PAOLO FONTANA Fondazione Edmund Mach, Centro Trasferimento Tecnologico RIPRESA PRIMAVERILE E PREPARAZIONE DELLE COLONIE ALLA PRODUZIONE Rovereto 25/03/2013 IL CALENDARIO DELL APIARIO Visite invernali Nutrizione di fine inverno Controllo Primaverile Ricerca della regina Controllo della covata Nutrizione stimolante Misure contro la sciamatura Produzione di miele Controllo della Varroa Preparazione all invernamento Invernamento 1
PRIMA FASE DELL INVERNAMENTO: NUTRIZIONE ESTIVA Negli ultimi anni si registrano estati molto calde e secche. Inoltre i cambiamenti del paesaggio agrario hanno ridotto ulteriormente le possibili fonti di alimento per le api. Occorre perciò garantire alle api una adeguata alimentazione estiva, sia da un punto di vista quantitativo che qualitativo. Questo si può ottenere in tre modi: 1. Fornendo alimenti alle api (zuccherini e non solo) 2. Seminando presso gli apiari miscugli di piante nettarifere 3. Trasferendo le api in zone di montagna con molti prati fioriti INVERNAMENTO Invernare le api significa prepararle a passare l inverno. Si deve fare in modo che le colonie siano: Ben popolate da api sane (devono vivere almeno 5 mesi) Con molte scorte Alloggiate in arnie di misura adeguata Ben isolate dalle temperature esterne, specialmente in alto In apiari climaticamente favorevoli Perché in autunno si devono stringere le colonie? Per ridurre lo spazio da riscaldare nell arnia Per rendere le scorte accessibili durante i mesi molto freddi 2
RESTRINGIMENTO Se le colonie al momento dell invernamento sono su 9-10 telaini, andranno ristrette a 6-7 telaini. Asportando all inizio telaini di scorte e non di covata. Con la nutrizione autunnale le api riempiranno via via i telaini che non saranno usati per la covata. Colonie su 6-7 telaini a fine estate, vanno invernate in arniette da 6 telaini, meglio se strette su 5 telaini. Queste operazioni non devono essere fatte in ritardo, per dare alle api il tempo di riequilibrare gli spazi e per sistemare le scorte al meglio. Dopo il trattamento autunnale contro la Varroa le api vanno sistemate definitivamente, le soffitte vanno imbottite di materiale isolante (anche un sacco o della carta vanno bene). Si devono togliere o isolare i fondi di lamiera. RESTRINGIMENTO SCORTE COVATA-SCORTE TELAINI POCO ABITATI O POCO COSTRUITI DIAFRAMMA EVENTUALI TELAINI DI SCORTE IN ECCESSO POSSONO ESSERE DISTRIBUITI ALLE COLONIE CON UN DEFICIT DI SCORTE O IMMAGAZZINATI. 3
PIEDI FREDDI E TESTA CALDA ISOLANTE ISOLANTE L ARIA CALDA SALE VERSO L ALTO, QUINDI È IMPORTANTE ISOLARE LA SOFFITTA DELL ARNIA. LA LAMIERA DEL FONDO ASSORBE E DISSIPA CALORE, QUINDI MEGLIO TOGLIERLA O ISOLARLA. LE ARNIE NON DEVONO AVERE L APERTURA IN DIREZIONE DI VENTI FREDDI. LE ARNIE DOVREBBERO ESSERE SOLLEVATE DA TERRA ALMENO 40 cm. IL CANDITO DEVE ESSERE ACCESSIBILE DAL CENTRO DEL GLOMERE QUINDI LE SOFFITTE DOVREBBERO AVERE UN FORO DECENTRATO. VERIFICARE CHE LE SCORTE NON SIANO COSTITUITE DA MANNA, NON UTILIZZABILE DALLE API. RICORDARSI DI RIDURRE LE PORTICINE. IN AREE MOLTO FREDDE RIEMPIRE IL VUOTO OLTRE IL DIAFRAMMA CON LASTRE DI MATERIALE ISOLANTE. NUTRIZIONE DELLE COLONIE PER L INVERNAMENTO NUTRIZIONE ESTIVA per stimolare la produzione di covata sana (dopo il trattamento estivo contro la Varroa) con nutrimento liquido. All inizio il nutrimento deve essere diluito (stimolante) e poi più concentrato. NUTRIMENTO LIQUIDO. NUTRIZIONE AUTUNNALE: per raggiungere un adeguato livello di scorte. Devono esserci almeno 10-20 kg di miele per colonia, a seconda che sia un nucleo su 5 telaini o una colonia su 8. Un telaino pieno di scorte pesa circa 5 kg. NUTRIMENTO LIQUIDO. CON TEMPERATURE DIURNE INFERIORI AI 13-15 C NON SI DEVONO SOMMINISTRARE ALIMENTI LIQUIDI. NUTRIZIONE INVERNALE: Nelle colonie con buone scorte, conviene iniziare l eventuale somministrazione di candito verso fine gennaio. Le morie per fame in genere avvengono alla ripresa della deposizione di covata, che può verificarsi già in tale periodo. CANDITO 4
