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STABULARIO in progress! Giornale dell ITIS-LST Giovanni Giorgi di Milano Numero Cinque Maggio 2005

STABULARIO in progress Giornale dell ITIS-LST Giovanni Giorgi di Milano Numero Cinque Maggio 2005 Redazione Allemano, Hidalgo, Scaramuzza, Sommario 25 Aprile: Concerto al Giorgi p 3 Ruolo della donna ieri e oggi p 4 Giovanni Paolo II p 5 Problemi dei giovani d oggi p 6 Dan Brown e i suoi racconti p 6 Una giornata particolare. p 8 Aumento del traffico nelle città p 9 Le città dei nostri tempi p 10 Le mie due città p 11 Il mio Giorgi : considerazioni di un ex p 12 Le classi 1At e 2At visitano Santa Caterina Valfurva. p 14 Da quale lato guidi? p 15 Un altra vita oltre la morte? p 16 Gita scolastica a Praga p 17 La mia recente esperienza a Roma p 19 Quando la lama è a doppio taglio p 20 Patente a punti p 20 Sogni e speranza di un giovane d oggi p 21 Un esperienza davvero emozionante p 22 Novello Leonardo? p 23 Violenza negli stadi p 23 Imola 2005 p 24 L addio di Cipollini 25 p 25 Il Prof Galano va in pensione p 26 La prof. Franca Ricci lascia l insegnamento p 26 Curiosità scovate per voi p 28 Una poesia p 29 L angolo del buonumore p 29 Indovinelli e soluzioni p 30 2

28 Aprile 2005 Concerto al Giorgi Una serata piacevolissima cui hanno partecipato imprenditori, associazioni di imprese, genitori, insegnanti, presidi, docenti universitari, rappresentanti delle istituzioni (graditissima la presenza del Sindaco di Buccinasco, dr. Carbonera), dell IRRE Lombardia, della Direzione Scolastica, del Provveditorato. E poi amici vari. A segnalare l importanza dell evento è arrivato anche il Direttore Generale all Istruzione della Lombardia, dr. Mario Giacomo Dutto, accompagnato dal preside Malaspina. Quale l obiettivo della serata? Rafforzare i già buoni rapporti tra scuola, imprese e partner sociali e istituzionali. Si è voluto ribadire che una scuola scientifica e tecnologica sa convivere con il divertimento e la cultura. Prima del Concerto è stato offerto un rinfresco veramente notevole, graziosissimo e apprezzato, curato dal nostro caro Franco (e la Moglie, e Maria ) E il concerto è stato davvero meraviglioso. Una grande serata, che spero abbia contribuito a favorire i rapporti tra diversi soggetti ed amici che a vario titolo hanno collaborato e collaboreranno con il Giorgi. L Orchestra a plettro Città di Milano è composta di 35 elementi, basati soprattutto su mandolini e chitarre. Hanno suonato Vivaldi, Mozart, Verdi, Bizet, Cilea, Sartori, Teodorakis. Finita l ultima aria di Zorba il greco è stato chiesto il bis, ed è quindi stata concessa Torna a Sorriento. Insomma una miscela esplosiva di musica classica e musica napoletana, governata dal Maestro Marco Doni e presentata dalla strumentista Maristella Censi. Mentre la musica veleggiava, stormi di studenti del serale volavano intorno agli avanzi del rinfresco. Colto da pietà ho fatto entrare un manipolo di venti ragazzi invitandoli a conservare qualche cosa per l Orchestra, che a fine Concerto si sarebbe concessa un dessert. Ho ovviamente dovuto cacciarli in malo modo, diversamente per l orchestra Finito il Concerto, anche l Orchestra ha gradito il rinfresco. Alla fin fine abbiamo iniziato alle 20.30 e finito a mezzanotte, anche grazie ai Bidelli che hanno vigilato alle porte. 3

Ruolo della donna ieri e oggi La donna ha lottato, e lotta ancora oggi, per avere una parità di diritti con l uomo, potendo cambiare le condizioni femminili. Qualcosa è iniziato a mutare nel 1946 con il suffragio universale, con l introduzione del diritto di voto anche per le donne. Nonostante la Dichiarazione Universale dei diritti dell uomo e del cittadino affermi l eguaglianza di tutti gli uomini per il solo fatto di appartenere al genere umano, le donne acquisteranno un individualità sociale e politica solo molto più tardi. Un risultato concreto, oggi, della vita pubblica delle donne è la Commissione e Leggi per la Pari Opportunità. Comunque, si è ancora lontani da un vero valore che le compete, perché bisogna lottare per cambiare i modelli femminili inventati dalla cultura maschile. I maschi sono disposti a rinunciare difficilmente ai loro privilegi, condizionamenti inculcati in entrambi i sessi nell infanzia e alimentati di continuo nella vita adulta. Pregiudizi e immagini convenzionali della donna, vista non quale essa è nella vita di ogni giorno, ma attraverso modelli acquisiti fin dall antichità e durante il processo di socializzazione, fanno sì che venga a crearsi una forma di invisibilità socioculturale. Anche se alcune emergono, e sono poche a dir la verità, in carriere prestigiose, che non siano considerate femminili per tradizione (attrice, cantante, top-model e, in parte, creatrice di moda), l esempio da esse offerto non è tale da imporsi come modello. Rimangono eccezioni che non cambiano in nulla l immagine della donna vista come madre-moglie esemplare nella casa, preziosa collaboratrice nell ufficio, insostituibile vicemadre nei nidi d infanzia. Ci sono stati movimenti femminili, che volevano richiamare l attenzione di uomini e donne sulle differenze di cui erano oggetto fin dalla nascita, trasmettendo un immagine più realistica, più conforme all impegno della donna nella società moderna e, quindi, molto diversa da quella di comodo e tradizionale imposta per secoli. Dare nuova conoscenza ed una nuova identità di sé. Io penso che, se non si rompe questa catena millenaria contro l affermarsi dell essere umano donna, non si potrà mai cambiare niente. Siamo talmente convinti che la donna deve fare questo e l uomo deve fare quest altro, che continuiamo ad alimentare questo meccanismo. Perché l uomo fa fatica a conquistare una donna rispetto al passato? E perché ne ha quasi paura? Perché all uomo non è stato insegnato a capire che la donna ha i suoi bisogni, la sua integrità e il suo pensiero. Fortunatamente, nella nostra epoca, iniziamo a sciogliere vincoli dagli abiti ormai obsoleti per noi donne. Liberiamoci da frasi stereotipate come: l uomo è il sesso forte e la donna quello debole ; potrà esserlo, forse, nella forza fisica, ma non in quella mentale. Non sono per un mondo guidato dalle donne, ma per un mondo condotto da un equilibrio tra uomini e donne. Tutto ha un risvolto, come le due facce della medaglia e, dare troppo a uno, toglierebbe all altra. Siccome è una abitudine che ci portiamo addosso da millenni, non si può cambiare dall oggi al domani, ma, possiamo ricominciare, insegnando tutto ciò alle generazioni future con l esperienza del presente e, soprattutto, del passato. Laura Zaffaroni 2 As serale 4

