In questo numero: Diritti umani in primo luogo. www.al-maqdese.org. Introduzione. Risultati del progetto

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Transcript:

1 Newsletter mensile pubblicata da: Al-Maqdese per lo sviluppo della società in arabo, inglese, italiano Promozione delle opportunità di pace attraverso la fine dello sfruttamento contro i diritti delle donne Di Gerusalemme Est uguaglianza di genere Introduzione In questo numero: 2 Risultati del progetto 3 Storie di Sofferenza Parla una donna di Gerusalemme 4 Le condizioni di vita delle donne italiane che vivono in povertà 7 www.al-maqdese.org

2 Introduzione: A partire dal 2012, MDS ha intensificato i suoi sforzi per raggiungere nuovi e rilevanti obiettivi a livello lavorativo. Lottiamo per ristabilire i diritti che sono stati violati, in particolar modo quelli che riguardano le donne, tramite il nostro progetto Gender Equality. Ogni giorno proviamo a rinnovare il nostro impegno nell implementare quelle attività progettuali che potrebbero complessivamente contribuire al conseguimento degli obiettivi previsti da Gender Equality. Le donne palestinesi non smetteranno mai di battersi per i propri diritti, specie dopo un anno di intensa implementazione del nostro progetto Gender Equality. La sensibilizzazione dell opinione pubblica, in termini di diritti politici, sociali ed economici ha costituito una parte integrante delle attività del progetto. Il presente numero, oltre a fornire una visione complessiva dei precedenti obiettivi raggiunti dal progetto Gender Equality nel corso del 2011, racconta la storia di una donna di Gerusalemme ed infine fa luce sulle condizioni di vita delle donne italiane che vivono al di sotto della soglia della povertà.

3 Obiettivi raggiunti dal Progetto tra il Dicembre 2011 e il Gennaio 2012: Il progetto Gender Equality prevede sessioni di sensibilizzazione e formazione, così come un numero di regolari pubblicazioni. 1. Basandosi sulle premesse di Al-Maqdese, è stato condotto un corso di formazione rivolto alle organizzazioni femminili. Questo mirava a documentare le violazioni sociali commesse, nonché le relative legislazioni sia a livello locale che a livello internazionale ed ha evidenziato, inoltre, i meccanismi di documentazione, incentrandosi sul ruolo che hanno i media e le nuove tecnologie nel diffondere informazioni su queste violazioni. 2. Sono stati condotti due laboratori di sensibilizzazione; il primo poneva l accento sul tema dell espropriazione della casa, mentre il secondo sull espropriazione della casa in conformità con le convenzioni dell ONU. Gruppi di donne hanno partecipato attivamente ai laboratori, posto che riflettevano tematiche tristemente legate alla loro quotidianità. 3. Redazione e pubblicazione del seconda raccolta intitolata: In Jerusalem We Shall Stay Resteremo a Gerusalemme, che racconta storie di donne che hanno sofferto per ottenere l unificazione familiare. 4. Organizzazione di laboratori di formazione professionale, finalizzati a fornire alle donne gli strumenti adatti ad inserirsi al meglio nel mercato del lavoro. Il corso prevedeva le seguenti materie: formazione per parrucchiere, contabilità, segreteria, ricamo e artigianato. Nel condurre questi corsi di formazione, MDS si è avvalso della collaborazione di numerose organizzazioni e centri locali.

