Carta delle zone particolarmente vocate alla diffusione della tartuficoltura della Comunità Montana dei Monti Martani, Serano e Subasio. Febbraio 2012
RELAZIONE TECNICA Premessa La tartuficoltura è un particolare tipo di imboschimento, realizzato secondo adeguate densità e sesti di impianto e corrisponde alla messa a dimora e alla coltivazione, in ambienti con caratteristiche pedoclimatiche idonee, di piante forestali precedentemente legate in simbiosi con i tartufi, comporta la copertura del terreno per un lungo periodo di tempo, attuando così una efficace e duratura protezione del suolo dall erosione, soprattutto nelle aree più marginali, che sono spesso soggette a fenomeni di dissesto idrogeologico; migliora le condizioni ecologiche in quanto si contribuisce alla lotta contro l'effetto serra riducendo il tenore di CO 2 nell'atmosfera; produce un bene esclusivo dei paesi CE nel rispetto dell'ambiente in quanto non richiede l'uso di prodotti chimici come i diserbanti e gli antiparassitari; consente di sviluppare attività collegate al tartufo quali l'agriturismo, la costituzione di imprese di trasformazione non contaminanti, ecc. In definitiva coltivare tartufi è un attività redditizia ed ecosostenibile ottima alternativa alle colture tradizionali che, però, è possibile realizzare solo nelle aeree vocate, per questo motivo la regione Umbria ha promosso la realizzazione di una cartografia delle zone particolarmente vocate alla diffusione della tartuficoltura. La cartografia delle zone vocate alla tartuficoltura è prevista dalla Legge Regionale n. 6 del 28 febbraio 1994 che all Art. 19 comma 2 recita: La Giunta regionale provvede altresì a curare la redazione di una idonea cartografia generale e particolareggiata delle zone naturalmente vocate per la produzione delle varie specie di tartufo, realizzata in scala 1:25.000. Il Regolamento Regionale 16 luglio 2007, n. 8 all Art. 4 (Zone vocate) precisa che:
1. Per zone particolarmente vocate alla diffusione della tartuficoltura si intendono quei territori che per speciali condizioni pedo-climatiche denotano storicamente una presenza tartufigena naturalmente significativa ancorché molto variabile stagionalmente. 2. Le Comunità montane, in collaborazione con le Associazioni dei cercatori costituite al 31 dicembre 2003, verificano annualmente il perpetuarsi delle condizioni indicate al comma 1 e l eventuale presenza dei tartufi e, con il contributo della Regione, effettuano gli eventuali interventi di mantenimento e miglioramento. 3. Le zone indicate come particolarmente vocate, individuate dalle Comunità montane e comunicate alla Regione, fanno parte della mappatura prevista dalla legge regionale e sono riunite nella Carta delle vocazioni tartuficole della Regione Umbria realizzata a cura di quest ultima. In ottemperanza a quanto previsto dalle disposizioni legislative regionali la Comunità montana dei Monti Martani, Serano e Subasio ha realizzato la stesura della cartografia delle zone vocate del territorio di propria competenza, in collaborazione con le Associazioni: Sportiva Dilettantistica Tartufai - Il Perugino e Associazione Tartufai Tuber Terrae. Le associazione dei tartufai a loro volta si sono avvalse del supporto tecnico dei dottori agronomi: Gabriella Di Massimo e Domenico Vincenti. La parte informatica della Carta è stata realizzata con il supporto dei tecnici Rosario Rizzo e Achille D Aloé. Materiali e metodi. Per area vocata alla coltivazione dei tartufi si intende quella parte del territorio regionale in cui i essi sono presenti allo stato attuale o dove possono essere presenti in futuro. La vocazionalità di una zona è data dalla combinazione di caratteri climatici, pedologici e stazionali che consentono ad una o più specie di tartufi di completare il ciclo vitale, permettendo alle micorrize messe a dimora con le piante tartufigene di attecchire, svilupparsi e originare la struttura riproduttiva ossia il tartufo così come è comunemente inteso. L indagine è stata condotta nei comuni ricadenti nel comprensorio della Comunità Montana medesima: Assisi, Bastia Umbra, Bettona, Bevagna, Campello sul Clitunno, Cannara, Castel Ritaldi, Foligno, Giano dell Umbria, Gualdo Cattaneo, Massa Martana, Montefalco, Nocera Umbra, Spello, Spoleto, Trevi, Valtopina. Le specie di tartufo prese in considerazione sono quelle storicamente presenti sul territorio, che hanno un maggior valore commerciale e che, sono ampiamente coltivate con successo quali: Tuber melanosporum Vittad. e Tuber aestivum Vittad.; sono state indagate anche le aree vocate per Tuber magnatum Pico, la cui coltivazione è da considerarsi ancora in fase sperimentale.
