Trimestrale d informazione culturale Contiene il supplemento IL LERCARIANO a cura della Biblioteca Lercari Quaderno n.



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Transcript:

Trimestrale d informazione culturale Contiene il supplemento IL LERCARIANO a cura della Biblioteca Lercari Quaderno n. 18 Gennaio 2013 Settore coordinamento processi Per lo sviluppo dei municipi Municipio III Genova Bassa Valbisagno Biblioteca G. L. LERCARI Via S. Fruttuoso 74 16143 Genova Email: lercari@comune.genova.it

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INTRODUZIONE (di Mario Montagna) Quando ho scelto di scrivere questa introduzione per La mia città mi sono detto: ecco, ora prenderò la funicolare per il Righi, guarderò il panorama da Portofino attraverso il Porto Antico fino a Savona, farò il giro dei Forti e poi scenderò sulla spianata di Castelletto: i palazzi di Rubens ai miei piedi, la Villetta Di Negro con il suo Museo d Arte Orientale, i monti lontani, l intricato miscuglio di ardesie Ecco, è stato proprio il groviglio di tetti, di terrazze, di giardini fioriti, di passerelle che mi hanno fatto dire: no, Genova è questa, antica e medioevale, col suo centro storico più grande d Europa, con la speranza di poterla rivedere un giorno Superba. E così, invece di parlare delle cose belle, dei suoi scorci, della severità dei suoi monumenti, ho scelto di parlare di una Genova che purtroppo non e- siste più, di una Genova che forse non esisterà mai più. La mia città, la mia Genova. 3

Sejann-a (di Bruna Pedemonte) Tanto me piaxe Zena mentre parpélla a seja. E in to porto 'na veja bansiga a o vento de mâ. Spruinn-a in to sciôco cianzín e mûagie me pan de sea l'arzillo c'o ven da Rivéa o porta ma gu in mai scentæ. S'aççenddan i lampiun in ti caruggi maccaja, de læte a fa a luxe e a l'e n'a guggia c'a cuxe 'na teja de tûtti i pensê. Serata Tanto mi piace Genova/ mentre sbatte le ciglia la sera/ e nel porto una vela/ si dondola al vento del mare. // Pioviggina finemente nello scirocco piagnucoloso/ i muri mi paiono di seta/ l'odore buono di mare che viene dalla Riviera/ si porta magoni mai stroncati.// S'accendono i lampioni nei caruggi/ l'aria umida e spessa fa la luce di latte/ ed è un ago che cuce/ una tela di tutti i pensieri. 4

On vous attend à Marcq en baroeul C est incidemment, que j ai découvert «Marcq en baroeul»en y cherchant un appartement pour aider une amie, quand j étais toute jeune..nous y vivons ainsi maintenant depuis de nombreuses années.bien que Marcq ne soit pas ma ville natale, je la connais donc assez bien, mais cette ville de 38 819 habitants est grande. Elle s étend sur 1404hectares et je vous la présenterai donc dans son ensemble. Traversée par une rivière, la Marque,elle allie les avantages de la ville avec ceux de beaucoup de verdure et un petit air de campagne Ainsi, une très grande avenue, l avenue Foch qui relie le Bourg au Croisé Laroche, petite plaque tournante. Le mongi (tramway) qui passe toutes les 5 minutes, réunit Marcq à Lille la métropole, puis à Roubaix et, Tourcoing, deux autres villes importantes qui ont vu les débuts de grosses industries lainières. Cette avenue est très longue et bordée d une centaine de cerisiers sauvages, d hôtels particuliers et de très jolies maisons bourgeoises. Au printemps, lors de la floraison, tout est rose.c est un ravissement, et parfois quand il vente, le sol est recouvert d un tapis de pétales. Au Moyen Age, la commune devint le territoire de chasse des rois carolingiens Un peu en retrait de cette avenue, la mairie de Marcq magnifiquement décorée à Noël, avec de nombreuses illuminations bleues qui scintillent dans de très hauts arbres et un groupe féerique de formes diverses s étalant sur un parvis On remarque de nombreux petits magasins d antan, plus classiques et plus onéreux, mais aussi de grands magasins avec même un Chronodrive où l on peut retirer des marchandises commandées sut notre clavier informatique... Aussi, des restaurants du plus intime et du plus onéreux au moins coûteux, faisant alors partie d une chaîne, comme «la Courte paille» par exemple ; le» Mac Donald» ou le «quick».. Vient de s ouvrir tout dernièrement,au plaisir de 5

