. Simbolo dell autorità del re era un fascio di verghe in cui era inserita un ascia. Altri simboli del potere erano la corona d oro, lo scettro, il mantello rosso, il trono d avorio, che saranno gli stessi delle maggiori cariche romane. L espansione etrusca nella penisola si deve all unione di 12 o 18 città in leghe, che in tempo di guerra eleggevano un comandante unico. Molto diffuso era l uso della cosiddetta clientela, cioè alcuni membri liberi di famiglie non nobili o decadute, si mettevano sotto la protezione della nobiltà e venivano sfruttati, diventando contadini-servi. La nascita di una classe media, costituita da artigiani e mercanti, avviene nel VI secolo a.c., (età Arcaica) quando iniziano a capire le proprie capacità, operando per proprio conto e non più per i ricchi principi. Nel VI secolo a.c. i lucumoni (i re) vennero sostituiti dalle repubbliche, con pubbliche magistrature, Roma è un esempio di questo cambiamento. Oltre ai contadini sottomessi fanno parte della società etrusca anche i lautni, gli schiavi, catturati durante le numerose guerre o comprati come merce da paesi lontani. A volte si ritrovano i luoghi di sepoltura di questi esponenti della classe servile, bruciati e posti in recipienti di terracotta, sepolti nelle tombe dei padroni. Oggi possiamo riconoscerli, in quanto di loro si scriveva solo il nome e non il cognome come avveniva per i nobili. I servi ogni tanto si ribellarano per ottenere dei diritti, ribellioni che ebbero a volte violente conclusioni. Gli schiavi venivano utilizzati come forza lavoro, fornivano una mano d opera a basso costo, ma poteva anche essere molto specializzata, ad esempio nelle botteghe degli orafi. Le occupazioni più comuni nelle città erano i lavori domestici nelle case dei ricchi o dei nobili, oppure come lavoranti nelle botteghe artigiane; nelle campagne: l agricoltura o l estrazione dei metalli nelle miniere. In genere gli schiavi non erano maltrattati in quanto erano considerati preziosi e la morte di uno di essi era vista come una grave perdita economica. Gli orafi, le tessitrici, i musicisti, le danzatrici, i ginnasti, i minatori... erano tutti schiavi. 9

LA FAMIGLIA Sarcofago di terracotta della fine del VI sec.a.c. da Cerveteri La famiglia etrusca non è diversa da quella delle società greca e romana. Era cioè composta dalla coppia, padre e madre, spesso conviventi con i figli ed i nipoti e tale composizione è riflessa nella disposizione dei letti e delle eventuali camere della maggior parte delle tombe. Conosciamo alcuni gradi di parentela in lingua etrusca grazie alle iscrizioni, come papa (nonno), ati nacna (nonna), clan (figlio), sec (figlia), tusurhtir (sposi), puia (sposa), thuva (fratello) e papacs (nipote). LA DONNA La donna, a differenza del mondo romano e greco, godeva di una maggiore considerazione e libertà: se per i romani la donna doveva stare in casa a filare la lana e nelle età più antiche, il pater familias (il capofamiglia) aveva il diritto di morte qualora fosse stata sorpresa a bere del vino, per gli Etruschi poteva partecipare persino ai banchetti sdraiata sulla stessa kline (letto) del suo uomo, alle cerimonie sacre o assistere ai giochi sportivi ed agli spettacoli. Questo era scandaloso per i Romani che condannarono i comportamenti delle donne etrusche. La condizione della donna nella civiltà etrusca era veramente unica nel mondo mediterraneo. La donna poteva trasmettere il proprio cognome ai figli, soprattutto nelle classi più alte della società. Tra i nomi propri di donna più frequenti troviamo Ati, Culni, Fasti, Larthia, Ramtha, Tanaquilla, Veilia, Velia, Velka. Esempio Ramtha Apatrui Etruschi Prenome Nome (detto Gentilizio) Oggi Nome Cognome Non dobbiamo però generalizzare, in quanto la maggiore libertà era riservata solo nelle classi alte. Le donne delle classi più povere vivevano come le altre donne del Mediterraneo. La mortalità femminile, come quella dei bambini, era altissima: una donna su tre moriva sotto i 15 anni, morivano di parto, o di febbre. 10

