CHIESA CRISTIANA EVANGELICA BATTISTA DI BRESCIA Pastore Luiz Carlos Moreira 06-Novembre-2011 Ubbidienza nella Adorazione Malachia 3-7-12 Il libro di Malachia non porta alcuna informazione importante circa l'origine del profeta, luogo di nascita o della sua chiamata. Gli studiosi concordano sul fatto che Malachia fu nato nel periodo persiano. Anche se è possibile trovare il libro di Malachia in questo periodo, non può essere preciso. A causa di essere menzionato nei libri di Esdra e Neemia si presume che Malachia li ha preceduti. Il periodo era particolarmente difficile immediatamente postesilio. Il tempio, il simbolo più importante della presenza di Dio era già stato ricostruito. Tuttavia, Giuda rimase insignificante in confronto con l'impero persiano. Per questo, è stabilito lo scoraggiamento e le cadute morali fra i giudei. Il libro di Malachia si compone di una serie di ragionamenti, attraverso questi Dio parla al suo popolo per mezzo del profeta. Parlando di abuso e conseguente giudizio. Nel primo ragionamento, Dio dichiara la sua verità e il suo amore per il suo popolo. Nel secondo ragionamento il profeta mostra il disprezzo dei sacerdoti per Dio. Nel terzo dibattito il profeta parla sulla rottura dell'alleanza con Dio da parte di Israele. Nel quarto il profeta esalta la giustizia di Dio. Nel quinto c è una riflessione su pentimento, e nel sesto un rimprovero contro le dure parole pronunciate dal popolo contro Dio. Nel centro del messaggio teologico di Malachia sta il patto, essendo citati tre di loro: Con Levi (Ml 2.8 Voi invece vi siete allontanati dalla via, avete fatto inciampare molti nella legge, avete violato il patto di Levi», dice l'eterno degli eserciti. ); Un'alleanza con gli antenati (Ml 2.10,12 Non abbiamo tutti
uno stesso Padre? Non ci ha creati uno stesso Dio? Perché dunque agiamo con perfidia l'uno verso l'altro, profanando il patto dei nostri padri? Giuda ha agito con perfidia e un'abominazione è stata commessa in Israele e in Gerusalemme, perché Giuda ha profanato il luogo santo dell'eterno, che egli ama, e ha sposato la figlia di un dio straniero. ) E il patto del matrimonio (Ml 2.14-16 Eppure dite: «Per quale ragione?». Poiché l'eterno è testimone fra te e la moglie della tua giovinezza, verso la quale ti sei comportato perfidamente, benché ella sia la tua compagna e la moglie del tuo patto. Ma non li fece Dio uno e nondimeno lo spirito rimase in lui? E perché mai uno? Poiché egli cercava una discendenza da DIO. Badate dunque al vostro spirito e nessuno si comporti perfidamente verso la moglie della sua giovinezza. «Poiché l'eterno, il DIO d'israele, dice che egli odia il divorzio e chi copre di violenza la sua veste», dice l'eterno degli eserciti. Badate dunque al vostro spirito e non comportatevi perfidamente). Essendo l amore di Dio la base dell'alleanza e il suo giudizio nella violazione dei principi di questa alleanza. Come Israele aveva disobbedito al passato, questo era il motivo per l'esilio, Malachia li avverte con lo stile del dibattito. ANALISI DELLA DISOBBEDIENZA DI ISRAELE Prima osservazione: L accusa di disobbedienza a Dio (V.3.7a Fin dai giorni dei vostri padri vi siete allontanati dai miei statuti e non li avete osservati. Tornate a me e io tornerò a voi», dice l'eterno degli eserciti. ) Completa condanna della disobbedienza di Israele ai precetti di Dio nel corso della storia; Contrasta con la nota positiva dell immutabile fedeltà di Dio del versetto 6 «Io sono l'eterno, non muto; perciò voi, o figli di Giacobbe, non siete consumati. Richiama anche alla mente i commenti di Dio al Sinai
sull ostinazione di Israele (Es. 32.7-9 L'Eterno disse allora a Mosè: «Va', scendi, perché il tuo popolo, che hai fatto uscire dal paese d'egitto, si è corrotto; 8 si sono presto sviati dalla strada che io avevo loro ordinato di seguire; si sono fatti un vitello di metallo fuso, si sono prostrati davanti ad esso, gli hanno offerto sacrifici e hanno detto: "O Israele, questo è il tuo dio che ti ha fatto uscire dal paese d'egitto"». 9 L'Eterno disse ancora a Mosè: «Ho visto questo popolo, ed ecco, è un popolo dal collo duro. Seconda osservazione: Israele contesta l accusa. (3.7b «Ma voi dite: "In che cosa dobbiamo tornare? ). Israele fa una provocante domanda: In che modo dobbiamo tornare? Soltanto colui che conosce il sentiero intrapreso sa come ritornare sui propri passi. Ma, Israele sembra non conoscere la via di ritorno, perché non capisce dove è andato. Terza osservazione: L esposizione dell accusaà IL FURTO (3.8a Un uomo deruberà DIO? Eppure voi mi derubate ). Senza mezzi termini Israele venne accusata di ladrocinio. Derubare il popolo era già cosa grave, ma solo un pazzo cercherebbe di derubare Dio. Eppure questa era l accusa contro Israele. Quarta osservazione: Israele contesta di nuovo l accusa. (3.8b e poi dite: "In che cosa ti abbiamo derubato?"). Questo oracolo è simile al secondo che presenta una domanda provocativa In che modo dobbiamo tornare?. Israele non sta facendo conto del suo sbaglio, del suo peccato. Quinta osservazione: La prova dell accusa. (3.8c-9 Nelle decime e nelle offerte. 9 Voi siete colpiti di maledizione, perché mi derubate, sì, tutta quanta la nazione.). 1- Il PECCATTO: La diminuzione di decime e di offerte. Malachia parla del disprezzo riguardo alle offerte e le decime del
