L'IMPATTO DEL NUOVO TRIBUTO TARI. Indagine sul costo dei rifiuti per le imprese

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L'IMPATTO DEL NUOVO TRIBUTO Indagine sul costo dei rifiuti per le imprese Roma, 24 gennaio 2014

CONSIDERAZIONI INTRODUTTIVE Con la scadenza del 24 gennaio, lo Stato incassa da cittadini e imprese 1 miliardo di euro per effetto della maggiorazione dello 0,30 cent/mq per la componente servizi indivisibili (illuminazione, manutenzione stradale etc ) prevista dalla Tares. Tributo, peraltro, oggi già superato dalla legge di stabilità che, abrogando tutti i precedenti regimi di prelievo (Tarsu, Tia1, Tia2 e Tares), istituisce in tutti i comuni del territorio nazionale un nuovo tributo denominato IUC (Imposta Unica Comunale). La nuova imposta si basa su due distinti presupposti: uno costituito dal possesso di immobili e collegato alla loro natura e valore e l altro collegato all erogazione e alla fruizione di servizi comunali. La nuova IUC resta, comunque, una Service Tax che ingloba: IMU: tassa sugli immobili TASI: imposta sui servizi indivisibili dei Comuni : tassa sui rifiuti Con riferimento alla, l articolazione del nuovo tributo risulta assolutamente non soddisfacente riflettendo la precedente formulazione della TARES (e, quindi, della vecchia TIA). Permangono quindi, ancora oggi, tutte le criticità e i limiti che i precedenti regimi di prelievo hanno mostrato e che più volte abbiamo denunciato. Anche la nuova mira ad assicurare la piena copertura dei costi di gestione e di investimento del servizio RSU. Manca, però, ancora una volta, la volontà di instaurare un legame diretto tra produzione di rifiuto e spesa, secondo il principio comunitario secondo cui chi inquina paga. Al contrario vengono mantenuti i vecchi criteri di produzione presuntiva che rischiano di tradursi in condizioni di costo estremamente diversificate sul territorio a parità di attività economica. Si riscontra inoltre la carenza di criteri oggettivi per la definizione dei costi del servizio e per l allocazione tra parte fissa e parte variabile, tra componente domestica e non domestica, e di misure capaci di tenere in debito conto anche aspetti riguardanti la stagionalità delle attività ricettive e commerciali. Con il passaggio alla, per i Comuni che non erano ancora passati a un regime tariffario rispetto alla vecchia, l incremento medio dei costi per il servizio urbano dei rifiuti sarà pari al 290% e, per alcune tipologie di impresa, sarà ancora più salato: per un bar, infatti, l aumento sarà di oltre il 300%, fino ad arrivare ad una maggiorazione di circa sei volte per un ristorante (+480%) e, addirittura, di quasi otto volte per un negozio di ortofrutta (+650%) o una discoteca (+680%); incrementi molto rilevanti e ingiustificati che derivano essenzialmente dall adozione di criteri presuntivi e potenziali e non sulla reale quantità di rifiuti prodotta; una pesante penalizzazione per il sistema delle imprese della distribuzione e dei servizi di mercato che impone la necessità di rivedere al più presto la struttura dell attuale sistema di prelievo sulla base del principio chi inquina paga e ridefinire con maggiore puntualità coefficienti e voci di costo distinguendo, in particolare, tra utenze domestiche e non domestiche e tenendo conto anche degli aspetti riguardanti la stagionalità delle attività economiche. IMPATTO SUL SISTEMA PRODUTTIVO La struttura della riflette quasi pedissequamente la precedente formulazione della TARES e, quindi, della vecchia TIA, in quanto ripropone tariffe determinate sulla base di coefficienti di produzione potenziali e non sui reali quantitativi di rifiuti prodotti. Quello che manca, ancora una volta, è la volontà di instaurare un legame diretto tra produzione di rifiuto e spesa, secondo il principio comunitario del chi inquina paga. In pratica, il mantenimento dei vecchi criteri di produzione presuntiva non solo rischiano di tradursi in condizioni di costo estremamente 2