IL PROFONDO CULTO DEI MORTI Il mistero degli Etruschi, dipende anche dal fatto che, fino agli anni Cinquanta, gli archeologi hanno condotto le ricerche soprattutto nelle necropoli (i cimiteri antichi). Si sono scavate le tombe perché, a differenza delle città, restituivano molti oggetti di valore, secondo l usanza etrusca di accumulare nelle tombe tutto ciò che era di maggior valore per il viaggio del defunto nell altro Mondo. Inoltre sopra la maggior parte delle città etrusche sono state costruite le città moderne. Si è fissata così l opinione che gli Etruschi hanno avuto un culto dei morti, molto più forte e misterioso che negli altri popoli del mondo antico. Certamente gli Etruschi avevano grande rispetto per i loro morti e desideravano rappresentare le tombe come le case per l eternità, ma gli Etruschi non erano solo questo. Ciò che caratterizza gli Etruschi, è la profonda religiosità, il rispetto per le cerimonie religiose e quindi per la divinità. Ossuario = contenitore dei resti del morto Grandi e bellissime sono gli antichi cimiteri etruschi, spesso visitabili in aree archeologiche immerse in una natura ancora uguale a quella di tanti anni fa. Il regno dei morti Nei tempi più antichi gli Etruschi credevano ad una sopravvivenza terrena del defunto, un po come noi crediamo nell inferno e nel paradiso. Da ciò nasceva l esigenza, come forma di rispetto e omaggio, di seppellire i propri morti e di depositare nella tomba oggetti del mondo dei vivi. La tomba era realizzata in modo da sembrare la casa del defunto, sia nella forma che negli arredi. Assieme al corpo venivano deposti anche vestiti, gioielli, armi, oggetti di uso quotidiano. Sulle pareti del sepolcro erano dipinte scene di banchetti, giochi atletici, danze. Dal V secolo a.c. anche la concezione del mondo dei morti risente dell influenza dei Greci. Venne così a configurarsi un al di là, posto in un mondo sotterraneo, abitato da divinità infernali e dagli spiriti di antichi eroi. Il passaggio tra i due mondi era visto come un viaggio che il defunto faceva accompagnato da spiriti infernali. I più importanti di questi spiriti erano la dea Vanth dalle grandi ali, che regge una torcia, il demone Charun, dal viso deforme, armato di un martello, il demone Tuchulcha, dal volto di avvoltoio e dalle orecchie di asino, armato di serpenti. Le sofferenze delle anime dei morti potevano essere alleviate dai parenti con riti, offerte e sacrifici. Le tombe Le tombe più antiche (IX secolo a.c.) sono a pozzetto e contengono un vaso biconico, usato come contenitore per le ceneri e gli oggetti di ornamento e d uso del defunto. Il vaso è coperto da una ciotola o da un elmo. Alla fine dell VIII secolo a.c. si passa dall usanza di bruciare i corpi dei morti, chiamata incinerazione, a quella di metterli nelle tombe, come 11

facciamo noi oggi, detta inumazione. Agli inizi del VII secolo a.c. compare la tomba a camera scavata nella roccia con corridoio d ingresso (dromos) dove spesso venivano poste offerte di cibo o oggetti.. Sono costruite sul modello dell abitazione allora in uso: una capanna a pianta circolare, costruita con grandi blocchi di pietra e coperti con una falsa cupola. Nelle tombe più complesse alla camera principale si aggiungono delle stanze aperte sul corridoio per sepolture secondarie, come quelle dei congiunti nelle tombe di famiglia. La tomba veniva così costruita come una casa con oggetti e arredi. A volte le pareti erano dipinte con scene della