II Capitolo: Protezione Assoluta 50 Puntata

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II Capitolo: Protezione Assoluta 50 Puntata Quando Josei Toda ascoltava le esperienze dei membri che raccontavano di aver superato una grave malattia o i loro problemi finanziari, si congratulava con loro per i benefici ottenuti e poi spesso osservava con un pizzico di umorismo: «I cambiamenti cui accennavi non arrivano neanche ad avvicinarsi al beneficio che si può ottenere attraverso la fede. Ora, se il beneficio che io ho avuto fosse, per ipotesi, grande quanto tutto questo auditorium, allora il tuo sarebbe uguale a quello del mio dito mignolo!». Toda non stava tanto bene di salute, né tantomeno era dotato di particolari capacità o possedeva considerevoli ricchezze. Quello che stava cercando di dire ai membri era che il vero beneficio della pratica non consisteva tanto nella felicità relativa, quanto piuttosto nel costruire uno stato di felicità assoluta nella propria vita. Il tono di Shin ichi, nella spiegazione de Il vero aspetto di tutti i fenomeni, diventò incalzante: «Le nostre attività quotidiane, cioè recitare e propagare la Legge, sono il percorso per conseguire la Buddità e stabilizzare una condizione di felicità assoluta che durerà per tutte e tre le esistenze di passato, presente e futuro. Spero che tutti voi siate fermamente convinti che questo sia il modo più nobile per vivere la vita: siatene orgogliosi!». La lezione di Shin ichi fu accolta con grande entusiasmo da parte dei lettori del Seikyo Shimbun e molti di loro mandarono lettere di apprezzamento. Un lettore scrisse: «Leggendo i numeri del Seikyo Shimbun che riportano la sua spiegazione, ho come sentito i miei occhi aprirsi e ho potuto approfondire la mia comprensione dell essenza del Buddismo». Mentre un altro commentò: «Ho provato una grande gioia quando mi sono reso conto che mi stavo impegnando nella fede come un vero membro della Soka Gakkai». La lezione su Il vero aspetto di tutti i fenomeni non era l unica che Shin ichi avrebbe tenuto nell Anno dello studio (1977). Anche quella sul Hyaku Rokka Sho (Le centosei comparazioni) cominciò a essere pubblicata a puntate sul numero di gennaio del Daibyakurenge, il mensile della Soka Gakkai che si occupa dello studio. Quell anno, furono pubblicate sul Seikyo Shimbun anche la sua spiegazione in sei puntate su L eredità della Legge fondamentale della vita così come quelle su Ripagare i debiti di gratitudine, Sul modo adeguato di predicare la dottrina, La scelta del tempo e L apertura degli occhi. Giorno dopo giorno, senza mai perdere un istante, Shin ichi leggeva il Gosho e rifletteva a lungo sulle parole del Daishonin. Alle varie riunioni a cui partecipava, incoraggiava i membri citando anche frasi degli scritti del Daishonin. Non può accadere niente di positivo se si impartiscono ordini senza poi agire in prima persona e attingendo alla sua fede Shin ichi si sforzò di sollevare un ondata di entusiasmo per lo studio della filosofia buddista. II Capitolo: Protezione Assoluta

51 Puntata Il 15 gennaio, circa quattromilacinquecento professori del Dipartimento di studio della Soka Gakkai arrivarono da tutto il paese per prendere parte a una riunione presso l Auditorium della Soka Gakkai al Toda Kansai di Toyonaka, a Osaka. Dalla sera del 12 gennaio, un ondata di maltempo colpì il Giappone, portando forti nevicate e causando problemi alle ferrovie, black-out elettrici e provocando il caos. Ma mattina del 15 gennaio su Osaka splendeva un bel sole. I partecipanti, sapendo che questo meeting del Dipartimento di studio era un evento cardine nell anno proprio dedicato allo studio, non permisero che le difficoltà che si erano create nei trasporti impedissero loro di riunirsi con allegria. Shin ichi aveva determinato che quella riunione avrebbe segnato l inizio di una nuova fase di studio della Soka Gakkai; per questo motivo si dedicò anima e corpo a preparare l intervento. Questa nuova fase si proponeva di mettere i princìpi del Buddismo a disposizione della società e di tutte le