Possibile sottospecie della lince euroasiatica

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Possibile sottospecie della lince euroasiatica

s LA LINCE APPENNINICA: POSSIBILE SOTTOSPECIE DELLA LINCE EUROASIATICA t t s p e c i e Possibile sottospecie della lince euroasiatica

Al fine di mantenere e migliorare le caratteristiche dell ecosistema, la presenza della Lince sarebbe auspicabile in tutto l Appennino, in particolare nelle aree protette, dove non viene praticata la caccia e, con l aiuto di altri carnivori (Lupo e Orso), potrebbe svolgere un ruolo ecologico importantissimo. Infatti, in alcune zone d Europa (Kocevje 1973), è stata reintrodotta proprio per il miglioramento delle popolazioni degli ungulati. Allo scopo di conservare e sviluppare questa popolazione è necessario portare avanti un piano d azione che si sviluppi su più punti: 1. avviare una ricerca approfondita su tutto il territorio appenninico, per stabilire con sicurezza la presenza e la diffusione di questa specie, approfondendo gli aspetti genetici per risalire all origine di questi individui; 2. aumentare il controllo e la vigilanza, specialmente nelle aree protette per evitare uccisioni illegali; 3. stanziare un fondo adeguato per il rimborso di eventuali danni provocati al bestiame domestico; 4. effettuare una campagna di sensibilizzazione, rivolta soprattutto ai giovani ed agli abitanti delle località interessate; 5. creare corridoi ecologici tra le aree protette per favorire una più rapida diffusione; 6. promuovere progetti di sviluppo sul territorio che facciano scoprire ai suoi abitanti il valore economico di simili specie, trasformando i cittadini nei primi difensori di questo felino. La tutela e la salvaguardia di animali, piante ed ambienti sono oggi un argomento cruciale, ma sempre più frequentemente non si riesce ad andare oltre le parole e la conservazione diventa conversazione Nel frattempo, ogni anno, per colpa dell uomo, un numero sempre maggiore di animali rischia l estinzione e, nonostante le tante cause vinte da chi si interessa alla difesa del nostro pianeta, buona parte dell umanità resta cieca e sorda ai problemi del contesto ambientale. Nel lontano 1854 il Capo Indiano Seattle affermava: Che sarebbe dell uomo bianco senza gli animali? Se fossero sterminati tutti, anche l uomo bianco morirebbe di solitudine spirituale, perché ciò che succede agli animali succederà anche all uomo. La salvaguardia di animali tanto rari e preziosi come la Lince non riguarda solo la singola specie, ma porta in sé un significato 168 La Lince appenninica Quale futuro per la lince appenninica?

assai più profondo: la riconciliazione con Madre Natura e con le sue creature, il ripristino di un equilibrio perduto. Tutelare e proteggere significa Amare, e solo da questo atto disinteressato, ma pieno di benefici per il genere umano, si può ritrovare la giusta strada affinché la Terra diventi come quel bellissimo Giardino da cui un tempo l Umanità fu cacciata... un Eden ritrovato. Tavole ideate da Franco Tassi e realizzate da Deirdre Hyde

settentrionale dell Europa e centro-orientale dell Asia. L elenco di queste sottospecie è riportato nella seguente tabella elaborata dal Gruppo Lince Italia ed è tutt ora in fase di accertamento, in particolare per le ultime due sottospecie, riguardanti il territorio italiano. NOMENCLATURA DELLA SOTTOSPECIE DIFFUSIONE L. l. lynx (Linnaeus, 1758) Europa centrale e settentrionale L. l. isabellina (Blyth, 1847) Dal Kashmir alla Mongolia L. l. dinniki (Satunin, 1915) Catena del Caucaso L. l. wrangeli (Ognev, 1928) Siberia orientale L. l. koslovi (Fetisov, 1950) Dalla Siberia centrale all Asia centrale L. l. neglectus (Stroganov, 1962) Russia, Far East, Cina L. l. carpathicus (Kratochvil & Stollmann, 1963) Carpazi, Grecia settentrionale e Balcani L. l. martinoi (Mirič, 1978) Macedonia, Kosovo, Monte Negro L. l. alpina (Ragni et al., 1993) Alpi italiane L. l. apennina (Tassi, 1989) Appennino centro-meridionale Le caratteristiche che accomunano le quattro specie appartenenti al genere Lynx sono: essere predatori di medie dimensioni, avere le unghie retrattili, la pelliccia morbida, i ciuffi sulle orecchie e la coda corta. La testa piccola rispetto al tronco, gli arti robusti, e le altre caratteristiche appena descritte la differenziano notevolmente dai parenti del genere Felis. Le Linci sono tutte in espansione geografica e numerica, salvo la Lince pardina o iberica che, per effetto diretto e indiretto delle attività umane, è a rischio di estinzione.