vita quotidiana o dei momenti più piacevoli del defunto. Verso la metà del VII sec. a.c. sorgono a Caere (Cerveteri) alcuni enormi tumuli, tombe scavate in terreno pianeggiante e ricoperte da terra e pietrisco. I tumuli assumono a volte dimensioni monumentali, possono raggiungere fino a trenta metri di diametro, e spesso contenevano varie tombe della stessa famiglia. Sono tombe a pianta circolare, con un alto tamburo in muratura e una falsa cupola, ottenuta sovrapponendo verso l interno filari di blocchi di pietra chiusi in alto da una lastra. Per tutto il V secolo a.c. si assiste ad un nuovo mutamento delle necropoli. La città dei morti ha ora le sue strade e talvolta persino delle piazze. Le tombe assumono sempre più una forma quadrangolare, sono uniformi, le facciate allineate sulle vie che si intersecano ad angolo retto. All interno delle tombe vi erano solo due ambienti, all esterno scalette laterali portavano in cima, dove esistevano altari per il culto. Tale cambiamento riflette quello che succede anche per le città. I riti funebri Tomba dei Rilievi, IV a.c. Cerveteri La morte di un personaggio di una famiglia nobile o ricca, era celebrata con la partecipazione al lutto di tutta la cittadinanza. Il giorno della sepoltura un lungo corteo partiva dall abitazione del defunto fino ad arrivare alla tomba della famiglia. Sacerdoti con i simboli del loro ufficio religioso, suonatori di flauto, parenti e conoscenti con offerte, accompagnavano il corpo trasportato su di un carro a quattro ruote. Dal corteo, che procedeva con lentezza, si alzava un misto di preghiere, tristi musiche, lamenti dei familiari. Arrivati alla tomba, precedentemente preparata per la cerimonia, si procedeva al rito di sepoltura del defunto. I ritrovamenti di testi religiosi riguardanti cerimonie funebri, ci permettono di farci un idea di quanta attenzione era data dagli Etruschi a questo rito. Ciò che possiamo dire con certezza è che la preghiera, la musica e la danza avevano grande importanza; e che, al momento più religioso, si affiancavano giochi, gare atletiche e combattimenti di gladiatori. 12

LA MODA, LA MUSICA, IL BANCHETTO E I GIOCHI La moda L abbigliamento degli Etruschi richiama quello dei Greci. Gli uomini nell età arcaica andavano a torso nudo, in seguito si diffuse l uso di una tunica corta o di un giubbetto, con un mantello colorato sopra le spalle. Questo mantello, più ampio e ricamato, divenne poi la veste nazionale degli Etruschi: la tèbenna. Le donne e gli anziani usavano una tunica lunga fino ai piedi, la tunica era solitamente di stoffa leggera pieghettata o decorata ai bordi; sopra si portava un manto colorato più pesante. Tra l abbigliamento femminile troviamo anche gonne, casacche, corpetti. Le calzature più comuni erano sandali, stivaletti alti e una caratteristica scarpa, di origine greco-orientale, con la parte davanti a punta e rivolta verso l alto. Il cappello più diffuso era una calotta di lana, ma ne esistevano di molte forme: a punta, a cappuccio, a falde larghe; spesso identificavano l appartenenza di coloro che li portavano ad una precisa classe sociale. A partire dal V secolo a.c. prevale l uso di andare a capo scoperto. Sempre dal V secolo a.c. gli uomini, che prima usavano portare la barba e capelli lunghi con trecce, incominciarono a radersi il volto e tenere i capelli corti. Le donne ricorrevano alle più svariate acconciature di capelli: lunghi, con la coda, annodati o intrecciati, in seguito lasciati cadere a boccoli sulle spalle, infine annodati a corona sul capo o raccolti in reticelle o cuffie. L abbigliamento era completato da gioielli, orecchini, collane, bracciali, fibule (spille), pettorali, nella cui produzione gli Etruschi erano maestri. Musica e danza