ER PAPA NOSTRO, GAJARDO E TOSTO Sabato 2 Aprile, ore 21.37: è morto il Papa. Sgomento mondiale. Io sono credente, ma non praticante; però, quanto è successo non mi ha lasciata indifferente. Confesso che, vedendo le immagini alla tv, ho pianto. Ho chiesto ai miei genitori se quando morì il papa precedente al Papa Wojtyla ci fu tutto questo movimento di pellegrini: la loro risposta è stata negativa. La cosa che mi ha fatto schifo (permettetemi il termine) è che i giornalisti facevano a gara per indovinare quando sarebbe stata data la notizia della morte del Papa, pensavano tra la mezzanotte di venerdì e le 06 del mattino di sabato. Ma anche in questo si è contraddistinto il Santo Padre, perché ci ha lasciato la sera del sabato. Impressionante la forza della gente arrivata a Roma per vedere la salma del Papa anche dovendo aspettare dalle 15-20 ore solo per dargli l ultimo saluto. Questo Pontefice è stato amato e sarà amato perché è colui che si è incontrato personalmente con il maggior numero di esseri umani, cui ha stretto la mano, ha parlato, ha pregato assieme e ha benedetto. Soprattutto le persone più povere, incolte, non hanno avuto l impressione dell irraggiungibilità, della superiorità o timore. Dalle interviste rilasciate da chi ha potuto avere un contatto personale col Pontefice, è stato spiegato che è come se lo si conoscesse da lungo tempo, come se si parlasse con un amico. Una tematica che è stata sempre al centro del suo pensiero è: La via della chiesa è l uomo. L uomo non può più considerarsi centro del mondo e ha paura di se stesso a motivo della sua propria potenza distruttiva. Una dichiarazione del card. Ratzinger mi ha colpito moltissimo, spiegando l unità fra mistero e persona di papa Giovanni Paolo II: il credere non soffoca il pensare e non ha bisogno di mettere fra parentesi l esperienza del nostro tempo. Solo la fede dona al pensiero la sua apertura e all esperienza il suo significato. L uomo non diventa libero quando diviene un solista, ma quando riesce a trovare il grande contesto cui appartiene. Dopo che ho sentito queste parole, mi sono chiesta: - io a che contesto appartengo?- Cavolo, ho 30 anni, ma sono ancora all inizio del percorso e di strada ne ho parecchia da percorrere. Non mi sono mai soffermata sull importanza del papa che, invece, aveva nel resto del mondo. In 27 anni di pontificato, ha compiuto 104 visite pastorali fuori dall Italia. Ha viaggiato tanto perché era consapevole d essere il primo responsabile dell azione missionaria della Chiesa cattolica. Ha visitato 129 paesi e in alcune nazioni è stato due o più volte. Ha privilegiato i Paesi del Terzo Mondo, America Latina e Caraibi, Africa e Asia. Il suo primo viaggio è stato in Messico e Santo Domingo nel 1979, dopo tre mesi dalla sua elezione. Giovanni Paolo II ha trascorso un decimo del pontificato fuori dai Palazzi apostolici. Purtroppo, bisogna distinguere i suoi viaggi precedenti al suo attentato del 13 maggio 1981 e quelli successivi ad esso, perchè i viaggi anteriori all attentato si caratterizzavano per l aria di festa, la relativa facilità con la quale la gente poteva avvicinarsi al papa e l abitudine del Pontefice di uscire dal protocollo per andare tra i malati, i bambini, la gente che lo chiamava. Dopo il ferimento, è cambiato molto: le misure di sicurezza sono diventate più severe e intorno al Papa si son visti sempre più numerosi i poliziotti. Inoltre, ha fatto la comparsa la papamobile, il veicolo dai vetri blindati. Ma tutta questa sicurezza non fermava il Papa dall avvicinarsi alla sua gente e ingaggiava piccole battaglie d astuzie coi suoi guardiani, svoltando improvvisamente a destra o a sinistra per andare tra la folla. Nei viaggi degli ultimi anni, il Pontefice, in poltrona a rotelle, non poteva concedersi questi fuori programma. Un altro desiderio del Papa era di conoscere tutte le chiese della sua diocesi, e su 332 ne ha visitate 301. Negli ultimi anni, quando non riusciva ad andare personalmente, invitava le comunità in Vaticano. Ricordo un aneddoto carino che, secondo me, incarna lo spirito del Papa, di entrare in sintonia con tutti, e questo è avvenuto nell ultimo incontro con i parroci romani in Vaticano, il 24 febbraio 2004. In quell occasione, padre Lucio Maria Zappatore, parroco di Santa Maria Regina Mundi, a Torrespaccata, fece al Papa questa richiesta: 5

Quando lei incontra i fedeli di tutto il mondo, si esprime in tante lingue diverse perché non ci dice una parola, una frase, un saluto in dialetto romanesco? Noi qua te volemo tutti bben. Il Papa lo accontentò e rispose simpaticamente: Damose da fa, volemose bbene, semo romani. Padre Zappatore, romano del rione Monti, scrive poesie in romanesco, organizza concorsi poetici in questa lingua e il tema per il 2005 è: Er papa nostro, gajardo e tosto. Lo è stato, gajardo e tosto, perché, fin dall inizio della sua salita al Pontificato, il primo ostacolo è stato la sua provenienza da un paese lontano, alla salita di un non italiano. Si pensava a come potesse reagire il mondo sovietico e il popolo romano alla sorpresa del Papa polacco. Ma egli si presentò alla folla non solo per benedirla, ma anche per parlarle di questo timore. Una qualità di Giovanni Paolo II è stata l uso creativo dei media, fin dal primo viaggio compiuto in Messico,per dimostrare che è in grado di convocare folle più grandi di quante la propaganda atea non ne abbia mai adunate. La dimostrazione più convincente sono state le grandi folle che attirava attorno a sé in concomitanza delle Giornate Mondiali della Gioventù, volute dal Papa e, soprattutto, dai giovani stessi. Per il Pontefice era di estrema importanza il dialogo con i giovani e soprattutto il loro incontro. E tutto riconducibile a due giornate, il 15 aprile 1984 per il Giubileo dei giovani, e il 31 marzo 1985 per l incontro mondiale programmato in occasione dell Anno internazionale, indetto dall Onu. Migliaia di ragazzi e ragazze invasero gioiosamente Roma per ben due volte in meno di un anno. Quel massiccio afflusso fu interpretato come sintomo della ricerca spirituale, che animava il mondo giovanile. Il 20 dicembre 1985, Giovanni Paolo II rese noto di aver istituito la Giornata mondiale della Gioventù (Gmg), da festeggiarsi nelle chiese locali ogni domenica delle Palme, un anno ogni due o tre, affiancata da incontri internazionali presenziate dal Santo Padre. La prima giornata internazionale fu organizzata a Buenos Aires, 11-12 aprile 1987, parteciparono circa 1 milione di partecipanti. Nel 1989, toccò alla Spagna, nel 1991 in Polonia (circa 1.200.000 giovani), ma il record si stabilì nel 1995 a Manila (Filippine), con più di tre milioni di partecipanti, record finora ineguagliato. Questo per dire che l incessante attività di pellegrinaggio del Papa ha fatto sì che il peregrinare non avvenisse più verso un luogo sacro, ma verso la presenza di Dio, nel volto dell uomo contemporaneo. Concetto fondamentale perché sapeva che faceva breccia nel cuore dei giovani. Il sapere che ci si può identificare nel proprio credo dovunque e non solo racchiuso nelle mura di una chiesa. Io mi identifico in questo credo dovunque, perché da parte della famiglia di mio padre ho parenti, che erano sacerdoti e suore. La cosa che, però, non sopportavo è che era un obbligo frequentare l ambiente ecclesiastico e, quando chiedevo il perché, mi veniva risposto che bisognava farlo e basta. Non esiste il bisogna farlo e basta, io voglio capire per poi decidere se farlo o no. Credo che il periodo che va dalla scomparsa di Giovanni Paolo II ai suoi funerali mi rimarranno impressi per lungo tempo. Laura Zaffaroni 2 As serale Problemi dei giovani di oggi Quasi sempre, un adulto rivolto a un giovane, parlando della perduta giovinezza, sospira esclamando: Magari potessi avere i tuoi anni e continua dicendo che per lui era un periodo bello, sereno, spensierato, in cui si divertiva molto. E, quasi sempre, quando ascolto un adulto parlare della giovinezza, penso che lui non sappia di cosa parli e non si rende conto che i tempi sono cambiati. Attualmente, la civiltà dei consumi ha messo a disposizione dell uomo un benessere impensabile fino solo a pochi decenni addietro. Ma tale civiltà impone pure un ritmo e un ordine di vita poco sopportabili, frenetici, talora anche critici, o addirittura assurdi; e i giovani, i quali abbiano dei problemi (di inserimento psichico, ambientali, economici), desiderano sottrarsi alle leggi che il sistema spietatamente stabilisce dall alto. Così si cercano strade alternative che offrano la possibilità di una netta separazione con la vita attiva: e qui si parla di droga, fumo e alcool. 6