La Lince nel mondo Quattro sono le specie appartenenti al genere Lynx, qui vediamo anche il Caracal, specie affine, molto simile alle Linci. Lince pardina Lynx pardinus Lince canadese Lynx canadensis Lince euroasiatica Lynx lynx Lince rossa o Bobcat Lynx rufus Caracal Felis caracal Disegni di Stefano Maugeri tratti da Animali a rischio, Tassi, 1990, adattato Biologia della Lince euroasiatica La Lince appenninica 23

Il corpo della Lince è snello anche se massiccio, le zampe sono lunghe e pelose, adatte a camminare sulla neve. Quelle posteriori sono più lunghe e presentano 4 dita; anteriormente invece troviamo 5 dita, tutte con unghie retrattili molto affilate. Il pelo è spesso e morbido, la colorazione del mantello è estremamente variabile: dal grigio, al brunastro fino al rossiccio acceso, con maculatura più o meno marcata, mentre la parte inferiore è biancastra. Il mantello presenta variazioni stagionali: in estate si presenta corto e rado, con striature e macchie marcate, in inverno la giarra e la borra sono lunghe e folte e la maculatura risulta meno evidente. La testa è rotonda, il naso è bruno rossiccio, gli occhi sono gialli e hanno un tipico anello oculare bianco. Particolari caratteristici della Lince sono i ciuffi neri sulle orecchie, lunghi fino a 4 cm; le fedine o mustacchi, che sono ciuffi di pelo a forma di pennelli, sotto e dietro le orecchie e posteriormente alla parte angolare della mandibola; la coda, molto corta (tanto da sembrare mozza), misura 10-24 cm, con la punta nera. La vista e l udito sono particolarmente sviluppati, mentre l olfatto viene usato più che altro per la comunicazione sociale. Per quanto riguarda il dimorfismo sessuale, non è molto evidente, se non che il maschio è più grande e pesante della femmina. La variabilità del mantello della Lince (www.progetto.lince.italia.it)

Doti naturali La vista della Lince è proverbiale; può individuare un topo a 75 metri di distanza, una lepre a 300 e un capriolo a 500. Tuttavia il campo visivo è più ridotto di quello delle sue prede, che possono così avere maggiori possibilità di scampo nell eterna lotta per la sopravvivenza. Ed infatti non tutti gli attacchi della Lince riescono; ciò consente alle più vigili, pronte e veloci delle sue vittime potenziali di salvarsi, trasmettendo queste loro doti alle generazioni successive. Insieme all Orso e al Lupo, forma il gruppo dei superpredatori, sovrani della fauna europea, anche se in realtà ciascuno dei tre occupa una distinta nicchia ecologica e presenta abitudini alimentari diverse, potendo così coesistere in maniera equilibrata. Capriolo 500m Lepre 300m Topo 75m

misurazione della falcata, 75-110 cm, nell andatura classica (passo) dove le impronte sono quasi in fila e frequentemente sovrapposte; nel trotto lento l impronta del piede anteriore non viene raggiunta da quella del posteriore, ma la falcata è maggiore che nel passo; nel galoppo la falcata può raggiungere i 250 cm, i gruppi di impronte si staccano in modo evidente. Nel galoppo da corsa, alla massima velocità, le impronte dei piedi posteriori avanzano notevolmente rispetto a quelle degli arti anteriori; spesso si può rilevare, nell impronta del bipede anteriore, la presenza di un leggero angolo di appoggio (Pascotto & Filacorda, 1999). Impronta di Lince (Foto di Francesco Mossolin) Pista di Lince (Immagine di Ernesto Pascotto); (adattato) Anteriori (A) scuri Posteriori (P) chiari P P P Il Capo Guardia Marco Visci rileva le impronte di Lince alla Camosciara, nel Parco Nazionale d Abruzzo, il 14 febbraio 1996 A A A A P Il passo è in funzione della pendenza e della taglia del soggetto: 75-110cm P P A Registrazione: l impronta della zampa posteriore si sovrappone a quella della zampa anteriore P A P A P 52 La Lince appenninica Metodologie per la raccolta dei segni

territori più a rischio, e non solo per le aree protette italiane, ma per chiunque lavori in un contesto ecosostenibile. In sostanza, il Parco Nazionale d Abruzzo, grazie all operato lungimirante del suo direttore Franco Tassi ha potuto dimostrare quanto sia possibile la convivenza dell uomo con una natura sana ed equilibrata, e quanto in una piccola superficie possano coabitare non solo numerosissime specie di erbivori, ma anche i tre grandi carnivori italiani. È stata così ampiamente comprovata la teoria secondo cui ogni predatore, per il modo di cacciare e di utilizzare il territorio, occupa una nicchia specifica, complementare e non concorrenziale rispetto alle modalità degli altri due predatori. Nel Parco Nazionale d Abruzzo, oltre a questi formidabili predatori si possono incontrare altri splendidi animali come il Cervo, il Capriolo, il Camoscio e l Aquila reale, che insieme ai primi tre sono stati definiti I Magnifici Sette, ossia i più maestosi ed importanti animali presenti nell Appennino centrale, qui rappresentati in una tavola ideata da Tassi. In queste foto possiamo ammirare i tre grandi carnivori del nostro territorio: l Orso marsicano, che oggi conta circa 80 esemplari, il Lupo appenninico, ora diffusosi anche in gran parte dell arco alpino; e la Lince, di cui ancora non si conosce con esattezza la consistenza numerica 66 La Lince appenninica Il Gruppo Lince Italia e il Parco Nazionale d Abruzzo