persone, creando così una nuova filosofia che avrebbe costruito il futuro. Per fare questo, Shin ichi pensò di dover cominciare a reinterpretare ogni singolo elemento degli insegnamenti buddisti, a partire dalle basi. Voleva spiegarne il significato da una prospettiva che considerasse la religione come qualcosa di positivo per la gente. L auditorium straboccava di partecipanti entusiasti, determinati a dare inizio a un movimento filosofico innovativo. Shin ichi fu l ultimo a parlare. Erano tutti in attesa di sentire cosa avrebbe detto. Dopo avere ringraziato i presenti, andò subito al nocciolo della questione: «Fin dalle sue origini, il Buddismo è stato una religione rivoluzionaria. Shakyamuni fondò il Buddismo in risposta all autoritarismo del Brahmanesimo, che ormai aveva perso di vista le sofferenze delle persone comuni. È risaputo che egli tentò di riavvicinare la religione ai bisogni della gente. Fu una trasformazione molto importante che partiva da una situazione di sfruttamento delle persone operato dal clero, per riportare la religione al suo vero motivo di esistere, cioè per il bene della gente: questo fu il punto di partenza del Buddismo. Non è esagerato affermare che nella sua essenza esso rappresentò una trasformazione per rivitalizzare la gente comune». Shin ichi parlava chiaramente, in modo che tutti percepissero il suo cuore e la sua convinzione. Quando la religione si ammanta di un velo di formalismo e autorità, il suo intento originario viene a spegnersi e scompare. II Capitolo: Protezione Assoluta 52 Puntata Sebbene il Buddismo fosse nato per rivitalizzare la gente, alla fine si sclerotizzò nelle regole dottrinali e venne monopolizzato da un élite di preti. Circa cento anni dopo la morte di Shakyamuni, sorse un movimento per riformare il clero buddista, provocando una spaccatura tra i seguaci della

scuola Theravada, o scuola degli Anziani, che propendeva maggiormente per gli ecclesiastici, e la scuola Mahasamghika, che si occupava invece dei laici. A questo seguì una rivoluzione religiosa vera e propria, dal momento che si ricercava lo spirito originario degli insegnamenti di Shakyamuni, vale a dire la diffusione del Buddismo Mahayana. A differenza del Buddismo del clero, che metteva particolarmente in risalto la salvezza personale ed era diventato una religione legata alle formalità più che alle sofferenze delle persone comuni, il Buddismo mahayana era una scuola di Buddismo che sosteneva che tutti potevano conseguire l Illuminazione. Questo nuovo movimento buddista si propagò prima dall India alla Cina e poi dalla Cina al Giappone. Disse Shin ichi: «Una delle ragioni principali per cui il Buddismo, nato come una forza religiosa innovativa e dinamica per la gente comune, è poi arrivato nel corso del tempo a ristagnare e fossilizzarsi, è perché era diventa una religione del clero e quindi aveva perso sua la capacità di guidare le persone. Il Buddismo nasce come una religione del popolo e i suoi insegnanti erano punti di riferimento per la gente». Spiegando i motivi per cui il Buddismo di Shakyamuni arrivò al declino, Shin ichi voleva lanciare un monito: era stato molto importante non commettere lo stesso errore nel Buddismo di Nichiren. L esistenza di un maestro della Legge, che guidasse il popolo, è la chiave per comprendere le origini o la caduta del Buddismo. Citando il commento di Nichikan Shonin de La scelta del tempo, Shin ichi parlò del significato dei maestri della legge: «I grandi maestri della Legge sono coloro che portano avanti il movimento di kosen rufu, predicando la Legge e creando così ondate di propagazione a beneficio proprio e delle persone in generale, senza mancare di considerare le peculiarità dell epoca. Per fare questo, hanno bisogno di cogliere a tutto tondo le caratteristiche del periodo, lottando a fianco della popolazione e a volte schierandosi dalla sua parte per proteggerla». II Capitolo: Protezione Assoluta 53 Puntata Shin ichi Yamamoto affermò che lo stesso Nichiren Daishonin era un esempio di maestro della Legge. Poi passò a definire un prete, un