Per il drogato svaniscono i dolorosi problemi del lavoro, del futuro, dell ansia per una continua acquisizione di beni, del rapporto familiare e persino del rapporto sessuale. Vive in se stesso, come in un sogno, diviso da un mondo che gli appare inutile, vuoto e crudele; vive tra gli altri, ma non appartiene ad essi. La vita del drogato si può paragonare alla favola de La bella addormentata, in cui egli si addormenta, non per l incantesimo di una fata, ma per l effetto di sostanze che in vari modi bloccano i centri nervosi. E, mentre la principessa un giorno si risveglierà, il drogato forse non si sveglierà mai più. Il problema della morte si allontana, non esiste per l intossicato: egli non ha paura, e si inietta una dose in eccesso di eroina, una overdose, pur sapendo, anche nel suo stato di confusione mentale, che potrà essergli fatale e non risvegliarsi mai più. Poi, oggi, dilaga sempre più l etilismo fra i giovani (cioè l abuso di bevande alcoliche), che, secondo recenti indagini statistiche, uccide più della droga. Infatti, non provoca solamente patologie mortali (come i tumori), ma anche malattie mentali e gravi disturbi del comportamento, che possono condurre al suicidio o all omicidio. Spesso questo problema è sottovalutato dall opinione pubblica e dagli stessi giovani, che ritengono di poter smettere in qualsiasi momento e non si accorgono che, invece, questo vizio, lentamente e inesorabilmente, li priva della volontà, o peggio, della dignità di esseri umani. Un altra piaga che colpisce i giovani è il tabagismo, cioè l abuso di tabacco. Infatti, durante la gioventù i ragazzi iniziano a fumare per sentirsi più grandi, più rispettati, più adulti insomma, e finiscono per fumare come turchi, con il serio rischio di essere colpiti da tumori e da malattia all apparato cardiovascolare e visivo. Secondo me, la vita è diventata molto difficile per noi giovani di oggi rispetto a prima e tutti, dalle famiglie alle scuole, fino ai mass media, dovrebbero far capire ai ragazzi cosa rischiano, e aiutarli a evitare di intraprendere brutte vie. Un giovane di oggi: Massimo Cotti, serale Dan Brown e i suoi racconti: propensioni verso un ritorno di antiche sapienze. Oggigiorno sono ben poche le persone che ancora non hanno letto le ultime controverse fatiche del neo scrittore Dan Brown: Il codice Da Vinci e Angeli e demoni. Ovunque si volga lo sguardo notiamo individui delle più disparate classi sociali intente nella lettura di questi due testi, come se fossero il frutto di una nuova acquisita religione, una sorta di libri sacri ai quali credere ciecamente per venire a conoscenza di presunte verità celate in oltre duemila anni di storia. Il primo romanzo vede come protagonista l affascinante quanto colto docente universitario Robert Langdon, professore di antropologia in un università americana, il quale viene coinvolto in un intrigante storia di sangue blu, di omicidi, ma soprattutto rimane invischiato nello scontro fra due superpotenze spirituali ma allo stesso tempo altrettanto terrene: da una parte la potentissima Opus Dei cattolica, la Obra de Dios, e dall altra una discendenza lignea segreta e settaria, custode di un antica sapienza eretica celata nella storia e nei simboli, il Priorato di Sion. Caparbio e intrigante, il professor Langdon tramite la sua cultura e grazie all aiuto dell immancabile presenza femminile Sophieriuscirà con una meticolosa indagine storica a porre fine all intrigo, nonché a penetrare nei meandri della gnosi acquisendo la tanto aspirata conoscenza. Il secondo romanzo invece possiamo dire di viverlo in prima persona in questi giorni con il decesso del nostro Pontefice; Angeli e demoni difatti non é risultata altro che la nostra realtà vaticana raccontata alcuni mesi prima del dell effettiva dipartita del Santo Padre. Come si fa dunque a non immedesimarsi nel racconto In una Roma secolare, segreta e iniziatica, con geometrie particolari celate ai più, laddove le guardie svizzere divengono operative come in un servizio segreto, un cardinale Camerlengo effettivo favorito fra i candidati papabili, corrotto da falsi ideali e dal potere in se stesso; dagli Illuminati, una secolare ed influente società segreta internazionale, decisa ad avverare un antica 7

profezia: distruggere il cristianesimo in diretta televisiva mondiale durante il Conclave, con i cardinali rinchiusi nella sala della Cappella Sistina a celebrare i loro riti e le loro fumate multicolore. Tutto questo, facendo di poco lavorare la fantasia, lo si può vivere ora: sfruttando la situazione a Roma e divenendo parte integrante del romanzo stesso, divenendo il, oppure i, protagonisti che più ci hanno colpito. Allora non stupiamoci se ai telegiornali sentiamo ossessivi speciali su cose che già sappiamo grazie all autore, aspettiamoci che gli Illuminati, questa setta di scienziati, riponga il contenitore di antimateria pronta a detonare sotto la cattedrale di San Pietro e, che rapisca i cinque cardinali favoriti per sacrificarli in diretta secondo riti da ricondurre ai quattro elementi. Aspettiamoci ancora una volta Langdon che salvi il mondo dai cattivi e dal Deus ex machina, Il figlio della tecnologia moderna nonché responsabile paraplegico del C.E.R.N. svizzero. Ma una cosa che forse non tutti sanno è che il buon Dan, ha approfittato della situazione di una forte incertezza spirituale, dove i valori e la religione fusi fra loro stanno vivendo un periodo di abbandono dalle masse. Il mondo si sa, è da globalizzare, ed avere ancora dei credo risulterebbe controproducente per l economia comune mondiale, allora ecco che dal nulla spunta Dan, il quale con effettivi riscontri documentabili scrive romanzi che possono mettere la pulce nell orecchio anche ai più fervidi osservatori; ed ecco che dall incertezza e dall avvento della New Age, si ha con questi due romanzi il colpo di grazia. Difatti secondo ritagli di articoli vari, le ricerche su internet sugli Illuminati di Baviera sono triplicate, mandando in fibrillazione i cospiratologi di tutto il mondo, le visite al cenacolo sono arrivate al punto di creare code interminabili all ingresso di Piazza Santa Maria delle Grazie; e Roma? Tutti i turisti che nel loro soggiorno non disdicono di compiere il percorso iniziatico del Bernini, alla ricerca di simboli e verità. La ricca Opus Dei che già conta più di ottantamila membri sparsi per il mondo, è stata avvicinata da folle di giovani che, grazie al Codice da Vinci si sono sentiti chiamati a curiosare sul che cos era quest organizzazione cattolica. Nessuno però fa presente che alcuni particolari dell ultima cena di Leonardo citati nel libro sono non del tutto esatti ad esempio; e nessuno si documenta con meticolosità per convenire del fatto che il Priorato di Sion, sebbene esista, non è così segreto. A questa Verità svelata di Dan Brown, si sappia che quello che da lui è stato scritto sotto forma di romanzo Il Priorato, Rennes le Chateau, Sauniére ed i Merovingi discendenti di Gesù- già si sapeva da circa sei anni or sono, raccontato ancor più meticolosamente nel libro Il santo Graal, di Baigent, Leight e Lincoln. Anche sul Priorato vi sono delle inesattezze, tipo la denominazione di vari livelli (gradi) di conoscenza e dando per unico il simbolo del Priorato citato nel libro. Tutto questo senza nulla togliere all autore, il quale ha davvero eccelso nella trama, nei riscontri e nella suspence, personalmente mi hanno colpito particolarmente ed aspetto il terzo, se mai ci sarà, ma attenzione: non è la verità ciò che lui racconta, è solo un opinione come tante, la verità, quella vera, sta ben riposta e pronta ad emergere nei nostri cuori, nelle nostre azioni di tutti i giorni; il fatto è che è così palese da non riuscire a vederla, eppure è intorno a noi. Manca solo la nostra sensibilità per carpirla, poiché essa è nella natura e dell ambiente che ci circonda, ed i veri custodi di essa siamo solo e nient altro che noi. Mauro Modena 4 Am, serale. UNA GIORNATA PARTICOLARE E la prima gara di Agility dog a cui assisto, c è una miriade di cani. Solo osservando questa competizione, mi sono resa conto di quante razze ci siano, io che mi soffermo al Pastore tedesco, al Labrador o al Setter irlandese. Ora conosco anche il Border Kollie perché è la razza del cane di mio fratello, che è uno dei partecipanti. In questa gara è fondamentale il feeling tra cane e padrone: devono diventare una cosa sola. E entusiasmante vedere la partecipazione di entrambi. Prima di mio 8