tous, un immense restaurant italien «Il Ristorante». Un autre, raffiné existe sur un grand boulevard : «Guerino» et est classé 5 étoiles et plusieurs autres encore. Quatre jours par semaine, un marché bien fourni avec du poisson acheminé directement par camionnette du port de Boulogne situé à environ deux heures de route. On y trouve aussi plein d autres choses : de magnifiques fleurs et plantes diverses, de la charcuterie,du fromage, des fruits, des vêtements Cinq églises accueillent les marcquois, des plus modernes à «Saint Vincent» dans le Bourg, ma paroisse, qui date du 16 ème siècle avec deux tableaux de Pharaon de Winter : «les saintes femmes au tombeau» et «l adoration des bergers». On trouve aussi un peu à l écart, un grand collège privé, avec sa chapelle privée, classée, le collége de marcq qui existe depuis d innombrables années, qui est un peu une petite ville dans la ville et admet les collégiens de 11 ans jusqu au lycée pour préparer au baccalauréat On note également le lycée publique dénommé Collège et Lycée Kernanec puis le collège des rouges barres et de nombreuses autres écoles primaires, sans oublier une école internationale. Egalement l école Kienz (anciennement école d'hôtesse) Cet établissement propose 4 filières de formations : commerce/gestion, métiers du service, carrières paramédicales et sociales, carrières artistiques. Ou encore, le Lycée Professionnel Automobile Alfred Mongy Quand on prend le temps de se promener, on rencontre encore de vieilles fermes et des petits chemins, deux golfs, un club de rugby, de football, une magnifique piscine et surtout l hippodrome,30 hectares de verdure,attraction de «Marcq en Baroeul» où l on vient souvent de Belgique, pays tout proche, pour assister aux courses hippiques. Un magnifique restaurant panoramique et plusieurs salles de réunion achèvent de clore ce superbe espace. 6

S il fait froid, un cinéma : «le colisée lumière» vous accueille avec une salle équipée de 226 fauteuils avec grand écran de 60 m², son Dolby Stéréo Digital et d'une boucle magnétique pour malentendants : cette salle est désormais équipée d un projecteur numérique et du système 3D Vous verrez, vous ne regretterez pas de venir visiter Marcq en baroeul où il fait bon vivre.dans le cadre du développement durable, les abeilles y font même leur miel et vous pourrez le goûter.. A bientôt. Brigitte Haegeli Vi aspettiamo a Marcq en baroeul E' avvenuta casualmente la mia scoperta di Marcq en baroeul, cercandovi un appartamento per un'amica, quando ero più giovane. Ora ci viviamo da parecchi anni. Anche se non è la mia città natale, conosco piuttosto bene questa grande città con 38.819 abitanti e 1404 ettari di superficie, che vado a presentarvi. Attraversata dal fiume Marcq, unisce I vantaggi della città con quelli della campagna e dei campi... La strada principale è l'avenue Foch che conduce al piccolo hub del Bourg au Croisé Laroche. Il mongi (il tram) passa ogni 5 minuti ed unisce Marcq alla metropoli di Lille, poi a Roubaix e Tourcoing, altre due importanti città dove si sono sviluppate grandi industrie tessili. Questa strada molto lunga è contornata dacentinaia di ciliegi, hotel e belle case della borghesia locale. In primavera, durante la fioritura, la tinta dominante è il rosa. E' uno spettacolo e talvolta, quando tira vento, il sole viene oscurato da un tappeto di petali. Nel Medio Evo, il comune faceva parte del territorio di caccia dei re carolingi. 7