4 La Storia di Ms. Wafa Bukhari La Città Vecchia Ms. Wafa fa parte di una famiglia gerosolimitana che vive, da secoli, nella zona della città vecchia, a Gerusalemme; la sua casa si trova nel quartiere di Naqshabandi, dove si trova la tomba di suo nonno. Oggi vive lì da sola, nel timore di potersi vedere privata della sua carta d identità e dunque costretta a lasciare la città. La sua storia è iniziata parecchi anni fa, quando si è allontanata dal suo paese per molti anni, spostandosi tra la Giordania e gli Emirati Arabi per lavoro, dopo aver conseguito il diploma e la laurea il Lingua e Traduzione e quella in Letteratura Inglese, spinta dall ambizione di mettere a frutto le sue competenze, uscendo dai territori occupati. Ha vissuto negli Emirati Arabi per 16 anni, tra il 1989 e il 2005, dopodiché è tornata a casa per prendersi cura della madre inferma. Durante il periodo in cui è stata lontana da casa, aveva l abitudine di far visita alla sua famiglia una o due volte all anno. Una volta tornata, non avevo idea di quali fossero le leggi relative all assicurazione nazionale e i programmi sull assicurazione per la salute, così mi sono rivolta ad un avvocato, il quale mi ha consigliato di non chiedere, al momento, nessuna informazione circa la mia residenza o la mia assicurazione sulla salute, e di aspettare

5 due anni prima di farlo. Inoltre, mi ha sconsigliato di rivolgermi all ufficio Postale di Israele. Ricordo di essermi sentita un po in ansia, dopo aver appreso queste notizie, ma non mi restava altro che fare quanto mi veniva detto. Due anni dopo questo primo incontro, ho fatto nuovamente visita al mio avvocato, per sentirmi dire che sarei dovuta tornare tre, e non due anni dopo. Sentirmi dire una cosa del genere è stato davvero frustrante, perché sapevo che mi stava mentendo. Un giorno, mentre camminavo per strada, ho trovato per caso un ufficio che si occupa di seguire le procedure per l ottenimento del documento d identità. Sono entrata, e l avvocato di turno mi ha confermato che, come immaginavo, avrei dovuto iniziare le procedure non appena arrivata e mi ha chiesto di fornirgli tutti i documenti necessari al caso, ma purtroppo all epoca non avevo i soldi necessari a pagare la sua parcella, e non ero nemmeno pienamente consapevole della gravità della mia condizione. E stato solo dopo essersi recata presso gli uffici del Ministero degli Interni che Wafa ha scoperto che la sua carta d identità era stata congelata nel 1991; dopodiché, per un paio d anni, ha lasciato da parte la questione, per poi rivolgersi nuovamente ad un avvocato, ancora una volta inutilmente. Parlando della sua situazione insieme ad alcuni partenti, è stata indirizzata da uno di loro all Ufficio di Consulenza Legale di MSD, dove è riuscita finalmente ad ottenere un assistenza adeguata. Lì, una volta presentati tutti i documenti necessari al caso, i legali si sono subito resi conto

6 della gravità della sua situazione ed hanno subito cominciato a lavorarci su. I suoi problemi riguardavano l Istituto Assicurativo Nazionale, il documento d identità e le tasse sulla casa. Grazie ad un lavoro intenso lo staff è riuscito a reperire le informazioni necessarie al recupero del suo documento, e ad aiutarla a coprire i suoi debiti con l Istituto Assicurativo Nazionale tramite premi assicurativi. Adesso Wafa si sta impegnando per eliminare lo stato di allarme relativo alle tasse. Al momento non lavora, perché ha passato gli ultimi anni ad occuparsi della madre malata fino al giorno in cui è morta, ma si sta impegnando per riuscire a tornare a lavorare. Il suo desiderio è tornare con la compagnia con cui lavorava negli Emirati Arabi, con cui sta cercando di rientrare in contatto. Tuttavia teme che, se dovesse lasciare nuovamente il paese, potrebbe andare incontro a nuovi problemi. E difficile prendere una decisione, perché per quanto voglia tornare lì, la casa in cui vive a Gerusalemme appartiene alla sua famiglia ed ha un grande valore economico oltre che affettivo, e allontanarsi potrebbe voler dire perderla per sempre. Nonostante la gioia provata nel vedersi restituire il suo documento d identità e nell aver risolto i suoi problemi, rimane lo spettro dei terribili anni trascorsi per raggiungere questi obiettivi. Mi sentivo costantemente minacciata, temevo di poter essere cacciata fuori dal paese da un momento all altro. Se così fosse successo, dove sarei andata? Un giorno, nel 2008, mi è stato chiesto di recarmi presso la stazione di polizia di Nabi Ya qoub, ma avevo troppa paura di andarci; all epoca avevo una ricerca sul campo con il mio precedente lavoro. Un libro di Storie che raccoglie le esperienze delle donne di Gerusalemme e la loro sofferenza nell unificazione delle famiglie Tutti i diritti riservati al legittimo titolare Al - Maqdese per lo Sviluppo della Società Dicembre 2011