Al contrario di quanto si può pensare, i consumi invernali sono minori nelle zone con inverni freddi e assenza di covata e risultano invece elevati in zone con inverni miti che permettono alle api di volare e di proseguire nell allevamento della covata come, ad esempio, si verifica nel litorale ligure. VISITE INVERNALI In inverno conviene visitare l apiario con una certa regolarità per: Verificare che le arnie non siano capovolte o danneggiate da picchi od orsi ma anche topi Auscultare l arnia dandole un colpo secco ed accostando l orecchio alle pareti Osservare che, se è una giornata soleggiata, ci sia una minima attività di volo o alla porticina Controllare che le api abbiano ancora a disposizione del candito e come lo stanno consumando 5
Prima dell invernamento e durante le visite invernali è opportuno soppesare le arnie per avere un idea delle loro scorte. Verificare che le colonie che non consumano il candito abbiano un reale e agevole accesso a questo alimento (talvolta ci si dimentica di bucare la busta del candito o si posiziona male sopra il foro della soffitta). In colonie invernate su 7-8 telaini controllare, in giornate tiepide, controllare che le scorte non siano troppo lontane dal glomere. L applicazione di un telo plastico trasparente (resistente alle basse temperature come quello per le serre) può facilitare le ispezioni invernali, sollevando la soffitta senza esporre le api al freddo. Questo telo plastico deve avere un foro in corrispondenza dell apertura per il nutritore. INVERNAMENTO: RESTRINGIMENTO E NUTRIZIONE SCORTE-TELAINO MELARIO COVATA OPERCOLATA COVATA APERTA DIAFRAMMA TELAINI VUOTI (NO SCORTE NO COVATA) COPERTURA DI API NUTRITORE PER SCIROPPO 6
SVERNAMENTO: NUTRIZIONE CON CANDITO SCORTE-TELAINO MELARIO COVATA OPERCOLATA COVATA APERTA DIAFRAMMA TELAINI VUOTI (NO SCORTE NO COVATA) COPERTURA DI API GLOMERE NUTRITORE PER SCIROPPO CANDITO NUTRIZIONE DI FINE INVERNO 7
SVERNAMENTO: CONSUMO SCORTE E INIZIO COVATA SCORTE-TELAINO MELARIO COVATA OPERCOLATA COVATA APERTA DIAFRAMMA TELAINI VUOTI (NO SCORTE NO COVATA) COPERTURA DI API GLOMERE CANDITO RIPRESA: CONSUMO SCORTE E INIZIO COVATA SCORTE-TELAINO MELARIO COVATA OPERCOLATA COVATA APERTA DIAFRAMMA TELAINI VUOTI (NO SCORTE NO COVATA) COPERTURA DI API NUTRITORE PER SCIROPPO CANDITO 8
VARROA DESTRUCTOR 9
QUANDO INIZIARE LA LOTTA ALLA VARROA La Varroa è il più grave problema dell apicoltura contemporanea. Si devono adottare tutte le strategie possibili per combattere questo parassita. Normalmente la lotta alla Varroa ha inizio dopo l ultimo raccolto. Generalmente ciò avviene alle basse quote a fine giugno e più in alto ad inizio luglio. In alcune annate ed in alcuni apiari questo momento può essere già troppo tardi. Occorre quindi monitorare il grado di infestazione anche durante il raccolto. Oltre all uso di prodotti naturali o di sintesi si devono adottare tecniche apistiche idonee (blocco di covata, eliminazione covata, etc ) METODI DI MONITORAGGIO DELLA VARROA CADUTA: Naturale Post-trattamento INFESTAZIONE DELLA COVATA INFESTAZIONE API ADULTE 10
PRINCIPALI PERIODI DI LOTTA CONTRO LA VARROA TRATTAMENTO PRIMAVERILE: Recenti ricerche canadesi dimostrano che fino a marzo il 75% della Varroa non entra nella covata. In questa fase potrebbe risultare utile fare un trattamento se si ha il dubbio che il trattamento invernale sia stato non del tutto efficace. Potrebbe bastare un acido ossalico gocciolato o un intervento più prolungato con APIVAR. Le metodiche e l efficacia dei trattamenti primaverili sono però da verificare e mettere a punto. Un trattamento primaverile dovrebbe essere fatto entro marzo. TRATTAMENTO ESTIVO: Il trattamento estivo è considerato un trattamento tampone, che consenta cioè alle colonie di sopravvivere e di produrre api sane fino all intervento invernale. L efficacia del trattamento estivo può essere ottimale solo se abbinato ad una delle tecniche apistiche. Il trattamento estivo deve iniziare prima possibile e comunque non oltre la metà di luglio. TRATTAMENTO INVERNALE: è il trattamento di pulizia e ha la massima efficacia se effettuato in assenza di covata. Occorre quindi attendere il più possibile (se il grado di infestazione lo permette) o utilizzare magari prodotti a lento rilascio come l APIVAR. CONTROLLO PRIMAVERILE 11