Gli strumenti erano a percussione, a corda e a fiato, in particolare quello più utilizzato era il flauto, in diverse forme, anche se quello doppio (aulos) era considerato lo strumento nazionale etrusco. Gli Etruschi apprezzavano molto la musica ed accompagnavano con essa tutte le attività della giornata: il lavoro, il mangiare, le cerimonie civili e religiose. Anche sul campo di battaglia i movimenti delle truppe erano coordinati facendo ricorso al suono delle trombe (tibiae). La musica spesso accompagnava i movimenti ritmati di danzatori e danzatrici, il cui ballo non era solo uno spettacolo, ma poteva essere una cerimonia legata a riti o a celebrazioni funebri. La musica accompagnava anche gli spettacoli di più antica origine, che avevano carattere di mimo ed erano rappresentati da attori-danzatori mascherati. Danzatrice dalla tomba del Triclinio Il banchetto Il banchetto così spesso riprodotto negli affreschi delle tombe, aveva per gli Etruschi un doppio significato. Era cerimonia religiosa in quanto si pensava che fosse presente anche lo spirito del deceduto, inoltre, nella vita quotidiana, era un simbolo di ricchezza ed appartenenza ad una élite sociale. Infatti solo la classe nobile poteva permettersi di dare 13

ricchi ricevimenti, in cui gli invitati, uomini e donne di alto rango, si sdraiavano a coppie su letti conviviali, detti klinai, accuditi da numerosi servi, mentre musicisti e danzatori accompagnavano con suoni e danze lo svolgersi del banchetto. I tavoli erano coperti da tovaglie ricamate e apparecchiati con vasi; i cibi erano costituiti da ricche portate di carni, in particolare cacciagione, ortaggi e frutta. L usanza di banchettare distesi, era un abitudine che gli Etruschi presero dai Greci nel VI sec. a.c., mentre prima mangiavano seduti davanti a un tavolo come facciamo noi oggi. Questa abitudine passò anche ai Romani. Giochi Pur amando le grandi feste, gli Etruschi non disdegnavano neppure i giochi semplici come quello dei dadi, in osso, legno e del tutto identici a quelli moderni. Vi sono i dadi a trottola, non mancano neppure quelli truccati con pesi collocati all interno in modo da condizionare la caduta e quindi il punteggio. Il gioco più documentato è il kóttabos, nasce in Sicilia nel V secolo a.c., si diffuse poi in Grecia e in Etruria. Il gioco consisteva nel far cadere un piattino posto in equilibrio instabile sulla sommità di un asta metallica situata nel mezzo della sala, colpendolo con un getto di vino. Il convitato giocatore, dopo avere preso la coppa contenente il vino, doveva con un movimento rapido e calibrato, scagliare il liquido contro il bersaglio facendolo cadere. Il metodo originario siciliano prevedeva che i giocatori stessero in piedi, mentre la posizione sdraiata sul letto conviviale, venne adottata dai Greci. Gli Etruschi praticavano entrambe le posizioni di lancio. Chi colpiva il bersaglio, pronunciava il nome della persona di cui desiderava procurarsi i favori e, sentimenti a parte, spesso era messa in palio una delle ancelle del padrone di casa. 14

Biga dalla tomba della Collina (Chiusi, V a.c.) OGGI LA VIOLENZA DÀ SPETTACOLO La pratica del fisico è antica quanto l uomo. Il termine ludi, adoperato per indicare competizioni sportive è probabilmente di origine etrusca. L elemento sacro che in origine animava queste manifestazioni, perse pian piano importanza, fino ad essere sostituito dallo spettacolo. Non a caso furono preferiti su tutti i giochi più spettacolari e violenti, come le corse dei carri, bighe o trighe (a 2 o 3 cavalli) i combattimenti diretti, come il pugilato e la lotta libera. Verso la fine del VI secolo a.c. compaiono specialità greche, come il lancio del disco, il lancio del giavellotto, il salto in lungo, la