Nel 1953, al congresso della Federazione sindacale mondiale
Sorbonne Sorbonne, l Università di Parigi, il mito del cambiamento, il maggio incruento di una rivoluzione colorata. Le grandi idee del Novecento in piccoli libri che concentrano l essenza del pensiero di persone che hanno immaginato altri mondi e prospettive diverse. Ampliando, innovando, spesso ribaltando, le conoscenze o i punti di vista dei contemporanei e delle generazioni successive. Le parole, le derive, i percorsi, le frenate, la corsa. 2015 Edizioni Clichy - Firenze Edizioni Clichy Via Pietrapiana, 32 50121 - Firenze www.edizioniclichy.it Isbn: 978-88-6799-201-0
Giuseppe Di Vittorio Il valore del lavoro A cura di Maurizio Landini Edizioni Clichy
Sommario Biografia Il valore del lavoro di Maurizio Landini Parole e Immagini Bibliografia essenziale 9 21 61 108
Nel 1935
Parole e Immagini
In Spagna, nel 1937
Lettera di Giuseppe Di Vittorio al conte Giuseppe Pavoncelli Egregio Sig. Preziuso, Lì, 24 Dicembre 1920 In mia assenza, la mia signora ha ricevuto quel po di ben di Dio che mi ha mandato. Io apprezzo al sommo grado la gentilezza del pensiero del suo Principale ed il nobile sentimento di disinteressata e superiore cortesia cui si è certamente ispirato. Ma io sono un uomo politico attivo, un militante. E si sa che la politica ha delle esigenze crudeli, talvolta brutali anche perché - in gran parte - è fatta di esagerazioni e di insinuazioni, specialmente in un ambiente - come il nostro - ghiotto di pettegolezzi più o meno piccanti. 63
Io, Lei ed il Principale, siamo convinti della nostra personale onestà, ma per la mia situazione politica non basta l intima coscienza della propria onestà. È necessaria - e Lei lo intende - anche l onestà esteriore. Se sul nulla si sono ricamati pettegolezzi repugnanti ad ogni coscienza di galantuomo, su d una cortesia - sia pure nobilissima come quella in parola - si ricamerebbe chi sa che cosa. Si che, io, a preventiva tutela della mia dignità politica e del buon nome di Giuseppe Pavoncelli, che stimo moltissimo come galantuomo, come studioso e come laborioso, sono costretto a non accettare il regalo, il cui solo pensiero mi è di pieno gradimento. Vorrei spiegarmi più lungamente per dimostrarle e convincerla che la mia non è, non vuol essere superbia, ma credo di essere stato già chiaro. Il resto s intuisce. Perciò La prego di mandare qualcuno, possibilmente la stessa persona, a ritirare gli oggetti portati. Ringrazio di cuore Lei ed il Principale e distintamente per gli auguri alla mia Signora. 64
Un comizio, nel 1953
In aiuto degli ebrei italiani!, articolo pubblicato su «La Voce degli italiani», 7 settembre 1938 Mentre la situazione internazionale si aggrava di ora in ora, sotto le minacce intollerabili degli aggressori fascisti, il delirio razzista è giunto al parossismo in Italia. Tutti i mezzi potentissimi di pressione morale e materiale di cui si è munito il regime sono stati messi in azione per creare un atmosfera di pogrom. Nella disonorante campagna di odio contro gli ebrei - contro gli stessi ebrei italiani, che sono nati in Italia, che hanno compiuto il loro servizio militare in Italia, che sono degli onesti cittadini italiani - non vi è ritegno, non vi sono limiti, né pudore. [...] Tutti gli ebrei italiani sono stati esclusi 66
dall insegnamento e dagli impieghi pubblici. Gli altri ebrei italiani, nati in Italia da cittadini italiani, sono esclusi da tutte le scuole pubbliche e pareggiate. L esclusione degli ebrei anche dagli impieghi privati, dall esercizio delle professioni liberali, dal commercio, ecc. ecc., è già in corso su tutta la linea, senza bisogno d alcun decreto. Del resto, è stata già annunciata l esclusione degli ebrei dal partito fascista; fors anche da altre organizzazioni del regime. E tutti sanno che in Italia chi non ha la tessera fascista non può lavorare. I cittadini italiani ebrei sono praticamente cacciati da tutti gli impieghi, avulsi da ogni attività produttiva, esclusi da ogni posto di lavoro. Come deve vivere questa massa di circa 80.000 ebrei italiani? Agli stessi capitalisti ebrei - o anche a quei cittadini ebrei che possiedono gualche economia - è impedito di espatriare coi loro beni. Ma più crudele e veramente drammatica è la situazione degli ebrei poveri, che sono la grande massa. Ripetiamo: come deve vivere questa massa di cittadini italiani, spogliati d ogni diritto e 67
68 Un comizio, nel 1952
privati d ogni possibilità di guadagnarsi la vita col proprio lavoro? Ancora: cosa avviene delle decine di migliaia di fanciulli e di studenti italiani ebrei, odiosamente esclusi dalle scuole pubbliche e pareggiate? A questi drammatici interrogativi, il regime non si preoccupa di rispondere. E non se ne preoccupa nemmeno il re, il quale ha dimenticato che lui e la sua famiglia riscuotono decine di milioni all anno dal popolo italiano affamato, per il titolo di «guardiano della Costituzione italiana». Ora, secondo la detta Costituzione, i cittadini italiani - compresi quelli ebraici - «sono uguali davanti alla legge», per cui nessun governo ha il diritto di farne una categoria di cittadini inferiori, privati d ogni diritto e d ogni possibilità di vivere. Il popolo italiano, però, non rimane indifferente di fronte all ondata di più vergognosa barbarie scatenata dal regime. Che nessuno s inganni! La lotta contro gli ebrei non è che un aspetto della lotta dei grandi trust e della loro dittatura fascista contro l intero popolo italiano. 69