Lungo il viale vi è il palazzo del comune, magnificamente decorato sotto Natale, con molte luci blu che scintillano tra le fronde degli alberi e immagini fiabesche che abbracciano la piazza. Vediamo molti piccoli negozi di una volta, più tradizionali e più costosi, ma anche i grandi magazzini ed un Chronodrive dove è possibile ritirare la merce ordinata tramite internet. Ci sono molti ristorante, da molto intimi ed assai costosi fino ai più economici, appartenenti a catene come La courte paille, McDonald o Quick. E' stato aperto in tempi molto recenti, con grande piacere della popolazione, un enorme ristorante italiano: Il Ristorante. Un altro, raffinato, Guerino è su un grande viale ed è classificato a cinque stelle, e molti altri ancora. Quattro giorni alla settimana si tiene il mercato, ricco di pesce proveniente dal porto di Boulogne, a circa due ore di strada. Al mercato si trovano anche molte altre cose: fiori e piante meravigliosi, carni, formaggi, frutta, vestiti... Cinque chiese accolgono la popolazione, dalla più moderne alla mia parrocchia, San Vincenzo situata in centro, costruita nel XVI secolo e con due dipinti di Pharaon de Winter: Le pie donne al sepolcro e!l'adorazione dei pastori. Vi è anche, un pò più lontano, un grande collegio privato che esiste da innumerevoli anni, che è un pò una città nella città ed ammette collegiali da 11 anni fino al liceo ed al diploma. E' presente anche un liceo pubblico, il College et Lycéè Kernanec, un altro collegio, diverse altre scuole primarie ed anche una scuola internazionale. La scuola Kienz propone quattro tipologie di percorsi: studi aziendali, servizi alle imprese, servizi sociali e carriera artistica. O ancora, il liceo professionale Alfred Mongy. Passeggiando si possono notare vecchie finestri e piccoli camini, due campi da golf, uno da rugby, un campo di calcio, una spendida piscina e soprattutto l'ippodromo, 30 ettari di verde, 8

attrazione di Marcq en Baroeul dove spesso molte persone vengono dal Belgio, a poca distanza, per assistere a concorsi ippici. In questa struttura si trovano anche un bellissimo ristorante panoramico e molte sale riunioni. Nelle giornate fredde vi attende il cinema Colosseo, con la sua sala da 226 posti ed il grande schermo da 60 metri quadrati, il Dolby Stereo e una spira magnetica per i non udenti: vi sono anche un proiettore digitale e il sistema 3D. Non vi pentirete di visitare Marcq en Baroeul, un paese dove si vive bene. Nel contesto dello sviluppo sostenibile, le api producono miele che potrete gustare. A presto. Brigitte Haegeli. (traduzione di Fabio Sardi) 9

Notte in città S addormenta la città, tutto cade nel silenzio, solo il cuore mai riposa. Pensieri intermittenti scivolano lungo il rivolo della mente come auto sfreccianti sulle strade asfaltate. Seguono la rotta dei sogni, tra case, ponti e viali, correndo corse di magia per inseguire la vita. Paola Carroli Calcagno 10

A un amica speciale (che ha spiccato il volo) Oggi il lungomare pare il disegno di un bambino e una bici arrugginita giace come abbandonata al poema dei ricordi, quando pennellate di luce catturavano la tua vita. Ora accarezzo le ruote ormai sgonfie sulla strada, mentre passano i viandanti incuranti della sorte. La tua giocosa libertà ha trovato un nuovo cielo sopra tinte già sbiadite. Paola Carroli Calcagno 11