diversificate sul territorio a parità di attività economica, ma ripresentano tutte le criticità e i limiti che i precedenti regimi di prelievo hanno mostrato e che più volte Confcommercio ha denunciato. Infatti, nei Comuni dove è stato operato il passaggio dalla alla TIA, si è assistito ad aumenti tariffari rilevanti, generati non tanto da un incremento della quantità dei rifiuti prodotti ma, più semplicemente, da una non adeguata determinazione dei coefficienti potenziali di produzione. Tali aumenti si riproporranno anche nel corso del 2014 poiché, come evidenziato nella tabella che segue, la maggior parte dei comuni italiani, ben l 82%, applica ancora oggi regimi di prelievo basati sulla 1 e solo il 16% dei Comuni utilizza la TIA e il 2% la TARES 2. tarsu tarsu tia tia tares tares 16% 16% 2% 2% 82% 82% GLI EFETTI PER LE IMPRESE DEL COMMERCIO, DEL TURISMO E DEI SERVIZI Dati regionali Per verificare nel dettaglio l andamento delle maggiorazioni tariffarie previste sul territorio nazionale sono stati analizzati i dati di sei grandi Regioni campione (due del Nord, Lombardia e Piemonte, due del Centro, Toscana e Lazio, e due del Sud, Puglia e Sicilia). E stata, quindi, effettuata una comparazione delle tariffe medie effettive applicate dagli enti locali nel sistema di tassazione dei rifiuti urbani e quelle applicate dagli stessi al momento del passaggio alla tariffa TARES, e che pertanto si ripeterà con il passaggio alla (ad esclusione della componente servizi). Dall analisi dei dati (v. tabelle seguenti) emerge un generalizzato e omogeneo aumento della tassazione determinato dal nuovo tributo e la grave incidenza del prelievo sulle attività economiche considerate. Secondo l elaborazione, l incremento medio dei costi per il servizio urbano dei rifiuti nelle regioni considerate sarà del 302% con punte, sempre in media, 1 Elaborazione Confcommercio su dati ISPRA 2 La legge 28 ottobre 2013, n. 124 di conversione in legge, del decreto 31 agosto 2013, n. 102, ha introdotto, infatti, una modifica all articolo 5 inserendo il comma 4-quater che ha disciplinato che: in deroga a quanto stabilito dall'articolo 14, comma 46, del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, per l'anno 2013 il comune, potesse determinare i costi del servizio e le relative tariffe sulla base dei criteri previsti e applicati nel 2012 con riferimento al regime di prelievo in vigore in tale anno. 3

particolarmente elevate per alcune tipologie di attività: +627% per un fruttivendolo, una pescheria o un fioraio (sup. media 100 mq); +568% per una discoteca o un night club (sup. media 200 mq); +548% per un ristorante o una pizzeria (sup media 200 mq); ma aumenti molto consistenti si avranno anche per un negozio di alimentari (+237%, sup. media 300 mq) o per un albergo senza ristorante (+216%, sup. media 200 mq). Dati regionali - Incrementi derivanti dal passaggio da tassa a tariffa LOMBARDIA Campeggi, distributori carburanti 2,17 4,34 0,3 100% Alberghi con ristorante 4,7 15,04 0,3 220% Alberghi senza ristorante 4,4 9,24 0,3 110% Edicola, farmacia, tabaccaio, plurilicenze 6,58 13,16 0,3 100% Ristoranti, trattorie, osterie, pizzerie, pub 9 52,2 0,3 480% Bar, caffè, pasticceria 6,1 25,62 0,3 320% Mense, birrerie amburgherie 6,1 25,01 0,3 310% Supermercato, pane e pasta, macelleria, salumi e formaggi, generi alimentari 3,5 10,15 0,3 190% Ortofrutta, pescherie, fiori e piante, pizza al taglio 10,25 76,875 0,3 650% durevoli 2,17 3,255 0,3 50% Discoteche, night club 5,5 43,45 0,3 690% INCREMENTO MEDIO 293% Fonte: elaborazioni Confcommercio su dati tratti dai regolamenti tariffari comunali relativi ai capoluoghi di provincia. PIEMONTE Dati regionali - Incrementi derivanti dal passaggio da tassa a tariffa Campeggi, distributori carburanti 2,17 4,557 0,3 110% Alberghi con ristorante 4,7 14,57 0,3 210% Alberghi senza ristorante 4,4 11 0,3 150% Edicola, farmacia, tabaccaio, plurilicenze 6,58 15,134 0,3 130% Ristoranti, trattorie, osterie, pizzerie, pub 9 61,2 0,3 580% Bar, caffè, pasticceria 6,1 28,67 0,3 370% Mense, birrerie amburgherie 6,1 25,62 0,3 320% Supermercato, pane e pasta, macelleria, salumi e formaggi, generi alimentari 3,5 13,65 0,3 290% Ortofrutta, pescherie, fiori e piante, pizza al taglio 10,25 72,775 0,3 610% durevoli 2,17 3,7975 0,3 75% Discoteche, night club 5,5 37,4 0,3 580% INCREMENTO MEDIO 311% Fonte:elaborazioni Confcommercio su dati tratti dai regolamenti tariffari comunali relativi ai capoluoghi di provincia. 4