fratello e Riù, parte una signora di mezz età, se non qualcosa in più, ed anche lei possiede un Border kollie. Non la perde un attimo di vista, dove c è lei c è anche il cane, che le rimane sempre al fianco. Tutto ciò mi ha incuriosita, così guardo con più attenzione la gara. Dall altoparlante viene annunciato che sarà la prossima concorrente e di prepararsi col cane alla partenza. Entrano nel campo di gara e lei gli toglie il guinzaglio: durante lo svolgimento non ci dovrà essere alcun contatto tra i due partecipanti. Gli si inginocchia accanto, gli sussurra qualcosa e il cane, col movimento della coda, sembra risponderle di sì. L arbitro fischia e la gara inizia. Lei si allontana all altezza del primo ostacolo per avere il tempo di dargli il via. Partito, il cane salta il primo ostacolo, salta il secondo, arriva al terzo e si sofferma per aspettare la padrona. Emozionante! In questi primi istanti si vede già che la signora di mole un po grossa, fa fatica a muoversi velocemente, ma il cane l aspetta. Continua a scodinzolare, riparte, entra ed esce dagli ostacoli stando al tempo impartito da lei e tutt e due, incuranti dei secondi che volano, svolgono la gara col loro andamento. Il tempo non è il massimo, ma la loro prestazione è senza penalità. Appena finito, c è stata un ovazione; senza accorgermi l emozione ha coinvolto anche me e mi ritrovo ad avere gli occhi lucidi. Mio fratello se ne accorge, prima mi prende in giro, poi mi spiega il perché di tutti quegli applausi. Quando da un po di tempo si gareggia, ci si conosce quasi tutti, così mi ha spiegato che questa signora, con l inseparabile foulard al capo, è malata di cancro. Stupefacente è che partecipa a queste gare dopo aver saputo della malattia, ma, più sorprendente è che, da quando gareggia, il male si è come bloccato, per alcuni versi è pure regredito. Ora capisco il rapporto tra lei e il suo cane, ho visto parecchi gareggianti finire con penalità per la loro foga e per quella incontrollabile del loro cane, ma lei aveva qualcos altro. Adesso non dico che per guarire dal cancro bisogna avere un cane e fare agilty dog, ma, se per un istante aveste visto anche voi l intensità di quell attimo, capireste quanto un cane possa essere un amico fedele anche nei momenti peggiori. Aumento del traffico nelle città. I Sindaci dei principali capoluoghi d Italia ricorrono alle targhe alterne Il XXI secolo come gli anni settanta? Blocco totale della circolazione per il superamento dei livelli d inquinamento Ricordo, negli anni settanta, le domeniche di divieto alla circolazione per tutti i veicoli a motore. Le strade della città erano invase da famiglie intere, equipaggiate chi di bicicletta, chi di monopattino e chi di pattini a rotelle. I punti preferiti per i più spericolati e i più piccoli, risultavano i cavalcavia, dove lanciarsi in veloci discese, a provare l ebbrezza della velocità e a sfruttare quella occasione irripetibile di farlo in un luogo fino ad allora proibito e di solito pericoloso. Era un piano economico, varato dal governo come risparmio energetico. I tempi sembrano cambiare, la circolazione dei mezzi riprende, si fa un gran parlare di ingorghi, di code e la città ritorna alla normalità. Oggi non si parla di risparmio energetico, i blocchi alla circolazione vengono istituiti per il rispetto e la salvaguardia della salute pubblica. Le strade delle città non sono cambiate, gli ingorghi e le code si sono intensificati, favoriti dall aumento degli autoveicoli circolanti e dalle attività commerciali presenti all interno delle città stesse. Laura Zaffaroni, 2As 9

La costruzione delle nuove opere urbane, per agevolare lo scorrimento del traffico e il rinnovo del parco dei mezzi pubblici, è rimasta ferma a venti o trenta anni fa. Poco è stato fatto anche nel prevedere, nelle nuove opere edilizie, l obbligatorietà di costruire per ogni appartamento o ufficio il proprio box o posto auto. Questo avrebbe permesso di avere strade (e marciapiedi) più percorribili; facilitare la viabilità porta a minori consumi. Oggi il complesso sistema economico, nel quale ci troviamo, ci coinvolge e travolge. E un sistema spesso in contraddizione, consigliano di cambiare l auto a distanza di pochi anni, per rispettare i famosi euro 3 o euro 4 (termine per definire il livello di inquinamento da rispettare, nella costruzione dei motori), e poi ritrovarsi con le targhe alterne o il blocco totale, anche se già in possesso di tali autoveicoli. Da considerare, anche, la sempre più diffusa tendenza delle giovani coppie a spingersi verso le periferie delle città e delle provincie, per gli eccessivi costi delle abitazioni. La mancanza di idonei e capillari collegamenti extraurbani, con mezzi pubblici, favorisce la scelta di queste famiglie e lavoratori, a ricorrere ai mezzi privati. I giornali titolano al bando le auto dalle città. Annunci e interviste radiofoniche, fatte ad esperti e sindaci, fanno apparire la circolazione delle auto come la causa principale dell inquinamento dell aria. Queste affermazioni hanno dato lo sviluppo, come in tante tematiche, alla formazione di due fronti contrapposti: blocco del traffico e pedaggio per l eventuale accesso alle città o parco auto e mezzi pubblici, con nuovi motori più puliti e parcheggi. Da anni, ognuno porta le proprie ragioni e, con il gran parlare, è venuto meno l agire. Sono mancate le giuste opere di urbanizzazione, realizzazione di idee rimaste a livello teorico, che alimentano solo dibattiti tra fazioni politiche. La mancanza di adeguate strutture arrecherà solo malumore e ulteriore disagio a cittadini e pendolari, lasciando, purtroppo, ancora attivo e insoluto il problema inquinamento atmosferico. L aumento delle accise sui carburanti e il pagamento di un pedaggio all ingresso delle città, è una formula più che sperimentata nel nostro paese, per riempire le casse dello stato, una ulteriore tassa mascherata; sensibilmente diminuirà l inquinamento, ma non in maniera così efficace come è stata pubblicizzata. E molto curioso reperire il dato di misurazione delle polveri, il cosiddetto pm10, nel mese di agosto 2004, quando la città di dato è risultato Milano risulta deserta e, girare per le sue vie, è un piacere per la mancanza di traffico; tale dato è risultato il più alto registrato nell anno. Altri paesi hanno creduto allo sviluppo del trasporto fluviale e di quello su rotaia ; nella nostra bell Italia, ha avuto il sopravvento quello su gomma. Tonnellate di gasolio bruciato da potenti e grossi motori, oltre all aumento del numero di mezzi privati, circolante oggi in Italia, ci ha posto tra i paesi, che non potranno rispettare i parametri di riduzione delle emissioni nocive, dettate nel protocollo di Kioto. Con i dati rilevati attualmente, il nostro impegno sarà rispettato solo per il 50%; a mio avviso, decisamente insufficiente. Alessandro Bettini, Sirio Serale Le città dei nostri tempi Abbiamo voluto fare una classifica delle più belle e visitate città di tutta Europa, e il risultato è questo Le città più visitate e ritenute tra le più belle d Europa sono Londra, Roma e Parigi. Parigi è considerata la città più romantica di tutta Europa. Il suo turismo, riesce a portare nelle casse dei parigini migliaia di euro ogni anno. Potremmo dividere Parigi in tante zone, ad esempio i luoghi più interessanti di Montmartre ci rivelano i fascino un po paesano e semplice di questa bella città. Oppure il quartiere degli Champs-Elysées famoso per i viali e gli edifici di prestigio. E immancabile è la visita alla Torre Eiffel. 10