lotta e la corsa. Non si deve tuttavia pensare che gli Etruschi abbiamo copiato di sana pianta gli usi greci. A testimonianza della predilezione degli Etruschi per gli sport più spettacolari, idearono gare acrobatiche con cavalli, una specie di cavallerizzi da circo, che saltavano da un cavallo all altro. Un folto pubblico assisteva anche ai combattimenti di gladiatori che avvenivano sempre all ultimo sangue, uomo contro uomo o uomo contro animale. Uno di questi violenti giochi gladiatori vedeva contrapposti in una lotta mortale, un uomo con la testa infilata in un sacco, armato di una mazza e un cane tenuto con un lungo guinzaglio da un uomo mascherato, chiamato Phersu. Le occasioni per celebrare i giochi erano le più diverse: ludi di carattere privato, legati alla vita dei nobili, in occasione dei banchetti (simposio) o celebrati in onore di un morto. Queste manifestazioni avevano inoltre il significato di testimoniare la ricchezza e il potere dei personaggi che ordinavano l organizzazione dei giochi (chiamati committenti). Si celebravano feste pubbliche cittadine con gare atletiche e di cavalli, l esibizione di prestigiatori, equilibristi ed acrobati, organizzate dalle singole città in onore delle divinità. Per avere un idea questi giochi possono essere paragonati alle attuali feste paesane. C erano anche le Olimpiadi d Etruria che si svolgevano a Volsini (Orvieto), sede della Lega dei 12 popoli (cioè le 12 città etrusche confederate), nel santuario del dio Voltumna, il Fanum Voltumnae. Sappiamo inoltre di feste e gare (agoni), in occasione di eventi negativi o di vittoria. Il compito di organizzare i giochi era affidato a magistrati-sacerdoti, identificabili con i personaggi che reggono il lituo (lungo bastone curvo all estremità superiore). In gara per... In origine i premi erano tripodi (una specie di sgabello di bronzo a tre piedi per oggetti d uso o di ornamento) e bracieri di bronzo, poi troviamo vasi di metallo o ceramica, anfore che contenevano olio o vino, o ricchi vestiti decorati. A differenza dei Greci che gareggiavano nudi, gli Etruschi si coprivano. I fantini indossavano un vestito corto, spesso vivamente colorato, un cappuccio a forma di cono (tutulus) ed avevano una frusta. Tipica etrusca è anche la tecnica per altro molto pericolosa, di legarsi nelle corse coi cavalli, le redini intorno alla vita, che trasmetteranno poi ai Romani. Chi erano gli atleti? 15

Gli sportivi etruschi erano veri e propri professionisti, di solito schiavi desiderosi di ottenere la libertà o quantomeno un miglioramento delle loro condizioni, erano legati al loro signore e combattevano per lui, per offrire uno spettacolo forte ed emozionante. Dagli scavi archeologici non sono venuti alla luce stadi, circhi o teatri etruschi. Presso quasi tutte le grandi città etrusche, comunque, possono essere identificate ampie zone pianeggianti, con tribune in legno per gli spettatori di riguardo o semplici cumuli di terra (terrapieni) per gli altri. UN POPOLO DI INGEGNERI Gli Etruschi riconoscevano nell acqua un fattore essenziale alla vita di ogni giorno e di ogni livello. L acqua arrivava alla città con sapienti reticolati di acquedotti, vi veniva poi conservata in cisterne e in pozzi. Opere d incanalamento, d irrigazione sono arrivate fino ai nostri giorni, come ad esempio la galleria del Ponte Sodo, scavata nel tufo probabilmente per fornire acqua alla città di Veio. Drenarono la vallata paludosa di Roma e vi costruirono la Cloaca Massima. Tra le scienze coltivarono la matematica applicata alla meccanica e all idraulica, l astronomia (conoscevano l anno solare di 365 giorni diviso in 12 mesi) e la fisica (inventarono i mulini a mano, gli speroni delle navi e vari strumenti agricoli). Con gli Etruschi scopriamo che la tecnica e la tecnologia non sono un esclusiva della nostra epoca. 16