RICERCA DELLA REGINA SOMMINISTRAZIONE DI POLLINE ALLE API Se durante la stagione precedente abbiamo raccolto polline in aree incontaminate e lo abbiamo conservato disidratandolo o congelandolo, possiamo somministrarlo semplicemente alle api mescolandolo al candito (se ce lo produciamo) o allo sciroppo anche direttamente nel nutritore. Questo è il modo più semplice per ottenere un alimento proteico per le api, senza correre il rischio di contaminare la colonia con sostanze che potrebbero trovarsi in farine etc 12
SVILUPPO: NUTRIZIONE STIMOLANTE SCORTE-TELAINO MELARIO COVATA OPERCOLATA COVATA APERTA DIAFRAMMA TELAINI VUOTI (NO SCORTE NO COVATA) COPERTURA DI API NUTRITORE PER SCIROPPO NUTRIZIONE STIMOLANTE Quando le temperature notturne cominciano a salire e le api volano bene durante il giorno, si deve passare alla nutrizione liquida, usando sciroppi diluiti, che simulino l importazione di nettare. In questo periodo l ideale è fornire poco nutrimento ogni sera. 8-10 giorni di nutrizione, 8-10 giorni di sospensione e poi altri 8-10 giorni di nutrizione. Questa nutrizione è detta stimolante 13
SVILUPPO: IMPORTAZIONE SIGNIFICATIVA SCORTE-TELAINO MELARIO COVATA OPERCOLATA COVATA APERTA DIAFRAMMA TELAINI VUOTI (NO SCORTE NO COVATA) COPERTURA DI API NUTRITORE PER SCIROPPO 14
SVILUPPO: INIZIO SINDROME SCIAMATORIA SCORTE-TELAINO MELARIO COVATA OPERCOLATA COVATA APERTA DIAFRAMMA TELAINI VUOTI (NO SCORTE NO COVATA) COPERTURA DI API NUTRITORE PER SCIROPPO PRODUZIONE: POSA MELARI (colonia su 10) SCORTE-TELAINO MELARIO COVATA OPERCOLATA COVATA APERTA DIAFRAMMA TELAINI VUOTI (NO SCORTE NO COVATA) COPERTURA DI API ESCLUDIREGINA 15
PRODUZIONE: POSA MELARI (colonia su 8-9) SCORTE-TELAINO MELARIO COVATA OPERCOLATA COVATA APERTA DIAFRAMMA TELAINI VUOTI (NO SCORTE NO COVATA) COPERTURA DI API ESCLUDIREGINA PRODUZIONE: DUE NUCLEI UNITI A MELARIO SCORTE-TELAINO MELARIO COVATA OPERCOLATA COVATA APERTA DIAFRAMMA TELAINI VUOTI (NO SCORTE NO COVATA) COPERTURA DI API 16
PRODUZIONE: DUE NUCLEI UNITI A MELARIO SCORTE-TELAINO MELARIO COVATA OPERCOLATA COVATA APERTA DIAFRAMMA TELAINI VUOTI (NO SCORTE NO COVATA) COPERTURE LATERALI SPAZIO VUOTO COPERTURA DI API ESCLUDIREGINA LA SCIAMATURA 17
La Sciamatura è il modo in cui si riproducono le famiglie di api (considerando la colonia come un superorganismo non essendo in grado i singoli individui di sopravvivere da soli), tra le quali l'ape europea. La nuova colonia si forma quando l'ape regina lascia la colonia con un nutrito numero di api operaie. Tale sciame è detto primario ed è formato dalla vecchia regina. Qualora vi siano più vergini nella famiglia rimasta è possibile una nuova sciamatura detta secondaria che potrebbe essere seguita da una molto più rara sciamatura terziaria. Gli sciami secondari e terziari, formati quindi da regine vergini, sono di dimensioni ridotte rispetto allo sciame primario. La sciamatura è un fenomeno prevalentemente primaverile, che dura usualmente due o tre settimane, dipendenti dalle condizioni locali. Occasionalmente possono però verificarsi sciamature fuori periodo, in stagione inoltrata, di solito causate da problemi sanitari. LA SCIAMATURA Per avere un buon raccolto é necessario avere: - una famiglia forte - una fioritura abbondante Queste condizioni sono ideali per l'istinto sciamatorio delle api. Il periodo della sciamatura si presenta, usualmente, tra marzo e giugno, ma possono aversi anche sciamature precoci o tardive in febbraio, fino a settembre. Gli elementi che spingono le api alla sciamatura sono: Mancanza di spazio per lo stoccaggio del nettare e nella camera di covata Scarsa secrezione feromonale della regina con debole coesione della famiglia. La combinazione scatenante della sciamatura é favorita dalla scarsità di circolazione del feromone mandibolare della regina e del feromone emesso dalla covata non opercolata. 18