Dati regionali - Incrementi derivanti dal passaggio da tassa a tariffa TOSCANA Campeggi, distributori carburanti 2,17 4,774 0,3 120% Alberghi con ristorante 4,7 15,51 0,3 230% Alberghi senza ristorante 4,4 10,56 0,3 140% Edicola, farmacia, tabaccaio, plurilicenze 6,58 13,818 0,3 110% Ristoranti, trattorie, osterie, pizzerie, pub 9 57,6 0,3 540% Bar, caffè, pasticceria 6,1 25,62 0,3 320% Mense, birrerie amburgherie 6,1 28,67 0,3 370% Supermercato, pane e pasta, macelleria, salumi e formaggi, generi alimentari 3,5 12,25 0,3 250% Ortofrutta, pescherie, fiori e piante, pizza al taglio 10,25 74,825 0,3 630% durevoli 2,17 3,3635 0,3 55% Discoteche, night club 5,5 29,15 0,3 430% INCREMENTO MEDIO 290% Fonte: elaborazioni Confcommercio su dati tratti dai regolamenti tariffari comunali relativi ai capoluoghi di provincia. Dati regionali - Incrementi derivanti dal passaggio da tassa a tariffa LAZIO Campeggi, distributori carburanti 2,17 4,991 0,3 130% Alberghi con ristorante 4,7 14,57 0,3 210% Alberghi senza ristorante 4,4 10,56 0,3 140% Edicola, farmacia, tabaccaio, plurilicenze 6,58 13,818 0,3 110% Ristoranti, trattorie, osterie, pizzerie, pub 9 60,3 0,3 570% Bar, caffè, pasticceria 6,1 25,62 0,3 320% Mense, birrerie amburgherie 6,1 28,67 0,3 370% Supermercato, pane e pasta, macelleria, salumi e formaggi, generi alimentari 3,5 11,55 0,3 230% Ortofrutta, pescherie, fiori e piante, pizza al taglio 10,25 74,825 0,3 630% durevoli 2,17 3,3635 0,3 55% Discoteche, night club 5,5 29,15 0,3 430% INCREMENTO MEDIO 290% Fonte: elaborazioni Confcommercio su dati tratti dai regolamenti tariffari comunali relativi ai capoluoghi di provincia. Dati regionali - Incrementi derivanti dal passaggio da tassa a tariffa PUGLIA Campeggi, distributori carburanti 2,17 5,859 0,3 170% Alberghi con ristorante 4,7 13,16 0,3 180% Alberghi senza ristorante 4,4 10,56 0,3 140% Edicola, farmacia, tabaccaio, plurilicenze 6,58 13,818 0,3 110% Ristoranti, trattorie, osterie, pizzerie, pub 9 60,3 0,3 570% Bar, caffè, pasticceria 6,1 25,62 0,3 320% Mense, birrerie amburgherie 6,1 28,67 0,3 370% Supermercato, pane e pasta, macelleria, salumi e formaggi, generi alimentari 3,5 11,55 0,3 230% Ortofrutta, pescherie, fiori e piante, pizza al taglio 10,25 73,8 0,3 620% durevoli 2,17 3,472 0,3 60% Discoteche, night club 5,5 40,15 0,3 630% INCREMENTO MEDIO 309% Fonte: elaborazioni Confcommercio su dati tratti dai regolamenti tariffari comunali relativi ai capoluoghi di provincia. 5