Tutte queste attrazioni sono nel cuore della città, raggiungibili a piedi o con mezzi pubblici. Al secondo posto troviamo la nostra capitale, Roma che con la sua storia antica affascina molti turisti, anche d oltre mare. Se il vostro soggiorno è breve non potete mancare di visitare il Campidoglio; piazza di Spagna per le sue reminescenze del diciottesimo secolo e i suoi eleganti negozi; piazza Navona nel centro storico e più di tutti il Vaticano, cuore della cristianità, con la basilica di San Pietro. In cima alla nostra classifica troviamo a gran sorpresa: Londra. Londra è una città complessa: cara da morire, traffico caotico, trasporti pubblici al limite del collasso; eppure è risultata la città più visitata dai turisti di tutto il mondo. A Londra tutto succede prima che altrove, basta guardarsi attorno per trovare nuovi stimoli. Si parlano più di trecento lingue e il trenta per cento dei londinesi appartiene a minoranze etniche. E una città cara, sporca e pericolosa, ma non smette di attirare persone da ogni angolo del mondo. Chi non avesse molto tempo a disposizione potrebbe decidere di limitare la sua visita alle cinque zone in cui si concentrano la maggior parte delle attrazioni più famose di Londra: Whitehall e Westminster, la City, Bloomsbury e Fitzrovia, Soho e Trafalgar Square, South Kensington e Knightsbridge. (Dati forniti dal Corriere della Sera, City Book). Parigi, Roma, Londra, sono solo alcune delle più belle città del mondo che vi aspettano per essere visitate e essere assaporate a poco a poco. Francesco Breda, 4 Ael Le mie due città Milano è una città grande,con una numerosa popolazione, molto diversa da quelle del mio paese: l Eritrea. Arrivata in Italia, per molto tempo non ho potuto fare niente proprio perché non conoscevo l italiano e per comunicare usavo l inglese, solo che sono troppo poche le persone che parlano 11

inglese. Cosí ho impiegato un po di tempo per abituarmi a vivere in questa città. A Milano Ci sono tante cose che mi sono piaciute: la struttura della città,i palazzi,i grandi negozi, i parchi,le attività sportive, i cinema, i luoghi famosi e storici. L Eritrea è un paese piccolo Situato nel corno d Africa.E abitata da circa 3.5 milioni di persone.circa mezzo milione vive all estero. La capitale è Asmara, una città bellissima. In Eritrea ci sono nove gruppi etnici ognuno con le proprie tradizioni e lingue diverse. La maggiore parte dell Eritrea si affaccia sul mar Rosso. Il clima è molto diverso da quello italiano. A Massawa ci sono ancora i vecchi castelli che testimoniano i tanti paesi da cui è stata colonizzata come Turchia, Egitto, Inghilterra, Ethiopia e Italia. Essendo colonizzata per ultimo dall Ethiopia e dall Italia, non è rimasta solo la lingua che è parlata ancora da tanti eritrei, ma sono rimasti anche tanti ethiopi e Italiani che vivono ancora in Eritrea. Betty Hagos, 2 At IL MIO GIORGI Considerazioni di un ex Anche se Asmara è a 2000m sul livello del mare, non fa freddo, il clima è primaverile tutto l anno. Le città dell Eritrea sono piccole e quindi non è necessario l uso delle auto anzi ci sono tanti che preferiscono la bici alla macchina. Il luogo più amato,dove vanno tutti per le vacanze è Massawa. È una città con una spiaggia meravigliosa. Le isole che ci sono intorno a Massawa sono visitate e ammirate dai turisti. Mi sono proposto di scrivere quattro righe sull esperienza all istituto G.Giorgi, e subito mi sono venuti in mente un sacco di flash sul mio passato scolastico. Ricordo contemporaneamente con piacere il primo appello fatto dalla vice- preside, prof.ssa Mazzetti, per assegnare le classi ai primini e la lettura del voto di diploma; ma di sicuro sono stati cinque anni di crescita morale e sociale. Si.proprio questo mi ha insegnato questa scuola: dare valore al rapporto con le persone, capire l importanza dell amicizia, della fratellanza e della lealtà; valori indispensabili per vivere fuori dall istituto. Ho passato cinque anni intensi tra lezioni in 12

aula, passeggiate sotto gli alberi in giardino durante la ricreazione,partite di basket in palestra,file al bar per prendere la mitica focaccia ripiena; oppure aspettare,davanti al cancello d ingresso, qualche compagno che condividesse l idea di farsi una bigiata per saltare un compito o un interrogazione, o ancora meglio di evitare lo sguardo del professore che capisce al volo che il pomeriggio prima allo studio avevo preferito una giornata con gli amici. Mi fermo e penso ai miei professori,alla mitica Mariella Garelli, insegnante di matematica, per noi era una sorella maggiore; oppure al professore di Sistemi, o alle lezioni di Fisica del biennio tenute dalla prof. Pina Tagliabue, un insegnante che era la prima in assoluto nello spiegare con piacere la sua materia, ma allo stesso tempo esigente nello studio Le lezioni di Diritto del prof. Giuffrida, che confesso non aver mai capito perché si studiasse in un istituto tecnico, oppure le chiacchierate sulla Borsa di Milano con il professore di Educazione Fisica. Ricordo il viso sorridente di Franco il Barista, o della signora Maria, che metteva la maionese con i funghi nella mia focaccia. I compagni: Luca, Antonio, Piero, Claudio, Ale, Lorenzo e tanti di cui mi sfugge il nome, molti di loro persi con il tempo,altri li frequento tuttora, e con loro spesso si torna a parlare del Giorgi tenendo vivo il ricordo di quegli attimi e di quei momenti. I miei discorsi per essere eletto rappresentate di classe, il punto principale dove focalizzare il discorso più importante. La gita!!! poi realizzata in montagna con il professor Tonella e la mitica Mariella. La mia promozione a Giugno in prima superiore senza alcuna materia da dover studiare nell estate. Le prime confidenze fatte e ricevute con i miei compagni di banco. Il voto più basso mai preso: un due in diritto e anche il più alto, otto in matematica. Il sorriso e l abbraccio del professore di Sistemi che ci ha portato all esame di maturità che mi ha confidato il voto di diploma in anticipo. A luglio sono sette anni che non sento più nessuna campanella. Dopo il Giorgi ho frequentato per qualche mese l università al Politecnico; ho abbandonato e sono entrato nel mondo del lavoro presso un fast food, aspettando la chiamata per il militare. 13