I magnifici Sette Tavola ideata da Franco Tassi e realizzata da Deirdre Hyde Lince, (1941), di Antonio Ligabue, Olio su tavola di legno, cm 25x19,5 Per gentile concessione del Centro Studi e Archivio Antonio Ligabue di Parma Il Gruppo Lince Italia e il Parco Nazionale d Abruzzo La Lince appenninica 67

Presenza storica della Lince in Appennino

S T PRESENZA STORICA DELLA LINCE IN APPENNINO i o C A R Presenza storica della Lince in Appennino

La Lince ritratta dal Bontalenti, 1583-1593 ho mai inteso che in Frignano si siano scoperti altri orsi, fuorché uno l anno passato che fu morto per la neve da quelli della Pieve di Pellago, dove ancora si sono ammazzati lupi cervieri, e solo pochi mesi dopo, il 3 giugno 1574, in un altra lettera menziona ancora il felino e il plantigrado: Alcuni uomini di Fiumalbo avvertiti da me hanno veduto l orso et in quel di Fanano si sono veduti alcuni lupi cervieri, confermando ulteriormente la loro presenza nei territori dell Appennino modenese. Un interessante rappresentazione della Lince si trova nella Grotta Grande del giardino di Boboli, realizzata da Bernardo Bontalenti tra il 1583 e il 1593 (Masseti, 2002). L animale è raffigurato con grande realismo: molto probabilmente il felino, come gli altri animali rappresentati nell opera, è stato ritratto dal vero nei serragli granducali di Boboli e San Marco (De Angelis, 1992). 76 La Lince appenninica Presenza storica della Lince in Appennino

La Lince nelle opere di Paolo Caliari detto il Veronese (1528-1588) Sopra sinistra Giovane Gentiluomo in pelliccia di Lince (Daniele Barbaro), 1562 1570. Olio su tela, 140 x 107 cm., Galleria Palatina, Palazzo Pitti, Firenze Sopra centro Ritratto di Alessandro Contarini, 1565-1570. Olio su tela, 132 x 102 cm., Gemäldegalerie Alte Meister, Staatliche Kunstsammlungen Dresden, Dresda Sopra destra Ritratto di Francesco Franceschini, 1551. Olio su tela, 188 x 135 cm., Sarasota, Collection of The John and Mable Ringling Museum of Art, Florida Destra Ritratto di un Gentiluomo in pelliccia di Lince, 1570 ca. Olio su tela, 120 x 102 cm., Szèpmüvészeti Múzeum, Budapest Presenza storica della Lince in Appennino La Lince appenninica 77

La Lince raffigurata nei documenti dell Accademia dei Lincei Fig. 1.: Il Saggiatore (1613), G. Mascardi, Roma Fig. 2.: Tesoro Messicano (1651), V. Mascardi, Roma Fig. 1 Fig. 2 80 La Lince appenninica Presenza storica della Lince in Appennino

Fig. 3.: Emblema dell Accademia dei Lincei, Biblioteca dell Accademia dei Lincei Corsiniana, Roma Fig. 4.: Istoria e dimostrazioni intorno alle macchie solari e loro accidenti 1613, G. Mascardi, Roma Fig. 5.: Medaglia Lincea, in G. Gabrieli, Il carteggio Linceo, Accademia Nazionale dei Lincei, 1996, Roma, p. 557 Fig. 6.: Stemmi della Lince, riprodotti sui Rendiconti e sulle Memorie dal 1870, Roma, Accademia Nazionale dei Lincei Fig. 7.: Particolare della Lince, Diploma di nomina a membro dell Accademia dei Lincei dell architetto Nicola Cavalieri, 1827, Roma Fig.8a., 8b.: Bozzetti relativi alle proposte di un nuovo stemma per l Accademia Nazionale dei Lincei dopo la sua rifondazione nel secondo dopoguerra, Roma, Accademia Nazionale dei Lincei, Archivio storico Fig. 9.: Lo stemma attuale dell Accademia Nazionale dei Lincei, da Archivio Linceo ms. 4, c. 244, Roma, Biblioteca Corsiniana e dell Accademia Nazionale dei Lincei Fig. 3 Fig. 8a Fig. 9 Fig. 4 Fig. 6 Fig. 5 Fig. 8b Presenza storica della Lince in Appennino Fig. 7 La Lince appenninica 81