ARCHEOLOGIA IN CUCINA...servi fanno a pezzi la carne con una piccola ascia, altri preparano focacce, cuociono i cibi nel forno, versano le bevande nelle brocche. I loro padroni sono seduti o sdraiati sulle klinai, i letti del banchetto, in compagnia delle proprie donne dalle ricche vesti, illuminati da alti candelieri di bronzo lucente, serviti da schiavi nudi ed allietati da suonatori di lira e tibicines (flauti doppi)... Cosa si mangiava nell antica Etruria? Carciofi, rape, cipolle, farro, porri, aglio, asparagi, cavoli, carote, fave, lenticchie, carne costituivano l essenza della cucina etrusca. Il miele, in particolare quello ricavato dal timo, era il principale condimento. Gli Etruschi conoscevano ed apprezzavano le tagliatelle: lo sappiamo dalle attrezzature ritrovate nelle tombe. Oltre alla frutta e verdura, nei tempi più antichi si mangiava di frequente le minestre di cereali (di farro), di legumi (di fave) e le zuppe di verdura. Le farine di cereali e legumi erano utilizzate per fare frittelle e focacce. La carne era bollita ed arrostita: nei corredi delle tombe troviamo gli spiedi e le pinze per maneggiare i tizzoni di brace. Si allevavano suini, ovini e bovini, ma venivano cacciati anche il cervo, il capriolo e la lepre. Si tendeva al consumo soprattutto di suini, mentre gli ovini erano destinati alla produzione di latte e lana, i bovini al lavoro nei campi. Condimento ideale per ogni cibo era l olio d oliva, di qualità ottima. Esempio di menù Etrusco Pane integrale con salsa di olive nere, pinoli e erbe aromatiche Bocconcini di cinghiale con salsa d alloro e bacche di bosco Pasticcetto di fichi secchi e formaggio fresco Vino mescolato con acqua, miele, spezie, semi e bacche Dall antica Etruria La nostra usanza di condire con l olio le verdure lessate, di arrostire sul fuoco, alla graticola o allo spiedo, la carne, la preferenza di alcune tradizioni locali, di cuocere in un determinato modo le frattaglie, preferendole ad alcuni pezzi di carne scelta, risale agli inizi della civiltà. Per gli Etruschi il sedersi o meglio lo sdraiarsi a tavola per mangiare, era come partecipare ad un rito sacro. Gli Etruschi come lo faranno poi i Romani, mangiavano sui letti (chiamati klinai). L etrusco ricco consumava due pasti al giorno, in un banchetto che si divideva in due parti. L uovo era il cibo obbligatorio dell inizio, seguivano le carni arrostite, gli uccelli, le oche, le galline, i fagiani, la porchetta ripiena di svariati animali, l erba aromatica, i pesci d acqua dolce, di mare ed i molluschi. La seconda parte era dedicata ai dolci, alla frutta di ogni genere e alle torte a base di formaggio, miele e uova; il tutto accompagnato con vino dolcificato con Servizio in bronzo per banchetto miele per suscitare allegria. 17

Fra le ricette etrusche, eccone alcune che potranno soddisfare anche il gusto dei nostri moderni palati. Salsa a base di aglio Pestare l aglio, aggiungere abbondante olio, poi sale e aceto. Lasciare riposare per qualche ora e quindi usare la salsa per accompagnare verdure lesse, pesci, carni oppure per crostini di pane. Arrosto di bue Cuocere il manzo con olio, sale e abbondante vino rosso. Si mangia freddo. Puls Era una polenta fatta con farina di fave, ma puls era anche una pappa di frumento rinvenuto nell acqua. Per i ricchi etruschi che conoscevano e si nutrivano di frumento, il puls era cibo ordinario della povera plebe. Souvetaurilia (una specie di spezzatino con carni diverse: maiale, vitello e manzo) si pone la carne al fuoco con olio di oliva ed un battuto di odori: cipolla, aglio, prezzemolo, timo e menta fresca. Si lascia rosolare. Preso il colore