Dati regionali - Incrementi derivanti dal passaggio da tassa a tariffa SICILIA Campeggi, distributori carburanti 2,17 5,859 0,3 170% Alberghi con ristorante 4,7 16,45 0,3 250% Alberghi senza ristorante 4,4 11,88 0,3 170% Edicola, farmacia, tabaccaio, plurilicenze 6,58 13,818 0,3 110% Ristoranti, trattorie, osterie, pizzerie, pub 9 58,5 0,3 550% Bar, caffè, pasticceria 6,1 26,84 0,3 340% Mense, birrerie amburgherie 6,1 28,67 0,3 370% Supermercato, pane e pasta, macelleria, salumi e formaggi, generi alimentari 3,5 11,55 0,3 230% Ortofrutta, pescherie, fiori e piante, pizza al taglio 10,25 73,8 0,3 620% durevoli 2,17 3,472 0,3 60% Discoteche, night club 5,5 41,25 0,3 650% INCREMENTO MEDIO 320% Fonte: elaborazioni Confcommercio su dati tratti dai regolamenti tariffari comunali relativi ai capoluoghi di provincia. GLI EFETTI PER LE IMPRESE DEL COMMERCIO, DEL TURISMO E DEI SERVIZI Dati nazionali Per quantificare, in termini monetari, gli effetti sulle imprese derivanti dal passaggio dalla Tarsu alla nuova Tari, sono state analizzate ed elaborate le banche dati della Camera di Commercio di Milano. I dati risultanti si riferivano al passaggio dalla Tarsu alla Tia ma, poichè la nuova Tari ricalca fedelmente i coefficienti del cd. metodo normalizzato (già previsto per la vecchia Tia) e considerando che tali quantificazioni sono determinate sulla base di coefficienti stabiliti a livello nazionale dal Dpr 158/99, abbiamo assunto tale dato come media valida a livello nazionale. LEGENDA DI LETTURA DELLE TABELLE Per quota fissa si intende il costo del servizio di raccolta RSU Per quota variabile quella determinata sulla base dei coefficienti presuntivi di produzione Per imposte: addizionale provinciale + Iva 10% 6

DISCOTECHE, NIGHT CLUB (sup. media 200 MQ) Regime tariffario: Tributo annuo: 486,00 Euro Imposte: 72,90 Euro Spesa annua tutto compreso: 558,90 Euro Quota Fissa 2.174,20 Euro Quota variabile: 1.629,20 Euro Imposte: 570,51 Euro Spesa annua tutto compreso: 4.373,91 Euro 4.373 558 + 682 % 0 1.000 2.000 3.000 4.000 5.000 ORTOFRUTTA, PESCHERIE, FIORI, PIZZA AL TAGLIO (sup. media 100 MQ) Regime tariffario: Tributo annuo: 349,00 Euro Quota Fissa: 1.496,10 Euro Imposte: 52,35 Euro Quota variabile: 1.119,90 Euro Imposte: 392,40 Euro Spesa annua tutto compreso: 401,35 Euro Spesa annua tutto compreso: 3.008,40 Euro 3.008 401 + 650 % 0 500 1.000 1.500 2.000 2.500 3.000 3.500 7

RISTORANTI, TRATTORIE, PIZZERIE (sup. media 200 MQ) Regime tariffario: Tributo annuo: 698,00 Euro Quota Fissa: 2.324,40 Euro Imposte: 104,70 Euro Quota variabile: 1.740,80 Euro Spesa annua tutto compreso: 802,70 Euro Imposte: 609,78 Euro Spesa annua tutto compreso: 4.674,98 Euro 4.674 802 + 482 % 0 1.000 2.000 3.000 4.000 5.000 BAR, CAFFÈ, PASTICCERIA (sup. media 100 MQ) Regime tariffario: Tributo annuo: 349,00 Euro Imposte: 52,35 Euro Spesa annua tutto compreso: 401,35 Euro Quota Fissa: 826,30 Euro Quota variabile: 618,30 Euro Imposte: 216,69 Euro Spesa annua tutto compreso: 1.661,29 Euro 1.661 401 + 314 % 0 500 1.000 1.500 2.000 8

