La cavalla storna. di Giovanni Pascoli. Nella Torre 2 il silenzio era già alto 3. Sussurravano i pioppi del Rio Salto 4.

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La cavalla storna di Giovanni Pascoli Nella poesia La cavalla storna il poeta ripensa con accento commosso alla tragica morte del padre, dramma già al centro della lirica X Agosto. Il 10 agosto 1867, Ruggero Pascoli, amministratore della tenuta La Torre, nell ora del tramonto tornava a casa dal mercato di Cesena. Il suo calessino era trainato da una cavalla storna 1, focosa e non del tutto domata. Un assassino, appostato nella penombra serale in un fosso presso Gualdo, gli sparò una fucilata alla testa e lo ferì mortalmente. La cavalla, nonostante la vivacità del temperamento, invece di fuggire imbizzarrita, continuò lentamente il suo cammino e riportò a casa il corpo agonizzante di Ruggero Pascoli. Il poeta, allora dodicenne, rimase fortemente segnato da quel tragico evento, che lasciò una profonda impronta sulla sua personalità in formazione. L assassino rimase per sempre ignoto e impunito, benché molti nutrissero forti sospetti nei confronti di un uomo del luogo, che nessuno osava denunciare. Fu così che l omertà di coloro che sapevano rese inafferrabile il colpevole. Nella lirica il poeta, mosso dal singolare comportamento della cavalla, unica testimone dell iniquo delitto, immagina che una notte, mentre tutti dormono, la madre scenda nella scuderia e chieda all animale di confermarle il nome dell indiziato assassino. E la cavalla, nella trasposizione poetica, udendo pronunciare il nome fatale, avvalora con un alto nitrito il tremendo sospetto. Questa tragica e surreale vicenda, nei decenni trascorsi, commosse molte generazioni di lettori. Al di là dell irreale e doloroso caso, emana dalla lirica un innegabile fascino, percepito nel suggestivo silenzio della sera in cui avviene il commovente colloquio tra la donna e il fedele animale e nella partecipazione quasi umana della cavalla al dolore della sua padrona. Affascina, inoltre, la rievocazione dell indole selvaggia della cavalla e della natura incontaminata in cui era nata, tra le selve salmastre, gli spruzzi del mare, le ondate burrascose, gli urli del vento. La lirica, caratterizzata da toni pacati e tuttavia molto eloquenti, dà voce, attraverso le accorate parole materne, al tormento a lungo represso nell animo del poeta. Il ritmo della composizione trapassa dai toni narrativi e fiabeschi della prima parte, mirati a insinuare un sempre più intenso senso dell attesa, alle drammatiche cadenze degli ultimi versi, dove le ampie pause scandiscono con forza il finale manifestarsi della verità. La poesia è inserita nella raccolta Canti di Castelvecchio (1910). Metro: distici di endecasillabi a rima baciata. Le rime si succedono secondo lo schema AA, BB, CC ecc. Nella Torre 2 il silenzio era già alto 3. Sussurravano i pioppi del Rio Salto 4. I cavalli normanni 5 alle lor poste 6 frangean la biada con rumor di croste 7. 5 Là in fondo 8 la cavalla era, selvaggia 9 ancora, nata tra i pini su la salsa spiaggia 10 ; che nelle froge avea del mar gli spruzzi ancora 11, e gli urli negli orecchi aguzzi 12. 1. storna: sono chiamati storni certi cavalli dal mantello grigio a macchie bianche o nere. 2. Torre: la fattoria della vasta tenuta dei Principi Torlonia, presso S. Mauro di Romagna, dove risiedeva la famiglia del poeta. 3. già alto: profondo. 4. Rio Salto: torrentello che scorre presso la Torre. 5. cavalli normanni: razza di cavalli grossi e robusti, adatti al traino; originari della Normandia, erano molto usati in Romagna. 6. poste: nel posto loro assegnato nella scuderia. 7. frangean... croste: masticavano la biada con un rumore simile a quello delle croste di pane sgranocchiate dai denti. 8. Là in fondo: in un box posto in fondo alla scuderia, un po appartato. 9. selvaggia: non ancora domata, focosa come i cavalli ancora allo stato brado. 10. nata... spiaggia: nata nella Pineta di Ravenna, presso la spiaggia intrisa di salsedine proveniente dall Adriatico. 11. che ancora: il poeta immagina che essa avesse ancora nelle umide narici (froge) gli spruzzi dell acqua marina. 12. gli urli... aguzzi: Pascoli immagina che negli orecchi dalla forma appuntita sia rimasto lo strepito delle burrasche del mare. Istituto Italiano Edizioni Atlas 1