Suggestioni d oriente tra i caruggi È questo il breve resoconto di un giro, una passeggiata, in centro città. Ai tempi in cui dalla periferia si partiva dicendo di andare a Genova come fosse davvero un'altra località o un altra dimensione: di certo quella più vissuta e frequentata, fervida di operose attività, piena di negozi ed emblematici personaggi. Alcuni giovani amici, picari moderni, si addentrano nel centro storico sopraffatti dalle sensazioni di un luogo pittoresco, non esitando a intercalare oggettive osservazioni all imprevedibilità dell immaginario. È tuttavia un tuffo nella fantasia di ragazzi recalcitranti e schivi, coloro che tutto volevano sapere ma assai rigettavano, per distorcere la realtà, prendere a schiaffi la consuetudine quotidiana, assurgendo a eroi, talora di fumetti o narrazioni lontane: i miti tramandati da popolari virtù. Si accendono nelle loro menti le percezioni o manifestazioni vivaci, gli spunti che danno origine a un immediata presa di coscienza di mirabili partecipazioni: quel che era e resterà sempre nella loro memoria. Una volta arrivati, come automi generati dal ventre di una macchina, calarono a terra tra un nugolo di persone che andava disperdendosi in tutte le direzioni. La solidità del substrato su cui poggiarono i piedi, li riportò rapidamente alla concretezza del mondo reale, risvegliando la loro sopita coscienza riacquistarono l immancabile volontà di reazione. Compirono speditamente un breve tratto di strada prima di infilarsi negli stretti vicoli del centro storico che degradava coi suoi meandri verso il porto mercantile. Era come penetrare in un labirinto, tanto erano anguste le vie e contorte, sia per le continue diramazioni che per gli innumerevoli accessi a case e negozi. A piano terra era tutto un susseguirsi di vetrine, zeppe di articoli in esposizione, che la gente valutava e confrontava 12

soffermandosi a guardare. Ai piani rialzati, gli appartamenti si fronteggiavano con piccole finestre che si affacciavano direttamente sulle case a dirimpetto, quasi da potersi catapultare da una parte all altra o perlomeno scambiare oggetti di comune utilità. Un brulichio di passanti, assidui residenti od occasionali frequentatori, si disponeva in piccole file indiane procedendo a gruppi, ipotetici convogli umani. La luce solare non penetrava facilmente tra gli alti palazzi, così che la strada pareva illuminata da un tenue chiarore che smorzava e uniformava le tinte, batteva sulle ardesie slavate, i marmi porosi, gli intonaci scalcinati, i lastricati consunti. Se la luce era monotona, l aria era intrisa di vividi odori, penetranti sensazioni che avvolgevano al passaggio a seconda dei generi in vendita. Sanguinolente carni, piumosi pollami, sapidi caci, salacche in conserva, fermentati frutti, fragranti dolciumi, farinosi macinati, diventavano alla successiva traversa resinosi legnami, aulenti cere e vernici, poi acri tinture di panni e di stoffe o macerate carte impregnate di colla, pungenti inchiostri di stampa, fino a medicamentosi preparati galenici, alcolici disinfettanti o, girando l angolo, profumati saponi, perborati sbiancanti, clorati igienizzanti. Un opulenta casba, coi suoi mercanti e i suoi compratori, coi tesori riposti della munifica tradizione popolare, architettura arcaica come i modi dei suoi abitanti, imprigionava la fantasia dei tre giovani amici cadenzandone i pensieri. Le mille e una notte in un mercato d oriente. Atmosfera tardo medievale, un po' arabeggiante. Ogni genere di oggetto vi si poteva trovare, insignificante all apparenza ma dotato di strane virtù. Prova a strofinare e vedrai che succede. Lampade delle meraviglie o tappeti volanti. A volte basta una parola magica, imparala a memoria se vuoi svicolare, sparire in un antro o nasconderti dietro un prodigio. 13

Enigmatici personaggi dall incedere sospetto, apparivano e sparivano, vivevano d inganni, trabocchetti e intrighi. Visir, pascià o sultani che fossero, con le loro scimitarre e i loro turbanti. Moralmente distanti da noi, potevano infliggere i più a- troci supplizi. Disponevano del destino degli esseri ridotti in schiavitù. Fu solo narrando storie fantastiche che una donna ebbe salva la vita. Sherazade e le altre, ancelle moderne del mercimonio carnale, esibivano le loro grazie sulle soglie di un celato mistero, antica professione nel mondo. Né di piume o sete pregiate era l alcova, ma di semplici stracci. In un buio stanzino, testimone d umane passioni, tra gemiti e sospiri nell oblio del momento, si consumava l ambiguo connubio, surrogato d amore. Marco Marzagalli 14