SUPERMERCATO, MACELLERIA, GENERI ALIMEN (sup. media 300 MQ) Regime tariffario: Tributo annuo: 1.047,00 Euro Quota Fissa: 1.727,70 Euro Imposte: 157,05 Euro Quota variabile: 1.296,30 Euro Imposte: 453,60 Euro Spesa annua tutto compreso: 1.204,05 Euro Spesa annua tutto compreso: 3.477,60 Euro 3.477 1.204 + 188 % 0 500 1.000 1.500 2.000 2.500 3.000 3.500 ALBERGO SENZA RISTORANTE (sup. media 200 MQ) Regime tariffario: Tributo annuo: 336,00 Euro Quota Fissa: 423,60 Euro Imposte: 50,40 Euro Quota variabile: 317,20 Euro Imposte: 111,12 Euro Spesa annua tutto compreso: 386,40 Euro Spesa annua tutto compreso: 840,92 Euro 840 386 + 118 % 0 200 400 600 800 1.000 9

CAMPEGGI, DISTRIBUTORI DI CARBURANTE, IMPIANTI SPORTIVI (sup. media 3000 MQ) Regime tariffario: Tributo annuo: 4.749,00 Euro Quota Fissa: 5.133,00 Euro Imposte: 712,35 Euro Quota variabile: 3.849,00 Euro Imposte: 1.347,30 Euro Spesa annua tutto compreso: 5.461,35 Euro Spesa annua tutto compreso: 10.329,30 Euro 10.329 5.461 + 89 % 0 2.000 4.000 6.000 8.000 10.000 12.000 EDICOLA, FARMACIA, TABACCHI (sup. media 30 MQ) Regime tariffario: Tributo annuo: 90,00 Euro Quota Fissa: 91,08 Euro Imposte: 13,50 Euro Quota variabile: 68,22 Euro Imposte: 23,90 Euro Spesa annua tutto compreso: 103,50 Euro Spesa annua tutto compreso: 183,20 Euro 183 103 + 77 % 0 50 100 150 200 10

NEGOZI ABBIGLIAMENTO, CALZATURE, LIBRERIE, CARTOLERIE, FERRAMENTA (sup. media 200 MQ) Regime tariffario: Tributo annuo: 600,00 Euro Quota Fissa: 500,80 Euro Imposte: 90,00 Euro Quota variabile: 375,40 Euro Imposte: 131,43 Euro Spesa annua tutto compreso: 690,00 Euro Spesa annua tutto compreso: 1.007,63 Euro 1.007 690 + 46 % 0 200 400 600 800 1.000 1.200 PROPOSTE Per superare queste criticità, secondo Confcommercio occorre rivedere completamente la struttura dell attuale sistema di prelievo affinché, in conformità con il principio comunitario del chi inquina paga, lo stesso rifletta in modo puntuale la reale produzione dei rifiuti da parte delle utenze domestiche e non domestiche. Bisogna, poi, ridisegnare gli indici e le voci di costo che determinano i coefficienti in termini di ripartizione tra quota fissa e variabile e tra componente domestica e non domestica. E allo stesso modo è importante formalizzare specifiche linee guida tecnico-operative per individuare un range di costi standard a totale copertura del servizio, affinché anche questa voce possa venire imputata, da parte dei comuni, in maniera uniforme sul territorio. In particolare, occorre individuare e definire in maniera puntuale: costi del servizio: avvicinare e rendere operativo il riferimento ai fabbisogni standard cui il comune deve riferirsi nella determinazione dei costi del servizio (ma solo a partire dal 2016) determinando nelle more di linee guida specifiche, un preciso range dal quale i comuni non possano discostarsi; utenze domestiche e non domestiche: prevedere criteri oggettivi per la ripartizione del peso del nuovo tributo; coefficienti: superare la logica presuntiva del cd. Metodo normalizzato e introdurre coefficienti di produttività determinati sulla base di campagne di pesatura che rispecchino la reale produzione di rifiuti; agevolazioni/riduzioni: introdurre criteri premiali per la raccolta differenziata e riconoscere le differenze di qualità del rifiuto prodotto (alleggerendo il carico sulle attività economiche a elevata produzione di rifiuto differenziato) e di quantità (considerando la stagionalità di alcune attività). 11