maestro della Legge, citando alcuni brani dei suoi scritti: «Anche chi ha avuto la rara fortuna di nascere essere umano o ha perfino abbracciato la vita religiosa, se non studia il Buddismo e non refuta chi lo offende, ma spende vanamente le sue giornate nell ozio e nelle chiacchiere, non è migliore di un animale che indossa l abito del monaco» (Le quattordici offese, RSND, 1, 674) E ancora: «I devoti del Sutra del Loto, che lo abbracciano al punto di essere odiati, sono i veri preti del Mahayana. Sono i maestri della Legge che propagano il sutra e portano beneficio alla gente» (Come coloro che inizialmente aspirano alla via, RSND, 1, 788) I preti che praticano il Sutra del Loto nell Ultimo giorno della Legge sono odiati dalla gente e subiscono persecuzioni, che devono combattere con coraggio fino in fondo. Hanno la missione di dedicarsi alla diffusione del Buddismo e operano per aprire la strada dell Illuminazione a tutti gli esseri

viventi. Quando parla di credenti laici, il Daishonin scrive: «Per te che sei un laico, la cosa più importante è recitare unicamente Nam-myoho-renge-kyo e sostenere i preti. Devi inoltre insegnare agli altri secondo le tue capacità, come dice il sutra» (Le quattordici offese, RSND, 1, 674) Storicamente, il ruolo del clero è sempre stato quello di condividere il Buddismo con gli altri, lottando contro i tre nemici potenti e impegnandosi per kosen-rufu. Il ruolo dei credenti laici, al contrario, è quello di recitare Daimoku, fare offerte e parlare di Buddismo alle persone al meglio delle loro capacità. Ai laici è affidato anche il compito di sostenere i preti. Dopo aver letto questi passaggi, Shin ichi spiegò: «Alla luce delle definizioni date sul clero e i laici, si può dire che oggi la Soka Gakkai sta svolgendo le funzioni di entrambi. Sono sicuro che non c è altra organizzazione buddista che porti avanti l intento del Budda con così tanta fede e armonia in qualunque altra parte del mondo». Oggi chi realizza kosen-rufu? Chi è stato bersaglio di persecuzioni? Solo la Soka Gakkai. Quindi, potremmo dire che lo spirito e la pratica della Soka Gakkai è di adempiere a entrambi i ruoli: quello del clero e quello di maestro della legge. II Capitolo: Protezione Assoluta 54 Puntata Shin ichi parlò poi del significato dei religiosi all interno del Buddismo: «Nel Buddismo, la parola originale per monaco, sacerdote, o clero è shramana, oppure shukke in giapponese. Letteralmente significa colui che ha rinunciato alla vita secolare, vale a dire chi si è lasciato alle spalle il desiderio di ricchezza o successo, non si è fatto distrarre dagli ostacoli e le tentazioni ed è rimasto saldo nel proprio percorso verso l Illuminazione. Per tradizione, i monaci e le monache si rasavano la testa quando entravano nell ordine buddista, come per manifestare la volontà di non tornare a casa fino a quando non avessero raggiunto l obiettivo ultimo della pratica. Secondo il Sutra Mahayana Manjushri-vikridita, un bodhisattva è un essere che agisce per la salvezza del genere umano. Egli non diventa un monaco nel momento i cui si rade il capo. Cos è che fa di lui un monaco? È rinunciare al mondo secolare per dedicarsi con tutto il cuore ad alleviare le sofferenze degli esseri viventi. Inoltre dice che non si diventa un monaco indossando semplicemente l abito religioso ma impegnandosi a sradicare i tre veleni di Collera, Avidità e Stupidità che contaminano la mente degli esseri viventi. In altre parole, il vero percorso di un monaco si trova nella pratica buddista. Non è tanto una questione di cerimonie o formalità, si tratta piuttosto di immergersi tra la gente facendo proprie le loro sofferenze. Per potersi definire un vero praticante buddista bisogna vedere quello che si è fatto e che si è intenzionati a fare per gli altri». Dopo aver detto questo, Shin ichi si rivolse ai presenti: «Anche se noi, membri della Soka Gakkai, siamo praticanti laici, con lo spirito di missione pari a coloro che prendono gli ordini religiosi, desideriamo dedicare la nostra vita per la propagazione del Buddismo».