La mia città. La mia casa. Londra, Ontario, Canada. (di Jenny H Thornton Woodley) Essendo cresciuta nel Manitoba rurale e nell'area mineraria del Nord Ontario, non avevo idea di cosa fosse una città. Ero stata talvolta per qualche visita a Winnipeg e persino alcuni giorni a Toronto per andare a trovare amici o familiari, ma in quelle occasioni ciò che veramente importava erano le persone da visitare. La visita di quei posti non interessava I miei genitori, quindi siedevamo in casa o nei giardini degli amici, mangiavamo bene e ci divertivamo, il tutto senza esplorare I dintorni. Quando mio fratello tornò a casa dopo un periodo da militare in Germania e fu inviato a Londra, non avevo nozioni relative a quel posto. Vi feci la mia prima visita durante un weekend quando nacque mio nipote, dopo tredici ore di guida per arrivare, vi sono rimasta due giorni prima di ripartire verso casa. Anche in quell'occasione tutto ciò che vidi furono l'appartamento di mio fratello e l'ospedale dove passammo la maggior parte del tempo ad ammirare il nuovo membro della famiglia. Ho visto il Tamigi lungo la strada e ne ebbi una visuale anche migliore dalla stanza dell'ospedale e ricordo di aver pensato che non fosse quel granché: avevo visto fiumi più grandi e più impetuosi al Nord, e le sue rive non apparivano particolarmente invitanti. Non vi erano grandi rocce sulle quali sedersi bagnando I piedi in acqua e neppure spiagge sabbiose dove sedersi cullati dal sole che riscaldava l'aria. Era qualcosa che non avevo mai sperimentato prima. L'aria calda, afosa dell'ontario del Sud in luglio, e ritenevo che non avrei ripetuto l'esperienza. Sentivo il mio corpo sciogliersi. In quei momenti fremevo da voglia di tornare al nord, dove l'aria era frescia e rinvigorente anche in estate, e non esisteva l'inquinamento dovuto alle industrie o al traffico. Odiavo quell'odore e continuo ad associarlo con un qualcosa che voglio evitare ad ogni costo delle città. E' 15

uno dei lati negativi della vita in città e vi sono poi venuta a patti. Mentre sedevo in sala d'attesa, qualcosa attirò il mio sguardo: un libricino sulla storia di Londra. Ero piuttosto certa di ricordare che il nome fosse copiato dalla Londra inglese, e così anche l'idea di chiamarne il fiume Tamigi, e nella mia mente vaghi ricordi dell'importanza del Tamigi originale nella storia inglese. Il fiume che vedevo dalla finestra dell'ospedale non pareva avere molto in comune con la controparte inglese, e io decisi di sfogliare il libro. Non avevo di meglio da fare nell'attesa, mentre I miei genitori facevano le loro sceneggiate di fronte al nuovo nipotino; avevo già avuto la mia parte nell'ammirare il pargolo, ma dopo due giorni spesi così necessitavo di un pò di distrazione e cominciai a leggere. La storia si rivelò eccitante. C'era un museo nei sobborghi, sulle rive del fiume chiamato Eldon House dove uno dei primi governatori dell'ontario aveva vissuto con la famiglia, ed era nella stesse condizioni degli anni sessanta dell'ottocento. Questo mi incuriosiva e decisi che avrei voluto visitarlo. Lessi che il fiume era stata la principale via di trasporto per molti anni e che vi erano numerose barche in circolazione ancora a metà del novecento. Londra era costruita alla foce del fiume e di conseguenza era una città fiorita sul commercio. Continuai la lettura conoscendo la storia e le scoperte locali e fui sorpresa nell'apprendere che l'inventore dell'insulina, Sir Frederick Banting era nato a Londra, Ontario, e vi era ancora la casa dove aveva vissuto e compiuto I suoi studi e si progettava l'apertura di un museo in suo onore. Questo mi interessava molto poiché mio padre era malato di diabete e l'insuilina serviva a mantenerlo in vita. Scoprii che Londra aveva, ed ha tuttora, un'importante clinica universitaria conosciuta nel mondo e c'era in progetto di aumentarne le dimensioni, cosicchè nuovi dottori,infermieri e 16