si aggiunge un bicchiere di vino rosso si fa evaporare a fuoco allegro. Si copre con brodo e si lascia cuocere lentamente, far insaporire il tutto e servire. Pesce persico Si lessa il pesce persico e si tolgono le lische e la pelle. Si battono dei tuorli d uova, vi si aggiunge il pesce, poco olio, del vino bianco, il sale, e delle chiare montate a neve. Si cuoce in uno stampo a fuoco moderato, si sforma e si serve. Polpo Il pesce pescato più frequentemente era il polpo e questo mollusco è stato sempre una buona risorsa alimentare e gli Etruschi ne hanno approfittato a lungo. Dopo averlo sbattuto su di una roccia affinché si ammorbidisca e privato dei suoi occhi, il polpo veniva lessato in acqua e condito con solo olio. L olio degli Etruschi Albero sacro per i Greci, che attribuirono la sua nascita alla dea Atena, molto probabilmente l olivo proveniva dal Medio Oriente. La pianta, e la coltivazione dei suoi frutti, si affermò comunque in tutta l area mediterranea. Il nome stesso scelto dagli Etruschi per l olio, eleiva è di origine greca. L olivicoltura è un attività molto praticata in Etruria. Gli Etruschi diventarono così bravi che il loro olio, molto rinomato insieme al vino, era conosciuto in tutto il Mediterraneo. Gli Etruschi facevano grande consumo anche delle olive, mentre l olio veniva impiegato anche per la preparazione di unguenti molto apprezzati nella cosmesi, sia dalle signore che dagli atleti dell epoca, che li usavano per il beneficio dei muscoli. Molto raro invece era l uso dell olio per l illuminazione. 18

ECONOMIA Nel corso della loro lunga storia gli Etruschi raggiunsero un elevato livello di ricchezza. Le città e le campagne erano animate da ogni attività: commercio, agricoltura, attività manifatturiera e mineraria, grandi opere civili e militari. I mercanti etruschi situati in una zona strategica per i traffici commerciali tra Oriente ed Occidente, seppero sfruttare al meglio questa posizione di favore. Essi non erano meno conosciuti dei Greci o Fenici. Anche le vie commerciali di terra che portavano verso il nord Europa erano percorse dagli Etruschi. L agricoltura degli Etruschi era avanzata, in particolare erano esperti nel drenaggio e nella bonifica dei terreni paludosi, bonificarono la palude, che in seguito divenne il centro di Roma. Le principali colture erano quelle del farro, del grano, del miglio, dell avena e del lino, per non dimenticare la vite e gli alberi da frutta. Anche l allevamento era fiorente: greggi di pecore, mandrie di buoi e di cavalli erano al pascolo nelle campagne. La fauna dell entroterra, lepri, cinghiali, uccelli, cervi, caprioli, forniva abbondante cacciagione e ancora in età romana, la costiera etrusca era famosa per la pescosità delle sue acque. Nelle botteghe artigiane si fabbricavano vasi di terracotta di ogni forma, ispirati allo stile greco, recipienti ed oggetti in bronzo, gioielli in oro e in altri metalli preziosi. I prodotti venivano acquistati sul posto o prendevano la via per terre lontane. Le foreste garantivano il legno necessario ad armare le flotte, e servivano per l industria dei metalli come combustibile. La regione dei Monti della Tolfa e l Isola d Elba, ricche di metalli, costituirono una risorsa economica di grande valore per gli Etruschi, sia per il commercio, che per le spedizioni militari. Per secoli nelle miniere controllate dagli Etruschi si estrassero rame, ferro, piombo, stagno, con cui si realizzavano sia armi, che oggetti d uso civile. È stata la ricchezza dei minerali che gli Etruschi possedevano a renderli una grande potenza e ad attirare i commercianti stranieri sulle coste italiane. 4. Le due immagini sembrano uguali, ma se aguzzi la vista scoprirai che ci sono sette differenze. Trovale! 19