popolo di Israele. Dio rispondeva che la nazione stava derubando Lui perché non li portavano le decime neanche le offerte. 2- LA MALEDIZIONE. La natura della maledizione sulla nazione si può determinare dalla carestia provocata dagli insetti divoratori della vegetazione (locuste) e vigneti senza uve. Sesta osservazione: La promessa di benedizione. (3.10 Portate tutte le decime alla casa del tesoro, perché vi sia cibo nella mia casa, e poi mettetemi alla prova in questo», dice l'eterno degli eserciti, «se io non vi aprirò le cateratte del cielo e non riverserò su di voi tanta benedizione, che non avrete spazio sufficiente ove riporla. 11 Inoltre sgriderò per voi il divoratore, perché non distrugga più il frutto del vostro suolo, e la vostra vite non mancherà di portar frutto per voi nella campagna», dice l'eterno degli eserciti. 12 «Tutte le nazioni vi proclameranno beati, perché sarete un paese di delizie», dice l'eterno degli eserciti.). Questa promessa era una riaffermazione del rapporto obbedienza-benedizione presente nella legge mosaica (Dt 28.1-14). Ciò che purtroppo stava avvenendo in quel tempo in mezzo al popolo, derivava dal fatto che era scattato il rapporto disobbedienza-maledizione pure previsto nel patto (Dt 28.15-68). Ubbidendo, il popolo avrebbe visto aprirsi le cateratte del Cielo e riversare tanta benedizione su di loro. Queste benedizioni avrebbero incluso: prosperità agricola, come buoni raccolti non distrutti dagli insetti divoratori e vigne non danneggiate. Che principi di questo testo possiamo applicare alla nostra vita oggi come discepoli di Gesù Cristo? Primo principio: Non possiamo disobbedire Dio come ha fatto
Israele, e rimanere senza conseguenza. Secondo principio: Non possiamo derubare Dio come ha fatto Israele, e vivere senza giudizio di Dio al nostro confronto. Terzo principio: Le decime appartengono a Dio, per questo dobbiamo restituirli. Per chi pensi che l ordine di Dio sulle decime è del Vecchio Testamento. Vediamo le parole di Gesù: (Mt 23.23 Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, perché pagate la decima della menta, dell'aneto e del comino, e trascurate le cose più importanti della legge: il giudizio, la misericordia, e la fede. Queste sono le cose che bisognava fare, senza tralasciare le altre. ) Non dobbiamo interpretare con sbaglio le parole di Paolo (2 Co 9.7 Dia ciascuno come ha deliberato in cuor suo; non di mala voglia, né per forza, perché Dio ama un donatore gioioso. ). Questo versetto ci insegna che dobbiamo offrire l offerta con gioia e non cambiare le decime in offerte come vogliamo noi. Gesù ha detto anche: (Mt 6.33 Cercate prima il regno e la giustizia di Dio, e tutte queste cose vi saranno date in più. ) Quarto principio: Quando ubbidiamo La Parola di Dio riceviamo le benedizione. Però se tu non conosci Dio come conosciamo noi, tu può dire: ma come posso sapere che Dio esiste e devo restituirli le decime. Ti racconto una storia che ti aiuterà a capire. à Il segno di Dio Raccontasse la storia di un vecchio analfabeta che pregava Dio con tanto fervore ogni giorno. Certo giorno il suo capo li ha chiamato e li ha domandato: perché tu preghi tanto? Come sai che Dio esiste, se tu non sai neanche leggere? Il servo di Dio ha risposto: Grande capo, il so della esistenza di Dio attraverso i suoi segni. Come i suoi segni? Ha domandato il capo. Il servo li ha spiegato: quando lei riceve una lettera de una persona, come riconosce chi ha scritto? Attraverso del nome del mittente, risposto il capo. Quando lei riceve un anelo di oro come regalo, come sa chi ha fatto? Attraverso del marchio di fabbrica. Quando lei sente il rumore degli animali intorno alla tenda nella notte, come sa che tipo di animale eranno?
Attraverso del segno nella sabia. Cosi il vecchio servo di Dio, ha invitato il capo per uscire della tenda, e mostrando il cielo, le stelle, la montagna, disse: questi segni non sono degli uomini, sono segni di Dio. ADORIAMO DIO CON UBBIDIENZA QUANDO METIAMO IN PRATICA QUESTI PRINCIPI! Dio vi benedica!