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L'APE REGINA È IL PROTAGONISTA DELLA SCIAMATURA DEPONE LE UOVA (APPARATO GENITALE DELL ALVEARE) MANTIENE LA COESIONE DELL ALVEARE (FEROMONE REALE) PORTA I CARATTERI GENETICI (MADRE DI TUTTE LE API) 20
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USO DELLE CELLE REALI DI SCIAMATURA Le celle reali di sciamatura non devono essere utilizzate per produrre regine per la costituzione di nuovi nuclei. In questo modo non si fa altro che aumentare l attitudine sciamatoria delle proprie colonie. La sciamatura naturale infatti è un problema perché: Comporta spesso la perdita di sciami Riduce la popolazione delle colonie nel momento del raccolto Alcune volte gli sciami si attaccano in posizioni pericolose Gli sciami possono infastidire vicini e animali domestici POSSONO ESSERE UTILI PER: Sostituire temporaneamente una regina in una colonia orfana o con regina fucaiola. Fare dei nuclei anticipatamente. poi la regina andrà sostituita COMBATTIMENTO TRA DUE REGINE: NE RESTERÀ SOLTANTO UNA 22
L ACCOPPIAMENTO DELLE REGINE AVVIENE IN VOLO Due giorni dopo l'ultimo volo nuziale, comincia il periodo della deposizione delle uova che può arrivare sino a 3000 al giorno. È stato calcolato che nel corso della sua vita una regina può arrivare a deporre uova per un peso pari a circa mille volte il suo. 23
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SCIAMATURE PRECOCI E TARDIVE Particolari casi di sciamatura precoce si possono avere qualora i favi di polline (barriera oltre i quali la regina non depone) siano a ridosso dei favi di covata e vi sia scarso spazio per la deposizione delle uova da parte della regina. Bisogna controllare alla ripresa della deposizione lo spazio disponibile. Vi sono anche casi di sciamature tardive, così dette "per disperazione". Queste si hanno usualmente quando per fattori interni od esterni l'alveare diventa inospitale o scarsamente idoneo alla biologia dell'ape. Casi del genere si hanno quando invasioni di formiche rendono invivibile la coesistenza dei due insetti (specie le formiche argentine, piccole e molto aggressive verso la covata e le api stesse). Ancora si hanno casi di sciamature tardive con abbandono della covata e delle scorte da parte di famiglie fortemente colpite da Varroasi. Le api hanno scoperto prima di noi che la sciamatura può essere un metodo per ridurre l'infestazione. SEGNALI PREMONITORI DELLA SCIAMATURA Vi sono numerosi segni premonitori della sciamatura: Aumento del numero di fuchi Comparsa delle coppe reali (inizi di celle reali) Sospensione della deposizione (la regina si alleggerisce per volare meglio) Minore attività dell'arnia Numerose api esploratici" alla ricerca di un potenziale nuovo nido, 25
MISURE CONTRO LA SCIAMATURA Al fine di controllare la sciamatura vi sono due ulteriori metodi: - Soppressione delle celle reali - Clippaggio della regina La soppressione delle celle reali richiede il controllo, almeno ogni 9 giorni (meglio ogni settimana), di tutti i favi per scoprire se vi sono celle reali, sapendo che, in genere, lo sciame puo' partire con l'opercolazione delle celle reali (al nono giorno dalla deposizione). Clippare le regine vuol dire amputare una delle ali (destra anni pari sinistra anni dispari), al fine di impedirne il volo. Questo metodo già usato dai romani più che evitare la sciamatura può