Presentazione del libro di Gigi Piu Anelu de Paghe di Luigi MASTINO

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Transcript:

Presentazione del libro di Gigi Piu Anelu de Paghe di Luigi MASTINO Grazie all Associazione Luisa Monti per aver promosso, anche quest anno, una piacevole serata dedicata alla poesia in lingua sarda. Grazie agli organizzatori per avermi voluto invitare alla presentazione di questo bel libro Anelu de Paghe. Poesias de oe e de deris di Gigi Piu. Un compito per me improprio giacché, se qualcosa di poesia - con una certa benevolenza - mi si potrebbe riconoscere di capire, in lingua sarda tutto mi si complica, diventa difficile, complesso. Ma anche stavolta non ho voluto sottrarmi a questo peraltro piacevole e stimolante - impegno. La prima volta in cui mi cimentai in un tale compito fu quando presentai il libro Rimas e Flores di Augusto Piras. Un caro e sincero amico che, oltre ai tanti meriti professionali ed artistici, ebbe anche quello di impegnarsi spendendosi personalmente e ~ 1 ~

direttamente in un avventura finalizzata alla promozione ed al finanziamento della ricerca sul diabete. Un male che toccava da vicino sia lui che me e, per combatterlo, egli fece tutto quanto era nelle sue possibilità. Proprio Augusto PIras di Gigi Piu aveva una grande stima ed ammirazione. Per lui, poeta in limba dell ultima ora, Gigi era stato maestro e guida giacché lo aveva portato, conducendolo per mano, in una realtà nuova, nel mondo della poesia sarda. Un mondo in cui, nel tempo, attraverso i secoli si erano formati e definiti modelli, regole, norme, costrutti capaci di dare ai versi musicalità, ritmo, cadenza, sonorità, equilibrio ed armonia. Alla base della poesia, da un lato l ispirazione artistica, dall altro i saperi; quei saperi indispensabili per chiunque voglia cimentarsi con serietà in quel campo. Per impadronirsi di tali saperi Augusto Piras si iscrisse a suo tempo alla scuola informale di Gigi Piu. Con modestia e caparbietà la frequentò quotidianamente. E così, divenuto studente modello, emulò e raggiunse il suo maestro. Ammirazione e riconoscenza si trasformarono ben presto in profonda e reciproca amicizia. Veniamo ora al libro. Anelu de Paghe fa seguito ad altre due pubblicazioni Festas e modas e Luna Muda. Una veste tipografica semplice ma robusta. Una edizione recentissima, Gennaio 2016, prodotta da Edizioni Sprint di Sassari. Duecentotrenta pagine. Centotrentacinque poesie. Circa quaranta immagini. Immagini che, nella scelta dei temi preferiti, risultano di per sé indicative: innanzitutto Magomadas, quella di un tempo; poi la famiglia di Gigi: moglie, figli e nipoti; le giornate felici in cui lo vediamo cantare sul palco, o ricevere a Laerru, Silius, Ozieri - alcuni dei tanti, meritati, riconoscimenti. Ci introducono alla lettura di Sonetos, Undighinas, Otavas, Treighinas Retrogradas, e non solo, prima una dotta prefazione in Italiano di Sandro ~ 2 ~