10 Con su la greppia un gomito 13, da essa 14 era mia madre; e le dicea sommessa 15 : che portavi colui che non ritorna 16 ; tu capivi il suo cenno ed il suo detto 17! Egli ha lasciato un figlio giovinetto; 15 il primo d otto tra miei figli e figlie 18 ; e la sua mano non toccò mai briglie 19. Tu che ti senti ai fianchi l uragano, tu dài retta alla sua piccola mano 20. 20 Tu ch hai nel cuore la marina brulla, tu dài retta alla sua voce fanciulla 21. La cavalla volgea la scarna testa verso mia madre, che dicea più mesta: che portavi colui che non ritorna; 25 lo so, lo so, che tu l amavi forte! Con lui c eri tu sola e la sua morte 22 O nata in selve tra l ondate e il vento, tu tenesti nel cuore il tuo spavento 23 ; 30 sentendo lasso nella bocca il morso, nel cuor veloce tu premesti il corso 24 : adagio seguitasti la tua via, perché facesse in pace l agonia... La scarna lunga testa era daccanto 25 al dolce viso di mia madre in pianto. 35 che portavi colui che non ritorna; 13. Con su... gomito: appoggiando un gomito sulla mangiatoia (greppia). 14. da essa: presso la cavalla, con atteggiamento confidenziale. 15. le dicea sommessa: inizia qui il monologo della madre che rivolge le sue parole all animale. 16. colui che non ritorna: è il padre che, essendo stato ucciso, non potrà tornare mai più alla sua casa. 17. il suo cenno ed il suo detto: sia i suoi gesti sia le sue parole. La cavallina, secondo la testimonianza della sorella Maria Pascoli, si lasciava guidare solo dal padre del poeta. 18. un figlio giovinetto... e figlie: è Giacomo, il primogenito di otto fratelli, che aveva allora sedici anni. 19. e la sua... briglie: il giovinetto, che non ha mai guidato un cavallo, ora dovrà reggere le redini di un intera famiglia. 20. Tu che piccola mano: tu che senti ancora dentro di te (ai fianchi) le violente tempeste marine, sii docile e obbediente alla sua mano giovanile, inesperta della guida. 21. voce fanciulla: la voce di Giacomo è ancora una voce infantile. 22. Con lui... morte: fosti l unica testimone della sua uccisione. 23. tu tenesti... spavento: hai saputo dominare lo spavento provocato dallo sparo del fucile. 24. sentendo... il corso: sentendo nella bocca che la briglia (morso) si era allentata in seguito alla morte del padrone, hai saputo reprimere nel cuore il desiderio di fuggire, correndo via velocemente. 25. La scarna daccanto: la cavalla sembra acquisire via via tratti umani. Istituto Italiano Edizioni Atlas 2