ritardarla, poiché lo sciame puo' partire con la prima regina vergine emergente, oppure sciamare per terra avanti la bocca dell'arnia (dato che la regina non riesce a volre). SOPPRESSIONE DELLE CELLE REALI Generalmente un controllo settimanale può bastare per verificare la presenza di celle reali, ma in casi di stagioni molto produttive, in colonie forti e predisposte alla sciamatura, si possono osservare sciami ripetuti che escono dalla colonia anche in presenza di celle reali ancora aperte. PRIMA DI SOPPRIMERE LE CELLE REALI ACCERTARSI DELLA PRESENZA DELLA REGINA O ALMENO DI UOVA FEMMINILI. SCIAMI PRIMARI E SCIAMI SECONDARI Per sciame primario si intende lo sciame che parte con la regina vecchia, cioè con una regina fecondata. Per sciame secondario si intende quello che parte con una nuova regina, quindi vergine. Molto spesso se ci sono sciami secondari questi sono più di uno. In genere lo sciame primario è il più cospicuo mentre quelli secondari sono via via più piccoli. Questo deriva dal fatto che regine vergini hanno una minore attrattività sulle api, che seguono in minor numero la regina non ancora fecondata. 26
CLIPPAGGIO DELLA REGINA SOPPRESSIONE DELLE CELLE REALI 27
CATTURA DEGLI SCIAMI Materiale occorrente: Prendisciami, arnietta da nuclei o arnia Telaini con foglio cereo Telaino con scorte Cesoia o sega Scala Si recide il ramo dove lo sciame è attaccato. Si scuote lo sciame entro la nuova arnia Quando tutte le api sono entrate si può subito collocare l arnia nella posizione desiderata, anche nello stesso apiario. QUANDO LE API DELLO SCIAME ENTRANO FRETTOLOSAMENTE NELLA NUOVA ARNIETTA, QUESTO DIMOSTRA CHE LA REGINA È ALL INTERNO. IN POCO TEMPO TUTTE LE API ENTRERANNO E L ARNIA POTRÀ ESSERE SPOSTATA 28
DOPO LA CATTURA DELLO SCIAME Cercare di stabilire da quale colonia lo sciame sia partito per non perdere le informazioni genetiche della regina. Trattare con acido ossalico dopo 4-5 giorni, sfruttando l assenza di covata opercolata per ripulire la colonia dalla Varroa. Nutrire la nuova colonia per accellerarne lo sviluppo. Aggiungere gradualmente telaini con foglio cereo per sfruttare la produzione di cera delle api sciamanti e ottenere favi nuovi e sani. Dopo una settimana controllare la regina, la sua ovideposizione e stabilire se si tratta di regina vecchia o vergine di uno sciame secondario. UN METODO PARTICOLARE PER AVERE FAMIGLIE FORTI E POPOLOSE PRONTE AL RACCOLTO SENZA CORRERE IL RISCHIO DI SCIAMATURA Questo metodo è valido solo se applicato prima che le famiglie entrino in febbre sciamatoria, cioè prima delle costruzioni di celle reali. SI PARTE DA UNA COLONIA BEN SVILUPPATA SU 10 TELAINI 29
MATERIALE NECESSARIO PER APPLICARE QUESTO METODO: 2 melari vuoti 12 telaini da melario costruiti Un escludi regina Tre telaini da nido costruiti vuoti Escludiregina COME SI PROCEDE: Individuata la famiglia forte si prelevano tre telaini di sola covata opercolata coperti di api senza prelevare la regina. (Togliendo covata aperta alle famiglie invece di annullarla si favorisce la sciamatura). Si inseriscono al centro di due melari che saranno completati con telaini da melario Al loro posto, intercalandoli con altri telaini già presenti nell alveare, si mettono tre telaini da nido costruiti vuoti, in modo che la regina abbia subito a disposizione celle vuote da poter deporre. Sopra alla famiglia, si pone l escludiregina e si mettono sopra i due melari completi di telaini da nido e da melario, infine si coprono con il coprifavo e il tetto. Dopo una settimana si controllano i tre favi di covata nido nei melari, se si trovano celle reali o si distruggono o si utilizzano per fare sciami artificiali. Si lascia nascere la covata e le cellette dei telaini da nido man mano che si liberano saranno riempiti di miele e potranno essere usati per integrare le scorte ai nuclei, sostituendoli con telaini da melario. 30
GRAZIE 31