tecnici potessero giungere da altre nazioni per studiare medicina. L'Università dell'ontario Orientale era noto da molti anni per la qualità degli studi e dei programmi e poteva ancora migliorare in futuro. Iniziavo ad essere impressionata da quella città che mio fratello ora definiva casa e devo ammettere che al termine del weekend ero triste all'idea di partire senza aver visitato alcune delle cose delle quali avevo letto. Mi ripromisi di tornare per vederle. L'opportunità sarebbe giunta di lì a un anno. Mio fratello era stato mandato a Cipro per 9 mesi e sua moglie era sola in terra straniera. Lei era una giovane tedesca, con due figli piccoli dei quali occuparsi; quindi venne l'idea che io potessi andare a vivere con lei e I bambini e terminare il mio percorso scolastico a Londra. Ero entusiasta all'idea, piena di fiducia ed impavida al pensiero dei cambiamenti; se avessi saputo come sarebbero andate le cose, probabilmente non avrei riempito le mie due valigie per trasferirmi nel piccolo appartamento dovrei avrei condiviso la stanza con I bambini. Mi sembrava una grande avventura, fino al giorno in cui cominciò la scuola. Arrivavo da un paese dove tutti conoscevano tutti; le superiori avevano 200 studenti o poco più, 8 classi ed una palestra che serviva anche da aula studio, sala delle assemblee e qualsiasi altra attività per più di 50 persone. Tornavamo a casa per pranzo e partecipavamo ad attività ed eventi sportivi come un unico gruppo compatto. Immaginate il mio shock alla scoperta di ritrovarmi in un palazzo a tre piani con oltre 25 classi, più di 1200 studenti, 2 palestre, 2 sale per assemblee e 2 caffetterie dove ci si aspettava che mangiassimo a pranzo. Alcuni studenti si portavano il pasto da casa, ma la maggior parte lo compravano nella caffetteria gestita da signore. Mi sembrava incredibile che potessimo comprare un pasto a scuola e il mio piatto preferito erano sempre le patatine fritte. Tutto ciò dopo che mi adat- 17

tai e feci qualche amicizia, inizialmente stavo seduta in disparte a mangiare il mio panino e pregando di tornare al nord. Ero molto sola e tutto sembrava così assurdo, e le altre ragazze mi guardavano come se fossi un'aliena. Facevano le domande più stupide, come: Al Nord vivete negli igloo e guidate le slitte trainate dai cani?. Ritenevo una perdita di tempo spiegare loro che anche da noi c'erano le automobili, delle case e persino la televisione. Aspettavo solo, ogni giorno, che l'orario di scuola finisse. La mia paura più grande era andare sugli autobus, certa che mi sarei persa, ed una volta accadde davvero, quindi quando potevo andavo sempre a piedi, anche impiegando ore rispetto ai minuti che ci sarebbero voluti con l'autobus. Camminando imparai molto della città, vidi delle belle vecchie case e dei giardini curati da molte persone nel corso degli anni, vedevano piccoli sentieri che conducevano a posticini nascosti in riva al fiume dove le giovani coppie si appartavano e cervi nel bosco. In città c'erano cervi, procioni e scoiattoli. Penso che sia stato allora che è nato il mio amore per quei piccoli mangiatori di noccioline, a Victoria Park sedevano accanto a me sulla panchina o di mettevano ai miei piedi chiedendo cibo. Da allora porto sempre delle noccioline e del pane per oche ed anatre nel fiume. Erano I miei momenti più felici. Ho visto anche I musei e scoperto Springbank Park dove c'era un bel posto chiamato Storybook Gardens. Vi erano animali e si potevano ascoltare molte ninne nanne di chi vi portava I bambini. Era un posto fantastico per portarvi I nipotini e passarci la giornata, con I tavoli da picnic, il trenino e la giostra. Fare amicizia era molto più difficile che al Nord, ciascuno era interessato ad essere al centro dell'attenzione. Le ragazze dovevano essere all'ultima moda coi vestiti e le acconciature, dovevano truccarsi e passare giornate nei centri commerciali, cose 18