Ora sono cinque anni che lavoro presso un azienda di telecomunicazioni, e spesso mi viene in mente la fila di banchi davanti, e la lavagna tutta scritta di formule o grafici, a volte incomprensibili!!!. Spesso, per non dimenticare, passo davanti al Mio Giorgi, che e sempre li in Viale Liguria, e continuo a buttare l occhio per vedere il cancellone aperto con in lontananza gli alberi, l aula dei laboratori tecnici, ed il Bar di Franco. I ricordi di quegli anni rimangono vivi nella memoria. Ringrazio le persone che mi hanno fatto crescere: i professori, i compagni, i bidelli, e sempre una frase mi congeda da questi pensieri: di essere fiero di aver frequentato il Giorgi, si.il Mio Giorgi. Luca Braghin Le classi 1At E 2At visitano Santa Caterina Valfurva. Il viaggio d istruzione ha costituito un iniziativa complementare delle attività curriculari della scuola; pertanto non ha avuto finalità meramente ricreative o d evasione dagli impegni scolastici, ma ha teso a precisi scopi sul piano sia didattico, sia su quello dell educazione alla salute e allo sport. Tale viaggio scolastico, proiettando il consueto rapporto d aula in dimensioni completamente nuove al fine di promuovere la crescita umana degli allievi, ha offerto un'ottima occasione di socializzazione per gli alunni e gli insegnanti Ha contribuito, infatti, a migliorare il livello di socializzazione tra studenti e tra studenti e docenti, che hanno avuto occasione di conoscersi in una dimensione di vita diversa dalla normale routine scolastica. La quasi totalità degli studenti partecipanti si è impegnato nell attività sciistica, dimostrando impegno e serietà e raggiungendo notevoli miglioramenti rispetto alle condizioni di conoscenza iniziale dell attività sportiva. La maggior parte di loro ha dimostrato una buona autonomia con un comportamento consapevole e produttivo decisamente buono. 14

Riteniamo quindi che il viaggio d'istruzione, come attività sportiva, possa essere una parte integrante e qualificante dell'offerta formativa oltre a fornire un momento privilegiato di conoscenza, comunicazione e socializzazione. I prof Maria Vittoria Gandini e Maurizio Tonella. DESTRA O SINISTRA: DA QUALE LATO GUIDI? Vi siete mai chiesti perché in alcuni paesi si guida dal lato sinistro, mentre in buona parte del mondo si guida a destra? Tornando indietro nel tempo, circa duemila anni fa, i romani occuparono la Britannia. Gli archeologi hanno fatto delle scoperte relative alle abitudini di guida di quell epoca: nel 1998, hanno trovato una carreggiata ben conservata, che portava a una cava romana vicino a Swindon, in Inghilterra; i solchi su un lato sono molto più profondi di quelli sul lato opposto. Ciò fa pensare che i carri arrivassero alla cava vuoti e ripartissero carichi di pietre. I solchi indicano che, almeno in quel luogo, i romani guidavano a sinistra. In effetti, alcuni credono che nell antichità i viaggiatori a cavallo generalmente guidassero a sinistra; poiché la maggioranza delle persone è destromane, chi andava a cavallo poteva tenere le redini nella mano sinistra per aver libera la destra in caso di necessità. Alla fine del XVIII sec., nei paesi in cui i carrettieri cominciarono a usare grandi carri trainati da diverse paia di cavalli, come negli Stati Uniti, si passò a destra: i carri non avevano un posto per il conducente, perciò questi si sedeva sul cavallo a sinistra dell ultima fila e teneva la frusta nella destra. Poiché stava seduto a sinistra, naturalmente preferiva che i carri, provenienti dalla direzione opposta, passassero alla sua sinistra per assicurarsi di mantenere la debita distanza; pertanto guidava dal lato destro della carreggiata. Gli Inglesi, però, continuarono a guidare a sinistra, perché avevano carri più piccoli e il conducente si sedeva sul carro, di solito davanti, a destra; da lì poteva usare la lunga frusta nella mano destra senza che si impigliasse nel carico dietro. In tale posizione, il conducente poteva valutare la distanza da tenere dagli altri carri, mantenendosi sul lato sinistro della strada. I paesi, che divennero parte dell impero britannico, adottarono lo stesso principio della guida a sinistra, sebbene con qualche eccezione: ad es., il Canada optò infine per la guida a destra per facilitare il passaggio della frontiera con gli Stati Uniti. Gli avvenimenti politici in Francia ebbero un grande impatto sulle abitudini di guida; prima della Rivoluzione del 1789, gli aristocratici guidavano le loro carrozze a sinistra, costringendo i contadini a muoversi sul lato opposto; dopo lo scoppio della Rivoluzione, però, i nobili cercarono di nascondere la loro identità tenendo la destra come i contadini. Nel 1794 il governo francese promulgò una legge secondo cui a Parigi si doveva guidare a destra e, successivamente, tale norma fu estesa ad altre regioni man mano che gli eserciti vittoriosi di Napoleone avanzavano nell Europa continentale. Napoleone preferiva la guida a destra perché, essendo mancino, i suoi eserciti dovevano marciare a destra affinchè egli potesse tenere la spada dal lato degli eventuali avversari. In Europa, nei paesi che resistettero a Napoleone, si continuò a guidare a sinistra. La Russia e il Portogallo usarono la guida a destra all inizio del XX sec.; L Austria e la Cecoslovacchia fecero lo stesso dopo essere state occupate dalla Germania nazista alla fine degli anni 30; poco tempo dopo, anche in Ungheria si cominciò a guidare a destra. Oggi, solo in quattro paesi europei si guida ancora a sinistra: G. Bretagna, Irlanda, Cipro 15

e Malta. E interessante notare che anche in Giappone si guida a sinistra, benchè questo paese non sia mai stato una colonia britannica. Curiosità a cura di: Alessandro e Marco (Giorgi serale) ho visto la cassa bianca sparire prima sotto un mantello di fiori, successivamente sotto un metro di terra! E stato atroce! Da quel giorno, mai più una volta a farle visita nella sua nuova dimora. L uomo è un essere mortale: ma, è poi vero che esiste un altra vita oltre la morte? Il mio rapporto con la morte L uomo, come ogni essere vivente, nasce e, da quel momento, si trova a dover vivere la propria vita, cosciente del fatto che, prima o poi, arriverà la morte. Ho sempre pensato a come si possa vivere una vita felice sapendo che, presto o tardi, arriverà il tempo di togliere il disturbo. Mi chiedo sempre come sia possibile trovare di continuo nuovi stimoli per migliorare la propria esistenza, mi chiedo come molti uomini abbiano trovato le energie necessarie per migliorare la vita alle generazioni future. Forse la vita ci è donata affinché ognuno di noi possa migliorare il proprio universo, la propria dimensione, il proprio Karma. E giusto che la nostra vita sia utilizzata per aiutare chi ha più bisogno di noi, per rendere il mondo migliore per tutti gli esseri viventi; penso che, se nella propria vita si ha dato e si ha ricevuto amore, quando arriverà la morte si possa dire: Missione compiuta. Nella mia vita, ho subito la perdita di una mia carissima amica, e mi piacerebbe ricordarla scrivendo dopo tanto tempo il suo nome: Stefania. Quando ho appreso la notizia della sua scomparsa, non volevo crederci, pensavo fosse uno scherzo; ma, chi avrebbe potuto scherzare sulla morte di una amica? Immediatamente, il suo ricordo ha assalito la mia mente, il mio cuore: perché lei, perché Stefania?! Una ragazza splendida, allegra, altruista, piena di vita, piena di progetti per il suo futuro! Eppure, la morte, quel giorno, ha scelto proprio lei. Sono andato al suo funerale: Il desiderio è di portare il suo ricordo per sempre vivo nel mio cuore: lei vivrà per sempre dentro di me. In cuor mio, spero che lei viva ancora da qualche parte, in cielo. Per questo mi piace alzare lo sguardo e salutarla durante le notti di cielo stellato. Ci sono stati momenti in cui sarei stato contento se la morte mi avesse incontrato; mai, come in questi ultimi tempi, ho desiderato la morte. Ero stufo, non volevo più soffrire, non volevo più far male a nessuno; ci sono stati giorni in cui la morte sarebbe stata per me una via di fuga da tutti e da tutto: niente spiegazioni, niente più guai, niente di niente. Fortunatamente, mi sono riscosso da questo torpore, e ho deciso di vivere per la mia vita e per la mia morte. La vita è qualcosa di ineguagliabile, la morte è la sua giusta conclusione. Uno studente del Giorgi serale 16