7 Le condizioni di vita delle donne italiane che vivono sotto la soglia di povertà Dal 2001 al 2010, la crescita media in Italia è stata la peggiore registrata in Europa. Secondo il report annuale presentato dall ISTAT, Istituto Nazionale Italiano di Statistica, al nostro Parlamento, l Italia si trova in condizioni critiche. Circa il 24% della popolazione italiana, 15 milioni più o meno, è a rischio di povertà o esclusione sociale. I dati rivelano che il tasso di povertà ammonta a circa il 21,1% in più rispetto agli standard europei1. Il report mostra che i giovani e le donne sono i più colpiti, dal momento che il loro lavoro è svalutato e sottopagato. I dati redatti dall ISTAT indicano che le donne sostengono di più il peso di lavori di bassa qualità e scarsa retribuzione rispetto ai loro colleghi uomini. E stato inoltre rilevato che, dopo le gravidanze, 800.000 donne sono state costrette a dimettersi, perché licenziate o costrette a sottostare a condizioni lavorative insostenibili. 2 Insieme a questi rilevamenti, un report presentato dall Ocse ha fatto luce sui sistemi pensionistici nei maggiori paesi industrializzati, rivelando che le pensioni delle lavoratrici italiane sono, in media, di un terzo inferiori rispetto a quelle dei loro colleghi, probabilmente a causa del loro pensionamento generalmente anticipato. Il report dell Ocse da un quadro allarmante, dal momento che le donne oggi sono effettivamente più a rischio di povertà, dopo la pensione, rispetto alla loro controparte maschile. E un dato di fatto che in Italia il tasso medio di povertà per gli ultra sessantacinquenni è in linea con la media proposta dall Ocse (13,3%), ma c è un divario sostanziale tra gli uomini (meno del 10%) e le donne (oltre il 15 %). Il report stilato dalla Fondazione Cittalia dell Anci Associazione Nazionale Città Italiane, basato sui dati ISTAT, conferma che le madri italiane vivono in condizioni di povertà, sia single che in una coppia. Questo report va oltre, e mette in relazione i dati statistici con l economia e l economia domestica in particolare, rispondendo alla domanda cosa vuol dire essere poveri? La banalità di non riuscire ad arrivare alla fine del mese, significa non essere in grado di permettersi il riscaldamento centralizzato, l affitto e le bollette, rinunciare a comprare i vestiti necessari ai propri figli, e peggio ancora, non avere i soldi per comprare da mangiare, medicine, materiale scolastico e tasse. Possiamo dunque trarre la conclusione che le condizioni delle donne sono

8 decisamente difficili da sopportare. I processi che andrebbero implementati così da migliorare le attuali condizioni non possono produrre cambiamenti sostanziali in tempi brevi. Comunque, il report dell Anci sembra dare un segnale incoraggiante, quando afferma che Sarebbe certamente riduttivo considerare le madri in condizione di povertà come elementi deboli e bisognosi. In moltissimi casi le biografie di queste madri rivelano forti personalità, come di chi non si arrende nemmeno di fronte alla totale solitudine e alle condizioni più misere. Dopo tutto, le donne dimostrano un abilità non comune a non cedere mai, grazie alla loro forte consapevolezza riguardo a ciò che chiedono per sé stesse e per il proprio futuro.