Nella stanza rimbombarono applausi di stima e apprezzamento. Nel Buddismo si ritorna al punto di partenza spogliandosi dalle formalità e dal potere per rivelarne chiaramente i princìpi fondamentali. I partecipanti stavano ascoltando le parole di Shin ichi come se si stessero riscaldando sotto i raggi del sole. II Capitolo: Protezione Assoluta 55 Puntata Shin ichi si soffermò a parlare dei monasteri e templi spiegando il significato delle loro origini e il ruolo dei monaci. Per Shakyamuni, il modo di propagare la Legge era quello di viaggiare a piedi attraverso l India predicando il Buddismo alle persone che incontrava lungo il tragitto. In India esiste la stagione delle piogge e per circa tre mesi l anno è molto difficoltoso viaggiare. Durante quel periodo, i seguaci di Shakyamuni si riunivano in posti prestabiliti e approfondivano la pratica. Esistono molti esempi di questi luoghi di riunione come il monastero Jetavana a Sravasti e il monastero Bamboo Grove a Rajagriha. In questi casi la parola inglese per monastero è in realtà una traduzione della parola sanscrita vihara (in giapponese, shoja), o luogo dove si pratica che poi è quello che erano in realtà: posti dove i monaci potevano dedicarsi a migliorare se stessi attraverso varie pratiche buddiste durante la stagione delle piogge. Questa è l origine dei monasteri buddisti e, successivamente, dei templi. Quando finiva la stagione delle piogge, i monaci, dopo avere approfondito la propria fede, lasciavano i monasteri per andare nuovamente tra la gente. In altre parole, i vihara non erano come molti dei templi di oggi dove il clero vi ha dimora e partecipa ai rituali religiosi. Erano piuttosto centri dove ci si esercitava nella pratica religiosa. Il monastero di Nalanda in India si trasformò col tempo in un centro di studi buddisti e funzionava un po come una università. Diventò un luogo mèta anche di praticanti provenienti da regioni lontane, che dimoravano lì mentre studiavano le dottrine buddiste e i metodi di propagazione. Dopo un certo periodo facevano ritorno da dove erano venuti. Questo ricorda molto i seminari di studio e i corsi che teniamo nella Soka Gakkai. Anche la parola giapponese garan vuol dire tempio o monastero e deriva dalla parola sanscrita samgha-arama, un luogo dove si riunivano le persone per la pratica buddista. I templi sono anche chiamati dojo, letteralmente, i luoghi della via, perché erano i posti dove ci si radunava per praticare insieme la via per raggiungere l Illuminazione. Dopo aver spiegato l origine di templi e monasteri nel Buddismo, Shin ichi affermò con grande convinzione: «Le sedi, i Centri culturali della Soka Gakkai così come i training center, sono gli spazi dove i membri si dedicano alla realizzazione di kosen rufu, a propagare e studiare gli insegnamenti di Nichiren Daishonin. Sono anche luoghi dove i membri si rinvigoriscono per poi tuffarsi nuovamente nella società e rivitalizzare il proprio ambiente. In altre parole, se si comprende il vero significato dei monasteri e templi buddisti, vediamo che gli edifici della Soka Gakkai assolvono alla stessa funzione, una sorta di templi e monasteri contemporanei».