GITA SCOLASTICA A PRAGA Non sto più nella pelle al pensiero di questa gita a Praga, ho quell impazienza di una bambina che non vede l ora di partire. Facevo di tutto per controllarmi, per non far vedere che ero impaziente, mi sentivo veramente infantile con l unica incognita: sarebbe andata bene? La scelta di questa mini vacanza è stata un successo sotto tutti i fronti: divertimento, conoscenza e convivenza; credo che questa esperienza, vista con occhi adulti, assuma ancor più valore. La maggior parte di noi non si conosceva o solo in parte, gruppetti di ragazzi di classi diverse. Alla fine mi sono ritrovata l unica studentessa dei dieci studenti pronti per il viaggio. Devo dire che questo non mi ha recato alcun problema, alla fine ho anche diviso la camera con una professoressa e la convivenza è stata positiva. Questa gita ha significato anche la prima volta che volavo in aereo, l esperienza di sentirmi attaccata al mio sedile quando prende la rincorsa per il decollo è stata fantastica tanto da doverla ripetere più spesso in futuro sicura di non soffrire. Il viaggio è stato tranquillo, in un ora eravamo già sopra Praga e non ho quasi mai staccato gli occhi dall oblò per osservare quello che stava sotto di me o di fianco, mi sarebbe piaciuto mettere una mano fuori e prendere un po di neve dalle cime delle montagne o semplicemente toccare una nuvola, è un idea che mi ha sempre sfiorato fin da piccola. Ce n erano di belle compatte come enormi batuffoli di cotone, non aspettavano altro che essere scompigliate e la vita al di sotto era talmente piccina e curiosa. Tempo di queste osservazioni, ci avvertono di riallacciarci le cinture che il velivolo si appresta all atterraggio e devo dire che è stato meno eccitante del decollo. Dall aeroporto all albergo abbiamo impiegato circa venti minuti, abbiamo preso due pulmini per comitive che vi si trovano all esterno. Massimo otto persone per veicolo e noi eravamo in sedici, quindi neanche in difficoltà per decidere quanti mezzi: due. Calcolando al cambio con la nostra moneta, abbiamo speso appena tre euro a testa, un niente se pensiamo a quanto possa costare il trasporto a Milano. Circa trenta corone equivalgono ad un euro, noi ne abbiamo speso 720 per pulmino tanto da servircene anche per il ritorno. Siamo arrivati in albergo, abbiamo sistemato le valigie, preso il necessario e ci siamo ritrovati nella hall e decidere cosa fare. Una cosa sicura era andare a pranzare e alle 15,30 non lo avevamo ancora fatto. Da qui comincia l esperienza praghese. Fin dai primi momenti Praga esercita un certo tipo di fascino, una città da naso all in su, perché non c è stato un solo palazzo, attrazione o caratteristica che non valesse la pena di guardare dal basso verso l alto e viceversa! La prof ci ha spiegato che questa città arrivò al suo massimo splendore sotto la guida di Carlo IV, uomo dalle grandi capacità politiche che fu incoronato Imperatore nel 1355. Praga divenne capitale del Sacro Romano Impero, fu fondata la prima Università dell Europa centrale e conobbe il suo massimo splendore anche dal punto di vista architettonico, tanto da arricchirsene e da conferirle quel volto gotico che ancora oggi la caratterizza. 17

La nostra visita della città comincia da Piazza Venceslao, battezzata in omaggio al Santo patrono della nazione ceca. Secondo me, più che una piazza, sembra un viale perché ha questa forma allungata e fila di alberi disposti ai lati da dividerla in tre parti: una centrale e due laterali, divise da due carreggiate. All inizio di questa piazza c è il Museo Nazionale dominato dalla statua di S. Venceslao. Ai piedi di questa, si diede fuoco nel 1969 Jan Palach, per protestare contro l occupazione sovietica e in ricordo di questi, viene spesso ornato di fiori e candele. Continuando con l escursione, in giro per la città, sempre più ho ammirato il colore diverso delle facciate per ogni palazzo, erano molto vivaci, In ogni angolo della città c erano negozi, bancarelle per strada, botteghe dell antiquariato piene di cristalli di Boemia, uno dei prodotti nazionali per eccellenza insieme al legno intagliato e ai giocattoli di legno. Un altro vanto di questa regione è la birra come bevanda nazionale. Ha una grande tradizione, soprattutto per la ottima qualità del luppolo utilizzato. La birra lega molto bene all alimentazione del luogo, molto ricca di carne, specialmente quelle di maiale, oca e anatra. Intanto che si visitava, si allungava l occhio alle birrerie, fino a che siamo arrivati a visitare quella più antica della città. Risale al XV sec. e da allora continua la produzione propria di birra dal malto scuro, ma accettabile anche da una come me che non gli piace. E veramente bella e grande, tiene 1300 posti a sedere, divisa in più sale, avendone anche una all aperto. Abbiamo passato una bella serata tra canti un po folcloristici e i vassoi che passavano sopra le nostre teste, pieni di boccali di birra pronti per l uso. Col passare del tempo ci si conosce di più, sono nate simpatie come antipatie, ma il gruppo dei ragazzi ha stretto sempre di più amicizia e complicità. In alcuni momenti mi sentivo un pesce fuor d acqua, non per timidezza, ma semplicemente, quando erano alla ricerca di attrazioni femminili, non ne sentivo anch io il bisogno. Comunque la vicinanza dei prof non mi ha per niente annoiata, in quel momento non erano docenti ma solamente turisti come me in visita a Praga. Sono tante le cose che abbiamo visto, ma le cose che più ho ammirato sono state le varie torri gotiche sparse per la città che danno ragione all appellativo di città delle cento torri. La Torre di Stare Mesto (quartiere della città vecchia) dove c è l orologio astronomico, da più di cinquecento anni, ad ogni rintocco di ogni ora, offre uno spettacolo speciale dove si animano figure curiose. Il celebre Ponte Carlo di austera bellezza gotica, ravvivato da statue di epoca barocca in cima ai piloni ed infine il Castello. Una costruzione veramente imponente in cima alla collima, fu costruito per la difesa della città, poi divenuta residenza imperiale ed alla fine, nel 1918, sede del Presidente della Repubblica Ceca. In questo complesso fa parte il vecchio palazzo reale e la cattedrale di S.Vito. Bella da vedere anche la famosa via dell Oro, nel lato nord del castello, vicolo formato da piccolo case con facciate colorate. In una leggenda di narra che fossero abitate da alchimisti. In realtà erano abitate da artigiani al servizio nel castello, tra cui numerosi artigiani al servizio nel castello, tra cui numerosi orafi, da qui il nome di via dell Oro. Come ultima visita che ha avuto molta attenzione da parte mia, è stato il GHETTO EBRAICO. Sono state raccolte molte testimonianze dell Olocausto a discapito di ebrei boemi e moravi. Degli 80000 deportati nei vari campi di concentramento, se ne salvarono poco più di 200, tra adulti e bambini. In una delle sinagoghe sono stati scritti tutti i nomi di queste vittime sulle pareti, con data di nascita, di arrivo nei campi e data di morte. Una cosa sconcertante è la raccolta dei disegni dei bambini rinchiusi: mi sono chiesta se si rendessero conto dell inferno che è toccato a loro. Più proseguivo e più avevo questa morsa nello stomaco per il fatto di non capire quanto possa essere disumana la follia di un popolo verso un altro. Da una parte l ingegno delle opere umane sottoforma di architettura, letteratura ecc. ecc., dall altra il risvolto della medaglia come l ingegno utilizzato in modo disastroso. La mia gita termina con queste osservazioni da persona adulta e cosciente, sperando che queste cose rimangano solo sui libri di storia. Ma, una cosa che non rimarrà sui libri di testo è che quest avventura mi rimarrà veramente nel cuore! Laura Zaffaroni, 2 As 18