Alla base del lavoro realizzato c è la Cartografia delle aree vocate alla coltivazione di diverse specie di tartufo nella regione Umbria, gentilmente messa a disposizione dell ufficio Servizio foreste ed economia montana. Questa cartografia, realizzata su scala 1:25.000, fu prodotta nell ambito del progetto ECO.T, programma di ricerca sulla Ecologia del Tuber magnatum e Tuber melanosporum nella regione Umbria, finanziato dai Programmi Integrati Mediterranei per l Umbria per lo sviluppo sostenibile della tartuficoltura, è costituita dai fogli della cartografia IGM con sovrapposto un lucido in cui sono delimitate, tramite poligoni chiusi, le aree vocate con le varie classi di suscettività (da molto suscettibile a non suscettibile). I Fogli n 123 130 131-138 della Carta della suscettività del territorio alla coltivazione di essenze tartufigene micorrizate con Tuber Melanosporum, T. Aestivum e T. magnatum hanno fornito la base per la vettorializzazione dei singoli poligoni, si precisa che, per comodità di lettura, sono state escluse le aree dichiarate non suscettibili per motivi di suolo, di clima o di versante, le aree urbane e quelle in cui sono presenti formazioni boschive. E stata rispettata la terminologia utilizzata nel cartografia ECO.T. e sono state utilizzate le medesime sigle: Le sigle adottate in legenda per ciascuna specie di Tuber indagata sono: Tuber melanosporum 1 Territorio altamente suscettibile 2c Territorio moderatamente suscettibile per motivi di clima 2s Territorio moderatamente suscettibile per motivi di suolo 2p Territorio moderatamente suscettibile per motivi di pendenza 2cs Territorio moderatamente suscettibile per motivi di clima, suolo 2cp Territorio moderatamente suscettibile per motivi di clima, pendenza 2sp Territorio moderatamente suscettibile per motivi di suolo, pendenza 2csp Territorio moderatamente suscettibile per motivi di clima, suolo, pendenza Tuber magnatum 1 Territorio altamente suscettibile 2c Territorio moderatamente suscettibile per motivi di clima 2s Territorio moderatamente suscettibile per motivi di suolo 2cs Territorio moderatamente suscettibile per motivi di clima, suolo Tuber aestivum su Territorio suscettibile Risultati Il prodotto del lavoro, come da convenzione, è costituito da: 1 una cartografia in scala 1: 25.000 delle zone vocate su base CTR suddivisa in tavole di formato A2.
2 una cartografia in scala 1: 25.000 delle zone vocate su base OFC suddivisa in tavole di formato A2. 3 DVD contenente 3 shape file (uno per ciascuna specie di Tuber) del materiale elaborato, le tavole prima menzionate in formato PDF. Conclusioni Sul territorio della Comunità Montana dei Monti Martani, Serano e Subasio sono presenti estese aree vocate alla coltivazione di T. melanosporum e di T. aestivum, più limitate quelle per la coltivazione di T. magnatum. La vocazionalità di un area come indicata in una scala 1:25.000 è indicativa della potenzialità tartufigena di un territorio ma non costituisce un elemento sufficiente per garantire l idoneità di una singola particella alla messa a coltura, si ricorda che, prima di realizzare un impianto è sempre necessario uno studio dei parametri stazionali, un indagine climatica e botanica e l analisi chimico fisica di campioni di suoli rappresentativi dell appezzamento in cui si andrà a effettuare la piantagione. BIBLIOGRAFIA 1. Bollettino ufficiale della regione dell Umbria n. 11 del 16/03/1994. Legge Regionale n. 6 del 28 febbraio 1994 2. Bollettino ufficiale della regione dell Umbria n. 41 del 21/09/2011. Regolamento Regionale 16 luglio 2007, n. 8 3. Di Massimo G., 2004. Coltivazione delle piante tartufigene e risultati conseguiti in Umbria. In: Atti Seminario sullo stato attuale della tartuficoltura italiana. Associazione il Tartufo nel 2000 e Gruppo Micologico Valle Spoletana, 35-39. 4. Parco tecnologico agroalimentare dell Umbria, 1995. Sviluppo sostenibile della risorsa tartufo in Umbria. Ricerche su Tuber magnatum e Tuber melanosporum a cura di Raul Ciappelloni. Franco Angeli. 5. Regione dell Umbria - Parco tecnologico agroalimentare dell Umbria, 1995. Programmi Integrati Mediterranei Regolamento C.E.E. 2088/85 Sottoprogramma Agricoltura Misura 1.5 Progetto per la realizzazione di una cartografia delle aree vocate alla coltivazione e alla raccolta di diverse specie di tartufi nella regione Umbria - Carta della suscettività del territorio alla coltivazione di essenze tartufigene micorrizate con Tuber aestivum Fogli n 123 130 131-138
6. Regione dell Umbria - Parco tecnologico agroalimentare dell Umbria, 1995. Programmi Integrati Mediterranei Regolamento C.E.E. 2088/85 Sottoprogramma Agricoltura Misura 1.5 Progetto per la realizzazione di una cartografia delle aree vocate alla coltivazione e alla raccolta di diverse specie di tartufi nella regione Umbria - Carta della suscettività del territorio alla coltivazione di essenze tartufigene micorrizate con Tuber magnatum Fogli n 123 130 131-138 7. Regione dell Umbria - Parco tecnologico agroalimentare dell Umbria, 1995. Programmi Integrati Mediterranei Regolamento C.E.E. 2088/85 Sottoprogramma Agricoltura Misura 1.5 Progetto per la realizzazione di una cartografia delle aree vocate alla coltivazione e alla raccolta di diverse specie di tartufi nella regione Umbria - Carta della suscettività del territorio alla coltivazione di essenze tartufigene micorrizate con Tuber melanosporum Fogli n 123 130 131-138 Ringraziamenti Si ringraziano il Dott. Silvano Zampi dell ufficio Servizio foreste ed economia montana, Regione Umbria per aver messo a disposizione il materiale cartografico regionale e il Dott. Alvaro Paggi della Comunità Montana dei Monti Martani, Serano e Subasio per il supporto tecnico.