II Capitolo: Protezione Assoluta 56 Puntata In chiusura, Shin ichi analizzò l espressione «mentre passa nel mondo» tratta da un verso del ventunesimo capitolo del Sutra del Loto, Poteri sovrannaturali: Come la luce del sole e della luna può fugare oscurità e tenebre, così questa persona, mentre passa nel mondo, può liberare gli esseri viventi dall oscurità (La Saggezza del Sutra del Loto, 4, 19) «Il mondo qui si riferiscealla società, e vuol dire chese nonlottiamo nelle situazioni spiacevoli in cui ci si imbatte normalmente nella realtà, è impossibilescacciare l oscuritàdella sofferenzacheaffliggegli esseri viventi». Poi Shin ichi rimarcò: «Nichiren Daishonin svolse fino in fondo l attività di propagazione a Kamakura, dove al tempo si trovava la sede del governo; fu di fatto l incarnazione del verso: «Così questa persona, mentre passa nel mondo». Finché il Buddismo non si diffonderà nella società, proprio nel bel mezzo della realtà, si correrà il rischio che la nostra pratica si discosti dallo spirito originale e dal senso di missione del Daishonin. Mi viene in mente quello che disse il mio maestro, Josei Toda, ai membri all inizio del 1953: Sono fermamente convinto che i benefici si riverseranno a pioggia su di voi, nel momento in cui prenderete in mano la spada della propagazione e tirerete fuori il coraggio del re leone. Illuminati dalla luce dei benefici dal tempo senza inizio, con la spada di compassione ben salda tra le mani, come re leoni apriamo quest anno la strada gloriosa di Soka». Seguirono applausi di approvazione dei presenti. Shin ichi voleva assicurarsi che i membri si rendessero conto che il Buddismo non esiste al di fuori dalla società. La pratica del Buddismo nell Ultimo giorno della Legge e la via del bodhisattva si trovano lottando faticosamente tra le sfide del mondo reale e, nonostante si possano incontrare critiche e insulti è importante perseverare nel dialogo, mentre dimostriamo la prova concreta e propaghiamo la Legge. Una religione che dimentica le sue origini e lo spirito dei suoi albori diventa una mera formalità, rischia di fossilizzarsi e di essere burocratica e autoritaria. Si comincia col guardare la gente dall alto in basso e ad autoincensarsi piuttosto che pensare ad aiutare le persone. Questa è la corruzione della religione e la morte dello spirito umano. Non possiamo permettere che questo accada al Buddismo Nichiren. «Torniamo al cuore originario del Daishonin!». Innalzando la bandiera dello studio a salvaguardia dello spirito del Buddismo, Shin ichi stava aprendo la strada a una nuova era. (Qui si conclude il capitolo 2, Protezione assoluta, del 24 volume della Nuova Rivoluzione Umana)

II Capitolo: La lotta condivisa 12 Puntata Mitsumoto Yamauchi rispose alla guida di Shin ichi Yamamoto con un tono di voce dal quale traspariva tutta la sua determinazione:«sì! Continuerò a combattere per tutta la vita».shin ichi annuì con un sorriso. Mitsumoto era un uomo piccolo di statura, ma animato da uno spirito appassionato, e si era sempre adoperato per la felicità dei compagni di fede di Shimonoseki.Nato nella famiglia di un sacerdote scintoista nella regione del Sanin, era cresciuto aiutando la sua famiglia, fin da piccolo, a costruire talismani scintoisti. Trovava molto strano che gli adulti rispettassero con reverenza i talismani da lui confezionati senza grande entusiasmo e a volte di malavoglia, come se fossero oggetti dotati di poteri miracolosi. Gli sembravano curiose quelle persone, persino ridicole.dopo essersi diplomato alla scuola commerciale di Osaka, Mitsumoto cambiò molti lavori e alla fine aprì una trattoria. Si buttò anima e corpo nel lavoro e in seguito aprì altri ristoranti ma, quando ormai sembrava che la gestione dei locali fosse sulla buona strada, perse molti soldi in titoli investiti in Borsa. Come se non bastasse, uno dei suoi dipendenti lo derubò di un ingente quantità di denaro e fu costretto a dichiarare bancarotta. Durante la Seconda guerra mondiale fu richiamato in