La mia recente esperienza a Roma Quando dai telegiornali ho appreso la notizia che Papa Giovanni Paolo II era in gravi condizioni, in un primo momento non gli ho dato molto peso. Pensavo si trattasse di una delle solite ricadute. Solo successivamente, a causa delle continue notizie non buone sulla sua salute, ho capito la gravità della situazione. Il primo di aprile, sono arrivata a scuola con un aria triste, tanto che la prof d Italiano mi ha chiesto cosa avessi. Le ho mostrato il giornale con le ultime notizie sul Papa e ho visto anche lei un po rattristata. E stato nelle ore successive che ho capito di dover partire, come se qualcosa più grande di me mi stesse chiamando e spingendo ad andare a Roma. IL giorno successivo, infatti, ho comprato il biglietto ferroviario e alle 19:45 sono partita. Sentivo dentro di me che al Papa non rimaneva molto tempo da vivere, ma volevo, con la mia presenza, sostenerlo, dargli forza, non farlo sentire solo. Ero partita da Milano già da un ora, quando per telefono mi hanno detto della sua morte: erano le 21:37. In quel momento, ho sentito un grande rammarico per non essere arrivata in tempo. Sono arrivata a Roma verso mezzanotte e mezza. Appena scesa dal treno, ho preso un autobus per recarmi in piazza S. Pietro. E stato impressionante vedere migliaia di persone per le strade dirigersi verso la mia stessa direzione e, forse, provare le stesse emozioni che ho provato io. Un sentimento comune univa tutti: giovani, famiglie, bambini, che andavano a salutare per l ultima volta il loro padre, nonno, amico, il loro Papa. Era quasi l una di notte, ma le strade brulicavano di persone vocianti che lentamente si recavano verso S. Pietro. L ingresso in piazza è stato molto emozionante. Subito il mio sguardo si è diretto verso le finestre illuminate del Papa. Ho sentito un grande senso di vuoto in quel momento, pensando che lui oramai non era più lì, aveva lasciato quelle stanze, ma, nello stesso tempo, sono stata felice perché ho sentito che adesso stava bene e non soffriva più. La piazza, così maestosa e bella, era già piena di gente da molte ore. Migliaia di ragazzi, seduti in cerchio, formavano tanti gruppi di preghiera. C era chi suonava la chitarra, chi intonava canti, chi pregava, chi leggeva il vangelo. Si respirava un atmosfera magica e di grande spiritualità. Quello che mi ha davvero colpita, quella notte, è stato il vedere, sui volti di tutti i presenti in Piazza San Pietro, tanta tristezza, ma, allo stesso tempo, tanta serenità perché tutti sentivamo il Papa vicino a noi. La notte era molto rigida, ma nessuno sembrava accorgersene, quasi che il calore che sentivamo nei nostri cuori e che si sprigionava dalla piazza, riuscisse a riscaldarci tutti, a non farci sentir freddo. E stato davvero un momento di grande interiorità e la notte è scivolata via in fretta. Solo la mattina seguente, però, ho avuto la reale consapevolezza della morte di Giovanni Paolo II e dell impatto emotivo che essa ha prodotto su tutti. Fin dalle prime luci dell alba, infatti, San Pietro ha cominciato ad essere meta di un fiume sterminato di fedeli. Verso le nove della mattina, sia la piazza sia Via della Conciliazione erano straripanti di gente, che attendeva la celebrazione della Messa, durante la quale, la commozione di tutti è stata grandissima. C era gente di ogni età, nazionalità, razza. La piazza era colorata dalle bandiere di tutte le nazioni. Molti piangevano ricordando le immagini di un Papa che fino all ultimo ha voluto essere vicino a noi. Ho vivo il ricordo di quando, pochi giorni prima che morisse, si è affacciato alla sua finestra e, con un gesto di grande forza e lucidità, ha cercato, senza riuscirci, di parlare. E molto difficile per me descrivere tutte le emozioni provate durante la mia permanenza a Roma. 19

L immagine che porterò sempre dentro di me è quella di migliaia e migliaia di persone che, come me, si sono sentite in quei giorni vicine e accomunate da un unico e grande sentimento di amore nei confronti di un uomo che, fino all ultimo, è stato una testimonianza vivente di amore e di speranza. Maria Moldovan e Flavio Giorgi serale QUANDO LA LAMA É A DOPPIO TAGLIO Tempo fa,attendevo con ansia l'applicazione del Nuovo Codice della Strada, convinto che l'inasprimento delle sanzioni volesse essere un deterrente per i comportamenti scorretti di molti automobilisti. Pensavo che fosse finito il paradiso dei "soliti furbi", che hanno sempre fatto affidamento su quella specie di "immunità", che poteva nascere dalla impossibilità di controllo da parte degli organi di polizia stradale. Ero convinto che -finalmente- avrei potuto rispettare i limiti di velocità sulle strade senza che l automobilista che mi segue si mettesse a strombazzare col clacson o a lampeggiare, di poter dare le precedenze ove previste e di potermi fermare al semaforo rosso senza essere tamponato. Ma, ahimè, potevo solo costatare che tanti automobilisti continuavano imperterriti ad essere "assatanati" sulle strade, per cui raramente capitava di poter guidare rispettando i limiti di velocità, con tutto il vantaggio della sicurezza, ma anche per poter leggere bene gli innumerevoli cartelli segnaletici e le indicazioni toponomastiche. Un inconveniente del genere era capitato proprio a me; infatti,in una bella giornata di sole del febbraio di qualche anno fa, dovendomi recare in una località fuori città, a causa di una svista del cartello che indicava l'uscita dalla strada extraurbana, sulla quale circolavo, sono finito per imbottigliarmi nel centro storico di un piccolo paesino di provincia. Da qui, tra semafori, sensi unici, cicli, pedoni che attraversavano fuori dalle strisce, moto che superavano sulla destra e strombazzamenti da parte di qualche automobilista impaziente, mi ero perso ed, essendomi sfuggito il cartello di divieto, sono andato a finire su un'isola pedonale del centro storico. Ed eccovi spuntare due solerti agenti della polizia locale. "Questi ci aiuteranno", avevo appena detto alla mia ragazza, che stava con me in macchina. Invece, mi ero sbagliato di grosso! Gli agenti si erano avvicinati,ma per darmi una multa salatissima per l'infrazione commessa involontariamente e inconsapevolmente. Ringraziandoli, proseguivo per la meta prefissata e, strada facendo, raccontavo alla mia ragazza di un mio antenato, che (morale della favola): per catturare la volpe, che aveva decimato le galline del suo pollaio, aveva piazzato una trappola, ma, a finirci dentro era stato prima il cane, poi il gatto, ed infine un pollo; ma della volpe non s era vista neanche l'ombra. I fatti si commentano da soli. Salve, Amici! Lo Pollo, 2A Sirio serale PATENTE A PUNTI Come stiamo a Punti? Come ben sapete, il 30 giugno 2003 è entrato in vigore l articolo 126-bis, che introduce il sistema della patente a punti. Avete già le idee chiare su questo argomento piuttosto interessante? Ad ogni modo, una bella rinfrescatina Non nuoce mica e per i più sprovveduti Vediamo come funziona : Ogni titolare di patente ha in dotazione 20 punti. I punti vengono tolti in base alle infrazioni commesse. Per i patentati da meno di tre anni i punti persi valgono il doppio. Chi ha i 20 punti iniziali e non commette alcuna infrazione per due anni di seguito, avrà diritto all'attribuzione di due punti, fino a raggiungere un massimo di 30 punti. Per recuperare i punti persi sono previsti dei corsi di educazione stradale. 20