oh! due parole egli dové pur dire! 26 E tu capisci, ma non sai ridire. 40 Tu con le briglie sciolte tra le zampe, con dentro gli occhi il fuoco delle vampe 27, con negli orecchi l eco degli scoppi, seguitasti la via tra gli alti pioppi: lo riportavi tra il morir del sole, perché udissimo noi le sue parole 28. 45 Stava attenta la lunga testa fiera 29. Mia madre l abbracciò su la criniera portavi a casa sua chi non ritorna! 50 A me, chi non ritornerà più mai! Tu fosti buona... Ma parlar non sai! Tu non sai, poverina; altri non osa 30. Oh! ma tu devi dirmi una una cosa! Tu l hai veduto l uomo che l uccise: esso t è qui nelle pupille fise 31. 55 Chi fu? Chi è? Ti voglio dire un nome. E tu fa cenno 32. Dio t insegni, come. Ora, i cavalli non frangean la biada: dormian sognando il bianco della strada 33. 60 La paglia non battean con l unghie vuote: dormian sognando il rullo 34 delle ruote. Mia madre alzò nel gran silenzio un dito: disse un nome... Sonò alto un nitrito 35. da G. Pascoli, Tutte le opere, a cura di E. Bianchetti, M. Valgimigli, A. Vicinelli, Mondadori, 1952, Milano 26. due parole dire!: la donna immagina che il marito abbia pronunciato il nome dell assassino. 27. il fuoco delle vampe: il bagliore dello sparo. 28. le sue parole: la cavalla riporta a casa l uomo agonizzante, quasi sperando che egli possa pronunciare il nome fatale. 29. Stava attenta fiera: ora il poeta attribuisce all animale un comportamento del tutto umano. 30. altri non osa: coloro che conoscono la verità tacciono per viltà. 31. fise: fisse. 32. E tu fa cenno: fa un cenno di assenso. 33. Ora della strada: a un tratto nella scuderia scende un profondo silenzio. Gli altri cavalli dormono sognando le bianche strade percorse. È una pausa descrittiva mirata a creare suspense, ad accrescere la tensione dell attesa. 34. rullo: rotolio. 35. disse nitrito: l indimenticabile finale è carico di rara potenza drammatica. Istituto Italiano Edizioni Atlas 3

L aboratorio Dopo aver letto attentamente il testo, l introduzione e le note, completa le affermazioni scegliendo l opzione che ritieni più opportuna. 1 L assassino del padre di Pascoli a. fu scoperto e processato; b. fu assolto per mancanza di prove; c. fu condannato all ergastolo; d. rimase ignoto e impunito. 2 La cavalla è detta storna perché a. proveniva dall Asia; b. aveva il mantello completamente nero; c. era una cavalla da corsa; d. aveva il mantello chiazzato di bianco e nero. 3 La cavalla era nata a. nella Maremma toscana; b. sull Aspromonte; c. nella Pineta di Ravenna; d. sulle coste della Sardegna. 4 L espressione colui che non ritorna allude a. alla partenza improvvisa di Ruggero Pascoli; b. alla sua morte violenta; c. all abbandono della moglie; d. a una grave malattia. 5 Nel v. 18 la madre incita la cavalla a a. tornare nella pineta selvaggia; b. lasciarsi guidare dal figlio giovinetto; c. abbandonare la scuderia; d. partecipare al prossimo Gran Premio. 6 Nel corso della lirica la cavalla è oggetto di a. un processo di umanizzazione; b. una perdita del ruolo; c. una metamorfosi; d. un mutamento dei suoi compiti. 7 Il fascino della lirica emana soprattutto a. dalla natura incontaminata della marina; b. dal ricordo del lavoro del padre; c. dalla laboriosità della vita contadina; d. dal ricordo del villaggio natio. 8 Nel v. 55 la madre chiede alla cavalla il nome a. del precedente padrone; b. dell ignoto assassino; c. del vincitore della corsa; d. del suo puledrino appena nato. 9 L alto nitrito dell ultimo verso mira a a. esprimere la gioia per la nascita del puledrino; b. esprimere l entusiasmo per la gara vinta; c. esprimere il dolore per una recente ferita; d. confermare il nome del sospettato omicida. Istituto Italiano Edizioni Atlas 4

10 Le strofe della lirica sono a. distici; b. terzine; c. quartine; d. sestine. 11 La rima è a. baciata; b. alternata; c. incrociata; d. incatenata. 12 I versi sono a. ottonari; b. novenari; c. decasillabi; d. endecasillabi. 13 O cavallina, cavallina storna costituisce a. un anacoluto. b. un anafora. c. un inversione. d. un iperbato. Istituto Italiano Edizioni Atlas 5