servizio di leva e fu inviato in Manciuria, una colonia giapponese del Manchukuo (attualmente una zona nel nord-est della Cina). Qui si trovò ad affrontare delle situazioni estreme, di profondo disagio e sofferenza, e riuscì a stento a sopravvivere.avendo sperimentato l estrema crudeltà e la barbarie della guerra, finì per diventare ateo: era convinto che non esistessero né Dio né Budda. Il conflitto mondiale terminò quando aveva trentasette anni. Ritornò a Shimonoseki, dove trovò lavoro come impiegato all ufficio postale: stava provando a ricostruirsi una vita. Era già sposato e aveva quattro figli, ma il salario era troppo basso ed era un problema sfamare tutta la famiglia.mitsumoto allora si buttò a fare attività nel sindacato dei lavoratori perché voleva eliminare dal mondo la disuguaglianza e il divario incolmabile tra ricchi e poveri. Presto fu conosciuto nel movimento sindacale come un uomo coraggioso che combatteva in prima linea senza risparmiarsi. Tuttavia, resosi conto dell ambizione e della sete di potere dilagante ai vertici del sindacato, così come della lotta per il potere tra i suoi dirigenti, l impegno e la passione che lo avevano portato a darsi totalmente al movimento si affievolirono poco alla volta. Inoltre, sua moglie Teruko era affetta da gravi problemi digestivi e cardiaci e la sua delusione verso la vita diventava sempre più forte, fino a portarlo a concepire una visione pessimistica dell esistenza.aveva cominciato a bere, e più beveva più la sua vita faceva acqua da tutte le parti.«che cosa mi sta succedendo?» si chiedeva. «Mi impegno al massimo, ma appena mi sembra di vedere un piccolo miglioramento, precipito giù fino a toccare il fondo della sofferenza. Non potrò mai essere libero dalla povertà, né tanto meno dalla malattia di mia moglie. È come se fossi incatenato a qualcosa d invisibile». Vai alla puntata 11 Vai alla puntata 13

II Capitolo: La lotta condivisa 11 Puntata A quell incontro informale c era anche Mitsumoto Yamauchi, con il volto sorridente. Era un signore ormai maturo, che conservava tutta la sua dolcezza e umanità. Era stato il primo responsabile del capitolo Shimonoseki e in seguito anche il responsabile generale dello stesso capitolo. Shin ichi Yamamoto si rivolse a lui: «Signor Yamauchi, mi fa veramente piacere vederla così bene! Ero un po preoccupato e ora sono davvero felice di incontrarla a questa riunione». Circa due anni prima il signor Yamauchi era stato colpito improvvisamente da un infarto. Quella sera in ospedale gli fu comunicato che le sue condizioni erano molto gravi. «Ma io non posso morire ora. Ho ancora la mia missione da realizzare!», pensò l uomo. Quella notte recitò Daimoku con tutto se stesso, silenziosamente, dentro di sé. Molti compagni di fede, a cominciare da Shin ichi, gli mandarono Daimoku. Sostenuto dalle preghiere dei suoi amici, Yamauchi riuscì a superare quella fase così critica, durante la quale rischiò la vita.«quanti anni ha ora?», chiese Shin ichi.«quest anno ne compio settanta».«e ancora giovane. Dato che ha superato la malattia, consideri il tempo che le rimane da vivere come un dono del Gohonzon. La prego di utilizzare la vita per ripagare il suo debito di gratitudine, dedicandola fino in fondo alla felicità delle altre persone. In questo modo riuscirà a costruire uno stato vitale altissimo. A dire il vero, a settant anni ciò che conta è se si riesce ad abbracciare la vita con questo tipo di prospettiva. C è chi pensa ad esempio: Mi sono dato tanto da fare finora e ora voglio riposarmi e fare le cose che mi piacciono; lascio tutto nelle mani dei giovani. Ma ci sono anche persone che rinnovano la loro determinazione affermando: Ora è giunto il momento di iniziare la battaglia per completare la mia rivoluzione umana. Proprio questo momento decide la vittoria o la sconfitta, da ora in poi!. Come discepoli di Nichiren Daishonin, in che modo dobbiamo vivere? Come ci esorta il Daishonin: Sviluppa sempre più la tua fede fino all ultimo momento