Biccai, poi una amarcord di Quirico Falchi ed infine un delicato tratteggio, a firma di Augusto Flaminio Piras, dell uomo e del poeta Piu. Scopriamo così che Gigi si è formato al canto ed alla poesia sarda sin dall infanzia, quando pastorello - nella solitudine della campagna si faghia animu cantende sos mutos ch aiat intesu in sa gara de Santi Giolzi, Roffelle e Sidore. Un immagine questa che richiama le belle e suggestive parole di MAX LEOPOLD WAGNER (1880-1962). Mi ricordo come m apparve chiara questa corrispondenza tra il carattere della popolazione ed il paesaggio, quando visitai il nuraghe di Santa Barbara vicino a Macomer. Dal paese che si stende nereggiante in alto si scende per sentieri di capre al letto di un piccolo ruscello, di là si sale di nuovo, e attraverso cardi e spine si arriva al solenne monumento della remota antichità. Tutto all intorno è roccia. Dall altra parte del ruscello corre in alto, lanciato fuori dalla roccia, il binario della ferrovia di Nuoro: stavo guardando giù in questa oscura valle che sembrava spopolata, quando all improvviso dal fondo echeggiano le note di un mutu, distese e leggermente tremule: scorsi la cantatrice, una fanciulla che sciacquava biancheria nel fiumicello: squillante risuonava dai lati scoscesi della montagna il melanconico canto, e ancor più acuti risuonavano gli ultimi versi: poi tutto ricadde nel più profondo silenzio. Considerati in mezzo alla natura in cui nascono i mutos hanno un indicibile fascino, ed è in quell ambiente che si comprendono. Entriamo dunque in tema, in medias res. Nella poesia Aia tentu norant annos, composta da due quartine e due terzine, unite in maniera speculare ad altre quattro analoghe strofe da un verso che, nella sua capacità di sintesi, è più degli altri carico di significati ca l ana mortu in sa menzus edade, uno spaccato, uno squarcio di vita tratteggiato con poche e significative parole. Un giovane che ama il lavoro dei campi, ricco di profonda religiosità, è trascinato alla guerra dalla perfidia umana da zente cun su coro marmoradu. Una guerra insensata e fratricida che stravolge ogni volontà, calpesta, spersonalizza, fa violenza all individuo, alle sue scelte, alle sue inclinazioni. Una guerra che ruba la vita senza possibilità d appello. Qui non sono i numeri che ci colpiscono, non sono i 650.000 o ancor più precisamente i 720.000 morti della grande guerra, ma è piuttosto l immagine, il volto di un ragazzo che vediamo innanzi ai nostri occhi sfumare e scomparire per sempre. ~ 3 ~

Gigi Piu è poeta delle piccole cose. Ma anche le piccole cose, a ben vedere, ci parlano, raccontano in silenzio la loro storia. L antico aratro ora è.incue abbandonadu! Cun pubugiones e taccas de ruinzu Ha perso la sua funzione ed il suo valore e si trova solamente Postu pro ammentu in su museu. Ma chi lo ha visto in passato all opera.cando araias su palinzu Parias de arghentu illughinzadu non dimentica e, non solo conserva i ricordi: della fatica dei campi, delle spighe, delle messi mature, de palas e triuttos bentulende in s alzola su laore, del pane bianco sulla mensa; ma si sente trascinato, avvolto, compreso da un profondo senso di riconoscenza per questo umile strumento di legno e di ferro che ha permesso per seculos de annos, rasighende sa codina, de catzare su famene a su mundu. In No tenet mere un messaggio di vasto respiro e di grande modernità. Vi è nel poeta la piena consapevolezza che il mondo, il pianeta terra è di tutti, e tutti noi dobbiamo fare la nostra parte per assicurarne la sopravvivenza giacché no este un gioghittu paret forte e d est diligu che ou. E è questa è l eredità che il padre lascia al figlio Fizu custa est sa mia volontade De lu lasseare a tie mannu e tundu. Un eredità arricchita da una serie di raccomandazioni, inviti, suggerimenti che si incentrano sui temi dell ambiente Non lues abbas, nen lues s aera e sui rapporti umani, che debbono essere improntati a reciproca correttezza, non alla sopraffazione dell altro, alla solidarietà, al rispetto della vita in qualunque forma si no est netzessariu non boccas fiz istimadu, mancu una colora Il poeta mostra ancora una volta la capacità di uscire dal particolare, dal locale per aprirsi, con garbo ed acutezza, a tematiche di ampio respiro e di grande spessore. Ciascuno di noi è stato dotato di uno o più talenti. Gigi Piu è un uomo fortunato. Ed egli è consapevole della sua fortuna. Ha in più rispetto a noi un dono che gli ha fatto il demone come direbbe Socrate o piuttosto Talia, la bella e delicata musa. ~ 4 ~