per me senza senso, quindi me ne stavo da sola, con l'eccezione di due ragazze che mi presero sotto la loro ala e cercarono di inserirmi nel sistema. Per quanto apprezzassi I loro sforzi, quello non era il mio mondo, quindi di solito passavo I fine settimana con mia cognata, ed I militari amici di mio fratello, che era molto amichevoli e protettivi nei miei confronti. I miei genitori ne erano sicuramente entusiasti, io non sempre. Ma mi facevano compagnia e le feste militari erano occasione di gioia e svago. La base di Londra era grande ed importante negli anni sessanta. A scuola andavo bene, ma dopo due anni ero felicissima di tornare al Nord. O così credevo. Scoprii che mi mancavano la città e gli amici che mi ero fatta, il tempo caldo e persino l'afa estiva. Mi mancavano gli animali e I parchi, ma soprattutto I nipotini. Li avevo praticamente tirati su io e la vita senza di loro appariva monotona. Quando ebbi l'opportunità di tornare, accettai subito e vivo a Londra da allora, tranne un breve ritorno al Nord durato circa un anno. La clinica universitaria è stata ingrandita, il museo di Banting aperto e la Eldon House è ancora un posto bellissimo per stare nel passato per qualche ora. L'Università ha avuto un boom ed ospita studenti da tutto il mondo, I parchi ed I fiumi sono sotto osservazione con l'obiettivo di curarli e preservarli al meglio per le future generazioni. La base militare c'è ancora ma con un piccolo organico e nulla resta dei giorni di gloria, almeno per me e la mia famiglia, c'è un piccolo museo poco frequentato, ma almeno l'esercito c'è ancora ed anche una piccola accademia. La mia vecchia scuola è ora una scuola per adulti che cercano di finire il loro percorso scolastico e con un asilo nido dove I genitori possono lasciare I bambini. Purtroppo Storybook Gardens è mutato molto e non è più un posto piacevole dove portare I bambini, ma ho recentemente sentito che stanno pensando di farlo tornare alle origini. Spero proprio che lo facciano. 19

Ho cresciuto qui I miei figli e abbiamo scoperto nuovi posti da esplorare. Può essere una piccola città, ed anche noiosa per gli amanti delle metropoli come Toronto o Vancouver, ma è un posto fantastico e sicuro per metter su famiglia. La città è cresciuta e tristemente è cresciuto anche il crimine, ma c'è sempre la speranza che non diventi mai come le grandi città. Abbiamo un teatro, dei musei e siamo vicini a due grandi laghi. Huron e Erie. D'estate andiamo in spiaggia ed in autunno a comprare prodotti freschi dai contadini. La vita qui è bella, nonostante le molte fabbriche chiuse e la perdita di posti di lavoro, e mi piace dare il benvenuto ai nuovi arrivati. Cerco di farli sentire davvero benvenuti perchè ricordo ancora quando mi sentivo sola e sperduta nella nuova città. Amo I miei scoiattoli e gli altri animali e ricordo la grande gioia che mi hanno dato e amo I parchi naturali che mi fanno sentire come a casa. La mia prima casa resta sempre il Nord, ma Londra è per me una fantastica seconda casa per me e non vorrei vivere in alcun altro posto. Talvolta scopriamo noi stessi quando veniamo posti in situazioni nuove, ed è meraviglioso scoprire che casa è dove è il proprio cuore, e siccome nel mio cuore ci sono I miei figli ed I nipoti che vivono a Londra, questa è casa. 20