della tua vita, altrimenti avrai dei rimpianti. (Lettera a Niiike, RSND 1, 911) Dobbiamo lottare facendo ardere ancora di più la passione della fede, con la determinazione che ora comincia la fase decisiva. Il fondatore del nostro movimento Soka, Tsunesaburo Makiguchi, guidava in prima linea tutte le attività della Soka Kyoiku Gakkai quando aveva settant anni. Viaggiava per tutto il paese, in particolare per incoraggiare i membri durante le riunioni di discussione, e il martedì e il venerdì dava guide personali dal primo pomeriggio fino alle nove e mezza o alle dieci di sera. Ora che la durata media della vita si è allungata, i settantenni di oggi sono persone piene di vigore, nel fiore degli anni». Vai alla puntata 10 Vai alla puntata 12

II Capitolo: La lotta condivisa 10 Puntata I Centri culturali vengono realizzati grazie alle offerte sincere dei compagni di fede, e proprio per questo motivo devono essere utilizzati con la massima cura e attenzione. Shin ichi Yamamoto desiderava che tutti i responsabili sviluppassero pienamente questo tipo di atteggiamento. A metà pomeriggio Shin ichi partecipò alla riunione dei rappresentanti per celebrare Il giorno della prefettura di Yamaguchi e subito dopo prese parte all incontro informale con i responsabili del territorio Chugoku e della prefettura di Yamaguchi. A questa riunione erano presenti coloro che, grazie all incoraggiamento di Shin ichi, si erano impegnati tantissimo, insieme agli altri compagni di fede, durante la prima campagna di propagazione di Yamaguchi, e altri ancora che erano entrati a far parte della Soka Gakkai quando in quegli stessi anni gli fu parlato del Buddismo del Daishonin. «Per favore, mettetevi tutti a vostro agio! Sono molto felice di incontrare i vecchi amici, vecchi compagni di fede, che insieme a me si sono impegnati con tutte le forze nella lotta per realizzare kosen-rufu!». C era un signore sui sessant anni che aveva un sorriso stampato sul volto e guardava Shin ichi con gli occhi scintillanti. Era Ichizo Masuda che, durante la fase iniziale di quella campagna di Yamaguchi, soffriva di reumatismi in forma molto grave, perciò non faceva altro che chiedere a Shin ichi: «Ma con la fede posso veramente superare questa malattia?». E tutte le volte che gli capitava qualche guaio nutriva dei dubbi sulla fede. Un giorno ad esempio gli fu svaligiata la casa, e attraversò tutta Tokyo per andare da Shin ichi e lamentarsi dell accaduto, manifestando tutta la sua frustrazione. E ogni volta, immancabilmente, Shin ichi continuava sempre a dargli dei consigli trasmettendogli il suo cuore. A volte lo accoglieva e lo incoraggiava con grande calore facendogli capire la realtà dei fatti, mentre altre volte correggeva con severità il suo atteggiamento nella fede. Inoltre, quando Ichizo si riammalò di reumatismi, Shin ichi recitò Daimoku con tutto se stesso e gli scrisse una lettera d incoraggiamento. Nel corso degli anni Shin ichi gli aveva ripetuto più volte: «La cosa importante è continuare a praticare, fino in fondo, per qualunque cosa, senza dubitare». E ora finalmente, vedeva alla riunione Ichizo Masuda che sprizzava gioia da tutti i pori. «Signor Masuda, per favore venga avanti. Come sta bene! Sono veramente contento di vederla così in forma!». Ichizo si mise a sedere davanti ed esclamò con voce allegra: «Grazie mille! Mi scuso per tutte le volte che sono venuto da lei a mugugnare e a lamentarmi». «Non fa niente rispose Shin ichi È ovvio che non è proprio consigliabile passare le giornate a brontolare o a lamentarsi, ma quando uno si deve togliere un peso dallo stomaco, è meglio chiedere un consiglio personale parlandone con un responsabile più anziano nella fede. Si peggiorano solo le cose se ci si lamenta di qualcun altro alle sue spalle o si serba rancore, o ne siamo angosciati. E siccome il signor Masuda è stato capace di trasformare la lamentela in spirito di ricerca, è riuscito a praticare fino a oggi».

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