Le nuove divise dei portalettere Il bando vinto dalla stilista 22enne Il «postino» Gimondi e la mamma Lettere consegnate da nomi che raccontano pezzi di storia patria: da Matilde Serao, scrittrice e prima giornalista italiana (1856-1927) a Giovanni Ermete Gaeta, musicista, autore di «hit» celeberrime e assai differenti l una dall altra: dalla patriottica «Canzone del Piave» alla «Tammurriata nera», antesignana dei moderni rap. Passando per Angela Salvi, la «postina di Sedrina», la mamma di Felice Gimondi che iniziò il figlio alla bicicletta, portandoselo appresso durante i giri di servizio (leggi l articolo). Sono i portalettere italiani, che presto riceveranno una nuova divisa. L uniforme (quella vecchia era datata 1998) è stata realizzata da una giovanissima studentessa dell Istituto Modartech di Pontedera, la 22enne Beatrice Bazzano, che con i suoi modelli ha vinto contest lanciato da «Poste italiane», cui hanno partecipato i migliori giovani stilisti e designer italiani di 26 istituti pubblici e privati. Alla vincitrice andrà in premio una Borsa di studio del valore di 20.000 euro per accedere a un master o a un corso di perfezionamento in Italia o all estero. I lavori sono stati scelti da una giuria di qualità (Foto Istituto Luce) L inziativa «è il simbolo di una innovazione che preserva - ha detto Francesco Caio, amministratore delegato di Poste italiane, premiando la stilista - i valori identitari e fondanti di Poste. Per noi, e spero anche per tutti i cittadini, i postini sono simbolo di fiducia e di vicinanza con i territori», ha detto il manager. La scelta di affidare a un
contest il disegno delle nuove uniformi «è il segno che vogliamo investire nelle nostre persone, soprattutto per migliorare la sicurezza sul lavoro, la fruibilità dei nostri servizi e il rapporto tra le postine, i postini e i cittadini - ha aggiunto Caio -. In questo progetto abbiamo voluto coinvolgere le scuole, con i loro giovani talenti, che hanno raccolto le opinioni del nostro personale e dei clienti, con l obiettivo di migliorare sempre più, e in sicurezza, un lavoro su cui puntiamo per migliorare i rapporti tra l azienda e la comunità» (Istituto Luce) A sinistra Angela Salvi e a destra due dei suoi figli ciclisti: Ezio e Felice. Prima ancora di diventare uno dei più grandi campioni della storia del ciclismo - un Tour e tre Giri vinti, oltre a innumerevoli classiche - Felice Gimondi era conosciuto come «il figlio della postina di Sedrina». Appunto: Angela. Che si è spenta nel novembre 2013, all età di 103 anni. Un pezzo di storia, a suo modo. Se Felice iniziò ad andare in bicicletta lo deve alla sua anticonformista mamma che, a dodici anni mentre lavorava al cotonificio di Zogno (iniziò presto, visto che rimase orfana di padre nel 1917), imparò a pedalare nelle pause pranzo, prendendo in prestito la bici del fattorino dello stabilimento. «Ero l unica ragazza del paese a saper andare sui pedali - raccontò la signora Angela - un mezzo allora considerato solo per uomini. Quando diventai la postina di Sedrina, dopo il rifiuto di mio fratello, iniziai a portare le lettere in bicicletta. Una cosa impensabile all epoca, tanto che il parroco del paese mi disse che se fossi passata di lì in bici ancora una volta mi avrebbe fatta cadere». (Archivio Gimondi)