Zena (di Fabio SARDI) Genova è la mia città; l'ho sempre amata e come molti dei locali, sono fiero di esser genovese. Zena, superba nei secoli passati ed ancora bella in tempi non troppo distanti, che possono comunque essere ricordati da persone ancora in vita. Genova, ai tempi delizia dei sensi, di magiche visioni, dolci suoni, odori inebrianti. Genova con gli occhi che spaziando nel panorama vedono il mare, gli spruzzi delle onde che si frangono contro gli scogli, il verde dei boschi sulle colline alle spalle della città, il tramonto rosso fuoco del sole sul mare alla sera. Genova con le sue belle chiese ed abbazie, con Santa Maria delle Vigne, Santo Stefano, San Siro, gioielli meno appariscenti rispetto alla grandiosità della cattedrale, ma ancor più belli ai miei occhi. Il suono della lingua genovese, che immediatamente identificava il parlante come indigeno, il suono delle sirene delle navi che attraccavano in porto, il suono del vento che fischia, ulula, ti penetra nelle ossa. L odore del pane fresco, della focaccia e della farinata uscite dai forni dei panifici, l odore di salino che si avverte passeggiando in riva al mare, l odore del pesce portato sulla spiaggia dalle barche dei pescatori, che ancor si muove non volendosi rassegnare al suo destino, l odore dell erba bagnata sui prati in campagna, subito dopo un acquazzone. Genova e le colline attorno e dentro la città, conforto e protezione. La cinta dei forti a proteggerla, mute sentinelle in posizione, ad ammirare il panorama a valle, nell attesa di eventuali invasori da cacciare a forza dal proprio territorio. Genova magnifica, ma ritrosa a mostrarsi: in quanto superba, rifiuta le sue bellezze a chi non faccia almeno un po' di fatica a scoprirle. La bellezza spesso nascosta nei cortili interni delle vecchie case, in fregi di palazzi nei caruggi o edicole votive 21

sparse nel centro storico, che richiedono un andamento calmo e un'osservazione di ciò che sta in alto, anziché correre come turisti frettolosi. Genova verticale, che si mostra in maniera piena a chi la giri con calma e ne scali a piedi le antiche ed uniche creuze od utilizzi la funicolare, la cremagliera ed i pubblici a- scensori. Genova bellissima e un po' scontrosa, proprio come i genovesi veri. Genova che ha dato i natali a grandi personaggi della storia. Tanti geni nel proprio campo. In un imparziale ordine alfabetico, voglio ricordare Cristoforo Colombo, Andrea Doria, Eugenio Montale e Niccolò Paganini. Ma come appare Genova oggi? Gli occhi si tengono bassi perché camminando per strada bisogna fare lo slalom fra le deiezioni canine. Se poi si ha l idea di alzarli ci si trova di fronte a palazzi ricoperti da graffiti di mentecatti o da un delirante susseguirsi di parole a casaccio in rima baciata. I suoni che permeano la giornata sono il rumore assordante del traffico, il suono del clacson se non si è più che pronti appena scatta il semaforo verde, ed a volte pressato con insistenza da alcuni quasi fosse un rimedio magico per dissolvere le lunghe code. Si sale sull autobus ed in molti urlano i fatti propri nei cellulari, forse pensando che l'interlocutore, fisicamente distante, possa udirli meglio, o forse soltanto vittime di un'educazione fatta da televisione urlata e personaggi tanto famosi quanto beceri. Non capita di ascoltare qualcuno che parli genovese, ma giorno dopo giorno sparisce anche l'italiano corretto, vittima di una scuola che insegna la più semplice lingua inglese, dimenticandosi del glorioso e ben più arduo italico idioma, con il congiuntivo come prima vittima da ormai remoti tempi lontani. Camminando per strada si avverte l odore dello smog. Avvicinandosi al mare, in certe zone, miasmi immondi provocati da depuratori di dubbia funzionalità. 22