È il dono della poesia. È la capacità di creare, sentire, esternare sentimenti, vissuti, sensazioni, in parole; in un linguaggio ritmato e musicale, ricco di una pluralità di significati, di capacità evocativa e di forza suggestiva. Per i sardi, questi uomini all apparenza rudi, segados a cavana, la poesia è una seconda natura che - socialmente accettata, validata e apprezzata - li porta, senza più pudori a mettere a nudo la delicatezza, altrimenti segreta e nascosta, del loro animo. La poesia è una passione genetica, remota che giunge a noi dalle stratificazioni del passato, mossa dai silenzi della campagna, dalle più profonde solitudini ed altresì dai canti, dalle gare, dai ritmi, dai cori festivi. Nelle sei sestine dal titolo Non mi lessas da Gigi Piu la poesia viene rappresentata come un amante alla quale egli chiede, in maniera struggente, di stargli vicino, di non abbandonarlo, di stringersi a lui con amore e cura affettuosa. La sua è quasi un invocazione, che pare ricalcare le orme di quella del poeta di Zante Alla sera. Beni sempre che rundine in beranu No mi lessa donosa in abbandonu Ma de versos fungudos faghe donu A custa drommidora mente mia, Gia chi sas rima sena poesia Sun comente ispigas sena ranu. Il poeta chiede l ispirazione, non per appagare se stesso, ma per fare dono del suo canto.a chie tenzo in coro ed a sa mia zente cara. Un segno di generosità che fa onore all uomo ancor più che al poeta. Gigi Piu è un uomo del secolo scorso. Si porta con sé la nostalgia il rimpianto di un mondo passato marcato dalla presenza di oggetti e persone semplici: sos cadditos de ferula e de canna, sas ispigas, su laore, su giannile, sas bagianeddas, sos bentos, sa mama, s arzola, su pane coloridu, su campanariu, su fiascu de sa malvasia, sos fiores coloridos, su nuraghe, su giuale, sos puzones e via discorrendo. Vi è una sorta saudade che sottende, attraversa un po tutti i suoi versi. A me che, anche se di sfuggita, ho conosciuto, intravisto quel mondo povero e semplice, ma contemporaneamente ricco di umanità e valori, riesce di capirlo. Se osserviamo la realtà odierna, possiamo vedervi la povertà delle relazioni, la distanza che si è creata con la natura, la non visibilità e il ~ 5 ~

disconoscimento del lavoro e della fatica che sottostà ai cibi di cui ci nutriamo, lo squallore degli oggetti telefonini, computer, televisori che ci circondano e assorbono la nostra vita. Perciò un confronto, tra la realtà di ieri e quella di oggi, va a tutto vantaggio di quel passato, del quale - ancora per poco - riesce a sopravvivere solo il ricordo. In Cantas dudas quella religiosità che in altri momenti è salda e sicura e che dà al poeta forza e serenità, appare oscillare di fronte al grave lutto che ha colpito un caro amico cui Est mancada sa lughe e su coro. E l interrogativo non è di poco conto Deus esistit de abberu? Da sempre uno dei motivi che fanno dubitare dell esistenza di Dio, e in particolare di un Dio che, oltre che onnisciente ed onnipotente, è - per il cristiano - Padre, Dio di carità e di amore, è per quale motivo esista il male sulla terra: la guerra, il dolore, la morte di bambini e di persone innocenti. Piu si interroga senza naturalmente riuscire a dare una risposta Ma proite sutzedit tottu custu Perché questo Dio di Amore troppu disauras at permissu. Il dubbio così si insinua E creo pagu in duna vida noa e d est sa fede mia a mori-istudada Ma è la fede proprio dell amico, così duramente messo alla prova dal destino, che gli fa ritrovare certezze e lo spinge, ancora una volta, a rifugiarsi nella imperscrutabile volontà divina. Mi pare a questo punto giunto il momento di concludere. La lettura di queste poesie in limba sarda è una lettura semplice e piacevole. Non c è ricercatezza ed artificiosità di linguaggio, non c è tortuosità concettuale. Piu è un poeta di grande competenza e tecnica. La sua professionalità si evidenzia in un uso fluido, ma attento e preciso, del verso nella pluralità delle forme e della quantità delle strofe, che mutano con grande disinvoltura ed in alcuni casi sfociano volutamente se non ostentatamente in una sorta di virtuosismo stilistico. Padrone della rima, delle sillabe, del verso anche per un orecchio musicale naturale che ha facilitato da sempre il suo compito, Gigi Piu ~ 6 ~

aggiunge a tutto questo dei contenuti dai quali emerge con forza tutta la sua personalità. Un sardo schietto, un sardo d altri tempi, portatore sano di una cultura autentica, formatasi non a scuola ma attraverso la vita e l esempio di uomini di spessore; un sardo retto da valori saldi e profondi: onestà,correttezza, sincerità, amore per la famiglia, per la propria terra, per le sue tradizioni. Leggere queste poesie nutre, ci permette di fermarci un attimo a riflettere per cercare di capire se ha un senso ciò che andiamo affannosamente inseguendo e, soprattutto, qual è il senso del nostro stesso esistere. 03.07.2016 - Chiostro del Carmelo Bosa (31-10-2016) ~ 7 ~